ALGERIA
2001 - TERRA TUAREG -
Testo e foto di Maurizio
Turco (Dimensione Avventura)
Un
viaggio in Algeria bisogna sempre intenderlo come un salto
nel passato ed il valico doganale subito dopo l'avamposto
tunisino di IN HAZOUA e' praticamente il luogo dove
avviene il passaggio spazio-temporale !
L'attesa presso gli sportelli doganali che normalmente affrontano
i fortunati viaggiatori che entrano in Algeria, e' da intendersi
come un rito propiziatorio
qui si inizia
a venire in contatto con la loro realtà ed i loro ritmi
completamente diversi dal nostro mondo. L'accoglienza verso
il visitatore è sempre squisita e sincera, alla quale
"noi civili" non siamo più abituati. L'idea
che si e' fatta la popolazione occidentale di questo paese
e' totalmente sbagliata, essendo frutto delle notizie superficiali
diffuse dai mass media circa le lotte intestine algerine durante
gli anni '90, ma mai approfondite e spiegate dai tanti "esperti
politici" di turno. Ecco, di conseguenza, la nostra diffidenza
e paura verso questo popolo, tanto generalizzata quanto infondata,
dimenticandoci che nel nostro paese si effettuano giornalmente
ben più atroci violenze, delle vere e proprie guerriglie
urbane
..
Appena passata la dogana algerina notiamo subito la presenza
forte del grande padrone del paese: Il Sahara ! Il
piccolo nastro di asfalto si insinua fra poderose dune che
coprono anche gli stessi pali della luce creando un paesaggio
particolare. Arriviamo subito all'oasi di EL OUED,
piccolo insediamento urbano dove si può subito cambiare
del denaro e rifornirsi di scorte alimentari. Ne approfittiamo
subito per mangiare un ottimo cous cous presso un nostro vecchio
amico algerino, conosciuto nei viaggi algerini degli anni
'80. Notiamo che la popolazione e' curiosa verso lo straniero
e cerca in tutti i modi di aiutarlo e conversare con lui.
Purtroppo il turismo nel paese in questi ultimi dieci anni
e' crollato vertiginosamente e l'isolamento verso l'occidente
si e' fatto sentire. I giovanissimi cercano più di
tutti di parlare con il turista od almeno scambiare dei gesti,
perché sono coloro che sono cresciuti durante il suddetto
periodo di crisi, senza contatti diretti con lo straniero
e bisognoso di uno scambio cultuale.
Riprendiamo il cammino verso sud tramite un asfalto deteriorato,
superando montagne e colline senza mezzi termini, direttamente
tramite delle enormi salite e vertiginose discese
.viene
da pensare che non si possano perdere soldi e tempo a costruire
delle "costosissime" curve per alleviare le pendenze
! Attraversando i vari paesi ed oasi più o meno grandi
vedo con piacere che nulla e' cambiato nell'architettura e
nei ritmi di vita di venti anni fa, quindi inizio a pensare
che questo isolamento turistico ha avuto almeno il vantaggio
di conservare intatti i loro costumi ed usanze, discorso che
non si può assolutamente sostenere, per esempio, con
la Liba di Gheddafi, orami modernizzata ed organizzata all'inverosimile.
Di altopiano in valle arriviamo ad HASSI MESSAOUD,
centro industriale che trae vita dagli innumerevoli pozzi
petroliferi e di gas che proliferano nel deserto circostante.
Praticamente il villaggio e' un'enorme dormitorio dove si
alternano gli operai di tutte le nazionalità, dipendenti
di tutte le più grandi Società petrolifere mondiali.
Il centro non offrirebbe nessun motivo di sosta se non fosse
per la richiesta di permesso per circolare nel sud del paese,
da effettuarsi presso il posto di Polizia. In pochi minuti
otteniamo il visto e via giù diretti verso l'incrocio
storico e tanto caro al viaggiatore sahariano : l'incrocio
dei "4 Chemini".
Qui
ci accoglie un piccolo nucleo militare che controlla i nostri
permessi e che
.ci invita a bere il classico the
del deserto ! Anche fra i militari l'ospitalità e'
squisita anzi direi maggiore di quella manifestata dai civili,
forse frutto del loro maggiore isolamento degli sperduti avamposti
territoriali. Il militare in Algeria non ha certo vita facile
..scattate
le foto di rito e dopo essersi congedati da loro con delle
poderose e cordiali pacche sulle spalle, eccoci finalmente
sulla lunghissima pista che ci porterà verso il sud
del paese !
Anche qui troviamo delle conseguenze del crollo turistico
non
c'e più traccia della vecchia pista segnatissima e
trafficata anche dagli enormi camion da trasporto algerini.
La diminuzione dei mezzi, unitamente alla forza degli agenti
atmosferici, hanno fatto scomparire quasi completamente la
pista ed ora si intravede, a malapena, in alcuni tratti. Prendiamo
subito mappa e GPS per tracciare la rotta e non perdere tempo
in viziosi giri per quest'immenso altopiano, consumando carburante
inutilmente, anche perché il prossimo rifornimento
e' distante più di 700 km !
Viaggiamo per ore senza punti di riferimento e con tracce
di vecchie piste che si snodano a 360° che non fanno altro
che disorientare. Ci teniamo nella valle principale ai cui
bordi orientali abbiamo il gran Erg Orientale
e a quelli occidentali dei rilievi rocciosi. L'arrivo alle
GOLE DI AMGUID ci conferma che siamo sulla retta via
e subito dopo di esse si entra in un'altra valle dove si inizia
la guidare su un soffice ed insidioso manto di sabbia ! E'
impressionante l'altezza delle dune che si stampigliano alla
nostra destra in contrapposizione dell'enorme falesia alla
nostra sinistra, una natura forte e senza mezze misure ma
siamo qui per questo. Arriviamo al primo controllo militare
presso l'inesistente oasi di AMGUID. Veniamo subito
circondati da decine di bambini chiassosi e gioiosi per la
nostra visita e subito iniziamo a regalare i primi giocattoli
e vestiti che erano stati portati appositamente per queste
occasioni, in collaborazione dell'Associazione umanitaria
Bambini del Deserto. Un'occasione di festa per le poche famiglie
che vivono in questo angolo sperduto di mondo e tutti ci accolgono
con mille festeggiamenti compresi gli stessi militari nel
loro avamposto. Praticamente siamo la loro unica novità
da non so quanto tempo...
Congedati dai militari cerchiamo di recuperare il tempo perduto
nella sosta perché ben presto il sole inizierà
a scendere all'orizzonte ma all'uscita del villaggio praticamente
non c'e' più traccia di pista e quindi vagando per
la vallata
ci infiliamo dentro un piccolo Erg di dune molto divertente
ed eccitante. Questo terreno ci regala decine di chilometri
a mo' di montagne russe, tutte molto dolci ed affrontabili
in velocità ! Divertimento alle stelle e qualche insabbiata
di troppo. Montiamo il campo in questo scenario da favola,
immersi nel grande Sahara lontani "anni luce" dal
nostro mondo
questa si che e' vita !
Il giorno dopo proseguiamo la scesa verso sud attraversando
veri e propri labirinti formati da innumerevoli pinnacoli
rocciosi che disorientano e nascondono la visuale generale.
Facciamo il punto numerose volte sulla carta dato che vogliamo
passare fuori dalla pista ufficiosa e notiamo che ci ritroviamo
molto più a est di quello che pensavamo. Proprio per
questo fuoripista, però, abbiamo a disposizione degli
scenari naturali indescrivibili per bellezza ed unicità.
Attraversiamo, per esempio, una valle completamente disseminata
di enormi alberi secolari, bruciati dal sole e posti su enormi
zolle di sabbia mantenuta solamente dalla forza delle radici,
ormai anch'esse rinsecchite. Numerose sono le gazzelle che
ci attraversano davanti spaventate dal passaggio dei mezzi
ed anche enormi
varani i quali, però, incuranti di noi ed intenti alla
loro dose di sole quotidiana. Arriviamo, dopo tre giorni di
marcia, presso l'unico passaggio che ci permetterà
di salire sulla catena montuosa dell'Assekrem. Questo varco
naturale e' praticamente un "buco" largo solamente
2-3 metri fra gli enormi massi e formazioni rocciose che si
trovano ai piedi della catena montuosa e quindi non e' poco
l'impegno richiesto per "centrarlo" dopo 400 km
di pista su pianori a perdita d'occhio ! Alla vista del passaggio
ci rincuoriamo perché solamente questo punto ci assicura
di essere sul luogo esatto ed un eventuale errore di navigazione
non ci avrebbe consentito di tornare sui nostri passi dato
che avevano superato il limite del "non ritorno",
dal punto di vista della scorta carburante.
La salita e' a dir poco impegnativa ed eccitante perché
bisogna guidare con le ridotte all'interno di un sabbiosissimo
oued (letto di fiume in secca) in salita senza levare mai
il gas per non insabbiarsi ed evitando massi ed alberi disseminati
"a macchia di leopardo" davanti a noi. Le imprecazioni
e le richieste di aiuto via radio CB si sprecano ed impieghiamo
alcune ore per salire fino alla vetta, dove decidiamo di montare
il campo per la quarta notte.
Il giorno dopo attraverso piste catalogabili come percorsi
trial per via delle innumerevoli ostacoli naturali da superare
con estrema precisione, arriviamo alla vetta dell'ASSEKREM
(2800 mt.) famosa per la bellezza del paesaggio delle sue
"canne d'organo", ossia pinnacoli di roccia che
al tramonto si vestono di un arancio fuoco creando uno spettacolo
unico al mondo. Proprio su questa vetta si trova l'eremo di
padre Focault, eremita religioso di inizio secolo che era
riuscito a guadagnarsi la stima ed il rispetto dei Tuareg
della zona. Passiamo la serata nell'unico Hotel degno di nota
di TAMANRASSET, antichissima oasi ai piedi della montagna,
centro carovaniero che sulla spinta del grande turismo di
fine anni ottanta aveva perso un po' del suo antico fascino
in nome delle comodità del "progresso".
Quest'oasi ha ancora del fascino "da vendere", con
i suoi Tuareg che girano a
dorso di cammello nelle sue viuzze e con il suo souk ancora
con l'antica fisionomia. Certo sono nati anche negozi di souvenir
ma purtroppo questo e' il prodotto del turismo ma l'importante
che non si rompa questo delicato equilibrio di tradizione
- modernità.
Certo l'argento degli antichi monili e' stato rimpiazzato
da leghe "meno nobili" ma comprare un gioiello o
una croce del sud nel mercatino fa' sempre piacere ed acquisterà
un valore inestimabile una volta ritornati in Italia.
Riforniti i mezzi di carburante continuiamo il nostro viaggio
alla volta dell'oasi di Djanet, distante 700 km. Seguiamo
inizialmente la pista principale che attraversa un'immensa
vallata di sassi neri e canyon devastati dalle rare piogge
che si riversano sul terreno con cadenza annuale. Arrivati
al FORTE SERENOUT, della Legione straniera ma attualmente
occupato dai militari algerini, ci stacchiamo da questa pista
per dirigersi verso est in direzione dell' ERG ADMER.
Navighiamo per un giorno intero su immensi pianori dove unico
confine a vista e' la sabbia ed il cielo ! Incrociamo centinaia
di tracce di 4x4 che si dirigono a sud, fuori dal confine
algerino, ed usate ancora oggi dai contrabbandieri di manovalanza
nera, sigarette ed altre preziose merci. Alla fine del primo
giorno di navigazione attraversiamo un immenso catino sabbioso
con una curiosa formazione rocciosa
nel bel mezzo che avvistiamo da decine di km prima. Avvicinandosi
a questa roccia notiamo con stupore che e' formata solamente
da 4 enormi blocchi che anticamente svolsero la funzione di
.scogli
! Notiamo infatti alla loro base moltissimi formazioni coralline
e conchiglie fossili
. il fascino del Sahara e'
indiscutibile ! Arriviamo dopo due giorni di marcia ai piedi
dell'unico passaggio affrontabile per superare l' Erg Admer:
l'enorme DUNA TAHORT alta più di 200 mt !
Logicamente il punto di riferimento e' il classico relitto
di una 4x4 e da qui iniziamo la lenta risalita con i motori
imballati, cercando di cambiare continuamente traiettoria
per non rimanere insabbiati e recuperare un po' di slancio.
E' un elegante zig zag di mezzi ma molto pericoloso per via
di eventuali incroci di traiettoria. Una volta in cima si
procede fra enormi vallate sabbiose e durante un disinsabbiamento
di un mezzo rinveniamo, sepolta sotto le sabbie, una tanica
usata per il trasporto di carburante datata 1947 !
Indubbiamente il deserto custodisce gelosamente i suoi tesori
Arriviamo in serata all'oasi di DJANET, la perla del
Tassili ! Con piacere constatiamo che qui tutto e' ancora
genuino e non "modernizzato". Camminiamo nel minuscolo
souk incontrando solamente abitanti del luogo e passiamo un
paio di giorni seguendo i loro ritmi di vita. I discendenti
degli antichi e fieri Tuareg si muovono oggi su vetuste Toyota
o Land Rover ma non hanno perso il loro fascino di "Signori
del Deserto". E' sorprendente come si possa ancora girare
tranquillamente per le viuzze dell'oasi e nei vari negozi
di artigianato senza essere importunati o assaltati da curiosi
e venditoriSingolarissime ed affascinanti sono le escursioni
presso i numerosi siti con graffiti rupestri risalenti all'era
durante la quale tutta la zona era rigogliosa e verde
.un
contrasto stridente con il paesaggio desertico attuale. Tramonti
di un
rosso inverosimile dipingono ogni tardo pomeriggio tutta la
valle ed i rilievi montagnosi regalandoci la sensazione di
essere su un altro pianeta.
A
questo punto inizia la risalita verso nord ed imbocchiamo
per qualche decina di km l'unico stretto nastro asfaltato
presente nella zona che, fino ad una decina di anni fa, non
era altro che una pista scassa-macchine ricoperta, per centinaia
di km, da una terribile tolè ondulè, ossia un
corrugamento del terreno formata da microdossi perfettamente
intervallati fra di loro, distanti un palmo l'uno dall'altro,
sempre molto temuta dai viaggiatori sahariani. Dopo neanche
100 km ci stacchiamo da questo asfalto per seguire una sassosissima
pista che si infila all'interno di un canyon arrivando al
minuscolo villaggio di IMRHOU, immerso in un sabbiosissimo
oued e con una sorgente di acqua calda molto bella. A questo
punto tramite le carte topografiche del luogo vediamo che
seguendo la vecchissima pista del oued saremmo dovuti sbucare
in un'ampia vallata nei pressi di Illizi, nostra prossima
meta. Ben presto, però, constatiamo che ormai della
vecchia pista ne rimane ben poco e tutto il gruppo si impegna
nella ricostruzione dei numerosi pezzi mancanti, trasportati
via dalla violenza dell'acqua nel periodo delle piogge. Durante
il primo giorno riusciamo a coprire solamente 10 km, impegnandoci
in numerosi passaggi trialistici con i nostri mezzi non proprio
perfettamente preparati per questo tipo di prestazioni offroad.
Durante il riempimento di una piccola voragine troviamo anche
la prova dell'antichità della pista: un'enorme roccia
con una incisione che riportata la scritta "Cantiere
Chantel 1937"
Gli ultimi 40 km si decide di percorrerli direttamente
nel sabbioso oued fra insidiosissime pozze d'acqua ed una
vegetazione molto fitta. Arriviamo ad ILLIZI dopo 2
giorni di fatiche e ci fermiamo solamente il tempo necessario
per riparare le balestre di due fuoristrada che hanno mal
digerito la pista appena conclusa.
La mattina dopo si riparte seguendo uno spettacolare itinerario
che costeggia l'enorme mare di sabbia del Grand Erg Orientale
attraversandolo per una cinquantina di km sulle sue enormi
dune. Assistiamo anche allo straordinario fenomeno della fioritura
del deserto
..enormi dune coperte di fiori viola e gialli
! Indubbiamente siamo immersi in n'altra dimensione e fare
il campo notturno in questo scenario rimane un'esperienza
indelebile nei nostri cuori..
Incontriamo anche una delle ultime carovane
di dromedari che ancora vagano nel Sahara per il trasposto
di mercanzie. L'incontro avviene nei pressi di un pozzo situato
vicino ad un sito di tombe preislamiche. Durante il the di
rito, cerchiamo di parlare con il capo carovana
ma la
discussione non va' oltre i gesti dato che parla solamente
un antico idioma della zona. Riusciamo a stento a capire che
subito dopo l'abbeverata delle bestie, dopo 3 giorni di cammino,
si sarebbe diretto verso una località che noi non siamo
riusciti a trovare sulle nostre mappe. Proseguiamo il nostro
viaggio in una natura senza tempo per ricollegarci, dopo il
terzo giorno, alla pista che avevamo usato 20 giorni prima,
in senso contrario, per scendere verso sud
eccoci
di nuovo all'incrocio dei "4 Chemini".
Praticamente a questo punto la nostra avventura volge al termine
ed ora ci attende una rapida risalita verso Tunisi tramite
asfalto. Nei giorni che si susseguono si parla alla radio
CB solamente delle emozioni forti che ci hanno segnato anche
questa volta e dei meravigliosi scenari che il Sahara ci ha
permesso di godere. Le mille difficoltà superate hanno
fortificato un pochino di più il nostro animo ed hanno
fatto crescere questa nostra passione per il deserto ed il
suo mondo sincero
in pratica hanno alimentato quello
che si definisce generalmente MAL D' AFRICA !
Torneremo ben presto nel Sahara rispettando i suoi tesori
naturali ed affrontando con umiltà la sua immensa potenza
perché noi non dobbiamo dimenticare che siamo solamente
dei granelli di sabbia
.
INSH' ALLAH !!
INFORMAZIONI
UTILI
ALGERIA
(Repubblica Algerina Democratica e Popolare)
DOCUMENTAZIONE
NECESSARIA PER L'ACCESSO AL PAESE
Passaporto Necessario
Visto Necessario
Ambasciata. Via B. Oriani 26 Roma tel 06 8084141 -
06 8083436. Per ottenere il visto di entrata bisogna consegnare
3 foto tessera, dati completi dei componenti del gruppo anche
con i rispettivi nomi e cognomi dei genitori (!) il tipo del
veicolo, targa, tutto l'itinerario che si vuole affrontare
in Algeria diviso per tappe, km e le varie sistemazioni duranti
le notti. Per quest'ultimo punto si può tranquillamente
specificare che si intende fare del camping ed hotel.
Cambio ufficiale 1 Dinaro Algerino= 0,015 Euro
Valuta. Nelle banche vengono cambiati gli euro.
Assicurazione. All'entrata si stipula una polizza assicurativa
per il veicolo della durata di 30 giorni al costo di 2100
DA
Prezzo gasolio in Algeria 1 lt= euro 0.154
Prezzo benzina in Algeria 1 lt=euro 0.310
Camping. Si possono trovare aree camping attrezzate
solamente nelle oasi di Tamanrasset e Djanet.
Hotel. Se ne trovano a Tamanrasset, Djanet, Illizi,
El Oued anche di discreti con prezzi intorno ai 15 euro a
persona
RADIO CB. Come in tutti gli stati africani il CB non
e' visto di buon grado. Quindi in prossimità della
dogana e' meglio smontare l'apparato con l'antenna e rimontare
il tutto una volta ripreso il cammino.
VACCINAZIONI OBBLIGATORIE Nessuna
FUSO
ORARIO RISPETTO ALL'ITALIA:
L'ora è la stessa che in Italia quando in Italia vige
l'ora solare. L'Algeria è invece un'ora indietro quando
in Italia viene applicata l'ora legale.
SITUAZIONE
CLIMATICA:
La regione settentrionale del Paese gode di clima mediterraneo,
con estati calde e umide e inverni miti e spesso piovosi.
Ad Algeri, le temperature medie sono di 28°C circa in
estate e di 13°C in inverno. Verso sud, nella regione
degli altopiani, il clima diventa più secco, mentre
le temperature variano a seconda dell'altitudine. Il Sahara
è una regione arida dal clima desertico, dalle forti
escursioni termiche, dove le precipitazioni annue superano
di poco i 100 mm. In considerazione della temperatura elevata
e, in alcuni mesi, dei venti di sabbia, eventuali viaggi nel
Sahara algerino possono essere preferibilmente effettuati
nel periodo da ottobre a marzo.
NORMATIVA,
USI E COSTUMI LOCALI:
Oltre all'arabo dialettale (l'uso di quello classico è
limitato a giornali e televisione), la lingua veicolare è
il francese.
La
quasi totalità della popolazione è di religione
musulmana, di rito sunnita.
La
settimana lavorativa va dal sabato al mercoledì. Il
giovedì è giorno semi-festivo, con chiusura
degli uffici pubblici. Il venerdì è giorno festivo.
A differenza degli altri uffici, le banche sono aperte il
giovedì e chiuse il sabato. I negozi di generi alimentari
sono di norma aperti sette giorni su sette, incluso il venerdì
mattina..
Durante
il mese di Ramadan viene rispettato da tutta la popolazione,
cambiano completamente i ritmi di vita e di lavoro. Durante
tale periodo, la quasi totalità della popolazione si
astiene dal bere, mangiare o fumare in pubblico dall'alba
al tramonto. Gli uffici riducono gli orari di lavoro. E' quasi
impossibile fare colazione o pranzare nei ristoranti (fatta
eccezione di quelli situati nei grandi alberghi dei principali
centri urbani). In considerazione della generale riduzione
di tutte le attività, anche le visite dall'estero vanno,
ove possibile e se non indispensabili, ridotte, quando non
rinviate alla fine del Ramadan.
Date
le dimensioni del Paese, i collegamenti interni sono assicurati
soprattutto per aereo. Oltre alla compagnia di bandiera, Air
Algérie, operano alcune compagnie aeree private (in
particolare Khalifa Airways).
Per
quanto riguarda i collegamenti telefonici, questi sono spesso
problematici a causa dell'insufficienza dei circuiti internazionali
e della vetustà delle centrali.
Esiste
una rete GSM locale, che assicura la copertura delle principali
città. Ma per il visitatore temporaneo è estremamente
difficile acquistare schede o affittare cellulari locali.
E' attivo il servizio di "roaming" che consente
agli abbonati TIM di utilizzare il loro cellulare in Algeria.
E'
importante ribadire che è preferibile non assumere
atteggiamenti che possano essere interpretati come offensivi
per la cultura, la moralità e la religione locale.
PREPARAZIONE
MEZZI
Per i 4x4 che devono affrontare un viaggio in Algeria bisogna
controllare:
-
Gli ammortizzatori devono essere in piena efficienza, meglio
se a gas a doppio effetto per poter frenare sia l'andata che
il ritorno dell'azione ammortizzante;
- Balestre. Controllare lo stato dei singoli fogli ed in caso
irrobustire tutto il pacco balestra con l'inserimento di un
ulteriore foglio dato che il mezzo viaggerà sicuramente
a pieno carico;
- Molle. Per i 4x4 dotati di molle vale lo stesso discorso
per gli ammortizzatori. Infatti dato il peso finale del mezzo
e' meglio se vengono sostituite con altre aventi un maggiore
spessore delle spire.
- Serbatoio. Bisogna avere una autonomia minima di 1000 km
il che vuol dire avere a bordo minimo 200 lt di carburante.
- Portapacchi. Quest'ultimo deve essere ben solido con grandi
scarichi sulla carrozzeria per poter sopportare meglio i centinaia
di km di tole' ondule' che si incontrano in Algeria. Sul portapacchi
troverà posto la seconda ruota di scorta ed eventuali
casse
- Trip master. Questo contakm elettronico e' fondamentale
per misurare esattamente la distanza percorsa.
- GPS. La bussola satellitare e' indispensabile per razionalizzare
tutto l'itinerario e per orientarsi sulle immense vallate
senza punti di riferimento.
- Mappe topografiche 1:500.000. Da usarsi unitamente al GPS
- CB. Tutti i 4x4 devono avere a bordo questa rice-trasmittente
per potere essere collegati fra di loro evitando moltissime
e noiose soste altrimenti indispensabili per poter comunicare
fra equipaggi.
Vale
sempre la regola che il 4x4 deve rimanere il più leggero
possibile per potere meglio sopportare lo stress derivante
da migliaia km di pista con ogni tipo di terreno. Quindi non
caricare materiale inutile od eccessivo.
CARTOGRAFIA
Oltre
alle classiche carte MICHELIN specifiche per il nord Africa
ed Algeria trovabili presso le librerie specializzate, si
possono acquistare dei CD-Rom con tutta un'ottima cartografia
russa della zona interessata, in scala 1:500.000. Praticamente
sono indispensabili per intraprendere un viaggio del genere
dato che molte volte si può procedere solamente dopo
una attenta analisi della carta topografica. Queste carte
russe si possono reperire anche su supporto cartaceo presso:
1. SERGE PARTSENIAK Manager Cartographics Division Four Company
LDT. 523 Hamilton Road London ON N5Z 153-Canada Tel. +5194331351
Fax +5194335903.
2. DIMENSIONE AVVENTURA info@dimensioneavventura.org
Si
troveranno informazioni dettagliate e moltissime foto del
viaggio in Algeria presso il sito DIMENSIONE
AVVENTURA |