IN CAMPER IN ALGERIA: CAPODANNO
SULL’ASSEKREM
Testo di Marilena Borda Bossana e foto di Oreste
Testa
Si’, un po’ matti, ma ce l’abbiamo fatta!
I giorni erano pochi, i chilometri troppi, Tamanrasset lontana,
l’Assekrem un miraggio.
Colpa di Bruna! Un piovoso lunedì di settembre telefona ad
Oreste per avere notizia sull’Algeria. Oreste, che c’è
già stato, sconsiglia un viaggio in camper in soli 13 giorni,
compreso il traghetto, ma è logico non dargli retta, e così
..via con i preparativi.
26/12/05
Non c’è più posto sulla nave in partenza da
Genova, per cui eccoci qui al porto di Marsiglia, 4 camper in attesa
dell’imbarco.
27/12/05
Finalmente, dopo 12 ore di ritardo, si parte. La Carthage, nave
tunisina, è discreta, cabine con oblò, bagno interno
con doccia, pasti abbondanti compresi nel biglietto.
28/12/05
Sbarchiamo a Tunisi alle 2 di notte e sbrighiamo velocemente le
ultime formalità doganali, già in parte espletate
sulla nave. Percorriamo l’autostrada fino a pochi Km prima
di Kairouan, poi via , non c’è traffico e superiamo
velocemente Tozeur e Nefta. Che diversità: tutto è
verde, non si vedono i miraggi a cui siamo abituati nei viaggi estivi.
Arriviamo alla frontiera algerina di Taleb Larbi alle ore 12: abbiamo
appuntamento con la guida, obbligatoria per viaggiare in Algeria,
ma la guida…non c’è. Iniziamo a svolgere le pratiche
doganali, ma senza guida ci è vietato proseguire.
Fa caldo, 24 gradi, ci crogioliamo al sole, il freddo dell’Italia
è già un ricordo e finalmente Salem arriva. Ulteriori
2 ore di attesa alla dogana, altre 2 alla gendarmeria , poi riempiamo
i serbatoi al primo distributore vicino alla frontiera e si parte.
Il paesaggio cambia radicalmente, la strada asfaltata si snoda tra
dune bianche di varia altezza. Il traffico è costituito esclusivamente
da camion, i cui autisti ci salutano stupiti. Arriviamo a El Oued
e si inizia con i posti di blocco, uno all’entrata e l’altro
all’uscita del paese. Fortunatamente abbiamo molte fotocopie
con tutti i dati ( da quelli anagrafici a quelli dei nostri genitori,
da quelli del datore di lavoro a quelli del camper) per cui ce la
sbrighiamo in 30 minuti. I poliziotti sono gentili, si avvicinano
ai camper , ci danno il benvenuto e non chiedono souvenir, come
invece accade in altri paesi del nord Africa. E’ sera, di
notte è proibito viaggiare, così Salem ci porta a
dormire in una stradina sabbiosa davanti ad una caserma, lui dormirà
sul suo fuoristrada.
29/12/05 |
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Partenza ore 6.
Superiamo Touggourt , la strada è a curve, ma c’è
un ottimo asfalto e innumerevoli dune, un mare di dune, non
finiscono mai…che emozione. Purtroppo inizia a piovere.
Giunti a Ouargla facciamo il pieno, Salem ha problemi al
suo fuoristrada e perdiamo alcune ore…C’est l’Afrique!
Siamo nervosi, ma il sole è ritornato a splendere;
il paesaggio bellissimo, la sabbia, le alture, il traffico
inesistente scaricano la tensione accumulata.
A El Menia otteniamo dalla polizia il permesso per proseguire:
per 400 Km non c’è nulla, né villaggi,
né distributori. E’ ormai notte fonda quando
arriviamo ad un centro petrolifero con relativo posto di blocco.
I militari ci obbligano a fermarci e ci invitano a parcheggiare
accanto al loro accampamento, nel nulla. |
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30/12/05
Si parte molto presto. Dopo In Salah strada orrenda, ma sole, vento,
sabbia ovunque… paesaggi surreali. Superiamo le gole di Arak
e la strada ci appare a tratti asfaltata a tratti sterrata con lunghe
deviazioni in mezzo a polvere che penetra da ogni fessura. Questo
rallenta moltissimo la nostra andatura e temiamo di non arrivare
in tempo a Tamanrasset, dove ci attendono i fuoristrada per l’escursione
sull’Assekrem. Nonostante ciò, è d’obbligo
una sosta al mitico marabutto di Moulay Sidi Lahcene: si devono
percorrere tre giri sulla pista sabbiosa intorno al marabutto come
buon auspicio per il viaggio… ci avviciniamo con timore di
affondare nella sabbia, ma la pista è stata soppiantata da
un ottimo nastro d’asfalto. Boh, va a capire certe scelte!
Siamo a 180 Km da Tam, ennesimo snervante controllo da parte della
polizia. Non ne possiamo più! Siamo gli unici turisti, perché
con i fuoristrada si percorrono altre piste.
E finalmente in lontananza ecco “l’adriane” una
specie di C, una fessura nelle montagne : ce l’abbiamo fatta
: Tamanrasset , la mitica oasi carovaniera, a 1400 metri di altezza
nella regione montuosa dell’Hoggar, ora pullulante di turisti
che arrivano in aereo, ma ancora crocevia di strade che arrivano
dal Niger, che partono per il deserto; qui etnie diverse si mescolano
e convivono. Sostiamo al Camping 4x4 e ci organizziamo per l’escursione.
Passeremo capodanno al rifugio del club alpino francese sull’Assekrem
una montagna dell’Hoggar , dove è vissuto Padre De
Foucault un eremita, amico dei Tuareg, barbaramente ucciso a Tam
nel dicembre del 1916.
31/12/05
La partenza viene più volte ritardata, poi finalmente, caricati
i bagagli su due fuoristrada, si parte. La strada, inizialmente
asfaltata, diventa una pista accidentata che si inerpica su altipiani
brulli, desertici. Incontriamo rara vegetazione, dromedari al pascolo
e alcuni meharisti di ritorno ai loro villaggi. La polvere sollevata
dal fuoristrada precedente ci avvolge, ma il panorama che si apre
dopo ogni curva, dopo ogni salita ci ammalia.
Dopo circa tre ore di viaggio, arriviamo al rifugio a circa 2700
metri di altezza. Oreste non lo ricorda così, adesso sul
pianoro ci sono diverse costruzioni e il rifugio, pur se spartano,
è stato ampliato. Scaricati gli zaini in uno stanzone dove
pernotteremo, a piedi risaliamo velocemente i 300 metri di dislivello
lungo un agevole sentiero che conduce in cima all’Assekrem,
dove sorgono la cappella e l’eremo in cui visse De Foucauld
. Picchi rocciosi, guglie, cime arrotondate.. è il paesaggio
che sognavo da tempo. Quelle cime viste troppe volte su riviste,
alla tv, su internet ora sono lì: si stagliano nel cielo
che pian piano si arrossa per il tramonto. C’è un silenzio
sacrale.
E’ buio quando scendiamo al rifugio e ceniamo nel locale
adibito a ristorante, seduti in terra; a mezzanotte usciamo per
il brindisi: loro con il tè, noi con lo spumante. Ci scambiamo
gli auguri, al di fuori di circuiti troppo turistici, sotto un cielo
stellato all’inverosimile, accanto ai fuochi accesi dalle
guide.
01/01/06
Dopo una notte insonne, tutti in piedi per salire all’eremo
ad assistere allo spuntare del sole. Mi ricorda la salita alla vetta
del monte Sinai fatta con Maria e Fiorenzo: mi mancano. L’aria
è sferzante e finalmente un’esplosione di colori, voci
sommesse…il sole accarezza le cime che cambiano colore, dal
violetto al rosa, dall’arancio al giallo.
Il sole, padrone indiscusso dell’universo. E’ un’atmosfera
magica
Purtroppo è ora di tornate a Tam. Qui è piacevole
girovagare per il souk senza venire importunati dai venditori ,
che si limitano a sorriderci. Pernottiamo in un centro turistico
dove si sta svolgendo un festival: corse di dromedari, giochi di
spade e canti propiziatori.
Facciamo conoscenza con il presidente del centro culturale per
la salvaguardia dei Tuareg. A lungo ci parla dei problemi legati
alla sopravvivenza di questa etnia , acquistiamo libri per finanziare
il progetto di tutela e prendiamo accordi per la visita di un villaggio
tuareg isolato per regalare abiti e materiale scolastico portati
dall’Italia.
2/01/06 |
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Ore 6, si parte. Superate
le gole di Arak, abbandoniamo la strada principale per recarci
al villaggio tuareg. Apparentemente c’è la scuola,
ma le porte e le finestre sono divelte e gli arredi scolastici
distrutti. Spieghiamo al capo del villaggio il motivo della
nostra visita ed egli ci accompagna dentro le mura. Ci avviciniamo
ad un gruppo di donne che confezionano coperte all’uncinetto.
I bambini hanno il volto coperto da mosche ( ed è solo
gennaio). Ci guardano con occhi spaventati, poi un sorriso,
una carezza aprono le porte ad un rapporto più intenso.
Le donne, inizialmente restie a farsi fotografare, si divertono
a rivedersi nel monitor della digitale. Una ragazzina ci guarda
con aria di sfida…ci sentiamo degli intrusi o forse
gli unici viaggiatori passati nel villaggio. Mi sento sconfitta,
loro sono così diversi, felici nella loro povertà,
o siamo noi i diversi? In questo momento non siamo turisti,
siamo noi stessi, con la nostra voglia di aiutare, ma credo
che siano loro ad aiutarci , ci aiutano a capire, a capirci.
Si riparte, ormai conosciamo questa strada sconnessa, sterrata,
accidentata, a buche enormi e pernottiamo accanto ad un cantiere
per il rifacimento del manto stradale. |
03/01/06 |
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Arriviamo ad In Salah e parcheggiamo i camper
vicino ad una scuola. Curiosiamo dalle finestre, poi, ottenuta
l’autorizzazione da parte del direttore, entriamo in
un’aula. C’è silenzio, ordine, fa freddo,
i bambini, sicuramente di ceto medio- alto, indossano berretti
di lana e giacche. Sui muri l’alfabetiere, sui banchi
lo stretto necessario: mi sembra di essere tornata all’inizio
della mia carriera!
Fatti alcuni acquisti al mercato, ripartiamo per una strada
che costeggia un paesaggio di terra nera, ma con molti miraggi.
Finalmente 150 Km prima di El Menia riecco le dune. Con difficoltà
troviamo un parcheggio per la notte presso il centro della
gioventù e ci concediamo una cena al ristorante: 1000
dinari (circa 10 euro), non a testa, ma in tutto: siamo in
10, noi, Salem ed un amico!!! (Sorvoliamo sull’acqua
che scorre sotto il tavolo o le condizioni igieniche…la
zuppa di olive è squisita) |
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04/01/06 |
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Splende il sole, ma fa freddo.
Una sosta alla tomba di Padre De Foucault e alla chiesa cattolica
costruita in suo onore, ci riscaldiamo con la salita a piedi
alla cittadella dell’antica El Golea e si riparte per
Ouargla.
La temperatura ritorna mite, pranziamo accanto alle dune:
18 gradi, in Italia è decisamente sotto zero. Parcheggiati
i camper davanti alla casa del fratello di Salem, con il fuoristrada
ci rechiamo ad una cava di rose del deserto, dove, a prezzo
concordato, ne raccogliamo a centinaia, col timore di avere
problemi alla frontiera.
Ceniamo presso i parenti di Salem, ma la polizia ci vieta
di dormire in quel luogo e sotto scorta ci obbliga a pernottare
accanto alla loro stazione. |
05/01/06
Ultima deviazione: andiamo alla Zaouia di Guemar , centro religioso,
luogo di preghiera, scuola coranica , centro di assistenza per poveri,
vero gioiello di architettura araba.
Sta per finire… la frontiera algerina è a pochi Km
da noi. Ci riempiamo gli occhi e il cuore di dune, ci rotoliamo
come bimbi nella sabbia. Svolgiamo le formalità doganali
e salutiamo Salem, un arrivederci, tante promesse, poi cade il silenzio
tra noi. Eccoci ormai in Tunisia, pernottiamo in un parcheggio di
Tozeur, dopo aver fatto provvista di datteri appena raccolti.
06/01/06
Si parte alle ore 5 perché l’imbarco è alle
ore 15. Il mare calmo ci accompagna lungo la traversata.
07/01/06 Sbarchiamo a Genova, fa freddissimo.
Ci lasciamo con un pensiero: “E se le prossime vacanze estive
con il camper fossero in Mauritania?” ( Ebbene sì,
lo confesso, mentre su Internet cercavo materiale sull’Algeria,
ho scoperto che in Mauritania stanno asfaltando molte piste……si
può sempre tentare...)
PER SAPERNE DI PIU’
Traghetto: € 975 a camper con 2 persone,
andata e ritorno, comprensivo di assicurazione bagagli, assicurazione
medica, cabina per 2 con oblò, bagno e doccia interni, pensione
completa. 23 ore di traversata senza possibilità di scendere
sul camper..
In Tunisia:
- passaporto in corso di validità
- è consigliabile nascondere il cb
- Moneta : dinaro tunisino 1 euro = 1,60 dinari circa
- Autostrada Tunisi- Efhida ( prima di Kairouan ) 3,40 dinari
In Algeria:
- è necessario il visto ottenibile tramite agenzia presso
il consolato algerino di Roma( € 60 a persona + € 20 per
l’invito)
- assicurazione camper obbligatoria, si stipula alla frontiera (
30 € per 15 giorni)
- guida obbligatoria, prenotata dall’Italia ( 90€ al
giorno per tutto il gruppo)
- pernottamenti : presso parcheggi di polizia, di hotel, di centri
della gioventù o campeggi Tour dell’Assekrem : 65 €
a testa al giorno per 2 giorni, comprensivo di fuoristrada, pernottamento
e pensione completa
- Gasolio € 0,20 al litro
- Moneta : dinaro algerino 1 dinaro= 0,01 euro. ( no carte di credito)
TOTALE KM 4600 ( 1000 in Tunisia , 3600 in Algeria)
LIANA E PIETRO CIULLINI DI FIRENZE SU BURSTNER
MARGHERITA E MICHELE DI NOIA DI SALUZZO SU ARCA 3.8
BRUNA E GILBERTO ENSINI DI TORINO SU ELNAGH JOXY
E NOI… MARILENA E ORESTE TESTA DI VERZUOLO SU GULLIVER PAPILLON
Un enorme grazie ai nostri compagni di viaggio : Bruna
e Gilberto , Margherita e Michele, Pietro e Liana
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