IN CAMPER PER LE STRADE DELL'ARGENTINA
testo
e foto di Aurelio
Valentini e Rosalba Luppola
Dopo
aver girato in lungo ed in largo per l'Africa (spero presto
di trovare il tempo per descriverne le impressioni) con
i miei compagni di viaggio, valutate come non propriamente
tranquille molte nazioni, decidiamo di tentare il grande
salto: spedire in nave verso l'America del Sud i
nostri 3 Daily Iveco 4x4 e la Toyota con tenda Maggiolina
sul tetto.
Dopo
ricerche via internet troviamo una Compagnia di navigazione
argentina e spediamo da Livorno per Buenos Aires in 2 container,
a tetto aperto, i nostri veicoli.
Raggiunta
in aereo la capitale argentina ed individuato un buon "despachante
de aduana" con molta pazienza e tanta burocrazia, riusciamo
a sdoganarli. Ma il vero problema sorge per la stipula dell'assicurazione
in quanto, non essendo valida la carta verde, troviamo difficoltà
a trovare una compagnia che ci assicuri i mezzi. Dopo 3
giorni e dopo un sopralluogo di un loro ispettore finalmente
la Federacion Patronal ci assicura per 6 mesi, per la sola
R.C., con un modico pagamento del premio (E.130 circa).
Il fatto molto positivo è che la copertura assicurativa
vale per tutti i paesi limitrofi appartenenti al Mercosur.
Piuttosto
che fare un diario del viaggio, tra l'altro molto lungo,
vorrei descrivere impressioni, situazioni ed emozioni.
BUENOS AIRES bellissima città,
la Casa Rosada, con un ottimo sistema viario, vero specchio
del paese nel bene e nel male. Comunque non una città
in abbandono o in declino, ma viva e moderna. Certo la crisi
economica in cui è sprofondato il paese è
evidente, ma non c'è rassegnazione
: del resto ci sono abituati. Le crisi politiche e finanziarie
sono endemiche e periodiche come ci dicono alcuni locali.
Pensate che fino a 2 anni fa, con la presidenza Menem, il
pesos valeva quanto 1 dollaro americano e cioè 2.000
lire. La gente stava bene, si sentiva ricca, molti potevano
permettersi l'agognato viaggio in Italia o Spagna. I capitali,
anche esteri, i finanziamenti di banche ed organismi internazionali
non mancavano, la remunerazioni dei titoli di stato era
alta; non era conveniente per un turista l'Argentina di
quel periodo.
Ma
all'improvviso questa bolla fittizia di benessere è
esplosa in un modo talmente devastante da lasciare parecchie
ceneri fumanti sul terreno sia in loco che nel resto del
mondo, soprattutto in Italia. Mi hanno detto che i motivi
sono tanti e vanno dalla pariteticità delle due monete
non rispondente alla reale situazione monetaria, alla corruzione
presente in tutti i meandri politici e pubblici in generale.
Il 30% della polizia "Bonariense" è implicata
a vario titolo in diversi reati, non ultimo quello dei sequestri
di persona.
Fatto sta che "in un amen" tutti gli argentini
si son visti svalutare il pesos del 75% : sono passati cioè
dalle 2.000 lire alle 500 attuali, ma ancora più
grave è che non potevano ritirare dalla banca i soldi
depositati.
Nei giorni di permanenza a Baires non venivano accettate
le carte di credito se non con una forte maggiorazione:
solo contanti. Si poteva pagare tutto in "cuotas"
(rate) : le scarpe come un libro, addirittura un rossetto.
Ed il tutto appare veramente incredibile se si pensa che
l'Argentina, grande 9 volte l'Italia, ha solo 35.000.000
di abitanti; è autosufficiente da un punto di vista
energetico (vende petrolio); altrettanto da quello alimentare
(è uno dei maggiori produttori mondiali di carne
e cereali).
Ma la cosa più sconvolgente è stato vedere
persone, perlopiù anziane, pensionati, che sfogavano
la loro rabbia verso le banche, ritenute corresponsabili,
prendendo a martellate i loro ingressi. Il tutto senza eccessi
o tumulti in quanto 3 o 4 volte la settimana, scortati dalla
polizia, armati di spranghe e martelli si accaniscono contro
paratie metalliche elettricamente innalzate, all'approssimarsi
dei dimostranti, dagli istituti di credito.
Attualmente il costo della vita per noi europei, anche per
il rafforzamento dell'Euro sul dollaro, è favorevolissimo.
Si mangia nei migliori ristoranti di Baires con 6 euro,
l'eccezionale carne si paga 2 euro al kg, e così
via.
.
Nei
dintorni vale la pena di visitare Tigre, graziosa cittadina
da dove è possibile fare un giro in barca nel dedalo
d'acqua formato dal delta del fiume Paranà.
LA
PAMPA
Lasciata Buenos Aires per il nord argentino percorriamo
ottime strade asfaltate ed il paesaggio che attraversiamo
è pianeggiante "la Pampa" appunto, verde,
fertile (rilevante produzione di cereali) e pieno di mandrie
bovine da carne che pascolano liberamente senza conoscere
stalla né mangimi. (Noi invece a combattere con la
mucca pazza.)
LA
POPOLAZIONE
Ci rendiamo conto di suscitare grande interesse al nostro
passaggio : 4 veicoli con targa italiana in un paese ove
il 50% della popolazione è di origine italiana e
l'altro 50% è imparentato con discendenti di origine
italiana, non passa inosservato.
Ovunque
veniamo fermati e rispondiamo volentieri alle loro domande
inizialmente timide e rispettose fatte in un italiano approssimativo.
Ma ci fa molto piacere il loro orgoglio di sentirsi italiani
anche perché l'Italia, ci dicono, in questo momento
di difficoltà, li ha aiutati molto.
Ad esempio molti ricevono, sussistendone le condizioni,
una pensione minima dall'Inps ; moltissimi richiedono il
passaporto italiano che gli permette di spostarsi, in cerca
di lavoro, in tutta la Comunità Europea superando
così il visto turistico di 3 mesi.
Molti si commuovono nel far presente che, stante la situazione
attuale, non potranno più permettersi di venire in
Italia.
Facciamo presente che l'Italia attuale sta attraversando
un periodo difficile, che la vita è molto cara; che
la carne costa dai 10 ai 15 euro al kg; che il gasolio costa
quasi 1 euro al litro rispetto allo 0.40 euro locale; che
l'aria è inquinata, che c'è molta disoccupazione
giovanile ecc.ecc.
Ma tant'è: la nostalgia e l'ammirazione per l'Italia
lontana è più forte di ogni rappresentazione
realistica.
In
un paesino, "Jesus e Maria" ci siamo fermati a
mangiare in un ristorante e abbiamo notato la commozione
che ha assalito il proprietario nel sentirci parlare : è
di origini friulane e ci spiega che tutto il paese, sorto
intorno ad una missione gesuitica, è abitato da friulani
con tanto di associazione e prodotti tipici.
Vogliono visitare il camper ed alcuni, facendo la nostra
stessa strada, li incontriamo più volte stabilendo
facilmente una simpatica familiarità.
RISTORANTI
Sicuramente gli argentini sono i più grossi mangiatori
di carne al mondo: la mangiano tutti i giorni anche 2 volte
al giorno.In effetti è talmente buona ed a buon mercato
che anche noi ne abbiamo abusato. Per dare un'idea dell'importanza
che viene data a tale cibo, una signora di origini italiane
ci manifestava, riferendosi alle difficoltà economiche,
il suo profondo avvilimento che provava nei confronti di
suo marito per il fatto di dovergli cucinare anche della
verdura. Alla faccia dei nostri trigliceridi, acidi urici
o colesterolo che sia.
La sera mangiamo di solito al ristorante, non vale la pena
cucinare, visto il costo: non si spende mai più di
5 euro a testa. Bife de lomo (filetto) bife de chorrizo,
asado de cordero (agnello), parrilla (carni miste) sono
pietanze che difficilmente scorderemo. Anche il vino è
molto buono così come le "empanadas" (calzoni
ripieni), il "flan casero" (il budino), la pasta
casera (pasta fatta in casa).
Spesso la serata è accompagnata da canti e dal tango
onnipresente e sempre ben accetto.
Di solito il presentatore nel fare il giro dei tavoli chiede
le provenienze : di solito si tratta di turismo interno
: tenete presente che la sola provincia di Buenos Aires
è grande come tutta l'Italia. Quando arriva al nostro
tavolo e dichiariamo la nostra nazionalità c'è
un immediato grido di stupore seguito da un battimani.
VIAGGIO
Ci
dirigiamo verso Nord passando per Rosario, dove è
nato Che Guevara, Cordoba bella città coloniale
ed universitaria; Santiago del Estero, Tucuman
città india, industriale e polverosa con evidenti
segni di povertà.
Da Tucuman deviamo per Tafi del Valle, un posto molto
particolare in quanto da un lato della montagna c'è
un clima caldo e umido che fa sviluppare una vegetazione
tropicale inusuale a queste latitudini: mentre superato
un valico di 4.042 metri ridiscendiamo in un ambiente totalmente
arido e pieno di cactus.
In quota visitiamo il sito preincaico di El Mollar,
pieno di monoliti granitici verticali.
Attraversiamo la "quebrada" (canyon) di Cafayate,
bellissima e folcloristica cittadina, in un paesaggio pieno
di grotte, picchi, rocce multicolori, sabbia color albicocca,
cactus, attraversando la "valles Calchaquies"
abitata a suo tempo dalla tribù indigena dei Calchaquì,
la più tenace oppositrice alla dominazione spagnola
tanto da dover essere trasferite in blocco a Buenos Aires
nel quartiere di Quilmes dal nome di una delle 270 famiglie
indios deportate.
Arriviamo a Salta, bella signorile ed efficiente
città circondata da "estancie" (fattorie)
di notevoli estensioni, anche di migliaia di ettari. In
città belle chiese e case coloniali ben conservate.
Anche
qui presenza italiana con tanto di circolo apposito, ne
abbiamo casualmente incontrato il presidente originario
di Trento.
Da
Salta parte, per la traversata delle Ande, "el tren
a las nubes" (il treno delle nuvole) che nei suoi 571
km di percorso raggiunge la quota di 4.575 metri slm ad
Abra Chorillas, prima di superare il confine cileno
a Socompa.
Una
delle particolarità è data dal superamento
del canyon di Polvorilla con un viadotto di 1.600
tonnellate di ferro ed alto 64 metri. Alla costruzione di
tale ferrovia hanno contribuito numerosi immigrati europei
tra cui uno, un certo Josip Broz, meglio conosciuto come
Maresciallo Tito.
Nel
proseguire verso San Antonio de los Cobres, a suo
tempo importante stazione di transito andino verso il Cile
di mandriani e relative mandrie, superiamo diversi passi
oltre i 4.000 metri incrociando diversi lama. Notevoli i
mercati multicolori di paesini indios come Purmamarca
e Humahuaca.
Si arriva all'ultima cittadina argentina di La Quiaca,
al confine boliviano, e si assiste ad uno strano fenomeno
: decine di persone, uomini donne e bambini,
che portando sulle spalle pesi enormi, per la loro piccola
statura, attraversavano il confine dei 2 paesi. Sembrava
di essere in un girone dantesco con un formicolare assurdo
di gente stremata dalla fatica. Ho visto personalmente portatori
che crollavano a terra sotto il peso.
La spiegazione sta nell'accordo stipulato tra l'Argentina
e la Bolivia che permette il transito, senza controllo doganale,
del bagaglio portato a mano da singola persona. Da una parte
e dall'altra grossi autotreni in attesa di scaricare merce
per essere poi la stessa ricaricata su altri mezzi oltre
il confine.
Questa frontiera è famosa per le dimensioni del contrabbando
e del passaggio di droga.
Per avere un'idea delle distanze in Argentina si pensi che
ci sono 5.121 km da La Quiaca ad Usuhaia, nella terra del
Fuoco, la città più a sud del mondo : come
da Roma a Capo Nord.
T
A N G O
Tutti sanno cos'è: sempre più persone lo ballano
in tutto il mondo, ma pochi forse conoscono le sue origini.
Nato verso la fine dell'Ottocento
quando Buenos Aires era poco più di un villaggio,
il tango era la danza dozzinale e popolare dei sobborghi
e mescolava versi gaucho alla musica spagnola ed italiana.
Con la grossa immigrazione europea dell'inizio del Novecento
il tango divenne sempre più il simbolo dei nuovi
arrivati che in questo modo esprimevano le loro frustrazioni,
le loro malinconie e difficoltà che incontravano
nel nuovo mondo.
Il
Tango, come canto, era ed è permeato di nostalgia,
di melanconia del tempo perduto,esprimeva le ansie dell'individuo
trattando argomenti semplici come i sentimenti, la mamma,
l'amore o il tradimento delle donne.
Il
Tango come ballo invece era ed è una esplosione di
sensualità, di "toccamenti" dei 2 corpi
sempre a contatto, addirittura con forme di "penetrazione"
simulata con le gambe dei 2 ballerini sempre pronte a incrociarsi.
Tanto sensuale che venne prima osteggiato e poi proibito
dalla Chiesa così come tardò ad essere accettato
dall'alta borghesia.
Il
suo cantore massimo fu Carlos Gardel, un immigrato di origine
francese.
Abbiamo
assistito a bellissime serate di tango in locali; così
come ad esibizioni dello stesso in strada come a San Telmo,
nel mezzo di un mercatino delle pulci molto pulito e ordinato,
o al Caminito, nel quartiere de "la Boca" una
volta abitato da marinai italiani, soprattutto genovesi,
che verniciavano le misere loro case con i resti delle vernici
che usavano per le imbarcazioni.
DEVOZIONE
POPOLARE
Gli Argentini sono molto religiosi e praticanti. Chiese,
processioni, devozioni, immagini sacre si trovano ovunque.
Ma a fianco della religione ufficiale si incontrano lungo
le vie tempietti dedicati a 2 personaggi la cui devozione,
molto diffusa, è tollerata dalla Chiesa Argentina.
Il Gaucho Antonio Gil, molto popolare in Argentina
e negli altri paesi dell'area, è un signore realmente
esistito nel XIX secolo che, dopo aver disertato, trascorse
molti anni in clandestinità, novello Robin Hood,
aiutando i poveri e difendendoli da soprusi e angherie.
Catturato fu impiccato ad un albero e sepolto nella città
di Mercedes, ove è stato costruito un santuario.
Lungo le strade si trovano molti tabernacoli a lui dedicati
circondati da tante bandiere rosse, davanti ai quali vengono
lasciati doni quali vino, sigarette ecc.
La difunta Correa, non si ha comunque certezza della
sua esistenza, è una donna che è morta di
sete e stenti nel seguire il marito in guerra. Fu trovata
morta, ma con il figlio, attaccato al seno, ancora vivo.
Ha un seguito di devozione popolare ineguagliato. Si trovano
dappertutto cappelle e tabernacoli circondati da una marea
di bottiglie di acqua piena per dissetarla, e da copertoni
e pezzi di ricambio di macchine in quanto è la protettrice
degli automobilisti.
Il Viaggio prosegue per la Bolivia con le sue montagne
ed i salares; il Cile, con i suoi vulcani, le isole
di Chiloè, le Torri del Paine; l'Argentina del sud,
la terra del Fuoco, la Patagonia con le pinguinere,
le "loberie" (leoni ed elefanti marini), i "glaciares"
del Perito Moreno ed altri, i picchi del Cerro Torre e del
Fitz Roy ecc.
...Il
racconto ai prossimi numeri...
INFORMAZIONI
PRATICHE
Veicoli:
3 Daily Iveco 4x4 e 1 Toyota Land Cruiser
Partecipanti:
Valentini Aurelio e Luppola Rosalba
Sangiorgi Luciana
Caso Giuseppe
Andreoli Ignazio
Preparazione
dei mezzi
- Egidio Di Donato c/o Green Park, Via Ardeatina 802, Roma
- Iveco di Pomezia
Telefono
satellitare Universat srl, Via Portuense 95, 00195 Roma
Modello motorola palmare
Pneumatici
9 00 16 della PeSa gomme srl, di Ponte San Giovanni (PG)
GPS
Street Pilote della Garmin
Manutenzione
e custodia, in viaggio, dei veicoli con un particolare
ringraziamento alle 2 Concessionarie Iveco :
-
SIGDO TEK di Santiago del Cile, ed in particolare al suo
capo officina Sig .Josè Godoy, per la gentilezza
e professionalità con cui ci hanno accolto, riparato
e rimessato i veicoli per più di 3 mesi.
- AURELIA VIAL di Buenos Aires dove siamo stati ricevuti
e trattati con una cordialità tutta mediterranea
unita ad una serietà professionale notevole, quasi
mitteleuropea. Del resto non poteva essere altrimenti visto
che i proprietari, i Signori Bonamico, sono originari di
Roma hanno chiamato la Concessionaria in onore e ricordo
della Via Aurelia) ed il Responsabile Tecnico è il
Sig.Campana di origini friulane.
Riteniamo
giusto evidenziare un simile trattamento ricevuto e con
soddisfazione lo abbiamo manifestato al Sig. Paolo Rossi
della Iveco di Torino, che segue con simpatia i nostri viaggi
dandoci tutti i consigli necessari.
Itinerario