AUSTRALIA 2003:
Tropical
Queensland e Outback
Testo
e foto di Claudio Marchesi
Il
mal di Australia ci ha proprio colpito, tant'è vero
che per il terzo anno ci siamo tornati, destinazione iniziale
prescelta la Penisola di Cape York, all'estremo nord del continente
con l'intento di raggiungere il mitico Cape York, il punto
più settentrionale del paese.
Per motivi vari, non ultimo un anno di lavoro piuttosto stressante
ci hanno portato a limitare il percorso a zone più
accessibili.
Il
viaggio inizia come sempre da Milano, volo a Francoforte Singapore
ed arrivo nella tropicale Cairns, la città da cui avrà
inizio il nostro tour. Un pazzo come me cosa può fare
dopo 24 ore di viaggio ? ma è normale, ritirare subito
il fuoristrada e avviarsi verso Mossman circa 80 km a nord;
mi sono sembrati i chilometri più lunghi della mia
vita
nonostante la bellezza della strada che corre parallela
all'oceano affiancata dalla foresta pluviale le palpebre diventavano
sempre più pesanti.
Arrivati
a Mossman ci attende il meraviglioso Silky Oaks Lodge, dove
trascorreremo i prossimi giorni immersi nel verde della foresta
pluviale. Ci accomodiamo nel nostro bungalow completamente
circondato da alti alberi ed i soli suoni che ci giungono
sono i canti degli uccelli, il fruscio delle foglie e lo scorrere
del vicino Mossman River. I giorni seguenti trascorrono esplorando
il Mossman Gorge scoprendo le meraviglie della natura rigogliosa
dove la vita delle piante è dominata dalla ricerca
della luce, tutto si spinge verso l'alto, la vita di un vegetale
continua dopo la morte della pianta più debole o sopraffatta
dalla forza e dal vigore di un nuovo germoglio di ficus strangolatore,
le radici sono vere sculture della natura e giriamo a lungo
tra gli alti fusti, anche sotto scrosci di pioggia torrenziale
che ogni tanto scendono dalle cateratte celesti.
Ho
capito perché si chiama foresta pluviale
. A mie
spese bagnato fino alle ossa, sotto un torrenziale acquazzone
circondato solo da spettacolari esemplari della flora locale;
ma che spettacolo quando il cielo si apre e l'azzurro infinito
appare all'orizzonte.
Un
mattino all'alba ci aspetta una scoperta fantastica, un bellissimo
giro sul fiume a bordo di una piccola barca, in compagnia
di un simpatico Australiano "the Mangrove man" ed
una coppia di americani scopriamo le meraviglie della foce
del fiume, le mangrovie che crescono sulle sue rive, ed il
complesso ecosistema che circonda il corso d'acqua. E' proprio
uno spettacolo vedere il risveglio della natura, gli uccelli
che iniziano la loro attività di pesca, i pipistrelli
golosi di frutta che ritornano ad appendersi ai rami dove
trascorreranno la giornata in attesa dell'imbrunire, i pappagalli
bianchi che a stormi lanciano forti richiami. Peter è
un vero esperto e soprattutto un vero entusiasta della vita
sul fiume e del fiume e grazie a lui abbiamo imparato tantissimo
sulle mangrovie e sulle loro varietà. Se capitate e
Mossman vale la pena approfittare della sua esperienza www.mangroveman.com.au.
Il
resort è spettacolare, i bungalow immersi nella foresta
lungo il corso del fiume sono costruiti su palafitte e godono
di una fantastica quiete. Il ristorante è favoloso,
con vista sul fiume e la cucina superba, un luogo da ricordare
a lungo.
Ma
si sa noi siamo per il movimento e dopo quattro giorni di
relax la strada ci aspetta, destinazione Cape Tribulation
e Cooktown circa 150 chilometri più a nord seguendo
la costa lungo la Daintree-Bloomfield Track.
Iniziamo
attraversando con il traghetto il Daintree River, fiume molto
largo che permette notevoli escursioni lungo il suo corso
partendo dalla vicina cittadina di Daintree, il primo tratto
di strada fino a Cape Tribulation è tortuoso con continuo
saliscendi immersi nel verde della foresta. Ci sono diversi
punti interessanti che valgono una sosta o una deviazione,
poco dopo il traghetto c'è una pista che porta a Cape
Kimberley Beach, una lunga spiaggia di sabbia bianchissima
piena di mangrovie e palme silenziosa e quasi deserta, un
luogo quasi paradisiaco, come tanti che incontreremo lungo
il percorso.
Apro una parentesi, per il capitano James Cook
queste spiagge hanno rappresentato un vero tormento,
la sua nave l'Endeavour nelle secche della barriera corallina
subì gravi danni e fu costretta a lunghe e laboriose
riparazioni,il nome Cape Tribulation deriva proprio dalle
tribolazioni patite dal grande navigatore.
Subito
più avanti si apre un sentiero che porta al Daintree
Rainforest Environmental Centre, un luogoimmerso nella foresta
più incontaminata dove passeggiando su passerelle tra
le piante e salendo su un alta torre d'osservazione di 25
metri è possibile godersi i colori, i profumi e l'atmosfera
di questo luogo unico nel suo genere; cartelli e spiegazioni
permettono di comprendere e conoscere le varie piante, liane
e ficus che si sovrappongono formando un intreccio di vita.
Una visitabellissima e spettacolare assolutamente da non perdere,
più avanti, il Marrdja Botanical Walk permette di scoprire
l'habitat delle mangrovie che crescono esclusivamente nelle
aree soggette al movimento delle maree ( in pratica nella
zona compresa tra la linea di massima e minima marea) e di
come queste piante ricerchino l'ossigeno emettendo radici
che fuoriescono dal suolo fangoso ed espellono il sale assorbito
dalla pianta.
La
strada prosegue e dopo Cape Tribulation si lascia l'asfalto
e si affronta una strada sterrata che inizialmente sembra
molto bella, infatti ci chiediamo perché tanti cartelli
segnalino l'obbligo di proseguire solo con un fuoristrada.
Lo scopriremo poco dopo, alla prima curva vediamo un fiume
piuttosto impetuoso davanti a noi, il primo guado da affrontare,
la profondità è sconosciuta ed a scanso di equivoci
attendo il passaggio di un'altra vettura, l'acqua arriva sopra
le ruote e la vettura passa, allora è il mio turno
ingrano la prima e via nell'acqua fino all'altra riva, lungo
il tragitto ne affronteremo diversi di questi guadi.
Prima
di arrivare alle cascate di Bloomfield la pista è immersa
nella foresta, i molti tratti si viaggia in una specie di
tunnel vegetale, molte soste per esplorare le tante spiagge
deserte popolate solo da uccelli marini e mangrovie rigogliose
ci rallentano il cammino, ma noi non abbiamo fretta e ci godiamo
fino in fondo tutto anche la pista che in certi tratti è
proprio mal tenuta e dilavata dalle piogge impetuose che creano
avvallamenti e fratture sul terreno.
Le cascate sono spettacolari, ricchissime di acqua, un luogo
ideale per una sosta rinfrescante ed uno spuntino.
Cooktown
ci aspetta e prima di arrivarci uno strano cumulo di pietre
nerastre si para davanti a noi all'orizzonte e diventa sempre
più grande ed alto man a mano che ci avviciniamo: si
tratta del Black Mountains National Park una formazione di
rocce fratturate annerite da uno strato di licheni, strano
e particolare. Arrivati a Coocktown troviamo una sistemazione
al Seaview Motel e prima di salire sulla Grassy Hill per una
panoramica della zona dalla sua sommità; scopriamo
la cittadina, che ai tempi della corsa all'oro nella fine
del 1800 raggiunse una popolazione di oltre 30.000 abitanti.
Oggi solo circa 1500 resistono in città ma un piccolo
museo situato nella vecchia banca testimonia il passato di
questa città, un secondo museo, James Cook Historical
Museum situato in un convento di fine'800, permette di scoprire
l'odissea di Cook, che fu costretto a rimanere 3 mesi nel
1770 per rimettere in sesto la sua nave dopo gli impatti con
la barriera corallina.
Scesi
poi dall'osservatorio un piccolo spettacolo: decine di wallabies
si riposano indisturbati in un piccolo parco ai confini della
cittadina, da non perdere. La cena a base di barramundi viene
consumata in un piccolo locale sul mare, proprio sul piccolo
molo mentre le barche da pesca si preparano per il loro lavoro
notturno e tanti pescatori si affollano vicino a noi con le
loro lenze. Il locale non ha la licenza per vendere gli alcolici,
cosa abbastanza comune in Australia, ma noi ci siamo muniti
di qualche bottiglia di vino e non ci lasciamo cogliere alla
sprovvista e insieme alla cena una fresca bottiglia di Chardonnay
ci rinfresca dopo tanta strada polverosa.
Il
mattino dopo sotto una pioggia torrenziale ci avviamo verso
Split Rock, un luogo dove centinaia di anni fa o forse migliaia
gli aborigeni Quinkan hanno espresso la loro arte con decine
di meravigliosi dipinti straordinariamente conservati. La
strada è fangosa e quando arriviamo nonostante abbia
smesso di diluviare ci troviamo con due dita di fango sulla
macchina. La visita del sito è molto interessante e
il percorso si snoda lungo il fianco di una collina rocciosa
e ci porta a scoprire questi capolavori.
Una
visita a Laura è d'obbligo, percorriamo un tratto di
quella strada che avremmo dovuto percorrere per arrivare a
Cape York
sarà per la prossima volta !!!!!
Visitata la cittadina ( 2 strade, 20 case o poco più,
un distributore e un general store con annesso campeggio )
torniamo sui nostri passi con destinazione Atherton nel centro
delle Tablelands, il paesaggio è trasformato, lasciato
il bush a nord di Mount Malloy ci troviamo immersi in una
specie di piccola Svizzera: prati verdi e pascoli infiniti,
ma anche piantagioni di caffè e canna da zucchero per
ricordarci che siamo in un clima tropicale.
Il
mattino dopo decidiamo di percorrere la pista che percorre
il perimetro del lago artificiale "Lake Tinaroo"
ampio bacino che permette di irrigare ampie zone ed avere
pascoli rigogliosi, non per nulla circa il 25% del latte consumato
in Australia viene prodotto in questa zona. Molte piccole
cascate e scorci suggestivi si aprono sul lago e verso la
fine del percorso un corto sentiero porta allo spettacolo,
quasi unico, di un ficus strangolatore di dimensioni eccezionali,
il Cathedral Tree. Piccoli paesi si susseguono puliti ed ordinati,
Milla Milla, Malanda, orgogliosi della loro produzione di
latte e molte piccole latterie mostrano simpatici manifesti
e murales.
Un
bellissimo percorso che porta a scoprire alcune piacevoli
e rinfrescanti cascate è poco lontano e vale la pena
di una piccola deviazione prima di raggiungere un simpatico
bed&breakfast vicino a Malanda: la Honeyflow Homestead
www.honeyflow.com.au dove Carmel e Jim ci accolgono amichevolmente,
la villa immersa nel verde è deliziosa circondata da
prati ed alberi popolati da kookabarry e pappagalli che cantano
e si rincorrono volando per contendersi i bocconi che noi
ed i nostri ospiti lanciamo loro. Un ottimo ristorante nella
vicina Yungaburra, il Burra Inn ci offre l'occasione di gustarci
un'ottima cena annaffiata dal vino che naturalmente ci siamo
portati, belle usanze Australiane !!!
Il
mattino arriva troppo presto nella pace di questa camera ricca
di pizzi e soprammobili, una piccola bomboniera !!! la colazione
è ricchissima, nella tradizione locale e ci permette
di prepararci per il tragitto verso Undara, prima però
alcune deviazioni per visitare altri alberi spettacolari come
il Courtain Fig Tree, vicino a Yungaburra un ficus che ha
formato una vera cascata di radici aeree e uno spettacolare
esemplare di cedro rosso il sopravvissuto ai tagli effettuati
dai primi coloni, decine di metri di spettacolarità
Lungo
la strada incontriamo Bronsfield Swamp, un habitat naturale
all'interno di un cratere spento da millenni, dove uccelli
di passaggio e stanziali hanno stabilito la loro dimora nell'aquitrino,
poi verso Ravenshoe un cratere profondissimo, pieno di acqua
verdissima probabilmente formatosi a seguito di una esplosione
sotterranea ed infine le fragorose cascate Millstream Falls,
le più alte d'Australia.
La strada che percorriamo con tranquillità ci porta
finalmente ad Undara, un luogo unico al mondo dove
vulcani ormai spenti da milioni di anni, con le loro eruzioni
preistoriche hanno formato lunghe gallerie sotterranee con
il lento scorrere della lava liquida, le visiteremo all'indomani
sotto la guida di esperti aborigeni; l'Undara Lodge, oltre
alla possibilità di questa visita unica, offre l'esperienza
di dormire in carrozze dei primi 900 opportunamente adattate
ed ha anche un' ottimo ristorante, allestito sempre all'interno
di vecchie carrozze.
Le
carrozze sono prive di serrature, segno di una totale mancanza
di rischi, impensabile per noi che siamo abituati a chiudere
tutto con lucchetti ultrablindati
Prima di cena, mentre conversavamo con i nostri vicini australiani
reduci da Cape York e ci gustavamo un'aperitivo una famigliola
di canguri è venuta a farci visita, saltellando a pochi
metri da noi, Indimenticabile
.
Dopo cena, canzoni australiane intorno al fuoco; proprio una
bella serata, anche perché il vino e la birra avevano
rallegrato gli spiriti
.
Il
mattino seguente l'esperienza della visita alle gallerie,
le "Lava Tubes" incredibili per i colori ed i disegni
formati dalla natura e dal lento scorrere della lava infuocata.
www.undara.com.au
Dopo la visita con rammarico lasciamo il parco e ci dirigiamo
verso Chillagoe, nell'outback; in oltre 150km di pista non
incontriamo neppure una macchina, solo una mandria di mucche
con alcuni "cow boy" australiani che ci salutano
da lontano
solo noi, il silenzio, la strada polverosa
e tanto tanto spazio, che sensazione di pace e serenità
lungo la strada
A
Chillagoe una sorpresa le Chillagoe cabins, www.chillagoe.com
un'oasi in mezzo a questo paesino ormai quasi disabitato;
con amore e passione Gary e la moglie Carolyn hanno costruito
questo piccolo giardino tropicale ricco di piante e uccelli
in mezzo all'outback, le cabine ( solo 3 ) sono deliziose,
arredate con amore e offrono una piccola piscina, molti pappagalli
e ibis, ed anche alcuni canguri che i padroni di casa hanno
soccorso ed allevato con amore, girano liberi tra le cabine
e mangiano frutti dalle nostre mani, tenerissimi !!
Chillagoe era una città mineraria che raggiunse il
suo apice economico nella prima metà del secolo appena
passato; i ruderi della vecchia fonderia lo testimoniano,
oggi solo 200 abitanti popolano il paese che offre però
cave di marmo e spettacolari grotte ricche di stalattiti e
stalagmiti che visiteremo all'indomani.
Chillagoe offre anche uno stupendo Visitor Centre, "The
Hub" orgoglio della comunità e simbolo della volontà
di rilancio della zona, all'interno una piccola ma interessante
mostra.
La cena è conviviale, i 6 ospiti del piccolo resort,
i padroni di casa ed un simpatico prete "volante"
che gestiva una parrocchia grande come l'Italia, ci fanno
compagnia; i cibi ottimi conditi con tanta tanta allegria
e chiacchiere, che bella serata !!!!
Dopo
la visita alle grotte, "Donna Cave" e "Trezkin
Cave" ed una passeggiata per scoprire the Balancing Rock,
che sfida la forza di gravità, arriva il momento di
partire; ma prima occorre riempire il serbatoio del fuoristrada
ed un'altra sorpresa ci attende: una collezione di auto e
autocarri anni 30/50 fanno bella mostra di se accanto al distributore,
il proprietario è proprio un appassionato!!!
La
strada ci porta verso la costa, meta il Thala Beach Lodge
www.thala.com dove trascorreremo le ultime notti delle nostre
vacanze australiane di quest'anno.
Il complesso è bellissimo, poche decine di bungalows
immersi nella foresta che si affaccia sull'oceano, che è
a poche decine di metri dal nostro balcone.
Un'altra oasi di pace e serenità, con una spiaggia
di sabbia lucente tra la foresta ed un mare infinito, peccato
che essendo in pieno inverno la temperatura dell'acqua è
proibitiva per un bagno, ma ci godiamo una giornata di completo
relax tra spiaggia e foresta. A pochi chilometri ci attende
l'ultima esperienza.
Il
giorno dopo visiteremo la foresta pluviale di Kuranda, una
lunga cabinovia che sorvola la foresta incontaminata, offre
l'opportunità di vedere una distesa infinita di verde
e altissimi alberi; due stazioni intermedie permettono di
avere scorci spettacolari sulle cascate e sulla foresta fino
a Kuranda, piacevole cittadina, ma troppo dominata dal turismo.
Per il ritorno utilizziamo la vecchia ferrovia la "Kuranda
Scenic Railway" costruita all'inizio del '900 attraverso
la foresta, nessun aggettivo permette di descrivere il paesaggio
che degrada dolcemente verso Cairns tra la foresta ed i campi
di canna da zucchero.
Trascorriamo
la serata nella vicina Port Douglas in un ottimo ristorante
per goderci l'ultima cena australiana circondati da centinaia
di pappagalli multicolori.
Purtroppo la mattina seguente un volo ci attende; prima destinazione
Aukland dove passeremo 2 giorni tra i cimeli della Coppa America,
le partite di rugby tra All Blacks e Wallabies ( Nuova Zelanda
contro Australia ) e cimeli delle culture delle isole del
Pacifico e poi totale relax tra Tahaa e Rangiroa in Polinesia,
ma questa è un'altra storia
Australia
ci manchi tanto, ci mancano i tuoi spazi, i tuoi colori, i
tuoi profumi, la tua atmosfera rilassata e serena, la tua
aria di casa che ormai respiriamo, Australia torneremo presto,
i tuoi deserti ci attendono
. |