UN SOGNO NEL CASSETTO: AUSTRALIA
(AGOSTO 2003)
Testo e foto di Davide
Ferrari
Ebbene sì, dopo varie meditazioni decido, ad agosto parto.
L’Australia si trova nell’emisfero meridionale ed ha
una superficie complessiva di 7.772.535 km2, quasi 30 volte più
grande dell’Italia. Abitata dagli aborigeni da più
di 60.000 anni, è il più vecchio continente del mondo
ed ora ha una popolazione di 20.000.000 di abitanti.
Dopo 14 ore di volo, arrivo ad Hong Kong e mi fermo, per uno scalo
tecnico, per circa 12 ore. Ne approfitto, quindi, per visitare la
bellissima isola, che ancora oggi è la città più
bella che io abbia mai visto. Mi aspettano poi altre 11 ore di volo
per raggiungere la mia meta. .WELCOME TO AUSTRALIA. Eccomi, dopo
un volo massacrante, arrivo a Sidney e.non credo ai miei occhi.
Metto piede in terra Australiana alle 12,00 ora locale, che in Italia
sarebbero le 3,00 di mattina. Arrivato all’aeroporto mi controllano
le valigie e ne approfitto per cambiare la moneta in dollaro australiano,
che vale 0,80 €. Prendo la metro e mi dirigo nel centro di
Sidney, dove ho prenotato la prima notte in albergo, in Pitt Street.
A proposito delle stagioni, in Australia sono l’esatto opposto
di quelle dell’emisfero settentrionale. Nella parte meridionale
del Paese, la primavera arriva a settembre, l’estate va da
dicembre a gennaio, l’autunno da marzo a maggio, mentre l’inverno
comincia a giugno. Di positivo c’è che il tempo, per
la maggior parte dell’anno, è bello e secco. Parlando
chiaro, ora qui è pieno inverno, però di giorno sto
in maniche corte, anche se la massima è sui 18° C. Dopo
essermi sistemato, inizio subito la mia visita e ne approfitto per
andare sopra alla
Sidney Tower, che è il punto panoramico più alto di
tutto l’emisfero australe (ex AMP Tower). Da quassù
si gode di una straordinaria vista a 360° sui principali punti
chiave di Sidney.davvero uno spettacolo, che consiglio come prima
visita. All’ultimo piano è possibile intraprendere
un viaggio multimediale dell’Australia, attraverso una serie
di porti virtuali. Al penultimo piano, invece, c’è
un ristornate che offre 7 tipi di carne un po’ “particolari”.dal
coccodrillo al canguro, per poi passare allo struzzo australiano.
Mi sembra ancora di sognare.
Mi dirigo, poi, nel simbolo di Sidney: l’Opera House. Non
esiste altro edificio al mondo di uguale bellezza, diventato celebre
prima ancora di essere finito. In realtà, si tratta di un
insieme di teatri e sale, coperti dalla famosa serie di “conchiglie”.
Per non parlare dell’Harbour Bridge, che rimane a due passi
di distanza, proprio di fronte all’Opera House. Capolavoro
d’ingegneria e notevole impresa economica, che tra l’altro
si può visitare sopra la cima, godendo di uno spettacolo
unico al mondo della baia di Sidney. Il 2 agosto sono in visita
al Taronga Zoo di Sidney, che rimane dalla parte opposta del centro.
Esperienza unica è la prima volta che ho l’onore di
vedere da vicino e di accarezzare i canguri e i koala.troppo dolci.
Specialmente vedere la femmina con il piccolo dentro al marsupio.
Ovviamente, ne approfitto per scattare un sacco di foto. Poi, passo
all’acquario di Sidney, che ospita la più vasta collezione
del Paese di specie acquatiche. In una serie di habitat marini,
vivono più di 11.000 esemplari di circa 650 razze. Per i
moltissimi visitatori, l’attrattiva maggiore è il percorso
chiamato “Sul letto dell’oceano”: un tunnel sottomarino
trasparente, di 150 metri, che attraversa due vasche oceaniche.davvero
emozionante. Il percorso consente di vedere da vicino squali, pastinache
e branchi di altri tipi di pesci. Foche e buoi marini si possono
osservare, dall’alto e dal basso, in speciali riserve marine.
Molto bella è la mostra della grande Barriera Corallina
del Queensland, che rimane la più grande e più bella
del mondo. Parlando di spiagge, faccio un salto a Bondi Beach, la
spiaggia più nota di Sidney, a forma di mezzaluna, con sabbia
dorata. Essa è il punto di ritrovo per gli appassionati di
sole e di surf, che da tutto il mondo giungono alla ricerca della
“grande onda”. Visito, poi, la stupenda costa di Manly,
bagnata dall’oceano.veramente impressionante. Nel tardo pomeriggio,
visito il parco olimpico di Sidney, situato vicino alla baia di
Homebush, che ha ospitato i 27° Giochi Olimpici e quelli Paraolimpici.
La guida, in Australia, è alla destra e il senso di marcia
è l’opposto del nostro.
Nel centro di Sidney, c’è una monorail fantastica,
che consiglio di prendere.
Molto bella e particolare da visitare è la zona di Chinatown
e il Rocks Market coperto, che si trova vicino al porto.
Mi organizzo, prenotando un tour, per andare a visitare il Parco
Nazionale delle Blue Mountains. Questo parco si è sviluppato
nell’arco di 250 milioni di anni, con la deposizione e l’accumulo
delle rocce sedimentarie e la loro successiva erosione, che ha formato
dirupi e spettacolari insenature come i Canyon. Dopo 4 ore di viaggio
in treno, arrivo al campo base “Katoomba”, per poi prendere
il pullman che mi porta subito nella zona panoramica. Ed ecco davanti
a me le Three Sisters, alte 1.100 metri: una formazione rocciosa
dovuta all’erosione. Secondo la leggenda aborigena, la roccia
ricorda le tre sorelle imprigionate dal loro padre, per proteggerle
da un “bunyip” (cioè da un mostro). Personalmente,
consiglio a tutti di “farci un salto”, ne vale veramente
la pena.specialmente pranzare sopra al punto panoramico è
uno spettacolo unico!!!
Nel pomeriggio andiamo a visitare le cascate Wentworth.una cosa
unica al mondo.non ho davvero mai visto nulla del genere. In serata,
riparto per Sidney per prepararmi, per la mattina successiva, per
un’esperienza che scriverò nelle prossime righe. Il
10 agosto sono in volo da Sidney diretto ad Alice Springs, esattamente
il cuore dell’Australia, nella regione chiamata “Red
Centre”. Essa è essenzialmente costituita da vaste
aree desertiche ed il termine “red”, che ne costituisce
parte del nome, è dovuto al fatto che essa è caratterizzata
e contraddistinta dal colore rosso (in inglese, appunto, “red”):
rossa è la sabbia, così come il suolo, le rocce e
pure le montagne che si stagliano nel cielo limpido e blu. Il Red
Centre vanta uno dei paesaggi naturali più belli del mondo,
gran parte del quale risale a più di 800 milioni di anni
fa. Impiego 3 ore di volo.tra l’altro molto movimentato, con
parecchie turbolenze e vuoti d’aria.però quello che
importa è arrivare sani e salvi alla meta!!!
Mi fermo la notte ad Alice Springs, cittadina molto tranquilla
e campo base per le partenze per il deserto. Molto carina è
la veduta che si ha da sopra la sommità di Anzac Hill.si
può dominare tutto il paesaggio.tra l’altro è
la prima volta che ho l’opportunità di vedere gli enormi
tir con tre rimorchi. L’indomani mattina si parte per il mega
safari, di una settimana, nel Red Centre. Siamo 18 ragazzi: io sono
l’unico italiano, mentre gli altri sono australiani, americani,
giapponesi, londinesi e canadesi. Il mezzo di trasporto che ci accompagna
in questa avventura
è un pulmino, con tanto di carrellino per contenere le valigie.oltre,
ovviamente, alle due guide. Dopo aver percorso ben 500 km nel bel
mezzo del deserto, siamo arrivati alla prima meravigliosa Rainbow
Valley: è uno spettacolo indescrivibile vedere queste montagne
“sbucare” dal deserto, con le loro forme particolari.
per apprezzare tutto ciò, però, bisogna vedere con
i propri occhi. Le parole non bastano per commentare e non rendono
certo l’idea. Siamo entrati nel Parco Nazionale di Uluru-Kata-Tjuta
e si intravede “lui”!!! Il più riconoscibile
simbolo dell’Australia è il gigantesco monolito Uluru
(Ayers Rock), il più grande al mondo, lungo 3,6 km e largo
2,4 km; si eleva per 348 metri sopra la pianura, ed è costituito
da un unico blocco di arenaria, esteso per 5 km sotto la superficie
del deserto. E’ impressionante.durante il giorno le rocce
cambiano colore, passando dall’arancio al rosso e al porpora.
Per ammirarlo dall’alto, faccio un giro in elicottero molto
breve e anche molto costoso.però ne vale veramente la pena.tutt’ora,
dopo giorni che sono rientrato in Italia, l’ho ancora davanti
ai miei occhi. La temperatura è ottimale, soprattutto pensando
che è pieno inverno.si aggira sui 20° C e la minima sui
12° C.pensate che in estate la massima si aggira sui 47°
C. La nottata la passiamo in campeggio, perché nel deserto
non ci sono altre sistemazioni a parte il Resort da 500 dollari
australiani a notte. Ma non mi sembra il caso!!!
Un’altra bellezza sono le Kata Tjuta (le Olgas), il cui nome
significa “molte teste”. Si tratta, infatti, di una
serie di massicce cupole rotonde, a 42 km a ovest da Uluru. La roccia
più alta è il monte Olga, che raggiunge i 546 metri
di altezza, 200 metri in più rispetto
all’Ayers Rock. Nel corso del trekking, incontro diversi animali
tipici di questi luoghi: lo spinifex marrone e la lucertola moloc.
Per mia fortuna, al momento, non ho ancora incontrato dei serpenti.la
zona è piena, ma bisogna considerare che è inverno
e sono in letargo. La mattina successiva, arriviamo alla spettacolare
gola in arenaria del Kings Canyon, che si trova all’interno
del Parco Nazionale di Watanka. Essa ha pareti alte più di
100 metri, formatesi in seguito a milioni di anni di erosione. Il
Kings costituisce, inoltre, l’habitat di oltre 100 specie
di volatili e di 60 specie di rettili. Camminiamo per circa 4 ore
e visitiamo tutto questo splendore, con degli strapiombi che fanno
arrivare il cuore in gola.che spettacolo indimenticabile, non credevo
che esistessero paesaggi con colori così impressionanti!!!
Peccato che tutto termina. Ma questo ricordo rimarrà sempre
dentro di me. E un giorno ci ritornerò. Ne sono certo.
Il 16 agosto sono a Sidney e ne approfitto per riposarmi un po’
su una splendida spiaggia. E per organizzarmi per i prossimi giorni.
Ho deciso: in mattinata si parte per Canberra, però faccio
una visita lampo perché, anche se è la capitale dell’Australia,
non merita. Arrivato a Melbourne, alloggio in angolo tra Elizabeth
Street e Latrobe Street, praticamente in centro. Un consiglio: se
volete visitare Melbourne, non dovete perdervi i magnifici giardini
pubblici, tra cui gli splendidi Royal Botanic Gardens e Few Korer
Park, per non parlare dell’incantevole Albert Park con il
suo lago, attorno al quale si svolge il Gran Premio di Formula 1.
Vicino c’è anche lo Shrine of Remembrance, un ricordo
ai caduti, molto bello. Se volete una veduta dall’alto di
Melbourne, ci sono le Rialto Towers, che sono i grattacieli più
alti dell’emisfero sud, con 60 piani sopra il livello stradale
e 8 sotto e un’altezza di 263 metri. Melbourne è davvero
una gran bella città.
Il 19 agosto parto per la Great Ocean Road: una delle più
belle strade panoramiche del mondo, a 200 km da Melbourne. Tra Port
Campbell e Port Fairy, si incontra un panorama di aspri picchi e
il mare agitato. Dalla vista panoramica più bella, si possono
ammirare i Twelve Apostles, enormi monoliti erosi che si trovano
nel Parco Nazionale di Port Campbell e che sono davvero uno spettacolo
incredibile. Per non parlare poi della costa. La consiglio davvero
a tutti, e poi, per chi è interessato, c’è la
possibilità di prendere una barca e andare ad ammirare le
balene.
Ballarat: nel 1851 il grido “Oro!!!” sconvolse la tranquillità
di questa quieta regione di posteri. Qua, in pochi mesi, giunsero
gruppi di persone da tutto il mondo per cercare l’oro e diventare
così ricchi. Ballarat rimane a 150 km da Melbourne e vale
la pena di “farci un salto”, per riscoprire queste miniere
d’oro trasformate in museo, oltre alle città “viventi”
come nel 1800. Ormai i giorni rimasti sono pochi e ne approfitto,
l’ultimo giorno, per andare a visitare Philip Island: è
l’isola dei pinguini, dove alle 18,00 è possibile ammirare
questi graziosi animaletti risalire la costa.
E’ davvero un peccato lasciare questo paradiso, però
devo.
Prima di partire, l’Australia per me è sempre stata
un sogno. Poi ho avuto la fortuna di fare questo viaggio e di visitarla,
ed è talmente bella che ho provato emozioni indescrivibili.
Quando ripenso a quei momenti mi sembra ancora di sognare.
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