BENELUX 2002
di
Roberto Lumaca
Viaggio
in Italia Francia Lussemburgo Belgio Olanda Germania Austria
30 Giugno - 19 Luglio 2002
Con la partecipazione di Alessandra, Diana, Roberto e Blonde
PREFAZIONE
Come
ogni anno, nella redazione del viaggio cerchiamo uno spunto
che ne possa sintetizzare i contenuti. Per l'anno di avvio
della circolazione effettiva della moneta comune europea,
abbiamo scelto di visitare i sei paesi fondatori della comunità
e le città simbolo della stessa. Partendo da Roma,
ove fu firmato il primo trattato, contiamo di visitare Lussemburgo,
Maastricht, Bruxelles e Strasburgo. Abbiamo deciso di evitare
l'attraversamento della Svizzera, perchè intendiamo
effettuare tutto il percorso senza dover ricorrere ad alcun
cambio di moneta e verificare così l'utilità
dell'introduzione dell'euro. Al fine di introdurre un diversivo
nella conduzione del viaggio, abbiamo pensato di aggiungere,
per la prima volta, un membro vegetale all'equipaggio. Si
tratta di una piantina di basilico che, se lasciata a casa,
non avrebbe avuto alcuna speranza di superare una settimana
di vita.
Domenica
30 Giugno 2002
Castel Gandolfo, Civitavecchia, Rosignano, La Spezia, Genova,
Arquata Scrivia: 577 km
L'ultima volta che siamo partiti alla fine del mese di giugno
per le ferie, è stato in occasione della ripetizione
del viaggio di nozze ed era il 1996. Partiamo alle 10.20
sotto un cielo sereno che ci annuncia una giornata calda.
Il traffico è scarso e possiamo tenere un ritmo regolare.
Tutto corre liscio sia sul Grande Raccordo Anulare, che
sulla A12 da Roma a Civitavecchia che, infine, sull'Aurelia.
Passate due ore, tutto sommato monotone, giungiamo ad Albinia
per l'ora di pranzo (173 km). Blonde avverte subito che
è l'ora di scendere. Troviamo qualche difficoltà
per il parcheggio in quanto in quello grande del paese è
presente il mercato. Ci spostiamo allora dall'altra parte
dell'Aurelia, in località Bocche d'Albegna, ove ci
sistemiamo di fianco al fiume.
Pranziamo sotto il sole con tutte le finestre aperte per
far entrare la brezza marina che gradevolmente ci rinfresca.
Splendida, verso sud, la vista della sagoma del monte Argentario
che si staglia contro il cielo azzurro. Durante il pranzo
assistiamo a parte della finale della Coppa del Mondo, vinta
dal Brasile, poi accertiamo che l'inconveniente annuale
questa volta riguarda la batteria dei servizi, che non tiene
la carica e, dopo una minima accensione della pompa dell'acqua,
scende a livelli peroccupanti.
Dopo una breve passeggiata lungo la battigia, ripartiamo
che sono le 15.15 riprendendo l'Aurelia verso nord. Superato
Piombino, il traffico aumenta sensibilmente con la comparsa
in coda di auto di vacanzieri pendolari, di camper e roulotte.
Alle 17.00 prendiamo nuovamente la A12 a Rosignano in direzione
Genova per fermarci alla prima area di servizio incontrata
per il rifornimento, un breve riposo e una sgambatura per
Blonde (332 km).
Ripartiamo poco prima delle 18.00 e, per tutto il tratto
toscano, viaggiamo regolari, con scarso traffico. Superata
La Spezia il numero di veicoli diretti verso Genova aumenta
notevolmente, ma senza creare rallentamenti o ingorghi,
così, alle 20.10, riusciamo ad inseririci sulla A7
in direzione Milano. Usciamo, come previsto, ad Arquata
Scrivia e ci portiamo rapidamente nella zona industriale
ove troviamo rifugio per la notte nel parcheggio del campo
sportivo che sono ormai le 21.00 (577 km).
Lunedi
1 Luglio 2002
Arquata Scrivia, Alessandria, Ivrea, Aosta, La Thuile: 264
km
Sveglia alle 7.30 al termine di una notte assolutamente
tranquilla e fresca. La batteria dei servizi è definitivamente
andata, per cui ci informiamo dove trovare un autoricambi.
Ci indicano Serravalle o Novi Ligure, cittadine che ci sono
di strada, non avendo intenzione di fare autostrada almeno
fino ad Alessandria. Aspettiamo che apra il market per acquistare
il necessario prima di partire.
Leviamo l'ancora alle 9.30 e, fatto anche il pieno di carburante,
seguiamo la N35 in direzione Serravalle, Novi, Alessandria.
Dopo mezz'ora cambiamo batteria presso l'autoricambi Aras,
di fronte al casello autostradale di Serravalle, e proseguiamo
verso Novi e Alessandria dove ci immettiamo nuovamente sull'autostrada.
Prima la A26 fin quasi a Vercelli, poi il raccordo A26/A4/A5
fino ad Ivrea, infine la A4 con la quale percorriamo tutta
la Val d'Aosta. Il viaggio si svolge con assoluta regolarità
data la quasi totale assenza di traffico.
Raggiunta Aosta (211 km) alle 12.50, lasciamo l'autostrada
per recarci in città a comperare le cibarie per Blonde,
non trovate stamane, e le cassette per la telecamera. L'altimetro
da polso segna 558 metri slm, il cielo è sereno e
fa caldo, nonostante il vento. Troviamo un supermercato
GS aperto ad orario continuato e ne approfittiamo. Le montagne
al contorno sono uno spettacolo, per breve tempo abbiamo
anche visto il Monte Bianco con tutti i suoi ghiacciai.
Terminata la spesa ci rimettiamo in marcia per spostarci
nell'area riservata ai camper nel parcheggio bus in via
Caduti del Lavoro.
Pranziamo in questo desolato posto, poi scarichiamo le grigie
e ci rimettiamo in movimento alle 15.35, sempre accompagnati
dal vento. Ripresa la statale N26, la seguiamo per circa
30 km, arrivati a Pré St. Didier lasciamo la Dora
Baltea per risalire la valle della Dora di La Thuile. Ci
arrampichiamo per divesi tornanti poi la strada si regolarizza
e in breve riggungiamo la nostra meta.
Alle 16.45 arriviamo presso l'area camper di La Thuile (264
km) a 1460 metri slm, veramente stupenda. Ci sistemiamo
comodamente sotto gli alberi, dalla parte del torrente Rutor,
in lontananza distinguiamo perfettamente la grande cascata,
da cui origina il torrente, che scende dal Lago del Rutor
a sua volta generato dal grande ghiacciaio della Testa del
Rutor alto 3486 metri. Scendiamo in paese per una rilassante
passeggiata attraversando il parco ove abbiamo la ventura
di vedere gli scoiattoli scendere e salire sugli alberi.
Il sole presto ci lascia e la temperatura scende per cui,
acquistato qualche biscotto, torniamo al camper e ci sediamo
in riva la torrente. Pian, piano il freddo ci convince a
rientrare nel mezzo ove ceniamo e ci ficchiamo sotto le
coperte per una notte cullata dal fragore dell'acqua che
scende a valle.
Martedì
2 Luglio 2002
La Thuile, Piccolo S. Bernardo, Bourg St. Maurice, Ugine,
Annecy, Frangy: 176 km
Sveglia alle 8.00, notte, manco a dirlo, tranquilla accompagnata
da qualche spruzzo di pioggia. Il cielo stamane è
completamente coperto e non promette nulla di buono. Scambiamo
qualche informazione e qualche opinione con alcuni degli
equipaggi presenti nel parcheggio poi, alle 10.15, ci mettiamo
in marcia. Ripassiamo in paese e prendiamo la via del passo.
Dopo una arrampicata impegnativa e spettacolare, interrotta
da numerose soste per foto e riprese degli stupendi scenari
che via, via si andavano scoprendo, in un'ora arriviamo
al Colle del Piccolo San Bernardo (14 km) a 2188 metri slm.
Sosta e foto di rito, poi breve visita alla mostra ospitata
nell'ospizio, già in terra francese. Per la prima
volta abbiamo passato la frontiera e, oltre a non dover
mostrare documenti a nessuno, non dobbiamo barcamenarci
in cambio di portafogli e monetine, benvenuto Euro. Ancora
una foto alla statua di San Bernardo e la pioggia ci spinge
a ripartire che è già passato mezzogiorno.
La discesa, meno impegnativa della salita, la interrompiamo
già a La Rosiere, per fotografare i cani San Bernardo,
poi proseguiamo verso valle. Giusto qualche giro sull'ottovolante
dei tornanti, che sul gomito di uno di questi troviamo una
sistemazione idilliaca. Una piccola area pic-nic con bagni,
tavoli, acqua e una veduta da capogiro sulle montagne e
sulla vallata sottostante. Detto fatto ci fermiano per il
pranzo in questo angolo di paradiso (26 km). Durante la
sosta, pian, piano il sole prende il sopravvento sulle nuvole
e ci scopre panorami incantevoli. Armati di binocolo osserviamo
la vallata, le montagne e le evoluzione di alcuni falchi
che volteggiano sotto di noi.
Ripartiamo alle 15.45 scendendo a Bourg St. Maurice ove
incontriamo l'Isere che seguiamo sulla veloce N90, che da
Moutiers diviene A43, fino ad Albertville. Prendiamo poi
la N212 che, seguendo il corso dell'Arly, ci conduce ad
Ugine dove imbocchiamo la N508 dirigendo verso Faverges
e Annecy. Percorriamo tutta la riva occidentale del lago,
molto affollata e trafficata ed arriviamo ad Annecy alle
17.30. Il tentativo di sfruttare l'area di sosta per camper
lungo il lago fallisce, in quanto è completamente
occupata, per cui si prosegue. Prima di trovare il bandolo
della matassa impieghiamo mezz'ora. Alla fine riusciamo
a ritrovare la N508 per Bellegarde e, alle 18.30, siamo
a La Balme de Sillingy, ove ci rechiamo al camper service
di fronte al concessionario Curioz Loisirs per scaricare
le nere, caricare le chiare e attrezzarci per un pernottamento
libero da vincoli.
Ripreso il viaggio e raggiunta la valle dell'Usses, alle
19.00 ci fermiamo nel parcheggio della Salle Polyvalente
e Boulodrome di Frangy (176 km) in Rue du Stade. In paese
è già tutto chiuso e c'è una tranquillità
assoluta. Dopo aver ammirato ancora evoluzioni dei falchi
sulla boscaglia vicina, ceniamo e ci addormentiamo con assoluta
serenità.
Mercoledì
3 luglio 2002
Frangy, Lelex, La Cure, Champagnole, Besancon, Plombieres
les Bains : 307 km
Sveglia alle 7.30 al termine di una notte assolutamente
silenziosa e fresca. Stamane splende il sole, ci attende
una impegnativa giornata di viaggio al termine della quale
contiamo di avvicinarci sensibilmente a Lussemburgo. Partiamo
alle 8.50 raggiungiamo presto Bellegarde e iniziamo a risalire
al valle della Valserine percorrendo la D991. Alle porte
di Chezery Forens, ove la D14 incrocia la D991, località
Montanges notiamo un ottimo posto camper con tanto di tavoli
e bagni. All'uscita dal paese esiste anche il comodo parcheggio
del campo sportivo pianeggiante e illuminato. Continuiamo
lungo la splendida vallata attraverso l'interminabile bosco.
Alle 10.15 ci fermiamo a Lelex (52 km) stazione sciistica
dei monti Jura ove, data la bassa stagione, troviamo quasi
tutto chiuso e presto ci rimettiamo in marcia. Raggiungiamo
Mijoux poi incrociamo la N5 e, diretti verso Champagnole,
raggiungiamo La Cure, a pochi passi dalla Svizzera. Ci fermiamo
e acquistiamo, nel locale magazzino di articoli sportivi,
scarpe da trek e occhiali in quanto i prezzi ci sembrano
vantaggiosi.
Ripresa la marcia ci tuffiamo nella discesa verso Champagnole,
sempre lungo la N5 che lasciamo alle 12.40, per raggiungere
le cascate della Billaude (118 km). Parcheggiamo e ci rechiamo
a vedere le cascate, prima dal balcone superiore, poi scendiamo
fino alla base. Lungo il percorso di risalita raccogliamo
una porzione di profumatissime fragoline di bosco. Tornati
al camper provvediamo ad un pranzo freddo e rapido.
Ripartiamo alle 14.45, raggiungiamo Champagnole e, qualche
chilometro dopo, lasciamo la N5 per seguire la D467 con
la quale raggiungiamo Salins les Bains e poi incrociamo
al N83 che seguiamo verso nord. Alle 16.10 raggiungiamo
Besancon, bella e imprendibile per noi, ogni volta che ci
arriviamo abbiamo un ritardo da recuperare. Prendiamo rapidamente
la N57 seguendo la quale raggiungiamo prima Vesoul, poi
Luxeuil les Bains da dove dirigiamo veso Remiremont. Appena
entrati nel dipartimento dei Vosgi lasciamo la superstrada
per raggiungere il camping L'Hermitage a Plombieres les
Bains (307 km). Il cielo nel frattempo si è coperto
e nel pomeriggio, prima di Besancon, abbiamo anche incontrato
la pioggia. La temperatura è fresca e gradevole,
più fastidioso è l'insistente vento che, comunque,
tiene lontana la pioggia.
Giovedì
4 luglio 2002
Plombieres les Bains, Nancy, Metz, Thionville, Luxembourg,
Echternach: 304 km
Sveglia alle 7.30, notte tranquilla e silenziosa accompagnata
da ripetuti scrosci di pioggia. La temperatura è
decisamente calata, nel camper abbiamo 14 gradi, e l'acqua
dei serbatoi ci sveglia rapidamente. Prima di lasciare il
campeggio scarichiamo le grigie al camper service vicino
all'ingresso. Il tempo pian, piano tende al variabile e,
ogni tanto, qualche raggio di sole fende la compatta coltre
di nubi. Un gentile ospite del camping ci informa che in
zona sono molte le famiglie di immigrati di origine italiana,
tra cui anche i Platini i quali risiedono a Ruaux circa
2 chilometri dal campeggio. Il sottobosco del camping è
pieno di splendide e dolci fragoline mature per essere raccolte.
Partiamo alle 9.45, quando il sole sembra aver preso il
sopravvento sulle nuvole. Ripassando per Plombieres prendiamo
la direzione per Remiremont ed Epinal. Sempre seguendo la
N57, superstrada veloce, superiamo Charmes ed arriviamo
a Nancy (103 km) alle 11.10. Imbocchiamo immediatamente
l'autostrada A31, gratuita, verso Metz che raggiungiamo
in meno di un'ora. Proseguiamo senza sosta per Thionville
e arriviamo alle 12.40 alla periferia di Lussemburgo. Impieghiamo
mezz'ora per raggiungere il quartiere Kirchberg, a causa
di numerose interruzioni e sensi vietati per la preparazione
della partenza del Tour de France 2002. Ci fermiamo alle
13.15 (243 km) in uno dei P+R appositamente predisposti
in previsione del grande afflusso di tifosi e ci rechiamo
in centro.
Rientriamo alle 18.00 dopo una intensa visita in parte a
piedi e in parte in trenino per vedere le fortificazioni,
le casematte e le costruzioni del Vauban. Appena scesi dal
bus 18, in Place d'Armes, abbiamo pranzato da Mc Donalds,
poi ci siamo spostati in Place de la Costitution da dove,
passeggiando fino a Place de Bruxelles, abbiamo ammirato
il Ponte Adolphe con gli storici e scenografici palazzi
oggi proprietà di banche e assicurazioni. Siamo poi
scesi nel vallone della Petrousse e dell'Alzette in trenino,
ammirando dal basso del quartiere Grund le fortificazioni.
Saliti fino all'Hospice, siamo poi tornati sui nostri passi
fino alla partenza in Bd. F. D. Roosevelt. Siamo entrati
quindi nella cattedrale di Notre Dame, di cui abbiamo visitato
anche la cripta, per poi rientrare sempre con il bus 18.
Ci muoviamo alle 18.15 districandoci abbastanza rapidamente
nella viabilità del quartiere e imboccando presto
la giusta direzione per raggiungere la A1 verso la Germania.
Siamo usciti proprio all'ultimo svincolo prima del confine
e siamo scesi a percorrere la stupenda valle della Sure,
tra boschi e incantevoli villaggi ornati di fiori. Arrivimiamo
alle 19.30 ad Echternach (304 km) ove priamariamente facciamo
una breve ricognizione per individuare il posto adatto per
passare la notte. Alla fine scegliamo il parcheggio all'ingresso
del paese, provenendo da Grevenmacher, vicino al Echternachbrucke,
il ponte di confine e comunicazione con la Germania, sull'altra
sponda della Sure, o Sauer.
Venerdì
5 luglio 2002
Echternach, Vianden, Diekirch, Ettelbruck, Esch sur Sure,
Clervaux: 140 km
Sveglia alle 7.30, notte silenziosa e tranquilla, cielo
sereno e temperatura fresca. Alle 8.00 il parcheggio è
già quasi pieno, soprattutto sotto gli alberi, dalla
parte del fiume, ove siamo noi ed un equipaggio fiammingo,
a causa dell'ombra. Osservando il parco macchine presente,
ci rendiamo conto che qui, mediamente, sono più diffuse
le medie e grosse cilindrate, alquanto rare le vetture che
da noi sono classificate utilitarie. Questo segnale di benessere,
non trova riscontro nel territorio, per gran parte boschivo.
A Lussemburgo predominavano compagnie assicurative e banche.
Viene da pensare come fa la società locale a permettersi
autobus con sedili di velluto e aria condizionata e come
fa un contadino a viaggiare con auto per noi di lusso, se
tutto il resto, sanità, scuola e altri servizi sociali,
non sono finanziati da capitali più o meno puliti,
camunque esteri.
Oltre al parcheggio ove ci troviamo, situato proprio lungo
la N10, all'uscita del paese verso Grevenmacher, nella perlustrazione
fatta ieri sera ne abbiamo individuati altri due. Quello
della stazione degli autobus, che si trova sempre di fianco
alla N10 alla periferia opposta del centro, verso Diekirch,
e un secondo lungo la N11, Rue de Luxembourg.
Rientriamo al camper alle 11.20, al termine di una piacevola
passeggiata che ci ha consentito di visitare meticolosamente
il piccolo e grazioso centro del paese. La Place du Commerce,
l'edificio della Mairie, la cattedrale di St. Willibrod
e l'Abbaye. Siamo saliti anche a St. Pierre, ma restiamo
delusi, è spoglia, più bella e scenografica
da fuori.
Partiamo alle 11.30 per un rapido e breve spostamento che
ci porta, in tre quarti d'ora, a parcheggiare alle porte
di Vianden (37 km). Dato che è passato mezzogiorno,
appena messo piede a terra, ci fermiamo al primo ristorante
per mangiare, gustando alcune specialità locali innaffiate
da birra lussemburghese. Per favorire la digestione ci avviamo
per raggiungere il castello. Poco prima del ponte sull'Our
troviamo la casa di Victor Hugo. Raggiunto lo scenografico
maniero, dobbiamo rinunciare alla visita degli interni in
quanto Blonde non potrebbe entrare. Torniamo pigramente
a valle e, per sanare la delusione, decidiamo di fare un'escursione
sulla seggiovia, giusto un'andata e ritorno per scattare
qualche foto spettacolare alla vallata e al villaggio. Dall'alto
idividuiamo un ottimo posto per dormire nel parcheggio della
seggiovia (telesiege), defilato poco oltre la stazione di
partenza.
Torniamo esausti al camper che sono le 16.30 avendo avuto
la premura di comperare il pane. Riassettati e rinfrescati
ci muoviamo alle 17.50. Superiamo Diekirch ed Ettelbruck
poi imbocchiamo la strada panoramica dell'Alta Valle della
Sure. Percorrendo questo stupendo sentiero naturalistico
abbiamo la ventura di incontrare una coppia di airono grigi
che, intenti a mangiare in mezzo al fiume, ci sfuggono proprio
nel momento in cui decidiamo di fotografarli. Da Eppeldange
fino a Esch sur Sure viaggiamo in una quasi ininterrotta
galleria verde formata dai fitti alberi del bosco.
Alle 19.45 arriviamo al parcheggio dell'Abbazia di Clervaux
(140 km), dove ci sistemiamo per la notte, dopo aver scartato
il parcheggio del castello a causa della sua eccessiva centralità
e alla presenza di un concerto. Durante la cena, accompagnata
dai rintocchi delle campane dell'abbazia, ci raggiunge la
pioggia.
Sabato
6 luglio 2002
Clervaux, Huldange, Stavelot, Francorchamps, Spa, Remouchamps,
Louveigne :
Alle 6.45 un quarto d'ora di squillante scampanìo
ha la meglio su qualsiasi sonno. La notte è trascorsa
tranquilla nel più assoluto silenzio. Nella prima
parte ha piovuto, poi è scesa una nebbiolina densa,
ancora presente al mattino. Il posto è di pace assoluta.
Ci alziamo comunque alle 8.00, dopo che le campane, dal
campanile proprio di fronte al camper, ci hanno richiamato
un paio di volte. Prima di partire visitiamo la chiesa dell'Abbazia,
spartana e moderna, e l'interessante esposizione nella cripta
con foto di vita monastica.
Partiamo alle 10.15 sotto un cielo plumbeo e coperto. In
mezz'ora siamo al confine Huldange con il Belgio (30 km)
ma, prima di varcarlo cogliamo l'occasione di una visita
al supermercato Knauf per qualche spesa a tariffa ridotta.
All'interno troviamo il kit della Canon EOS 300, zoom Canon
28-90 mm, a 350 €, non acquistiamo non avendo portato
con noi i riscontri dall'Italia. Usciti senza aver fatto
troppi affari, facciamo il pieno di carburante e varchiamo
il confine alle 12.35.
Brutta impressione appena passato il confine. Mentre il
paesaggio rurale muta poco, il fondo stradale peggiora sensibilmente.
La N68 fino a Valserine e poi fino a Stavelot è piena
di buche e di rattoppi che, ove possibile, peggiorano la
situazione delle buche. Stavelot ci appare assolutamente
anonima e disordinata, priva di qualsiasi indicazione per
l'Abbazia, soffocata dai mezzi parcheggiati attorno. Usciamo
infastiditi dalla parte sbagliata, a causa dell'assenza
di segnalazioni, e ci ritroviamo sulla N622 per Francorchamps,
che superiamo, raggiungendo Spa alle 14.00 (90 km). Per
tutto il percorso non abbiamo trovato un'area di parcheggio,
seppur minima, ove fermarci a mangiare. Ci fermiamo in città,
di fronte al giardino di un albergo. Per tutta la mattina
il tempo è stato nuvoloso e la pioggia ci ha inseguito,
all'ora di pranzo finalmente spunta il sole.
Ripartiamo alle 15.20 e in meno di mezz'ora raggiungiamo
Remouchamps ove non abbiamo difficoltà a parcheggiare
(104 km). Ci rechiamo all'entrata delle famigerate grotte
ma decidiamo di rinunciare a causa del lungo tempo di attesa,
un'ora, e della durata della visita, un'ora e un quarto.
Rimessici in marcia alle 16.10 in meno di un'ora arriviamo
al campeggio Moulin du Rouge Thier di Louveigne a 30 km
da Liegi. Il campeggio, oltre che difficile da raggiungere,
è molto spartano. Costituito da diversi quartieri
di stanziali, riserva comunque ampio spazio periferico agli
occasionali. Data la sua vocazione a residence, i servizi
comuni sono scarsi e mal tenuti, a livello di indecenza,
in sostanza una campeggio da evitare.
Domenica
7 luglio 2002
Louveigne, Liegi, Maastricht, Haelen: 157 km
Sveglia alle 7.30, notte tranquilla e silenziosa.Il cielo
è coperto e c'è un poco di vento mentre la
temperatura rimane fresca. Ogni tanto il sole riesce a fendere
la compatta cortina di nubi. Partiamo alle 9.50 quando il
sole comincia recitare il suo ruolo nel cielo. Alle 10.30
arriviamo in un ampio parcheggio sterrato in place St. Lambert
di fianco al palazzo dei principi vescovi a Liegi (34 km),
ove parcheggiamo. La città non ci fa una buona impressione,
è forse più sporca di Roma, cartacce, buste
e lattine si vedono ovunque. Speranzosi partiamo per la
visita.
Rientriamo alle 13.50 dopo aver fallito la visita a St.
Bartelemy, ed al suo celebre fonte battesimale, a causa
della chiusura per lavori. La cattedrale di St. Paul l'abbiamo
trovata chiusa, per cui niente vetrate. Siamo entrati nel
primo cortile del palazzo dei principi vescovi, artisticamente
molto valido, ma tenuto in uno stato indecoroso. Camminando
per il mercato lungo la Mosa e per le vie del centro consolidiamo
la nostra prima impressione di una città assolutamente
sudicia e disordinata, per essere domenica non c'è
male.
Partiamo alle 14.00 e, meno di mezz'ora dopo siamo in Olanda
(61 km). Alle 14.30 siamo a Maastricht ove impieghiamo un'ora
e un bel po' di strada per trovare parcheggio (88 km). Rientriamo
alle 18.00 dopo aver percorso il lungo Mosa e visitato le
pregevoli Onze Lieve Vrouwebasiliek e, soprattutto, Sint
Servaas con il suo splendido tesoro. Una rilassante passeggiata
in centro, nel corso della qule troviamo un negozio di foto
ottica che vende il kit Canon EOS 300 per 365 €, ci
riporta alla Mosa dove riprendiamo il camper.
Partiamo alle 18.15 mettendoci subito a caccia di un posto
per la notte. Ripresa la A2 verso nord, prima seguiamo il
corso della Mosa, poi la superiamo con uno spettacolare
ponte. Scesi sulla N273, alle 20.00 arriviamo al camping
Leudal di Haelen (157 km), dopo aver fallito un paio di
tentativi a causa della mancanza di camper service. Qui
troviamo lo scarico a pozzetto, docce calde gratuite e un'ottima
sistemazione su prato tutto per 15.55 €, compresa elettricità
e Blonde. Ceniamo all'aperto, poi facciamo le 22.00 a giocare
nello spazio libero della capiente piazzola che abbiamo
a disposizione. Andiamo a letto che è ancora giorno.
Lunedì
8 luglio 2002
Haelen, Zwolle, Hasselt, Zwartsluis, Giethoorn, Steenwijk,
Leewarden: 296 km
Sveglia alle 7.30, notte tranquilla, oggi splende il sole.
Facciamo un poco più di pulizie e prima di partire
carichiamo acqua e utilizziamo il camper service a pozzetto
posto all'ingresso del camping, paghiamo e via alle 9.35.
Seguiamo ancora la Mosa con la N273 fino a prendere la A73
per Nijmegen, Arnem, ci immettiamo poi sulla A50 per Apeldoorn
che seguiamo fino a Zwolle. Imbocchiamo per un breve tratto
la A28 che lasciamo per raggiungere Hasselt con la N377,
poi la N331 fino a Zwartsluis infine la N334 ci conduce
a Giethoorn. Parcheggiamo (218 km), pranziamo e prendiamo
in affitto una gondola a motore con la quale, per 30 €,
percorriamo un lungo canale contornato da caratteristiche
abitazioni con giradini molto curati e magnificamente ornati
di fiori. Sfociamo infine nel lago attraverso il quale facciamo
ritorno all'attracco di partenza, non prima di aver potuto
ammirare numerosi esemplari della fauna avicola del posto.
Il tempo sereno ci consente di godere appieno della magnifica
natura circostante.
Ripartiamo a malincuore alle 17.15 raggiungendo Steenwijk
ove acquistiamo il pane quotidiano in un supermercato di
fronte al porto. Ci immettiamo poi sull'autostrada A32 diretti
verso Leewarden. Rinunciamo a visitare Groningen e la costa
nord olandese per riservarci più tempo per Amsterdam
e le dighe occidentali. La temperatura si è sensibilmente
alzata e siamo tornati all'abbilgiamento dei primi giorni
di viaggio. L'Olanda ci sembra più ordinata e pulita
del Belgio, anche più godibile in virtù della
puntualità della segnaletica. Oggi abbiamo avvistato
in lontananza il primo mulino.
Superata Heerenveen, alle 19.30, dopo un ampio giro introno
a Leewarden, arriviamo al De Kleine Wielen Camping, disposto
lungo la laguna del parco, dove troviamo la sede per la
nostra notte (296 km) tra tanta, troppa animazione e un
numero impressionante di coniglietti che si avventurano
temerari tra tende, roulotte e camper. Una goduria per Blonde
e Diana.
Martedì
9 luglio 2002
Leewarden, Harlingen, Afsluitdijk, Den Oever, Den Helder,
Texel, St. Maartensvlotbrug: 198 km
Sveglia alle 7.30, nonostante gli schiamazzi che hanno chiuso
la serata fin alle 23.00, la notte è passata tranquilla.
Siamo prossimi all'oceano e l'umidità mattutina è
elevata, c'è vento ma fa anche caldo mentre il cielo
è sereno. Durante la notte, i conigli hanno invaso
il camping in ogni sua parte e stamattina i proprietari
dei cani hanno un bel da fare a tenerli a bada, per impedirgli
di correre dietro ad ognuno di questi sveltissimi frugoletti
bianchi e neri. Il campeggio è disteso tra un meandro
di canali e laghetti popolati di uccelli e conigli che convivono
pacificamente con gli ospiti, un poco meno con i cani. Sulla
via di uscita individuiamo la colonnina Eurorelais, ove
scarichiamo le grigie e non carichiamo le chiare in quanto
non abbiamo monete spicciole da 0.50€.
Partiti alle 10.00, raggiungiamo Leewarden ove imbocchiamo
la A31 vero ovest, usciamo Dronrijp per acquistare qualcosa
di fresco per la giornata, poi risaliamo e ci avventuriamo
verso Afsluitdijk superando Harlingen. Raggiunta la A7 saliamo
sulla diga e iniziamo il suo attraversamento. Ci fermiamo
un paio di volte per scattare qualche foto, anche se il
tempo è mutato in peggio ed ha iniziato a piovere
con una certa insistenza. A metà diga, sotto la torre,
ci fermiamo anche a pranzo, sperando che, nel frattempo,
le condizioni meteorologiche migliorino.
Le nostre speranze naufragano nel nulla di fatto, riusciamo
comunque a sfamare qualche gabbiano e fotografare ancora
aironi grigi poi ripartiamo. Terminata la diga a Den Oever,
lasciamo l'autostrada per la N99, che in breve ci conduce
a Den Helder. Ci imbarciamo alle 14.35 sul traghetto di
collegamento con l'isola di Texel (109 km). I venti minuti
di traversata sono piacevoli e rilassanti, su una nave comoda
e ben tenuta, che non avremmo pensato tale per un tragitto
così corto. Appena sbarcati seguiamo il traffico
fino all'ufficio turistico di Den Burg, ove prendiamo una
piccola mappa dell'isola con segnalate le cose importanti
da vedere che integrano le informazioni riportate nella
guida. Decidiamo di raggiungere il punto più lontano
e riavvicinarci all'imbarco effettuando le soste per le
visite. Ci portiamo allora direttamente a De Cocksdorp e
di lì al faro ove parcheggiamo e ci concediamo una
mezz'ora di passeggiata sulla spiaggia, immensa e popolata
di locali intenti a prendere chissà quale abbronzatura.
Scendiamo poi lungo la costa occidentale fino a raggiungere
il parcheggio per la visita della zona sabbiosa e umida
De Slufter. Dal belvedere possiamo ammirare un mare di piccole
dune coperte di vegetazione e inframmezzate di piccoli stagni
e pozze di acqua, in cui pascolano una infinità di
pecore e svolazzano numerosi uccelli, che in questo ambiente
trovano il posto ideale per nidificare. Una visita approfondita,
da condursi a piedi, richiederebbe una giornata intera per
cui a malincuore ci accontentiamo e riprendiamo la discesa
raggiungendo De Koog. Dirigiamo poi verso De Hoorn con lo
scopo di visitare l'altra zona sabbiosa di Hors, ove sono
segnalati altri nidi di uccelli ma ci perdiamo nelle stradine
e nel dedalo di incroci tutti uguali e non riusciamo a raggiungere
il nostro scopo, dovremo accontentarci di vederla con il
binocolo dal traghetto. In un modo o in un altro arriviamo
all'imbarco di 't Horntje ove saliamo sulla corsa dell 18.05
precisa e puntuale.
Appena sbarcati facciamo rifornimento in quanto le nostre
risorse sono ridotte al lumicino, poi iniziamo la ricerca
di un camping per la notte. Nel girovagare per Den Helder
alla ricerca del distributore e prima alla ricerca dell'imbarco,
possiamo apprezzare le bellezze della cittadina tutta sviluppata
intorno agli ormeggi, in parte militari. Locali molto carateristici,
ristoranti su battelli ancorati e il museo della marina
militare che consente la visita di un sottomarino tirato
in secca.
Decidiamo di scendere sempre lungo la costa, per cui seguiamo
la N9 con la quale fiancheggiamo uno dei tanti canali sul
quale abbiamo la fortuna di vedere transitare alcune lente
e potenti chiatte, che causano l'apertura di diversi ponti.
I mulini a vento cominciano a divenire numerosi e la luce
del tramonto attira la nostra attenzione per scattare artistiche
fotografie in controluce. Alle 19.30 arriviamo al Golfzang
Camping di St. Maartensvlotbrug ove troviamo riparo per
la notte (198 km). Pian, piano ci stiamo avvicinando alla
zona turistica più ricercata dell'Olanda e ci accorgiamo
che aumentano i prezzi e diminuiscono gli spazi e le distanze.
Nel camping siamo abbastanza compressi, anche se sempre
ordinati, mentre la tariffa pagata è la più
alta finora sborsata. Le docce e tutti i servizi si utilizzano
tramite una chiave magnetica sulla quale va caricata una
certa cifra e che si scarica in proporzione ai secondi di
utilizzo delle docce o dell'acqua calda, delle lavatrici
o quant'altro. Con la stessa chiave si può entrare
o uscire dal campeggio azionando la sbarra all'ingresso.
Il sole tramonta alle 22.20 e noi ce ne andiamo a dormire.
Mercoledì
10 luglio 2002
St. Maartensvlotbrug, Schermer, Hoorn, Enkhuizen, Volendam,
Monnickendam, Landsmeer: 148 km
Sveglia alle 7.15, stanotte ha piovuto e ora il cielo è
coperto, tira un forte vento e la temperatura è sensibilmente
calata, ovviamente in queste condizioni il frigo va a mille,
in alcune occasioni l'abbiamo dimenticato spento e non si
è scongelato nulla. Siamo prigionieri nel campeggio,
oltretutto sprovvisto di camper service e di un qualsiasi
rubinetto adatto o adattabile al carico di acqua. Visto
che la reception apre solo alle 9.00 abbiamo tempo e modo
di riflettere sul modo di vivere il plein-air di questo
popolo. In questo campeggio, ci hanno sistemato in una piazzola
palesemente predisposta per le caravan e ci hanno chiuso
ogni spazio di manovra e di uscita con una lunga catena
chiusa a lucchetto. Oltre le solite caravan fisse e mobili
con verande in legno, giardini e altro, sono presenti divesi
furgoni attrezzati ma anche essi ancorati al terreno con
verande fisse, segno elquente della loro immobilizzazione
per lunghi periodi. Ci chiediamo a cosa serve attrezzare
un furgone a camper, per tenerlo fermo una o due settimane
in un posto come questo lontano da ogni attrattiva.
Alle 10.00 ci liberano e quindi riprendiamo il nostro viaggio.
Dirigendo verso la costa del Jisselmeer, aggiriamo Alkmaar
e subito dopo raggiungiamo la zona di Schermer ove ci fermiamo
per visitare uno dei mulini ancora perfettamente funzionante
(34 km). Ottima visita, riusciamo a vedere l'intero meccanismo,
completamente costruito in legno, in funzione compresa l'elica
di sollevamento dell'acqua. Il vento che muove le pale aiuta
notevolmente all'ambientazione. Assistiamo anche ad un breve
filmato, in olandese ma i concetti si capiscono, sul modo
di lavorare che avevano questi mulini.
Ripartiamo alle 11.45, in un qualche modo riusciamo a raggiungere
Hoorn e di qui rapidamente siamo ad Enkhuizen. Ci scontriamo
con il solito problema del parcheggio. Intanto ha ripreso
a piovere e il termostato del camper ha deciso di non segnalare
più la temperatura dell'acqua. Alla fine decidiamo
che il parcheggio della stazione, anche se non troppo invitante,
va bene e ci sistemiamo. Scesi nonostante il tempo poco
invitante, ci accingiamo a visitare qusta perla con oltre
mille anni di storia marinara alle spalle. Raggiungiamo
il Drommedaris, la torre con l'orologio a carillon posta
a guardia del porto, poi percorriamo la centrale Westerstraet
fino al municipio da dove torniamo al porto. Qui ci attendono
nugoli di gabbiani e diversi aironi in attesa delle barche
che rientrano dalla pesca.
Alle 15.50 riprendiamo la N302 per tornare verso Hoorn dove
ci immettiamo sulla A7 verso Amsterdam. Ne usciamo a Purmerend
per raggiungere alle 16.45 Volendam (129 km). Questa volta
ce la cerchiamo proprio, troviamo subito un buon parcheggio
periferico ma la sistemazione non ci gradisce, ci sono i
nomadi, allora ci tuffiamo nel traffico cittadino. Perdiamo
in breve mezz'ora di tempo e, alla fine, optiamo per un
posto lungo strada, scomodo ma certamente più sicuro
visto che è posto di fronte alle abitazioni. Raggiungiamo
il porto, veramente delizioso, con case e negozi caratteristici
e a vista sul Jisselmeer, diamo sfogo alle represse tentazioni
di acquistare souvenir per tutti i familiari. Passeggiamo
tranquillamente nella quasi totale assenza di turisti, poi
decidiamo di fermarci anche a cena. Entriamo in uno dei
ristoranti affacciati sul porto e ci gustiamo un paio di
piatti di pesce locale. Sazi e soddisfatti, ritorniamo al
camper e riprendiamo il nostro viaggio alle 19.45.
Rinunciamo all'autostrada per preferire la N247 con la quale
raggiungiamo Monnickendam che superiamo senza fermarci,
facciamo un tentativo per vie traverse di raggiungere Landsmeer
ove ci hanno segnalato un campeggio, ma il risultato è
negativo in quanto per varcare il canale bisogna prendere
un traghetto a corda ove il nostro mezzo nemmeno entra.
Optiamo allora per la via maestra. Saliamo sulla A10 che
lasciamo all'uscita 117 seguendo le indicazioni per Landsmeer
chiaramente segnalato. Arrivati al villaggio troviamo facilamente
il campeggio ove troneggia un bell'avviso 'No Drug Allowed'.
Alle 20.37 siamo magnificamente piazzati all'Het Rietveen
(148 km) con camper service a pozzetto, docce calde gratuite,
piazzole in erba con attacco elettrico, papere e conigli
per il piacere dei più piccini. Siamo alla periferia
nord di Amsterdam e, a un centianio di metri dal campeggio,
c'è il capolinea del bus che ci porta alla stazione
centrale.
Giovedì
11 luglio 2002
Landsmeer, Amsterdam: 0 km
Sveglia alle 7.30, notte tranquilla, c'è molto vento
e la cosa ci crea problemi per l'abbigliamento che dobbiamo
indossare per visitare la città in quanto si prevede
un tempo variabile. Alle 9.00 ci avviamo al capolinea del
171 che regolarmente ci attende, nessun problema per Blonde,
anzi diversi olandesi prendono il bus con cani di taglia
nettamente più grossa della nostra cucciolotta. Impieghiamo
meno di mezz'ora per raggiungere la Central Station, ove
ci procuriamo qualche informazione aggiuntiva nel locale
VVV. Percorriamo la già animata Damrak fino a raggiungere
il Dam, la piazza ove si affaccia il Koninklijk Paleis,
palazzo reale, di fronte al quale si erge un obelisco il
cui aspetto e colore, bianco sporco, sembra richiamare alla
mente un monumento alla 'canna', caratteristica peculiare
di quasta città il cui odore si avverte chiaramente
percorrendo certi vicoli. Non possiamo accedere n
al palazzo, n alla Niewe Kerk in quanto entrambi chiusi
per celebrazioni. Percorriamo allora Kavelstraat fino allo
Spui da dove andiamo a visitare l'incantevole Begijnhof.
Passati sul Rokin, il canale e le banchine del vecchio porto,
arriviamo a Muntplein che è ora di pranzo.
Approfittiamo del locale Mc Donald e ci togliamo rapidamente
il pensiero. Usciti sotto un cielo poco raccomandabile,
ci dobbiamo subito riparare sotto gli archi della torre
per evitare un acquazzone che, fortunatamente dura poco.
Prendiamo allora la via del Sigel dove si trova il mercatino
dei fiori. Acquistiamo qualche bulbo di tulipano, attraversiamo
parte di Leidestraat, con numerosi locali per 'canne' che
aprono solo in serata, quindi percorrendo Prinsegracht e
Spiegelgracht raggiungiamo il magnifico edificio del Rijksmuseum.
Nei giardini posteriori ci concediamo una nuova sosta in
relax, seduti ai bordi della grande fontana, mentre Blonde
si gode l'immenso spazio del prato, ancora umido dalla pioggi
e Diana prova le attrazioni presenti. Lungo il percorso
abbiamo potuto rilevare un nuovo prezzo per il kit Canon
EOS 300, in un negozio di foto era venduto a 379€.
Rimessici in cammino, prima raggiungiamo Leidseplein poi,
nuovamente, Muntplein da dove prendiamo Kloveniersburgwal
oltre la quale raggiungiamo Neuw Markt, la piazza del mercato
ove si trova il Waag, ex pesa pubblica, molto bello e scenografico
ma oppresso dalle bancarelle del mercatino dei dischi, quelli
in vinile, e dai tavoli dei locali. Imbocchiamo Zeendijk
seguendo la quale ci inoltriamo nel quartiere cinese, con
tanto di coloratissimo tempio buddista, ambiente nel quale
aleggia un intenso profuno di olio fritto. Presa la prima
via d'uscita disponibile finiamo nel quartiere a luci rosse
con le donnine, alcune anche donnone, in vetrina, i locali
con spettacoli sexy e i caffè macho vietati ai minori.
Tutto si sviluppa alle spalle del Beurs, l'edificio della
borsa, tra Warmoesstraat e Voorburgwal, a due passi dal
Damrak.
Raggiunta rapidamente la Central Station, riusciamo a prendere
la corsa delle 17.16 del 171 che ci riport al campeggio.
Sul bus incontriamo Luigi, figlio di emigranti italiani
da Nocera Inferiore, che salutiamo cordialmente da queste
righe, col quale intavoliamo una piacevole conversazione
sulle differenze caratteristiche tra olandesi e italiani
e che finisce comunque col parlare di spaghetti, limoncello
e caffè kimbo. Arriviamo al campeggio che sono le
18.00 esausti, con Blonde addormentata sul bus. Chiudiamo
la serata ammirando il magnifico tramonto che staglia la
sagoma di un mulino sulle calme acque del lago, mentre le
papere si contendono i pezzi di pane che Diana gli lancia
e il pulmino tutto tricolore del gelataio italiano è
letteralmente assalito dagli ospiti del campeggio.
Venerdì
12 luglio 2002
Landsmeer, Amsterdam: 0 km
Sveglia alle 7.30, notte assolutamente tranquilla. Per oggi
si parte con cielo sereno, assenza di vento e temperatura
calda. Il primo obiettivo della giornata è la visita
alla casa di Anna Frank, che raggiungiamo scendendo ancora
per il Damrak, fino alla piazza Dam, e seguendo poi la direttrice
per Raadhuisstraat, fino ad arrivare sulla piazza della
Westerkerk. La casa di Anna Frank è appena girato
l'angolo in Prinsegracht al numero 263. La coda di persone
per la visita dura un'ora, per cui considerata la presenza
di Blonde, che non sappiamo se può accedere, ci accontentiamo
di commemorare da fuori. Torniamo sulla piazza Westermarkt
e riusciamo, con un poco di attenzione, ad individuare il
monumento alle vittime omosessuali del nazismo, composto
da tre triangoli rosa di cui uno quasi nel canale. Fatto
uno spuntino decidiamo di attraversare la città per
recarci all'orto botanico. Facciamo a ritroso tutta la strada
fino al Dam, aggiriamo il monumento alla canna, sull'altro
lato della piazza, e ci inoltriamo nella animata Damstraat,
con diversi caffè che aprono nella tarda serata,
vietati ai minori in quanto servono anche erba. Percorrendo
Jodenbreestraat notiamo in Waterlooplein, la parallela,
il mercato delle pulci e ci rechiamo a visitarlo. Vi si
trova a prezzi irrisori tutto quanto c'è nelle strade
più in di Amsterdam. Raggiunto l'Orto Botanico abbiamo
un'appetito tale che non abbiamo voglia di visitarlo così
torniamo brevemente indietro e pranziamo a panini, piuttosto
cari, in un bar italiano in Jodenbreestraat. Ripresa la
marcia, gettiamo un breve sguardo sull'incantevole canale
Oudeschans, poi ancora attraverso la piazza del Waag e,
il quartiere a luci rosse, torniamo al Damrak. Saliamo su
uno dei battelli che effettuano il tour in barca della città
. Mai scelta è stata più infelice, veri soldi
buttati. Primo perchè Amsterdam è più
bella a piedi, secondo perchè dal battello non si
vede un'accidente. Teminata comunque la via crucis acquatica,
prima di tornare a casa facciamo una visitina in un grande
magazzino sul Damrak, niente di eccezionale a parte la caffetteria
che sforna dolci a profusione.
Rientriamo al campeggio con la corsa delle 17.55 e ci fermiamo
presso il market di Landsmeer per fare un poco di spesa.
Arriviamo a casa alle 19.00, sotto un cielo minacciosamente
rannuvolato e con una temperatura decisamente fresca. Stasera
niente tramonto romantico solo foraggio in quantità
per le papere e i due conigli proprietari del prato dove
siamo ospitati.
Sabato
13 luglio 2002
Landsmeer, Sassenheim, Lisse, Krimpen a. d. Ijssel, Kinderdijk,
Rotterdam, Brouwershavense Gat, Scharendijke: 262 km
Sveglia alle 7.30, prima di lasciare il campeggio facciamo
un completo camper service e ci avviamo alle 9.30. Non ci
è difficile lasciare Amsterdam seguendo il ring A10,
così, sottopassando parte dell'aeroporto ci troviamo
in direzione di Rotterdam, diretti a Lisse. Siamo sulla
A4 che percorriamo fino alla deviazione con la A44 che seguiamo
fino all'uscita di Sassenheim da dove risaliamo verso Lisse.
Arriviamo presto al Kaukenhof ma troviamo tutto chiuso,
la stagione dei tulipani è finita. Torniamo allora
sui nostri passi e ripresa la A4 scendiamo verso Den Haag
e Delft diretti a Rotterdam. I cartelli luminosi ci avvisano
di una chilometrica coda per arrivare in città ,
allora decidiamo di virare sulla A12, in direzione Gouda
per raggiungere Kinderdijk.
Alle 12.30 siamo a Krimpen a. d. Ijssel cercando di raggiungere
Kinderdijk lungo la N210. Pranziamo nel parcheggio immenso
e tranquillo del parco alle porte della città , poi
facciamo una lunga e rilassante passeggiata lungo i canali
e il lago. Scambiamo qualche informazione con un camperista
locale che ci suggeriscce di approfittare del traghetto
di Krimpen a. d. Lek in modo da accorciare di una trentina
di chilometri il percorso.
Partiamo alle 13.50 e, seguendo il consiglio, usando una
certa cautela all'imbarco e allo sbarco, superiamo rapidamente
il Lek e raggiungiamo Kinderdijk (158 km) in dieci minuti.
Esiste qui un immenso parcheggio alle porte del paese quasi
vuoto, nonostante la giornata prefestiva, ma è protetto
da sbarre a due metri, quello a ridosso della zona dei mulini
è ovviamente pieno e, per il nostro mezo, troppo
angusto, abbiamo qualche difficoltà ad uscirne. Ci
fermiamo allora in una via traversa, di fianco al campo
sportivo, sotto i platani, all'ombra e in piano, tra le
abitazioni a 500 metri dalla passeggiata dei mulini.
Affittiamo due malandate bici, per la felicità di
Diana, e scorazziamo per un'ora tra canali e mulini al vento,
poi ci rifocilliamo un poco e torniamo al camper. Lungo
il tragitto di ritorno troviamo ogni negozio chiuso già
dalle 16.00, per cui niente spesa e niente souvenir, meno
male che al bar abbiamo acquistato l'adesivo.
Ripartiamo alle 17.00 raggiungendo rapidamente la A15 in
direzione di Rotterdam. Aggiriamo tutta l'area metropolitana
dal lato sud, superando tutte le uscite dirette ai vari
moli, che sono decine di migliaia. Al termine di una decina
di chilometri di porto e raffinerie, abbiamo l'allucinante
visione del futuro che ci attende, ciminiere, tubi e quantaltro
nell'intento di produrre la maggior quantità di smog
che sia possibile, ovviamente tutto per il nostro benessere.
A Maasluis la A15 torna ad essere una più umana N15,
ma presto la lasciamo per imboccare la N57, con la quale
superiamo uno dei bracci della foce della Mosa e dirigiamo
verso sud. Viaggiamo con regolarità e, godendoci
meravigliose viste ora sul mare, ora sulle foci dei fiumi,
superiamo la prima diga, Haringvlietdam. Passiamo anche
la seconda, Brouwershavense Gat e proseguiamo per un breve
tratto poi cerchiamo di raggiungere la costa per trovare
posto in qualche camping. Sono le 19.00 ed effettuiamo diversi
tentativi di entrare in campeggio tornando verso la Bwowershavense
Gat ma falliscono in quanto non accettano cani o le reception
sono chiuse dalle 16.00 o i campeggi, piuttosoto piccoli,
sono pieni. Alle 20.00, finalmente troviamo posto nella
zona camper dell'Het Karreveld di Scharendijke proprio alle
spalle della diga alla foce del Reno (262 km). C'è
un vento teso talmente freddo che ci fa rinunciare alla
doccia presso i servizi, scarsi ma ben tenuti. Questo è
quello che da noi potremmo paragonare a un parcheggio per
camper, offre i minimi servizi ad un prezzo, per la zona
abbastanza contenuto. Abbiamo pagato anche la tariffa per
Blonde la quale comunque deve essere tenuta al laccio, non
può utilizzare alcun servizio e deve passeggiare
fuori dal campeggio, meno male che può respirare.
Domenica
14 luglio 2002
Scharendijke, Middelburg, Berger op Zoom, Antwerpen, Bruxelles,
Namur, Han sur Lesse: 320 km
Sveglia alle 7.30, abbiamo passato una notte tranquilla,
cullati dal vento che ora è calato d'intensità
ma è sempre presente anche se meno freddo. Dato l'enorme
ritardo acumulato sul programma di viaggio, siamo costretti
ad un ennesimo, drastico taglio al percorso e, per oggi,
prevediamo di seguire la direttrice Middelburg, Berger op
Zoom, Antwerpen, Bruxelles, Namur, Han sur Lesse. Partiamo
alle 9.30 e, in mezz'ora, raggiungiamo la possente Osterscheldedam,
diga con chiuse alla foce della Schelda dalla quale defluisce
l'acqua del fiume nell'oceano con una pressione strepitosa.
Dalla parte opposta al parcheggio ove siamo noi, si trova
l'interessante Delta Expo, complesso di edifici che raccolgono
mostre e museo sulla storia e le vicende che hanno condotto
alla realizzazione del complesso di dighe presenti nell'Olanda
meridionale per regolare i flussi e riflussi delle acque
tra il fiume ed il mare ed evitare disastrose inondazioni.
Ripartiamo alle 11.20 per ancora una mezz'ora di viaggio,
fino a parcheggiare sotto la complessa costruzione dell'Abdij,
nel centro di Middelburg, alla ricerca di un supermercato
aperto ove fare le spese quotidiane. Ripartiamo quasi subito
in quanto troviamo tutti gli esercizi chiusi per la festività
. Uscendo dalla cittadina abbiamo anche la possibilità
di ammirare lo splendido edificio dello Stadthuis, il municipio.
Prendiamo la A58 che corre sulla lingua di terra tra due
bracci della Schelda e, alle 13.00, ci fermiamo per il pranzo
(72 km) nel parcheggio antistante il Mc Donalds nella zona
industriale di Goes. C'è così poca animazione
che pranziamo e ci rimettiamo in marcia in mezz'ora. Alle
14.00, ripresa la A4, rientriamo in territorio belga (113
km) con conseguente peggioramento del fondo stradale. Alle
15.30, alla fine di un monotono viaggio in autostrada, superata
senza sosta anche una storica e antica città come
Antewerpen, parcheggiamo nei pressi dell'Athonium a Bruxelles.
Siamo entrati in città dalla parte del quartier generale
della NATO, l'abbiamo poi quasi aggirata seguendo le indicazioni
lungo uno dei ring a scorrimento veloce fino a raggiungere
questo maestoso monumento al progresso. Scattiamo due foto,
mangiamo un gelato poi ci spostiamo nei prati e nel bosco
del parco per dare modo a Blonde di sfogare un poco al sua
animosità repressa nel trasferimento in camper della
mattina.
Rientrati al camper facciamo una corpulenta merenda e ci
rimettiamo in marcia che sono le 16.50. Per imboccare la
A4 verso Namur, attraversiamo diagonalmente la città
traendone una sensazione non eccezionale. Nonostante la
segnaletica approssimativa, riusciamo a non perderci e alle
17.40 imbocciamo la A4 con la quale superiamo Namur e Dinant
con una certa regolarità , in virtù del fatto
che il traffico è quasi assente. Abbiamo attraversato
zone boscose e collinose che riconcialiano con la natura.
Alle 19.00 arriviamo ad Han sur Lesse, grazioso centro delle
Ardenne che ci accoglie nella parte riservata ai camping
car del parcheggio circostante la chiesa (320 km). Il centro
è ancora animato con i ristoranti aperti mentre,
ovviamente, il giro delle grotte ha chiuso già dalle
18.00.
Lunedì
15 luglio 2002
Han sur Lesse, Noirefontaine, Herbeumont, Florenville, Orval,
Virton, Signeulx, Baranzy, Musson, Aubange, Athus, Petange:
154 km
Sveglia alle 7.30, notte tranquilla e silenziosa. Stamattina
piove e siamo in compagnia di altri cinque equipaggi. La
biglietteria e la stazione di partenza per la visita delle
grotte distano non più di 500 metri dal parcheggio.
Partiamo con il trenino delle 10.00, il primo della giornata,
e la visita si rivela molto interessante e scenografica.
Dura un'ora e mezza, la consistenza e la vastità
delle concrezioni non sono all'altezza di altre già
viste ma l'ambientazione, la scenografia e la presenza del
fiume sopperiscono a queste carenze. Usciamo in barca sulla
Lesse, dopo aver percorso tre chilometri sotto terra ad
una profondità di oltre 100 metri. Si ritorna al
paese, non molto lontano, a piedi attraverso il parco giochi
e il centro visitatori appositamente allestiti sul percorso.
I turisti arrivano numerosi, mentre noi pranziamo con tre
omelette jambon e fromage, servite magistralmente nel ristorante
annesso alla boulangerie, annaffiate con la gustosa birra
'blonde de Han' di produzione artigianale locale.
Acquistato ancora qualche ricordino, partiamo allle 13.45.
Imbocchiamo la N899 con la quale dirigiamo verso Bouillon.
Poco prima di raggiungerla confluiamo sulla N89, che lasciamo
poco dopo, seguendo le indicazioni per Noirefontaine sulla
N865, dove iniziamo a seguire il corso della Semois, tra
boschi e panoramici punti di vista. Il percorso è
di alto valore paesaggistico, si risale la valle della Semois.
Ci femiamo a Herbeumont, ove l'area attrezzata è
occupata da un campo nomadi così, per fare un breve
giro nel grazioso villaggio, parcheggiamo di fronte alla
Mairie. Ripreso il cammino superiamo prima St. Cecile sur
Semois, poi Florenville porta d'ingresso della fitta Foret
d'Orval. Alle 16.50 arriviamo all'abbazia d'Orval (94 km).
Ci fermiamo nell'ampio parcheggio antistante l'entrata del
monastero, ottimo anche per la notte, di fianco al laghetto
popolato di cigni e immerso nella vegetazione boschiva.
Visitiamo le rovine medievali, la fontana di Matilde di
Canossa e l'interessante mostra disposta tra le fondamenta
della nuova abbazia.
Ripartiamo alle 18.45, alla chiusura delle visite e ci rimettiamo
sulla N88 con l'intento di viaggiare ancora un'oretta. Presto
superiamo Virton e cominciamo a cercare un posto adatto
al pernottamento. Signeulx, Baranzy, Musson, Aubange, i
paesi passano come il tempo ma non troviamo alcuna soddisfacente
sistemazione. Fallito anche il tentativo di posteggiare
presso la stazione ferroviaria di Athus, alle 20.00 rientriamo
in Lussemburgo. A tre chilometri dalla frontiera troviamo
Petange ove entriamo e seguiamo le indicazioni per Lamadelaine
e, alla vista del campo sportivo, entriamo nella strada
che lo fiancheggia convinti di trovarvi un parcheggio. Effettivamente
quello che serve gli impianti è inutilizzabile, in
quanto stretto ed accerchiato di abitazioni ma, in fondo
alla strada, ne troviamo un altro al bordo di un parco boscoso
certamente tranquillo e meno invasivo del precedente e decidiamo
di fermarci (154 km). La zona è popolata di villette
e sembra essere oltremodo sicura e tranquilla, inoltre il
parcheggio è illuminato.
Martedì
16 luglio 2002
Petange, Esch sur Alzette, Remich, Saarluis, Volklingen,
Saarbrucken, Sarreguemines, Bitche, Hauguenau, Strasburgo:
277 km
Sveglia alle 7.30, notte assolutamente tranquilla e silenziosa
trascorsa in compagnia degli uccellini del vicino bosco.
Partiamo alle 9.10 sotto un cielo sereno e con una temperatura
già elevata. Abbiamo certamente almeno cinque gradi
in pi di ieri quando, per buona parte della mattinata,
ha piovuto. Raggiunta Esch sur Alzette saliamo sulla A13
seguendo la direzione Schifflange, appena incrociata la
A3 per Lussemburgo si torna sulla statale e, in un continuo
susseguirsi di saliscendi, in poco più di un'ora
siamo a Remich ove, lungo la discesa abbastanza ripida,
facciamo l'ultimo economico rifornimento di carburante in
uno dei tanti, tantissimi distributori presenti ai due lati
della strada prima del confine virtuale con la Germania
(53 km). Anche in territorio tedesco troviamo lo stesso
ambiente collinare lasciato nel granducato e ci sorbiamo
un lungo tratto di ondulazioni, poi troviamo l'autostrada
A620, con la quale superiamo Saarluis e il polo industriale
di Volklingen, alle 11.30 arriviamo a Saarbrucken. Entriamo
in centro e lo percorriamo diverse volte prima di trovare
il parcheggio a parcometro alle 12.10 in una via poco lontana
dal centro (138 km).
Scesi dal mezzo, inizia a piovere, imperterriti noi dirigiamo
verso il centro, anche spinti dalla fame. Pranziamo da Mc
Donald e, visto il tempo inclemente, ci rifugiamo poi nei
magazzini Karstadt. Appena spiovuto torniamo verso il mezzo
cercando anche di visitare la ....... Ma la troviamo chiaramente
chiusa.
Alle 14.10 ci rimettiamo in marcia ed usciamo dalla città
lungo la N51 con la quale in un quarto d'ora rientriamo
in Francia e raggiungiamo Sarreguemines dove ci immettiamo
sulla D620 per Bitche. Scendiamo poi verso sud con la D62
fino ad Hauguenau ove arriviamo che sono le 16.00 (238 km).
Attraversiamo anche questo confuso polo commerciale e, saliti
sull'autostrada in mezz'ora siamo alla periferia di Strasburgo.
Seguiamo direttamente le indicazioni per Place de l'Etoile
ove ci fermiamo nella parte sterrata del parcheggio poco
prima delle 17.00 (277 km), in mezzo ad altri mezzi che
ci hanno preceduto. Piove a dirotto, facciamo un cosulto
sul da farsi anche alla luce del fatto che parte del parcheggio
è occupata da un campo nomadi. La sistemazione è
assolutamente indecente, siamo in pendenza e circondati
dal fango. E' questa l'ennesima occasione in cui constatiamo
ccome le grandi città non amino i camper. Anche qui,
come precedentemente a Saarbrucken, abbiamo trovato solo
parcheggi angusti con limitate possibilità di manovra.
Gli altri equipaggi presenti sono tedeschi, francesi e due
italiani.
Alle 20.00 ancora piove ma noi siamo ancora qui, anche se
non siamo riusciti a mettere piede fuori dal mezzo. Decidiamo
allora di passare la notte in questa posizione infausta,
disturbati dal traffico, nella speranza di un domani migliore
in modo da poter sfruttare al meglio l'unico lato positivo
della situazione ossia la presenza della fermata del tram
spaziale che, in pochi minuti, conduce direttamente in centro.
Mercoledì
17 luglio 2002
Strasburgo, Freudenstadt, Lossburg, Alpirsbach, Schiltach,
Wolfach, Triberg, St. Georgen im Schwarzwald, Villingen,
Donauschingen: 178 km
Sveglia alle 7.30, ha piovuto costantemente per tutta la
notte, a tratti anche con violenza. La pendenza del parcheggio
è stata provvidenziale per evitarne l'allagamento.
Stamane non piove ma il cielo, uniformememente coperto,
non promette nulla di buono. L'umidità lasciata dalla
pioggia e il colore plumbeo della luce filtrata dalle nubi,
danno una tonalità particolare al nero dei tetti
e al rosso cupo degli edifici del centro che possiamo appena
intravvedere. Durante la serata e la notte il parcheggio
si è popolato di mezzi.
Decidiamo comunque per una visita e prendiamo il tram spaziale
per il centro alle 9.30, dopo aver acquistato i biglietti
al distributore automatico della fermata di fronte all'Hotel
de Ville con la carta di credito, ora capiamo perch
lo chiamano tram spaziale. Seguendo le indicazioni date
durante gli annunci delle varie fermate, scendiamo a quella
più vicina al centro storico e, percorrendo un breve
tratto a piedi in caratteristiche viuzze, presto sfociamo
sulla piazza della cattedrale. I negozi di souvenir sono
già tutti aperti, così non abbiamo difficoltà
a trovare cartoline e piccoli omaggi da portare a casa.
Diana ci fa da guida, essendo stata qui giusto lo scorso
anno. Entriamo in cattedrale e la visitiamo a turno per
non abbandonare Blonde. All'uscita stentiamo a fare qualche
foto data la dimensione verticale dell'edificio compreso
dell'unico campanile terminato.
Pian, piano ci allontaniamo e dirigiamo verso la zona detta
della Petite France. Veramente scenografico tutto il quartiere
con i canali e le ex torri di guardia, le case e i negozi
caratteristici, le chiuse e i battelli che le attraversano,
una piccola olanda. Sempre a piedi torniamo verso la cattedrale
ove ci rechiamo dall'amico Mc per il pranzo poi riprendiamo
il tram e torniamo al parcheggio che sono le 13.30. Il camper,
che stamane avevamo lasciato praticamente da solo, è
ora circondato di mezzi di ogni nazione, anche svedesi e
spagnoli. Prima di muoverci scriviamo le ultime cartoline
e le imbuchiamo sotto l'Hotel de Ville. Partiamo alle 14.10
e, seguendo le chiare indicazioni, in dieci minuti superando
il Reno, entriamo in Germania. Secondo il nostro progetto
dovremmo seguire la direttrice verso sud est ma, considertao
che il nostro obiettivo odierno è Donauschingen e
la raggiungeremmo in poco tempo, decidiamo stavolta di allungare
e recerci a Freudenstadt per poi attraversare la Schwarzwald
per raggiungere le sorgenti del Danubio.
Anzich dirigere verso Offenburg prendiamo allora la
direzione per Oberkirch, restando di fatto sulla N28. In
un ambiente sempre più verde, risaliamo al valle
del Rench superando Oppenau e Bad Peterstal. La strada si
inerpica con diversi tornanti fino a oltre 1000 metri di
altitudine per convergere con la Schwarzwald Hochstrasse.
Alle 15.45 ci fermiamo in uno dei parcheggi posti sotto
il centro di Freudenstadt (72 km). La pioggia che ci aveva
concesso una tregua per visitare Strasburgo, ci raggiunge
appena parcheggiato, scendiamo così con gli ombrelli
già aperti. Raggiunta Marktplatz, la piazza centrale,
ne percorriamo il periplo sotto gli archi fermandoci qua
e là in qualche negozietto, senza trovare però
alcunchè particolarmente attraente, mentre la piazza,
ornata di fiori, è deserta a causa della pioggia.
Rientriamo al camper alle 17.10, facciamo merenda con thè
caldo e torta di mele acquistata a Strasburgo.
Ripartiamo alle 17.35 prendendo la N294 con la quale, raggiunta
Lossburg, scendiamo nella valle del Kinzig, superiamo Alpirsbach
e presto siamo a Schiltach che superiamo così come
Wolfach. Poco prima di Hausach prendiamo la N33 e risaliamo
la valle del Gutach, sempre tra boschi e vegetazione rigogliosa.
Nel tratto di strada appena prima di arrivare a Triberg,
troviamo case a forma di orologi a cucù con migliaia
di orologi in vendita, è però tutto già
chiuso in qunto essendo le 18.40 è già scattato
il coprifuoco.
Scolliniamo e scendiamo nella valle del Brigach che incontriamo
a St. Georgen im Schwarzwald, ove viene chiaramente segnalata
un'area attrezzata per camper. Superata Villingen troviamo
presto l'autostrada che in breve ci porta alla periferia
di Donauschingen. Alle 19.45 arriviamo al camping Riedsee
di Donauschingen ove alloggeremo per la notte (178 km).
Solito baraccamento di stanziali, non possiamo giudicare
bene questo campeggio in quanto, pur avendo piazzole ampie
e ordinate su erba, ha pochi blocchi servizi, anche se gli
stessi sono numerosi e spaziosi. La cosa che più
ci spinge alla scarsa valutazione, non è tanto il
fatto che sia presente solo lo scarico per toilette a cassetta,
ma la assoluta assenza di un qualsiasi rubinetto per poter
caricare acqua potabile, presente solo all'interno delle
baracche dei bagni. Si va a letto presto, non essendoci
molta vita in giro, anche a causa del tempo pessimo.
Giovedì
18 luglio 2002
Donauschingen, Friedrichshafen, Lindau, Bludenz, Passo Resia,
Merano: 308 km
Sveglia alle 7.30, sorpresa, stamattina non piove e c'è
anche il sole. Facciamo subito i conti con gli orari del
campo di Riedsee, di corsa a buttare le immondizie in quanto
lo si può fare solo dalle 7.30 alle 9.30, di corsa
al market perchè alle 10.00 chiude, Blonde deve fare
la passeggiata fuori dal campeggio e ci domandiamo perchè
ha pagato 2.50 euro se non ha utilizzato neanche il suolo
per camminare. Riusciamo a svolgere tutto con ordine e puntualità
in modo da muoverci per le 9.30. Entrati in Donauschingen
ci rechiamo a svolgere le operazioni di carico e scarico
presso il camper service situato nella zona dello Sport
Centrum, appena dopo l'autostrada, all'entrata del complesso
di edifici del depuratore. Alle 10.30 siamo al parcheggio
autorizzato per il pernottamento, in Furstenberg Strasse.
Siamo nella contrada Donauquelle, ove si trova il parco
e il castello dei principi Furstenberg, all'interno del
quale esiste una polla di acqua che è indicata come
la sorgente del Danubio, con tanto di monumento e dedica.
La passeggiata è serena e piacevole, più che
la sorgente, alla quale comunque effettuiamo qualche foto,
ci piacciono i giardini ed il bosco del parco. Usciamo dalla
parte opposta e ci rechiamo in paese fin quasi al municipio.
Facciamo colazione in piazza, poi la spesa, piuttosto cara,
al supermercato.
Riprendiamo il nostro viaggio alle 12.00 dirigendo verso
il Bodensee. Lungo l'autostrada individuiamo ancora falchi
in volo e forse l'ultimo airone. La strada si snoda parallelamente
al confine svizzero, così abbiamo modo di captare
una stazione radio che trasmette in lingua italiana e ci
tiene informati sulla situazione meteo e del traffico di
casa nostra. Alle 13.30 ci fermiamo (114 km) nel parcheggio
del supermercato Kaufland alla periferia di Friedrichshafen
e qui pranziamo. La sosta è allietata dal passaggio
di un dirigibile sul lago. Prima di rimetterci in moto facciamo
una breve visita al centro commerciale che troviamo piuttosto
scarso.
Ripartiamo alle 15.00 e, alla periferia di Lindau, acquistiamo
la vignette per le autostrade austriache per 10 giorni pagando
7.61 euro. Entriamo in Austria alle 15.40 (140 km). Passata
l'uscita per Bludenz, lungo la Klostertal, la monotonia
del viaggio autostradale è ravvivata dalla visione
di numerose cascate particolarmente ricche grazie alla pioggia
caduta nei giorni scorsi. Ci fermiamo alle 16.45 nella Tankstelle
di Klosterle per il rifornimento e la merenda a base di
gelati. Ripartiamo alle 17.15 e, tre quarti d'ora dopo,
prendiamo la strada per il Reschenpass (269 km). Un'ora
di salita regolare e tranquilla lungo una stupenda vallata
con meravigliosi panorami ci conduce al confine italiano
(318 km). Scattiamo qualche foto sul piazzale della ex dogana,
ampio e utilizzato dai tir per il pernottamento poi dirigiamo
verso il lago. Giunti presso il campanile sommerso ci fermiamo
per le foto di rito e possiamo anche informarci sulla storia
di questi posti raccontata dai pannelli informatori, con
tanto di foto d'epoca che riportano la situazione dei luoghi
prima della costruzione della diga. Impera comunque e ovunque
un perentorio divieto al pernottamento libero.
Ripresa la discesa, nel primo tratto un poco impegnativa,
facciamo un tentativo a Glorenza, ma l'area di sosta risulta
chiusa per lavori di sistemazione, non potendo fare marcia
indietro, data la pendenza, sconsideratamente entriamo in
paese e presto la situazione si complica. Fortunatamente
troviamo ad un incrocio sufficiente spazio per manovrare
e tornare sui nostri passi. Scendiamo ancora lungo l'Adige
ma, anche a Silandro, non troviamo spazio sufficiente. Alle
20.45 ci fermiamo a Laces (378 km), ceniamo e ripartiamo,
in quanto in tutto il territorio comunale è vietato
pernottare fuori dal campeggio. Sono le 22.00 e scendiamo
con accortezza la valle dell'Adige effettuando qualche altro
tentativo di trovare una sistemazione adeguata. Alle 23.20
arriviamo nel grande parcheggio antistante la stazione ferroviaria
di Merano, ove sostano già diversi equipaggi, non
solo italiani, e ci sistemiamo per dormire (308 km).
Venerdì
19 luglio 2002
Merano, Bolzano, Modena, Bologna, Firenze, Arezzo, Orvieto,
Roma Nord, Castel Gandolfo: 717 km
Un certo baccano ci sveglia alle 5.40, su una parte del
piazzale stanno installando i banchi del mercato e temiamo
di rimanere bloccati. Il cielo è sereno e prevediamo
una giornata calda. La notte è trascorsa tranquilla
e insperatamente silenziosa. Prima di partire nell'atrio
della stazione effettuiamo un prelievo al bancomat e acquistiamo
Plein Air che, guarda caso, pubblica un servizio sull'Olanda.
Partiti alle 7.00, in mezz'ora siamo a Bolzano, ove prendiamo
la A22. A Modena, dove siamo per le 11.00 (262 km) prendiamo
la A1. Arriviamo a Firenze Nord alle 12.45 (394 km) e poco
dopo ci fermiamo un'oretta per il pranzo. Riprendiamo la
galoppata alle 14.30 per un'ora di viaggio. Cogliamo l'occasione
del rifornimento per un gelato. Passiamo ad Orte alle 17.15
(613 km) per arrivare al casello di Roma Nord alle 17.50
(656 km). L'uscita dall'autostrada è abbastanza rapida
così presto ci troviamo sul GRA, un vero fiume di
macchine. Arriviamo a casa alle 19.40 (717 km), per percorrere
gli ultimi 60 km abbiamo impiegato quasi due ore, bentornati
a casa.
Conclusioni
Tutti
i camping e le aree attrezzate private frequentate accettano
i cani, altrimenti non ci saremmo andati. In genere le regole
sono che devono essere mantenuti nelle piazzole di destinazione
dell'equipaggio e, in caso di spostamento, tenuti comunque
al laccio. I bisogni vanno immediatamente eliminati a cura
del proprietario. Come negli anni scorsi, in nessun caso
ci è stato richiesto il certificato di vaccinazione,
pertanto si potrbbero anche evitare le lungaggini burocratiche
per il suo rilascio prima della partenza. Va tenuto presente
che, a seconda della zona in cui ci si reca, l'animale può
contrarre malattie non diffuse dalle nostre parti (area
mediterranea) per cui, per il benessere dell'animale e per
la tranquillità dei proprietari, rimane buona norma
effettuare certamente la vaccinazione antirabbica ed, eventualmente,
ogni altra che un coscenzioso veterinario potrà suggerire
in relazione al percorso del viaggio. La nostra cagnolina,
pur avendo incontrato e annusato cani di ogni razza e nazionalità,
è tornata a casa in piena salute.
Dobbiamo dire che in Olanda abbiamo incontrato sovente piacevoli
migliorie della rete stradale rispetto a quanto riportato
sulla carta stradale acquistata in Italia. Numerose statali
sono state elevate al rango di autostrade, doppia carreggiata,
corsie multiple, assenza di incroci, con conseguente riduzione
del tempo di percorrenza.