ISOLA D'ELBA - 2003
di Luca Galeotti
Equipaggio:
Luca e Lucia + Oliviero, Francesca, Marta e Spino
Mezzo: Mobilvetta Zebra del 1981
Periodo: dal 21 al 23 marzo 2003
21
marzo 2003
La partenza avviene nel pomeriggio del venerdì con
prima tappa: Pisa. Qui ci attendono mio fratello Oliviero,
mia cognata Francesca, la mia nipotina Marta ed il piccolo
Spino, un fox terrier simpaticissimo che ha inaugurato l'ospitalità
per gli amici a quattro zampe da parte del nostro Ettore.
Per Oliviero e tutti gli altri è la prima esperienza
in camper e va detto subito che se la sono cavata benissimo;
a cominciare da Spino che è stato davvero superbo
e da Marta che non vedeva l'ora di provare questa nuova
esperienza. Con loro siamo stati proprio bene. Anzi, benissimo.
Siamo diretti all'Elba ed arrivati a Piombino, dopo aver
perso di un soffio il traghetto della Toremar per Portoferraio,
riusciamo poco dopo ad imbarcarci con la Moby. Paghiamo
qualcosa di più: 58 e passa euro rispetto ai 52 della
Toremar.
Sono le 19,30 quando lasciamo il porto e dopo un'oretta
siamo all'Elba. La nostra mini vacanza è oramai iniziata.
È buio, ma per la cena cerchiamo un punto panoramico.
Ci rechiamo così verso l'Enfola che ho avuto modo
di conoscere ed apprezzare grazie alla mia passione per
la subacquea e ci fermiamo sulla strada all'incrocio tra
Enfola e Viticcio, ammirando il bellissimo golfo sottostante
che ci fa intravedere anche Marciana Marina all'orizzonte.
Nonostante avessimo caricato la cambusa di ogni bendiddio,
il nostro entusiasmo viene bruscamente stoppato da Francesca
che ci catechizza con l'imperativo di pasti leggeri e poco
calorici
alla fine ci rendiamo conto che era tutto
un bluff, con una mondiola (insaccato tipici della Garfagnana)
spolverata ed un chilo di pane decimato
Finita la cena ci dirigiamo a Marciana Marina dove fuori
stagione è possibile sostare per la notte all'ultimo
parcheggio, accanto al porto; proprio dinanzi al mare.
Il paese è davvero carino e la mattina dopo con Lucia
e Marta approfittiamo per esplorarlo un po' mentre Oliviero,
Francesca e Spino vanno a scoprire di corsa un sentiero
(ce ne sono tantissimi e ben segnalati all'Elba) che li
conduce fin quasi a Marciana Alta.
22
marzo 2003
Il tempo è bello, anche se un po' velato e ripartiamo
per fermarci in qualche spiaggia. La prima tappa è
Sant'Andrea dove a 200 metri dal mare c'è un parcheggio
dove si possono fermare anche i camper. È ancora
freddino e la vicinanza del Monte Capanne, addensa sulla
zona molte nubi, così proseguiamo e ci fermiamo alla
bella spiaggia di Fetovaia, dove parcheggiamo proprio sul
mare, in barba ai divieti per i camper che ci fanno supporre
che d'estate questo luogo sia per noi off-limits.
Vigili in giro non ce ne sono e così ci gustiamo
il posto con una rinfrancante dormita dopo il pranzo che
abbiamo preparato io e Lucia (Francesca, visto il precedente,
era stata confinata in spiaggia
.) godendoci il sole
primaverile che nel frattempo aveva spazzato via tutte le
nubi.
Verso le quattro siamo di nuovo con Ettore che ci conduce
a Marina di Campo dove siamo in cerca dell'area di sosta.
Ci fermiamo prima in un parcheggio per sole auto, che fortunatamente
ha la sbarra alzata e ne approfittiamo per comperare la
classica schiaccia briaca, una dolce specialità,
davvero calorica, che è tipica del paese di Rio Marina,
ma che si trova in tutta l'Isola. Aggiungiamo all'acquisto
una bottiglia di vino bianco elbano ed una di aleatico,
vino dolce tipico dell'Isola. Facciamo anche un giretto
per il paese che a tutti noi, in verità, dice molto
poco. Marina di Campo è frequentatissimo dai turisti,
ma per i nostri gusti un po' troppo ordinario e privo di
particolari attrattive. Molti lo preferiscono per la sua
lunga ed ampia spiaggia.
È tempo di ripartire, destinazione Porto Azzurro,
ma prima c'è da scaricare le acque grigie e rifornire
le chiare e cerchiamo l'area attrezzata. Si trova molto
distante dal paese, è sconnessa e disastrata. Oliviero
la definisce "area di sosta da terzo mondo"
.
Ci permette però di effettuare tutte le operazioni
del caso.
A Porto Azzurro l'accesso al centro con i camper è
vitatissimo. Il parcheggio per i camper è un vero
e proprio ghetto. Si trova lontanissimo dal centro abitato,
a ridosso di una strada e quindi rumoroso. Proprio non ci
piace e così optiamo per il piazzale sterrato destinato
a TIR e autobus: brutto e mal tenuto, ma almeno più
vicino.
La cosa ci indispettisce un po' e decidiamo di non "onorare"
il paese, che davvero è carino, con il nostro soggiorno
e con le nostre eventuali spese. Ce ne andiamo dopo una
breve visita per ritornare a Marciana dove ci eravamo trovati
davvero bene.
E invece ci fermiamo prima di Crocchia, a Campo all'Aia,
dove sapevamo trovarsi un'area sosta spettacolare. In effetti
così è. L'area si trova proprio sul mare.
Peccato che sia aperta solo in stagione avanzata. Lo scorso
anno, a quanto ci raccontano, non venne aperta nemmeno per
il ponte del 25 aprile e nella strada si creò un
vero e proprio ingorgo di camper che erano giunti per fermarsi
in questa area, ma che si trovarono imbottigliati
All'ingresso dell'area c'è fortunatamente un piccolo
parcheggio e riusciamo a fermarci assieme ad un altro camper.
Sarà qui che trascorreremo l'intera giornata di domenica.
(Breve nota sulla cena: spolverata la schiaccia briaca;
volatilizzati il vino e l'aleatico
)
23
marzo 2003
La giornata trascorre con bagni di sole sulla spiaggia;
corse sui sentieri; passeggiata alla vicina Procchio (5
minuti a piedi lungo spiaggia) alla ricerca di un forno
aperto. Non lo troviamo e optiamo per acquistare qualche
focaccia calda all'attigua pizzeria La Taverna, gestita
da due simpatici ed ospitali ragazzi. La focaccia è
stupenda e dopo il pranzo torniamo nel locale per un caffè
ed una grappa (davvero buona quella di Pinot) e per scambiare
due chiacchiere con i gestori che sono proprio in gamba.
Il posto è carino e se siete da queste parti ve lo
consigliamo caldamente. Ci danno anche qualche informazione
sulla vita del luogo e sull'area di sosta che meditiamo
di sperimentare, di nuovo assieme a Marta ed alla sua famiglia,
più in qua, verso giugno.
Alle 16 ripartiamo per Portoferraio, dove trovare un imbarco
è veramente un problema. Dopo essere stati inseriti
in lista di attesa con la Toremar, riusciamo ad imbarcarci
al fotofinish, disputando vere e proprie battaglie con alcune
auto che assediano il nostro Ettore. È proprio lui
l'ultimo mezzo a salire sul traghetto. Grazie ai suoi 5,70
mt. riusciamo ad entrare e la porta del garage si chiude
a 20 cm. dal nostro portabici. Ce l'abbiamo fatta!!!!
Sono le 17,15 quando salpiamo e dopo lo sbarco ed una sosta
al Mc Donald di Stagno, dopo Livorno, lasciamo Oli e gli
altri a Pisa.
La vacanza, anzi, l'avventura a questo punto, non è
ancora finita. Al primo semaforo il pedale del freno diventa
più duro del cemento e riusciamo a fermarci all'ultimo
momento quasi per miracolo. Si è rotto qualcosa,
come ci conferma poco dopo la spia che controlla, credo,
la pompa a depressione dei freni
. Raggiungiamo in
qualche modo Lucca e da qui Ponte a Moriano dove si trova
una officina di fiducia. Pernottiamo nei pressi ed il giorno
dopo affidiamo alle loro cure il nostro Ettore. Il verdetto
non è ancora chiaro, ma dovrebbe trattarsi della
rottura del servofreno.
Speriamo lo riparino presto, perché la nostra voglia
di plen-air è inarrestabile.
Alla
prossima.