SPAGNA VERDE 2004: PAESI BASCHI,
CANTABRIA, ASTURIE, GALIZIA
Viaggio in Francia e Spagna
di Roberto Lumaca
5 - 23 Agosto 2004
Con la partecipazione di
Alessandra, Diana, Roberto e Blonde
Prefazione
Dopo che negli ultimi anni ci siamo dedicati alla scoperta
dell'Europa del centro nord, per quest'anno abbiamo deciso
di ritornare un poco alle origini e perciò di tornare
in Spagna. Se escludiamo la breve escursione in territorio
spagnolo nel corso della visita a La Rhune nel 2000, manchiamo
dalla penisola iberica dal lontano 1995. Anche ora, come allora,
cerchiamo spiagge e sole. Lo spunto ci è dato dalla
ricorrenza dell'Anno Santo Giacobeo [Link 10]. Lungo il percorso
non disdegnamo di fruire delle spiagge della Francia meridionale
e di quelle Galiziane e Basche. Prevediamo di superare i Pirenei
attraverso il Col du Pourtalet, per evitare le rigide pendenze
del Passo di Roncisvalle, che contiamo di percorrere al ritorno,
e il traffico pesante del Col de Somport. Ci siamo comunque
premurati di stilare alcuni percorsi alternativi da utilizzare
in caso di necessità o virtù. Abbiamo in mente
alcune mete che ci farebbe piacere raggiungere, anche variando
dal piano originale. Soprattutto speriamo di visitare i Picos
d'Europa, i Monasteri di Covadonga e San Juan de la Pena e,
per finire di scalare, col camper, il Mont Ventoux.
Giovedi 5 Agosto 2004.
Roma, Civitavecchia, Grosseto, Pisa, La Spezia, Genova, Savona,
Ceva: 619 km
Oggi cerchiamo di ripercorrere, almeno, le orme del viaggio
effettuato quattro anni fa. Nel 2000, partiti da casa alle
10.20 siamo arrivati a Ceva alle 21.40. Partiamo, tanto per
non smentirci, molto comodamente, alle 11.30, seguendo la
solita direttrice, che ci conduce a Civitavecchia in un'ora
e venti. Prendiamo l'Aurelia, per molti tratti superstrada,
e, passata l'uscita per Ansedonia, ci fermiamo per il pranzo
in una area di sosta, sotto dei pini, dallo stile prettamente
italico. Abbiamo incontrato molto traffico sul GRA, in ambo
i sensi di marcia. Molto scarso invece sul raccordo per Fiumicino
e nel tratto autostradale fino a Civitavecchia. Sull'Aurelia
incontriamo, stranamente, un consistente flusso di veicoli
pesanti in direzione sud. Il cielo non è completamente
sereno, ma il sole, quando c'è, picchia forte. Quando
ci fermiamo abbiamo 32 gradi in camper. Fortunatamente la
zona è ventosa così, aprendo tutte le finestre
e le porte, e con l'ausilio dei secolari pini dell'area, riusciamo
a pranzare relativamente freschi con base prosciutto e melone.
Ripartiamo alle 15.20 in direzione Grosseto, che raggiungiamo
e superiamo in mezz'ora. A Rosignano risaliamo sull'autostrada
e approfittiamo della prima area di servizio per una sosta
di rilassamento. Tutto il tratto dell'Aurelia percorso ha
un fondo stradale decente e quasi tutto rifatto da poco tempo.
Cronica la mancanza di segnalazioni che indicano le aree di
servizio e quelle che si incontrano, nascondono sistematicamente
i prezzi del carburante. Da Cecina siamo entrati in una perturbazione,
il cielo è scuro e molto compatto. Nell'entroterra
è una raffica di lampi, mentre il vento è girato
ed ora tira da est, è più fresco, meno umido,
ma più forte, che costringe tutti, a tratti, a rallentare
l'andatura. Finalmente piove e la temperatura si abbassa immediatamente.
Contiamo di essere per le 20.00 dalle parti di Sestri Levante
e speriamo di arrivare a Ceva ad un'ora decente. Ripartiamo
sotto la pioggia alle 18.15 e, in tre quarti d'ora, superiamo
Viareggio. Alle 19.30 ci fermiamo per la cena nell'area di
servizio Magra Est. Restiamo fermi fino alle 20.50 quando,
in fortissimo ritardo sul previsto, ci rimettiamo in movimento
ampiamente riposati. Arriviamo a Ceva alle 23.30, trovando
posto nel solito parcheggio all'uscita del casello autostradale
vicino all'ospedale e alla stazione dei carabinieri.
Venerdi 6 Agosto 2004.
Ceva, Mondovi, Cuneo, B.go S. Dalmazzo, Argentera, Colle della
Maddalena, Larche, Barcellonette, Gap, Serres, Nyons: 352
km
Sveglia alle 7.00, a parte i rintocchi, a tutte le ore, della
campana della chiesa, abbiamo dormito assolutamente tranquilli.
Ci siamo addormentati con la pioggia ma, ora, il cielo è
completamente sereno. Sembra che questo parcheggio sia stato
scoperto anche dai Tir, ne abbiamo trovati diversi parcheggiati
per la notte. Abbiamo percorso la A26, da Savona a Ceva, durante
la notte e non abbiamo incontrato problemi di traffico, anche
lo strategico svincolo di Genova l'abbiamo superato facilmente,
in assoluta assenza di ingorghi. Partiamo alle 8.45, direzione
Mondovì, dove arriviamo in poco più di mezz'ora.
Approfittiamo del parcheggio dotato di camper service per
scaricare e del vicino supermercato Conad per fare la spesa.
Nel percorso da Ceva a Mondovì abbiamo notato altre
occasioni per la sosta notturna e il bello e austero Santuario
di Vicoforte. Ripartiamo alle 10.15 diretti a Cuneo, che raggiungiamo
in mezz'ora, nella quale ci districhiamo fino a trovare la
giusta direzione verso il Colle della Maddalena. Finalmente,
alle 12.50, ci fermiamo in riva allo Stura di Demonte, dopo
essere saliti fino al Col de Larche ed esserne ridiscesi per
trovare questo posticino, che sa tanto di Klondike, per pranzare.
Il parcheggio degli impianti di risalita, dotato di bar, self
service e servizi, è ora ufficialmente autorizzato
per il pernottamento, ovviamente a pagamento. Dopo pranzo
andiamo per un poco su e giù per il torrente poi, alle
15.15, ripassiamo il colle e scendiamo a Larche. Appena terminata
la discesa, giunti in paese, ci fermiamo per il consueto rifornimento
di acqua da bere, freschissima, dalla fontana di fronte alla
chiesa. Riprendiamo rapidamente il viaggio, giungiamo a Gap
che sono le 17.30 e prendiamo la direzione Serres. Poco prima
della cittadina ci fermiamo presso l'area Bison Fute, giusto
per gustare un gelato. Ci rimettiamo in marcia alle 18.40
seguendo la direzione per Rosans, superata la quale, percorriamo
le grige e spettacolari Gorge di St. May. Dopo aver visionato
il punto sosta di Les Pilles, arriviamo a Nyons che sono le
20.00 e ci rechiamo presso l'area attrezzata, trovata grazie
alle indicazioni di un collega italiano che passeggia sul
ponte di accesso alla cittadina. L'area si trova vicino al
piscina, nella zona degli impianti sportivi e, tra pochi giorni,
diverrà a pagamento. Ci prendiamo l'ultimo posto disponibile.
Dopo cena facciamo una rilassante passeggiata nel tranquillo
centro abitato, arrivando fino al Calvario illuminato sulla
cima del colle. Abbiamo notato un sensibile incremento dei
prezzi rispetto alle pur care aree autostradali italiane.
Alla sosta di Serres un gelato pagato in Italia 1.40 euro
costava ben 3.00 euro. Qui un gelato costa 2 euro per una
sola palletta, così come una granita. E dire che Nyons
non sembra essere Mont St. Michel.
Sabato 7 Agosto 2004.
Nyons, Bollene, Bagnol s/Ceze, Remoulins, Pont du Gard, Nimes,
Lunel, Gallargues le Monteux: 151 km
Sveglia alle 8.00, notte fresca e tranquilla. Oggi splende
il sole e spira un vento fresco da nord. Usciamo da Nyons
alle 9.45 verso Bollene e, ai lati della strada, troviamo
una infinità di coltivazioni di ulivi, che denotano
la produzione di olio, e vigne, con le consuete 'Cave', ove
è posibile degustare, e acquistare, dell'ottimo vino.
Superiamo Bollene alle 10.35 e raggiungiamo Bagnol sur Ceze,
che è praticamente tutto un un ingorgo causato dalla
presenza di migliaia di ragazzi con le treccine accorsi al
locale Jamaica Festival. Fa un caldo terribile, fortunatamente
la strada corre all'ombra di gallerie verdi formate da alti
platani. Alle 11.45 ci fermiamo, lungo la N86, in un'area
di parcheggio a una decina di chilometri da Remoulins per
un poco di relax. Stiamo fermi per mezz'ora poi, in breve,
raggiungiamo il parcheggio a pagamento in riva sinistra di
Pont du Gard. Parcheggiamo e, prima di raggiungere la celebre
plage, ci fermiamo al self sevice del centro visitatori per
un veloce pranzo a base di baquette farcite e bibite. Arriviamo
al fiume attraversando l'arcata più bassa dell'acquedotto.
Il parco acquatico naturale che il Gard genera, fa trascurare
ai più l'ardire dell'opera ingegneristica portata a
termine dai romani ed ancora oggi integra. Prendiamo il sole
e facciamo un bagno tra pesci, aironi e nudità femminili
più o meno gradevoli poi, a malincuore, torniamo al
mezzo, completamente lessi, e ripartiamo alle 17.00. Passata
Nimes, mezz'ora più tardi, ci mettiamo in cerca di
un campeggio. Abbiamo una segnalazione ad Aimargues ma, giunti
in paese, non ne troviamo traccia. Torniamo verso Lunel e,
alle 18.35, siamo sistemati in una comoda piazzola del camping
Les Amandiers di Gallargues le Monteux, tre stelle, ordinato,
con piscina ma senza ristorante. Il cielo si è completamente
coperto e ha iniziato a piovere. Il bottino di tappa è
piuttosto magro, ma la giornata è stata piena di soddisfazioni.
Dopo cena facciamo due passi fuori dal campeggio, ma troviamo
un coprifuoco tombale, ci chiediamo allora cosa fanno tutta
l'estate gli ospiti del campeggio in un posto come questo.
Domenica 8 Agosto 2004.
Gallargues le Monteux, Montpellier, Beziers, Coursan, Narbonne,
Lezignan Corbieres, Carcassonne, Montreal, Fanjeux, Mirepoix:
253 km
Sveglia alle 8.30, il sole picchia forte e fa già caldo,
a nulla giova il vento fresco che spira da nord. Partiamo
alle 10.00 e, in poco più di mezz'ora, raggiungiamo
Montpellier, che superiamo tranquillamente. Ancora un'ora
di viaggio e raggiungiamo Meze dove, per entrare e attraversarla,
siamo costretti a fare una lunga coda, questo ci permette
di ammirare i locali allevamenti di cozze. Ancora tre quarti
d'ora e raggiungiamo anche Beziers. Sempre seguendo la N9,
alle 12.45, ci fermiamo per il pranzo nel deserto parcheggio
di un supermercato Lidl alle porte di Coursan. Il posto non
è che sia granché, però è l'ideale
per far scorrazzare un poco Blonde, inoltre è defilato
dalla strada quel tanto che basta per pranzare in pace. Ripartiamo
alle 14.20 e, rapidamente, ci troviamo ad aggirare Narbonne.
Prendiamo la N113 con la quale, raggiunta Lezignan Corbieres,
facciamo due brevi soste logistiche per il rifornimento di
carburante e pane fresco. Notiamo grandi escursioni nel prezzo
del gasolio. Nei distributori normali oscilla da 0.920 a 0.998
euro, mentre in quelli dei supermercati va da 0.840 a 0.880
euro. Il percorso mattutino è stato impegnativo e noioso
a causa delle innumerevoli rotatorie e della tangenziale di
Montpellier. Questo tratto di strada ormai somiglia alla Costa
Azzurra, dovendolo solo attraversare è senz'altro meglio
utlizzare l'autostrada che, per quanto cara, fa risparmiare
carburante, tempo e frizione. Lasciamo Lezignan alle 15.00,
quando il sole torna a farsi sentire forte. Abbiamo pranzato
al fresco, grazie al cielo coperto e al vento costante che
ci accompagna dalla partenza. Raggiungiamo Carcassonne [2][3]
alle 15.45 e ne seguiamo la circonvallazione tenendo ben presenti
le indicazioni per l'aereoporto. Dobbiamo prendere la D119
che si trova nella medesima direzione. Riusciamo così
nel nostro intento abbastanza facilmente. Per le 16.00 siamo
a Montreal alla ricerca dell'area attrezzata in Place della
Republique. Giunti sul posto la troviamo, ma è occupata
dal mercato settimanale della brocanterie. L'ufficio del turismo,
posto sulla stessa piazza, ci suggerisce di utilizzare il
parcheggio della piscine, nella parte bassa del paese. Ringraziamo
ma preferiamo proseguire. Da stamane che attraversiamo immense
distese di coltivazioni di girasoli, più che in Francia
sembra di essere in Ungheria. La D119, imboccata a Carcassonne,
segue fedelmente la morfologia ondulata del territorio, è
assolutamente priva di traffico e ci permette di godere appieno
della bellezza del paesaggio rurale che stiamo attraversando.
Alle 16.30 ci fermiamo nell'area attrezzata di Fanjeux posta
nella parte alta del paese, praticamente in cima la colle,
in posizione stupendamente panoramica, dietro il calvario
con colonnina servizi e ben quattro allacci elettrici gratuiti.
Facciamo merenda dondolati dal vento, che quassù si
fa sentire, poi carichiamo acqua e ripartiamo che sono le
17.10. Viaggiamo per quasi un'ora, sempre sulla D119, e raggiungiamo
Mirepoix, invasa di turisti per il locale Festival delle Marionette.
Dato il traffico, i parcheggi approssimativi e la confusione,
impieghiamo un poco a ritracciare l'aera attrezzata. Alla
fine riusciamo nel nostro intento, la troviamo piena e, solo
grazie alla gentilezza di due colleghi francesi, che spostandosi
ci fanno spazio, riusciamo a piazzarci. Lasciamo il mezzo
all'area e ci rechiamo in centro per assistere ai festeggiamenti.
Più che altro troviamo una gran confusione, con una
strana fauna in circolazione. Compriamo un pollo cotto e ce
ne torniamo al camper per cenare.
Lunedi 9 Agosto 2004.
Mirepoix, Pamiers, Le Mas d'Azil, St. Girons, St.
Martory, Orthez, Salies de Bearn, St. Jean Pied de Port: 360
km
Ci svegliamo abbastanza presto, alle 7.15, a causa del posizionamento
dell'area. Più del progresso, la vicinanza della superstrada
alle nostre spalle, potè la natura, i galli del vicino
pollaio che dall'alba hanno cominciato la gara a chi grida
più forte. La giornata si presenta di quel coperto,
umido e appiccicoso, poco adatta ai viaggi. Prima di partire,
approfittiamo del pozzetto e scarichiamo i serbatoi di raccolta.
Partiamo alle 8.35, riprendendo a nostra rotta lungo la D119.
Viaggiamo per poco più di mezz'ora, quasi in solitudine,
poi arriviamo a Pamiers [1], dove ritroviamo in Esplanade
de Milliane l'ampio parcheggio ombreggiato, con servizi, che
ci aveva ospitato nel 1993 e dove troviamo con piacere l'autorizzazione
a sostare per 48 ore. Attraversato facilmente il centro urbano,
proseguiamo sulla D119 e alle 10.00 siamo a Le Mas d'Azil
[1], dove passiamo, sotto la montagna e di fianco al fiume,
di fronte all'ingresso delle celebri grotte. L'area di sosta
delle grotte è ordinata ed ospitale. La strada, in
questo tratto è impegnativa ma, il cielo coperto e
la temperatura fresca, fanno sentire meno la fatica. Raggiunta
Saint Girons prendiamo la D117 con la quale rapidamente raggiungiamo
Saint Martory dove, valutato il tremendo ritardo accumulato
in questi giorni, decidiamo di entrare in autostrada che prendiamo
al casello di Lestelle. Piove, il cielo è completamente
coperto a alla Spagna mancano ancora 300 chilometri. Alle
12.45 ci fermiamo per il pranzo presso l'area di servizio
La Pyreneese, già più volte utilizzata. A quest'ora
è piena, è fornita ci camper service ed è
molto efficiente anche se le docce a vaporizzazione non funzionano
più. Sostiamo per un'ora e mezza, pranzando e svagandoci
passeggiando tra le aiuole con Blonde. Ripartiamo alle 14.15,
per viaggiare ancora un'ora verso ovest. Il traffico è
di una regolarità che ci annoia, così deconcentrati,
usciamo ad Orthez anziché alla successiva uscita. Siamo
costretti a fare una breve sosta in un parcheggio cittadino,
tra l'altro sotto la pioggia, per dar modo a Blonde di evacuare.
Avendo sbagliato uscita, dobbiamo percorrere un tratto della
statale N117 per raggiungere l'incrocio per Salies de Bearn,
la cosa non ci dispiace. Presto raggiungiamo la nostra meta
e prendiamo la D933 verso sud. Incontriamo ampi campi coltivati
e tanto verde. Anche se l'andatura si è ridotta notevolmente,
il viaggo è più gradevole. Alle 17.00 arriviamo
all'area attrezzata di St. Jean Pied de Port. Appena piazzati,
e pagato il ticket, andiamo al vicino supermercato Champion
in quanto piove e non c'è modo di girare per il paese
vivo e pieno di visitatori come sempre. Alle 21.30 è
prevista una corrida, con le vacche, in una arena molto infelicemente
allestita proprio a fianco dell'area attrezzata. Usciti dal
supermercato ancora piove, per cui, ci rintaniamo in camper
cercando di captare qualche buona nuova dal servizio meteorologico
in televisione. Alle 21.30, anziché lo spettacolo,
comincia il diluvio universale, certamente propriziato dalla
danza della pioggia fatta da tutti i camperisti ospiti dell'area,
per cui la corrida è rimandata con grande sollievo
dei circa 50 mezzi presenti nel parcheggio e frastornati dal
volume della musica sparata a tutti decibel.
Martedi 10 Agosto 2004.
St. Jean Pied de Port, Valcarlos, Roncesvalles,
Pamplona, Vitoria Gasteiz, Bilbao, Castro Urdiales, Orinon:
291 km
Sveglia alle 7.30 al termine di una notte assolutamente tranquilla.
Stamattina non piove ed il sole sembra deciso a contendere
alle nubi il dominio del cielo. Prima di partire facciamo
camper service. In attesa di espletare tale operazione, data
la gran quantità di mezzi presenti nell'area e nel
parcheggio del supermercato, riflettiamo sul fatto che sembra
che in Francia per ogni camper ci sia almeno un cane a bordo
e, in massima parte, anche di grande taglia. Partiamo alle
9.25, quando il cielo sembra essersi definitivamente rasserenato.
Ripresa la D933 verso sud, cominciamo ad affrontare i contrafforti
dei Pirenei Atlantici e, in un quarto d'ora, raggiungiamo
Valcarlos, vecchia dogana al confine spagnolo, ove è
rimasto solo il distributore di carburante, che vende il gasolio
a 0.77 euro al litro. Ormai in terra ispanica saliamo lentamente
ed inesorabilmente verso il Puerto de Ibaneta che raggiungiamo
alle 10.10. Spira un vento freddo che ci costringe a coprirci
per bene. La salita è stata impegnativa, percorsa a
velocità comprese tra i 30 e 50 chilometri l'ora, in
quanto la strada è un susseguirsi di curve. Il panorama
sui monti circostanti è stupendo, sono ricoperti di
una rigogliosa e verdeggiante vegetazione, dai colori maggiormente
accesi dalla recente pioggia. Visitiamo il monumento a Rolando
[1], da cui è stato asportato il gruppo metallico con
le spade incrociate, e facciamo il nostro mucchietto di sassi
[2]. Diana, Alessandra e Blonde scendono a piedi, lungo il
primo tratto del Camino de Santiago, fino al monastero di
Roncesvalles dietro al quale si trova un comodo parcheggio
adatto al pernottamento dove, però, non troviamo fontana.
Vistiamo tutto il visitabile, nonché la Tomba di Rolando,
e ripartiamo alle 11.30. Superato il villaggio di Roncesvalles
[5], colorato e caratteristico, scendiamo lungo le verdeggianti
vallate del Rio Urrobi, del Rio Erro e del Rio Arga che, seguendo
la N135 ci accompagna fino alle porte di Pamplona. Nonostante
il caos della grande città, ce la caviamo egregiamente,
più fidandoci dell'intuito che dei segnali stradali
ed usciamo rapidamente verso ovest, imboccando la N240. Percorsi
una decina di chilometri, alle 13.05, ci fermiamo nel disconnesso
e lurido parcheggio di un bar, ristorante, stazione di servizio
molto frequentato dai camionisti appena sottopassata l'autostrada.
La discesa da Roncisvalle è stata lenta e impegnativa
quanto la salita. La strada per Pamplona è piena di
curve, in compenso siamo riusciti ad attraversare la città
in un tempo ragionevole. Dopo pranzato ripartiamo che sono
le 14.30 e, in un'ora, raggiungiamo Vitoria Gasteiz [9], al
termine di una tranquilla galoppata lungo la superstrada NI.
Lungo la circonvallazione che aggira il centro abitato, prendiamo
la N240 per Bilbao e ci sorbiamo un'altra ora di viaggio regolare
e con poco traffico. Il caos automobilistico che troviamo
a Bilbao ci spaventa ma, nonostante ciò, riusciamo
ad evadere anche qui abbastanza rapidamente. La strada dopo
Bilbao attraversa una miriade di piccoli centri urbani senza
alcuna possibilità di sosta. Entriamo in Cantabria
alle 17.30, con la strada che sale e si avvicna finalmente
alla costa, scoprendo l'oceano e panorami immensi. Lungo uno
dei tornanti troviamo il parcheggio del ristorante Saltacaballo,
che ci ospita per la sosta di metà pomeriggio. Cominciamo
ad incrociare camper e ripetizione. Da una parte vediamo bianche
scogliere all'ingresso del porto di Bilbao e dall'altra la
cittadina di Castro Urdiales distesa lungo la costa. L'oceano
è di una calma assoluta. Ci rimettiamo in viaggio alle
18.00, seguendo fedelmente la strada costiera. Attraversiamo
Castro Urdiales [13] e, appena superata la punta di Islares
[13], dirigiamo verso Orinon, dove troviamo uno degli ultimi
posti disponibili nel locale campeggio. Il camping è
qualcosa come un girone infernale. Stracolmo, ha solo due
posti liberi, di cui uno solo adatto alle nostre dimensioni.
E' più grande e popolato del villaggio di pescatori
da cui prende il nome. Finiamo in una specie di quartiere,
di lato a quello degli stanziali incalliti. Ci adeguiamo al
fuso orario di vita spagnolo e andiamo a vedere la spiaggia.
Piove, ma si fa il bagno lo stesso, ci sono surf e bodyboard
a sfidare le onde. Domani speriamo in un tempo migliore. La
spiaggia, di sabbia fine, è bellissima. Torniamo al
camper e, tra bucato e docce, ceniamo che sono le 22.00.
Mercoledi 11 Agosto 2004.
Orinon: 0 km
Sveglia alle 8.00, notte tranquilla. Alle 22.00 di ieri sera
nel campeggio è calato il silenzio assoluto. Riflettiamo
sul fatto che hanno accettato di ospitarci, nella settimana
di ferragosto, senza chiederci un periodo di permanenza minima
e senza problemi per Blonde. Proprio Blonde sarà il
problema odierno in quanto, l'opuscolo sull'utilizzo delle
spiagge del Gobierno de Cantabria, dice che non si devono
portare animali in spiaggia. Nella striscia di terra tra il
camping e la spiaggia, numerosi camper hanno pernottato. Gli
equipaggi fanno la spesa nel market del camping e, qualcuno,
usa anche i servizi. Il posto di soccorso apre alle 11.00
e chiude alle 19.00. Scambiamo due parole con un equipaggio
composta da due ragazzi di Bergamo dai quali apprendiamo che,
da San Sebastian a qui, tutti i campeggi e gli alberghi sono
pieni. La giornata è assolata e ventilata, dopo aver
seguito le evoluzioni di diversi rapaci sulle cime della falesia,
in direzione Santander, alle 10.30 scendiamo in spiaggia.
Sulla battigia il vento è forte e non si riesce a restare,
la sabbia fine penetra dappertutto. Facciamo un bagno di venti
minuti, con una fatica immensa e piacevole, con il bodyboard
sulle onde, contro il vento e la corrente della foce del fiume.
Il popolo iberico comincia a pranzare alle 15.00, quando noi
italici abbiamo terminato da un pezzo e cerchiamo di riposare,
e prima, durante e dopo pranzo habla, habla e habla, habla
siempre, nun s'azzitta mai. Nel pomeriggio cambia nuovamente
il tempo e torna il brutto. Non scendiamo in spiaggia ma andiamo
a visitare il centro del villaggio giusto per verificare che
quello che avevamo intuito, cioè che tutta la popolazione
risiede nel campeggio, è perfettamente vero. Pianifichiamo
un poco anche la giornata di domani con meta Cabo Vidio e
la Playa de San Pedro.
Giovedi 12 Agosto 2004.
Orinon, Laredo, Santander, Altamira, Comillas, Gijon,
Soto de Luina, Cabo Vidio: 325 km
Sveglia alle 7.30, notte molto fresca e tranquilla. Anche
i giornali parlano delle temperature, non proprio agostane,
che stanno interessando il nord della Spagna. Il cielo è
sereno e tutti i rapaci volteggiano sulla sierra. La loro
nidificazione è protetta e, in luglio e agosto, sono
vietate scalate, arrampicate, l'utilizzo del parapendio o
pratiche sportive che li possano disturbare in questo delicato
periodo della loro vita. Camping eccezionale, servizi puliti,
efficienti e sufficienti, nonostante l'affollamento, se avessero
lo scarico a pozzetto sarebbero perfetti anche per noi. Partiamo
alle 9.40 e riprendendo la N340 lungo la costa presto raggiungiamo
Laredo, che impieghiamo un poco per attraversare. Decidiamo
di non voler rallentare troppo la nostra marcia verso ovest
per cui, usciti da Laredo, saliamo sulla A8, che da qui in
poi è gratuita. Alle 11.00 arriviamo all'area di sosta
Jesus del Monte, dove effettuiamo le operazioni di carico
e scarico nell'apposito camper service, con scarico a pozzetto,
di cui essa è dotata. Riprendiamo il viaggio dopo mezz'ora
di operazioni e, seguendo il tragitto autostradale, entriamo
nel centro abitato di Santander, che lasciamo in direzione
di Torrelavega, senza fermarci. Alle 12.20 siamo fermi fuori,
ma molto fuori, del parcheggio delle Cuevas de Altamira [3][7][9][10]][13],
che abbiamo raggiunto lasciando l'autostrada prima di Torrelavega.
Tutto pieno e tutto prenotato, non si visita né l'originale,
né la copia, inoltre i cani non possono passare oltre
la biglietteria e il parcheggio. Preso atto del fatto, ci
rimettiamo in viaggio lungo la C6316, che segue la costa.
Siamo costantemente in cerca di un buon posto per il pranzo,
non troviamo nulla prima di uno spiazzo proprio sul mare all'ingresso
di Comillas, che raggiungiamo alle 13.30. Apriamo subito questo
ristorante con vista sulla spiaggia a conca di Comillas e
sugli scogli, che sono proprio sotto di noi. Ottimo posto
per pranzare, assolato ma anche ventilato. Con Diana ci facciamo
fare la doccia di acqua di mare dalle onde che si infrangono
violentemente sugli scogli, anche questo è un bel divertimento.
Ripartiti alle 15.00, attraversiamo il gioioso centro di Comillas,
costeggiamo ancora un poco l'oceano, poi riprendiamo l'autostrada.
Presto entriamo nel Principato delle Asturie e continuiamo
a viaggiare con regolarità fino alla periferia di Gijon,
dove troviamo molti rallentamenti. Alle 17.30 ci fermiamo
in un'area di servizio Petronar, sul tratto di circonvallazione
che aggira Aviles, giusto il tempo di fare rifornimento e
gustare il solito gelato pomeridiano. Ripartiamo alle 17.55
e viaggiamo ancora per un'ora quando lasciamo la superstrada
N632 per scendere a Soto de Luina, a fare la spesa. Siamo
entrati e usciti dalla A8, sempre gratuita, a seconda che
ci sentivamo in anticipo o meno sulla tabella di marcia che
avevamo prefissato ieri. Questo comportamento ci ha consentito
di attraversare zone paesaggisticamente molto belle e verdeggianti.
Ripartiamo alle 19.35, ancora un paio di chilometri e arriviamo
a San Pedro e alla sua stupenda spiaggia, completamente attrezzata,
con posto soccorso e docce. Chiediamo informazioni e otteniamo
risposte contrastanti. C'è chi dice che si può
stare anche più di un giorno e chi dice che la Guardia
Civil non lascia pernottare. E pensare che il parcheggio è
ampio, pianeggiante ha due fontanelle ma sitrova proprio di
fronte al campeggio. Fatta una passeggiata per perlustrare
l'ambiente, ci consultiamo e conveniamo che è meglio
non rischiare, partiamo e saliamo a Cabo Vidio. Arriviamo
fino al faro, a goderci un tramonto da sogno sull'oceano spumeggiante
e spazzato da un vento tesissimo. Non possiamo restare, oscilliamo
sensibilmente, allora torniamo indietro e ci piazziamo nella
piazzola che precede l'ultimo tratto di strada per il faro,
proprio all'uscita dell'abitato di Riegoabajo. Con qualche
difficoltà troviamo la posizione che ci consente di
accendere i fuochi della cucina, così riusciamo a cenare
nella sala con vista sull'oceano e la costa asturiana. Stasera
cena con vista e tramonto sull'ocenao sono offerti da Cabo
Vidio. Dopo cena, facciamo mezzanotte a guardare le stelle.
Era tempo che non vedevamo costellazioni basse sull'orizzonte
come il Serpente. Stasera, oltre la via lattea, splendono
anche Cigno, Lira, Aquila, Cassiopea, Piccolo e Grande Carro.
Venerdi 13 Agosto 2004.
Cabo Vidio, San Pedro de la Ribera, Ribadeo, Viveiro,
Porto de Bares: 178 km
Se il tramonto è stato bello, l'alba lo è stata
ancora di più. Durante la notte, passata tranquilla,
il vento è calato e il cielo si è rasserenato.
Stamattina il mare è calmo e il sole rado accentua
i contrasti delle scgliere verso ovest. L'oceano pullula di
piccole imbarcazioni di pescatori. Dal piazzale dove stiamo,
proprio all'uscita di Riegoabajo verso il faro di Cabo Vidio,
c'è un sentiero che scende lungo la scgliera fino alla
spiaggia sottostante. Alle 10.00 ci spostiamo alla Playa di
San Pedro, percorrendo a ritroso, in un quarto d'ora, il breve
tragitto fatto ieri sera. Paghiamo il parcheggio a ridosso
della spiaggia, che si trova 200 metri oltre il camping, e
dove scopriamo che qualcuno ha anche dormito. Lasciamo il
camper bene in vista e andiamo al mare. Torniamo alle 14.00
per pranzare. Questa spiaggia è quasi un paradiso terrestre.
C'è mare, fiume, tavoli per picnic, fontane, docce,
sabbia, roccia, prato, percorso ginnico, posto di soccorso
e tutto gratis. Manca l'ombra ma non se ne sente la necessità.
Abbiamo preso sole in abbondanaza e fatto un bagno di una
mezz'ora alla ricerca dell'onda giornaliera. Attesa vana,
perché il mare è troppo calmo, anche per i bodyboard.
Ripartiamo alle 15.45, quando il cielo si è coperto
e la spiaggia è stata inghiottita dall'alta marea.
Riprendiamo la superstrada veso ovest e viaggiamo con tranquillità
e regolarità fino alle 17.00, quando raggiungiamo Ribadeo.
Alla rotonda all'uscita dell'abitato, sbagliamo direzione
e, per un breve tratto, costeggiamo il rio verso sud. Accortici
dell'errore, invertiamo la marcia e ci rimettiamo nella giusta
direzione. Alle 17.40 ci fermiamo in un'area di descanso,
posta proprio sotto il ponte ferroviario sulla foce del Rio
Ouro, lungo la N642 in comune di Fazouro, qualche chilometro
prima di Nois. Si tratta dell'area annessa alla Playa da Pampillosa
con servizi, docce, fontana, tavoli picnic, barbeque e posto
di soccorso aperto dalle 12.00 alle 19.00 il tutto, ovviamente,
gratis. Prolunghiamo un poco la sosta a causa di un lieve
malore che colpisce Alessandra. Ripartiamo dopo un'ora, durante
la quale assistiamo alle operazioni svolte da un collega francese
che cucina un enorme granchio, buttandolo vivo nell'acqua
bollente. Sempre seguendo la N642 alle 19.20 raggiungiamo
Viveiro, che attraversiamo senza difficoltà, nonostante
la vivacità presente nelle sua vie. Alle 20.30 arriviamo
alla Playa de Vares [6], che si raggiunge con un chilometro
di stradina molto stretta presa prima dell'abitato di Porto
de Bares. Per imboccare la stradina siamo costretti ad una
manovra di inversione al centimetro all'interno del centro
abitato. Incrociamo le dita e arriviamo a questa isolata baia
bianca, in uno scenario tipico norvegese con tanto di fiordo
e boschi fino al limitare del mare. Alla spiaggia troviamo
la fontana e le docce, un piccolo parcheggio e pochissima
gente. Nel pomeriggio abbiamo attraversato una zona molto
verdeggiante di coltivazioni e soprattuto di boschi. Stupende
spiagge e la cittadina di Viveiro con la sua vitalità
e il suo fiordo. Siamo sei camper e il piccolo parcheggio
soffre di insufficente capacità, inoltre è sconnesso
e con diverse pendenze, con i cunei riusciamo a recuperare
in parte la situazione.
Sabato 14 Agosto 2004.
Porto de Bares, Ortigueira, Ferrol, Cabo Prior,
Praia de Santa Comba: 124 km.
Come al solito l'alba regala colori e contrasti quanto il
tramonto. C'eravamo addormentati con un cielo coperto, e privo
di stelle, e ci svegliamo con il sereno e con il mare completamente
calmo. Questo posto ha molto di famigliare con la Norvegia,
manca la neve, ma il resto c'è tutto, mare, fiordo,
bosco, pesce e tanta tranquillità. In fondo al paese
di Porto de Bares c'è un'area di di campeggio gratuita,
proprio sul porto e la spiaggia e, anche lì, docce
e fontane. Torniamo al camper alle 14.00, ci ripuliamo dal
sale e ci gustiamo un bel pranzetto molto gradito dato l'appetito
accumulato con due bagni, con maschera e pinne, alla ricerca
di vita sottomarina. Abbiamo visto grossi granchi pelosi,
sogliole, tanti paguri e anemoni sulle rocce. Ripartiamo alle
16.15 sotto un sole cocente. Ripercorrendo il tragitto di
strada che ci riporta sulla N642 a Porto de Barquera, abbiamo
la fortuna di ammirare magnifiche viste sulla baia fino a
che la strada non si immette in un fitto bosco. Ripresa la
statale non incontriamo traffico, per gli spagnoli è
l'ora della siesta. In mezz'ora arriviamo ad Ortigueira dove,
all'uscita dell'abitato, sotto un enorme albero troviamo una
invitante fontana dalla quale ci riforniamo di acqua potabile.
Poco oltre ci fermiamo nel parcheggio del supermercato ed
approfittiamo per fare spesa. Fa un caldo terribile, in camper
abbiamo 30 gradi, è la giornata complessivamente più
calda da che abbiamo iniziato questo viaggio. Ci rimettiamo
in viaggio alle 17.45 con meta la Praia de Santa Comba, vicino
Cabo Prior. Seguiamo sempre la statale e arriviamo così
a Ferrol, dove perdiamo completamente la bussola. Non trovando
indicazioni per Cabo Prior, giriamo e maciniamo chilometri
per più di un'ora, alla fine chiediamo in un bar e
un signore, che parla a raffica, con ampi gesti ci fa intuire
la direzione. Alle 20.20 arriviamo al faro di Cabo Prior,
da cui si gode una vista bellissima e si vede tutta l'immensa
ansa della Praia de Santa Comba [6]. Troviamo una desolazione
totale, una gran quantità di edifici distrutti e il
faro non presidiato. Non ci pare sicuro passare qui la notte
da soli. Alle 20.40 decidiamo di ridiscendere a valle. Impieghiamo
un'ora per raggiungere uno dei due parcheggi posti alle estremità
dell'immensa spiaggia di Santa Comba. Il parcheggio è
fortemente in pendenza e sconnesso. Per trovare la giusta
posizione ci mettiamo parecchio ma, alla fine, con i cunei
centriamo l'obiettivo. Dobbiamo dire che dal punto di vista
naturalistico il posto merita la fatica fatta per raggiungerlo.
La spiaggia è di sabbia bianca fine, che dà
all'acqua un colore smeraldo chiaro, di tipo hawaiano. Di
fronte al parcheggio c'è uno scoglio raggiungibile,
attraverso un percorso attrezzato, solo in bassa marea e che
con l'alta diventa un'isola. Sullo scoglio si vede una costruzione
che somiglia molto ad una chiesa. La spiaggia, al solito,
è fornita di fontane, di docce, di servizi e punto
di soccorso a fianco del quale ci siamo piazzati. Durante
le prime ore della notte il parcheggio è anche frequentato
da romantiche coppie di giovani amanti, ma le sue dimensioni
sono tali, che il disturbo è veramente limitato, inoltre
da una certa ora in poi cominciano ad arrivare pescatori,
insomma non si dorme certo soli.
Domenica 15 Agosto 2004.
Praia de Santa Comba, Ferrol, A Coruna, Larino:
212 km.
A parte qualche visita romantica di auto di ragazzi in prima
serata, che qui vuol dire fino a mezzanotte, la notte è
trascorsa tranquilla e senza vento. Il cielo è coperto
e, a tratti, pioviggina. Questo ci toglie la luce giusta per
le foto, ma il fascino del posto rimane. Una passeggiata mattutina,
sull'isola di fronte al parcheggio ci fa scoprire, oltre a
nuovi panorami, anche delle sepolture che confermano in parte
la sensazione che la costruzione che vi si trova un tempo
fosse una chiesa o una cappella. Dalla parte opposta dell'isola
troviamo colonie di gabbiani, mentre sulla spiaggia ce ne
saranno un migliaio. Facciamo colazione con vista sulla baia
smeraldina e faraglioni di Cabo Prior. Dopo colazione scendiamo
tutti sugli scogli e l'isola. Nelle pozze d'acqua si celano
piccoli acquari con granchi, pesci e anemoni multicolori.
Tra l'erba i ragni hanno steso le loro tele che, inumidite
dalla pioggerellina, risplendono come collane d'argento. Il
tempo man mano migliora e, a tratti, esce il sole. Noi, di
riflesso, alleggeriamo il vestiario. Approfittando della bassa
marea, raggiungiamo direttamente la spiagga, senza ripassare
per il parcheggio, e ne percorriamo più di metà.
Siamo assolutamente soli, tra una duna di sabbia bianca e
un mare calmo e speculare dal colore smeraldo, di fronte i
faraglioni e il capo. Alle 12.00 apre il posto di soccorso
dal quale otteniamo l'informazione che l'acqua della fontana
è potabile. Cominciano ad arrivare bagnanti, mentre
noi pranziamo si alza il vento. Partiamo alle 15.00 tornando
a Ferrol e imboccando la direzione per A Coruna. Alle 16.50
ci fermiamo in uno dei parcheggi del Paseo Maritimo poco distante
dal colle della Torre de Hercules [7]. Data la giornata festiva,
il parcheggio della Torre è stracolmo e non c'è
verso di trovarvi posto. Facciamo una fugace visita alla base
dell'antico faro romano dove incontriamo numerosissimi italiani,
gran parte dei quali provenienti da Santiago de Compostela.
Ripartiamo dopo un'ora e un gelato. Prendiamo rapidamente
la direzione sud, imboccando la N552 diretti verso Capo Finisterre.
Viaggiamo regolarmente e senza rellentamenti, nonostante la
giornata festiva. Alle 20.30 arriviamo all'entrata del camping
Ancoradoiro [1], ma non accetta i cani. Torniamo indietro
alla ricerca di un posto dove pernottare. A Larino dirigiamo
verso il faro che chiude la Praia de Louro dalla parte opposta
del camping. Facciamo cinquecento metri in discesa e, di fronte
al campo di calcio, troviamo un piazzale con docce e fontana
che serve la spiaggia. Per la notte va bene, siamo all'ombra,
e luce, del faro e una breve perlustrazione, sugli scogli
antistanti la piazzola, ci mostra, in tutta la sua crudezza,
l'effetto avuto su queste coste dal naufragio della Prestige.
Le rocce sono praticamente asfaltate, la vita nella pozze
è limitata ai granchi e i gabbiani preferiscono la
spiaggia. Nonostante ciò la vita riprende il suo corso
colonizzando tutto con muschi ed alghe. La giornata non s'è
ripresa ed il sole tramonta tra le braccia delle nubi.
Lunedi 16 Agosto 2004.
Larino, Muros, Bertamirans, Santiago de Compostela: 88 km.
Il faro di Larino non è uno di quei fari alti sulle
falesie di un capo, ma è basso, a livello del mare.
La notte è trascorsa tranquilla e il vento è
calato d'intensità. Purtroppo il tempo non è
migliorato, vediamo il sereno verso nord ovest ma, verso sud
ovest, nella nostra direzione c'è un tempo nero che
annuncia un temporale. Diverse piccole baie, lungo la costa
sono recintate e rese inaccessibili ai bagnanti per favorire
il ripristino biologico dell'ambiente. Prima di lasciare il
posto, con Diana e Blonde, perlustriamo per benino la scogliera
alla ricerca di variopinti acquari da fotografare. Partiamo
alle 11.35, passiamo per Muros. Bella cittadina che, sul fronte
del porto, ha case con porticati in pietra e reti di pescatori
appese. Nel porto, in bassa marea come ora, centinaia di persone
sono alla ricerca di frutti di mare. Prima di raggiungere
Noia, con la strada costiera, deviamo sulla A543, che ci condurrà
direttamente a Santiago de Compostela. Saliamo rapidamente
di quota e, alle 13.00, arriviamo nel parcheggio del supermercato
Champion di Bertamirans, con un funzionale camper service
comunale, gratuito e sagnalato. Effettuiamo immediatamente
le nostre operazioni di carico e scarico, poi parcheggiamo
comodamente ed andiamo a fare la spesa. Vallo a spiegare ai
gestori dei supermercati italiani che qui non mi sarei fermato
se non ci fosse stato il camper service. Approfittiamo del
parking, inserito in una zona moderna con giardini pubblici
ben curati, piste ciclabili e fontane, per fare spesa e comprare
anche il solito pollo per il pranzo. All'uscita troviamo un
cielo sereno e un sole caldo. Pranziamo lungo i giardini del
parco al fresco e al vento. Ripartiamo alle 15.50 e, in tre
quarti d'ora, arriviamo al camping As Cancelas, di cui troviamo
subito le indicazioni e altrettanto rapidamente le perdiamo.
Dopo aver conquistato un posto, quasi in piano, lo perdiamo
per aver confuso un 6 con un 9. Ci sistemiamo, in modo alcuanto
instabile, che sono le 17.00, in forte pendenza che neanche
i cunei riescono a salvare [1][2][7][8][10].
Martedi 17 Agosto 2004.
Santiago de Compostela, Lugo, Ribadeo, As Catedrais:
211 km.
Quella trascorsa è una delle peggiori nottate che ricordiamo
da quando viaggiamo in camper. Usciti dal ristorante, dopo
una squisita cena, visto il brutto tempo, ci siamo ritirati
e, appena coricati, ha iniziato a piovere. A mezzanotte è
iniziato un concerto nello stadio San Lazzaro, con musica
sparata a tutti decibel fino alle 4.00 del mattino quando,
l'intensità della pioggia scrosciante deve aver spento
ogni residua velleità giovanile del pubblico e dei
concertisti. Ha piovuto per tutta la notte, anche con forte
intensità, e il cielo è tutto coperto di dense
nubi. Partiamo alle 10.30, in mezz'ora, siamo parcheggiati
presso l'Auditorio de Galicia, sotto Avenida Xuan XXIII, ove
diversi equipaggi hanno anche pernottato. Siamo a circa 300
metri dalla cattedrale e andiamo ad assistere alla messa del
pellegrino. Speranza vana, quando arriviamo nella grande piazza
le porte della cattedrale sono già chiuse e nessuno
può più entrare. Intanto ricomincia a piovere.
In attesa che termini la celebrazione eucaristica, visitiamo
il quartiere centrale di Santiago e gironzoliamo intorno alla
cattedrale. Pranziamo appoggiati di fronte all'entrata laterale
della chiesa. Terminata la funzione a turno, come la solito
per poter tenere Blonde fuori, vistiamo l'interno della chiesa,
poi prendiamo la via del ritorno. Lasciamo Santiago alle 15.30
e , seguendo le indicazioni per l'aereoporto, rapidamente
prendiamo la N547 in direzione di Lugo. Viaggiamo per due
ore tra boschi e vallate rese ancor più verdeggianti
dalla pioggia. Alle 17.30 siamo a Lugo, che circumnavighiamo
costeggiando l'antica e integra cinta muraria, unica non abbattuta
dagli occupanti arabi. Qualche chilometro oltre Lugo, lungo
la N640, ci fermiamo presso una caffetteria per un the e una
merenda. Da Santiago a Lugo abbiamo percorso un tratto del
Camino de Santiago in senso opposto a quello seguito dai pellegrini.
Nonostante il tempo inclemente, vento forte e pioggia, abbiamo
incontrato decine di pellegrini che, a piedi o in bicicletta,
dirigevano verso Santiago. Lugo è una città
meravigliosa, tutta racchiusa in una cinta muraria di epoca
romana completamente conservata. Dopo Lugo, presa la direzione
per Ribadeo, torna a splendere il sole, il vento, invece,
continua a soffiare forte e dobbiamo prestare attenzione nella
guida. Ci rimettiamo in cammino alle 18.20 e impieghiamo più
di un'ora per percorrere i 70 chilometri che ci separano da
Ribadeo e la costa del golfo di Biscaglia. L'approssimarsi
del mare ci viene anticipato dall'ampia zona umida composta
dalla foce del Rio Eo e protetta da un parco naturale. E'
da questa foce che prende il nome la stessa città,
infatti Ribadeo deriva da Riba de Eo, Riva dell'Eo. Alle 19.45
siamo alla periferia ovest della città e ci immettiamo
sulla N642 in direzione A Coruna viaggiando per una decina
di chilometri. Arriviamo così al parcheggio della playa
As Catedrais di cui una parte, adibita a sosta di mezzi pubblici
e pulman, è vietata ai camper. Questo è il posto
più bello, paesaggisticamente e scenograficamente parlando,
di tutta la costa galiziana. Ci sono faraglioni, archi di
roccia, pozzi e grotte in comunicazione con il mare. La morfologia
del luogo e i colori delle scogliere e del mare riportano
alla mente in parte l'Algarve e in parte Moher. Tutta la zona
è efficientemente fornita di servizi con posto di sorveglianza,
tavoli picnic, fontanta con acqua potabile e docce. All'occorrenza
si possono utilizzare il ristorante e il compeggio poco lontano.
Al calare della sera siamo otto camper italiani e un multivan
spagnolo ad aver scelto di pernottare.
Mercoledi 18 Agosto 2004.
As Catedrais, Ribadeo, Playon de Bayas, Gijon, Villaviciosa,
Selorio, Playa de Rodiles: 217 km.
Notte ventosa ma silenziosa e tranquilla. Alle 9.00 passa
il panettiere con dolci, pane e tartillas. Il cielo è
variabile, il vento, a volte anche forte, sposta le nubi e
copre e scopre il sole. La temperatura si mantiene fresca.
Alle 10.00 scendiamo al mare in quanto la bassa marea, che
avrà il culmine alle 12.37, ha iniziato a scoprire
i passaggi per aggirare i faraglioni e raggiungere le piccole
baie, le grotte e gli archi di roccia. Mai nome fu più
appropriato, Las Catedrales, questo posto è proprio
una cattedrale del mare. Archi di roccia, faraglioni, grotte
e scogli, scattiamo fotografie a ripetizione, a velocità
giapponese, alla fine ne faremo più di quaranta. Prima
andiamo lungo la scogliera ad est, poi torniamo verso ovest.
In tutto sarà un chilometro di spiaggia, sempre più
ampia, lasciata dalla marea. Tra scogli e pozze d'acqua, ci
scappa anche il bagno, nonostante il vento teso e insistente.
Alle 11.00 arriva l'orda dei turisti da bus e la spiaggia
si riempie di camminatori. Quando risalimo, alle 13.00, i
due parcheggi sono pieni e in molti hanno dovuto parcheggiare
lungo la strada. Prendiamo tre pani, farciti a tonno e sardine,
dal chiosco di fronte al parcheggio. Pranziamo tranquillamente
in camper al fresco del vento che spira sempre e che, pian
piano, porta con sé dense nubi. Alle 14.20 inizia a
piovere e subito scatta il fuggi, fuggi dalla spiaggia e dai
parcheggi. Ci mettiamo in marcia alle 14.45, quando l'intensità
della pioggia è veramente notevole. Torniamo sulla
N642 e prendiamo la direzione di Ribadeo. Ai due lati del
viadotto sulla foce del Rio, nei due sensi di marcia, notiamo
comodi parcheggi, con mirador della zona umida e del porticciolo.
A Ribadeo ci immettiamo sulla N634 diretti verso est che diviene
una superstrada a scorrimento veloce. Viaggiamo regolarmente
fino Pedras Blancas, poco prima di Aviles, per raggiungere
prima El Puerto e poi Santa Maria del Mar, sempre lungo la
costa. Seguiamo le indicazioni per il Palyon de Bayas. Percorriamo
una strada stretta e in forte pendenza, prima in salita, poi
in discesa, alla fine arriviamo in un ampio piazzale pianeggiante
dove troviamo docce, fontana e chiosco bar. Siamo al Playon
alle 17.15. Facciamo una lunga passeggiata lungo lo spiaggione,
ammirando le spumeggianti onde del mare in tempesta. La spiaggia
è monumento naturale e frequentata anche da naturisti
e pescatori. Alle 19.00 ripartiamo in quanto, anche avendo
avuto assicurazione sulla sicurezza del posto, non ci sentiamo
di dormire da soli in un posto così lontano dai centri
abitati. Ripresa la superstrada, ad Aviles riprendiamo la
A8, Autostrada del Cantabrico, con la quale aggiriamo agevolmente
Gijon che sono le 20.20. Usciamo a Villaviciosa, che troviamo
vivace e piena di vita. Appena usciti dall'abitato, lungo
la N632, seguiamo le indicazioni per Selorio e la Playa de
Rodiles [6]. Arriviamo alla spiaggia alle 21.00 e vi troviamo
altri equipaggi e il chiosco gelati il cui gestore ci assicura
che possiamo restare anche più giorni, ma senza mettere
i cunei. La spiaggia è superattrezzata, con diverse
fontane, docce ed è composta di una speciale sabbia
rossa.
Giovedi 19 Agosto 2004.
Playa de Rodiles, Santander, Torrelavega, La Penilla:
211 km.
Notte tranquilla e silenziosa, purtroppo il tempo non ha ancora
deciso di volgere al bello e, stamattina, fa decisamente fresco,
con cielo coperto. Lungo la spiaggia si trova un fitto bosco,
composto da alberi piantati ordinatamente. Sotto il bosco,
dove vige un rigoroso divieto di campeggio e di accensione
di fuochi, nonché la conduzione di cani sciolti, è
un pullulare di camper di surfisti, quasi tutti con il cane,
e quasi tutti liberi, e molte tracce di fuochi accesi. Per
parcheggiare sotto il bosco, è necessario arrivare
di giorno, a causa del pericolo di insabbiamento, di radici
e rami bassi degli alberi. Esistono comunque posti molto pratici,
quasi in riva la mare, con tavoli per picnic. In fondo alla
spiaggia sfocia il Rio de Villaviciosa, in una continua lotta
con la marea e le sue onde. Oltre il capo, sui due lati della
Playa de Tazones, ci sono due affioramenti di un esteso giacimento
di fossili del periodo giurassico, risalenti a circa 200 milioni
di anni fa, troviamo dinosauri anche qui. I reperti più
importanti, trovati durante la costruzione dell'autostrada,
oggi sono presso il Museo del Parco Giurassico delle Asturie.
Bagno alle 12.30 per una mezz'ora, con onde alte e numerose,
peccato che portino con sé anche molte alghe spezzate.
Comunque è un gran divertimento, tanto che usciamo
tutti e tre, ovviamente a turno, con il bodyboard e Alessandra
viene letteralmente capovolta e sommersa. Alle 14.00, quando
il cielo si è ricoperto, ci facciamo la doccia e torniamo
al camper. Durante il pranzo il cielo si rasserena e la temperatura
sale notevomente. L'illusione dura poco tanto che, alle 15.30,
quando comincia a venir giù acqua che più non
si può, ci mettiamo in coda con tutti i fuggiaschi
della spiaggia e ripartiamo. Percorso un breve tratto di statale
N632, riprendiamo l'autostrada, alla prima occasione utile,
e, per le 17.40, siamo nel parcheggio del Carrefour di Santander.
Usciamo dopo due ore, durante le quali si è scatenato
un putiferio di temporale, dopo aver comprato abbastanza per
la prossima settimana di viaggio. Dirigiamo verso El Sardinero,
arrivati allo stadio, troviamo il parcheggio, e tutta la zona
circostante, interdetto alla sosta degli autocarvans con rimozione
forzata [3][4]. Puntiamo al campeggio, ma non accettano cani.
Proviamo al faro di Cabo Mayor, ma lo troviamo circondato
da un recinto che chiude alle 22.30 e, dagli sguardi che ci
danno i parcheggiatori, ci pare di capire che la nostra ingombrante
presenza non è gradita. Decidiamo di lasciare Santander
ma, seguendo le indicazioni per l'autostrada per uscire, prendiamo
la direzione di Torrelavega dove, finalmente, prendiamo la
direzione per Bilbao. Seguiamo un tratto di statale N634,
lontano dalla costa, arrivando così, alle 21.30, a
La Penilla dove ci accontentiamo di trovare posto in una sterrata
e polverosa, piccola area di descanso per camion e automezzi
da lavoro. Roberto ha un improvviso malore, pertanto decidiamo
di fermarci a pernottare e rinunciamo a ripartire dopo cena.
Venerdi 20 Agosto 2004.
La Penilla, Algorta, Plentzia, Bermeo, Guernica,
Lekeitio, Ondarroa, Saturraran, Mutriku: 224 km.
Notte non proprio silenziosa, siamo a bordo statale, non proprio
sul ciglio, per cui percepiamo il rumore, ma non lo spostamento
d'aria. La zona è prettamente agricola e molto verdeggiante.
Partiamo alle 9.50 riprendendo la statale e raggiungendo presto
nuovamente l'autostrada. Alle 10.20 siamo fermi all'area di
sosta Jesus del Monte, dalla parte opposta di quella utilizzata
all'andata, per effettuare le operazioni di carico e scarico
al camper service. Ce la sbrighiamo in mezz'ora, poi ripartiamo.
Alle porte di Bilbao, facciamo un tentativo di raggiungere
le spiagge di Pobena e Las Arenas. Tutto fallisce per l'affollamento
trovato e la mancanza di posti adeguati alle dimensioni del
camper. Troppe macchine, troppe raffinerie, troppa chimica.
Impieghiamo venti minuti, su e giù per le tangenziali
di Bilbao, prima di riuscire a prende la direzione di Algorta,
così per l'ora di pranzo arriviamo al parcheggio della
Playa de Elejalde, sulla costa a nord, vicino Plentzia. Nel
parcheggio c'è anche chi dorme, nonostante il vento
che ci sbatacchia di qua e di là. La spiaggia si raggiunge
dal parcheggio, da cui si gode una sconfinata veduta sulla
baia di Bilbao, con un centinaio di gradini ripidi lungo la
falesia. Questa è una spiaggia rocciosa, con sabbia
rossa, di quelle che la marea alta fa scomparire. E' frequentata
da surfisti e naturisti, con esemplari di maggior buon gusto
di quelli incontrati finora. Facciamo una passeggiata lungo
la spiaggia e gli scogli, con Blonde, al massimo della felicità,
che corre e salta da tutte le parti. Risaliti in cima, facciamo
la doccia, poi pranziamo e partiamo che sono le 16.00. Da
Plentzia dirigiamo su Mungia, qui giunti prendiamo la direzione
per Bermeo e, poco dopo, voltiamo per Bakyo. Percorriamo due
chilometri di salita in seconda, fino ad arrivare sulla costa
e scendere a Bakyo, dove troviamo l'effetto Biarritz, ossia
bellissima spiaggia, onde da surf e palazzi a bordo spiaggia.
Proseguiamo per Bermeo e saliamo di nuovo sulla falesia, scoprendo
stupendi panorami, come quello sull'Ermita de San Juan de
Gaztelugatxe, con l'eremo su un'isola raggiungibile attraverso
un lunghissimo camminamento. Arrivando a Bermeo notiamo chiaramente
le indicazioni per l'area attrezzata per i camper con tanto
di camper service. Prendiamo la direzione per Guernica y Luno.
Il fondo stradale, da Plentzia in poi, è stato pessimo.
Avvallamenti, rattoppi, discontinuità, non c'è
stato un chilometro di rettilineo, abbiamo viaggiato e viaggiamo
ancora tra i 20 e i 30 chilometri l'ora. A Guernica dirigiamo
verso Leikitio, seguendo un percorso bello, ma da rally. Il
centro di Leikitio [6] lo attraversiamo con difficoltà,
a causa della strada stretta e dell'ottusità di qualche
autista locale. Per raggiungere Ondarroa impieghiamo un'ora,
a causa della strada dal fondo impossibile, delle curve e
delle strettoie. Ondarroa [3][4] è vivace e piena di
bagnanti,ma la superiamo agevolmente. A Saturraran cerchiamo
di entrare in campeggio, ma non accettano i cani. Il parcheggio
della spiaggia non possiamo untilizzarlo in quanto abbiamo
bisogno dell'allaccio elettrico. Alle 19.30 arriviamo al camping
Galdona di Mutriku, posto in cima a una lunga salita percorsa
in prima marcia. Il campeggio è disordinato e verdeggiane,
rispecchiando così in pieno il carattere basco dei
suoi gestori. Ci sistemiamo alla rinfusa e fruiamo dei servizi
e del ristorante.
Sabato 21 Agosto 2004.
Mutriku, Zumaia, San Sebastian: 75 km.
Nottata tranquilla, ma molto piovosa. Stamattina non piove,
ma il cilelo permane coperto per cui, anche in considerazione
della lontananza della spiaggia, decidiamo di partire. Scriviamo
le cartoline, paghiamo il campeggio e partiamo che sono già
le 11.15. Discesi a valle, ci fermiamo al supermercato per
fare la spesa quotidiana, mentre fuori ricomincia a piovere.
Prendiamo definitivamente il via poco prima delle 12.00 e
viaggiamo per quasi un'ora lungo la N634, presa a Deba, senza
fermarci fino ad arrivare all'ampio parcheggio del porto turistico
di Zumaia, dove diversi camper hanno pernottato. Il parcheggio
è privo di servizi, e lontano dal centro e dalla spiaggia.
Per raggiungerli è necessario percorrere, a piedi o
in bicicletta, il periplo della darsena. Ci fermiamo per il
pranzo con vista sul grazioso centro e sulla sua chiesa. Lungo
gli scogli della massicciata notiamo decine di granchi e di
ostriche. Anche qui assistiamo all'incivile comportamento
di un camper francese, con targa 5014RC33, che terminato il
pranzo, scarica tranquillamente le acque grigie nel parcheggio,
poi mette in moto e se ne va. Facciamo una lunga chiacchierata
con una coppia di colleghi francesi proprietari di Tennessee,
una graziosa, simpatica e vivace cagna che non smette di giocare
con Blonde. Partiamo alle 16.10 e puntiamo direttamente verso
San Sebastian [2][3][13]. Alle 17.00 siamo fermi nel parcheggio
della zona universitaria dove troviamo, già sistemati,
altri equipaggi spagnoli, tedeschi e francesi. Facciamo brevemente
il punto della situazione poi ci rimettiamo in movimento e
raggiungiamo, in mezz'ora, il camping Igueldo. Lo troviamo
completo e non in grado di ospitarci. Rinunciamo anche ad
utilizzare la squallida area di sosta a pagamento di fronte
al campeggio in quanto, priva di servizi e illuminazione.
Torniamo decisamente al parcheggio dei viali dell'Università.
Piazziamo il camper ed usciamo per una passeggiata. Percorrendo
Avenida de Tolosa e Avenida de Zumalacarregui, raggiungiamo
prima la Playa de Ondarreta poi il magnifico e vivace Paseo
de la Concha, molto animato. Arriviamo al centro della città
vecchia e al porto. Ceniamo nel ristorante Itzalian. Torniamo
al camper con l'ultima corsa del bus 33, che ci fa scendere
davanti al nostro mezzo. Per passare la nottata ci spostiamo
in Paseo de Manuel Lardizabal, di fronte alla facoltà
di Informatica, più riparata dal traffico, e buona
notte.
Domenica 22 Agosto 2004.
San Sebastian, Cabo Higuer, Biarritz: 76 km.
Notte passata tutto sommato tranquillamente. Stamattina il
cielo è sereno e splende un bel sole caldo. Noi siamo
all'ombra della facoltà, chiusa la domenica. Tutte
le facoltà dell'università, che ci circondano,
sono ripetutamente controllate da guardie giurate, noi siamo
di fronte a quella di Informatica ed abbiamo vicino quelle
di Diritto e di Chimica. Partiamo alle 11.00 per salire al
belvedere del Monte Igueldo. Classico periplo per ammirare
stupendi panorami, grazie alla giornata serena e limpida,
che si aprono sulla Bahia de la Concha, il Monte Urgull e
l'Isla de Santa Clara. Ripartiamo alle 12.45, quando comincia
a spirare una gradevole brezza proveniente dall'oceano. Scendiamo
a valle e attraversiamo il centro della città cercando,
inutilmente, di arrivare alle passeggiate a mare. Disperati,
prendiamo la direzione della NI verso la Francia. La voglia
di uscire non è molta, infatti impieghiamo un'ora e
mezza per percorrere poco più di 30 chilometri. Alle
14.25 arriviamo in un'area di campeggio libero posta oltre
il camping El Faro, trovato al completo, a Cabo Higuer. Siamo
in fronte all'oceano, ma non c'è modo di scenderci,
la costa è troppo alta. La temperatura in camper è
di ben 31 gradi. Andiamo a pranzo al ristorante del campeggio,
che accetta i cani, e torniamo al mezzo sazi e soddisfatti,
che sono le 16.30. Un'ora abbondante di relax a girovagare
sulla scogliera, a fare foto e guardare le navi con il binocolo,
ci aiuta ad avviare la digestione. Partiamo alle 17.50 ed
entriamo in Francia venti minuti dopo. Viaggiamo per un'ora
lentamente, accodati a decine di macchine di francesi che
rientrano a casa dal week end in terra spagnola. Alle 19.10
arriviamo all'area attrezzata alla periferia sud di Biarritz.
Prendiamo l'ultimo posto disponibile e ci sistemiamo. Nonostante
l'ora tarda, andiamo in cerca della spiaggia. La troviamo
rapidamente grazie al camminamento e al sottopasso della statale.
Siamo quasi soli, il sole che splende basso, le onde che sono
alte e l'acqua pulita generano un effetto trasparenza molto
scenografico. Non resistiamo e ci facciamo un bel bagno ristoratore
e rinfrescante. L'area è molto funzionale. Si trova
di fronte alla Plage del Milady, fornita di eliporto e punto
di soccorso, possiede due camper service, con scarico a pozzetto
e fontana, e diverse colonnine per l'allaccio elettrico gratuito.
L'uso anarchico che ne viene fatto, con deroghe personalizzate
alle più elementari regole di convivenza comunitaria,
ne danno un'immagine da accampamento e bidonville. Panni stesi
in modo poco decoroso, schiamazzi giovanili, elettrodomestici
a volume troppo alto, spostamento di mezzi con pericolsi finestrini
aperti, sono comportamenti che non giovano all'immagine del
movimento camperistico.
Lunedi 23 Agosto 2004.
Biarritz, Anglet, Lestelle, Capens, St. Sulpice s/Leze, Auterive:
310 km.
Notte tutto sommato tranquilla e fresca. Stamattina il cielo
è nuovamente coperto. Ieri, passata la frontiera, abbiamo
avuto la sorpresa di trovare il prezzo del gasolio lievitato
a 1.01 euro al litro. A conti fatti, facendo il pieno a San
Sebastian, abbiamo risparmiato 10 euro, in un colpo solo.
Prima di lasciare l'area facciamo camper service. Ci spostiamo
di poco in quanto, lungo la strada per il centro, troviamo
subito un supermercato alimentare Leclerc e approfittiamo
per rifornire la cambusa di alimenti freschi. Partiamo alle
11.10 e navighiamo per venti minuti nei menadri dei sensi
unici di Biarritz alla ricerca di una via d'uscita. Raggiunta
Anglet non resistiamo a fermarci nel locale ipermercato Carrefour
per acquistare un nuovo bodyboard e le pinnette. Nel parcheggio
è presente una colonnina servizi, di tipo Flot Bleu,
che funziona con monete da 2 euro. Alla cassa, prima di noi,
capita una famiglia spagnola che paga il conto con carta di
credito. La cassiera copia sulla ricevuta, già firmata
dalla signora, il numero del suo documento d'identità.
La signora, giustamente, contesta l'operazione in quanto sostiene
che con il numero di carta di credito e il numero di documento
è possibile fare acquisti in internet. La discussione
va avanti parecchio, con interventi di traduttori e funzionari
del magazzino. Noi esprimiamo la nostra comprensione alla
signora spagnola ma, non avendo molto tempo, cambiamo cassa
e paghiamo in contanti. All'uscita il cielo è ancora
coperto, ma fa caldo ugualmente. Vista l'ora che si è
fatta, pranziamo nel parcheggio che, essendo molto grande,
anche se frequentato, ci consente di tenere i finestrini aperti.
Prendiamo il raccordo autostradale che ci consente di aggirare
Bayonne e di immetterci direttamente sulla A64 verso Tolosa.
Alle 15.40 ci fermiamo per una breve sgambatura in una area
di parcheggio poco prima di Lannemezan. A Lestelle paghiamo
il salato pedaggio e proseguiamo sul tratto gratuito in direzione
Tolosa. Raggiunta l'uscita 28, di Capens, ci immettiamo, finalmente,
su una dipartimentale, la D622, con la quale raggiungiamo
Saint Sulpice sur Leze. Cerchiamo una stazione di rifornimento,
ma niente, il villaggio è grazioso, ma piccolo. Proseguiamo
in un paesaggio ondulato di coltivazioni e boschi. Alle 18.45
arriviamo, dopo aver fatto rifornimento, al parcheggio per
i camper di Auterive. Mal segnalato, si trova di fronte alla
posta, dalla parte opposta allo spiazzo del camper service.
Ci sistemiamo sotto gli alberi, con altri equipaggi francesi,
mentre in lontananza un temporale fa minacciosamente sentire
i suoi brontolii, mettendo in agitazione Blonde. Il villaggio
versa in un malcelato stato di trascuratezza. Vi si trova
il Museo dei vecchi attrezzi agricoli, posto sotto il municipio,
uno dei pochi edifici ristrutturati. Di fronte alla Place
de Clemenceau, con fontana e toilette, non disponibile la
domenica mattina a causa del mercato, c'è un fiorito
giardino pubblico, chiamato Le Belvedere, posto proprio in
riva all'Ariege.
Martedi 24 Agosto 2004.
Auterive, Nailloux, Villefranche de Lauragais, Narbonne,
Montpellier, Lunel, St. Maries de la Mer: 339 km.
Alla fine il temporale è arrivato, per la disperazione
di Blonde, così, nella prima parte della notte, ha
piovuto. Solita tranquillità dei paesini francesi,
stamattina cielo coperto e vento. Prima di partire andiamo
al camper service, al di là della statale, sotto il
palazetto dello sport, per scaricare le grigie. In attesa
di queste operazioni, incontriamo un simpatico signore, di
origini padovane, qui da 70 anni, il quale ci informa che
in paese la maggior parte della popolazione è imparentata
con immigranti italiani e che anche il sindaco è un
italiano. Partiamo alle 10.10, riprendendo la D622 in direzione
di Nailloux. Qui giunti proseguiamo fino a Villefranche de
Lauragais, dove risaliamo sulla A61 verso Narbonne. Alle 11.30
ci fermiamo all'area di sosta con il belvedere sulla Cité
di Carcassonne, giusto per scattare due foto. Ripreso il nostro
cammino, cominciamo a valutare le alternative per il pranzo.
Scartiamo l'ipotesi di fermarci all'abbazia di Frontfroide,
in quanto è ancora presto, alla fine riusciamo a conquistare
una piazzola con tavolino tra gli alberi all'area di servizio
di Narbonne Vinassan sulla A9. Questa è la più
grande area di sosta e servizi autostradale che conosciamo.
Sulla collina ci sono decine di posti, tavoli per picnic e
fontane. Anche se è ad alto rischio di furti, con un
poco di accortezza, è sempre funzionale e rilassante
sfruttarla. Ripartiamo alle 14.25 seguendo l'autostrada fino
a Montpellier. Decidiamo che ne abbiamo abbastanza e che abbiamo
nostalgia di visitare la Camargue. Scesi sulla statale N113,
raggiungiamo Lunel, dove facciamo rifornimento ad una stazione
di servizio di un supermercato. Puntiamo su Aigues Mortes
e, prima di arrivare all'abitato, giriamo sulla D58 diretti
a Saintes Maries de la Mer. Ad un certo punto abbiamo l'illuminante
idea di girare sulla D85 con la quale arriviamo all'attraversamento
della Petit Rhone con il Bac de Sauvage. La gestione del battello,
peraltro gratuito, è, a dir poco, ridicola. La traversata
del fiume dura pochi minuti, con un carico massimo di otto
autovetture e un camper. Tutta l'operazione viene svolta solo
ogni mezz'ora. Arrivati alle 17.00, ci toccherebbe dopo un'ora.
Torniamo indietro e percorriamo altri 30 chilometri per arrivare
a Saintes Maries de la Mer. Alle porte della cittadina troviamo
folte colonie di fenicotteri intenti a mangiare negli stagni.
Giriamo per quasi mezz'ora, andando avanti e indietro. Vediamo
le due aree di sosta, quella all'ingresso del paese, verso
Arles, occupata da cento mezzi, e quella della Palge de l'Est.
Alla fine dirigiamo al campeggio, avendo necessità
di allaccio elettrico. Al tramonto assistiamo al rientro dei
fenicotteri nella caratteristica formazione in fila indiana,
con zampe e collo disteso. Dopo le docce, andiamo a cena in
città, per gustare qualche buon piatto di pesce. Ritorno
con passeggiata a mare e la luna che si specchia sulle onde.
Mercoledi 25 Agosto 2004.
St. Maries de la Mer, Arles, Salon de Provence,
Aix en Provence, Sisteron, Tallard, Bercellonette, Larche,
Colle della Maddalena: 425 km.
Questo campeggio è una metropoli, con piscina e animazione,
prossimo al centro e con la spiaggia davanti anche se, per
i nostri standard, è un poco caro. Notte tranquilla
e giornata che si annuncia assolata e calda. Prima di uscire
dal campeggio, facciamo le operazioni al camper service, comodo
e con scarico a pozzetto. Percorrendo parte della D570, poi
la D37 e la D369, giriamo tutto attorno all'Etang de Vaccares
fino ad arrivare a Salin de Giraud. I migliori avvistamenti
di fenicotteri, veramente molto ravvicinati, li abbiamo però
avuti appena usciti da Saintes Maires de la Mer, nei piccoli
stagni che fiancheggiano la D85A. Alle 11.30 prendiamo definitivamente
la direzione per Arles, ove ci immettiamo sulla superstrada
N113 verso Salon de Provence. La giornara è assolutamente
tersa e il sole splende forte, mitigato solo dal vento. A
Salon proseguiamo verso Aix en Provence, percorrendo un tratto
gratuito della A8. Ad Aix seguiamo le indicazioni per Gap
e Sisteron, imboccando la A51, che lasciamo prima del tratto
a pedaggio per dirigerci a Pertuis ove, in un supermercato,
facciamo rifornimento di gasolio. Ripresa l'autostrada, risaliamo
il corso della Durance fino a fermarci, alle 13.45, all'area
di sosta Pont de Mirabeau, qualche chilometro prima della
confulenza del Verdun. Ripartiamo alle 15.45, dopo un pranzo
comodo e tranquillo, consumato in uno spazio verde e riparato
particolarmente gradito da Blonde. Percorriamo tutta la A51
fino a Tallard, risalendo la Durance e la sua bellissima vallata.
Passaggio magnifico sotto la rocca di Sisteron, certamente
una della nostre future mete. Prendiamo poi la direzione per
Barcellonette, da dove proseguiamo per Jausiers, Larche e
il colle. Alle 18.50 ci fermiamo a Larche, per il consueto
rifornimento di acqua potabile della fontana della chiesa.
Decidiamo di anticiparci quanto più possibile, pertanto
non usufruiamo della possibilità di pernottare presso
il parcheggio dell'Office du Tourisme, dove già si
trovano altri equipaggi, per cui saliamo al colle. Alle 19.15
rientriamo in Italia e ci fermiamo in uno spiazzo di lato
alla strada, in riva al torrente poco oltre il primo albergo,
prima dell'inizio della discesa. Le marmotte ci fischiano,
quasi a prenderci in giro per il freddo che abbiamo, ne vediamo
diverse prima che faccia buio.
Giovedi 26 Agosto 2004.
Colle della Maddalena, Vinadio, Cuneo, Asti, Piacenza, Verona,
Padova, Mestre, Aquileia: 658 km.
Notte molto ventosa, ma completamente tranquilla. Al mattino,
in camper, abbiamo 10 gradi ed accendiamo la stufa, mentre
fuori le marmotte fischiano al primo spiraglio di sole. Partiti
alle 8.55, per scendere dal passo ci fermiamo, quasi ad ogni
tornante, per fotografare le numerose marmotte di vedetta
accanto alle loro tane. Dopo un'ora siamo a Vinadio e in un'altra
mezz'ora arriviamo a Cuneo. Ci fermiamo all'Ipercoop, nella
zona industriale, per fare la spesa, sperando di non dover
fare altre soste durante la giornata. Partiamo definitivamente
alle 11.15 imboccando la N231 diretti a Fossano. Attraversando
Bra e Alba, raggiungiamo Asti poco prima delle 13.00 dove
saliamo sulla A21 in direzione Piacenza. Alle 13.30 ci fermiamo
per il pranzo nell'area di servizio Crocetta Sud. Scopriamo
che, stamattina, la stufa si è consumata l'ultimo residuo
di gas presente nella bombola e siamo costretti a cambiarla.
Nel camper abbiamo 30 gradi ma fuori, in queste stupende aree
di servizio italiane, ne farà almeno una decina di
più. Ripartiamo alle 14.45 viaggiando con regolarità,
nonostante la presenza di un certo traffico, soprattutto di
mezzi pesanti. Alle 16.10 siamo a Piacenza e, dopo un'ora,
ci fermiamo all'area di servizio Ghedi Est, ultima della A21
prima di immetterci sulla A4 a Brescia. Ripartiamo alle 17.35
e, in meno di un'ora, siamo alla periferia di Verona. Il traffico
aumenta notevolmente, la presenza del nodo con l'autostrada
del Brennero si fa sentire. Raggiungiamo Padova alle 19.15,
quindi superiamo Mestre, abbastanza rapidamente, per fermarci
alle 20.45 all'area Caltorta Est per la cena. Ripartiti alle
21.20, in poco più di un'ora, arriviamo finalmente
all'area attrezzata di Aquileia, nostra meta odierna e termine
di questo nostro viaggio.
Conclusioni.
Avevamo intrapreso questo viaggio non con lo stesso
entusiasmo degli anni precedenti. Ci sembrava di andare a
visitare cose già viste, niente di nuovo. Invece, nonostante
non abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissi,
si è rivelato un vero successo, e ci ha appagato completamente.
Non abbiamo visitato i Picos d'Europa, ma nulla toglie che
siano oggetto di una nuova puntata in Spagna nei prossimi
anni. Abbiamo scoperto invece una Spagna diversa. Pienamente
godibile, con spiagge stupende e attrezzatissime, ma prive
dell'affollamento e della confusione presenti nella costa
mediterranea. Fari e capi spesso sono stati il nostro rifugio
notturno e l'ispirazione naturale per splendide fotografie,
sia al tramonto che all'alba. Sorpresa nelle sorprese, nessun
problema per il pernottamento e l'embrione di quella che,
speriamo, divenga una rete di camper service per i veicoli
ricreazionali a livello di Francia, Italia e Germania. Tutte
le regioni che abbiamo attraversato sono caratterizzate da
un forte sentimento campanilistico, i baschi già in
Francia, ma questo non arreca alcun disturbo all'esercizio
del turismo. Siamo stati sempre ben accettati, rispettati
e trattati con cortesia. Anche se tutto è stato bello,
ci sono due cose che, rispetto alle altre, ci sono rimaste
particolarmente impresse. La prima è il fiordo di Porto
de Bares, trovato grazie alle indicazioni fornite da Enrico
Lui nel suo diario [6]. Il secondo, solo cronologicamente,
è la stupenda Playa de As Catedrais, in comune di Ribadeo,
che definiremmo tranquillamente imperdibile. Teniamo a precisare
che, solo casualmente, entrambe le mete si trovano in Galizia.
L'elencare di seguito la bibliografia, utilizzata per raccogliere
informazioni per progettare questo viaggio, vuole essere anche
un esplicito ringraziamento verso autori e siti internet che
con il loro contributo ci hanno consentito di realizzare,
con successo, il nostro progetto e di godere, ancora una volta,
di vacanze che ci hanno pienamente soddisfatti.
Bibliografia
1) http://www.rsnail.net/magellano/iber93d1.shtml
Lumaca Roberto
2) http://cenzon.altervista.org/Fotografia/Viaggi/spagna_diario.htm
Eric Cenzon
3) http://www.mclink.it/com/sal.eur/b/spagna1.htm
Maurizio Moroni e Stefania Dantini
4) http://www.camperonline.it/viaggi-santiago1999e2001.asp
Mirko Ferranti
5) http://members.xoom.virgilio.it/elioborghi/spagnaportogallo2001.html
Elio Borghi
6) http://digilander.libero.it/cerino51/viaggi/galizia/galizia.htm
Enrico Lui
7) http://www.taccuinodiviaggio.it/mete/spagna-portogallo-2003-er.htm
Erminio
8) http://www.taccuinodiviaggio.it/mete/capodanno-compostela-cs.htm
Carlo Struglia
9) http://www.turismoitinerante.com/php/itinerari_view.php3?&id=490
Michele e Chiara
10) http://www.camperonline.it/viaggi-spagna2003.asp
Oria e Primo Maraldi
11) http://go.supereva.it/prian.freeweb/camargue.txt
Sandro Prian
12) http://www.campereavventure.it/avventure-bardenas.htm
Maura
13) http://www.taccuinodiviaggio.it/mete/spagnanord-mg.htm
Mauro Gorla
Link utilizzati
Informazioni
1) http://www.rsnail.net/magellano/
Elenchi aree e diario
2) http://www.campereavventure.it/
Elenchi aree e informazioni
3) http://www.camperonline.it/
Diari e link informazioni
4) http://www.taccuinodiviaggio.it/
Diari
5) http://members.xoom.virgilio.it/elioborghi/
Diari
6) http://cenzon.altervista.org/
Diari
7) http://www.camperisti.it/
Diari
8) http://digilander.libero.it/cerino51/
Diari
9) http://www.turismoitinerante.com
Diari
10) http://www.xacobeo.es/
Informazioni
11) http://www.picoseuropa.net/
Informazioni
12) http://go.supereva.it/prian.freeweb/index.htm
Diari
13) http://www.letour.fr/
Informazioni
14) http://www.costadelamuerte.com/tour.html
Informazioni (Galizia)
15) http://www.el-caminoreal.com/
Informazioni (Asturie, Covadonga, Picos d'Europa)
16) http://www.iglesiadeasturias.org/
Informazioni (Covadonga, Cattedrale di Oviedo)
17) http://www.museojurasico.com/
Informazioni (Museo Jurassico) |