ALTA PROVENZA, COSTA ATLANTICA, PAESI BASCHI
(AGOSTO 2006)
testo
e foto di Nicola de Pascale
Viaggio dell’agosto 2006 del sottoscritto, la moglie Clara,
le nostre due figlie Cristina ( 15 anni) e Chiara ( 13 anni) e degli
amici Paolo, Primella, e i loro figli Tommaso ( 13 anni) e Paola
( 11 anni). I nostri mezzi sono Superbrig 678 del 2000. Percorsi
da Milano circa 3.500 km.
La meta principale erano le Dune di Pilat. L’itinerario è
stato deciso giorno per giorno, ora dopo ora, seguendo principalmente
le strade secondarie segnate come “panoramiche”. Abbiamo
viaggiato per brevi tratti in autostrada solo per accelerare qualche
tappa di trasferimento.
3 agosto 2006 (km percorsi: 350)
Partiamo da Milano verso ora di pranzo e imbocchiamo l’autostrada
Milano-Genova-Piacenza per arrivare in Francia attraverso il Passo
del Monginevro.
Il Passo è percorribile facilmente anche per mezzi di grosse
dimensioni come i nostri. La strada è stata allargata e resa
comoda grazie ai lavori fatti prima delle Olimpiadi invernali.
Poco prima del paese di Montgenevre è stata creata una nuova
area di sosta per i camper, proprio alle spalle dell’edificio
della vecchia dogana francese. L’area è molto frequentata
nel periodo invernale per la vicinanza al grande comprensorio sciistico
francese che è collegato con quello italiano della Via Lattea.
Attraversato il paese inizia la lunga discesa che porta verso Briancon
( statale N 34). Proseguendo lungo la strada si incontra il Lago
di Serre-Ponçon (Hautes Alpes), il più grande lago
artificiale d'Europa, fra Gap e Briançon, con una superficie
di oltre 3.000 ettari.
Il lago è sempre spazzato da forti venti costanti ed è
il paradiso di chi pratica sport nautici quali windsurf e kitesurf.
Qui si tengono spesso competizioni internazionali di questi sports.
Sostiamo in località Carriere de Crots, all’inizio
del lago, in una zona dove è anche possibile pernottare.
Vicino un piccolo campeggio frequentato da chi si vuole cimentare
con la sua tavola. Un motoscafo assicura aiuto a chi, caduto in
acqua, non riesce più a risalire da solo.
Ripartiamo poi in direzione di Gap, attraversando un ponte che collega
le due sponde del lago e ci dirigiamo verso Serres ( statale D 994)
dove giungiamo verso sera.
Serres è
un piccolo paese di 1.200 abitanti attraversato dal fiume Buech
e sovrastato da una grande roccia, la Pignolette, che ricorda il
nostro Cervino. Di sera questa è illuminata da riflettori
con un bell’effetto scenico.
In questa cittadina nel mese di luglio si è
tenuti il 4° Festival del jazz di Serres (www.festivaldejazzdeserres.com).
Ci siamo fermati per la notte nel parcheggio della
piazzetta centrale, dove erano parcheggiati altri camper francesi.
4 agosto 2006 ( km percorsi: 210)
Prima di ripartire visitiamo l’ufficio del turismo che si
trova nella piazza.. È incredibile vedere un ufficio così
organizzato e pieno di materiale informativo in un paese così
piccolo.
Da Serres proseguiamo per Nyons per una strada segnata come “panoramica
( D 994 – D94).
Superata Nyons ci dirigiamo( D 290) verso le Gorges de l’Ardeche
(Rhone-Alpes, www.ardeche.com)
“….Il fiume Ardèche, ha uno dei
più bei paesaggi naturali d'Europa, rinomato per il suo clima
e per le possibilità di fare sports, come le passeggiate,
il kayaking e la canoa. Il fiume Ardèche ha scavato la sua
strada attraverso l'altopiano, le gole, sono il risultato dei cambiamenti
geologici iniziati 110 milioni d'anni fa. Dopo aver oltrepassato
Pont d'Arc, un arco naturale alto 60 m., il fiume Ardèche
scorre attraverso profonde gole fiancheggiate da ripide pareti che
possono raggiungere i 300 m. d'altezza. Tra Vallon Pont d'Arc e
Saint Martin d'Ardèche, queste selvagge e fantastiche gole
proseguono per oltre 35 km.”
La strada percorre le gole in un paesaggio splendido. In alcuni
punti vi sono delle larghe piazzole per la sosta per permettere
di vedere il fiume che scorre nella vallata sottostante. Dall’alto
si vedono numerosi puntini colorati sull’acqua: sono le decine
di canoe che scendono fino a valle. In molti posti è possibile
noleggiare l’imbarcazione ( da 13 a 21 euro) e fare tutta
la discesa con percorsi che variano da 7 a 32 km. Viene fornito
tutto l’equipaggiamento e, volendo, la discesa può
essere fatta in due giorni fermandosi in posti di bivacco predisposti
lungo il fiume (vedi anche www.aspeterpan.com/rafting/ardeche.htm)
Proseguendo giungiamo a Pont d’Arc, un ponte naturale scavato
dal fiume. Lasciamo i nostri mezzi in un vicino parcheggio gratuito
e raggiungiamo le sponde del fiume dove possiamo fare il bagno e prendere
il sole. L’arco di pietra è uno spettacolo veramente
unico. Nel fiume numerose canoe si apprestano ad iniziare la discesa.
Riprendiamo la strada in direzione di Aubenas. Giunti in pianura
si trovano un gran numero di campeggi, anche a 4 stelle, che denotano
come questa zona sia una meta turistica molto frequentata dai francesi.
Proseguiamo ( N 102) in direzione di Pradelle. Poiché si
è fatto tardi decidiamo di fermarci per la notte. Troviamo
un “camping municipal” a Barnas ( 13.45 euro per camper,
4 persone ed attacco luce).
5 agosto 2006 ( Km percorsi: 370)
Tappa di trasferimento. Riprendiamo il viaggio fino a Pradelle
( N102), poi Mende ( N 88). C’è un cambio notevole
nel paesaggio: dallo splendore dell’ Ardeche si passa ad un
ambiente urbano molto anonimo. Si cominciano a vedere numerosi accampamenti
di zingari. Giunti a Rodez prendiamo una strada secondaria che ci
porta a Caussade ( D994 – D1 – D926). Un tratto di superstrada
ci porta a Montauban.
Decidiamo di puntare
verso Agen ( N113) e, poiché siamo a pomeriggio inoltrato
decidiamo di cercare un posto per la sosta notturna. I numerosi
accampamenti di zingari incontrati ci rendono un po’ diffidenti
sulla sosta libera, per cui cerchiamo un campeggio.
A Moissac troviamo il campeggio comunale “ Camping de l’Ile
du Bidounet” (www.moissac.fr ).
L’ingresso del campeggio è in un vecchio mulino con
un passaggio coperto che porta nella piccola isola sul fiume dove
vi sono le piazzole. Il passaggio è però possibile
solo per veicoli con altezza non superiore a 3 mt., per cui siamo
costretti a sostare in uno spiazzo appena dopo l’ingresso
( per la notte 19.90 euro).
Vicino a noi c’è una piccola tenda e un albero con
legato un asinello. Verso sera arriva il padrone dell’asino
e questi gli si avvicina e si rotola al suolo come fanno i cani
quando vogliono le coccole, con la pancia per aria: uno spettacolo
veramente mai visto !
Questo signore, come poi mi spiegherà, è un pellegrino
che diretto al santuario di Santiago de Compostela all’inizio
di maggio da Digione accompagnato dall’asino che portava un
basto con l’equipaggiamento necessario per il viaggio.
Moissac si trova infatti su uno dei percorsi che porta a Santiago
: la "via podense" che partiva da Notre Dame de Puy, massiccio
centrale Francese, passava per Conques e per l'Abbazia di Saint
Pierre de Moissac. Era percorsa dai pellegrini provenienti dalla
Germania, dalla Svizzera e dalla Francia centrale. Nella cittadina
si trova anche un centro abbaziale, patrimonio dell'umanità,
sotto protezione UNESCO
6 agosto 2006 ( km percorsi: 290)
Lasciamo Moissac in direzione di Agen. Lungo la strada si incrocia
il Canal du Midi, che collega l’Oceano Atlantico ed il Mare
Mediterraneo.Ad Agen entriamo in autostrada per raggiungere Bordeaux.
Una volta in tangenziale ci dirigiamo verso l’aeroporto di
Merignac e poi verso Arès ( D 106) dove giungiamo nel pomeriggio.
La cittadina si trova nel bacino di Arcachon, noto per le sue coltivazioni
di ostriche ( www.ares-tourisme.com)
Sostiamo in una grande piazza sterrata dove si tiene il mercato,
completamente deserta, e andiamo a fare una passeggiata sulla spiaggia.
Nella grande piazza antistante la spiaggia notiamo uno piccolo
monumento con un cippo e un’ iscrizione che dice che le autorità
di Arès nell’agosto del 1976 hanno deciso di adibire
la piazza ad “ovniport”, o “ufoporto”, vale
a dire luogo dove possono atterrare gli UFO !
Naturalmente è vietata la sosta: non sia mai che qualche
astronave debba rinunciare ad atterrare perché trova la piazza
occupata dalle automobili…..
Nel tardo pomeriggio lasciamo Arès e ci dirigiamo verso Lacanau
per passare la notte. Ci fermiamo nell’area attrezzata che
si trova a circa 2,5 km da Lacanau-Ocean, la zona balneare.
L’area dispone di numerose piazzole, per la maggior parte
numerate, con attacco luce e acqua, molto spaziose con possibilità
di aprire la veranda e cenare all’aperto, scarichi, il tutto
per 8 euro al giorno. Per chi vuole c’è a pochi metri
un campeggio.
7 agosto 2006 ( km percorsi: 100)
In tarda mattinata lasciamo l’area per andare a Lacanau-
Ocean con l’intenzione di cercare un campeggio e fermarci
qualche giorno. Inutile dire che sono tutti pieni anche perché
in quei giorni si svolge un campionato di surf, sport molto diffuso
da quelle parti. Nei nostri giri arriviamo in località La
Corniche, un promontorio vicino alle famose Dune di Pilat, che arrivano,
nel punto più alto, fino a 100 metri di altezza.
“La grande duna di Pilat si affaccia sull'oceano
Atlantico, poco sotto il Bacino di Arcachon ed è stata dichiarata
patrimonio nazionale dal 1978. Lunga 3 km, larga 500 metri e alta
fino a 104 metri, è composta da grani di sabbia di quarzo
bianchi-rosa chiaro.”
Nella
strada vicino all’omonima spiaggia troviamo facilmente un
parcheggio e decidiamo di fare il nostro primo bagno nell’oceano.Dal
promontorio si arriva alla spiaggia scendendo una breve scala. Lo
spettacolo è affascinante: le dune, le onde dell’oceano
e decine di persone che volteggiano con i parapendii.
Ci tuffiamo in mare a lottare contro le onde che ci buttano verso
riva. L’acqua non è fredda, sui 22°, 23° gradi
come informa un tabellone posto vicino al gabbiotto del soccorso
marino e l’aria poco più calda.
Al tramonto decidiamo di spostarci verso sud sempre alla ricerca
di un campeggio.
Percorriamo pochi km lungo la strada che porta a Biscarrosse e ci
fermiamo al primo che troviamo, il “Camping de la Forèt”
( www.campinglaforet.fr - per 2 notti circa 80 euro ), poco dopo
il parcheggio delle “Dune di Pilat” .Il campeggio si
trova proprio ai piedi delle grandi dune.
Siamo fortunati: c’è una sola piazzola libera, la
numero 1, proprio di fronte all’ingresso. E’ abbastanza
larga per parcheggiare i nostri due mezzi e aprire le verande. Purtroppo
è molto rumorosa causa il via vai continuo di mezzi e persone,
ma considerando il periodo non possiamo pretendere molto.
8 agosto 2006
Giornata di sosta. Decidiamo di salire la grande duna per vedere
il panorama dall’alto. Dal campeggio parte una scala metallica
che, dopo 505 gradini porta fino in cima. Le scale metalliche sono
installate da maggio ad ottobre per agevolare la salita.
Le dune si spostano verso l’interno di 2-3 metri l’anno
coprendo i primi alberi del bosco. Si vedono spuntare dalla sabbia
i rami di alberi, ormai morti, che sono stati mano a mano coperti
dalla sabbia che avanza.
Una
volta giunti in cima lo spettacolo è impressionante: all’orizzonte
le secche della bassa marea, le barche a vela, le coltivazioni di
ostriche.
Però ci si rende conto che arrivare al mare per fare il
bagno è un’impresa: scendere fino a riva sarebbe facile
ma risalire nella sabbia finissima dove si affonda fino a metà
polpaccio è un’altra cosa.
Rimaniamo quindi in cima alla duna a prendere il sole e a vedere
numerose persone che si cimentano col parapendio.
Spira sempre un vento costante dal mare dal mare verso terra che
permette, per chi è capace, di compiere spettacolari evoluzioni.
9 agosto 2006 ( percorsi km 17)
|
Poiché non è possibile arrivare
al mare per fare il bagno decidiamo di cercare qualche posto
vicino ad una spiaggia accessibile. Lasciamo il campeggio
e ci dirigiamo verso Biscarrosse-Plage, che si trova a pochi
km di distanza.
Ci fermiamo nell’area attrezzata che si trova in una
pineta a poca distanza dalla spiaggia. Nel bosco vi sono diverse
strade sterrate dove è possibile parcheggiare ed aprire
anche la veranda. Il camper service si trova all’ingresso.
Il costo è di 7 euro per notte. |
La spiaggia, Plage du Vivier si raggiunge attraversando
il bosco e si trova a qualche centinaio di metri in un passaggio
della duna. E’ molto grande, con sabbia bianca finissima,
poca gente.
Le grandi onde dell’oceano e il vento costante consentono
di praticare surf (numerose le scuole) e kytesurfing. Si vedono
molti ragazzi che praticano uno sport acquatico abbastanza
recente, lo skimboard.
|
|
”… Lo skimboard è nato in america
molti anni fa, nonostante l'Italia sia circondata da mari e da spiagge
adatte alla pratica di questo sport solo da pochi anni si e cominciato
a vedere…..
La tecnica è abbastanza semplice, si parte lanciando la tavola
dove l'acqua arriva a bagnare la sabbia. Il lancio deve dare alla
tavola velocità e direzione regolare, dopo di che si corre
verso di essa posizionandosi dietro e con un salto ci si arriva
sopra appoggiando i piedi contemporaneamente. Maggiore è
la velocità di corsa maggiore è la possibilità
di eseguire tricks o semplicemente di andare lontano (http://www.snowboardplanet.it/surf/skimboard/skimboard.htm)
La sera andiamo nel centro della cittadina, distante poco meno
di 1 km. Sulla via principale ci sono negozi e ristoranti di tutti
i generi. Nella piazza vi sono numerosi spettacoli: giocolieri,
cantanti, maghi. Tutt’intorno bancarelle con mercanzie di
vario genere.
10 agosto 2006 ( km percorsi: 180)
La mattina partiamo con l’intenzione di dirigerci verso i
Paesi Baschi. Viaggiamo lungo la strada interna in direzione di
Biarritz attraversando zone molto belle dal punto di vista paesaggistico.
Arriviamo nella cittadina nel pomeriggio. Attraversiamo il centro
trovando un traffico notevole e ci dirigiamo verso l’area
di sosta nella speranza di trovare posto per poi poter fare un giro.
( …di fronte alla Plage de la Milady alla periferia sud, con
due camper service e allacci elettrici gratuiti, all'uscita verso
Bidart, lungo la strada che conduce a St Jean de Luz al confine
spagnolo) Troviamo l’area ma naturalmente è al completo.
Si tratta di un piccolo slargo tra due vie molto trafficate dove
sono parcheggiati uno vicino all’altro una quarantina di camper.
Non è un posto invitante per cui la cosa non ci dispiace
più di tanto.
Non troviamo altri posti per parcheggiare causa divieti vari e sbarre.
Ci spostiamo allora verso San Jean de Luz. Giunti nella cittadina
imbocchiamo la strada in direzione di Ascain. Dopo poche centinaia
di metri superiamo le indicazioni di un campo di golf e un cartello
indica un parcheggio gratuito, sulla destra, con navetta verso il
centro. Il parcheggio si trova di fianco al collegio “Chantago”
. Vi sono una decina di camper e decidiamo di fermarci per la notte.
Dopo quasi un’ora un auto della polizia viene nel parcheggio
e un agente ci avvisa la mattina dopo dobbiamo lasciare il parcheggio
entro le 8.30 perché all’ingresso verranno montate
le sbarre limitatrici d’altezza. Nessun problema a rimanere
per la notte.
11 agosto 2006 ( km percorsi. 172)
La mattina presto siamo in viaggio per San Sebastian, nei Paesi
Baschi. Attraversiamo il vecchio confine ( grande spiazzo sulla
sinistra con possibilità di sosta ) ed entriamo in Spagna.
Alle 10 del mattino arriviamo nella cittadina basca
|
“San Sebastian è una
splendida città in stile Belle Epoque dei paesi baschi
spagnoli (Donostia in basco) e si trovo a circa 30 chilometri
da Biarritz.
La baia della Concha (conchiglia) è chiusa
ad est ed ovest da due monti (Igueldo e Urgull) e nel mezzo
presenta un'isoletta (S.Clara). La spiaggia principale della
città (Playa de la Concha) è molto grande ma
all'arrivo delle maree (i cui orari sono segnati sui giornali
locali e da campanelle apposite) diventa molto piccola fino
a limitarsi ad una sottile striscia lungo lo splendido lungomare:
ed è curioso vedere come la gente si sposti rapidamente
al suonar della campana” |
Attraversiamo la città fino al lungomare
della Playa de Ondarreta. Con molta fortuna troviamo modo
di parcheggiare i nostri mezzi nel parcheggio ( a pagamento)
di fronte alla spiaggia, vigilato in continuazione da “ausiliari
della sosta” locali (questo ci costringerà poi
a tornare per inserire le monete nel tassametro ed esporre
il biglietto dietro il parabrezza).
La spiaggia è ad una decina di metri e rimaniamo fino
alle prime ore del pomeriggio. Durante un secondo pagamento
del parcheggio un poliziotto ci informa che non potremmo sostare
lì perché “troppo grandi”. Però
si dimostra tollerante e ci lascerà sostare ancora
qualche ora. |
|
Vorremmo rimanere nella cittadina per la notte ma non sappiamo
dove andare. Decidiamo allora di proseguire lungo la costa alla
ricerca di un campeggio.
(Ci procureremo nei giorni seguenti una cartina della città
dove è indicato un parcheggio per camper vicino alla Città
Universitaria che si trova alle spalle della Playa percorrendo Avenida
de Zumalacarregul e proseguendo per Avenida de Tolosa).
Viaggiamo sulla statale N 634 che per un certo tratto si mantiene
vicino al mare. Troviamo qualche indicazione di campeggi, ma tutti
al completo. La strada si inoltra nell’interno. Arriviamo
a Durango e poi Zornotza. I paesaggi che si attraversano non sono
belli come quelli francesi. Numerose industrie per la lavorazione
dei metalli che danno l’impressione di impianti obsoleti e
non molto attenti all’ambiente.
Ci dirigiamo poi verso Gernika-Lumo.
“Guernica o Guernica y Luno (in basco Gernika-Lumo)
è una piccola città dei Paesi Baschi, in Spagna. Guernica
era il luogo di incontro dell'Assemblea di Biscaglia, che si riuniva
sotto una quercia, la Gernikako Arbola, che fu un simbolo delle
tradizionali libertà del popolo basco.
La città è famosa per essere stata la scena del primo
bombardamento aereo a tappeto nella storia, messo in atto dalla
Luftwaffe (Legione Condor) il 26 aprile 1937, durante la guerra
civile spagnola, ed immortalato nel più famoso quadro di
Picasso, che della città porta appunto il nome. I tedeschi
attaccarono per appoggiare gli sforzi di Francisco Franco nel rovesciare
il governo della Repubblica Spagnola. La città venne devastata,
anche se l'Assemblea Basca e il Gernikako Arbola sopravvissero miracolosamente”
Lungo la strada il paesaggio assume un aspetto “austriaco”:
belle case con fiori alle finestre, giardini ben curati, grandi
prati. Arriviamo quindi a Bermeo, cittadina di antiche tradizioni
marinaresche.
Sostiamo nel parcheggio del campo di calcio che si trova in un giardino
in cima ad una collina in un luogo tranquillo, anche perché
vicino al cimitero…
Nel parcheggio camper service con possibilità di carico e
scarico acqua. L’indicazione del camper service si vede appena
si entra nella cittadina dalla strada costiera.
12 agosto 2006 ( km percorsi. 77)
Lasciamo Bermeo in direzione di Mungia. La nostra meta è
il Museo Guggenheim a Bilbao. La strada sale verso le colline interne
attraverso grandi foreste. Vicino alla città si entra in
autostrada e dopo pochi km si vede alla propria destra la sagoma
del museo.
Per uscire seguiamo l’indicazione con direzione “centro”
e arriviamo vicino al museo. Il parcheggio è momentaneamente
ricavato in una larga strada, ingresso di un grande cantiere, dove
è possibile sostare su ambo i lati. Troviamo subito posto
anche perché non sono ancora la 10 del mattino. Mezz’ora
più tardi e non avremmo trovato più posto.
L’ingresso del museo si raggiunge a piedi in pochi minuti.
|
“ Il monumentale edificio,
progettato dall'architetto canadese Frank O. Gehry é
stato inaugurato dopo molte polemiche, nell'ottobre del 1997.
Esso ci appare come una grande nave, dall'aspetto "cubista"
costruita sulle ceneri dei vecchi cantieri navali.”
Il museo è aperto tutti i giorni, tranne il lunedì,
dalla 10 alle 20 (ww.guggenheim-bilbao.es). All’ingresso
ci consegnano un’audioguida in italiano che aiuta a
visitare le varie sale.
Il museo, oltre ad ospitare una collezione permanente presenta
opere di vari artisti. In questo periodo c’è
un’interessante esposizione di arte russa dal XIII al
XX secolo e opere di artisti sovietici del “socialismo
reale”. |
Ascoltando le indicazioni dell’audioguida
la prima sala che si visita è un grandissimo ambiente
che contiene opera di un artista americano, Richard Serra. Si
tratta di gigantesche lastre di metallo, pesanti decine di tonnellate
modellate in forme strane forme concave e convesse. |
|
Camminiamo all’interno di queste opere e dopo un po’
abbiamo la sensazione che la testa inizi a girare. Ad un certo punto
sembra quasi di trovarsi sul ponte di una barca in navigazione e
di non riuscire a stare in equilibrio: viene un leggero senso di
nausea che ci accompagnerà per tutta la mostra.
La visita si prolunga fino quasi alle 5 del pomeriggio, ma volendo
potrebbe durare ancora considerata la quantità di opere in
esposizione.
Si presenta il solito problema di dove trascorrere la notte. Purtroppo
non abbiamo informazioni in merito e pertanto decidiamo di dirigerci
verso la costa. La nostra meta è Castro Urdiales, una cittadina
turistica molto rinomata.
Lungo la strada passiamo accanto ad una grande raffineria. L’aria
è impregnata di un disgustoso odore. Da un’altissima
ciminiera esce un fumo azzurro che fa venire dubbi sul rispetto
delle norme antinquinamento.
|
L’uscita della statale in direzione della
cittadina è nella parte nuova realizzata negli ultimi
anni. Moltissimi condomini, seconde case, arrivano fino al
mare. Seguiamo le indicazioni per il centro e cerchiamo un
posto per fermarci ma le strade sono strette, trafficate e
senza parcheggi per i nostri mezzi. Arriviamo fino alla fine
del paese e poi torniamo indietro fino a tornare quasi all’ingresso
della statale da dove siamo arrivati poco prima.
Rifacciamo daccapo il giro e percorriamo la strada che porta
verso il mare costeggiando un piccolo fiume. In fondo giriamo
a sinistra su un ponte e torniamo indietro dalla parte opposta.
Ci si trova proprio in corrispondenza della spiaggia e della
lunga passeggiata che arriva fino al centro della cittadina.
Troviamo una strada defilata e silenziosa dove arriviamo
con un giro un po’ tortuoso causa i molti sensi unici,
però è la sistemazione ideale.
Parcheggiati per la notte andiamo a fare una passeggiata sul
lungomare, molto affollato nonostante siano le 23 passate.
|
13 agosto 2006 ( km percorsi. 130)
Partiamo la mattina presto per tornare a San Sebastian. Il programma
è visitare la cittadina ed assistere ad uno spettacolo di
fuochi artificiali che dovrebbe iniziare nella serata. Per guadagnare
tempo entriamo in autostrada. Arriviamo nella cittadina verso le
10 e cerchiamo un posto per fermarci. Troviamo un parcheggio sul
lato destro del fiume attraversando il Puente de Mundàz,
proprio sotto la collinetta dell’ Università del Sacro
Cuore. E’ un parcheggio a pagamento, però essendo domenica
la sosta è libera.
Proprio oggi inizia “La semana grande”, una festa tipica
dei paesi baschi
“Ogni notte si tiene una gara di fuochi d’artificio
nella baia di La Concha, uno spettacolo da non perdere. L’atto
religioso più importante é la messa solenne che si
tiene il giorno 15 nella Basilica di Santa María del Coro.
La festa però è nella strada. Ogni via, ogni parco,
ogni piazza è piena di animazione e divertimento. Otto giganti
e 13 pupazzi di cartapesta sfilano tutti i giorni. Non manca la
musica con la tradizionale “Quindicina di musica antica e
di giovani interpreti”, il teatro, e i concerti pop e rock.”
Lasciamo i nostri mezzi e proseguendo lungo il fiume, dopo
aver attraversato il Puente Santa Catalina sulla sinistra entriamo
nel centro cittadino che si trova all’inizio della Playa de
La Concha. Il lungomare in direzione del porto vecchio è
parzialmente chiuso per la preparazione dello spettacolo serale
dei fuochi d’artificio.
Sul porto vecchio vediamo molti piccoli ristoranti che propongono
piatti di pesce e crostacei di ogni tipo. I prezzi non sono però
a buon mercato.Alcuni banchetti hanno in vendita gamberetti (lessati
?) e piccole conchiglie che vengono serviti in imbuti di carta.
Chi prende le conchiglie ha in “dotazione” uno spillo
con cui estrarre il mollusco.
Passeggiamo lungo il porto fino alla fine del porto dove c’è
il Museo Navale.
Al ritorno ci addentriamo poi nelle viuzze della città vecchia.
Ci sono moltissimi bar dove sono serviti spuntini, vino, birra,
a clienti che sostano all’esterno. Pochissimi i turisti, gli
avventori pressoché locali. I prezzi però sono elevati.
Nel tardo pomeriggio torniamo verso i nostri mezzi per riposarci
prima di tornare in centro per la serata di fuochi d’artificio.
I nostri amici però preferiscono ripartire e tornare sulla
costa atlantica francese e ci diamo appuntamento per il giorno seguente.
Dopo cena siamo pronti per tornare alla baia ad assistere al “13°
Concorso Internazionale di Fuochi d’artificio”. La serata
è inaugurata da “artificieri ( ? ) “ ucraini.
Gli italiani si esibiranno il giorno 17.
Ma uno strano movimento per strada ci insospettisce. Mentre aspetto
che i miei familiari si preparino, seduto sulla spalletta del muro
lungo il fiume, noto alcuni extracomunitari che arrivano tirandosi
dietro ciascuno un borsone con le ruote. Prima un gruppetto di tre
persone che si ferma un centinaio di metri più avanti, poi
altri due che, dopo aver confabulato con i primi, si fermano più
in là.
Quando ci avviamo verso la baia queste persone sono ancora sedute
sulla spalletta del lungo fiume. Li superiamo e in quel momento
capisco quelle che, quasi sicuramente, sono le loro vere intenzioni:
stanno tenendo d’occhio tutte le auto che hanno parcheggiato
nel viale e anche altri camper, oltre al mio, per essere sicuri
che i proprietari si allontanino. Aspettano l’inizio dello
spettacolo pirotecnico per rompere vetri, scassinare serrature,
“ripulire” i mezzi e mettere le refurtiva nei carrelli.
Lascio quindi andare la mia famiglia e torno al camper. Mi siedo
ancora sul muretto e aspetto. Quasi un’ora, quando lo spettacolo
sta per iniziare, vedo che queste persone, dopo aver parlato tra
loro, se ne tornano da dove sono arrivati a gruppetti sparsi. Sicuramente
hanno capito che le loro intenzioni erano state scoperte e pertanto
hanno dovuto rinunciare alle loro ruberie.
Nonostante fossi distante dalla baia ho potuto comunque vedere i
fuochi: lo spettacolo è durato mezz’ora ed è
stato veramente bello: è incredibile vedere quali figure
hanno disegnato nel cielo.
Poco dopo mezzanotte tutti a “casa”: l’indomani
partenza per la costa francese.
14 – 18 agosto 2006 ( km percorsi. 120)
Come purtroppo avevo previsto la notte è stata insonne:
la strada dove eravamo parcheggiati, che era tranquilla quando siamo
arrivati al mattino, si è poi rivelata dopo mezzanotte una
pista per gare di velocità per molti nottambuli.
Alle 6, dopo una notte insonne, ho acceso il motore e via in Francia
seguendo l’autostrada. I nostri amici ci avevano telefonato
la sera prima dall’area di sosta di Vieux Boucau dove ci aspettavano
(www.ot-vieux-boucau.fr)
Poco dopo le 8 arriviamo nella cittadina e ci dirigiamo verso l’area
che si trova di fianco al Camping Municipal.
In questa località ci sono tre aree di sosta:
1) arrivando da sud sulla D 652 imboccare la direzione ”
Port D’Albret – entrée sud”. Si trova sulle
rive del lago salato abbastanza vicino al mare.
2) La seconda, proseguendo verso nord, a “Port D’Albret
– entrée nord » ed è situata in un bosco
sempre vicino al lago salato ma distante dal mare.
3) La terza, ultima realizzata, si trova di fianco al camping municipal
“Lés sableres” (nella piantina della città
non è ancora riportata), vicino al mare ( guardando l’entrata
del campeggio, avanti sulla destra c’è una stradina
che porta all’area).
Questa nuova area ha posto per circa 30/40 camper; dispone di zona
per carico/scarico acque e colonnine per l’allacciamento elettrico,
il tutto per 10 euro al giorno. Funziona come un normale parcheggio
con tagliando all’ingresso e pagamento automatico all’uscita.
Si possono aprire le verande e tavolini senza problemi. La polizia
passa tutti i giorni per un controllo.
La
spiaggia si trova a circa 500 mt. Si entra nel vicino campeggio,
si prende un vialetto verso sinistra, si esce sulla strada principale
che porta al mare.
La spiaggia è grandissima, con sabbia bianca, fine. C’è
molta gente ma l’estensione è tale che non ci si accorge.
Molti ragazzi praticano surf approfittando delle grandi onde.
Non sono quelle californiane che si vedono in film tipo “Un
mercoledì da leoni”, ma sono sufficienti per provare
l’ebrezza della tavola
La temperatura dell’acqua è ottima
e permette di fare lunghi bagni sballottati dalle onde. Alcuni tratti
della spiaggia sono guardati da bagnini che siedono in cima ad un
trespolo, tipo “ baywatch”.
Non manca, come su tutte le spiagge, la possibilità
di fare la doccia.
Rimaniamo fermi fino al 18 agosto e troviamo questa località
veramente deliziosa. Il centro si raggiunge a piedi in un quarto
d’ora. Tutti i giorni c’è il mercato con bancarelle
di tutti i generi. Nella piazza moltissimi
negozi tra cui una grande pescheria dove acquistiamo dell’ottimo
pesce e molluschi vari.
Con la bicicletta facciamo lunghi giri attorno al lago salato. Ogni
sera l’Ufficio del Turismo organizza spettacoli di vario genere.
Noi assistiamo alla “Course landaise”, una sorta di
corrida non cruenta dove al posto dei tori ci sono vacche (www.courselandaise.org).
I toreri si comportano quasi come nella corrida classica, però
senza “muleta” e non infilzano il toro: si fanno sfiorare
dalle loro corna, volano sopra l’animale e compiono altre
acrobazie. Lo spettacolo dura un paio d’ore e ci sono anche
clown, fuochi artificiali altri spettacoli. Si tiene nell’arena
del paese, proprio nel centro, vicino alla piazza del mercato.
Il tempo rimane sempre bello. Solo nel tardo pomeriggio degli ultimi
due giorni c’è un breve peggioramento. Nel primo, mentre
siamo in spiaggia, verso le 17 il bagnino annuncia col megafono
l’arrivo di un forte temporale ed invita ad abbandonare la
spiaggia. Facciamo appena in tempo ad arrivare al camper che si
scatena un uragano: vento fortissimo, pioggia torrenziale, tuoni
e lampi.
Dopo un’ora è passato tutto e si contano i danni: alberi
divelti, tende scoperchiate nel campeggio, un camper ha la veranda
strappata perché i proprietari erano assenti. Nel pomeriggio
del giorno dopo la stessa cosa: avviso del bagnino, ritorno al camper,
però arriva solo una debole pioggia. Il fronte temporalesco
ha deviato in altra direzione.
19 agosto 2006 ( km percorsi 315)
La mattina presto lasciamo Vieux Boucau con meta Lourdes. Viaggiamo
lungo la statale N117 e dopo Pau deviamo per la D 940.
Giunti a Lourdes le indicazioni ci portano al parcheggio per bus
e camper che si trova oltre il fiume in una zona recintata e custodita.
Per circa 15 euro si può sostare per la notte, altrimenti
si paga una tariffa oraria.
Lasciamo il nostro mezzo e ci avviamo verso la strada che porta
al Santuario. Costeggiamo una grande piazza che dovrebbe essere
adibita a parcheggio pubblico. Ci sono parcheggiate decine e decine
di furgoni, roulotte, tende camper, che sembrano appartenere tutti
a zingari. Un vero e proprio accampamento: chi si fa la doccia sotto
un tubo di gomma, chi cuoce qualcosa su un barbecue, chi ha aperto
tende e tavoli. In quello che doveva essere un giardino pubblico
ci sono camper parcheggiati nei vialetti; due mezzi con targa italiana
hanno messo i tavoli apparecchiati per la cena sull’aiuola.
Questa cosa ci lascia allibiti: non riusciamo a capire come abbiamo
potuto permettere una cosa simile nel centro della cittadina.
Dopo aver visitato il Santuario decidiamo di riprendere il viaggio
per la statale N 21 in direzione di Tarbes e poi per la N117 –
D117 in direzione di St. Girons. Superata la cittadina cerchiamo
un posto per fermarci per la notte.
Un’ indicazione ci porta a Mane e al “Complexe Touristique
de la Juntale” ( www.village-vacances-mane.com ), un bel campeggio
immerso nel verde, bungalow, campo di calcio e piscina. Nelle vicinanze
un grande maneggio con possibilità di fare passeggiate. Per
18 euro, attacco elettrico compreso, passiamo la notte.
20 agosto 2006 ( km percorsi 300)
Si riparte con meta Narbonne Plage, di cui abbiamo sentito tanto
parlare. Proseguiamo sulla D117 in direzione di Perpignan. Superata
Foix la nostra carta indica la strada come “turistica”.
Che si inoltra su e giù per colline coperte da vigneti. Lungo
la strada numerosi cartelli segnalano che si stiamo viaggiando nei
“Paesi “Catari”
“ I catari furono la grande alternativa religiosa
alla Chiesa Cattolica d'Occidente nel XII e XIII secolo. Si consolidarono
maggiormente in Francia meridionale, nella Linguadoca e in Provenza.
Furono accusati di eresia e, nel 1209, Papa Innocenzo III indisse
una crociata con l’obiettivo di estirpare l’eresia perpetrata
attraverso questa religione. L'esercito crociato contava un totale
di 20.000 cavalieri e oltre 200.000 soldati e servi al seguito.”
“-----c'è una zona dove sono concentrati svariati castelli,
gli antichi castelli dei catari: château de Quéribus,
château de Peyrepertuse, château de Puivert, château
de Puilaurens.”
Ad ora di pranzo siamo vicino a Puivert. Alcuni cartelli lungo
la strada lo segnalano come uno dei castelli che si trova sulla
“Route des chateaux cathares", un circuito che permette
di visitare quattro dei sei principali castelli dei Catari.
|
Il castello di Puivert fu cinto d'assedio e cadde
dopo soli tre giorni.
Non era stato costruito per combattere, bensì per ospitare
le Corti d'amore, le riunioni di belle dame e dei trovatori
che ne cantavano la grazia. Puivert era una dimora elegante
ed accogliente, l'ideale per ospiti regali; la sua sala principale,
detta "dei musici", è ornata dalle figure degli
strumenti musicali dell'epoca |
Deviamo verso un vicino laghetto dove ci fermiamo per il pranzo.
C’è con una bella spiaggia di sabbia e molta gente
fa il bagno. Vicino un campo di beach volley, docce e servizi; un
grande parcheggio, pressoché vuoto, dove si può sostare
tutto il giorno e forse anche la notte per 2 euro. Vicino il Camping
Saint Claire. Un posto veramente piacevole dove avendo tempo ci
si potrebbe anche fermare.
Dopo aver pranzato, prima di ripartire, acquistiamo in un chiosco
sulla strada per pochi euro alcuni kg di ottime pesche di produzione
locale.
Riprendiamo la strada e arriviamo a Perpignan. Da qui saliamo
verso Narbonne e lungo la strada cerchiamo il parco zoologico “Africa
Safari” ( www.zoo-africansafari.com) di cui abbiamo visto
molte insegne pubblicitarie lungo la strada. Questo parco dovrebbe
ospitare numerosi animali africani: tigri, rinoceronti, giraffe
e altri in ambiente naturale.
Le tariffe esposte all’ingresso non sono a buon mercato: la
visita sarebbe costata almeno 80 euro. Un po’ troppo caro!
In effetti nel parcheggio non c’è ferma nemmeno un
auto. A malincuore rinunciamo e ci dirigiamo verso Narbonne Plage.
La cittadina ricorda un po’ quelle delle nostre coste adriatiche:
molte costruzioni, la passeggiata con bar e ristoranti, la spiaggia.
Percorriamo tutta la strada fino in fondo al paese dove troviamo
il Camping Municipal. Rapida visita a piedi ma non ci soddisfa:
lontano dal mare e affollato. Torniamo indietro per cercare posto
nell’area attrezzata segnalata all’inizio del paese.
All’ingresso dell’area un cartello avvisa che è
completa. Stiamo per invertire la marcia quando il custode ci fa
cenno di entrare lo stesso: un posto si trova sempre.
L’area è situata tra la strada e la spiaggia. E’
molto grande ma disorganizzata: non ci sono spazi delimitati per
cui i camper,c’è chi occupa due posti e chi non ha
lo spazio per aprire la porta. Il camper service si trova all’ingresso.
La tariffa è 7 euro per notte. Una pista ciclabile porta
verso la cittadina distante circa 1 km.
Troviamo un posto dove sistemarci. Una volta parcheggiati andiamo
sulla spiaggia. Questa è molto grande ma con pochissima gente
anche perché sono quasi le 20.
La sabbia è molto scura, sembra quasi terra. Alcuni veicoli
sono parcheggiati direttamente sulla spiaggia. Ogni tanto passa
velocissimo un quad facendo un rumore infernale. Rimaniamo veramente
delusi dal luogo: dopo la sabbia bianca finissima dell’atlantico,
le dune, il rumore del vento, le onde, questo posto non ci attira
per nulla. Siamo tutti d’accordo: domani si riparte.
21 agosto 2006 ( km percorsi 345)
Lasciamo Narbonne –Plage di buon’ora per dirigerci
verso Sète, un altro posto di cui abbiamo sentito parlare
bene da un punto di vista del turismo itinerante.
Raggiungiamo la cittadina e dopo aver girato per la zona centrale
decidiamo di vedere la famosa strada che corre lungo il mare dove
i camper possono parcheggiare direttamente sulla spiaggia.
|
La strada è parallela al mare, sul bordo
c’è una larga striscia dove sono parcheggiati
decine e decine di camper. Molti hanno la veranda aperta e
i tavolini sulla spiaggia. Peccato che ad un paio di metri
sfreccino continuamente auto, camion e mezzi di ogni genere
i cui tubi di scarico eruttano fumi mefitici. La spiaggia
è larga pochi metri, il mare sembra una palude.
La delusione è veramente grande. Da quello che vediamo
sembra però che molti camper si siano sistemati per
una sosta di più giorni.
Risaliamo verso nord percorrendo la D51 attorno al “Bassin
de Thau”, zona di coltivazione di ostriche. In un supermercato
ne acquistiamo alcune, le prime del viaggio, e cerchiamo un
posto dove fermarci per pranzare. Troviamo una piccola area
di sosta sulla N 113 dove ci fermiamo. |
Dopo pranzo, mentre stiamo per ripartire vediamo
arrivare e fermarsi uno strano veicolo.
E’ un mezzo che ricordo di aver visto da bambino, tra
gli anni ’50 e ’60: un triciclo a motore. Sul
pianale, tra cianfrusaglie varie, un cane bianco e nero simile
a quello di una vecchia pubblicità di telefonia cellulare
con Fiorello. Alla guida un ragazzo alto e magro.
Dopo essersi fermato il ragazzo armeggia un po’ e poi
viene verso il camper con una caffettiera in mano. Mi chiede,
in inglese e molto educatamente, se posso metterla sul fuoco
per fargli il caffè. In attesa della bollitura ci mettiamo
a chiacchierare. E’ olandese, era partito quasi un anno
prima dal suo paese, in compagnia del suo cane, diretto al
sud della Spagna.
Stava tornando verso casa dopo essersi fermato ogni tanto
a lavorare per guadagnare i soldi necessari al viaggio. Si
era costruito quel veicolo adattando un mezzo di quasi 40
anni prima. Aveva anche un secondo motore di riserva, del
1969 !
Prima di ripartire gli lasciamo un po’ di scatole
di carne, frutta sciroppata, marmellata, lattine di birra
e coca- cola: senz’altro gli serviranno nel lungo viaggio
di ritorno. |
|
|
Proseguiamo per Montpellier, Nimes e Arles,
posti visitati in precedenti viaggi. Nel tardo pomeriggio
arriviamo ad Aix En Provence. Cerchiamo un campeggio per trascorrere
la notte.
Proseguiamo per la N 7 e a circa 10 km dopo Aix troviamo
un’ indicazione sulla sinistra in direzione di Beaurecueil.
La strada secondaria si inoltra per alcuni km nella campagna
fino arrivare al camping Sainte-Victorie (www.campingsaintevictorie.com),
piccolo campeggio in mezzo al verde e ai piedi dell’omonima
montagna, dove passiamo la notte (euro 21,80). |
22 agosto 2006 ( km percorsi 216)
Lasciamo il campeggio e riprendiamo la N 7 in direzione di Frejus
– St. Rapahel dove arriviamo nel primo pomeriggio. Vorremmo
fermarci un paio di giorni in qualche campeggio sul mare. Conosciamo
bene le due località dove abbiamo sostato più volte
durante precedenti viaggi,
Ci dirigiamo verso St. Tropez dove lungo la strada ci sono dei campeggi,
ma poi sono rivelati non essere sul mare e soprattutto molto affollati.
Ritorniamo allora in direzione di St. Raphael, dopo averla superata,
prendiamo la strada costiera detta “La corniche de l’Esterel”
che porta verso Cannes.
Anche qui ci sono alcuni campeggi, sul mare, però sono piccoli,
al completo e soprattutto l’ingresso non è possibile
per mezzi grossi come il nostro. In passato abbiamo percorso alcune
volte questa strada bellissima che segue la costa fino a “La
Napoule”, poco prima di Cannes. E’ un susseguirsi di
curve, poco indicata per chi soffre l’auto, ma il panorama
è veramente unico.
Proseguiamo allora per Grasse seguendo un’altra strada, la
N 7, indicata come “panoramica” che corre sulle colline
alle spalle dei monti de L’Esterel. Anche questa è
un susseguirsi di curve, però in un paesaggio veramente incantevole.
Alla fine della strada arriviamo nel traffico caotico di Cannes
e con molta fatica riusciamo a prendere la N 85, che ci porterà
a Grasse.
“Abbarbicata alle pendici
delle Prealpi 17 km a nord di Cannes, GRASSE è da secoli
uno dei principali centri francesi per la produzione di profumi.
Qui i maestri profumieri (detti anche 'nez', 'nasi') utilizzano
il loro talento naturale affinato con anni di studio e preservato
con per identificare, con una rapida annusata, 6000 odori.
La città e la regione circostante producono
anche alcuni dei fiori più pregiati di Francia, tra
cui gelsomino, rosa centifolia, lavanda, mimosa, fiori d'arancio
e narciso.” |
|
Qui troviamo posto nel campeggio “La Paoute” ( www.campinglapaoute.com),
vicinissimo al centro, sotto querce e ulivi, con una bella piscina
dove possiamo fare il bagno fino all’ora di cena ( euro 28,60)
23
agosto 2006 ( km percorsi 400)
La mattina andiamo in una fabbrica di profumi visitata in passato
per acquistare alcuni profumi.
Nella cittadina ci sono tre fabbriche aperte al pubblico con visite
guidate dove è possibile vedere il processo di fabbricazione
dei profumi.
La visita è molto interessante e finisce, come prevedibile,
nello spaccio dell’azienda dove è possibile acquistare
i loro prodotti.
Partiamo poi per fare ritorno a casa. Imbocchiamo l’autostrada
e arriviamo nel primo pomeriggio a Milano. Per fortuna non c’è
molto traffico e il viaggio di ritorno si svolge senza problemi.
|