EQUIPAGGI:
25 lug giovedì –
Partenza da Lucca alle 8,00. Tutta autostrada fino a Saintes
Maries de la Mer in AA, (N43 27 19 - E4 25 39) in paese. Arrivo
e sistemazione alle 18,30. Giro per il centro facendo acquisti
di souvenir. Cena nella via centrale pedonale a base di paella.
Rientro ai camper dopo il giro serale. Alle 23 a nanna.
P a S.te Marie de la Mer in AA (N43 27 19 - E4 25 39)
progressivo km.655 (giorno km.655)
26 ven – Partenza
da S.tes Maries de la Mer alle 9,30. Pranzo a Homps, cittadina
sul Canal du Midì. Dopo andiamo a vedere il porticciolo
turistico sul canale. Molto francese come aspetto, ti aspetti
di vedere Maigret seduto al tavolo del bistrot, bicchiere
di Bordeaux in mano in attesa di eventi. Ripartiamo per
Carcassonne. Arrivo alle 16 in AA (N43 12 19,4 – W2
22 26). La vecchia area per camper è stata spostata
in una zona più marginale rispetto alla precedente
per cui risulta lontano dalla cittadina.
C’è una navetta che fa servizio
gratuito fino alla porta d'ingresso al borgo, ma l’ultima
corsa termina alle 18 ed è un po’ dura farsela
a piedi andata e ritorno di sera. Facciamo un giro sfruttando
la navetta, ma il ritorno lo facciamo a piedi perché
il bus ha finito il turno. Cena, relax e a letto alle 23.
Giornata calda e ventosa dalla mattina alla sera.
P a Carcassonne in AA (N43 12 19,4 –
E2 22 26) a pagamento 8€. Giornata molto calda e umida,
serata molto ventosa e calda.
progressivo Km 887 (km.232 giorno)
27 sab – Alle 9,30
ritorniamo a visitare Carcassonne, facendo il giro dei remparts
e delle strade interne piene di articoli per turisti tutti
uguali tra loro. La cittadina è stupenda con le sue
mura, gli edifici storici, le case a graticcio, ma per la
terza volta (ci siamo già stati due volte in precedenti
viaggi) trovo che è troppo votata al turismo, per
cui perde molto del suo fascino di antica cittadina fortificata.
Rientro ai camper con la navetta delle 12,30. Pranzo al
parcheggio, operazioni di carico e scarico e partenza per
il villaggio di Montréal sur l'Aude. Difficoltà
di parcheggio. C’è un Festival di Musica Popolare
Internazionale con gruppi che vengono da più parti
del mondo, dalla Lettonia all’America
Latina, dal Costa Rica al Guatemala, un gruppo anche dall’India.
In questo pomeriggio caldo e ventoso nel
provare le canzoni della serata i musici coinvolgono gli
spettatori in balli folcloristici. Curioso vedere ballare
la Cumbia da biondi nordici insieme ad abbronzati costaricani
e barbuti indiani dalle vesti colorate coinvolgendo il pubblico
di turisti in pantaloni corti e canottiera. Visitiamo la
bella e imponente cattedrale romanica.
Con la sua mole sovrasta tutte le case
intorno. Partiamo nel tardo pomeriggio inseguiti dal caldo
opprimente per arrivare a Mirepoix. Fermiamo il camper nella
bella e pulita AA (N43 5 7,2 - E1 52 21,8) gratuita, ricavata
negli spazi della vecchia stazione ferroviaria rinata per
altre attività sociali. Entriamo nella vicina piazza
del le marché couvert con strutture metalliche in
puro stile Liberty dominata dall’antica cattedrale
romanica di Sainte Maurice del XII sec.
Il piccolo centro storico è ricco di antiche case
a graticcio e portici sorretti da colonne e travi di legno
antico; molto bello tutto l’insieme attorniato da
giardini e panchine dove gustare tranquillamente il sapore
di antico. L’ambiente è talmente bello che
decidiamo di fermarci a dormire qui. Cena con il tavolo
fuori. Intorno alle 22 tuoni, lampi, fulmini e saette seguiti
da un grosso acquazzone che rinfresca l’aria giusto
per andare a letto con una buona temperatura.
P a Mirepoix in AA gratuita (N43 5 7,2 - E1 52 21,8)
serata calda, ma poi il forte e breve acquazzone rinfresca
l’aria.
progressivo Km. 941 (km.54 giorno)
28 dom – Dopo le
operazioni di pulizia partiamo da Mirepoix. Poi in 25 km
arriviamo al castello di Montségur per la visita
al rocca catara. Parcheggio gratuito (N42 52 26,5 - E1 49
37,8) all’inizio del sentiero che si inerpica in alto
fin sotto le antiche mura. In posizione dominante su uno
sperone
roccioso l’edificio è in parte deruto a causa
delle vicende storiche relative all’eresia catara.
Il sentiero parte dal parcheggio auto e a circa 1/3 di esso
ci si imbatte in un casottino per il pagamento del ticket
: 4,50 € per continuare la faticosa salita ! Paghiamo
e raggiunta la sommità si entra nel castello da una
apertura posta ad un’altezza di circa 3 metri da terra.
Una scala in legno serve a superare il dislivello, in caso
di assedio veniva abbattuta rapidamente per impedirne l’accesso
diretto.
All’interno non rimane più
nessuna struttura, la forma allungata sulla base rocciosa
cosparsa di conci alla rinfusa.
A forma di nave sulla prua il barbacane
con la torre, sulla poppa altro barbacane difensivo. La
vista abbraccia un angolo di 360° fino a vedere molti
villaggi in valle. Discendiamo e pranziamo nel parcheggio.
Poi partenza per Puivert. Bella strada in saliscendi tra
coltivi e boschi. Arriviamo a Puivert. Per salire al vecchio
castello cataro c’è una stradina molto ripida,
stretta e con il fondo di grosse buche. Lasciamo il camper
in uno slargo della strada principale e saliamo a piedi.
E’ caldo. Ingresso 5 €. Lo scenario all'ingresso
è molto suggestivo, con portale e torre, ma la manutenzione
e la pulizia non sono al solito livello francese. Comunque
all’interno c’è rimasto un vasto prato
dove durante l’estate si svolgono tornei cavallereschi
per turisti. C’è un bel donjon all’interno
del quale una scala a chiocciola porta alla
sommità dalla quale si domina tutta la valle.
Le mura esterne in parte derute erano comunque
non molto alte perché non preposte ad assedio, questa
rocca fungeva da corte gentile ospitando poeti e cavalieri,
dame e damigelle con l’intento di appagare le nobili
serate con dizioni poetiche, canti e balli. Al tempo dell’inquisizione
contro il catarismo l’assedio durò solo tre
giorni. I pochi ambienti interni rimasti e visitabili sono
arredati assai miseramente con brutte copie di mobili d’epoca
in compensato e alcune vesti di armigeri vecchie e polverose.
In basso nella valle c’è un piccolo piano di
volo per alianti, ma la curiosità sta nel fatto che
al posto dell’aereo trainante c’è un
lungo cavo posto al termine della pista, che avvolgendosi
rapidamente ad un tamburo rotante tira l’aliante tanto
velocemente che questo prende quota velocemente fino all’altezza
giusta oltre la quale il cavo si sgancia e il velivolo rimane
in balia delle correnti ascensionali libero e solo. Cavo
e gancio cadono a terra appesi ad un piccolo paracadute
pronto per ripetere la stessa operazione con un altro velivolo.
Riprendiamo strada fino a Rennes les Château. Parcheggio
per camper segnalato, senza acqua ne scarico, alla base
del paese distante un chilometro (N42 55 32,3 - E2 15 50,1).
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Rennes-les-Chateau
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Puilaurens
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In salita arriviamo a piedi nel borgo per
una visita prima di cena. Nella parte alta si svolge una
gara di petanc (bocce) su terreno accidentato, ma così
è in Francia, qualsiasi superficie è buona.
La chiesa, piccola, ad una sola navata, molto decorata a
colori vivaci con disegni e simboli esoterici assai suggestivi.
All’ingresso un' acquasantiera è posta sopra
il capo di un diavolaccio nero con occhi spiritati. Bella
e misteriosa la Torre di Magdala , poco distante, nella
luce serale. Breve passeggiata nel minuscolo paese fino
alla piazza della Mairie dove sono le prove di un gruppo
musicale molto bravo, per la serata danzante. Ridiscendiamo
ai camper per la cena. Tavolo fuori nella serata fresca
e gradevole.
P a Rennes les Château in parcheggio gratuito.
Nella nottata breve pioggerella che rinfresca ulteriormente
l’aria. ( N42 55 32,3 - E2 15 50,1).
progressivo km. 1070 (giorno Km.129)
29 lun- Di primo mattino
visita al villaggio di Rennes. La chiesa, la Villa Bethania
dell'abate Sounier, il giardino interno e infine di nuovo
il piccolo borgo. Di giorno quel leggero clima tra il mistico,
l'imponderabile e il deciso senso del Maligno, svanisce
come la neve al sole e anche il fascino legato alle tante
storie dell'abate Sounier e della sua cittadina perdono
molto di interesse. Il senso di malinconia ci pervade sopratutto
quando vediamo il sepolcro di questo abate misterioso coperto
da erbacce e abbandonato all'incuria del tempo. Verso le
12 ci spostiamo a Puilaurens. Altro castello cataro dominante
il villaggio di Lapradelle.
Roccaforte molto antica, si parla del 985, appartenente
all'Abbazia di St. Michel de Cuxa. Durante la crociata contro
l'eresia catara (sec. XIII) vi furono ospitati molti perfetti
(aderenti a questa dottrina) sfuggiti ai vari roghi che
nel frattempo "illuminavano" questa regione.
In posizione strategica alla base dei Pirenei, a difesa
dei possedimenti della corona francese di Luigi IX (San
Luigi) dalle incursioni aragonesi venne però conquistato
varie volte, distrutto e ricostruito fino ad essere abbandonato
definitivamente durante la Rivoluzione Francese. Adesso
si staglia come un maniero fantasma in parte deruto ma in
posizione di nido d'aquila abbarbicato alla roccia bianca
calcarea che domina il villaggio con la sua imponenza.
C'è un comodo parcheggio (N42 48 13,6 - E2 17 44,3)
dal quale parte un sentiero che si inerpica sulla montagna
fino sotto le sue mura. All'interno è rimasto ben
poco se non un grande spazio erboso con tracce di vari locali
di cui rimangono solo alcuni muri perimetrali. La vista
abbraccia un vasto panorama sulla campagna sottostante.
Nelle notti di luna piena, racconta una leggenda, il fantasma
di una giovane fanciulla, nipote di Filippo il Bello si
dice, compare avvolta da un velo di nebbia sulle mura perimetrali
del castello.
Da quota 700 metri ridiscendiamo a piedi al parcheggio a
quota 350 e riprendiamo strada per arrivare a Duilhac su
Peyrepertuse sistemandoci nella bella AA del paese. Ci sono
alcuni camper e noi ci uniamo a loro. Cena, quattro chiacchiere
e poi a nanna.
P a Duilhac s/r Peyrepertuse, in AA gratuita (N42 51
42,2 - E2 33 55,5). Bel tempo tutto il giorno, ma fresco
sui 24°.
Progressivo km 1117 (47 km giorno)
30 mar - Ore 9, partenza
con il camper per visitare il castello di Peyrepertuse,
posto in alto a dominare il paese. Strada asfaltata e ripida
salita. Il parcheggio riservato ai camper è a 1300
metri
prima del dell'ingresso al castello (N42
51 58,5 - 2 33 8,4): 1300 metri da fare a piedi ed in salita!
le auto invece arrivano fin sotto le mura!.
Con un po' di intraprendenza otteniamo
un passaggio in autostop fino alla biglietteria.Fatto
il biglietto abbiamo ancora da percorrere un bel po' di
sentiero nel bosco prima di arrivare al fortilizio. Una
bella sfacchinata che ci fa espellere tutte le tossine con
l'abbondante sudata. Il castello però non delude.
Fondato a quota 800 metri è formato da due zone fortificate
separate tra loro, ma edificate sullo stesso costone a poche
decine di metri l'una dall'altra.
Siamo sui rilievi calcarei dell'Hautes
Corbieres e sotto di noi il piccolo ma fascinoso villaggio
di Duilhac. La roccaforte nel 1020 è sotto il marchesato
di Spagna e vi rimane fino al XII sec, ma si sottometterà
poi al regno di Francia nel 1250 a seguito della crociata,
organizzata dal re francese contro gli albigesi (catari)
qui rifugiatisi . Infatti i soldati della corona francese
espugnarono il maniero e lo tennero per ben quattro secoli
durante i quali la frontiera tra Francia e Aragona passava
proprio di qua.
Con il Trattato dei Pirenei del 1659 il
confine viene spostato dove più o meno si trova ora
e quindi l'importanza strategica del maniero diminuisce
fino alla Rivoluzione Francese, dopodiché cade in
disuso e solo verso gli anni 50 del secolo scorso si comincia
a ripararlo ed utilizzarlo come risorsa turistica. Dalle
sue mura lo sguardo arriva fino al mare. Alle 11,30 in punto
inizia lo spettacolo di falconeria. Molto interessante e
piacevole, peccato che la spiegazione delle evoluzioni dei
rapaci sia solo in francese.
Alla fine della visita cominciamo a discendere
verso il parcheggio, ma adesso non c'è nessuno per
un passaggio e allora tutta a piedi, in discesa stavolta.
Sono ormai le 14. Spostiamo i camper poco più a valle
dove l'ombra di un grosso e isolato albero ci da la frescura
per pranzare in comodità. Pennichella dopo pranzo
discretamente ventilata. Alle 17 finalmente, con qualche
brontolio, mettiamo in moto per arrivare dopo solo 9 km,
al castello di Queribus (N42 50 20,4 - E2 37 16,3) nel comune
di Cucugnan. Altro sito bellissimo che faceva parte della
rete dei castelli catari di questa zona. Descritto anche
dal Alphonse Daudet in una novella intitolata "lettere
dal mio mulino" è arroccato sul solito roccione
calcareo a 730 di altezza.
In origine (intorno ai primi anni del 1000)
anche questo edificio fortificato apparteneva alla casata
Aragonese.
Gli albigesi (catari) qui avevano trovato
rifugio sotto la protezione di Pierre de Cucugnan, il quale
resistette all'assedio, finche il Re Luigi IX a capo della
crociata non lo espugnò mandando al rogo tutti quanti
per mano del suo ferocissimo luogotenente Simon de Monfort.
La posizione
dominante del castello era molto importante perché,
come Peyrepertuse, in posizione strategica contro il potere
spagnolo, almeno fino al Trattato dei Pirenei del 1659 menzionato
sopra, quando i confini tra le due nazioni cambiarono. La
salita al castello a piedi è molto agevole, per cui
alle 19 quando ridiscendiamo ai camper non siamo nemmeno
troppo stanchi. Ritorniamo a Duilhac nella stessa AA di
ieri sera. Stavolta ceniamo con il tavolo fuori nella serata
fresca. Temperatura serale sui 25°. Sereno e ventilato.
P a Duilhac in AA N42 51 42,2 - E2 33 55,5
progressivo 1138 (21 km giorno)
31 mer - Dopo le solite
operazioni di scarico e carico, alle 9,30 partiamo per il
castello di Arques (N42 57 6 - E2 21 58,2) sulla D613 da
Rennes-les-Chateau verso est. Bell'edificio di forma cubica,
all'angolo di ogni vertice un torrione cilindrico sale fino
al tetto.
Da lontano sembra un edificio fortificato
di notevoli dimensioni con i suoi tre piani di altezza e
i quattro torrioni che svettano verso il cielo, da vicino
la valutazione delle sue dimensioni è più
reale e ci si accorge che in fondo non è poi così
grande come appariva da lontano. La pianta si articola con
una unica sala al piano terra dalla quale nascono i quattro
torrioni. In quello di destra, rispetto all'entrata, c'è
la scala a chiocciola che porta al piano primo costituito
da una sala centrale con volta a crociera, e una camera
per ogni torrione.
La scala sale ancora al secondo piano.
Sala centrale con soffitto a travi in legno e con camere
in ogni torrione. Anche al terzo piano si ritrova la stessa
scansione delle sale. L'ambiente esterno che si abbraccia
con lo sguardo dalle finestre è molto suggestivo
perché l'edificio non è arroccato sul solito
sperone roccioso, ma sorge su un ampio prato in dolce pendenza
ed il borgo di Arques è li vicino poco più
in basso sul bordo del torrente Realses
. Nel 1217 il solito Simon de Montfort brucia castello,
borgo e suoi abitanti, regalando poi l'edificio al suo luogotenente
Pierre de Voisins, che a sua volta ne prende possesso bruciando
viva sulla piazza del villaggio una donna sessantenne accusata
di stregoneria.
L'aspetto attuale del castello è
dovuto alla sua ricostruzione nel XIII sec. da parte del
figlio di Pierre de Voisins. Viene terminato nelle forme
attuali nel 1316 ed assume la funzione di residenza di campagna
così' come appare ora. Pranzo lungo la strada. Arriviamo
a Termes, castello cataro (parcheggio fuori del paese per
evidenti difficoltà di spazi N43 0 4,1 - E2 33 56,3).
Sorge su un colle boscoso e sotto c'è il borgo, ma
rimangono solo ruderi assai difficili da decifrare se non
con i numerosi pannelli esplicativi lungo il percorso di
visita. E' in fase di profondo restauro. In compenso la
strada per salire questa volta è molto agevole in
leggera salita.
Come al solito fu conquistato da Simon
de Montfort nel 1210. Dopo una resistenza durata quattro
mesi il castello cedette per mancanza d'acqua e dissenteria,
ma i
residenti riuscirono a fuggire tra i boschi. Raimondo di
Termes fu preso prigioniero e i suoi beni donati dal Montfort
ad un crociato che si era distinto nell'assedio.
Anche questo castello faceva parte della rete difensiva
dei confini contro gli spagnoli, ma nel 1652, prima del
Trattato dei Pirenei, venne demolito e così dimenticato
dal tempo fino al 1989 quando se ne riprese il restauro
conservativo come monumento nazionale. Torniamo indietro
per 8 km all'incrocio con la D613, e poi fino al borgo di
Villerouge-Termenes, (in Occitano Vilaroja de Termenés).
Parcheggio tranquillo nello spiazzo antistante
una Cave de Vin (N43 0 17,8-E2 37 36,5).
Piccolissimo agglomerato sul fiume Libre,
dove l'unica emergenza storica di rilievo è il castello
seminascosto tra le case del borgo stesso. I torrioni angolari
spuntano dai tetti delle abitazioni. Dentro è allestito
un museo con alcune sale arredate. Sin dal XII sec. e fino
alla Rivoluzione Francese l'Arcivescovado di Narbonne era
proprietario sia del castello che di tutto il borgo. Nel
1227 viene occupato abusivamente da Simon de Monfort e dalla
sua guarnigione. Nel 1321 l'ultimo perfetto (cataro) Guilhelm
Belibaste qui venne arso vivo nella piazza del paese. Visitiamo
il borgo e poi torniamo al camper che sono le 19,30. Il
parcheggio è buono anche per passare la notte. Ceniamo
con il tavolo fuori sotto due grossi cedri argentati. E'
caldo stasera.
P a Villerouge-Termenes, parcheggio per camper gratuito,
senza acqua ne scarico N43 0 17,8-E2 37 36,5. Bella serata
con stelle cadenti in un cielo blu. In serata la temperatura
scende ed è più gradevole.
progressivo 1224 (86 km giorno)
1 ago giovedì -
Partenza da Villerouge alle 9,30. Direzione Lagrasse a 14
km. Parcheggio obbligatorio per i visitatori al campo da
gioco (N43 5 25 - E2 37 22,3)(oppure zona nord N43 5 34
- E2 37 12,8). All'Ufficio del Turismo prendiamo i depliant
per la visita al villaggio, classificato dalla
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Lagrasse
Abbaye S.te Marie Orbieu
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Lagrasse
centro |
rivista francese tra "Les plus beaux
villages de Francia" è sulla riva sinistra del
fiume Orbieu e l'antica abbazia di Sainte Marie Orbieu,
preromana del sec X sulla dx. Due comodi ponti pedonali
ed uno carrabile collegano il villaggio all'edificio religioso.
Visitiamo questo importante complesso benedettino le cui
origini iniziano già dall' VIII sec., almeno come
primo fabbricato di cui si parla nei documenti, fondato
addirittura da Carlo Magno. L'Abbazia svolse il suo straordinario
potere, anche politico, durante le crociate contro i catari,
trattando però azioni di intermediazione tra gli
occupanti e gli occupati.
Il suo potere era dato dall'enorme sviluppo
dei possedimenti che si estendevano, già prima del
1000, sino alla Spagna. Con il tempo perse d'importanza
fino ad attraversare un periodo critico intorno al XIV sec.
per poi rifiorire intellettualmente. Nel 1662 venne addirittura
ampliato il chiostro ed il palazzo episcopale. La Rivoluzione
Francese azzerò tutto vendendo i beni della congregazione
in due lotti distinti. Ancora oggi è visibile tale
netta separazione.
Dopo la visita all'abbazia torniamo nella
parte medievale di Lagrasse che conserva una bella Hall
(mercato coperto) con la grande copertura sostenuta da una
serie di pilastri in legno antico e grandi capriate degne
di esperti maestri d'ascia. Nella parte lungo il fiume sono
riconoscibili tratti di antiche mura di cinta medievali
con la Porte de l'Eau e la Tour de Plaisance sul bastione
più alto del villaggio. Alle 13,30 torniamo al camper
affamati e soddisfatti della visita.
L'aria è fresca e ventilata è
sufficiente a rendere ancora più piacevole il pranzo
a base di prodotti locali che abbiamo acquistato all'emporio
del paese. Poi con calma partiamo per un'altra famosissima
abbazia, quella di Fontfroide. Comodo parcheggio per la
visita, ma vietato il pernottamento (N43 5 34,3-E2 37 14,5).
Visita guidata obbligatoria, ma solo in francese, aiutati
dall'audioguida in italiano. Molto bella, suggestiva e interessante.
Il modello architettonico generale è molto simile
all'Abbaye de Lagrasse. Prima Benedettina e poi Cistercense,
edificata tra il XI e XIII sec in una valle amena ricca
di cipressi e pini, con la pietra arenaria dei Corbieres
dal caldo color ocra.
Con una dote di terre vastissima che arrivava
fino alla Catalogna ed una ricchezza immensa. Durante la
crociata contro i catari si affermò come baluardo
dell'ortodossia cattolica.
A differenza di quasi tutti i beni della chiesa che con
la Rivoluzione vennero confiscati ed incamerati dalla stato,
questa grande abbazia rimase sempre frequentata, con alterne
vicende fortunose, dai monaci cistercensi che si occuparono
di mantenerla in vita restaurandola e facendola arrivare
fino ad oggi così com'era. La visita guidata si conclude
in un'ora dopodiché torniamo al camper e partiamo
per Narbonne dove si trova una bella AA vicino al centro
storico (N43 10 47,7-E3 1 15,4). Prima di arrivare alla
AA ci fermiamo per fare spesa al supermarket dove troviamo
dei prezzi
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Abbaye
de Fontfroide, chiostro |
superiori a quelli delle botteghe di casa
nostra, con una scelta di prodotti molto scarsa e di bassa
qualità. Dopo le operazioni non semplicissime, per
far aprire la sbarra dell'AA ci sistemiamo. Sono le 19,30.
Prepariamo cena fuori come fanno tanti altri: barbecue di
salsicce arrosto, bistecca di maiale, insalata di lattuga
e pomodori ed un buon rosé del Linguedoc. Alle 23,30
tutti a nanna.
P a Narbonne in AA (N43 10 47,7-E3 1 15,4) a pagamento.
Tempo bello tutto il giorno, fresco serale per dormire bene.
progressivo km 1280 (56 km giorno)
2 ven - Alle 9 partenza
con le bici per la visita alla città di Narbonne.
C'è qualche nuvola ma non minaccia pioggia. Due km
di pista ciclabile, di cui più della metà
lungo il canale La Robine che porta direttamente a pochi
passi dalla piazza della cattedrale. Un bel mercato di ambulanti,
vivo e rumoroso, ed un mercato coperto ben fornito dove
acquistiamo tante cose buone da mangiare. Poi visita all'imponente
cattedrale di St. Just. In stile gotico, del 1272, venne
iniziata ma non portata a termine per conservare i bastioni
che sarebbero stati abbattuti per far posto all'edificio
religioso.
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Narbonne
chiostro, cattedrale e Palais des Archeveques |
Dall'esterno si nota questa interruzione
perché la navata principale, da progetto, è
rimasta incompiuta e senza il tetto. All'interno il coro,
imponente e altissimo, 41 metri, con vetrate colorate. Il
chiostro, molto bello, del 1350, in arenaria chiara, posto
a lato della basilica, sorge sul luogo dove in epoca carolingia
c'era una piccola chiesa.
Sulla stessa area nelle immediate vicinanze sorge anche
il Palais des Archeveques che è un'insieme di edifici
di varie epoche: il Palais Vieux, del 1100, il Donjon de
la Madaleine e il Donjon Gilles Aycelin del 1200, la Tour
St. Martial e il Palais Neuf del 1300 e la Residence des
Archeveques, residenza dei vescovi con lo scenografico scalone
seicentesco. Infine l'Hotel de Ville (municipio) con la
facciata ottocentesca.
Facciamo un giro con la bici per il centro
storico e nella grande piazza pedonale e poi rientriamo
per la stessa ciclabile fino all'AA (c'è anche una
navetta gratuita che fa questo servizio verso la città).
Pranzo, sosta pomeridiano e quindi si parte alle 15,30 per
Narbonne-Plage. Arriviamo in AA dietro le dune prospicienti
il mare (N43 8 50-E3 9 15,3). Posizione stupenda a 10 €
a notte tutto compreso - ah la Francia !. Ci sistemiamo
e poi oltrepassata la duna siamo su uno spiaggione semideserto,
poca gente, mare un po' mosso, abbastanza ventilato da far
sfrecciare via le Car-a-voile (specie di wind-surf a tre
ruote su sabbia compatta).
Gli aquiloni alti nel cielo si gonfiano
d'aria e tendono i fili di manovra. Alle 20 rientriamo al
camper preparando un piccolo barbecue con le ultime salsicce
rimaste. Ceniamo dentro perché la posizione buona
dietro la duna è tutta occupata dai camper più
fortunati, mentre la nostra, in mezzo al piazzale è
battuta dal vento teso serale che disturba un po'. Temperatura
serale piuttosto fresca, da felpa. Chiacchierata con le
sedie fuori e poi a nanna.
P a Narbonne-Plage in AA a pagamento (N43 8 50-E3 9
15,3) sul mare.
progressivo 1305 (25 km giorno)
3 sab - Siamo nell'AA di
Narbonne-Plage, mattinata ventosa, ma tanto sole; poi verso
le 10,30 il cielo si fa nero e viene giù uno scroscio
d'acqua che dura un'ora, dopodiché di nuovo sole.
Il tempo rimane incerto. Giro sulla spiaggia, pranzo, pulizie
generali. Nel pomeriggio riceviamo la telefonata dei componente
il gruppo definitivo che si trovano a solo 80 km da noi,
quindi stasera ci riuniremo tutti e cinque. Breve pennichella
poi alle 16,30 partenza per la Jonquera in Spagna dove ci
aspetteranno tutti gli altri.
L'Autoroute francese ci prepara il solito
gran-bouchon a Montpellier dove c'è la barriera del
pedaggio prima di passare in Spagna. Proseguiamo su Autopista
spagnola a pagamento uscendo presto perché La Jonquera
è a pochi km. Parcheggio ormai collaudato davanti
a "El Mirador" dove sono già sistemati
gli altri componenti il gruppo e dove a prezzo fisso si
mangia e si beve tutto quello che vuoi. Dalle vetrate del
ristorante rivolte verso la strada assistiamo ad un incidente
stradale in diretta proprio sotto di noi.
Scontro frontale fra due auto. Uno dei
due guidatori rimane accasciato immobile sul volante. Non
dà segni di vita. Ambulanza, polizia, medico, pompieri,
ma il ferito in effetti è ubriaco fradicio e non
si regge in piedi non per il colpo, ma per l'alcool. Viene
comunque caricato a forza sull'ambulanza e portato via.
Tutto tranquillo, non c'è stato nessun ferito, l'impatto
è stato a bassa velocità e anche le auto non
sono troppo danneggiate. All'uscita dal ristorante siamo
belli satolli, mettiamo le sedie fuori per una chiacchierata
comune e poi alle 23,30 a nanna.
P a La Jonquera in Spagna, (N42 23 52,8-E2 52 54,8)
parcheggio gratuito, un po' rumoroso per il traffico che
scorre vicino. Serata fresca.
progressivo km 1421 (km116 giorno)
4 dom - Partenza da La
Jonquera. Tutta Autopista (a pagamento) fino a Barcellona,
poi Autovia (gratuita) fino a Saragozza, quindi strada normale
la N-II fino a Tudela e infine la NA-134 fino a Arguesa
al punto sosta stabilito (N 42 10 9 - W 1 35 21) nella zona
dello stadio.
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Nostra
Segnora de Yugo |
Bardenas |
Ci informiamo se al santuario
di Nostra Segnora de Yugo è possibile pernottare
e dopo la conferma facciamo altri 8 km di strada asfaltata
nella Bardenas Real per raggiungere il posto. C'è
un bel parcheggio panoramico (N 42 12 20,5
- W1 35 9,5) dal quale si domina la sottostante Bardenas-Blanca.
Tutto il sito è ben organizzato con
tavoli pic-nic, acqua e mirador panoramici a 360°. Ci
sistemiamo e ceniamo al fresco con i tavoli fuori, come
fanno altri camperisti. Non siamo soli. Sono le 20 e il
sole è ancora alto, per cui apriamo i tendalini per
avere un po' d'ombra.
All'imbrunire, sono ormai le 21,30 passate, ci spostiamo
per godere al massimo il panorama del tramonto infuocato
del sole sulle Bardenas e poco più tardi i paesi
in valle segnati da mille luci che fanno da riflesso al
cielo stellato. Tramonto da cartolina.
P al santuario
isolato di Nostra Segnora de Yugo nella Bardenas Real vicino
a Arguesa. (N 42 12 20,5 - W 1 35 9,5). Serata fresca.
progressivo km 2002 (km 581 giorno)
5 lun - Alle 9 volante
in mano per spostarci nelle Bardenas vere e proprie. Raggiungiamo
il Centro Informazioni (N42 10 46-W1 31 59) e dopo esserci
documentati opportunamente con cartine e quant'altro, prendiamo
la facile sterrata iniziando un percorso ad anello che raccoglie
tutta la Bardenas Real Blanca. E' un sito naturale quasi
desertico nel senso che in tutta l'area, di circa 42000
ettari, non vi sono insediamenti umani ne vegetazione consistente.
Il suolo è composto da argille, gessi e arenarie
instabili. L'erosione dell'acqua e del vento hanno creato
un ambiente simile all'Arizzona in cui canyon e altipiani
tabulari, detti cabezos, rendono il paesaggio estremamente
affascinante.
La quota oscilla tra i 280 e i 670 metri.
La vegetazione scarsissima è concentrata prevalentemente
nei rari corsi d'acqua che rimangono secchi per la maggior
parte dell'anno. Le Bardenas Reales erano di proprietà
esclusiva della corona spagnola, adesso non appartengono
all'area di nessun comune, ma sono di proprietà della
Comunità di Bardenas Reales, un ente pubblico che
nel 2000 è riuscito a farla dichiarare Riserva Integrale
della Biosfera. Confinante con la Bardenas Blanca (per la
presenza di sali biancastri di gesso che ricoprono gran
parte della superficie), c'è la Bardenas Negra cosiddetta
dalla presenza di vegetazione, molto interessante anche
quest'area dove si trovano alcuni pueblos abitati.
All'interno della Blanca che visitiamo,
c'è un aeroporto militare dal quale ogni tanto partono
rombanti F18 o altri velivoli, che proprio oggi fanno prove
di missili centrando obiettivi a terra distanti da noi,
ma comunque ben visibile è la nuvoletta del razzo
che esplode a terra.
Pranzo in uno spiazzo ai piedi di una mesa i cui fianchi
sono costellati di nidi di grifoni che volteggiano sulle
nostre teste in voli planati di straordinaria bellezza.
Non c'è un albero sotto il quale prendere un po'
d'ombra, la temperatura è alta, ma l'aria è
estremamente secca e ventilata per cui mangiando dentro
i camper, con tutte le finestre aperte, si prova una bella
sensazione di refrigerio. Concluso l'anello di visita ben
segnalato (dal quale non è possibile deviare pena
sanzioni) prendiamo la direzione verso Soria.
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Fitero
Santa Maria di Nienzebas |
Dopo una ventina di km deviamo dalla nazionale
per andare a visitare il Monasterio de Fitero. Qualche difficoltà
di transito in paese per le strade strette
e problemi di parcheggio (N42 3 20,6-W1 51 21,1) risolti
in qualche modo, andiamo a vedere il monastero cistercense,
ma è chiuso ed è visitabile solo il chiostro.
Ci spostiamo per vedere la bella facciata romanica della
chiesa di Santa Maria de Nienzebas adiacente il monastero
stesso. Due campanili quasi gemelli incorniciano la facciata
con un bellissimo portale romanico molto strombato con cornici
multiple. La chiesa però è chiusa data l'ora
tarda. Giriamo intorno ad essa e ci troviamo un una bella
piazza pedonale dominata dall'abside multiplo della
chiesa in puro stile romanico.
Riprendiamo strada e arriviamo al campeggio
di Soria (un po' fuori la città). Sistemiamo i mezzi
sul prato erboso all'ombra di alberelli, apriamo i tendalini
perché il sole non è ancora tramontato e prepariamo
cena con i tavoli fuori. La temperatura man mano cala e
diventa quasi fresca. Poi a nanna.
P a Soria in Campeggio (N41 44 47,3-W2 29 4,3)
progressivo km 2179 (km 177 giorno)
6 mar - Notte fresca, quasi
freddo. La temperatura di questa mattina è 21°.
Freschino. Partenza dal camping con i camper per visitare
i due monasteri ed il centro storico di Soria. Mettiamo
i mezzi nel park dei bus (tollerati) del Chiostro de S.
Juan de Duero sulla riva del fiume Duero (N41 46 6,1-W2
27 15,1). La visita costa 60 cent per vedere la piccola
chiesa ed il magnifico chiostro sulla riva del Duero.
Faceva parte della Fondazione degli Ospedalieri
di San Giovanni di Gerusalemme. Il chiostro è una
perla di bellezza, del sec XII-XIII, rimangono solo gli
archi che circondano il quadrato erboso interno, mentre
la copertura è andata distrutta. Le colonne sorreggono
una serie di archi intrecciati di chiara influenza araba.
Ogni lato del quadrato di base ha una successione diversa
di archi. Le forme stilizzate di animali, foglie e disegni
sono improntate da un fascino esoterico estremamente
affascinante.
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Soria
Chiostro e chiesa di S. Juan de Duero
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L'interno della chiesa, a navata unica,
presenta due cibori romanici posti simmetricamente ai lati
dell'abside, sorretti ciascuno da quattro colonne con bellissimi
capitelli scolpiti magistralmente con le storie della liturgia
ortodossa. Dopo questa visita spostiamo i camper in un parcheggio
(N41 45 59-W2 27 27,7) sulla strada vicino alla cattedrale
di San Pedro.
Magnifico esempio di vari stili architettonici,
costruita nel XII sec, quindi romanica, presenta all'interno
motivi gotici e rinascimentali con volte a rameggio sorrette
da pilastri cilindrici. Sull'altare maggiore un imponente
retablo dorato cinquecentesco. Il chiostro adiacente, in
bello stile romanico,con colonnine binate, di marmo e capitelli
scolpiti che sorreggono la galleria perimetrale. Usciamo
dirigendoci a piedi alla vicina chiesa di Santo Domingo,
anch'essa romanica con un bellissimo portale dalla profonda
strombatura, scolpito con numerosi personaggi sia negli
archi che nella lunetta centrale. Grande rosone in alto.
La facciata cuspidata, spartita da colonnine
che sorreggono archetti ciechi. L'interno è molto
semplice a tre navate gotiche e grande retablo all'altare
maggiore. Andiamo a vedere poi la imponente facciata del
Palacio de los Condes de Gomara, del XVI sec, in stile
rinascimentale con grande portale
e imponente torre laterale.All'interno
un luminoso patio su due piani.
Attualmente è sede del Palazzo di Giustizia.Torniamo
di nuovo ai camper spostandoci adesso nel parcheggio lungo
la sponda dx del fiume Duero (N41 45 41,7-W2 27 16,7) davanti
alla Ermita de San Saturio. Pranzo e poi attraversiamo il
ponte pedonale che da accesso al sentiero dell'eremitaggio
posto sulla riva opposta. Arroccata alla parete rocciosa
la cappella votiva ottagonale sovrasta la grotta dove meditava
l'eremita Saturio. Saliamo i numerosi scalini per arrivare
all'ingresso della cappella, ma è chiusa, riapre
alle 16,30.
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El
Burgo de Osma, Cattedrale |
Troppo tardi per noi e quindi rinunciamo
alla visita interna. Partiamo per El Burgo de Osma. Bellissimo
centro magnificamente conservato, in parte circondato da
mura e dal Rio Osma.
Bel parcheggio adatto anche alla sosta notturna (N 41 35
12,7 - W 3 4 22,7). In corrispondenza del bel ponte sul
rio c'è la porta di ingresso al nucleo abitato. La
cattedrale gotica, cominciata nel 1232 dal monaco di Cluny
Osma, e intitolata alla Annunciazione di Maria, è
imponente rispetto alle case intorno.
Sorge sull'area di un'altra chiesa romanica precedentemente
edificata. Occupa gran parte della Piazza San Pedro. L'ingresso,
posto sul fianco laterale, è protetto da un profondo
nartece con arco a tutto sesto, mentre il portale, arricchito
da numerose sculture, è profondamente strombato,
con arco a sesto acuto e rosone superiore, separato da una
balaustra di epoca seicentesca.
Il grande campanile, possente a pianta
quadrata, risente degli influssi di stili diversi che si
sono succeduti nel tempo. L'interno si visita con guida,
ma solo in spagnolo. Il tesoro, la sacrestia, il grande
retablo. Il chiostro romanico lo visitiamo senza l'aiuto
della guida gustandoci centimetro per centimetro i trafori
in marmo delle grandi finestre separate da possenti contrafforti,
ma chiuse da esili colonnine di marmo e nella parte superiore
da una decorazione marmorea finemente traforata tipica del
periodo gotico.
Vi si trova il sarcofago di Pedro de Osma,
del XIII sec. in pietra colorata. La piazza San Pedro è
circondata da edifici medievali a graticcio con antichi
portici sostenuti da pilastri e travature in legno. Riprendiamo
strada per arrivare a Segovia. Il navigatore, pazzo, tenta
di farci passare per il centro storico creandoci
notevoli difficoltà perché arriviamo ad un
imbuto oltre il quale la strada è impossibile da
percorrere.
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Segovia
Cattedrale e Alcazar
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Traffico dietro di noi in tilt. Marcia
indietro! Ritorniamo alla periferia e chiedendo informazioni
a voce, riusciamo a trovare il parcheggio vicino all'Alcazar
(N 40 56 47,5 - W 4 7 26,3). E' un parcheggio sterrato per
auto e bus urbani. Sono già le 21 e ci mettiamo a
cena ognuno sul proprio camper. Alle 21,30 arriva la pattuglia
di polizia in moto e ci annuncia che vicino c'è un
campeggio e lì proprio non possiamo stare.
Ordini dal Comando! Finiamo di cenare (con permesso ottenuto)
e poi immettiamo le coordinate del camping "El Acueducto"
per passare la notte tranquilli. Alle 23,30 siamo a posto
pronti per dormire. Giornata fresca sui 22°.
P a Segovia al camping "El Acueducto" , 4
km. fuori città verso sud. (N40 55 52,4-W4 5 32,8).
progressivo km 2402 (km 223 giorno)
7 mer- Alle 9,10 con il
bus n.5 che passa vicino al camping raggiungiamo Segovia
in 15 minuti. Scendiamo alla cattedrale e da lì inizia
la visita alla città. La cattedrale, dedicata all'Assunzione
di Maria Vergine e a San Frutos è chiamata anche
la "Dama delle Cattedrali" per la sua eleganza.
Costruita nei sec. XVI-XVIII, dopo la distruzione di quella
precedente a seguito dei moti rivoluzionari dei Comuneros
in stile gotico anche se i tempi sono cambiati (siamo nel
1511 sotto Carlo V) e in parte rinascimentale con la altissima
torre campanaria di 110 metri. All'interno le volte delle
navate sono a rameggio, elegantissime, sostenute da poderosi
pilastri a fascio.
Il chiostro del XIV sec, ricorda nelle
sue forme architettoniche e decorative, quello di El Burgo
de Osma: grandi aperture chiuse da esili colonnine in marmo
e delicato fraseggio ornamentale in marmo traforato, in
puro stile gotico. Faceva parte dell'antica cattedrale gotica
demolita, fu smontato pezzo per pezzo e trasportato presso
la nuova. Passeggiata con ricca colazione e quindi arriviamo
all'Alcazar.
All'estremo nord della città su uno sperone di roccia
a strapiombo sulla valle dove anticamente c'era un fortilizio
del XIII sec.
Trasformato nei secoli successivi in edificio
neogotico "alla francese" a seguito di un devastante
incendio avvenuto nel XIX sec che ne distrusse gran parte.
Bellissimo giardino antistante l'edificio, con fiori e grandi
alberi che riparano dalla calura estiva. Il paesaggio che
si gode da questa altura abbraccia la verde valle dove scorre
il fiume Eresma. In basso si vede il bel monastero di El
Parral e poco oltre la cappella di Vera Cruz. In lontananza
la Meseta castigliana. Siamo su un altopiano a 1000 metri
di quota e l'aria è fresca e limpida. Ridiscendiamo
lungo la Calle Juan Bravo, strada affollata e pedonale piena
di negozi, ammirando la Casa de los Picos con l'originale
facciata bugnata a punta di diamante, fino ad arrivare all'acquedotto
romano, dove questa bella via termina.
L'acquedotto, costruito nel I sec sotto
Traiano, è imponente ed elegante nello stesso tempo.
A due ordini di arcate, nel punto più alto è
28 metri. In conci di pietra perfettamente squadrati è
alimentato dal fiume Acebeda che dalla Sierra Fuenfria porta
l'acqua fino nel punto più elevato della città.
Torniamo al camping con il solito bus. Pranzo e partenza
per raggiungere Avila. Magnifica strada la N110 che attraversa
un paesaggio arido e deserto, tra colline e valli rimanendo
sempre in quota sull'altopiano. Arrivo nel parcheggio dei
bus, ma anche dei camper (senza acqua ne scarico) ad Avila
(N40 39 40-W4 42 17).
Ce ne sono già alcuni. Il luogo
è tranquillo, proprio dietro la gendarmeria e molto
ampio, perché è anche il parcheggio del Palacio
de Congresos. Bell'edificio moderno ma equilibrato e ben
inserito nel contesto urbano. E' il tardo pomeriggio, ma
il sole è ancora alto, per cui mettiamo giù
le bici e andiamo a fare un primo giro alla città.
Bisogna pedalare con forza perché le porte di ingresso
al centro storico sono in salita.
Tutta la cittadina, circondata da mura perimetrali
è sulla collina ed il parcheggio invece in basso.
Rientriamo ai camper dopo questo primo assaggio culturale
e ci apprestiamo a cenare dentro i camper. Il vento teso
disturba un po'.
La temperatura serale è sui 26°.
P a Avila in parcheggio gratuito misto auto, camper
e bus. Non c'è acqua ne scarico, ma è illuminato
e tranquillo.(N 40 39 40 - W 4 42 17). Temperature: mattino
15/16°-pomeriggio 25/27°-serale 26/27°.
progressivo km.2472 (km 70 giorno)
8 gio - Visita di nuovo
alla città di Avila. Prendiamo le bici e alle 9,30
siamo alla Puerta de Alcazar. E' la porta nelle mura cittadine
rivolta verso est, vicina alla Catedral del Salvador. Difesa
da due grossi torrioni binati all'esterno dei quali c'è
il monumento, moderno, a Santa Teresa d'Avila.
E' ancora tutto chiuso, compreso l'Ufficio
del Turismo. Ne approfittiamo per un bel caffè. Alle
10
|
Avila |
saliamo sul circuito della Murallas de Avila.
Costruite intorno all'XI sec. con un camminamento sulle
mura urbane che le percorre interamente per tutta la sua
lunghezza di 2500 metri. Queste erano rinforzate e protette
da 90 torri cilindriche disposte lungo tutto il perimetro.
Belle, avvincenti e istruttive con l'audioguida in italiano.
Il percorso accessibile è solo sulla metà
del perimetro, ma è comunque interessante vedere
da una parte la cittadina e dall'altra il paesaggio fino
alle lontane montagne.
Siamo sempre sulla quota dei 1200
metri slm. Scendiamo nel centro storico con la bella cattedrale
del Salvador, addossata alle mura del lato est con la grossa
abside che sporgendo da esse ne costituisce una delle torri
di difesa.
L'interno è tipicamente gotico con doppio deambulatorio
nell'abside. Il chiostro altrettanto bello restaurato di
recente. Alle 12,30 siamo ai camper per il pranzo, poi alle
14 partenza per Salamanca, distante 110 km circa.
Arriviamo al camping "Don Quiote"
sul Rio Tormes a est della città. Sono le 14,30,
ci prendiamo questo scorcio di giornata in completo relax
al camping. Ordiniamo una enorme paella per 10 persone e
alle 20,30 andiamo a ritirare la grande teglia per la nostra
cena. Tendalini aperti, tavolini fuori sotto gli alberi
e cena tutti assieme. Chiacchierate serali fin quasi a mezzanotte,
poi a nanna. Giornata fresca e serata tiepida, ottima temperatura
che certo rimpiangeremo nei prossimi giorni.
P a Salamanca in camping "Don Quiote" sul
fiume (N40 58 30,7 - W 5 36 11,7)
progressivo km.2582 (km.110 giorno)
9 ven - Prendiamo il bus
delle 9, per andare a visitare Salamanca. Arrivo in Plaza
de Espagna, e poi a piedi per la Calle Toro arriviamo in
Plaza Major, creata nella metà del settecento, grande,
di forma quadrata, monumentale, circondata su tre lati da
bei palazzi in stile omogeneo, il quarto è quasi
interamente occupato dall'Ajuntamento.
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Salamanca,
Cattedrale e Casas de las Concias
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Casas
de las Concias patio |
e
il gruppo al completo in Plaza Mayor |
Da qui arriviamo alla Catedral Nueva e
alla Catedral Vieja, che sono adiacenti. Grandissimo l'insieme,
imponente, dove intervengono stili architettonici diversi,
gotico, rinascimentale e barocco dovuti al prolungarsi dei
lavori nel corso dei decenni. Visita interna ed esterna
accurata che lascia ben soddisfatti. Proseguiamo verso il
Rio Tormes fino al Puente Romano dalle numerose arcate che
scavalcano il fiume.
Al ritorno non ci lasciamo sfuggire la Casas
de las Concias, bell'edificio quattrocentesco con i muri
esterni decorati con 400 concias (conchiglia) di S. Jago
che ne ingentiliscono l'aspetto, insieme alle finestre in
stile isabelline e grandi inferriate in ferro battuto. All'interno
un bel Patio in stile isabellino a due piani con arcate
mistilinee di notevole fattura (lavorate in Italia). Davanti
a questo palazzo c'è quello de la Universidade Ponticia
de Salamanca con il Collegio Gesuita de lo Spirito Santo
e le due altissime torri campanarie barocche.
Saliamo su quella aperta al pubblico detta
"la Clericia", con i numerosi scalini fino alla
sommità dalla quale si abbraccia tutta la città.
Bella vista. Rientriamo al camping con i bus delle 14. Pranzo
e poi con tutta calma partiamo alla volta di Astorga, che
raggiungiamo alle 19,30. Troviamo subito prima della città,
l'AA alla Arena de Toros. Ci sono altri camper, anche italiani.
Ci sistemiamo con i tavoli fuori, poi quattro chiacchiere
per concludere la serata. Il tramonto è intorno alle
22.
P a Astorga in AA gratuita, in parte ombreggiata a un
paio di km dalla città (N42 27 5,2-W6 3 57).
progressivo km 2792 (km 210 giorno)
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Astorga
Palazzo Episcopale |
10 sab - Andiamo a visitare
Astorga (Asturica Augusta ) inforcando le bici. Cittadina
medievale ma di origine romana alle pendici dei Montes de
Leon sulla Cordigliera Cantabrica (35 km a ovest di Leon).
Visita alla cattedrale in stile gotico-fiammeggiante, trecentesca.
La facciata è un misto di stili tra gotico, plateresco
e barocco. Archi rampanti, pinnacoli e contrafforti a non
finire. L'interno è a tre navate senza transetto
con tre absidi poligonali. A lato della cattedrale c'è
il chiostro di forme gotiche. Vicino al complesso religioso
c'è il Palazzo Episcopale, edificio moderno, del
'900, di Gaudì, oggi dedicato al Museo de los Camino,
relativo alla storia del percorso dei pellegrini verso Santiago
de Compostela. Torniamo ai camper dopo aver girovagato un
poco per la cittadina.
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Ponferrada
castello templare |
Pranzo e poi alle 14 partiamo in direzione
di Ponferrada per visitare il Castillo de los Templares.
Bel castello a margine della cittadina, restaurato con cura
e sapienza. Adesso è chiuso, apre alle 17. Giro per
le vie cittadine semideserte dalla calura estiva.
Alle 16,30 raggiungiamo Las Medulas,
zona protetta di antiche cave romane per l'estrazione dell'oro.
I parcheggi sono tutti pieni, bisogna avere pazienza ed
aspettare che le auto lascino il luogo di sosta per prenderne
possesso. Ci sistemiamo provvisoriamente in quello dei bus.
Prendiamo tutte le informazioni all'Ufficio Turistico per
visitare a piedi il percorso segnato; scegliamo quello breve
perché adesso è veramente caldo. E' un ambiente
estremamente suggestivo creato a suo tempo dai romani nella
loro attività estrattiva, costituito da colline e
alti pinnacoli di ocra rossa e rosa di materiale terroso
di resulta che il tempo e la pioggia con la loro azione
erosiva hanno creato in questo magico luogo. Iniziamo il
sentiero addentrandoci nel bosco verdeggiante godendoci
anche la sua frescura ed ammirando questo spettacolo colorato
con la terra rosso fuoco in contrasto con il verde
del bosco.
Arriviamo a vedere due grosse cave di estrazione
del minerale. L'oro veniva separato dal materiale terroso
attraverso la potenza dell'acqua. Questa veniva convogliata
artificialmente verso le prime aperture e con la sua forza
creava le gallerie il cui fango veniva vagliato per recuperare
il prezioso minerale. I documenti ci dicono che da queste
cave a cielo aperto i romani abbiano estratto più
di 5000 kg di oro puro in tutto il periodo di attività.
Adesso è un interessantissimo percorso
pedonale tutelato da un Parco Nazionale e dichiarato Patrimonio
dell'Umanità nel 1997. Verso le 20, finita la visita,
l'area è deserta e noi sistemiamo i camper nel migliore
dei modi. Cena in posizione panoramica, con i tavoli fuori
alla frescura serale (ma qui il sole tramonta alle 22),
come fanno altri camperisti, e poi a tarda sera a letto.
P a Las Medulas in parcheggio auto gratuito. Serata
calda, ma poi rinfresca nella tarda serata. (N 42 27 40,9
- W6 46 2,8).
progressivo km.2883 (km 91 giorno)
11 dom - Partenza da Las
Medulas alle 9, direzione Guimarães in Portogallo.
Facciamo la OU533 per attraversare la Sierra de la Cabrera
che separa la Spagna dal Portogallo. Strada bellissima che
attraversa paesaggi
collinari e montani di estrema bellezza.
Fondo stradale ottimo e ampia la carreggiata.
Saliamo a oltre 1100 metri slm con due passi montani. Aria
frizzantina e cielo terso. Colazione in area pic-nic attrezzata
con tavoli e panche in granito naturale con ampia vista
panoramica su alcuni laghi artificiali che producono energia
elettrica. Arriviamo al confine e rimettiamo gli orologi
perché oltrepassiamo il fuso orario: un'ora indietro
rispetto alla Spagna. Arriviamo a Guimarães al parcheggio
del Castello di Alfonso I di Braganza (Re del Portogallo
nel 1143 per 40 anni) del X sec.
Parcheggio in terra arida, molto polveroso,
basta camminare a piedi per sollevare nuvolette di polvere
(N41 26 58 - W 8 17 17,8). Bello il castello che domina
la città. Cortine merlate in pietra, torri quadrate
agli angoli e mastio di forma quadrata alto 27 metri. E'
una costruzione possente in posizione dominante rispetto
all'intorno. Ingresso gratuito. Davanti al castello un piccolo
gioiello romanico, la chiesa di Sao Miguel, del XII sec.
Poco più in basso il grande Palazzo dei Duchi di
Braganza, edificio gotico caratterizzato da alti camini
cilindrici. Oggi palazzo di rappresentanza del Presidente
della Repubblica.
Scendiamo a visitare anche il centro cittadino.
Nella piazzetta medievale di Largo de Olivera, oltre alle
numerose case a graticcio su portici in legno, c'è
la chiesa di Nossa Sinhora de Olivera, antica basilica romanica,
con facciata cuspidata e portale ogivale scolpito. Rimaneggiata
nel periodo gotico insieme alla piccola edicola davanti
alla facciata; esile edificio su colonnine di marmo e cuspidi
sui quattro lati. Il campanile dalle forme possenti è
un rimaneggiamento rinascimentale del sec XVI. Molti giardini
abbelliscono ampi spazi all'interno del centro storico,
dando un piacevole senso di pulizia e freschezza. Oggi è
molto caldo.
Ripartiamo per Braga. Arriviamo al Monastero
del Bon Jesus do Monte sulla collina. Difficoltà
di parcheggio a causa dei posti riservati solo ai bus, ma
soprattutto a causa dell'affollamento domenicale che pressa
questo luogo (N41 33 23,4 - W 8 22 39,3), comunque il vigile
ci lascia momentaneamente sostare con mugugnio degli autisti
di bus che hanno poco spazio per manovrare. Consigliato
il parcheggio più in basso servito anche dalla funicolare
per arrivare al convento (N 41 33 10,3 - W 8 22 53).
Visitiamo il luogo con un po' di apprensione
per i camper. La chiesa è molto grande, ma dal punto
di vista architettonico assai recente, ottocentesca. Invece
la posizione dominante il paesaggio è molto bella.
La scalinate che nasce in basso alla collina e porta alla
sommità del colle, davanti alla chiesa, è
di spettacolare bellezza. Le rampe si intersecano alternativamente
creando un intreccio fantastico. Ad ogni ripiano c'è
una zampillante fontana per rinfrescarci
dalla calura e gli scalini, dall'alzata agevole, non fanno
sentire la fatica della salita.
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Braga
Monastero del Bon Jesus do Monte |
Però una volta scesi dalla chiesa
fino alla base della gradinata, non c'è nessun modo
per risalire se non quello di rifare la stessa scalinata
in salita. Da tenere di conto quando si parcheggia il mezzo:
meglio, quindi, il parcheggio in basso, più comodo,
ombreggiato e con meno problemi di posti. Dopo un'ora e
mezzo di visita ci spostiamo per la notte a Vila Nova de
Gaia, vicino a Porto.
Ci sono circa 60 km, ma è tutta autostrada. Arriviamo
al Camping "La Madalena" alle 19,30. Troviamo
posto all'ombra filtrata degli eucalipti. Temperatura fresca
adesso. Si sente l'influenza dell'Atlantico, siamo proprio
sul mare! Una volta sistemati apriamo i tendalini e ceniamo
fuori tutti insieme.
P a Vila Nova de Gaia al Camping "Orbitur La Madalena"
(N 41 6 27,6 - W 8 39 19,5)
progressivo km.3243 (km 360)
12 lun - Questa notte ha
fatto qualche goccia d'acqua che ha macchiato i camper,
polverosi, con il tannino delle piante. C'è nebbia
sul mare ed è quasi freddo. Prendiamo il bus delle
9 e andiamo a visitare la città di Porto. Cominciamo
con il porticciolo lungofiume davanti la Praca Ribeira,
proprio sotto il ponte di ferro Dom Luis I.
I battelli turistici si incrociano sul fiume Douro trasportando
gente a visitare le famose cantine del vino. Passeggiando
per la città arriviamo alla
stazione ferroviaria dove nell'atrio principale i meravigliosi
e immensi azulejos fanno bella mostra di se.
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Porto
la città e la stazione |
Poco lontano svetta nel cielo la torre
barocca della chiesa de Los Clerigos. Troviamo in Rua Arquitecto
Nicolau Nazoni (sotto la chiesa in pratica) un tipico ristorante
familiare "Flor de Braganza" con menù a
base di baccalà: è nostro! è l'ora
giusta. Aspettiamo dieci minuti che si liberi un tavolo
e poi ci sediamo. Assaporiamo alcuni dei più buoni
piatti a base di baccalà che abbiamo sentito fino
ad ora.
Prezzi familiari! (il menù: polpette di pesce, crema
di tonno, olive saporite, bacalau al forno con verdure miste
(!), bacalau asado, guazzetto, patate fritte, insalata,
caraffa di vino, acqua, dolce e caffè, il tutto a
13€).
Alle 15,30 Arriviamo alla Sé (cattedrale), in alto
in bella posizione, ma stravolta nei restauri ottocenteschi
il cui originale romanico si trova solo nel transetto con
i poderosi muri.
|
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Porto
il ponte Dom Luis I |
Ci lasciamo sedurre da una visita di tutto
riposo per le strade della città con un trenino su
gomma che ci trasporta comodamente con commento in portoghese,
a vedere le emergenze storiche del centro. Sosta obbligata
alla cantina "Real Companhia Velha" dove immancabilmente
compriamo il vinho do Porto. Concludiamo il giro alla Sé
e quindi una passeggiata sul ponte Dom Luis I non ce lo
lasciamo scappare. Visione spettacolare del fiume Douro
e della città dall'alto.
Sulla sponda opposta c'è la stazione
di partenza della cabinovia sospesa ad un cavo d'acciaio,
che porta fino a livello del fiume giù in basso sulla
sponda sx del quartiere Gaia, dove c'è anche la fermata
del bus 609 per tornare al campeggio. Spettacolare! Subito
la prendiamo! Merita l'esperienza.
P a Vila Nova de Gaia camping "Orbitur La Madalena".
Temperatura durante il giorno fresca ma soleggiata dopo
una certa ora. In serata scende di nuovo un po' di nebbia
e la temperatura si abbassa a 23°. Occorre la felpa!
Ceniamo comunque fuori, ben vestiti, sotto i tendalini.
progressivo km 000 (km 000 giorno)
13 mar - Partenza dal camping
alle 9 in direzione di Aveiro. In parte autostrada (in media
ogni 10 km c'è un ponte telematico che preleva dalla
carta di credito presentata all'ingresso della prima autostrada
della nazione, la somma di circa 1,10/1,60€ - comoda,
non ci sono caselli, ma un po' caruccia). Usciamo 5 km prima
di Aveiro per fare spese al supermarket, stessi prezzi di
quelli italiani.
Troviamo poi rapidamente il parcheggio
sul canale (N40 38 37,45 - W8 39 27,25) e andiamo in centro,
distante poche centinaia di metri. E' chiamata "la
Piccola Venezia" per i numerosi canali che la attraversano.
Prenotiamo un "barco" turistico, dalla tipica
forma delle imbarcazioni di questa città che ci porta
a spasso lungo questi canali.
Bel giro in cui il barcaiolo di nome Helder parlando un
po' il portoghese, lo spagnolo e un po' di italiano ci spiega
quello che si vede lungo le sponde passando con la barca.
Concludiamo con una visita pedonale al mercato del pesce,
che merita uno sguardo, ed al centro storico ricco di bellissimi
palazzi lungo il canale principale.
Nel pomeriggio riprendiamo strada per arrivare
a Praya da Poco (N40 29 23 - W8 47 24,6), ma non c'è
posto per parcheggiare perché giustamente è
la settimana di ferragosto ed è festa per tutti.
Proseguiamo fino a Praya de Mira, circa 7 km più
a sud (AA N40 26 42 - W8 48 6 oppure in alternativa poche
decine di metri più avanti, sotto la duna, gratis
N40 26 43,6 - W8 48 14,5). Parcheggiamo temporaneamente
lato strada nel grande parcheggio gratuito e andiamo a vedere
la spiaggia.
La duna è protetta e si può
scavalcare solo passando da un sentiero protetto in tavolato
che scende direttamente sulla battigia. Temperatura non
troppo calda, oceano con grandi onde che violentano la spiaggia,
surfisti in azione sulla cresta dei marosi e tanta gente
a prendere il sole. Rimaniamo sulla spiaggia fino alle 20,30
poi decidiamo di rimanere nel grande parcheggio dove nel
frattempo le auto se ne sono andate e dove si sono già
sistemati altri camper e tende.
Non c'è acqua ne scarichi, ma a
noi oggi non servono, siamo autosufficienti alla grande.
Apriamo i tendalini come fanno gli altri e ceniamo tutti
insieme fuori al fresco. Alle 23,30 tutti a nanna. Serata
assai fresca e ventilata.
P a Praya de Mira parcheggio gratuito (N40 26 43,6 -
W8 48 14,5) privo di acqua e scarichi.
progressivo km 3350 (km.107 giorno)
14 mer - Partenza da Praya
de Mira alle 9, verso Coimbra. Parcheggio del Ponte Santa
Clara, molto affollato con fondo sconnesso N40 12 19,2 -
W8 25 57,3 (ma c'è un'ottima AA lungo il fiume Mondego
al Parque Verde Mondego N40 11 57,6 - W8 25 43,8). A piedi
arriviamo in centro
agevolmente.
La via principale la Rua Ferreira Borges è piena
di gente e di negozi. A metà circa si devia a dx
e si oltrepassa l'Arco de Almedini per accedere alla parte
alta della città che presenta chiari influssi arabi
a cominciare da questa porta di ingresso alla città
vecchia. La Sé Velha (cattedrale), romanica del 1170
con imponente facciata e portale di ingresso fortemente
strombato a tutto sesto con una serie di cornici molto marcate
di stile francese.
|
|
Coimbra
Universidade |
abside della
cattedrale |
Il Claustro, molto bello con la galleria
perimetrale già con influssi gotici, con archi a
tutto sesto racchiusi da archi ogivali più ampi.
Le colonnine, binate, con capitelli semplici completano
l'insieme. Saliamo ancora per le stradine strette delle
vecchia città fino a raggiungere l' Universidade,
la più antica del Portogallo, istallatasi nell'ex
Palazzo Reale nel 1540. Dalla enorme piazza antistante gli
edifici delle varie facoltà si abbraccia un notevole
panorama sulla città e sul Rio Mondego. Scendiamo
poi fino alla Placa do Commercio passando a visitare la
piccola chiesa di S. Jago, del 1183, con due bei portali
romanici, a tre navate e cappella in stile gotico fiammeggiante.
E' giusto il tempo di pranzare. Troviamo
un piccolo ristorante che fa per noi: menù a base
di bacalo alla portoghese e bacalao a brasa con tanti ottimi
contorni. Ottima scelta anche stavolta, si mangia bene e
si beve meglio. Infine, con un po' di fatica appesantiti
dal pranzo, arriviamo alla chiesa di Santa Cruz , inclusa
nel monastero omonimo. Facciata in puro stile manuelino
ornata all'inverosimile, del 1520, restaurata nel settecento
stravolgendone l'identità rinascimentale.
Attraversando la grande sala Capitolare
si entra nel Claustro do Silencio tra i più belle
visti fin'ora, del 1520 in stile manuelino, con bei bassorilievi
con la Passione di Gesù, antiche tombe e grandi azulejos
seicenteschi. La temperatura adesso è sui 37°.
Molto caldo. Andiamo a riprendere i camper per andare a
vedere il Monastero di Tomar. In alto sulla collina che
domina la città, era l'antica sede dei Cavalieri
di Cristo (Cavalieri Templari che cambiarono (solo) nome
a seguito delle vicende con il Papa, mantenendo lo stesso
potere).
In parte fortezza, in parte monastero con
una serie di chiostri uno più bello dell'altro. In
quello centrale un gruppo di musicisti classici provano
varie arie di Bach e di Mozart nella scenografia fantastica
della luce del tardo pomeriggio. Ci fermiamo ad ammirare
la famosa finestra in stile manuelino che si trova sui libri
di storia dell'arte, come esempio classico di questo stile.
Poi dobbiamo uscire perché alle 18,30 chiudono i
portoni per le visite turistiche. Arriviamo a Batalah per
una strada nuovissima a 4 corsie che il navigatore non conosce.
Sorpresa! il parcheggio camper che indicano i portolani
è utilizzato per una grande festa (il 14 agosto ricorre
l'anniversario della vittoriosa battaglia di Giovanni I
il Grande a Aljubarrota).
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Tomar
il monastero |
la finestra in stile manuelino |
Esiste in compenso il pozzetto di scarico
di cui ne facciamo uso. Con qualche difficoltà ci
sistemano in un parcheggio auto. E' caldo e c'è una
grande festa, speriamo di dormire!
P a Batalah in parcheggio vicino all'area della festa.
Grande confusione e musica, anche interessante, ma a tutto
volume fino alle 4 di notte.(N39 39 41,4-W8 49 23,1).
progressivo km.3540 (km.190 giorno)
15 gio - E' Ferragosto,
festa per tutti. Alle 9,30 andiamo a visitare il Monasterio
de Santa Maria da Vitoria, mentre vicino ai camper cominciano
a montare i banchetti degli ambulanti già dalle 6
di stamani. Grande mercato di Ferragosto e grande nottata
in bianco. Comunque nella nebbiolina mattutina, che ormai
ci accompagna da quando siamo sulla costa portoghese, facciamo
la visita al monastero.
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|
Batalha
Monasterio de Santa Maria da Vitoria
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Ingresso gratis perché è Ferragosto!
Molto bella la facciata, capolavoro del gotico portoghese,
ricca di guglie, pinnacoli e archi rampanti al suo interno
racchiude uno scrigno architettonico unico, la Capela do
Fundador del 1426. Nei due sarcofaghi al centro della cappella
sono le spoglie del re Giovanni I e della moglie Felipa
de Lancaster che si tengono per mano. Non ci sono parole
se non le foto, per descrivere la magnificenza dell'opera,
la mirabile esperienza del mastro scultore.
Dalla navata si passa al Claustro Real,
anch'esso in forme gotiche, bellissimo e infine si passa
all'abside dove si trova la Capelas Imperfeitas iniziata
nel 1438 e poi abbandonata senza copertura, ma bellissima
anche nella sua incompletezza. Il sole nel frattempo ha
vinto sulla nebbia e adesso è di nuovo caldo. Alle
11,30 mettiamo in moto e partiamo alla volta di Obidos.
Parcheggio in AA (N39 21 22,7-W9 9 24,2) gratuita dalle
9 alle 17. Visita al bellissimo borgo cinto da mura dove
il colore dominante è bianco, accecante nel sole,
reso più gentile dai numerosi cespugli di buganvillee
fiorite abbarbicate ai muri delle case.
Facciamo la strada centrale, ma c'è
da fare a gomitate per passare, troppi turisti.
Il camminamento sulle mura è più fresco e
meno affollato. Assaggiamo la Ginjina con il bicchierino
di cioccolato (liquore a base di ciliege) e poi torniamo
ai camper per arrivare a Peniche dove troviamo parcheggio
sul promontorio alto, sul mare, che spumeggia in basso sbattendo
le rocce con colpi assordanti. Purtroppo la foschia non
lascia ancora vedere uno spicchio di sole. Odore intenso
di mare e di alghe.Foto, foto, foto...poi prepariamo la
cena ognuno sul proprio mezzo perché il vento la
fa da padrone, è fresco e poi dobbiamo recuperare
il sonno perso la notte passata.
P a Peniche sul promontorio di Punta
Papoa, insieme a tanti altri camper. (N 39 22 19,5 - W 9
22 35). Serata fresca.
progressivo km 3632 (km.92 giorno)
16 ven - Partenza alle
9 per andare a vedere il faro di Cabo Corvoeiro a due km
sul vicino promontorio. Panorama spettacolare e vento teso.
Ancora foto. Ci fermiamo ancora dopo pochi km sulla spiaggia
di Consolacao, ma è deserta perché è
presto e tira ancora un forte vento che ci costringe a riparare
nel baretto della spiaggia a prendere un bel caffè
mattutino. Il sole ancora non fa capolino dalla foschia.
Non fa proprio caldo, anzi!
Riprendiamo strada mandando a quel paese
il navigatore che ci mette in difficoltà più
di una volta facendoci attraversare strade di paese strettissime
quando a pochi metri scorre la strada nazionale. Arriviamo
a Porto Novo senza badare alle indicazioni del navigatore
ma seguendo la segnaletica stradale. Sosta nel grande parcheggio
sulla spiaggia e visita al piccolissimo borgo di pescatori
che arrivano con le barche cariche di pesce.
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Cabo
Corvoeiro |
Porto Novo |
Le tirano sulla spiaggia con argani a motore
e poi scaricano le ceste piene di orate, branzini, gronghi
e razze. Ora di pranzo sul camper a causa del vento che
non lascia tregua. Raggiunta Ericeira troviamo subito il
campeggio prima del paese giungendo da nord. Ci sistemiamo
e poi visita alla cittadina alquanto distante. Molto turistica
con case bianche e fasce alle porte e finestre di colore
giallo o azzurro.
E' la patria dei surfisti, infatti tira
vento ed è freschino. Verso le 16 il sole riesce
a bucare la foschia, ma non riesce a scaldare ancora. Indossiamo
la felpa. In basso il piccolo porticciolo turistico pieno
di barche colorate è protetto dai marosi da un lungo
pontile. Rientriamo ai camper infreddoliti. Diamo una spolveratina
ai camper ricoperti di antica polvere e poi a cena dentro
perché è freddo!
P a Ericeira, Ericeira Camping (N38 58 40,2 - W9 25
7,1)
progressivo km.3704 (km.72 giorno)
17 sab - Partenza dal camping
alle 9. Facciamo rotta sul faro di Cabo da Roca. Tira, come
al solito, un bel vento. Nel park cominciano ad arrivare
bus carichi di gente e il sito si affolla rapidamente.
|
Cabo da Roca |
Tanti italiani. Siamo arrivati al faro
seguendo l'auto di un gentilissimo signore portoghese che
ci ha tratto da una situazione grave: il navigatore ci ha
fatto passare all'interno di Ulgueira, paesino con strade
sempre più strette. Con 5 camper la situazione è
degenerata.
Il traffico locale si è bloccato e per fortuna è
intervenuto il signore suddetto che ci ha scortato fino
al faro.
E' entrato in ufficio ed ha cominciato a fare il suo lavoro
di operatore turistico del faro! Parla correttamente l'italiano,
Scambio di indirizzi, foto di rito e certificato di passaggio
dal punto più occidentale del continente europeo.
Riprendiamo strada passando stavolta dalla comoda tangenziale
per arrivare a Lisbona dove troviamo subito il camping Monsanto.
Sistemazione senza problemi di sovraffollamento. Pranzo
e poi con il bus 714 andiamo a fare visita alla città.
Bella come sempre la Placa do Commercio, la Rua Augusta
e la Placa do Rossio, poi rientriamo al campeggio per la
cena.
Siamo stanchi, ma comunque mettiamo i tavoli fuori e ceniamo
tutti assieme. Poi a nanna presto.
P a Lisbona al Camping Monsanto
(N38 43 29 - W9 12 28). Serata fresca.
progressivo km.3800 (km.96)
18 dom - Nuova visita alla
città. Castello S. George con l'eletrico 28, Il mirador
de Santa Luz, la Sé e infine l'Alfama per l'ora di
pranzo. Scegliamo un bel localino nel Largo do Chafariz
de Dentro,
menù a base di bacalao come al solito e come al solito
scegliamo giusto perché si mangia proprio bene.
Poi nel pomeriggio con il tram raggiungiamo
il Monastero di S. Jeronimo con il suo meraviglioso chiostro,
la Torre di Belem e il Monumento Los Descobridores sul fiume
Tejo.
|
|
Lisbona
Placa do Commercio |
la stazione
ferroviaria |
|
|
Torre
Belem |
Monumento Los
Descobridores |
Rientriamo al campeggio con il bus, stanchi
morti. Oggi è stato tutto il giorno caldo. Cena e
a letto.
P a Lisbona al Camping Monsanto.
progressivo km.000 (km.000 giorno)
19 lun - Partiamo dal camping
alle 9 e andiamo in direzione di Evora. Ci fermiamo ad un
supermarket per fare spesa, gasolio e abbondante colazione
al bar interno. A 10 km da Evora facciamo sosta pranzo perché
è già tardi. Una grossa quercia ci offre ospitalità
sotto le sue fronde. Temperatura oltre 38°, ma all'ombra
si sta bene.
Ripartiamo e poco dopo siamo nel grande parcheggio della
città (N38 34 0.2 - W7 54 25,3). Il caldo è
opprimente, solo i turisti girano accaldati per le vie del
centro.
|
|
Evora
Palacio di Dom Manuel |
tempio romano dedicato a Diana |
Molto bello il giardino pubblico con fontane
ed il bellissimo Palacio di Dom Manuel, in stile eclettico
con archi moreschi, pinnacoli e l'immancabile simbolo dei
Cavalieri di Cristo. Poi a seguire la chiesa di S. Francesco,
romanico-gotico, con il profondo nartece su colonne e l'adiacente
Capela dos Ossos, con miglia di ossa umane disposte ad arte
sulle pareti. Poi lungo le vie strette piene di negozietti
di souvenir fino alla Sé mastodontica di forme romanico
primitivo con influssi gotici, con alta e possente torre
campanaria.
Poco distante i bellissimi resti del tempio
romano dedicato a Diana, su una spianata che domina la città.
Ripartiamo in direzione di Porto Covo che raggiungiamo per
strade ordinarie alle 20. Sistemazione sulla scogliera alta
sul mare, con altri camper. Paesaggio da cartolina nella
luce dorata del tardo pomeriggio.
Cena in paese a base di baccalà
alla nata (crema), molto buono, fritto misto e tanti contorni.
Caraffa di Vino Verde freschissimo e caffè. Rientriamo
ai camper per andare a dormire (N37 52 12,2 - W8 47 36,8).
Alle 2 di notte passano le guardie del parco per mandare
via tutti i camper parcheggiati sulla scogliera perché
essendo parco protetto si può sostare solo dall'alba
al tramonto! ma nessun cartello avverte di questo.
Comunque grande girandola di mezzi che a quest'ora cercano
parcheggio nel centro di Porto Covo. Così facciamo
anche noi, parcheggiando in una strada tranquilla a lato
dell'AA per finire di passare la notte (AA- N37 51 8,65
- W8 47 20).
P a Porto Covo in parcheggio vicino
alla AA - N37 51 8,65 - W8 47 20
progressivo km.4090 (km.290)
20 mar - Alle 9 ritorniamo
sulla scogliera fronte mare. Relax e passeggiate lungo la
spiaggia in bassa marea. Scenario bellissimo e acqua di
mare calda. Prendiamo poi le bici e andiamo in paese. Passeggiate
tra le tante trattorie e negozi. Bel paese con case basse,
bianche ordinate e pulite con i contorni delle porte e finestre
di un bell'azzurro mare.
Rientriamo alle 13,30 per aprire i tendalini fronte mare
e pranzare fuori alla leggera brezza marina. Pennichella
fino alle 17 poi verso Cabo Sao Vicente (130 km). Bella
strada che passa attraverso boschi di pini e eucalipti.
Teniamo una buona media di velocità.
Fondo ottimo e strada semideserta, territorio
poco antropizzato. Arrivo a Cabo S.Vicente alle 19,30. C'è
una folla strabocchevole nel parcheggio del faro e dietro
di noi una lunghissima fila di auto che hanno tutte la stessa
meta: il faro! Sulla scogliera c'è una notevole folla
seduta ad aspettare (cosa?). Ci chiediamo se alle 20 comincia
uno spettacolo, una festa, un concerto, il passaggio di
cetacei. Niente di tutto questo, sono tutti rivolti verso
il sole in attesa del suo tramonto in mare!
E' un mito quello di trovarsi tutti insieme
a vedere lo spettacolo del sole che si tuffa in mare da
questa posizione estrema, la punta più protesa in
mare della penisola iberica. Al di là c'é
l'America. Quando il sole cala sull'orizzonte, si accende
la lanterna del faro e tutti partono contemporaneamente
mettendo in moto creando un lungo serpentone di fanalini
rossi fino alla cittadina di Sagres. Così facciamo
anche noi fermandoci nel bel parcheggio del fortino a Sagres
per passare la notte. Ci sono già numerosi camper,
ma c'è posto per tutti. Cena, un po' di TV, quattro
chiacchiere e poi a nanna.
P a Sagres nel parcheggio del forte. Gratuito e illuminato.
No acqua ne scarico(N37 0 16,1 - W8 56 41,4)
progressivo km.4236 (km.146 giorno)
21 mer - Visita alla Fortaleza
de Sagres. Apertura alle 10. Quella attuale è una
fortezza costruita nel XVIII sec. a difesa di un gruppo
di case dove più anticamente sorgeva la Vila do Infante,
cioè la casa di Henriques, figlio minore di quel
Giovanni I e di Felipa de Lancaster sepolti nella chiesa
monumentale di Batalah. Nelle intenzioni di Henriques all'interno
dei bastioni doveva sorgere una cittadina da fare concorrenza
a Cadice in Spagna, ma penuria d'acqua, terreni intorno
aridi e poco fertili fecero naufragare rapidamente questa
idea.
Le pareti rocciose del tavoliere dove sorge
il fortino sono a picco sul mare e tutto l'insieme doveva
essere imprendibile per qualsiasi attaccante. La piccola
chiesa con campanile a vela è una ricostruzione della
originale che a suo tempo conteneva le reliquie di Sao Vicente,
martirizzato a Valencia.
|
|
Sagres
spiaggia
|
e Fortaleza
de Sagres |
La fruizione turistica comunque è
molto interessante, la lunga passeggiata interna lungo il
sentiero organizzato con pannelli esplicativi sia della
storia sia della flora e fauna di questo sito è molto
suggestiva perché corre sul bordo del promontorio
alto sul mare e con una sola occhiata si vede sia la costa
verso est sia verso ovest dove chiaramente domina il faro
di Sao Vicente poco lontano. I bastioni sono percorribili
in tutta la loro ampiezza e antichi pezzi di artiglieria
sono posizionati dove un tempo dovevano essere.
Ripartiamo in direzione della Spagna, quasi
tutta autostrada a pagamento: si paga tramite carta di credito
che viene registrata al primo ingresso dopo il confine portoghese
e ogni 10 km circa questa viene caricata tramite lettura
ottica della targa quando il mezzo passa sotto i varchi
elettronici, all'uscita dal Portogallo l'ultimo varco telematico
interrompe questa prassi. Entriamo in Spagna attraversando
il ponte sul fiume Guadiana che fa da confine tra i due
stati. Adesso è Autovia, quindi superstrada gratuita.
Oltrepassiamo Huelva e subito dopo la laguna
deviamo per andare a vedere il monastero de Nostra Segnora
de la Rabida, dove Cristoforo Colombo fu ospitato per un
anno dai monaci francescani, che avevano promosso il suo
viaggio presso la Regina Isabella di Castiglia e Alfonso
d'Aragona suo consorte, e che approntò le tre caravelle
nel porto di Palos de la Frontera (adesso insabbiato a tre
km dal mare).
|
|
La
Rabida riproduzione delle caravelle di C. Colombo
|
Visita interessante (con audioguida) perché
all'interno del monastero, oltre la bellezza del sito, c'è
un interessante museo dedicato ai viaggi di Colombo e alla
scoperta del Nuovo Mondo, con documenti e oggetti appartenutigli,
compreso la vecchia spada, ormai ferrosa, che portava allora.
Ad un km più in basso, sulla riva dell'attuale laguna,
è allestito un interessante centro turistico interattivo
dove nel porticciolo artificiale sono ancorate le tre caravelle
(riprodotte in scala reale) in posizione navigabile, sulle
quali si può salire e assimilare l'emozione del viaggio
pensando alle mille difficoltà ed incognite che presentava
questa idea folle.
Sono ormai le 19,30 quando prendiamo la
bella strada litoranea che attraversa la folta pineta del
Parque Natural de Coto Dognana, per raggiungere Matalascagna
e quindi El Rocìo, la meta di oggi. Entriamo nel
campeggio e dopo le formalità di rito andiamo a cenare
nel ristorante "Toruno" nel villaggio. Tanti cavalli
e cavalieri, calessi e calessini a passeggio per le strada
sabbiose del centro. In questo paese l'asfalto termina alla
periferia.
Tutte le strade hanno il fondo sabbioso
e quindi in teoria gli unici veicoli dovrebbero essere quelli
trainati da cavalli oppure più agevole con cavalli
da sella. Anche i bar hanno l'uso di servire i clienti che
rimanendo seduti sulla sella o sul calesse hanno a disposizione
tavoli ad altezza opportuna. E' la caratteristica di questo
piccolo centro religioso che poi culmina con la Romeria
del Rocìo una festa in onore della Vergine del Rocìo
che riunisce più di un milione di pellegrini il secondo
giorno di Pentecoste.
La chiesa assai moderna, del 1964, è
comunque molto suggestiva, posta nella piazza principale,
luogo di ritrovo serale di molti cavalleggeri e calessi
a pariglia. E' un continuo turbinio di polvere che viene
sollevata anche dalle auto dei residenti che purtroppo percorrono
queste strade di sabbia e che sminuiscono a volte il fascino
della originalità.
La sera è il culmine del fascino quando l'oscurità
rischiarata dalla discreta illuminazione pubblica nasconde
molte cose facendone risaltare altre.
E' come un villaggio messicano visto nei molti film di cow-boy
dove ad ogni strada compaiono all'improvviso cavallerizze
con montatura a donna e cavalieri nei vestiti tipici andalusi
cavalcando in passeggiate senza meta o diretti ai molti
bar con la stanga per il cavallo, a prendere l'aperitivo
serale.
Rientriamo a piedi ai camper. E' mezzanotte passata. Doccia
per levare la polvere di dosso. Siamo soddisfatti.
P a El Rocìo al Camping Aldea (N37 8 30 - W6
29 28). Tempo bello tutto il giorno con temperatura piacevole.
progressivo km.4541 (km.305 giorno)
22 gio - Torniamo in paese
a vedere l'effetto che fa con la luce del sole. E' più
"magico" la sera. Sempre affascinante, ma di giorno
perde l'incanto del buio che nasconde le incongruenze della
quotidianità. Rientriamo per il pranzo perché
entro le 14 dobbiamo lasciare libere le piazzole del camping.
Dopo una settantina di km siamo a Siviglia. Andiamo all'area
di sosta "Dos Hermanos" segnalata da Arcipelagoverde
(N37 18 37,5 - 5 57 29,8W) e troviamo solo un rimessaggio
camper, camion e roulotte. Il gestore gentile, apre il cancello
e ci sistemiamo con qualche perplessità. Siamo gli
unici occupanti.
Non c'è un albero sotto cui ripararsi
dal sole. La temperatura si aggira sui 38°. C'è
elettricità, acqua e scarico ed il bus per la città
passa ogni 20 minuti, 12€ a notte. Visto che sono sole
15,30 decidiamo di andare subito in centro e ci mettiamo
in attesa del bus.. E' caldo. Passa un'ora, ne passa un'altra
di ore, ma alle 17,30 ormai è tardi e chiediamo spiegazioni
al gestore dell'area che prontamente telefona alla compagnia.
Dopo il 15 agosto le corse pomeridiane sono
abolite! Bella roba. Domattina quindi prendiamo quello delle
8,30 così siamo in città presto. Ci mettiamo
all'ombra dei camper con le sedie e tra chiacchierate, docce,
aperitivi e cena passiamo la giornata, un po' contrariati
per aver perso un pomeriggio aspettando chi non viene. La
temperatura serale scende rapidamente sui 30°, ma il
clima è secco.
P all'AA "dos Hermanos" una decina di km a
sud di Siviglia N37 18 37,5 - 5 57 29,8W. In effetti è
un rimessaggio di mezzi vari con una piccola zona per autocaravan
di passaggio con servizi minimi.
progressivo km.4637 (km.96 giorno)
23 ven - Alle 8 siamo in
attesa del bus per la città. Alle 9 non è
ancora passato nessun bus! Decidiamo di uscire da questa
AA e andare a parcheggiare a Siviglia dove c'è un
riferimento conosciuto da precedenti visite "Aparcamento
Los Pinos"(N37 23 28 - W6 0 52). Recintato, illuminato
e controllato 24/24 a 10€ a notte, oppure a ore. Non
ci sono servizi, ma siamo più che autosufficienti.
Inoltre il centro si raggiunge in pochi minuti.
Infatti tiriamo giù le bici e prestamente
siamo nella piazza dell'Alcazar e della cattedrale. Adesso
sono le 10, orario di apertura, quindi visitiamo subito
l'Alcazar visto che non c'è ancora la fila chilometrica
.
E' bellissimo come sempre e la sua descrizione in questo
diario sarebbe sempre insufficiente per cui si rimanda alle
guide ufficiali. Finita questa visita entriamo nella cattedrale,
(descritta meglio di me sulla guida) e saliamo fin sulla
sommità della Giraglia ( il campanile) per vedere
la città dall'alto. Non ci sono scalini per salire,
ma un agevole piano inclinato che facilita la salita anche
ai genitori con passeggini per bambini.
Quando discendiamo è ora di pranzo
che andiamo a consumare in un ristorantino nel quartiere
Santa Cruz. Scegliamo il menù a base di tapas e scegliamo
bene perché ci arriva una serie di piattini saporiti
costituiti da paella, spezzatino di carne con patate in
umido, insalata russa, calamari fritti, gamberi impanati
e fritti con contorni vari che a mala pena ce la facciamo
a finire, dolce e caffè per concludere.
Andiamo poi all'ombra delle grandi magnolie nel parco pubblico
li vicino per fare un riposino. Sempre con la bici arriviamo
in Plaza de Espana.
Bene, dopo tre volte, in anni diversi, che
vediamo questa piazza senza l'acqua nel canale che la cinge,
stavolta c'è. E' possibile anche prendere una delle
piccole barchette per fare un giro come a Venezia. Rimandiamo
le notizie storiche e la descrizione alle guide ufficiali.
Quindi facendo la ciclabile lungo il fiume Guadalquivir
vediamo in successione la Torre de Oro, la Plaza de Toros,
fino ad arrivare, stanchi, ai camper.
Sono ormai le 18, paghiamo 4€ di parcheggio e partiamo
in direzione di Granada. Tutta Autovia gratuita fino al
camping "Reina Isabel" a 7 km a sud della città.
Ci sistemiamo e poi tavoli fuori e cena comune, poi a nanna.
Temperatura sui 36° di giorno, ma dopo le 21 siamo già
a 27°.
P a Seviglia al camping Reina Isabel (N37 7 28,7 - W3
35 9,3) Quartiere della Zubia.
progressivo km.4923 (km.286)
24 sab - Ore 10,30, partenza
con il bus per Granada. In 15 minuti siamo vicino alla cattedrale.
Le strada per arrivare in Plaza de las Plasiegas dove si
innalza la cattedrale, sono vive e piene di gente e di negozi.
La facciata della chiesa è molto difficile da fotografare
intera perché le case intorno sono a ridosso della
chiesa stessa.
Le navate interne sono rimarcate profondamente anche all'esterno
con profonde strombature concluse con arco a tutto sesto.
E' un miscuglio di stili, nata come gotica, fu continuata
in epoca rinascimentale e conclusa nel 1703. Merita una
visita interna per vedere anche la Capilla Major, grandiosa
di forma cilindrica di 22m metri di diametro e 45 m di altezza.
Giriamo per la città arrivando fino al convento di
S.Jeronimo e ritornando poi in centro per andare a pranzo
in Plaza Pescadoria (gazpacho, crocchette insalata frittura
di pescados, o filetto di lomo (maiale) con contorni vari,
bibite a scelta e caffè a parte, per 8,90 €).
Dopo pranzo ancora giri senza meta a fare shopping nei vicoletti
intorno alla cattedrale.
Riprendiamo il bus per il rientro al campeggio.
Un po' di relax, cena presto perché alle 20,30 andiamo
a vedere lo spettacolo di flamenco al Sacro Monte, il vecchio
quartiere dell'Albaicin dove si notano le cuevas, case scavate
nella montagna, abitate ancora da gitani. Bello spettacolo
di flamenco eseguito in un ambiente seducente a diretto
contatto con il pubblico.
Alle 23,30 finita l'esibizione, una guida
accompagna il gruppo in una passeggiata suggestiva , nella
notte lungo le Granada strette vie in salita del "barrio"
con lo spettacolo di Granada illuminata e l'Alhambra proprio
di fronte sull'altro versante della valle. A mezzanotte
il bus ci riporta al camping per il meritato riposo. Bella
serata!.
P a Granada camping " Reina Isabel" nel quartiere
della Zubia. Temperatura sui 37/38° di giorno, ma clima
asciutto per cui la percezione del caldo è mitigata.
Serata fresca.
progressivo km.000
25 dom - Visita all'Alhambra
per gli altri del gruppo, mentre noi rimaniamo al camping
in completo relax perché già vista tre volte.
Qualche lavoretto di riassetto camper e piccole pulizie.
Al rientro degli amici dalla visita, pranziamo, paghiamo
il camping e poi prendiamo l'Autovia A92 (gratuita) direzione
Guadix (bel villaggio con cuevas scavate nel fianco della
collina).
Usciamo dalla A92 per andare a vedere il
castello di La Calahorra, che svetta nella luce del pomeriggio
sulla collina.
Bell'edificio del 1500, possente con quattro torri angolari
di forma cilindrica con copertura a cupola.
Rapido percorso a piedi fino alla porta, ma è chiuso,
apre solo il mercoledì!
Breve giro intorno alle mura perimetrali e poi ridiscendiamo
a piedi e ripartiamo per la A92 fino a Cabo de Gata.
Ci sono tante auto e tanti camper parcheggiati fronte mare,
ma un posto lo troviamo anche noi.
Un paio d'ore di mare e di sole sulla spiaggia, poi cena,
chiacchiere e alle 23 a nanna.
P a Cabo de Gata Alamadraba, spiaggia de la "Fabriquilla"
park libero. (N36 44 22,8 - W 2 12 31,7). Non c'è
acqua ne scarichi
progressivo km.5134 (km.211 giorno)
26 lun - Mattinata sulla
spiaggia. Sistemiamo meglio i camper a forma di U con i
tendalini aperti. Acqua trasparente, cristallina e calda
che invoglia a fare finalmente il bagno (siamo nel Mediterraneo!).
Il cielo è leggermente nuvoloso, ma la temperatura
gradevole. Pranzo sotto i tendalini tutti insieme.
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Cabo
de Gata spiaggia e laguna |
Pennichella pomeridiana, poi alle 18 partenza
per un'altra bella spiaggia, la Playa dos Palmas, a sud
di Aguilas (N37 22 28 - W1 38 17,6). Sito da plein-air e
spiaggia da cartolina. Non ci sono descrizioni sufficienti.
Sono ormai le 20,30, sistemiamo i camper in area libera,
dove alcuni mezzi sono già in posizione. Camper a
10 metri dall'acqua, palme sul mare, tramonto sull'orizzonte.
Apriamo i tendalini, come gli altri, e ceniamo
fuori tutti insieme.
P a Playa dos Palmas alcuni km a ovest di Aguilas. Gratis,
non c'è acqua ne illuminazione, ma lo scarico si
può effettuare in un wc chimico mobile, disposto
dall'Amministrazione al bordo della spiaggia. N37 22 28
- W1 38 17,6
progressivo km.5258 (km.124 giorno).
27 mar - Al mare tutto
il giorno in questo ambiente magico. Passeggiate e bagni
nell'acqua limpida e calda. Pranzo all'ombra delle palme
e dei tendalini. Ventilazione naturale piacevole. Ottima
temperatura sui 27°. Aspettiamo la cena riparati dalla
brezza fresca del mare. Stappiamo una bottiglia di spumante
italiano, il sito se lo merita! Poi a nanna.
P alla Playa dos Palmas. Stesso posto di ieri sera.
progressivo km.000
28 mer - Partenza alle
8,30 per Valencia. Sosta al supermarket di Lorca dove tra
spese varie e colazioni perdiamo più di un'ora e
mezzo. Ripartiamo e dopo Alicante entriamo in Autopista
AP 7(a pagamento), quindi dopo solo 9 km deviamo sulla N340,
bella strada che si inerpica in un paesaggio desertico,
senza alberi, di notevole fascino.
Passiamo Xixona e quindi si sale al passo
di "Port de la Carrasqueta", a quota 1024 dove
facciamo pausa pranzo in posizione panoramica con vista
fino al mare. Rientriamo sulla Autovia A7 (gratuita) e ci
becchiamo un fortissimo acquazzone che ci costringe a ridurre
notevolmente la velocità. In compenso porta via tanta
polvere dai camper. Arriviamo a Valencia e dirigiamo al
El Saler dove entriamo nel camping "Coll Vert".
Sono le 16,30. Cielo plumbeo.
Il campeggio ospita una festa rave ! musica
a tutto volume. Ci Mettono in una zona appartata tra giovani
con capelli rasta e con i corpi tatuati che bevono birra
a tutto spiano. Si prospetta un'altra nottata in bianco
come a Batalha! Comincia a piovere e questo smorza un po'
i bollenti spiriti, ma ai ragazzi dell'acqua non sembra
proprio importare molto.
Speriamo che piova tutta la notte!!!Alle 2 di notte, come
promesso dal gestore, finisce tutto, improvvisamente e così
possiamo concludere la notte tranquillamente.
P a El Saler, a sud di Valencia, al Camping "Coll
Vert" (N39 23 46,5 - W0 19 57).
progressivo km.5623 (km.365)
29 gio - Partenza con il
bus alle 9,20 per la visita a Valencia. Fermata al capolinea,
abbastanza vicino al centro storico. Passeggiata verso la
Plaza del Caudillo" il nodo nevralgico della città.
Bella piazza con Ajuntamiento e palazzo delle poste. Bella
fontana che cambia continuamente i getti d'acqua e si illumina
di diversi colori di notte. Arriviamo allo stupefacente
Palacio del Marquées de Dos Aguas, con il fastoso
portale barocco e visitiamo il "Museo Nacional de Ceramica"
al suo interno.
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Ciutat
de les Arts i le Ciences Valencia |
Mercado
Central |
Merita una visita solo questo!.Arriviamo
fino in Plaza de la Reina per vedere la Cattedrale con la
sua bella facciata barocca e il suo bel campanile. Pranzo
sulla via principale Calle de San Vicente, prendiamo il
menù del dia a base di paella e altre cosette appetitose.
Andiamo quindi a vedere il Mercado Central, grandi strutture
in ferro a vista e cupola centrale in stile Liberty, e la
Lonja, grande edificio in stile gotico fiammeggiante. Prendiamo
il bus per arrivare alla Ciutat de les Arts i le Ciences.
Grande complesso edificato nell'antico
letto del Rio Turia, a suo tempo deviato in altro luogo
per evitare continue inondazioni della città. Edifici
modernissimi con funzione pubblica, (alcuni di Santiago
Calatrava), quali L'Hemisferic (cinema planetario), Museo
de las Ciencias Principe Felipe, l'Oceanografic (acquario)
e il Palacio de la Musica Reina Sofia e tanti altri edifici
di architettura d'avanguardia, come l'Ombraque, giardino
pubblico con forme e decorazioni che ricordano Gaudì.
Prendiamo il bus del ritorno alle 18,30 stanchi morti. Cena
e poi a nanna perché domani avremo tanta strada da
fare per il rientro in Italia.
P a El Saler a sud di Valencia al camping "Coll
Vert" stesso di ieri sera. Questa sera calma piatta!
progressivo km.000
30 ven - Paghiamo (ci ha
fatto lo sconto del 20% per il disagio della festa rave).
Prendiamo la Autovia a pagamento e arriviamo vicini al confine
tra Spagna e Francia, alla Jonquera. Sosta al supermarket
per gli ultimi acquisti e poi ancora via sulla Autoroute
francese.
Solito ingorgo a Montpellier, usciamo a Lattes per disperazione,
ma ci sono lunghe file anche qui. Arriviamo comunque a Saintes
Maries de la Mer alle 19,30.
Andiamo a mangiare la solita paella in centro, poi breve
giretto per le vie del paese e quindi a letto. Domani ci
aspetta l'ultima tappa per l'Italia.
P a S.tes Maries de la Mer in AA (N43 27 19 - E4 25
39) a pagamento.
progressivo km.6390 (km.767)
31 sab -
Tutta Autoroute da Saintes Maries e poi autostrada italiana
fino a Lucca.
progressivo km.7040 (km.650 giorno).
FINE VIAGGIO
TOTALE Km. 7040
PERCORSO: ITALIA-FRANCIA-SPAGNA-PORTOGALLO-SPAGNA-ITALIA
Considerazioni generali:
Il viaggio è stato suddiviso in quattro parti:
FRANCIA - Percorso alla ricerca di alcuni
villaggi e castelli che hanno subito la Crociata contro
l'eresia Catara nel Medioevo:
Carcassonne (châteaux)
Montréal (village)
Mirepoix (village)
Montségur (châteaux)
Puivert (châteaux)
Rennes-les-Chateau (village)
Puilaurens (châteaux)
Peyrepertuse (châteaux)
Queribus (châteaux)
Arques (châteaux)
Termes (châteaux)
Villerouge-Termenes (châteaux)
Lagrasse (abbaye)
Fontfroide (abbaye)
Narbonne (cité)
SPAGNA - Città e paesi del
nord
Bardenas Reales
Fitero
Soria
El Burgo de Osma
Segovia
Avila
Salamanca
Astorga
Ponferrada
Las Medulas
PORTOGALLO città e paesi
Guimaraes
Braga
Porto
Aveiro
Praya da Poco
Praya de Mira
Coimbra
Tomar
Batalha
Obidos
Peniche
Cabo Corvoeiro
Ericeira
Porto Novo
Cabo da Roca
Lisbona
Evora
Porto Covo
Cabo Sao Vicente
Sagres
SPAGNA città e paesi del
sud
Monastero La Rabìda
El Rocìo
Siviglia
Granada
La Calhorra
Cabo de Gata
Aguilas
Valencia
In Francia le Autoroute sono abbastanza
care ed hanno i caselli che interrompono continuamente il
percorso con perdite di tempo notevoli, specie d'estate.
In compenso ogni paese o città ha l'opportunità
di accogliere camper con aree attrezzate o semplici piazze.
Le strade hanno un ottimo fondo asfaltato privo di buche
o sobbalzi, a parte le cunette dissuasori all'ingresso di
ogni paese. I prezzi del carburante sono inferiori a quelli
italiani, quelli dentro i supermercati sono ancora più
bassi, ma attenzione perché durante i giorni festivi
il rifornimento si fa solo con alcuni tipi di carta di credito
con il PIN. La visita agli edifici religiosi sono a pagamento.
I prezzi dei generi alimentari e dei ristoranti sono in
genere inferiori a quelli italiani, quello degli alcolici,
vino, birra ecc sono invece più cari.
In Spagna le autostrade
gratuite si chiamano Autovie, quelle a pagamento Autopiste.
Il carburante costa un po' di più di quello francese,
ma comunque meno di quello italiano. Il fondo stradale della
maggior parte della rete stradale è ottimo. I prodotti
alimentari e i ristoranti costano meno che in Italia. I
bar invece sono più cari. Gli alcolici sono meno
cari. Le chiese sono tutte a pagamento escluso l'ora della
funzione. Sulle spiagge libere spesso c'è la doccia
gratuita per i bagnanti. I negozi e in genere gli ingressi
ai musei e quant'altro aprono alle 10 di mattina. Generalmente
città e paesi sono molto puliti e ordinati. Non si
vedono clochard o indigenti a chiedere elemosina. C'è
sempre il sole!
In Portogallo le autostrade
sono tutte a pagamento senza caselli tramite carta di credito
che viene registrata al primo ingresso dopo il confine portoghese
e ogni 10/12 km circa questa viene caricata tramite lettura
ottica della targa quando il mezzo passa sotto i varchi
elettronici, all'uscita dal Portogallo l'ultimo varco telematico
interrompe questa prassi. Il fondo di quasi tutta la rete
stradale è ottimo. Ottime tutte le segnalazioni con
cartelli e pannelli esplicativi. Negli ultimi anni il paese
è molto cambiato, la pulizia dei luoghi è
quasi maniacale ed il verde pubblico e privato è
molto curato; non si vedono cartacce o rifiuti lungo il
ciglio stradale. Negozi e musei non aprono prima delle 10
(ora locale). Gli edifici religiosi sono tutti a pagamento.
Il prezzo dei generi alimentari, dei bar e dei ristoranti
è assai inferiore rispetto a quelli italiani. Gli
alcolici sono meno cari. La temperatura è generalmente
accettabile, ma spesso lungo la costa la nebbia oscura il
sole fino alla tarda mattinata. L'interno è molto
più caldo della costa ma la sua percezione è
forse inferiore a causa dell'aria più asciutta.