RENO, MOSELLA, NECKAR: LA GERMANIA DEI FIUMI
di Roberto Lumaca
Viaggio
in Italia, Sizzera, Liechtenstein, Germania
5 - 23 Luglio 2003
Con la partecipazione di Alessandra, Diana, Roberto e
Blonde
Le
Tappe |
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Roma, Orte, Orvieto, Arezzo: 246 km
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Arezzo, Firenze, Bologna, Milano, Como, Chiasso,
Lugano, Bellinzona, San Bernardino: 546 km
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San Bernardino, Passo, Splugen, Thusis, Chur: 90
km
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Chur, Maienfeld, Vaduz, St. Marghereten, Horn: 148
km
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Horn, Konstanz, Stein am Rhein, Neuhausen am Rheinfall:
96 km
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Neuhausen am Rheinfall, Waldshut, Rheinfelden, Breisach
am Rhein: 168 km
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Breisach am Rhein, Rust: 34 km
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Rust, Grafenhausen, Freistett, Rastatt, Speyer,
Worms: 225 km
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Worms, Bingen, Bacharach, St. Goar, Boppard, Koblenz:
135 km
-
Koblenz, Remagen, Bonn, Koln: 96 km
-
Koln: 0 km
-
Koln, Blankenheim, Prum, Bitburg, Trier, Klusserath:
142 km
-
Klusserath, Bernkastel, Marienburg, Cochem, Munstermaifeld,
Burg Eltz: 160 km
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Burg Eltz, Hatzenport, Alzey, Worms, Heppenheim,
Heidelberg: 243 km
-
Heidelberg, Neckargemund, Hirschhorn, Neckarsulm,
Kirchheim am Neckar, Holzmaden: 187 km
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Holzmaden, Nurtingen, Tubingen, Hechingen, Rottweil,
Donaueshingen, Shaffhausen: 202 km
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Shaffhausen, Singen, Radolfzell, Mainau, Konstanz:
70 km
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Konstanz, Frauenfeld, Wintertur, Rapperswil, Laax,
Disentis, Lukmanierpass: 269 km
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Lukmanierpass, Biasca, Bellinzona, Lugano, Chiasso,
Como, Milano, Bologna, Firenze, Arezzo, Orte, RomaNord,
Castel Gandolfo: 788 km
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Riflessioni sullo svolgimento del viaggio.
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Prefazione
Anche
questo viaggio, come tutti quelli che l'anno preceduto,
ha radici lontante, che affondano nelle fredde e nebbiose
giornate invernali in cui la famiglia restando riunita intorno
al focolare attende la bella stagione. Tra il dire e il
fare c'è sempre di mezzo il mare, così, anche quest'anno
abbiamo dovuto ingegnarci per incastrare un sufficientemente
lungo periodo di ferie tra esami di licenza media, impegni
dei rispettivi lavori, campi estivi e quant'altro. Come
sempre cerchiamo un argomento che funga da filo conduttore
per il viaggio. Lo troviamo nel Reno, uno dei più grandi
fiumi d'Europa di cui abbiamo ammirato la potenza alla foce
giusto lo scorso anno in Olanda. Partiamo pertanto con l'idea
di seguire il grande fiume dalla sorgente fino a Colonia.
Guardando la cartina ci accorgiamo che effettivamente il
Reno ha più di una sorgente, per la precisione ne ha almeno
quattro. Il Reno Anteriore, Vorderrhein, che nasce dalle
pendici dell'Oberalppass, il Reno di Medel che scende dal
Passo di Lucomagno e che si congiunge con l'altro a Disentis,
il Valserrhein che confluisce con gli altri due ad Ilaz
e, infine, il Reno Posteriore, Hinterrhein, che scende dal
San Bernardino e cofluisce con gli altri nei pressi di Reichenau.
Cerchiamo, come ormai consuetudine, informazioni tramite
internet e subito ci vengono in soccorso i diari di quanti
ne hanno visitato almeno una parte. Vogliamo ringraziare
tutti, in particolare Gianni Andreoletti, Paolo Bertino,
Giovanni Bonifacio, Livio e Daniela, Annalisa Re Calegari,
Enrico Lui, Alessandra Pedetti di cui abbiamo anche utilizzato
i preziosi e puntuali suggerimenti.
Sabato
5 Luglio 2003
Partiti
alle 19.00, senza affanno, ma con la solita ora e mezza
di ritardo sul previsto, abbiamo il vantaggio di viaggiare
con il fresco che, in questa che verrà ricordata come una
delle estati più torride dgli ultimi decenni, non è poco.
Incontriamo del traffico sul GRA, ma già dal casello di
Roma Nord cala sensibilmente consentendoci un'andatura regolare.
Dopo un'ora e mezza, sostiamo per la cena nell'area di parcheggio
Sabina Est e presto ci accorgiamo che la pompa dell'acqua
non stacca, nonostante l'acqua raggiunga regolarmente la
pressione prevista. Piccolo escamotage, spegniamo la pompa,
lasciamo defluire l'acqua presente nel circuito fino a far
scendere la pressione a zero, soffiamo ripetutamente nel
tubo della doccia, richiudiamo tutti i rubinetti, riaccendiamo
la pompa e tutto è a posto. Si riparte alle 21.45, viaggiamo
quasi in solitudine per altre due ore fino all'uscita di
Arezzo, dove lasciamo l'autostrada e, per mezzanotte, ci
fermiamo a pernottare nell'ampio parcheggio del palasport
Le Caselle. Fa un caldo terribile, dormiamo solo per la
stanchezza.
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delle tappe
Domenica
6 Luglio 2003
Sveglia
alle 7.30, più per i caldo che per il riposo fatto o i consueti
rumori mattutini. Nottata silenziosa e tranquilla, il sole
è già alto nel cielo, assolutamente sereno, che ci preannuncia
una giornata sicuramente torrida. Prima di partire preleviamo
250 euro nel vicino bancomat e leviamo le ancore alle 9.20.
Quella che ci aspetta è una di quelle giornate per noi assolutamente
noiose, composta da un lungo interminabile trasferimento.
Mentre Diana continua a dormire, riprendiamo rapidamente
l'autostrada, che ovviamente odiamo, e, dopo circa un'ora,
superiamo Firenze Nord e affrontiamo il tratto appenninico
nella speranza di trovare un poco di refrigerio. Speranza
vana, fa sempre più caldo così, alle 11.40, decidiamo che
è ora di far sgranchire le gambe a Blonde, di prenderci
un gelato e di far riposare un poco il motore e ci fermiamo
nell'area di servizio Cantagallo Est. Diana, finalmente
si sveglia, così, a turno, visto che i cani non possono
entrare, ci godiamo un poco dell'aria condizionata del bar
per trovare il coraggio di affrontare il tratto presumibilmente
più caldo del tragitto e della giornata. Alle 12.20, in
prossimità di Modena Sud, Diana, nominata metereologa dell'equipaggio,
annuncia che in camper ci sono 31 gradi, questo dietro,
con finestra e oblò semi aperti, mentre davanti, dietro
il parabrezza, ce ne saranno almeno dieci in più. Alle 13.00
ci fermiamo per il pranzo nel parcheggio Tir dell'area di
servizio San Martino Est, circondati da autisti ucraini
in sosta forzata, dato che è domenica. Il caldo è veramente
insopportabile, per fortuna spira un poco di vento, Blonde
non ne vuole sapere di mettere le zampe sull'asfalto rovente.
Ripartiamo alle 15.40, appena finito il gran premio di F1,
con 34 gradi nel camper. Per le 17.00 siamo a Milano Sud
senza aver incontrato eccessivo traffico. Percorriamo la
tangenziale ovest con relativa celerità e, tre quarti d'ora
dopo, siamo fermi all'area di servizio Lario Est. Giusto
il tempo di scoprire che non vendono né il bollino per le
autostrade svizzere, né le ricariche omnitel. Telefoniamo
a casa per avvertire che non siamo ancora al giusto punto
di rosolatura e ripartiamo. Alle 18.20 passiamo la frontiera
di Chiasso ove un'arcigna doganiera svizzera ci chiede 30
euro per il bollino e 5 franchi di resto. Non vuole vedere
documenti, certificati di vaccinazione, né pesare il camper,
vuole solo i soldi. Un volta che li ha ottenuti, ci invita
a toglierci di mezzo alla svelta perché deve vendere altri
bollini. Alle 19.00, con la temperatura in leggero calo,
lasciamo finalmente l'autostrada a Bellinzona per prendere
la N13 verso il Passo del San Bernardino. Per gli svizzeri
anche questa è un'autostrada, ma lo è solo per farsi pagare
il bollino, in effetti si tratta di una buona superstrada
almeno nel primo tratto della Val Mesolcina, ampia e verdeggiante.
Alle prime asperità, sotto le rovine del castello di Mesocco,
la strada diviene una normale statale e cominciano a comparire
stupendi panorami alpini. La salita è faticosa e lenta,
in compenso è molto appagante in quanto a paesaggi. Dal
confine in poi il traffico è stato molto scarso e, in questa
valle, quasi nullo, in compenso abbiamo avvistato le prime
auto targate Liechtenstein. Alle 20.00 arriviamo al piazzale
antistante l'imbocco della galleria del San Bernardino,
raccomandatoci da Gianni Andreoletti, dove getteremo l'ancora
per la notte. Il piazzale si trova tra la galleria e il
paese, che sistende sotto di noi, in un paesaggio sublime.
L'aria è rinfrescata ma la cosa ha giocato un brutto scherzo
a Roberto che, guidando con il finestrino aperto, è colpito
da un doloroso attacco di cervicale. La più felice è Blonde
che, insieme a Diana, scorrazza nel piazzale dove sono parcheggiati
altri equipaggi.
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delle tappe
Lunedi
7 Luglio 2003
Grazie
alle indicazioni di Gianni siamo stati ospiti di questo
piazzale strategico e, al mattino, ci svegliamo circondati
di Tir, anche loro fermi a far rilassare i motori dopo la
difficile salita. La temperatura interna è scesa a 15 gradi
ma fuori splende il sole, mentre la notte è trascorsa tranquilla.
Ci svegliamo alle 7.30 e, dopo un'ora e mezza di faccende
mattutine, scendiamo a visitare San Bernardino godendoci
una passeggiata piacevole e tranquilla durante la quale
si rasserenano l'umore e la salute, dopo la stressante tappa
portata a termine ieri.Godiamo di stupende viste sui monti
circostanti, alcuni ancora innevati, le numerose cascate
e una salutare bevuta alla ferrosa fonte San Bernardino.
Il paese pullula di fontane da cui sgorga acqua fresca e
limpida. Blonde sembra rinata, dopo gli eccessi di caldo
di ieri, i 27 gradi di oggi sembrano una manna. Alle 10.45
leviamo le ancore, non percorriamo la galleria ma ci inerpichiamo
sui tornanti verso il passo. La salita è tortuosa e lenta,
nonostante la pendenza non sia eccessiva, prima e seconda
marcia hanno la loro giusta razione di strada. Ci fermiamo
un paio di volte per scattare foto e goderci panorami stupendi
sulla vallata percorsa dal Moesa, che stiamo per abbandonare.
Alle 11.20 siamo al Passo del San Bernardino, 2065 metri
slm, con sosta di rito appena passato l'ospizio. Dopo la
tradizionale foto ricordo sotto il cartello, rilassante
passeggiata lungo il bordo del lago. Blonde sgroppa libera
e felice tra i cardi e il cotone, molti motociclisti. Tornati
al camper decidiamo di pranzare prima di riprendere il viaggio.
Il torrente che passa di fronte al camper si getta nel lago
da cui nasce il Moesa, affluente del Ticino che, confluendo
nel Po, porta quest'acqua nell'Adriatico. Un centinaio di
metri più in là, un altro torrente è uno dei bracci sorgenti
del Reno Posteriore, Hinterrhein, che porta le sue acque
a sfociare nell'Atlantico a sud di Rotterdam. Altra passeggiata,
dopo mangiato, sul costone dietro l'ospizio, per godere
di altre meravigliose prospettive. Partiamo alle 14.00 per
cominciare a seguire il filo conduttore di questo viaggio
il grande fiume Reno. Dopo venti minuti di accorta discesa,
siamo a valle e riprendiamo l'autostrada, stile svizzero,
N13. Alle 14.45 ci fermiamo in un'area di sosta, cercando
di fare rifornimento d'acqua, ma non ci riusciamo in quanto
la portata della fontanella è allo stadio terminale. Vorremmo
anche vedere le profonde gole della via Mala, ma non riusciamo
a trovare il modo di sostare. Strana questa Svizzera, così
ricca di attrattive è capace di rendere così difficile la
sosta da rendere pressochè impossibile la loro godibilità.
Alle 16.00 arriviamo al campeggio CampAu di Chur dove ci
sistemiamo con l'intento di farci scappare anche una fugace
visita in centro. Primo intoppo, non ci riesce di caricare
acqua. Campeggio tranquillo, sulle sponde del Reno, caro
come quasi tutto in Svizzera. Scopriamo che lo stesso risultato
lo avremmo ottenuto parcheggiando nel grande e alberato
parcheggio degli impianti sportivi, recandoci in piscina
ci saremmo potuti fare la doccia e avremmo potuto dormire
nel parking. Il collegamento con il centro è assicurato
dal bus 2, che serve gli impianti sportivi, che impiega
circa 10 minuti per arrivare alla stazione e viceversa.
Passa frequentemente di fronte all'entrata del campeggio,
ove fa anche fermata. Dopo cena facciamo una breve escursione
lungo la pista ciclabile di fianco al fiume. E' già grande
e impetuoso ma mantiene il colore smeraldo del ruscello
di montagna. Ormai il Reno Anteriore e Posteriore si sono
fusi e qui, a Coira, accolgono il loro primo grande affluente
il Plessur. Al rientro nel campeggio acquistiamo dei gelati
alla recemption che la signorina Rottenmaier, che gestisce
il ristorante, non ci lascia consumare seduti ai suoi tavoli.
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delle tappe
Martedi
8 Luglio 2003
Sveglia
alle 8.00 dopo una dormita tombale. Il tempo è sereno, il
sole caldo e già cocente. Con la lavata di ieri pomeriggio,
il vento della valle e il sole caldo abbiamo completamente
reintegrato il guardaroba. Partiamo alle 10.10 dopo un rifornimento
abusivo di acqua dai rubinetti a vite dei lavapiedi esterni
al blocco servizi. Per fortuna la signorina Rottenmaier
non si è accorta di nulla. Per lasciare Chur ci resta più
comodo riprendere l'autostrada e così facciamo. Usciamo,
praticamente subito, a Bad Ragaz, per prendere la direzione
del Liechtenstein. Con nostra grande sorpresa attraversiamo
Maienfeld (http://www.maienfeld.ch/) graziosissimo e caratteristico,
nientemeno che il villaggio di Heidi, unico problema è difficilissimo
parcheggiare, ed infatti noi non ci riusciamo. Continuiamo
per la nostra strada e appena usciti dall'abitato siamo
circondati di vigneti, il paesaggio è idilliaco. Presto
entriamo in un bosco e ai lati della strada incontriamo
diverse sculture effettuate sui monconi degli alberi caduti
o tagliati, aria fresca e serena, cinguettio di uccelli.
Ci fermiamo in una radura, mentre la strada sale, qualcosa
non ci convince nei freni. Breve consulto e decidiamo di
far effettuare un controllo. L'officina Iveco più vicina
è a Landquart, già passato, ma non possiamo tornare indietro.
Proseguiamo e, alle 11.25, entriamo in Liechtenstein per
uscirne subito, superando il Reno, e riprendere l'autostrada
in senso opposto e raggiungere l'officina Iveco. Appena
entrati a Landquart chiediamo informazioni all'officina
ford Weibel (http://www.garageweibel.ch/) ove troviamo il
proprietario che parla italiano e ci convince che i freni
sono tutti uguali e il controllo lo può benissimo fare la
sua officina. Ci conceda rapidamente dicendoci che il mezzo
sarà pronto verso le 15.30. Approfittiamo per cercare un
posto ove pranzare. Lo troviamo nei pressi della stazione
ma, purtroppo, i cani non sono ammessi, così prendiamo alcuni
panini e un paio di bibite e andiamo sotto i portici della
stazione a pranzare su una panchina. Fa un caldo che sembra
Siviglia, così decidiamo di andarci a rinfrescare percorrendo
la riva del fiume, altro affluente del Reno. Per l'ora stabilita
siamo all'officina. Il signo Weibel si cucca 135 franchi
in contanti rifiutando cortesemente sia la carta di credito
che le lettere di credito del Touring Club in quanto, lui
dice, lavoro subito, soldi subito. Ci fa pagare il cambio
di olio dei freni e un'ora di lavoro. Alle 15.40, dopo esserci
riforniti, alla farmacia di fronte all'officina, di Novalgina
per la cervicale di Roberto, ripartiamo e ripercorriamo
la medesima strada. Maienfeld, i vigneti, il bosco, la salita
e il difetto ai freni, il signor Weibel non ha risolto un
tubo. Riflettendo sul fatto che tutto il mondo è paese,
alle 16.00, rientriamo in Liechtenstein e, dopo mezz'ora
arriviamo a Vaduz (http://www.vaduz.li/) senza rendercene
conto in quanto seguendo un bus di linea ci siamo disinteressati
dei cartelli. Non troviamo indicazioni per il parcheggio
camper per cui, su indicazioni del gestore del distributore
Agip ove facciamo rifornimento, ci dirigiamo al Rheinpark
Stadion immenso parcheggio per bus e vetture con colonnina
servizi gratuita ma mal posizionata. In pratica alla rotonda
posta vicino alla Rathausplatz è necessario seguire le indicazioni
per il parcheggio bus fino a raggiungere il Reno. Il parcheggio
è proprio di fronte allo stadio. Facciamo comunque camper
service, in quanto c'è un ampio spazio di manovra, e ripartiamo
alla ricerca del parcheggio del castello. Non troviamo nulla,
così, alle 17.45, decidiamo che ne abbiamo abbastanza e
dirigiamo verso Costanza. Raggiunta rapidamente Schaan,
lasciamo questo piccolo principato ripassando sul Reno e
rientrando in Svizzera. L'autostrada, che abbiamo ripreso
a Buchs, fiancheggia l'argine del Reno così, per le 18.20,
siamo a St. Marghereten. Prendiamo la viabilità ordinaria,
in modo da costeggiare il più possibile il lago. Attraversiamo
diversi abitati, quasi tutti votati al turismo acquatico
e non tanto caratteristici. Alle 19.00 arriviamo al parcheggio
del supermercato Jumbo di Horn, riservato ai clienti dalle
7 alle 19 e libero dopo tale ora. Proviamo a fermarci per
la notte. Il parcheggio è immenso e deserto, dopo la chiusura
del magazzino. Si trova proprio in riva al lago, ove Blonde
intavola una animata discussione con le papere e i cigni
che tutelano i loro pulcini. Facciamo una rilassante e piacevole
passeggiata, arrivando fino al porto turistico di Steinach
(http://www.steinach.ch/) incontrando una quantità di oche,
cigni, papere, aironi e cormorani. Vediamo distintamente
la sponda tedesca del lago e i numerosi battelli che fanno
la spola. Torniamo al camper che sono le 20.40, ceniamo
e riusciamo per vedere le sponde del lago illuminate, poi
tutti a nanna.
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delle tappe
Mercoledi
9 Luglio 2003
Sveglia
alle 7.00 come da cartello, notte tranquilla e silenziosa.
Il primo treno è passato verso le 5.00 del mattino. La sveglia
è al ritmo di disco dance proveniente dall'auto di un dipendente
del magazzino posta a volume giovanile. Partiamo alle 8.10
riprendendo la statale costiera verso Romarshorn. Alle 9.00
siamo al parcheggio P2 Dobele di Konstanz (http://www.konstanz.de/)
dopo aver costeggiato il lago e attraversato una regione
piuttosto anonima e rurale con coltivazioni di granturco,
fragole, mele e grano. Rientriamo alle 14.00 dopo aver raggiunto
l'ufficio informazioni aver aquistato la piccola guida in
italiano, peraltro disponibile su internet (http://www.konstanz.de/imperia/md/content/tourismus/8.pdf)
ed aver seguito il più breve dei percorsi suggeriti. Abbiamo
costeggiato il lago, il Konsil ancora in restauro, raggiunto
il Rheinbrucke, abbiamo scattato alcune foto alle torri.
Abbiamo poi raggiunto il munster e, sempre per i vicoli
del centro siamo tornati in Marktstatte e alla stazione
ove abbiamo pranzato da Mc Donald, per la felicità di Diana.
Leviamo le ancore alle 14.30 e, rientrati in Svizzera, seguiamo
fedelemente il corso del Reno ormai emissario del lago.
Impieghiamo un'ora per raggiungere il parcheggio all'ingresso
del paese di Stein am Rhein (http://www.steinamrhein.ch/).Qui
vogliamo rigraziare Alessio Lavarda e Annalisa Re Calegari
che, con il loro diario, ci hanno invogliato a prevedere
una tappa in questo meraviglioso borgo. Paghiamo il parking
per due ore, e ci avviamo alla visita. Ci vogliono veramente
tutte e due, e forse sono anche poche. Il villaggio è una
vera bomboniera, che noi godiamo appieno. Rientriamo alle
17.20 dopo la appagante visita di questo gioiello che paragoniamo
a Rothenburg o.d. Tauber. Il caldo si mantiene a livelli
torridi, Blonde invece di salire sul camper ci si infila
sotto e non sbaglia perché dentro troviamo 37 gradi. Apriamo
le finestre e le porte in modo che tutto si raffreddi un
poco. Prima di raggiungere il paese ci sono alcuni parcheggi
che consentono, in periodi caldi come questo, di accedere
a delle spiagge sul fiume e di fare il bagno, come quel
gruppo di ragazzi che si gettavano in acqua direttamente
dal ponte in pieno centro. Partiamo che sono le 17.45 e,
in meno di un'ora, arriviamo al parcheggio camper di Neuhausen
am Rheinfall (http://www.rheinfall.com/). Parcheggiamo agevolmente
sotto gli alberi, nell'immenso spiazzo quasi deserto. Effettuiamo
subito una discesa di perlustrazione, per organizzarci al
meglio per la visita di domani. Già la perlustrazione è
di per sé appagante, comunque troviamo informazioni per
fare il giro delle cascate, veramente belle e possenti come
descritte. Non c'è confusione, ogni attività turistica cessa
alle 18.30, per cui foto da cartolina. Al ritorno al camper
scopriamo che nel blocco servizi è possibile fare le docce,
con 1 euro due minuti e mezzo di acqua calda interrompibile.
Dopo una giornata come quella di oggi si pagherebbe oro
per una doccia comoda, anche fredda. E' comunque agevole
anche il carico e lo scarico volendo usare i servizi del
mezzo. Dopo le docce, e un poco di bucato, ceniamo, poi
usciamo per vedere le cascate illuminate. Facciamo mezzo
giro, e mezzo rullino di foto sperando che vengano tutte,
e di questo dobbiamo rigraziare Livio e Daniela e il loro
diario. Andiamo a dormire alle 23, quasi controvoglia.
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Giovedi
10 Luglio 2003
Sveglia
alle 8.00, notte tranquilla e fresca. Anche oggi splende
il sole, ma noi siamo posizionati sotto le querce, in riva
al fiume, e il mezzo è ancora in ombra. Scendiamo alle cascate
alle 9.30. Arrivati a valle, trascuriamo il castelletto
Worth, oggi attrezzato a vendita souvenir, ristoro e attracco
per le barche e costeggiamo il bacino sulla sinistra, fino
ad arrivare di fianco al salto, di circa 20 metri, che effettua
il Reno con tutta la sua portata. Il fronte delle cascate
è di circa 150 metri interrotto da tre roccioni che contibuiscono
ad aumentare la pressione dell'acqua. Saliamo sul ponte
della ferrovia, alle spalle del salto, poi fino su al borgo
del castello Lufen sulla riva opposta. Arrivati al piazzale
discendiamo il sentiero e poi le scale per arrivare alla
piattaforma Kanzeli, che si protende fin quasi dentro l'acqua.
Partono raffiche di fotografie a ritmo giapponese. La risalita
la effettuiamo per la scalinata privata e, anche da qui,
imprimiamo stupende immagini con vedute dall'alto delle
cascate e del bacino, ormai frequentemente solcato dalle
imbarcazioni che fanno la spola tra le due sponde e il roccione
centrale. Blonde, sempre al nostro seguito, con tutti questi
saliscendi è sfiancata e non perde occasione per sdraiarsi
a terra. Ritornati alla cima della scalinata, acquistiamo
qualche souvenir, poi pranziamo con i panini acquistati
al ristoro. Scendiamo di nuovo alla ferrovia e ripassiamo
dalla parte a valle. Lungo tutto il camminamento numerose
fontanelle ci consentono un rifonimento costante di acqua
fresca, anche per la gioia di Blonde che ha terminato la
lingua da tirare fuori dalla bocca. Prima di lasciare il
posto facciamo un breve consulto se effettuare o meno un
giro in barca, Roberto vorrebbe fare l'escursione sotto
il salto, le donne, che sono la stragrande maggioranza,
decidono per il roccione centrale. Si parte di fianco al
castelletto Worth e, in pochi minuti, si arriva al roccione.
La salita al belvedere è ripida e va effettuata a senso
unico alternato, essendo le scale molto strette. Il posto
in cima è limitato, quattro o cinque persone, la visuale
è bella, ma le vedute dalla scala privata del castello Lufen
sono migliori, comunque è una bella esperienza. Rientriamo
al camper che sono le 14.30 e, dopo esserci un attimo scaricati
di zaini e borse, ci accorgiamo che tutte le foto scattate
sono andate perdute in quanto la pellicola nella macchinetta,
alla fine, si è tranciata. Siamo tutti tristi e sconfortati
perché avevamo fatto un servizio fotografico coi fiocchi,
dalla notturna di iersi sera, alla mattinata di oggi fino
alla gita in barca. Prima di partire scarichiamo le grigie
e facciamo il pieno di acqua. Pagati 17 franchi per la sosta,
leviamo le ancore alle 15.15. Poco prima delle 16.00 rientriamo
in Germania dopo aver percorso la statale N13 fino al confine,
attraversando un paesaggio rurale e agricolo. Dopo la frontiera
la strada, divenuta N34, ci conduce a Waldshut dove ritroviamo
il Reno, ormai fiume maturo ma ancora irruento. Percorriamo
la riva destra in un susseguirsi di centri abitati piuttosto
anonimi. Arrivati a Rheinfelden, lasciamo che il fiume raggiunga
e attraversi Basilea, mentre noi prendiamo la nuova autostrada
per Lorrach e, dai qui, la A88 fino ad incrociare la A5
sulla quale ci immettiamo in direzione nord. Tutta costruita
a lastroni è un vero martirio, la lasciamo disperati all'uscita
di Neuenburg, per passare sulla più comoda ed egualmente
scorrevole statale N3 cilindrata a dovere. Alle 18.30 arriviamo
alla affollata area di sosta di Breisach am Rhein. Nonostante
sia ampia e parzialmente alberata, trovare un posto all'ombra
è come vincere all'enalotto. Comunque ci sistemiamo decentemente,
il sole anche se ancora alto, sta avviandosi al tramonto.
Durante il trasferimento nessuno ha avuto il coraggio di
parlare, siamo profondamente dispiaciuti per aver perso
tutte le splendide foto scattate alle cascate. Paghiamo
i 5 euro della tariffa, facciamo due passi sulla sponda
del fiume, dall'altra parte c'è la Francia, infine allestiamo
una succulenta cena esterna.
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Venerdi
11 Luglio 2003
Sveglia
alle 7.45, il cielo è assolutamente limpido e il sole ha
già scaldato il camper. Alle 8.00 arriva strombazzando la
Smart che vende il pane e i dolci. Partiamo alle 10.15 senza
riprendere l'autostrada. Sempre costeggiando il Reno verso
nord, percorriamo una strada articolata, attraversando una
zona solitaria coltivata a vite e granoturco. Aggiriamo
le colline del Kaiserstuhl e, in tre quarti d'ora, siamo
al parcheggio per camper dell'Europa Park (http://www.europa-park.de/)
di Rust. Nella tariffa, 5 euro il giorno e 12 euro la notte,
da pagare all'uscita è compreso l'allaccio elettrico e l'uso
del blocco servizi con docce calde gratuite. Troviamo un
buon posto, sotto un albero all'ombra, con il vento che
rende il tutto molto gradevole. Entriamo nel parco alle
12.30 restando sorpresi dall'invito a non lasciare i cani
nei veicoli nel parcheggio ma a portarli nel parco al guinzaglio,
altro che Eurodisney. Data la calura della giornata, i giochi
più gettonati sono quelli con l'acqua. Il parco è organizzato
a tema per nazioni. Noi, dopo una salita alle stelle per
dare un'occhiata dall'alto e orientarci meglio, cominciamo
con le montagne russe Poseidon, nella zona della Grecia.
Diana, non contenta dell'acqua presa sulla zattera, si porta
nella zona di planaggio lasciandosi inzuppare completamente.
Mangiamo i nostri panini seduti su una panchina, poi proviamo
la Maledizione di Cassandra che ci fa digerire di nuovo
il tutto. Prendiamo poi il trenino alla stazione e scendiamo
nel quartiere spagnolo, da dove ci portiamo in quello austriaco,
per andare a percorrere le rapide tirolesi, altre montagne
russe a base di acqua. All'uscita altro giro, poi il gelato,
quindi direzione Scanadinavia. Il nostro obiettvo è il Fijord
Rafting. Ancora acqua, stavolta anche da sopra. Effettivamente
questa è l'unica attrazione per la quale sarebbe stato complicato
effettuare il bis a causa della lunga coda di attesa, per
tutte le altre non abbiamo mai aspettato più di cinque minuti.
Questo è un parco estremamente vivibile, almeno in luglio
e nei giorni infrasettimanali. Ci siamo tutti divertiti
un mondo. Presto arriva l'ora di chiusura, in questa stagione
potrebbero almeno tirarla fino alle 20.00, invece alle 18.30
si esce tutti. Rientriamo al camper, nonostante i bagni,
il caldo è veramente torrido e non concede tregua. Il vento,
che era presente stamattina, è cessato ed ora nel camper,
anche dopo la consueta apertura di raffreddamento, non riusciamo
ad abbassare la temperatura sotto i 33 gradi. Le docce del
blocco servizi sono gratuite, comode e, fino alle 18.00,
anche pulite, dopo ovviamente, vengono utilizzate massicciamente
dagli ospiti dell'area di sosta, che ha anche una sezione
per campeggiaotri con tenda e, al posto dei bungalow, un
origianle villaggio di tipì da pellerossa. Anche stasera,
oltre al bucato, si mangia fuori ...... dal camper naturalmente.
Annaffiamo i nostri pasti con freschissime Weissbier che
acquistiamo al chiosco, avendo cura di restituire il vuoto
per avere indietro la cauzione.
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delle tappe
Sabato
12 Luglio 2003
Sveglia
alle 8.00, notte tranquilla e cielo, ovviamente, sereno.
Spira una leggera brezza che rende la temperatura accettabile,
comunque si annuncia un'altra giornata sahariana. Partiamo
alle 9.45, dopo aver pagato alla cassa automatica 22.60
euro ed aver riscosso la cuzione delle bottiglie di birra
al chiosco che, comunque, vende anche pane e dolci. Già
a Grafenhausen, qualche chilometro a nord, siamo fermi di
fronte al supermercato per fare la spesa. Tra spesa al supermercato,
rifornimento alla stazione di servizio Shell e camper service,
1 euro per lo scarico più 1 euro per il pieno di acqua,
alla stazione Esso dall'altra parte dell'autostrada va via
quasi un'ora. Cerchiamo di recuperare un poco percorrendo
la A5 e lasciandola quasi subito, all'uscita di Lahr. Ci
immettiamo sulla statale 36 seguendo la quale incontriamo
ancora coltivazioni di granoturco e crocifissi, prima e
dopo gli abitati, tanti crocificci in pietra rosa. Superata
Kehl, ancora coltivazioni fino ad arrivare all'abitato di
Freistett ove troviamo, appena passato il ponte sul torrente
Rench, una sistemazione per il pranzo che non ci lasciamo
sfuggire. Un'ombra fittissima sotto un enorme olmo, posto
proprio davanti all'entrata di un Sexy Night Club, ovviamente
a quest'ora chiuso. Pranzato piacevolmente al fresco, lasciamo
il parchegio del Pussy Cat alle 14.40, proseguendo lungo
la N36 verso Rastatt. Contiamo una lunga serie di crocifissi
di pietra rossa, come dei calvari lungo la via crucis. Dopo
un lungo tratto di strada abbastanza anonimo e noioso, lasciamo
la N36 per la N39 che ci conduce Speyer (http://www.speyer.de/)
attraverso il ponte su un Reno grandioso, ma in evidente
stato di carenza di acqua. Spira è una di quelle tante città
lungo la valle del Reno sorte su fortilizi romani e divenute
poi importanti soprattutto nel medioevo. Lasciandoci trasportare
dal traffico raggiungiamo e ci fermiamo nel parcheggio a
pagamento del museo della Tecnica ove, tra l'altro, è disponibilie
un'area riservata a pagamento per i camper. Intendiamo fermarci
un paio di ore per cui preferiamo il parcheggio ordinario,
anche se fortemente assolato. Raggiungiamo il centro a piedi
in dieci minuti, visitiamo a turno il meraviglioso Kaiserdom,
in stile romanico, e la sua cripta. Le chiese sono gli unici
posti ove Blonde non è ammessa. Attraversata la piazza,
percorriamo l'ancora animata Maximilianstrasse fino ad arrivare
all'Altportel. Con i suoi 55 metri è la più alta porta d'ingresso
di una città tedesca. Ancora passeggiando, torniamo al Kaiserdom
che aggiriamo, passando per il vasto parco che lo circonda,
fino a tornare al parcheggio. Ovviamente il camper è surriscaldato,
e necessita della solita operazione di raffreddamento ad
aria, nel frattempo valutiamo se sia il caso di proseguire
o fermarci nell'area camper a 18 euro 'all inclusive'. Decidiamo
di rischiare e ripartiamo. Alle 19.00 leviamo le ancore
diretti a Worms. Alla periferia della città ci immettiamo
sulla A61 diretti a nord, in modo da evitare l'attraversamento
di Mannheim e Ludwigshafen. In un'ora arriviamo all'area
attrezzata, senza vergogna, dal sindaco di Worms (http://www.worms.de/)
per i camper, in riva la Reno, di fianco al Nibelungenbrucke.
Si tratta di uno spiazzo sterrato e polveroso, recintato,
con qualche informazione toponomastica della città, sotto
vecchie strutture arruginite del porto fluviale, che fanno
una pessima impressione. Sono già presenti una quindicina
di mezzi, comunque troviamo facilemente posto. Dopo cena
ci facciamo una breve passeggiata nei giardini, posti sul
lungofiume a poca distanza dall'area, e possiamo così vedere
l'intenso traffico, anche nottruno, delle chiatte che salgono
e scendono il fiume.
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delle tappe
Domenica
13 Luglio 2003
Sveglia
alle 8.00, notte tranquilla e silenziosa. Il cielo è sereno
così, alle 9.00, il camper già caldo ci invita da uscire
per la visita della città. Fuori spira una fresca brezza
mentre sul fiume continua, nonostante la giornata festiva,
l'interminabile processione di chiatte in un senso e nell'altro.
Con molta fatica, arriviamo fino al Dom St. Peter (http://www.wormser-dom.de/)
navigando a vista, data la quasi totale assenza di indicazioni.
Troviamo la cattedrale, altro importante monumento romanico
risalente all'anno mille, assediata da birrerie ambulanti,
a causa del prossimo festival. Anche la visita è un poco
complicata in quanto, essendo giorno festivo, sono in corso
le funzioni domenicali e le visite interdette. Riusciamo
comunque a veder qualcosa, ma molto in fretta. Un poco infastiditi
e delusi, sulla via del ritorno, ci fermiamo a pranzo da
Mc Donald, posto nella zona pedonalizzata, e unico esercizio
aperto, in una città praticamente deserta. Passeggiando
arriviamo al Nibelungenbrucke che, seppur non annoverato
tra i monumenti cittadini, è molto scenografico e consente
una vista piena del Reno, oltre che una ampia veduta sui
tetti della città. Rientriamo nel forno del camper alle
12.30 e lo lasciamo raffreddare per quasi mezz'ora prima
di ripartire. Percorriamo per un breve tratto la N9 verso
Mainz, poi ci immettiamo nuovamente sulla A61 diretti a
Bingen. Attraversiamo una regione coltivata esclusivamente
a vigneti, non pensavamo di trovarne tanti. Alle 13.45 siamo
all'uscita dell'autostrada di Bingen (http://www.bingen.de/)
e iniziamo a percorrere la statale N9 lungo la riva sinistra
del Reno. Siamo estasiati, diversi castelli, alcuni in rovina,
si susseguono sulle alture da una parte e dall'altra del
fiume che, ricevute a Magonza anche le acque del Meno, è
quasi al massimo della sua potenza. Alle 14.10 arriviamo
all'area camper gratuita di Bacharach (http://www.bacharach.de/)
posta sulla destra, appena entrati in paese, proprio sulla
riva del fiume. E' quasi piena, ma riusciamo a prendere
il posto di un camper olandese che parte. Scendiamo in spiaggia
per bagnarci i piedi e prendere un poco di tintarella e,
dopo quasi un'ora di andirivieni di chiatte e battelli turistici,
ci avviamo alla visita del piccolo centro. Sottopassiamo
sia la statale che la ferrovia e veniamo così catapultati
d'incanto direttamente nel Markt circondati da caratteristiche
facciate a graticcio. Immancabile, e subito sfruttata, la
gelateria italiana. Dall'alto domina il castello fortificato
di Staleck, raggiungibile con una scala da circa mille gradini.
Passeggiando, senza sapere bene dove poggiare lo sguardo
per non perdere nulla, finiamo in una specie di piazza,
che sembra il cortile di una casa, tanti sono i fiori presenti,
attraversata dalle aque fresce di un torrente. Pienamente
appagati della visita riprendiamo la marcia alle 16.20,
sempre percorrendo la riva sinistra del fiume. Ci fermiamo
dopo venti minuti, appena passata la roccia di Loreley (http://www.loreley-touristik.de/)
e il castello di Pfalzgrafenstein in mezzo al fiume, a St.
Goar (http://www.st-goar.de/), dove approfittiamo del deserto
parcheggio dei bus, tra l'altro gratuito la domenica. Scendiamo
nuovamente al fiume e la tentazione di fare il bagno è forte.
L'acqua non è assolutamente fredda ma, anche se lo fosse,
con questo caldo sarebbe un piacere. Il centro è meno caratterstico
di Bacharach, ma altrettanto animato e pieno di negozi di
souvenir ad uso turistico. Sperimentiamo una merenda alla
tedesca, godendoci tre enormi fette di torta che Roberto
accompagna con il locale caffè luuuungo, Alessandra con
un cappuccino e Diana con dell'acqua così gassata che a
berla tutta poi si decolla. Siamo veramente sazi, solo Blonde
non ha racimolato nulla. Alle 18.15 si riparte per Coblenza.
In breve superiamo Boppard (http://www.boppard.de/), altra
bellissima cittadina ove notiamo anche una teleferica utile
per le vedute della valle dall'alto. Sempre seguendo la
N9, facilmente arriviamo alla periferia di Koblenz (http://www.koblenz.de/)
e, anche approfittando dello scarso traffico, riusciamo
in un modo o nell'altro, a raggiungere per le 19.00 il Rhein
Mosel Camping. Impieghiamo tre quarti d'ora per trovare
posto. Il campeggio è pieno, anche alla reception lo ammettono,
alla fine troviamo un buco un poco precario, con il muso
del camper nella dinette di una roulotte olandese che sembra,
a ragione, non gradire, comunque con l'allaccio elettrico.
Di ospiti italiani neanche l'ombra. Siamo praticamente di
fronte al monumento più noto di Coblenza, l'imponente statua
del Kaiser Wilhelm Denkmal posta sul Deutsches Eck (http://www.deutsche-schutzgebiete.de/deutsches_eck.htm),
l'angolo tedesco, formato dalla confluenza della Mosella
nel Reno. Questo fenomeno è poi quello che ha dato origine
al nome della città, infatti i romani chiamarono questo
posto 'Confluentia'. Dopo le docce di rito, per la cena
ci orientiamo verso la pizzeria del campeggio. L'esperienza
ce la potevamo anche risparmiare, in tutti i sensi, anche
le birre, bevute senza bicchiere, non erano un granché.
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delle tappe
Lunedi
14 Luglio 2003
Sveglia
alle 8.00, notte tranquilla accompaganta dall'incessante
traffico di chiatte sul fiume. Anche oggi splende il sole
e già abbiamo 25 gradi nel camper. Usciamo alle 9.30 prendendo
il traghetto, per sole persone, per attraversare la Mosella
e giungere rapidamente al Deutsches Eck. Troviamo Coblenza
una città fuori dallo standard caratteristico tedesco, molto
efficiente ma troppo moderna. Le ricostruzioni post belliche
non hanno tenuto conto della tradizione. In pratica le cose
più belle da vedere sono il monumento al Kaiser Gulgielmo,
sul Deutsches Eck, e il panorama dela castello di Ebrestein,
sulle alture della sponda opposta del Reno. Per il secondo
non troviamo un bus di linea che lo raggiunga, mentre quelli
turistici sono a prezzi spropositati. Per il primo, salendoci
dentro, è facilmente verificabile il sesso del cavallo.
Giriamo comunque il centro, raccolto in poco spazio. Effettuiamo,
senza problemi un prelievo presso il bancomat della Sparekasse
del Rathaus, riusciamo ad ingannare Blonde, facendola bagnare
dall'improvviso schizzo della fontana dei bambini in Jesuitenplatz,
infine pranziamo piacevolmente ed economicamente con insalate
in una specie di bar del centro, evitando i carestosi ristoranti
italiani che offrono vari tipi di pasta. Arriviamo fino
al Balduibrucke poi, con il solito battello, torniamo rapidamente
al camping. Partiamo alle 15.00 dopo aver effettuato tutte
le operazioni di camper service ed utilizzato il comodo
scarico a pozzetto. Prendiamo nuovamente la N9 con la quale
superiamo prima Andernach, poi Sinzig e Remagen fino a tuffarci
dentro Bonn (http://www.bonn.de/). L'attraversamento della
ex capitale tedesca è abbastanza impegnativo, le auto parcheggiate
lasciano pochi spazi di manovra e nessuno per la sosta.
Usciti a nord della città senza aver avuto modo di vedere
nulla, confluiamo sulla A555 che ci catapulta direttamente
dentro Colonia. Arriviamo a Koln (http://www.stadt-koeln.de/)
sbagliando indicazione e saltiamo subito uno svincolo, ritrovandoci
così nel caotico traffico di fine giornata. Recuperiamo
presto la giusta direzione grazie alle intuizioni del navigatore
e, dopo un bel peregrinare, riusciamo ad attraversare il
Severinsbrucke, oltre il quale ritroviamo le indicazioni
del campeggio (http://de.geocities.com/campingkoeln/), anch'esso
segnalatoci da Gianni, che raggiungiamo alle 17.30 e posto
quasi sotto il ponte della A3/A4. Ci sistemiamo con calma
nel capiente prato, sotto un enorme albero, sempre in riva
al fiume. Bighelloniamo un poco, pianifichiamo la giornata
di domani e infine ceniamo fuori, sempre dal camper. Stasera
il sole è tramontato alle 21.30 dietro alle romantiche ciminiere
di Colonia
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delle tappe
Martedi
15 Luglio 2003
Colonia
è nota soprattuo per tre cose, il carnevale, la sua cattedrale
e l'acqua. L'acqua di Colonia fabbricata per la prima volta
nel 1709 da un italiano Giovanni Maria Farina (http://www.farinagegenueber.de/)
e, da allora, famosa in utto il mondo. Sveglia alle 8.00,
quella passata è forse la notte meno tranquilla dall'inizio
del viaggio. Avvertiti con continuità sia il traffico autostradale
che il movimento delle chiatte sul fiume. Anche oggi si
annuncia una giornata torrida, il cielo è sereno e il sole
è già alto. Per raggiungere il centro dobbiamo salire sul
ponte dell'autostrada, attraversare il fiume e prendere
il tram 16 che, provenendo da Bad Godesberg, a sud di Bonn,
arriva fino alla stazione centrale. Usciamo alle 9.45 e
impieghiamo venti minuti per attraversare il Reno, poi altri
quaranta per arrivare alla stazione centrale. La cattedrale
(http://www.koelner-dom.de/) è proprio all'uscita della
metropolitana, nera e imponente, si staglia maestosa nel
cielo con ilsuo stile gotico, importato dalla Francia. L'interno,
oltre che affollato, è ricco di opere d'arte, tombe, statue,
icone. Dietro l'altar maggiore si trova l'urna dorata con
le reliquie dei Re Magi, portate, da Milano, qui per volere
di Federico Barbarossa, e per custodire le quali è stata
costruita l'intera cattedrale in ben seicentocinquanta anni.
Portata a termine la visita, con il solito sistema dei turni
per custodire Blonde, incoscientemente ci diamo allo shopping
percorrendo Hohenstrasse e Schildergasse fino ad arrivare
a Neumarkt. Effettivamente, come dicono le guide, è possibile
trovare qualche buon affare, ma niente di particolarmente
eccezionale. Piuttosto è da tenere presente l'elevato costo
di qualsiasi cosa sia fresca dai gelati, alle bibite. In
compenso qui, al contrario di tutto il resto della Germania,
accettano le carte di credito per cui compriamo cartoline
e, ovviamente, Acqua di Colonia approfittando, come altri,
dell'aria condizionata dei negozi per un poco di refrigerio.
Rientriamo, praticamente lessati, alle 18.30 con lo stesso
sistema della mattina, tram e ponte sul Reno. Il camper,
sotto l'albero, è fresco e ci accoglie a braccia aperte.
Blonde, dopo aver abbondantemente bevuto, si sdraia sul
prato e non risponde ad alcun richiamo fino a cena. Anche
Colonia deve le sue origini alla conquista romana della
regione. Le tracce di tutto ciò sono ampiamente presenti
nella città, in parte raccolte nel Romish Germanisches Museum
(http://www.museenkoeln.de/roemisch-germanisches-museum/),
di fianco alla cattedrale, essa stessa eretta sulle rovine
di un tempo al dio Mercurio. Ci sono poi il Pratorium con
le rovine del palazzo legatorio romano, ove furono proclamati
imperatori Vitellio e Traiano, poi Santa Maria im Kapitol
eretta sulle fondamenta di un tempio dedicato alla Triade
Capitolina. Anche l'arte romanica è molto rappresentata
con notevoli monumenti come Gross St. Martin, poco distante
dalla cattedrale e dal museo, Santa Maria Lyskirchen, St.
Georg, St. Severin e St. Pantaleon fino a passare per St.
Aposteln, il prototipo dei tutte le chiese di arte romanico
renana, per finire con St. Gereon (http://www.stgereon.de/)
che risulta essere la più antica chiesa di Colonia, eretta
nei primi secoli del cristianesimo. Sembra che a Colonia
ci siano più chiese che a Roma, quasi a testimonianza del
grande influsso che ebbe l'occupazione romana di questi
territori. Dopo cena, alle 22.00, scendiamo sul greto del
fiume nel disperato tentativo di scattare un paio di foto
alla cattedrale illuminata.
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delle tappe
Mercoledi
16 Luglio 2003
Sveglia
alle 8.00, sempre con cielo sereno e sole cocente. Prima
di partire, ritiriamo la biancheria stesa ieri sera, così
abiamo nuovamente il guardaroba integro. Partiamo alle 9.20.
Dal campeggio raggiungiamo agevolmente l'autostrada A3,
ripassiamo il ponte sul Reno, poi ci immettiamo sulla A1
verso sud. Mentre Diana dorme, viaggiamo per due ore con
regolarità lasciando l'autostrada a Blankenheim per passare
sulla statale 51. Sfioriamo i confini con il Belgio e il
Lussemburgo, poi ci fermiamo una mezz'ora in una anonima
area di parcheggio nei pressi di Prum. La regione dell'Eifel
(http://www.eifel.de/ger/lage/), che stiamo attraversando,
è veramente attraente dal punto di vista naturalistico.
Dopo Prum ci immettiamo sulla A60 seguendo le indicazioni
per Bitburg. Qui giunti, dimentichiamo di uscire, per riprendere
la N51, così finiamo per tornare sulla A1 a Wittlich. Prendiamo
al direzione Trier (http://redaktion.trier.de/), la più
antica città della Germania, e, alle 13.00, arriviamo all'immenso
e assolato parcheggio Hesspark, oltre la Mosella, di fronte
al Mc Donalds che, ovviamente, ci ospita per il pranzo.
Prendiamo poi il bus 3, che ha una fermata proprio nel parcheggio,
e raggiungiamo Porta Nigra, il monumento emblematico di
Treviri, dove scendiamo. Questa è la più grande porta romana
pervenuta fino ai giorni nostri. Entriamo per la visita
e, dall'interno, godiamo di ottime prospettive del centro
città e dei dintorni collinari e boscosi. Percorriamo poi
Simeonstrasse fino a sfociare in Hauptmarkt, piazza cuore
della città. Giusto il tempo di ammirare la croce romanica
e la bella fontana, attorniate da folle di turisti, che
veniamo attratti dalla maestosità del Dom St. Peter. Questa
chiesa sorge su una precedente costruzione eretta di fianco
al palazzo dell'imperatore Costantino. L'interno racchiude
la tunica di Cristo, una delle reliquie più venerate della
cristianità. Noi, con il solito sistema dei turni, visitiamo
esurientemente tutto, compresa cripta e chiostro, poi, percorrendo
Liebfrauenstrasse ci spostiamo in Kostantinplatz ove sorge
la Basilika. L'imponente costruzione, meglio fuori che dentro,
è l'aula palatina costruita da Costantino di cui resta solo
il muro di sinistra, il resto è stato ricostruito. Percorriamo
poi i viali alberati e fioriti del Palastgarten fino ad
arrivare alle Kaiserthermen, le antiche terme imperiali.
Siamo stanchi ed evitiamo di entrare, ci accontentiamo di
quello che si vede da fuori, che comunque non è poco, poi
ci avviamo alla fermata del bus per tornare al camper. Per
le 17.30 siamo nuovamente all'Hesspark a cercare di raffreddare
il mezzo prima di ripartire. Leviamo le ancore alle 18.00,
mantenedoci sulla riva sinistra della Mosella, riattraversiamo
la periferia di Trier, fino ad arrivare a Schweich dove
ci immettiamo sulla N53 per discendere la valle della Mosella
(http://www.mosel-reisefuehrer.de/). Fatti pochi chilometri,
a Mehring, notiamo un pacheggio per camper proprio in riva
al fiume, con allaccio elettrico. Attraversiamo un bel tratto
di vallata coltivata completamente a vigneto. Ad Ensch altro
parcheggio camper, a bordo fiume, un poco più piccolo del
precedente. Alle 19.00 arriviamo all'immenso parcheggio
camper di Klusserath, in riva alla Mosella, a pagamento
su prato, con allaccio elettrico. Tutto secondo quanto documentato
da Giovanni Bonifacio. Sistemazione stupenda, agevolata
dal fatto che il cielo si è coperto e, forse, minaccia pioggia.
Il parcheggio, in effetti, è completamente privo di ombra.
Pochi gli alberi e troppo giovani, resta comunque una sistemazione
delle migliori in un ambiente incatevole. Di fronte abbiamo
la Mosella, che scorre lenta verso Coblenza e il Reno, mentre
alle spalle, oltre il centro abitato, le scoscese pendici
della vallata completamente coltivate a vite. Alle 20.00
passa la simpatica signora, che gestisce il tutto, per riscuotere
i 4.50 euro della sosta per un giorno, corrente compresa.
Alle 20.30 arriva la pioggia, accompagnata da lampi, tuoni
e un forte vento che fa beccheggiare il camper.
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delle tappe
Giovedi
17 Luglio 2003
Sveglia
alle 8.00 al termine di una notte perfetta, silenziosa e
fresca. Le campane della parrocchiale di Klusserath suonano
a lungo. Il cielo è variabile e il vento, ancora presente,
ci fa impiegare quasi un'ora per preparare la colazione.
Partiamo alle 10.00 risalendo sulla N53 in direzione Coblenza
per fermarci, poco dopo superata la Mosella, presso un Markt
per fare la spesa. Nonostante il tempo impiegato, sembra
che di quello che serve a noi abbiano ben poco, così ci
rimettiamo in marcia alle 11.20. Giunti in prossimità di
Minheim notiamo l'ennesimo parcheggio camper in riva al
fiume. Alle 12.00 ci fermiamo nel parcheggio P2 di Bernkastel
(http://www.bernkastel.de/) e paghiamo 2 euro per 3 ore
per poter effettuare la visita e il pranzo. Durante la passeggiata,
lungo il fiume, per raggiungere il centro, incontriamo cigni,
chiatte e traghetti per turisti. E' questo uno stupendo
centro, molto caratteristico, scenografico e animato. Ci
infiliamo in tutti i vicoli, scattiamo foto a ripetizione
poi pranziamo in una stupenda e intima piazzetta, infine
torniamo al camper che sono le 14.45. Alla scadenza delle
tre ore ci rimettiamo in marcia. Scendiamo ancora lungo
il fiume superando Trarbach poi a Kaimt, sbagliamo incrocio
e ci infiliamo nelle strette vie di Zell. Accortici dell'errore
torniamo indietro per la stessa strada godendoci la vista
di un altro carattersitico villaggio. Alle 16.20 arriviamo
al parcheggio della rocca di Marienburg (http://www.moselhighlights.de/ESeiten/EZellA.html).
Saliamo fino al ristorante e godiamo di un immenso e stupendo
panorama, dall'alto, dei menadri del fiume. Effettivamente
per arrivare fino alle rovine del castello ci vorrebbe più
di mezz'ora di cammino. Non ce la sentiamo, inoltre siamo
appagati dalla prospettiva. Ripreso il viaggio, e superato
Alf, nel villaggio di St. Aldegund troviamo le segnalazioni
di un altro parcheggio camper per 5 euro al giorno. Alle
18.00 arriviamo al parcheggio camper di Cochem (http://www.cochem.de/),
all'inizio del paese, un poco angusto, posto proprio sotto
il castello. Usciti a fare un giro, ovviamente, troviamo
tutti i negozi ormai chiusi. La cittadina è bella a scorci,
con il castello che incombe su ogni vista. Acquistiamo una
confezione di vini locali e rientriamo. Arrivati al camper
che sono le 19.00, facciamo il punto della situazione. Abbiamo
ancora un paio di ore di luce, la sistemazione di Cochem
non è assolutamente all'altezza della località. Le alternative
sono due. Tornare indietro fino al parcheggio camper di
St. Aldegund, oppure andare avanti tentando di raggiungere
Burg Eltz e pernottare nel parcheggio del castello, trovandoci
già in loco per la visita di domani. La maggioranza vota
per la seconda, così si riparte verso Coblenza. Seguiamo
la prima indicazione che troviamo per Burg Eltz, arrampicandoci
a pendenze impossibili sulle pendici della valle fino a
rggiungere una specie di altopiano. Del castello neanche
l'ombra e le indicazioni sono scomparse. Fortunatamente
gli incroci non sono molti. Attraversiamo qualche centro
abitato fino ad arrivare alla fine a Munstermeinfeld, ove
ritroviamo le indicazioni. Superata Wierschem, ci inoltriamo
nel bosco seguendo una strada solitaria. Alle 20.20 siamo
al parcheggio terminale della strada che conduce a Burg
Eltz (http://www.burg-eltz.de/). Il posto è assolutamente
isolato, privo di servizi e illuminazione, completamente
immerso nella foresta. Troviamo già parcheggiato un camper
di Barcellona, senza gli occupanti, e ci sistemiamo nelle
vicinanze. In attesa del loro ritorno facciamo una passeggiata
di perlustrazione, fino a vedere finalmente il castello,
poi ceniamo.
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delle tappe
Venerdi
18 Luglio 2003
Sveglia
alle 8.00, abbiamo trascorso la notte più silenziosa e fresca
del viaggio. Gli spagnoli, a bordo di uno degli status symbol
del camperismo, un fiammante Laika, prima di partire si
esibiscono in un appariscente scarico selvaggio di acque
grigie, poi sgommano via con lo scarico ancora aperto. E
dire che ci erano sembrati persone amanti della natura avendo
in camper, oltre al cane, anche la gabbietta con i canarini.
Tutto per non pagare un euro alle colonnine sanitary station.
Cominciano ad arrivare le auto dei lavoranti al castello.
Passa il custode dei parcheggi a svuotare i cestini dell'immondizia
e ci estorce 3 euro, franco ticket, per la sosta. Partiamo
per la visita alle 9.30. Scarpinata con soste per le foto
dall'alto fino all'ingresso della cittadella fortificata.
Per visitare gli interni bisogna pagare 6 euro gli adulti
e 4.50 euro gli studenti, i cani non sono ammessi. Entrano
solo Diana e Roberto, mentre Alessandra e Blonde girano
all'esterno. Il castello è bello e molto scenografico. Gli
interni sono ricchi di arredi e suppellettili d'epoca. La
visita, a gruppi con guida, dura circa un'ora e, ovviamente,
con ci capiano nulla essendo in tedesco. Si salgono e si
scendono due o tre piani nelle varie torri, poi si finisce
nelle cucine. All'uscita, più annoiati che soddisfatti,
pranziamo con panini presso il ristoro interno, all'ombra
delle torri merlate. Il maniero si erge su un picco roccioso,
a strapiombo su una stretta ansa del fiume Eltzbach, ed
è accessibile solo attraverso una porta nelle mura a cui
fa capo un ponte di roccia. Torniamo al camper attraverso
un paio di chilometri di sentiero nella foresta, ambiente
simile a quelle casentinesi. Rientriamo alle 12.40, camper
ancora in ombra e fresco. Cielo sereno e temperatura calda.
Alle 13.15 si parte per iniziare il viaggio di ritorno verso
casa. Da Burg Eltz torniamo sulla Mosella ad Hatzenport,
dopo una lunga e ripida discesa, anche al 15 percento. Il
sole è caldo, anche se alcune nubi bianche interrompono
l'azzurro del cielo. Proseguiamo brevemente lungo la valle,
sempre verso Coblenza, fino a passare sotto l'imponente
viadotto dell'autostrada. A Winningen seguiamo le indicazioni
per lo svincolo di accesso e ci sorbiamo una nuova risalita
che, una volta sull'altopiano, ci porta quasi alla periferia
di Colonia. Prendiamo la A61 seguendo le indicazioni per
Mainz e il sud. Viaggiamo talmente rilassati che, giunti
all'incrocio di Alzey, sbagliamo colonna e dirigiamo a nord,
verso Mainz. Alla prima uscita invertiamo la direzione e
presto raggiungiamo nuovamente Worms. Passiamo ancora sul
Reno e imbocchiamo la N47 con la quale superiamo Burstadt
e, aggirando Lorsch (http://www.lorsch.de/), arriviamo ad
Heppenheim (http://www.heppenheim.de/) dove prendiamo la
N3 diretti a sud, verso Heidelberg. E' un susseguirsi di
stupende cittadine ed anche il paesaggio circostante è gradevole,
vario e colorito. Si è fatta l'ora di merenda così, alle
16.40, ci fermiamo nel primo parcheggio cittadino di Laudenbach,
che la N3 attraversa pochi chilometri a sud di Heppenheim.
Facciamo un poco di spesa e anche merenda con le deliziose
torte della Backerei Arnold, a qualche decina di metri dal
parcheggio. La signora, visto che ci spartiamo l'unica tazza
di caffè che ha potuto servirci, avendolo finito, ce lo
offre gratis. Ripreso il viaggio, in circa un'ora, approdiamo
sulle rive del Neckar ad Heidelberg (http://www.cvb-heidelberg.de/
). Attraversiamo parte della città poi, raggiunto il fiume,
risaliamo la riva sinistra seguendo le indicazioni per il
campeggio. Qui si sovrappongono due delle famose strade
tedesche, lastrada dei castelli, Burgstrasse (http://www.burgenstrasse.de/),
e la strada delle città universitarie. Heidelberg è un importante
tappa per entrambe. Alle 18.40 siamo già piazzati in una
piazzola erbosa in riva la Neckar all'interno del campeggio
che porta lo stesso nome della città. Anche qui c'è un certo
traffico di chiatte e navi da crociera. Come sulla Mosella
il fiume è spesso interrotto da chiuse per sollevare e abbassare
le imbarcazioni. Questa sera, oltre che a mangiare fuori,
sempre dal camper, facciamo anche barbecue. Di fronte alla
nostra sistemazione abita una famiglia di cigni con sei
pulcini, ancora con le piume grigie, da allevare in competizione
con papere e altri volatili. Anche Diana e Blonde sono in
competizione tra di loro, l'una cercando di sfamare tutti
i volatili del fiume, l'altra, presumibilmente, volendoseli
mangiare. Nel preparare la cena ci accorgiamo che gli scarichi
delle fontanelle per lavare piatti, biancheria e vegetali
finiscono direttamente nel fiume, inoltre la direzione ci
ha invitato a scaricare le grigie nei fognoli dell'acqua
piovana. Se tutte le strutture turistiche si comportano
così, aggiungendo gli scarichi delle chiatte e delle navi
da crociera, ecco spiegato buona parte dell'inquinamento
cronico dei grandi fiumi tedeschi.
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delle tappe
Sabato
19 Luglio 2003
Sveglia
alle 8.00, al termine della peggior notte del lotto. Il
camping è stretto in una lingua di terra tra la statale
e il fiume e, per tutta la notte, si è sentito traffico
e chiatte che andavano e venivano. Il cielo è sereno, per
cui ci aspettiamo un'altra giornata molto calda. Le papere
sono già in lotta con i cigni per accaparrarsi le attenzioni
dei bambini e il pane che gli gettano. Paghiamo il campeggio
e, per gentile concessione del gestore, lo possiamo lasciare
parcheggiato all'interno per visitare la città. Prendiamo
allora il bus 35 alla fermata di fronte al camping che sono
le 10.00 e scendiamo a Bismark Platz. Imbocchiamo subito
l'animata Hauptstrasse, lunga e affollata. La percorriamo
tutta, visitando diversi negozi, fino a raggiungere la piazza
dell'Università e, poi, Markt Platz con la cattedrale circondata
di chioschi con souvenir e l'imponente castello che incombe
dall'alto. Pranziamo al McDonald sulla piazza, unico ristorante
ove i cani non possono entrare, ma nessuno ci fa caso. Aggiriamo
poi la cattedrale e arriviamo fino all'Alte Brucke da cui
scattiamo stupende fotografie al castello. Riprendiamo poi
il 35, comodo, silenzioso, con l'aria condizionata, e presto
siamo al campeggio. Ci mettiamo in marcia alle 13.45 immettendoci
sula N37 per risalire la valle del Neckar. Viaggiamo tranquillamente
per due ore filate superando Neckargemund, Neckarsteinach
e Neckarhausen. A Hirshhorn (http://www.hessennet.de/hirschhorn/)
non ci fanno entrare con il mezzo per cui rinunciamo alla
visita ma ce la serbiamo per il futuro, a quanto pare il
villagio è oltremodo caratterstico. Con la statale seguiamo
fedelmente la riva del fiume e tutti i meandri che compie.
Superiamo anche Eberbach prima e Bad Wimpfen poi. Anche
questa valle è primariamente coltivata a vite, ma non mancano
pesanti insediamenti industriali. Arrivati a Neckarsulm
(http://www.neckarsulm.de/) rimaniamo impressionati dalla
vicinanza della centrale nucleare, comunque riusciamo facilmente
a seguire le indicazioni per l'Acqua Toll (http://www.aquatoll.de/),
alle cui spalle troviamo il parcheggio P1 con una dissestata
colonnina Holiday Clean e scarico a pozzetto. Il parcheggio
è alberato e spazioso, anche se un poco dissestato. Siamo
tentati di fermarci per un bagno nelle piscine, poi l'incombenza
della centrale ci fa desistere. Scaricate le acque, con
un euro carichiamo 80 litri di acqua e ci rimettiamo in
marcia alle 16.20. Attraversiamo una semideserta Heilbronn
e presto siamo attratti dall'inconfondibile profilo medievale
di Kirchheim am Neckar (http://www.kirchheim-am-neckar.de/).
Vorremmo fermarci per fare due passi e la merenda, ma l'area
di sosta è impegnata dai nomadi, per cui, anche questa viene
rimandata ad altra occasione. Risaliamo ancora per un poco
il fiume ma, a Ludwigsburg (http://www.landkreis-ludwigsburg.de/)
siamo ormai alle porte di Stoccarda e preferiamo salire
sull'autostrada. Prima con la A81, poi con la A8 aggiriamo
la grande megalopoli sede di importanti industrie automobilistiche
e dirigiamo verso est. Usciamo a Kirchheim unter Teck e,
in breve, siamo ad Holzmaden (http://www.holzmaden.de/).
Alle 18.30 siamo parcheggiati di fronte al Museo Hauff (http://www.urweltmuseum.de/)
che custodisce fossili di 180 milioni di anni fa. Ci sistemiamo
nel parcheggio più in alto, quello di fronte alla cava,
a quest'ora già chiusa. Anche il museo ha chiuso alle 17.00
e, fortunatamente, domani riapre alle 9.00. Il giorno di
riposo è il lunedì. Siamo sotto gli alberi, ancora fa caldo
e il vento è meno presente dei giorni scorsi. Stanotte dormiremo
tranquilli, ci sono due brontosauri nel giardino del museo
a farci al guardia.
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delle tappe
Domenica
20 Luglio 2003
Sveglia
alle 8.00, notte tranquilla nonostante le apprensioni per
una festa birra-rap che si svolgeva a circa un chilometro
dal parcheggio. Anche oggi abbiamo cielo sereno e, dopo
una esauriente visita al museo Hauff, prevediamo una piccola
insolazione nella cava Urweltsteinbruch (http://www.urweltsteinbruch.de/).
La zona dove sorge il museo, è un quartiere residenziale
di per se stesso tranquillo. Alle 9.30 iniziamo la visita
dell'Urweltmuseum Hauff. Siamo i primi ad entrare, così
possaimo goderci tutte le sale in pace e tranquillità. Sono
esposti molti fossili soprattutto di grossi pesci e coccodrilli.
In una sal ne vediamo uno lungo tutta la parete e pensiamo
si tratti di un'alga, dala spiegazione apprendiamo che si
tratta di un animale simile alle meduse che ancorato alle
rocce del fondo marino, il Tethys, intrappolava le prede
nei suomi filiformi tentacoli. Una cosa impressionante che
fa rabbrividire al solo pensarci. Non ci vuole molto per
vedere tute le sale e anche l'esposizione del giardino,
con i dinosauri ricostruiti a grandezza naturale. Alle 9.40,
su suggerimento del personale del museo, ci spostiamo nella
cava privata Kromer (http://www.liasepsilon.de/kromer/)
in località Ohmden (http://www.ohmden.de/). Arrivati sul
posto il gestore ci rifornisce delle attrezzature di scavo
e ci indica il posto ove scavare. Scalpelliamo qualche milione
di anni di lastre di roccia, tipo lavagna, fino alle 13.00,
trovando una certa quantità di ammoniti e qualche altro
mollusco preistorico. Le tracce fossili sono di ottima qualità,
ben definite e di dimensioni notevoli. Presi dalla passione,
rischiamo l'insolazione dalla quale ci salva il pulmino
del gelataio salernitano che ci viene in soccorso verso
mezzogiorno. Blonde è esausta, non trovando riparo, e, quando
decidiamo di smettere è la prima ad arrivare al camper.
Lasciamo il posto ad una famiglia di americani. Partiamo
alle 13.45 verso Schaffausen, abbiamo infatti deciso per
una modifica al tragitto di ritorno per poter rifare le
foto alle cascate del Reno. Ripassando per Holzmaden, torniamo
a Kirchheim unter Teck (http://www.kirchheim-teck.de/) da
dove in breve siamo a Nurtingen. In pratica siamo tornati
nella valle del Neckar, quindi ricominaicamo a risalire
il fiume. Imboccata la N27 superiamo Tubingen, città universitaria
(http://www.uni-tuebingen.de/), e dirigiamo su Hechingen
(http://www.hechingen.de/). Sempre accompaganti da questo
interminabile fiume, vediamo in lontananza stagliarsi scenograficamente
contro un cielo minaccioso, il castello Hohenzollern (http://www.burg-hohenzollern.com/).
Nonostante sia domenica, o forse proprio per questo, viaggiamo
tranquillamente e con serenità. Non percorrendo autostrada
ci godiamo la vista e la visita di villaggi e cittadine
stranamente quasi deserte. Incrociamo anche alcune feste
locali che si svolgono sul fiume. Il cielo si è progressivamente
coperto ed a tratti ha anche piovuto. Durante una di queste
docce sparse ci fermiamo, che sono le 16.00, in un'area
verde, sotto una quercia qualche chilometro prima di Rottweil
(http://www.rottweil.de/). Ripartiamo dopo mezz'ora, siamo
fiancheggiati dall'autostrada, ma noi preferiamo la statale.
A Donaueschingen (http://www.donaueschingen.de/) troviamo
le chiare indicazioni per Schaffahausen e, prima della frontiera
elvetica, spediamo le ultime cartoline con francobollo tedesco.
Alle 18.00 siamo nel parcheggio delle Rehinfall. Ormai padroni
della situazione, ci afrettiamo e rifacciamo tutto il giro
delle cascate in un'ora e mezza, scattando un altro rullino
di foto. La luce del tardo pomeriggio e del tramonto ci
consentono esposizioni meravigliose che, in parte, ci attenuano
la delusione per aver perso le precedenti. Torniamo al camper
alle 20.00, ci tuffiamo nelle docce, ceniamo e andiamo a
dormire, mentre all'orizzonte sud un susseguirsi di almpi
illumina il cileo come fossero fuochi d'artificio.
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delle tappe
Lunedi
21 Luglio 2003
Sveglia
alle 8.00, per tutta la notte si sono susseguiti scrosci
di acqua e tuoni. Anche stamattina il tempo è perturbato
e il sole non è comparso. Siamo gli ultimi a lasciare il
parcheggio, quasi, quasi ci dispiace lasciare questo posto.
Prima di partire facciamo il pieno di acqua e, utilizzando
la prolunga, anche loscarico delle nere. Partiamo alle 9.30
sotto un cielo plumbeo, andando incontro ad un consistente
acquazzone. Alle 10.00 ci fermiamo presso un supermercato
Lidl, poco prima di Singen (http://www.singen.de/), per
ricostituire le scorte alimentari e, soprattutto, di acqua
in bottiglia. Si riparte dopo più di un'ora verso Radolfzell
(http://www.radolfzell.de/). Alle 12.10 arriviamo nell'immenso
parcheggio dell'isola di Mainau (http://www.mainau.de/).
Parcheggiamo agevolmente sotto gli alberi e dirigiamo verso
l'ingresso del parco. Appena entrati provvediamo a pranzare
al primo ristorante selfservice che incontriamo. Con pancia
piena e mente rilassata, ci godiamo una rilassante visita
di tutto il parco, particolarmente il recinto degli animali,
dove le caprette vengono abbondantemente rifocillate da
Diana, e il padiglione delle farfalle. Rientriamo alle 18.10
in canottiera, dopo esserci portati e kway per il timore
dellapioggia. Dopo diaci minuti lasiamo il parcheggio, dove
è vietato pernottare, attraversiamo Konstanz e arriviamo
al parcheggio Dobele ove ci sistemiamo in uno dei posti
riservati ai camper. Alle 19.30 usciamo per spedire le cartoline
acquistate a Mainau e per cenare. Giariamo parecchio prima
di scegliere il ristorante vicino la stazione, gestito da
un italiano, dove gustiamo ottimo pesce del lago. Rientriamo
alle 21.30.
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Martedi
22 Luglio 2003
Sveglia
alle 7.30, notte relativamente tranquilla, considerando
la posizione cittadina del parcheggio. La giornata si annuncia
serena. Riprendiamo il tragitto verso casa alle 8.50 rientrando
in Svizzera seguendo subito l'autostrada verso Frauenfeld
(http://www.frauenfeld.ch/). Raggiungiamo rapidamente la
cittadina e, nel bel mezzo di essa, troviamo una rotonda
sotterranea con tanto di ingresso al parcheggio, anch'esso
sotterraneo. A Winterthur lasciamo che l'autostrada prosegua
verso Zurigo e prendiamo la statale15 diretti verso Rapperswil
(http://www.rapperswil.ch/). Alle 10.50 siamo fermi nel
parcheggio a pagamento P6 di Rapperswil, ove riteniamo si
possa anche pernottare in quanto esiste anche la tariffa
di parcheggio notturno. Si può pagare anche in euro, con
il solito sistema della cresta, e le tariffe son di un franco
l'ora il giorno e mezzo l'ora la notte, dalle 19 alle 7.
Paghiamo due ore e ci rechiamo a visitre la cittadina protesa
su una penisola nel lago di Zurigo. Arriviamo fino al castello,
poi scendiamo verso il lago e il porto turistico. Mangiamo
da McDonald e rientriamo al camper alle 13.00, giusto in
tempo per la scadenza del parcometro. Paritamo alle 13.20
con 32 gradi di temperatura in camper. Attraversiamo il
lago e prendiamo l'autostrada N3 verso Bad Ragaz e Chur.
Per un lungo tratto costeggiamo il lago Walensee, che interrompe
un poco la monotonia del viaggio autostradale. A Bad Ragaz
riprendiamo la N13 con la quale risliamo il Reno fino all'uscita
di Reichenau. Ci immettiamo sulla N19 e iniziamo l'arrampicata
verso Flims e il suo altopiano. Il percorso, anche se impegnativo,
è molto bello ma non offre alcuna occasione di sosta, neanche
nei centri abitati. Alle 15.00 siamo fermi nel parcheggio
degli impianti di risalita e della funivia di Laax (http://www.laax.ch),
immenso, in pendenza e quasi deserto. Spendendo inconsapevolmente
una fortuna, prendiamo una delle ultime corse della cabinovia
e saliamo al Crop Sogn Gion. In cima si può dire che faccia
più caldo che a valle. I panorami sono senza confini, vediamo
cime di montagne lontanissime e bianche, mentre la vallata
del Vorderrhein, profonda sotto di noi, ci sembra poco più
di un fossato. E' impressionante come si vede chiaramente
la frattura e l'entità della frana preistorica che diede
origine all'altopiano su cui sorge oggi Flims. Riscendiamo
a valle con l'ultima corsa disponibile, quella delle 17.00,
dopo saremmmo dovuti scendere in mountain bike. Riprendiamo
il nostro viaggio alle 17.30, presto ritroviamo al nostro
fianco il fiume e, con esso, risaliamo la valle. Poco prima
di Disentis ci fermiamo, tra la strada e la ferrovia, per
scattare due foto ad un vecchio e scenografico ponte coperto
in legno e ferro, che arditamente scavalca un profondo canion
scavato da uno degli affluenti del Reno. Alle 18.15, a Disentis
(http://www.disentis.ch/), dopo un breve consulto nel parcheggio
sotto la stupenda e mastodontica abbazia, lasciamo il Vorderrhein
e iniziamo la risalita della Val Medel. La pendenza non
è assolutamente impegantiva, mentre i paesaggi sono decisamente
appaganti. Ci sono numerose occasioni di parcheggio per
passeggiate o anche solo per brevi soste di relax. Alle
19.00 arriviamo per l'ultima notte in terra straniera di
quest'anno ai 1914 metri del Passo del Lucomagno (http://www.lukmanierpass.ch/).
Ci sistemiamo, superato il lago, nello spiazzo sterrato
dietro la Gastatte. Giusto il tempo di sistemarci e scattare
due foto al segnale e alla statua della Madonna che sis
scatena un intenso temporale. Lampi e tuoni annunciano l'acqua
che puntualmente arriva. Ci rifugiamo in camper e abbiamo
così tempo di ripensare alla magnifica vallata che abbiamo
risalito, seguendo il reno di Medel, a partire da Disentis.
Come dicevamo la pendenza non è impegantiva, ci sono solo
due tornanti mentre l'ambiente è stupendo. Il reno, poco
a poco, diviene un ruscello fino a che compare la diga e
poi il lago, oggi una decina di metri sotto il suo livello
usuale. Pare che la stagione secca abbia lasciato il segno
anche in Svizzera. Il temporale, come è venuto, all'improvviso
se ne và e noi ci risppropriamo dei prati verdeggianti che
ci circondano. Ceniamo in assoluta tranquillità, alle 21.00
comincia a fare freddo ma il cielo, tornato quasi sereno,
ci concede ancora luce.
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Mercoledi
23 Luglio 2003
Sveglia
alle 7.30, abbiamo 14 gradi in camper, il cielo è sereno
ma il sole non ha ancora raggiunto il passo. Ieri sera,
fino a mezzanotte, è stato un continuo suseguirsi di violenti
scrosci d'acqua e raffiche di vento. Stamattina è rimasto
solo il vento, ma molto meno impetuoso. Alle 8.00 cominciano
ad arrivare gli escursionisti. Noi acquistiamo l'adesivo
di rito e ci incamminiamo verso l'Italia alle 9.30. In un'ora
scendiamo di quasi mille metri, arrivando a Biasca (http://www.biascaturismo.ch/),
per mezzo di una strada molto spettacolare lungo la quale
abbiamo anche la possibilità di rifornirci di acqua fresca,
presso una comoda fontana posta in un'area di parcheggio
circa 6 chilometri a monte di Olivone. Il tempo è ancora
piovigginoso, ma tra le montagne si intravvede il sereno.
Viaggiamo ancora di buon andatura e il tempo tende a volgere
al bello. Dopo un'altra ora di viaggio siamo alla frontiera
dove troviamo una lunga coda. La provvidenziale apertura
di un altro passaggio, riduce l'attesa a soli 15 minuti.
Ancora un'ora per arrivare e aggirare Milano, da quello
che dicono i camionisti sul loro canale, è una speciae di
record. Presa la A1 ci fermiamo all'ara di servizio San
Zenone per il pranzo catapultandoci bruscamente nella sempre
triste realtà delle aree autostradali italiane. Ripartiamo
alle 14.00, superiamo Bologna tenendoci compagnia ascoltando
gli amici camionisti che imprecano contro le nuove restrizioni
imposte dal codice della strada e, alle 16.30 ci fermiamo
nell'area Cantagallo Ovest per gustarci un gelato. Ripartiti
dopo mezz'ora, con una temperatura sahariana, superiamo
Firenze e, alle 19.30 ci fermiamo nell'area Badia al Pino
Ovest, nei pressi di Arezzo, per la cena. Ripartiamo poco
prima delle 21.00, finalmente con una temperatura accettabile,
e siamo a casa per mezzanotte.
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delle tappe
Conclusioni
Tutti
i camping e le aree attrezzate private frequentate accettano
i cani, altrimenti non ci saremmo andati. In genere le regole
sono che devono essere mantenuti nelle piazzole di destinazione
dell'equipaggio e, in caso di spostamento, tenuti comunque
al laccio. I bisogni vanno immediatamente eliminati a cura
del proprietario. Come in passato, in nessun caso ci è stato
richiesto il certificato di vaccinazione, pertanto si potrebbero
anche evitare le lungaggini burocratiche per il suo rilascio
prima della partenza. Va tenuto presente che, a seconda
della zona in cui ci si reca, l'animale può contrarre malattie
non diffuse dalle nostre parti (area mediterranea) per cui,
per il suo benessere e per la tranquillità dei proprietari,
rimane buona norma effettuare certamente la vaccinazione
antirabbica ed, eventualmente, ogni altra che un coscenzioso
veterinario potrà suggerire in relazione al percorso del
viaggio. La nostra cagnolina, pur avendo incontrato, e annusato,
cani di ogni razza e nazionalità, è tornata a casa in piena
salute. Dobbiamo dire che in Svizzera la rete stradale ordinaria
è senz'altro al livello di quella autostradale, aree di
servizio comprese. Le statali, in genere poco trafficate,
consentono di ammirare paesaggi e villaggi che le autostrade
sovente evitano. La Germania ha confermato quanto di buono
e cattivo avevamo già notato nelle precedenti visite. Frequenti
sono le aree riservate ai camper ma, quando si ha la necessità
di finire in un campeggio, ci si ritrova come prigionieri,
per non parlare delle tariffe. Notoriamente efficiente la
rete autostradale, con la quale è possibile raggiungere
praticamente qualsiasi punto della nazione, quest'anno abbiamo
anche abbondantemente usufruito della rete stradale ordinaria
anch'essa efficiente e tenuta in ottimo stato. Permangono
grosse difficoltà nell'uso delle carte di credito, in pratica
accettate solo dai distributori di carburante, tra l'altro
molto più economico che da noi. Col passare degli anni e
con l'accumularsi di esperienze e sensazioni è sempre più
difficile trovare nuovi stimoli per intraprendere nuove
avventure. Quest'anno ci siamo inventati questo filo conduttore
del Reno, a cui si è aggiunta la Mosella e poi il Neckar
e dobbiamo dire che il risultato è stato ottimale. Abbiamo
avuto l'occasione di visitare in modo più approfondito la
Svizzera, che avevamo sempre attraversato in autostrada,
abbiamo aggiunto al nostro carnet un altro stato e la sua
capitale, il Liechtenstein, abbiamo scoperto due nuovi passi
alpini, il San Bernardino e il Lucomagno, ambedue ampiamente
transitabili in alternativa alle lunghe gallerie. Abbiamo
scoperto il percorso con la maggior concentrazione di aree
sosta per camper che conosciamo, la valle della Mosella.
Un ambiente stupendo, ove in pochissimo spazio si può trovare
di tutto, dall'arte alla cultura, dalla storia alle leggende,
dalla natura alla gastronomia. Abbiamo vissuto l'emozione
di trovare personalmente fossili vecchi di 180 milioni di
anni. Abbiamo visitato città d'arte e di cultura, ricche
di storia come Costanza, Spira, Worms, Coblenza, Colonia,
Treviri, Heidelberg. Infine abbiamo ammirato uno dei fenomeni
naturali più possenti e spettacolari d'Europa, le cascate
del Reno a Schaffhausen. Insomma, ancora una volta siamo
soddisfatti e stiamo già intrecciando il filo del prossimo
viaggio.
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delle tappe