GRECIA DEL NORD
di
Franco Zanghì
Programmare una vacanza in Grecia forse è tra le
cose più semplici della vita: basta andare nell'agenzia
di viaggi sotto casa e in pochi minuti ti porti a casa una
valigia di proposte. Ce n'è per tutti gusti e per
tutte le tasche. Ma c'è una parte della Grecia di
cui nessuno parla. Niente depliant turistici. Niente proposte
di viaggio. Insomma
una Grecia tutta da esplorare.
Questa
è stata la molla che ci ha spinto a fare un viaggio
nella Grecia del nord.
Partiamo
dal porto di Brindisi. Una nottata in traghetto, e la mattina
siamo nello scalo di Igoumenitsa.
Lasciata Igoumenitsa, percorriamo la strada che collega
l'Europa all'Asia e ci dirigiamo a est, verso le Meteore.
Arriviamo
a Joannina, capoluogo della Zagòria. La città
è situata sulle rive dell'omonimo lago. Proprio in
mezzo al lago c'è un'isoletta che da terra ci sembra
interessante: decidiamo di visitarla!
Qui
la gente - consapevole dei reali benefici economici di cui
godono altre zone della Grecia - vive aspettando un turismo
che invece non arriva. In effetti qualcuno passa da queste
parti, ma non c'è minimamente paragone con le masse
di turisti che invadono i luoghi del sud.
Continuiamo
il nostro viaggio attraverso la Zagòria. La regione
è tra le poche della Grecia che conserva ancora ampie
distese di boschi.
Tra
le montagne della Zagòria ci sono una quarantina
di villaggi. La gente di qui, nel corso della storia, si
è sempre mantenuta molto autonoma, anche durante
le dominazioni turche. Case, strade e ponti, costruiti interamente
con l'ardesia delle vicine montagne, danno forma a un piacevole
paesaggio.
Purtroppo
molti di questi villaggi sono destinati a sparire nel giro
di pochi anni. I giovani preferiscono raggiungere le regioni
del sud, dove è più facile trovare lavoro.
Qui sono rimasti ormai solo pochi anziani.
Questa
regione gode di un'ottima popolarità tra gli amanti
del trekking, ma di turismo di massa proprio non se ne parla.
Lasciate
le montagne del Parco Nazionale di Vikos -Aoos arriviamo
in Tessaglia. I monasteri delle Meteore sono uno dei panorami
più straordinari della Grecia continentale.
"Qui,
su quelle aride rocce, divenute palazzi per migliaia di
eremiti, i monaci ortodossi impararono a essere saggi nel
pensiero e umili nella volontà"
La
vita di questi monaci che, in fuga dal mondo, si sono volontariamente
relegati in luoghi deserti, risale ai primi tempi del cristianesimo.
Non
è chiaro quando sia apparso precisamente il monachesimo
in questa zona. Comunque è certo che nell'XI secolo
in queste caverne già abitavano monaci ed eremiti.
Verso la fine del XV secolo un monaco del monte Athos fondò
il primo importante monastero. Fu lui a chiamare la montagna
Meteora - che significa "in aria".
Da
allora questa denominazione si è estesa, fino a comprendere
tutto il complesso montuoso circostante. Secondo alcune
fonti, questi monasteri offrirono ai monaci che vi abitavano
un sicuro rifugio contro le persecuzioni che segnarono il
tramonto dell'impero bizantino.
Gli
edifici più antichi si raggiungevano soltanto per
mezzo di scale a pioli. Più tardi vennero introdotti
ingegnosi argani per sollevare i monaci in reti di corda:
una sorta di primitivo ascensore. Questo metodo è
stato usato fino pochi anni fa.
Oggi
le corde sono state sostituite con cavi in acciaio. Per
i turisti e i pellegrini, però, sono state costruite
comode scalinate. Gli argani e le teleferiche vengono ancora
utilizzate per trasportare i monaci e le merci.
Lasciate
le Meteore, ci dirigiamo verso il monte Olimpo, l'antica
leggendaria residenza degli dei. Strada facendo rimaniamo
attratti dalla bellezza di un lago incastonato tra queste
montagne. Percorriamo una strada sterrata, senza pensare
che ci stiamo mettendo nei guai. Il percorso è interrotto,
e il nostro fuoristrada non vuole saperne di tornare indietro.
Per fortuna, nelle vicinanze c'è un cantiere, e riusciamo
a trovare aiuto.
Non
desistiamo, peraltro, dall'intento di raggiungere le rive
del lago. Ma stavolta stiamo bene attenti a non sbagliare
strada. Avevamo ragione a voler arrivare vicino a queste
acque: il paesaggio è veramente incantevole.
Siamo
nei pressi del monte Olimpo. Non lontano dalle sue pendici
sorgeva Dion, la città più cara agli dei,
scoperta di recente dagli archeologi.
Secondo
numerose leggende è proprio in questo luogo che,
in occasione dei preparativi per le grandi battaglie, venivano
offerti sacrifici propiziatori agli dei che risiedevano
sull'Olimpo. Mentre percorriamo la strada che ci porta sull'Olimpo,
carichiamo due escursionisti che ci chiedono un passaggio.
Dopo
pochi chilometri, eccoci al capolinea della strada carrozzabile.
Siamo solo a quota mille
francamente ci aspettavamo
di arrivare un po' più in alto. Facciamo un giretto
intorno, ma non ci sentiamo per nulla soddisfatti. Decidiamo
di proseguire a piedi. A quota duemila c'è un rifugio:
se non perdiamo tempo, potremo arrivarci prima di sera.
La salita è stata faticosa, ma ne è valsa
veramente la pena. Quando arriviamo al rifugio è
già quasi buio.
A
questo punto, vogliamo proseguire e conquistare la cima
del monte. Ci hanno detto che la scalata è abbastanza
semplice.
Passiamo qui la notte, e l'indomani di buon ora puntiamo
sulla vetta. La nostra meta è quota tremila. Siamo
emozionati: per noi questa è una vera avventura da
alpinisti! Non siamo equipaggiati per la montagna e, francamente,
non abbiamo nessuna esperienza di scalatori.
Scriveva
Goten: "Solo chi ha un cuore puro ed è degno
può avventurarsi al di sopra delle nuvole fino al
regno del mitico Zeus... e deve essere abile nello scalare,
o dotato di magici poteri".
Imboccate
quindi il Viale di Cristallo, l'arteria principale del regno
divino, che vi può condurre al cospetto di tutti
gli dei che qui alloggiano. Il Viale è' ricoperto
di una lussureggiante varietà' di fiori e popolato
da animali di ogni forma, ma non indugiate troppo nell'ammirarli,
qualcuno potrebbe infastidirsi della vostra presenza qui.
Prima di incontrare il sommo Zeus date uno sguardo alle
residenze dei suoi colleghi dei... Hermes, dio dei ladri,
Aphrodite, la leggiadra dea della bellezza, Hera, la gelosa,
Apollo, dio del sole, Dioniso, dio delle feste sempre intento
a banchettare insieme alle ninfe, Ares, furioso e astuto
dio della guerra, Athena, la placida dea della saggezza
Torniamo
bruscamente alla realtà. Arrivati quasi in cima,
entriamo nella fase critica della salita. Qui bisogna avere
coraggio e doti da alpinista. Ma, dopo tanta fatica, non
vogliamo certo tornare a valle senza portare a termine la
nostra spedizione.
Ce
l'abbiamo fatta! Siamo in cima!
È
la prima volta che ci arrampichiamo così in alto.
Forse solo in questo momento riusciamo a comprendere l'irresistibile
passione che muove gli alpinisti.
È
fantastico! C'è un libro degli ospiti! Lo sfogliamo
con pudore: abbiamo il timore di profanare qualcosa. Ma,
visto che siamo riusciti a raggiungere, la vetta ci spetta
il diritto di lasciare la nostra firma sul libro! È
un'emozione incomparabile!
Dopo
un po' vediamo arrivare uno scalatore vero. Per giunta è
un danese, che è venuto qui a fare un pic-nic. Lui
ci ha impiegato un quinto del tempo che ci abbiamo messo
noi
Ma siamo ugualmente soddisfatti.
Tornati
al rifugio, ci sentiamo importanti: adesso possiamo dare
del tu agli altri scalatori - e raccontiamo anche qualche
palla.
Lasciato
il monte Olimpo - che non dimenticheremo mai - arriviamo
a Salonicco, città caotica, centro industriale ma
anche crocevia di turisti.
Dopo
Salonicco il viaggio continua.
Raggiungiamo
la penisola calcìdica: siamo diretti alle tre più
piccole penisole, le cosiddette "tre dita", che
si protendono nel mare verso sud.
La
prima, sulla nostra strada, è Cassandra. Non ci sono
molti turisti: ci dicono che la maggior parte di loro preferisce
la penisola parallela, Sidonia.
Approfittiamo
della sosta per far riparare la scaletta della nostra tenda.
Ci accampiamo per la notte sulla spiaggia di Capo Palinuro.
L'indomani
siamo nella penisola di Sidonia. La zona è più
selvaggia: il mare, a tratti incontaminato, è uno
spettacolo davvero insolito.
Ci
rimane la terza e ultima penisola: quella del monte Athos.
Purtroppo non è possibile visitare la penisola da
terra. Il monte Athos gode di una sua autonomia amministrativa
e appartiene al Patriarcato Ecumenico. Insomma, è
una sorta di Vaticano. L'accesso alla zona del monastero
è vietato alle donne! Gli uomini di religione ortodossa
possono chiedere un permesso per quattro giorni a un apposito
ufficio a Salonicco. Per gli stranieri di altre religioni
la cosa è molto più complicata.
Decidiamo
di fare almeno un giro turistico con una barca, che ci porta
nelle vicinanze delle coste della penisola occupata da questo
"stato autonomo" del monte Athos. Tuttavia la
barca, a causa delle donne a bordo, non può avvicinarsi
troppo.
Non
ci resta che sfogliare una pubblicazione che illustra la
storia del monastero. Ma la lettura non fa altro che alimentare
la nostra curiosità e la nostra voglia di scoprire
questo luogo.
Purtroppo
il nostro viaggio in Grecia finisce qui. Forse il fatto
di non aver potuto visitare la penisola del monte Athos
sarà una buona scusa per ritornare la prossima estate