OPERAZIONE ICARO 1993
CENTO CAMPER DA MILANO A ROSSOSCH (C.S.I.)
Nel 50° della ritirata di Russia
Un
evento che ha "fatto la storia" del camperismo italiano
guadagnandosi il Guinness per il 1993
OPERAZIONE ICARO (In CAmper A ROssosch)
Io c'ero
testo
di Claudio
Galliani
La sera del 10-09-1993 un' insolito affollamento di camper
anima la periferia di Milano nei dintorni di Piazza Axum:
sta per avere inizio un viaggio da "Guinness dei Primati"
di cui si conserverà senz' altro il ricordo negli annali
del camperismo e del turismo itinerante.
L' iniziativa ha un nome: " OPERAZIONE ICARO-100 camper
dall'Italia alla Russia" voluta dall' Associazione Nazionale
Alpini in occasione del 50° anniversario della battaglia
di Nikolàjevka... ed in effetti i mezzi partecipanti
poi risulteranno 125 compresi i carri appoggio di cui due
camion e rimorchio più due moto di grossa cilindrata
ad uso staffetta.
Si tratta di un' impresa epica non solo per la lunghezza del
viaggio (6.200 Km da compiersi in 12 giorni su un sistema
viario che... va beh, lasciamo perdere!) ma anche perchè
è la prima volta in assoluto che una carovana di camper
si reca in Russia, sulle rive del Don, in zone fino a poco
tempo fa ritenute di interesse militare, precluse assolutamente
ad un qualsiasi tipo di turismo e prive di una qualsiasi infrastruttura
a ciò finalizzata.
Per questo motivo è stato necessario pensare proprio
a tutto e della colonna fanno parte 17 mezzi appoggio, resi
disponibili da vari Enti, tali da garantire un' assoluta autosufficienza:
1. Carro officina mobile (A.E.M. Milano)
2. Camion con rimorchio-pianale per recupero automezzi
non riparabili a brevi termini (Protezione Civile Comune di
Milano)
3. N^ 2 Autocisterne per complessivi 20.000 litri per
il carburante di scorta (A.E.M. & Protezione Civile Comune
di Milano)
4. Autocisterna da 10.000 litri per l' acqua potabile
(Protezione Civile Comune di Milano)
5. N^ 2 Carri-radio per telecomunicazioni di cui uno
della Protezione Civile-Polizia Municipale del Comune di Milano
e l' altro il "BigRed" del Caravan Club Gorizia
6. Camion con rimorchio Servizi-Igienici & Docce
(Protezione Civile Comune di Milano)
7. N^ 2 autoambulanze di cui una U.M.E. (Croce Rossa
Lurate-Caccivio Como)
8. N^ 2 autocarri-frigo, per alimenti & medicinali
(A.N.A. Protezione Civile-Como)
9. Gruppo cucina mobile su tre automezzi più
un rimorchio in grado di servire pasti caldi a tutto il personale
tecnico... ed anche a ospiti e a camperisti che ne avessero
necessità per qualsivoglia motivo (A.N.A.-Como Protezione
Civile).
Al mattino dell' 11-09, sveglia all' alba: il Capo Colonna,
Gen. Cesare di Dato da l' ordine di partire: Si va! E la colonna
inizia lentamente a muoversi sull' autostrada in direzione
confine Italo-Austriaco di Tarvisio-Coccau (UD)... ...ma vi
rendete conto di cosa significhi movimentare una massa del
genere? Se non ci siete abituati è molto difficile
lo possiate capire!
Vi basti pensare che, facendo partire i mezzi a 10 secondi
di distanza uno dall' altro, in un minuto ne partono 6 e sono
quindi necessari in media circa 20 minuti ... ma difficilmente
si riescono a rispettare tempi così ristretti!.. E
per fare il pieno a tutti? Anche se ogni autocisterna ne "fa"
quattro al colpo, vanno ore! ...Il serpentone si allunga e,
quando tutti sono in movimento, raggiunge le ragguardevoli
dimensioni di circa 10 Km di colonna.
Si arriva al valico di Coccau nel tardo pomeriggio senza grossi
problemi e, fortunatamente le operazioni doganali sono molto
rapide consentendo l' arrivo attorno alle 21 a Wolfsberg (A)
vicino a Graz dove ci sistemiamo in un grande spiazzo normalmente
adibito a mercato all' aperto.
C'è già lavoro per i meccanici: è proprio
il Carro-Officina che presenta un' avaria allo sterzo, che
però viene prontamente riparato e non procurerà
più noie.
Il giorno dopo, partenza di buon' ora: ci aspetta il confine
Austro-Ungherese, dove il transito si rivela molto più
facile del previsto: basta un' ora per sdoganare tutto e ripartire.
Da qui in poi la "musica" cambia: addio belle strade
ed autostrade dell' Austria! Sebbene in 10 anni i progressi
in miglioramento della viabilità compiuti dagli ungheresi
siano stati enormi ... la differenza c' è e si ...
sente ed a farne le spese sono soprattutto i pneumatici! ...e...quel
signore che aveva pensato di montare le ricoperte per ..risparmiare
ne "fece fuori" 3 già al primo giorno!
La segnaletica stradale in genere non è risultata sufficientemente
precisa e talvolta è addirittura "random",
comunque, prima del tramonto, siamo a Varpalota dove ci sistemiamo
su un terreno di proprietà di un amico degli italiani.
"OK", via per Budapest: c' è un tratto di
autostrada e pure bella e nel programma è prevista
la scorta della polizia per attraversare la città (ottimo)
...ma, giunti al punto previsto per l' incontro, ...della
polizia nemmeno l' ombra! Grave ! E in più bisogna
passare per il centro perchè non esiste circonvallazione!
Un' immediata riunione dello "Stato Maggiore" (in
considerazione della grandezza della città, del traffico
e del fatto che se i vari tronconi si fossero fermati ai semafori
sarebbe potuto succedere un putiferio) decide per la "maniera
forte": i mezzi di servizio (collegati tutti via radio
tra loro e con i motociclisti), muniti di sirena e lampeggiante,
si mettono in testa ed in coda ai vari gruppi di camper e,
preceduti dai motociclisti che hanno il compito di bloccare
gli incroci, si va! ...Esperienza allucinante! Ma lo scopo
è raggiunto: sono sufficienti solo 20 minuti per attraversare
e con un solo disperso, che verrà recuperato dopo poco
dai motociclisti.
Sospiro di sollievo e si imbocca nuovamente l' autostrada,
...finchè la dura, ma la dura poco! E così si
procede, balzellon-balzelloni fino al Parco Nazionale e Museo
all' aperto di Ortobagi, dove si può ammirare ciò
che rimane della Puszta (in lingua ungherese "deserto"),
oggi in gran parte bonificata e rimboschita; dopo una doverosa
sosta si riparte per giungere a Debrecen ...e qui troviamo
la polizia che ci scorta al campeggio.
Molto grande e pieno di verde questo campeggio... anche se
i servizi igienici sono scarsi e lasciano molto a desiderare,
ma chi se ne importa! ...Tanto noi siamo quasi tutti autosufficienti!
...Speciale e rivitalizzante la doccia, di purissima acqua
termale che sgorga nelle vicinanze ... e tutti vi si precipitano
...chissà fino a quando si dovrà attendere per
un' altra doccia "seria"!
Non sappiamo come sarà d' ora in poi la situazione-carburanti
e così le due botti da 10.000 vengono fatte riempire
una di gasolio e l' altra di benzina .... e lì fu che
...
Al mattino la polizia, dopo averci scortati ed accompagnati
sulla strada giusta ci saluta e ci augura un buon viaggio:
ne abbiamo proprio bisogno, perchè la strada continua
a peggiorare ed oggi a Cop ci aspetta il valico dell' Ucraina.
A Zahony, già prima del ponte sul Tibisco c' è
fila. Ahi, ahi! ... Parte un motociclista per controllare
la situazione e dopo poco via radio ci avverte di superare:
siamo attesi ... meno male!
Ricordo che di norma, nei tempi andati, per passare quel tipo
di frontiera, ci si metteva non meno di 4 ore per autoveicolo,
ora impieghiamo una media di 5 minuti: velocità supersonica
per i loro parametri... ma, per 125 che siamo ... vanno comunque
delle ore !
...E' fatta ! Attraversati i blocchi stradali ed i recinti
elettrificati con l' assoluto divieto di fotografare, siamo
in Ucraina e, scortati dalla D.A.I. (Derz-Auto-Inspekzija,
la polizia stradale ucraina) ci dirigiamo su L'VIV (Leopoli).
....Scorrevole e non difficile la strada che attraversa i
Carpazi, anche se in alcuni tratti l' asfalto ... assomiglia
ad un ... torrone (che abbiano imparato a farlo a Cremona?)
costringendo tutti a dei "numeri" assurdi per evitare
le buche!
... Visto poi che è zona di funghi, lungo la strada
i nativi ne vendono in gran quantità e freschissimi;
tentazione fortissima di procurarci un "super-miglioramento-rancio"
a buon mercato ... ma, non siamo vicini a Cernobyl? Eh già
!... e il Cesio non si vede ma c' è ... e si accumula
molto volentieri nei funghi! ... Con un po' di rimpianto lasciamo
perdere ... non è il caso di rischiare!
A Leopoli ci attende un vasto recinto presidiato dalla polizia
dove passiamo la notte.
Al mattino tutti i mezzi fanno rifornimento e partono.
Il tratto fino a Kiev non avrebbe storia... è solo
maledettamente lungo e piatto con la polizia che pretende
noi si viaggi a colonna unica invece che a settori (molto
più agili) con il risultato di immense perdite di tempo
e "fisarmoniche" terribili! .... ma, ci siamo lasciati
con il rifornimento di carburante a Debrecen vero? ... Ad
un certo punto prima uno, poi l' altro e poi ... e poi ...
e poi i mezzi a benzina sputacchiano, zoppicano ed infine
si fermano !!! ??? Mbeh ?! I meccanici aggrediscono il primo
e ... "ma cos' è 'sta schifezza che ci hanno venduto
per benzina ?!" ... alcuni mezzi hanno la pompa-carburante
danneggiata dalle porcherie ed i filtri sono otturati; è
giocoforza svuotare i serbatoi di tutti i "benzina"
e lavarli mentre i condotti di adduzione vengono puliti con
l' aria compressa ... speriamo ! Nostra grande preoccupazione
sono le due ambulanze, entrambe a benzina ... se danno forfait
è una bella grana !
Un mezzo, più recalcitrante degli altri, commuta a
GPL (beato lui che ce l' ha!) ... ma non può durare!
Continuiamo in direzione Kiev ammirando la solerzia con la
quale le autorità locali si impegnano a migliorare
a brevi termini la rete stradale, ma questo significa per
noi innumerevoli cantieri di lavoro, buche, buche e poi ancora
buche con continui rallentamenti fin quasi al passo d' uomo;
con alterne vicende e grande ritardo arriviamo che è
già buio e, sorpresa! c' è un campeggio! non
nello standard occidentale ... ma giuro che non ce lo aspettavamo.
Fa gli onori di casa l' Ambasciatore d' Italia in Ucraina.
Intanto tutti gli appuntamenti, visita della città
compresa, sono "saltati" vista l' ora di arrivo,
pazienza ! Ci rifaremo al ritorno! Speriamo! ... per tutta
la notte i cisternisti filtrano benzina recuperando vari Kg.
di "schifezze" ... però ormai anche la botte
è sporca: bisognerebbe svuotarla del tutto e lavarla
... ma come fare ?! ...speriamo !
Anche la strada per Harkov è piatta e c' è ...
anche un tratto di autostrada !!! La polizia ucraina ha finalmente
capito che è meglio farci viaggiare a settori e così
partiamo fiduciosi di riguadagnare il tempo perduto e di non
arrivare troppo tardi.
Al primo momento, al vedere le doppie corsie tiriamo un sospiro
di sollievo: ecco l' autostrada! Sì! Autostrada! Te
la raccomando! non ci sono mica i recinti ai lati e la gente
porta ... a pascolare cavalli e vacche lasciandoli liberi
sull' aiuola spartitraffico centrale ... avete mai pensato
a cosa possa passare per la testa di una vacca o di un cavallo
vedendo tutti questi mezzi con polizia a lampeggianti e sirena
? Neppure noi ! Fatto sta che un cavallo decide improvvisamente
di attraversare e incoccia in un camper: cavallo a terra con
una bella ferita e vetro posteriore del camper a pezzi! E'
un cavallo di Stato ! Verbali, controverbali, sopralluoghi,
perdite di tempo a non finire ! ... e per i danni al mezzo
che viene scagionato da ogni colpa ? Vaghe promesse mai mantenute:
il "tapino" si tenne il danno e di soldi non ne
vide mai.
Morale della favola: arriviamo tardissimo anche perchè
il nostro carro-officina e le ambulanze sono chiamati ad intervenire
su un incidente con morti e feriti ... pensare che lì
non hanno nemmeno le cesoie idrauliche per tagliare le lamiere
... e poi alcuni benzina seguitano a far capricci costringendo
i meccanici a continui interventi, finchè stufi mettono
il più recalcitrante sul carro- attrezzi per pensarci
poi all' arrivo; all' ingresso della città la segnaletica
è quasi inesistente e molti mezzi, dispersi, mancano
all' appello: saranno radioguidati dal campo o recuperati
uno ad uno da nostre pattuglie ... ma sarà passata
mezzanotte prima che tutti giungano al posto destinato.
... Notte bianca per meccanici e cisternisti, gli uni a rimettere
in sesto i mezzi benzina zoppicanti, gli altri a rifiltrare
benzina recuperando ulteriori Kg di schifezze e addirittura
sassolini ! Il camper che aveva girato a GPL lo ha finito
ed a benzina non vuol proprio saperne: viene caricato sul
carro attrezzi ... se ne riparlerà a Rossosch sperando
che non ce ne siano altri ad aver bisogno del carro!
Sotto scorta della polizia si parte alla volta della frontiera
con la C.S.I. su strade ... strade ?! Buche con un po' di
ghiaia attorno !
Un mezzo rompe un semiasse, ma il pilota, vecchio volpone,
se n' era portato uno di scorta così la cosa si risolve
in mezz' ora ed a "tarallucci e vino" ... finchè
alle 11.00 giungiamo al confine.
Superiamo un primo posto di controllo ... sguarnito ! Che
bello !
Ma abbiamo cantato vittoria troppo presto ! Ecco il vero blocco
!.. Sorpresa ! I russi cadono dalle nuvole e vanno in crisi
esistenziale al vedere tanti mezzi; alcune telefonate chiariscono
l' inghippo: la polizia ucraina ha sbagliato strada e posto
di confine ! Non è questo il valico a noi destinato
e qui non ci aspettava nessuno, inoltre abbiamo allungato
la strada di quasi 150 Km e siamo agli sgoccioli col carburante
! Cosa fare ? Siamo nella "terra di nessuno", quindi
siamo già usciti dall' Ucraina (intanto gli ucraini
se ne sono andati "piantandoci" la), i nostri visti
valgono solo per un' andata ed un ritorno ... che facciano
eccezioni ? Spediamo un motociclista con l' interprete a sentire:
picche ! Indietro non si torna ! Fortunatamente un ufficiale
russo prende a cuore la situazione e si da da fare: passeremo
di la .... ma e per il carburante ?
Al paese vicino assicurano ce ne dovrebbe essere, al che noi,
che abbiamo dollari (valuta ambitissima in quei posti) riteniamo
di viaggiare "sul velluto".
Alle 18.00 finalmente entriamo in C.S.I. e cerchiamo il famoso
distributore, che troviamo anche abbastanza agevolmente, ma
... sempre i ma (pare quasi si faccia concorrenza a Lupo Alberto
o alla Legge di Murphy), il benzinaro non ne vuole sapere
dei dollari, incredibile ! Vuole rubli ! ... e chi li ha ?
La polizia e il famoso ufficiale di prima fanno aprire la
banca (vista l' ora era altro che chiusa !) e qui il cassiere
si mette a far le bizze: non vuole biglietti di grosso taglio,
accetta solo quelli da 1 dollaro ... ma vi immaginate a dover
comprare più di 2.500 litri di gasolio e altrettanti
di benzina pagando con biglietti da 1 dollaro ? Allucinante
!
Finalmente l' ufficiale riesce a far desistere l' ometto dalle
sue assurde pretese e finalmente si può far rifornimento
... ma sono già le 20.00 ... e ci aspettano ancora
quasi 300 Km di strada !
Sono arrivate le 04.00 del mattino ... ma cos' è ?
Pare un blocco ! No ! E' Ívanov, Sindaco di Rossosch
che, con la sua scorta ci ha atteso per tutta la notte, oltretutto
non piove, diluvia !
Contentissimo di vederci ci pilota su un terreno, all' immediata
periferia della città, che ha fatto bonificare, spianare
ed inghiaiare proprio per noi mettendoci a disposizione, oltre
all' acqua potabile ed all' energia elettrica, un ufficio
con possibilità di telefonare direttamente in Italia
per pochi rubli.
Qui
tutti i mezzi rimarranno fino al giorno 20.
Al
mattino ... ma non era già mattina quando siamo arrivati
?, nessuno si alza presto ... capirai, comunque veniamo informati
sulle iniziative e programmi della giornata: si va sull' ansa
del Don, a Nòvaja Kalitvà, sulle posizioni che
furono della "Julia" e nessuno vuol mancare ad un
appuntamento di tal genere.
Attraversando la città notiamo nei posti più
in evidenza le scritte in italiano e russo "Benvenuti
ospiti Italiani": è una bella soddisfazione !
Non dobbiamo infatti dimenticare che durante la guerra noi,
in quei luoghi, siamo stati un esercito invasore !
Lungo la strada che porta al Don visitiamo l' isba (oggi museo)
che era servita quale comando del "Saluzzo" e subito
dopo giungiamo al grande fiume: commozione dei reduci che
narrano l' orrore di quei giorni e ci descrivono il terreno
e le varie fasi della battaglia; la visita culmina a "Quota
Pisello", che con la vicina "Quota Cividale"
fu caposaldo ed oggi è considerata "Zona Sacra"
anche dai Russi, sulla quale sorge un monumento non solo ai
Caduti dell' Armata Rossa, ma vi sono ricordati anche i Caduti
italiani ... il coro alpino intona "Signore delle Cime"
a ricordo di tutti. Per me, che questa Storia l'ho studiata
sui banchi di scuola, variamente interpretata a seconda della
parte politica dei docenti, è un'esperienza sconvolgente
sentirla raccontare (quella vera) da chi l'ha vissuta sulla
propria pelle e riconosce prima un posto, poi un altro: "qui
era il nostro riparo" "di la sono arrivati i Russi"
etc etc. Prima di ripartire tutti i presenti raccolgono a
ricordo un po' di terra.
Domenica 19 è giorno di cerimonie ufficiali.
Raggiungiamo l' asilo/scuola costruito dagli Alpini con la
cassa del "Vino della Pace" sotto braccio: attendiamo
schierati e ... ... ma Giove Pluvio ce l' ha proprio con noi
! E chi si può muovere da qui?! Risultato: annegati
totalmente
ci mancava per coreografia solo
il
pesce rosso !
Dopo la Messa al campo concelebrata anche dal Pope locale
ed i discorsi di circostanza delle varie autorità tra
cui il nostro Ministro della Difesa Fabbri, le chiavi simboliche
dell' edificio vengono consegnate ai bambini russi da una
rappresentanza di bambini italiani, quand' ecco sale sul palco
il pluridecorato Ivan Saprikin, già tenente del 155^
Reggimento Carri della Guardia, che fu tra i primi ad entrare
il 16 gennaio di 50 anni fa in Rossosch.
Figura emblematica e profondamente umana poichè in
quei giorni terribili diede ordine ai suoi di non far fuoco
sui soldati italiani che si stavano arrendendo; chi più
di lui può essere degno di ricevere il "Vino della
Pace" ?
Gli organizzatori mi fanno cenno e, salito sul palco, dopo
aver detto alcune parole in omaggio ai Caduti e spiegato il
profondo significato di questo gesto, consegno il vino al
reduce alpino dal Fronte Russo M.llo Cattaneo, che ne fa dono
a Saprikin abbracciandolo con le lacrime agli occhi.
Nel pomeriggio, dopo la visita ai locali dell' asilo/scuola,
(veramente molto ben progettato e realizzato), con una folla
di migliaia di persone ci rechiamo per il doveroso omaggio
ufficiale sia al monumento ai Caduti dell' Armata Rossa sia
a quello eretto a ricordo dei Caduti italiani; in un silenzio
carico di commozione vengono suonate le note del "Silenzio
fuori Ordinanza" ed italiani e russi depongono assieme
una corbeille di fiori su entrambe le lapidi.
In serata, nel teatro dell' ex Casa del Popolo festa e ballo.
Giornata importantissima il Lunedì: si va a nella località
a noi nota come Nikolàjevka, ma che i Russi oggi chiamano
Lìvenka, nome mitico che da solo risveglia mille ricordi,
in noi per quanto abbiamo appreso sui banchi di scuola, ma
reali e vivi per i reduci, anche dopo 50 anni !
Giunti al paesino, non serve la guida russa, sono i reduci
stessi che abbiamo portato con noi a farci da guida portandoci
al terrapieno della ferrovia, quel terrapieno dove tantissimi
alpini furono falciati dalle mitragliatrici guidate dal posto
di osservazione che si trovava sul campanile della chiesa
ed a uno dei tre sottopassi che permisero agli alpini di entrare
in paese defilati dal tiro: qui tutti raccontano ed un reduce
bergamasco narra di come, da lì, per "tornare
a baita" fu costretto con tanti suoi compagni a farsela
a piedi... fino a Kiev !
Si va alla chiesa ... ci immaginiamo per un momento di essere
l' ufficiale osservatore russo che, dal campanile, quando
vide le migliaia di uomini disperati che, scendendo dalla
balka avanzavano al grido del Gen. Reverberi: "Tridentina
Avanti!", si spaventò a tal punto da dar ordine
ai suoi di ripiegare ... e fu così che la "sacca"
fu sfondata !
Il Pope ci accoglie e ci apre quella chiesa che per una notte
servì da rifugio agli alpini stremati dal freddo dalla
fame e dalla fatica, ci mostra numerosi cimeli, compreso un
quadro a soggetto religioso lasciato lì 50 anni fa
dai nostri soldati: è cordialissimo e, da quanto dice,
apprendiamo una cosa bellissima che ci riempie di soddisfazione
e di orgoglio: i nostri alpini, nella memoria dei vecchi,
pur essendo stati parte di un esercito invasore, non hanno
lasciato un ricordo sgradevole, anzi !
Ed i reduci vengono festeggiati dalla gente richiamata da
un simile avvenimento (c'era anche chi, ormai settantenne,
aveva vissuto "dall'altra parte" quei tragici giorni)
come fossero dei vecchi amici ! Ed alcuni addirittura si riconobbero
a 50 anni di distanza.
Non vi dico l'emozione: non è
descrivibile. Solo chi ha vissuto questi momenti può
capire.
Dopo una breve preghiera tutti assieme, il Pope ha in serbo
un'altra sorpresa: è riuscito, con l'aiuto degli anziani
del villaggio, ad identificare uno dei luoghi dove la pietà
della gente ha sepolto in una fossa comune i caduti di quelle
giornate, russi e italiani assieme: ci porta sul posto e solo
lì riusciamo a capire: oggi, che i corpi si sono consumati,
è diventata una buca ricoperta d'erba ma profonda più
di 20 metri, larga 30 e lunga almeno 50.
I vecchi narrano che, dopo la sepoltura il terreno era stato
pareggiato ! Molti reduci ricordando piangono ... una preghiera
con l' impegno per il futuro di erigere una croce e andiamo.
... ieri ed oggi i meccanici hanno lavorato sodo sui mezzi
a benzina e ... si sono arrangiati nei modi più strani,
fatto sta che il padrone di un Fiat 238, che aveva la pompa
carburante letteralmente tritata ed inservibile si è
visto smontare il serbatoio per legarlo poi sul tetto del
mezzo ... per alimentare il motore a caduta ... ed un altro,
che aveva noie diverse, ma sempre legate all' alimentazione,
si vide smontare il cofano per poterci piazzare all' interno
un bidoncino da 10 litri che veniva riempito ogni tot Km con
una pompa a mano dal serbatoio principale ... una specie di
"by-pass coronarico" per camper !
E il bello è che sono rientrati in Italia così,
suscitando la curiosità e l'ilarità di tutti
quanti li osservavano ... figuratevi ai confini !
Solo uno dei mezzi, non riparabile sul posto, farà
rientro fino a Udine sul carro attrezzi.
Martedì ... dobbiamo rientrare.
Smontato il campo ci avviamo alla frontiera russo-ucraina
... al posto giusto stavolta ! Sul nostro percorso incontriamo
un' altra località dove i nostri soldati hanno scritto
pagine di eroismo e di sangue: Walujki ! Fu lì che
i fanti del "Vicenza" e gli alpini della "Cuneense"
si immolarono per fermare i carri armati russi !
Ci fermiamo lungo la strada ed un ufficiale del "Susa",
reparto che ha raccolto il testimone della disciolta "Cuneense",
legge la "Preghiera dell' Alpino".
Al termine di questa breve ma sentita cerimonia che viene
ritrasmessa via radio ed altoparlanti a tutti gli equipaggi
si riparte.
Al confine siamo attesi e le formalità sono minime
... quasi avessero voglia di ... "spedirci", comunque,
nell' attesa, individuiamo un ospizio per anziani: le vecchiette
ci accolgono con gioia e, constatate le loro condizioni di
necessità, anche se ormai praticamente tutto è
stato lasciato a Rossosch, verifichiamo le nostre scorte di
cibo: ci autotassiamo tutti prelevando dalle nostre dispense
e da un camion della sussistenza scarichiamo tutte le eccedenze:
festa grande ... scappiamo via perchè la polizia ucraina
"spinge".
La tratta fino a Poltàva non ha storia: si va addirittura
con scorta di elicottero militare ... ... accipicchia, oggi
capisco perchè la polizia ci stava tanto appresso e
ci vegliava come dei bambini stimolandoci a stringere i tempi
!
E' il 21-09-1993 ... e solo dopo sapremo dei problemacci scoppiati
a Mosca con Eltsin e
soci !
Mercoledì 22-09, da Poltàva a Kiev:
Nessuna difficoltà su una strada che già conosciamo
ed arriviamo nel primo pomeriggio.
Ottima occasione ! Ci piazziamo al camping e viene organizzata
la visita alla città
che, nella sua parte antica,
si rivela di una bellezza eccezionale con la sua cattedrale
dalle cupole dorate ed i monasteri della "Lavra alta"
e della "Lavra bassa" da cui si può godere
la vista del grande fiume Dniepr ... ... per consentirci la
visita, il bus è costretto a passare davanti al parlamento
... appena qui, pur non sapendo nulla, sentiamo la "puzza"
che qualcosa non va per il verso giusto: tutte le strade sono
bloccate e ci sono schieramenti di polizia da far paura, tutti
in tenuta antisommossa ! A noi non accade nulla ed in serata
siamo attesi presso la sede dei Veterani Ucraini, dove, alla
presenza del segretario dell' Ambasciatore d' Italia, viene
ripetuta la cerimonia, ripresa dalla televisione di stato
ucraina, del dono del "Vino della Pace" che il sottoscritto
consegna ai rappresentanti dei reduci ucraini assistito dall'
alpino Antonio Fioroni di Bellagio (CO) reduce da Nikolàjevka.
Giovedì, è ora di ripartire; nessun problema
per noi con la polizia che ci scorta anche dall' aria.
Uscendo dalla città noto numerosi posti di blocco con
sbarre e chicanes attraverso la strada, che all' andata non
c' erano; il tutto vigilato da uomini armati ... e se l' AK-47
non dovesse bastare, dietro alcuni gruppi di case, mimetizzate,
ma ben riconoscibili, spuntano talvolta torrette di tank ...
Fino a Leopoli tutto fila liscio, pernottiamo ed il giorno
successivo eccoci alla frontiera ungherese; anche qui siamo
attesi e si passa alla svelta.
Quando le sbarre ucraine si chiudono dietro il convoglio,
personalmente tiro un sospiro di sollievo, che ritengo sia
stato condiviso da molti ... anche se non ci è accaduto
assolutamente nulla, l' aver visto le città principali
in stato d' assedio è stato fonte di non poche preoccupazioni
... comunque tutto è bene quel che finisce bene !
Arrivati a Debrecen torniamo nel campeggio visitato all' andata
... tutti di corsa alle docce (ci mancavano da Rossosch).
Oggi, Sabato 25, la giornata sarà lunga e faticosa:
dovremo percorrere in una sola botta quanto all' andata aveva
richiesto due giorni ! Sveglia all' alba e via ! Una sosta
di mezz' ora ad Ortobagi ferreamente rispettata e poi ...
Budapest ... comunque stavolta con noi c' è la polizia
! Sorpresa ! Alle porte della capitale la polizia ci "pianta"
! Che fare ? Memori dell' attraversamento precedente optiamo
per una soluzione leggermente diversa: la disposizione dei
mezzi e la metodica di transito sarà identica come
all' andata, ma, per evitare i grossi nodi di traffico, stavolta
noleggiamo un taxi che ci faccia da guida ed attraversiamo
che non ce ne siamo quasi accorti.
All' uscita dalla città ... rieccoti la polizia ...
ma perchè mai ci avranno lasciato attraversare senza
scorta ? Boh !
Ci siamo riusciti ugualmente e con eleganza anche senza di
loro !
Al confine austro-ungherese che raggiungiamo già a
buio fatto le pratiche sono molto celeri: si prosegue per
Graz dove finalmente prendiamo l' autostrada che ci condurrà
fino a Wolfsberg.
Al rientro in Italia ... ciliegina sulla torta ! E' domenica
e perdiamo un paio d' ore perché al valico non vogliono
lasciar passare i camion di sussistenza e supporto tecnico
della colonna ... alla fine però si convincono e andiamo
tutti; alle 10.30, ad Udine Nord salutiamo via radio e prendiamo
la strada di Gorizia dove giungeremo mezz' ora dopo, noi,
operatori di protezione civile, di ritorno da un' operazione
di protezione civile ed aiuti umanitari, a concludere degnamente
l' esercitazione triveneta A.N.A. di protezione civile che
si svolgeva in Gorizia proprio in quei giorni portando ufficialmente
sul palco i saluti ed i messaggi di fratellanza affidatici
a Rossosch.
Si ringraziano per la collaborazione ad "OPERAZIONE ICARO",
oltre agli Enti e persone già citate,
> - Lo S.M. Esercito
> - Le rappresentanze diplomatiche italiane di:
Ungheria, Ucraina e C.S.I.
> - Il Colonnello Alfredo Lupo, addetto militare
presso l' Ambasciata d' Italia a Budapest.
> - Il Dr, Guido De Sanctis, segretario presso l'
Ambasciata d' Italia a Kiev.
Strutturazione
organizzativa del viaggio & strategia operativa
(va da sé che con un così gran numero di
persone era necessaria una disciplina che,
pur non imposta dall'organizzatore fu capita e messa in pratica
da tutti)
1.
Giornata tipo & movimentazione dei mezzi:
1.1. Ore 4.00 sveglia e rifornimento mezzi dalle
botti; (40 litri per macchina e con priorità
all'unità logistica) di seguito ammassamento dei
mezzi riforniti al piazzale di partenza
1.2. Ore 6.00 partenza unità logistica composta
da:
1.2.1. 1 motociclista con funzione di unità
esplorante
1.2.2. 1 autovettura radiomobile
1.2.3. 2 autocarri frigo trasporto viveri
1.2.4. 1 autocarro-cucina
1.2.5. 1 autocarro trasporto materiale logistico (tenda-mensa,
panche, tavoli, generatore etc)
1.2.6. 1 botte da 10.000 litri di acqua potabile
1.2.7. 1 autoarticolato servizi docce & latrine
mobili
1.3. Ore 7.00 inizio movimento colonna;
1.3.1. Capo Colonna
1.3.2. in testa carro radio per collegamenti a lunga
distanza (a giorni alterni Caravan Club Gorizia & PC-Milano)
per copertura radio dell'intera colonna, per contatti colonna-unità
logistica e per collegamenti Colonna-Italia (cfr 1.3.10)
1.3.3. tre sezioni di circa 35 camper a distanza di
circa 10 primi una dall'altra fornite di
1.3.3.1. collegamento radio a media distanza tra testa
e coda di ogni sezione e tra sezione e capo-colonna attraverso
i 2 carri-radio principali con funzione di "filtro"
1.3.3.2. collegamento radio CB tra mezzo e mezzo
1.3.4. 1 motociclista con funzioni di "cane pastore"
operante su tutta la colonna e collegato via radio con il
capo-colonna
1.3.5. Carro officina
1.3.6. Botte da 10.000 litri gasolio
1.3.7. Botte da 10.000 litri benzina
1.3.8. 2 autoambulanze
1.3.9. 1 autoarticolato con carro-pianale per recupero
mezzi in panne
1.3.10. in coda carro radio per collegamenti a lunga
distanza (cfr 1.3.2)
1.4. Ore 12.00 sosta pasto di 45/60 minuti;
1.5. Ore ???? arrivo al termine di tappa.
Sviluppo della colonna in marcia: da 20 a 30 Km; talvolta
tra Capo-colonna & Coda-colonna più di 60 Km e
tra Coda-colonna ed unità ligistica anche 100 Km.
Per ovvi motivi il rifornimento di cui al punto 1.1 non è
sufficiente per tutto il tragitto ed anche i consumi sono
diversi tra veicolo e veicolo, pertanto, al fine di limitare
al massimo i "tempi morti" e non rallentare la marcia
della colonna è stata elaborata e resa operativa con
successo la seguente
2. Strategia rifornimenti & panne:
2.1. Il mezzo in difficoltà accosta a Dx avvertendo
via radio CB il suo capo-sezione
2.2. Carro officina (1.3.5) accosta al mezzo fermo
e ne verifica le esigenze
2.2.1. Mancanza di carburante: fa avvicinare
la botte (1.3.6 oppure 1.3.7) a seconda delle esigenze e in
caso di veicolo a gasolio provvede allo spurgo dell'impianto
e rimessa in marcia
2.2.2. Avaria: ha 30 minuti per risolvere l'avaria
sul posto; se non vi riesce il mezzo in avaria viene caricato
su (1.3.9) per essere riparato "al campo" a termine
di tappa.
2.3. Il carro-radio di coda 1.3.10 rimane con 1.3.5
fino alla rimessa in marcia del mezzo fermo o al suo caricamento
su 1.3.9
2.4. Il mezzo che si è rimesso in marcia si
accoda alla III sezione dando avviso radio attraverso il carro-radio
di "avvenuta partenza" al suo capo-sezione &
alla prima sosta riguadagna il suo posto in colonna.
In
due occasioni ho parlato del "Vino della Pace" da
me portato e consegnato ai reduci
Ecco cos'è e da dove viene
IL "VINO DELLA PACE" É FIRMATO DA
UN ALPINO
Dalla
considerazione che il vino, a memoria d' uomo è sempre
stato associato all' amicizia, alla convivialità ed
al dialogo, Luigi Soini (enotecnico & enologo) aveva da
anni accarezzato l' idea di proporre un qualcosa di sovranazionale
che potesse essere assurto a simbolo di pace e fratellanza
tra i popoli.
Nel 1983 la possibilità gli venne offerta dall' Alitalia
ai cui dirigenti il progetto era piaciuto e così furono
raccolti in tutti i cinque continenti 400 vitigni che poi
vennero trapiantati in Friuli nei pressi di Cormòns
(GO), in piena zona D.O.C., in una località che oggi
è nota come "La Vigna del Mondo".
Questo non bastava però per l' internazionalità
del progetto e così venne interpellata per un' attiva
collaborazione la dirigenza del "Collegio del Mondo Unito"
di Duino (TS), che raccoglie studenti provenienti da tutto
il mondo e che gode dell' altissimo patrocinio di S.A.R. Il
Principe di Galles; l' adesione fu entusiastica e così,
nel 1985, vendemmiato dagli allievi del Collegio e decorato
da artisti di levatura mondiale nacque il "Vino della
Pace" che, per disposizione tassativa del Soini, non
si volle divenisse un prodotto commerciale: esso infatti è
irreperibile sul mercato ed è riservato esclusivamente
a Capi di Governo (cui viene recapitato dall' Alitalia) che
si sono particolarmente distinti a favore della Pace nel Mondo.
Nel 1993, in una delle pochissime eccezioni a questa ferrea
regola, ad opera del Presidente del Caravan Club Gorizia Claudio
Galliani, allora Coordinatore Nazionale della Protezione Civile
Federcampeggio e iscritto al Gruppo A.N.A. di Gorizia e facente
parte dello Staff operativo dell' "Operazione Icaro"
in qualità di tecnico per le telecomunicazioni, il
"Vino della Pace", gelosamente custodito nel suo
camper "BigRed" attrezzato a Carro-Radio, è
giunto in Ucraina ed in Russia per essere donato da due Reduci
Alpini a due reduci dell' ex Armata Rossa quale simbolo di
riconciliazione e dell' assurdità di tutte le guerre.
Le due cerimonie ufficiali di consegna hanno avuto luogo il
19-09-1993 a Rossosch in occasione dell' inaugurazione dell'
asilo/scuola costruito dall' A.N.A. ed il 22-09-1993 a Kiev
presso la sede dei Veterani dell' Ucraina rispettivamente
ad opera dei Reduci Alpini dal Fronte Russo Cattaneo &
Fioroni."
Claudio Galliani
Icaro 17/112
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