Dublino … lo Spire vi salverà!
testo e foto di Claudia
Sicuramente vi starete chiedendo: “salvarci
da cosa?”
In effetti saremmo noi a doverci salvare dai vari Spire
e figliocci nati per festeggiare, in tutto il mondo, l’anno
2000!
Mi spiego: lo Spire o “Monument of light”
è una imponente struttura cilindrica di 120 metri
di altezza, che si erge nel bel mezzo di O’Connell
Street, una delle arteria principale di Dublino. In netto
contrasto con l’architettura circostante prevalentemente
in stile georgiano, nasce per celebrare l’arrivo del
nuovo secolo ma, fortemente osteggiato, viene posto lì
qualche anno dopo. E’ quindi una di quelle strutture
partorite dalle perverse menti moderne per (insultare???)
l’anno 2000.
Bah, che dire,almeno una funziona gliela si
può riconoscere: quella appunto, di salvarci! Salvar-ci
dal disorientar-ci! Quando, nel bel mezzo dello scoramento,
alzerete lo sguardo al cielo implorandolo di aiutarvi a
ritrovare la strada, beh, lo Spire sarà lì,
pronto per voi … è così alto che lo
si vede da molti punti della città!
Abbandonando questa digressione direi che,
per il resto, Dublino è una città graziosa
e giovane, dal gusto British, ma non troppo, del resto,
attenuta la piena indipendenza, mai i dublinesi vorrebbero
essere paragonati ai fratelli britannici! Niente sterlina
quindi, si paga in euro, nessuna regina per carità,
sì si parla inglese, ma sappiate che la lingua nativa
è il gaelico, presente ovunque in doppia iscrizione!
Non vi serviranno quindi una English, ma una Irish Breakfast,
benché sia esattamente identica alla colazione che
vi servirebbero nel cuore di Londra, avrete dell’Irish
butter (burro) da spalmare sui vostri toasts e mangerete
un ottimo Irish Stew, cioè un delizioso spezzatino
di carne … irlandese! La fila sì, quella è
sacra anche a Dublino! Loro però sono meno “polite”(
educati) dei fratelli … ops fratellastri inglesi!
Vi parleranno con un tono di voce alto, non vi chiederanno
scusa quando sarete Voi ad urtarli per caso per le strade
affollate, non vi ringrazieranno per tutto ciò che
farete o non farete! Non troverete, inoltre, caffetterie
americane ed italiane ad ogni angolo della strada, così
come a Londra ( Starbucks o Caffè Nero, intendo)
è come se in questo modo tentassero di salvaguardare
la propria identità, anche se poi scivolano sulla
buccia di banana, globalizzata, dei dannati McDonald’s
e Burger King presenti ovunque! Un’altra cosa colpisce:
è vero, ci sono moltissimi giovani in giro, si vedono
anche alcuni anziani canuti, ma la generazione di mezzo,
dove l’avete messa, nell’Irish Stew??? I cinquantenni,
i sessantenni, dove sono??? Quello che balza, inoltre, tristemente
all’occhio è che molti ragazzi chiedono l’elemosina
sul ciglio della strada, giovani come sono, mi dico, perché
si sono ridotti così?
Tante domande mi girano nella testa, mentre
attraverso O’Connell Street, imponente stradone, un
po’ squallida a dire il vero, sede del General Post
Office e sicura direzione per zone più interessanti
della città. La stessa viene tagliata perpendicolarmente
da N.Eearl Street e Henry Street, due arterie ravvivate
e segnalate dalle luminarie natalizie, piene di gente e
Supermarket la prima e negozi di abbigliamento e Centri
Commerciali, la seconda. Sulla prima delle due strade è
ancora esistente il negozio Bonavox, dal quale Bono degli
U2 prese il nome.
Proseguendo invece lungo O’Connell St.
ci si ritrova sul fiume Liffey che traccia il confine tra
la parte Nord e quella Sud di Dublino. E’ quest’ultima
la più ricca di attrazioni, prima fra tutte, la zona
di Temple Bar, dove potrete e dovrete gustare una ottima
pinta di birra presso l’antico ed omonimo Bar, dal
quale l’intera zona, prese nome. Carina e vitale,
la zona ci ha offerto un simpatico “sketch di cabaret”
con un irlandese ultra ubriaco! Il tizio, ci si avvicina
dicendoci col suo inglese etilico, che non vuole soldi ma
solo parlarci, ci consiglia di non mangiare in quella zona
che produce “cibo per turisti”, non vorrebbe
che tornando in patria pensassimo che il cibo irlandese
fosse cattivo, dice! Ci salutiamo con una promessa: quella
di pranzare altrove! Ancora mi risuona nella testa il suo
ripetuto: “Me lo prometti?” . “Ok, te
lo prometto”, gli rispondo! La promessa l’abbiamo
mantenuta, fratello irlandese e girata a chi voglia accogliere
il tuo consiglio! Troppo simpatico, diceva di aver iniziato
a bere alle 7 del mattino, come da tradizione e c’era
da credergli, non si reggeva in piedi!
Nei pressi della zona di Temple Bar, ci si
imbatte nella Banca d’Irlanda e subito accanto, nel
Trinity College, antichissimo ed imponente Università,
che conserva al suo interno il “Book of Kells”
un celebre manoscritto, attualmente in restauro e sostituito
da una fine copia. L’etica irlandese li porta quindi
a ridurre, temporaneamente, il biglietto d’ingresso,
la mia a non visitare nulla che non sia originale, quindi
viriamo verso Grafton Street, animatissima strada piena
di negozi e locali, sulla quale vi introdurrà la
statua bronzea di Molly Malone.
Un’ altra visita quasi obbligata è
quella alla Guinness Storehouse, la fabbrica della birra,
dell’oro nero di Dublino. Consapevoli delle distanze,
ci incamminiamo pazientemente sulla strada principale, esterna
a Temple Bar. Il lungo cammino ci permette di imbatterci,
sulla sinistra della stessa, nel Dublin Castle e più
avanti, sulla destra, nell’imponente Christ Church
Cathedral. Infine, un po’spaesati ed un po’
infreddoliti, persa la bussola e la cima dello Spire, ci
decidiamo a chiedere informazioni. Ci dicono di proseguire
ancora per 10 minuti.
Un forte odore di caffè accompagna il tragitto, l’indizio
olfattivo ci rincuora, scopriremo poi che quello è
il tipico odore dell’orzo tostato! La fabbrica è
l’esposizione del nulla! E’ la celebrazione
di un mito, di un marchio, di una storia, di una tradizione,
ma in sostanza non c’è molto da vedere e che
giustifichi il prezzo del biglietto: 15 euro… ma quanto
dovrebbero costare allora i Musei Vaticani??? L’unica
cosa per cui vale la pena andare lì è il Gravity
Bar, l’ultimo dei sette piani di nulla, sul quale
potrete sorseggiare la birra che vi offriranno gratuitamente
(l’etica irlandese di cui sopra!) e dal quale godrete
una gradevole vista della città e dello … Spire!
Maledetto! Sempre tu! Allora eri lì?!?
Su suggerimento di una hostess, prendiamo, per il ritorno
in zona albergo, il bus 123…pare uno scherzo, ma il
numero è davvero quello!
Si rientra in patria di domenica, il che rallenta un po’
i nostri piani, in quanto, la domenica appunto, i negozi
aprono dopo le 10. Avremmo voluto comprare qualche altra
cioccolata alla Guinness e al Baylis e visitare il negozio
di strumenti acustici Bonavox ancora chiuso, ma è
ora di andare …
Volo perfetto, equipaggio italiano, atterraggio
in anticipo. Uscendo dal gate fingo di sbagliare direzione,
mi reimbarco, prendo un volo qualsiasi mi dico, non voglio
tornare a casa!
Quanti posti bellissimi ancora da vedere …
e la mente torna a volare!
Claudia
www.sulmona.org