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LE ISOLE GRECHE!

di Franco Zanghì

Era tempo che sognavo di fare un viaggio nelle isole greche e finalmente quest'anno riesco a partire.

Ho appuntamento con Andreas, uno svizzero, conosciuto su internet, che passa gran parte dell'anno in mare e che mi sta aspettando a Samos, una graziosa isola dell'Egeo.

Ci incontriamo nel porticciolo di Pitagorion, la città che diede i natali a Pitagora.

Andreas parla bene 4-5 lingue e ha l'aspetto di quello che si dice un lupo di mare.

Purtroppo, a causa di un contrattempo, arrivo a Samos con un giorno di ritardo e mi perdo la visita dell'isola. Mi dovrò accontentare di dare un'occhiata mentre ci avviciniamo alla barca dove ci attendono Annemarì ed Eckbert, due tedeschi.

Andreas mi espone le regole della barca e mi dice subito che a bordo tutti dobbiamo lavorare e, anche se completamente inesperto di vela, faccio del mio meglio per dare una mano. Dopo poche ore mi sento già un marinaio, ma continuo ad indossare i braccialetti cinesi per evitare il mal di mare.

Puntiamo a sud, la direzione è Gaidaròs, dove arriviamo dopo poche ore, ormeggiamdo nell'incantevole baia di Sen Gheorg.

Eckbert mostra non poche difficoltà a mettere in pratica gli insegnamenti del comandante che intanto prepara il pranzo.

Nel pomeriggio facciamo una prima ricognizione dell'isola.

Una sosta ed un caffè turco e Uzo con acqua ghiacciata è quello che ci vuole.

Nel piccolo villaggio di San Gheorg, facciamo conoscenza con un pescatore del luogo che parla discretamente la nostra lingua e ci racconta di quando quelle isole erano occupate dai soldati di Mussolini.

Ne parla molto bene ed è fiero di aver frequentato le scuole italiane imposte dal fascismo. Poi nella piazzetta del porto conosciamo Elias.

Elias è di Atene ed è qui in vacanza con la sua compagna Elli. Facciamo amicizia e la sera ceniamo tutti insieme.

Siamo a Marati. Arriviamo nel porto che è già ora di pranzo. Oggi ho cucinato io, e miei spaghetti hanno riscosso un buon successo.

Sull'isola c'è una piccola taverna gestita da un eccentrico tipo che si fa chiamare "il pirata".

Con Andreas saliamo su un piccolo promontorio e osserviamo dall'alto la bellezza di questo gruppo d'isole.

La mattina si parte alla volta di Patmos.

Andreas oggi è nervoso, si arrabbia con Eckbert e Annemarì perché non si comportano da veri marinai. Io per fortuna, con la scusa delle riprese, sono stato esonerato.

Ci avviciniamo a Patmos. Arrivati nel porto ci organizziamo per una escursione sull'isola. Con un bus raggiungiamo il piccolo villaggio "la Chora".

Sull'isola alcuni anni visse, in esilio, per ordine dell'imperatore Diocleziano, San Giovanni. Fu qui che il santo scrisse la sua Apocalisse. Da quel momento l'isola divenne luogo di culto fino all'occupazione turca che durò fino al 1912, quando fu liberata dagli italiani.

L'isola si unì alla Grecia nel 1948.

Nel punto più alto dell'isola si erge un imponente monastero bizantino, purtroppo è aperto al pubblico solo poche ore la settimana e oggi è chiuso.
Ma il fascino del piccolo villaggio e la bellezza del panorama non ci fanno perdere la camminata.
Nel pomeriggio partiamo per Leros.

In serata arriviamo nella baia di Lakki per trascorrervi la notte. passiamo qualche ora in uno dei numerosi e accoglienti localini, però a causa di un black-out l'isola rimane al buio. Dappertutto spuntano lumi, candele, torce e quant'altro faccia un po' di luce.

L'indomani si torna alla tranquillità e ci dirigiamo a Levida, un'isola piccolissima e quasi deserta, ci vive soltanto una famiglia di pescatori che durante l'inverno si dedicano all'agricoltura.

Con Eckbert facciamo una breve escursione e andiamo nel minuscolo villaggio dove ci dovrebbe essere una taverna. In realtà si tratta dell'abitazione dei pescatori dove una donna ci prepara un buon caffè.

Tornati in barca Andreas predispone la nuova rotta, domani saremo a Kalimnos: L'ISOLA DELLE SPUGNE. Sbarchiamo ad Emporios, un villaggio nella parte nord dell'isola. Appena sbarcati pensiamo a rifornire la cambusa.

Ci sono venditori di spugne ad ogni angolo. Facciamo un breve giro nel villaggio e poi ceniamo in una caratteristica taverna. Nel menù non può mancare l'insalata greca.

L'indomani dedichiamo la giornata all'esplorazione dell'isola dal mare. Si racconta che quando, durante l'occupazione italiana, il governo fascista impose la chiusura delle scuole greche, gli abitanti misero in atto una pacifica e originale protesta: tutte le case dell'isola furono dipinte con i tradizionali colori greci blu e bianco.

Quello stesso blu, anche se sbiadito si ritrova ancora oggi sulle case.

Siamo nell'incantevole porto di Vati ed è successo una fatto, che ne io e ne Eckbert riusciamo a spiegarci: Andreas ha pagato da bere per tutti.

Per festeggiare, compriamo una bottiglia di Rezìna, un tipico vino aromatizzato con resina di Pino, o almeno così sembra a noi.

L'indomani ci svegliamo a causa di un'infernale martellare di un trattore.

Velocemente lasciamo il piccolo porto e puntiamo su Pserimos, un'isoletta a poche miglia di distanza, ma il vento cambia e Andreas decide di tornare a Kalimnos, ci fermiamo nel porticciolo di Vlicadia che è ben riparato. Nel villaggio c'è anche un piccolo museo che ospita una collezione privata dedicata alla pesca delle spugne, ma purtroppo non ci permettono di filmare.

L'indomani di buon ora partiamo per Koos, ma prima salutiamo le coloratissime casette della baia di Kalimnos.

A mezzogiorno siamo già nella marina di Koos, L'ISOLA D'IPPOCRATE.

Ormeggiamo e facciamo un giro per la città, che si presenta come un importante centro turistico internazionale. Un po' questo ci lascia amareggiati. Ovunque ristoranti che offrono solo cibi di cucina nord europea o americana.

Naturalmente non poteva mancare la visita alla zona archeologica.

La sera prima di trovare un ristorante greco, dobbiamo faticare, ovunque inglesi, finlandesi, norvegesi, svedesi e qualche ristorante italiano, completamente assenti i locali greci, poi, ci informano che in un'altra zona della città, dove non ci sono turisti, c'è un ristorane greco. Ed è lì che ceniamo.

Dopo cena facciamo un giro nei pressi della marina. Decine, forse centinaia di locali affollati di giovani turisti stranieri.

L'indomani dedichiamo la mattinata alla visita della città, I locali che la sera erano affollatissimi di mattina sono deserti. Ci sembra di attraversare un immenso mercato di tavoli e sedie.

Visitiamo la zona archeologica di epoca romana e il castello medievale dei cavalieri dell'ordine di San Giovanni che purtroppo troviamo chiuso.

Una moschea testimonia gli anni della dominazione turca. Arriviamo al platano di Ippocrate: la leggenda vuole che all'ombra di questo gigantesco albero Ippocrate insegnasse nozioni di medicina ai suoi studenti.

Facciamo un giro nell'agorà alla ricerca di cibi e curiosità locali. Nella marina c'è una festa, si è appena conclusa una regata velica.

L'indomani Eckbert non ancora sazio di veleggiare vuole tornare in mare e dedichiamo la giornata alla navigazione, ma la sera, da buon tedesco non può sottrarsi al dovere di verificare la capacità della locale industria della birra, e dopo una bella bevuta ci sentiamo più giovani e ci immergiamo nel clima festoso e vacanziero della notte.

Forse abbiamo un po' esagerato…

L'indomani decidiamo di effettuare un'approfondita visita della città, sul lungomare c'è il trenino turistico.

In una zona affollata di negozi, incontriamo un gioielliere che ci racconta di aver imparato il mestiere d'orologiaio durante l'occupazione italiana.

Nella piazzetta del mercato c'è uno spettacolo folcloristico al quale assistiamo con piacere.

Poi, a tarda sera, quando torniamo in porto, incontriamo due ragazze olandesi: una buona occasione per rimanere ancora in giro!

La vacanza sta per finire, ma dobbiamo ancora visitare l'Asclepion.

A Coos nel 460 avanti Cristo, nasceva Ippocrate, il padre della moderna medicina, e fu qui che gli abitanti dell'isola costruirono il famoso Asclepion in onore del Dio Esculapius.

L'Asclepion funzionava anche da ospedale e accoglieva migliaia di pazienti provenienti da tutto il mediterraneo che venivano curati seguendo i metodi e le terapie insegnate da Ippocrate.

La vacanza è veramente finita, al nostro ritorno in barca Annemarì, per paura di perdere il volo è già partita, prendiamo un taxi e ci facciamo accompagnare in aeroporto.

Sono state due settimane indimenticabili. Abbiamo visitato solo una minuscola parte di quel paradiso di natura incontaminata, arte e cultura che sono le isole greche.


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