No Frills People: viaggio in
Abruzzo post terremoto
testo e foto di Claudia
Spesso mi sono trovata a scrivere racconti
di viaggio: viaggi bellissimi che raccontavano l’incontro
con culture diverse, tradizioni, cibi e bellezze architettoniche
Oggi mi trovo a narrare del contrario, di ciò
che il terremoto e l’imperizia umana ci hanno sottratto.
La città de l’Aquila è
ferita a morte, sarà difficile, almeno per i prossimi
mesi, poter visitare uno dei simboli della città,
la Basilica di Collemaggio, dove sono conservate e venerate
le spoglie di Celestino V, il Papa ricordato da Dante nella
sua celeberrima opera, colui che nel suo pellegrinare toccò
anche Sulmona e si rifugiò nell’eremo a pochi
passi da qui. Sarà difficile cancellare dalle menti
il ricordo della distruzione e il terrore della morte. Tutti
noi conoscevamo qualcuna delle vittime, molti miei concittadini
studiavano e lavoravano a l’Aquila, è per questo
impossibile non avere empatia per i nostri fratelli e conterranei.
Qui non si parla d’altro, centinaia
di storie si intrecciano e decine di telefonate partono
e giungono sul mio cellulare per accertarci che chi conoscevamo
si sia salvato. Accanto al dramma della morte viaggia, parallelamente,
quello della distruzione e di chi si è trovato senza
nulla: di chi proprio oggi doveva sposarsi, ma ha dovuto
ovviamente rimandare, di chi aveva comprato casa con molti
sacrifici e non ce l’ha più, di chi aveva inaugurato
uno studio dentistico ora distrutto, di chi aveva un’attività
commerciale, di chi doveva discutere la propria tesi di
laurea.
Chi ha perso casa è come se avesse
perso la sua identità, quello che però i nostri
conterranei non hanno mai perso e mai perderanno è
la fede e la dignità: una vecchietta tirata fuori
dalle macerie, dopo aver ringraziato, diceva: “ora
datemi un pettine!” e questo dice tante cose sulla
dignità ed il pudore delle nostre genti Gli Abruzzesi,
specialmente quelli dell’entroterra, della montagna,
sono persone senza fronzoli, attaccate alle cose reali,
alla terra madre, alle tradizioni, alla famiglia. Tutti
gli abruzzesi che ho conosciuto quando anche io lavoravo
fuori regione, non hanno mai mancato di tornare a casa almeno
nei giorni di festa il richiamo delle nostre terre è
troppo forte: “Mi mancano le nostre montagne”
mi disse, una volta, un amico.
Spero che alle promesse dei nostri politici
facciano seguito opere concrete, quello che è accaduto
è anche causa del disinteresse delle istituzioni
e del malcostume generalizzato del nostro Paese tutto, fatto
di speculazioni edilizie, di costruttori senza etica che
risparmiano pericolosamente sui materiali, di opera pubbliche
la cui realizzazione è stata trascinata negli anni,
a scapito del cittadino, ma sulle quali in molti si sono
arricchiti, facendone decuplicare il costo è
il solito “magna magna”, come si direbbe nel
dialetto locale, che davvero non si può più
tollerare ad aver generato tutto questo perché il
terremoto non è altro che un fenomeno drammaticamente
naturale, ma la corruzione non deve esserlo!
Questi sono i recapiti che attualmente la
Croce Rossa ha messo a disposizione di chi volesse aiutare
l’Abruzzo terremotato:
800 166 666 e questa è la loro e-mail materiali.sismaabruzzo@cri.it
L’Abruzzo, come è già
accaduto in passato, risorgerà, grazie all’aiuto
di tutti noi ne sono certa!
Claudia
www.sulmona.org