Alla scoperta della magica Sardegna
(testo e foto di Nadia Pancani)
Periodo: dal 6 agosto 2010 al 29 agosto 2010
Componenti: 2 camper- 4 adulti
Km percorsi : 1672
Informazioni raccolte su sito Camperonline - Turismo
itinerante - Taccuino di viaggio
Notizie estrapolate sia nel Forum dei suddetti siti che dai Diari
di viaggio.
Premessa:
La scelta dell'itinerario delle nostre vacanze quest'anno è
stata molto travagliata, l'intenzione iniziale era la scoperta della
Turchia ma la paura del troppo caldo e soprattutto un inverno assai
travagliato per motivi di lavoro e piccoli ma noiosi inconvenienti
di salute ci avevano indotto agli inizi della primavera di orientarsi
verso una vacanza estiva rilassante e possibilmente al mare.
Così, deciso ciò, la metà più consona
alle nostre esigenze ci sembrò la Sardegna; ovviamente dubbi
e perplessità ci attanagliarono fino al giorno della prenotazione
del traghetto in quanto avevamo la netta sensazione e timore che
questa bellissima regione fosse alquanto difficile da vivere e da
gustare nel mese di Agosto ma la curiosità di tuffarsi nell'azzurro
mare dell'isola ebbe il sopravvento e così il traghetto fu
prenotato: partenza sabato 7 agosto da Civitavecchia ore 15,00 rientro
sabato 28 agosto da Olbia ore 9,00.
Il nostro viaggio inizia un giorno prima della partenza del traghetto
onde evitare il traffico del sabato.
Venerdì 06 agosto 2010 :
Firenze – Tarquinia km.236 tempo : bello e fresco
Con i nostri amici e compagni di molti viaggi e avventure ci ritroviamo
alle 16,00 al casello di Firenze-Certosa , a parte il traffico intenso
del tratto autostradale di Firenze Nord e Firenze Certosa, il rimanente
tratto del percorso si svolge nella massima tranquillità,
senza alcun ingorgo o difficoltà alcune, ad eccezione del
cambiamento forzato della sosta notturna.
Infatti la nostra intenzione sarebbe stata quella di fermarsi per
la notte nel parcheggio del parco di Vulci, scelta dettata dalla
tranquillità del luogo e dalla distanza assai limitata dal
porto di Civitavecchia ma destino ha voluto che non siamo riusciti
ad imboccare l'esatta uscita dall'Aurelia, così senza indugi
ci siamo diretti a Tarquinia dove sapevamo possibile sostare nel
parcheggio vicino alle mura e col senno di poi questa scelta si
rileverà assai migliore.
Arrivati a Tarquinia basta seguire le indicazioni per il parco archeologico
e posteggio pullman e alle 19,30 eccoci sistemati per la notte.
Nel parcheggio che si trova proprio sotto le possenti mura che circondano
Tarquinia, ci sono degli spazi riservati ai pullman, questi posteggi
sono a pagamento e assai cari, ma gentili Signori del luogo ci dicono
che possiamo tranquillamente sostare negli spazi adibiti alle auto,
questi ultimi gratis, unica difficoltà è riuscire
a trovare un posteggio in piano e che permetta di non uscire troppo
nella carreggiata, ma con calma e tranquillità anche questo
problema viene risolto e alle 20,30 siamo pronti per la cena.
Terminata la cena siamo troppo euforici per l'inizio delle ferie
che decidiamo, di regalaci una passeggiata nel centro della cittadina.
La porta che ci conduce al cuore della città etrusca è
proprio al di sotto del posteggio e con pochi passi ci ritroviamo
all'interno della mura e sorpresa: in paese c'è una festa
e un mercatino artigianale.
Tarxuna o Tarxna è la più antica città etrusca
della Tuscia e la sua esistenza è accertata fin dal IX secolo
a.c.
Dalla porta in cui siamo entrata si arriva dritti in P.za Nazionale
e nonostante il buio della notte e le molte bancarelle restiamo
affascinati dai bellissimi palazzi che circondano la piazza, il
Palazzo Municipale , romanico ma con la facciata barocca, il Palazzo
dei Priori , quattrocentesco, la chiesa di S.Pancrazio del XIII
sec. Certamente questa città merita una visita più
accurata in quanto oltre alla città stessa, qua vi si trova
una necropoli assai
importante e interessante.
Decidiamo pertanto di gustarci la passeggiata serale ripromettendoci
di ritornare durante uno dei prossimi viaggi e passeggiando e sbirciando
le bancherelle sentiamo i rintocchi della mezzanotte , la stanchezza
improvvisamente ha il sopravvento e velocemente rientriamo ai nostri
camper, domani ci attende un'altra giornata movimentata.
Sabato 07 agosto 2010-
Tarquinia- Civitavecchia km.22 (tempo bello)
Con molta tranquillità iniziamo la nostra giornata e partiti
intorno alle 10,00 da Tarquinia intorno alle 11,00 ci ritroviamo
senza aver trovato il ben che minimo traffico al porto di Civitavecchia,
con largo anticipo su la partenza del traghetto, partenza prevista
per le 15,00.
Al porto troviamo invece molto caos, in quanto durante il giorno
precedente, causo sciopero della Tirrenia, alcune corse sono saltate.
La nostra compagnia è la Moby Line pertanto non temiamo che
ci possano essere cancellazioni delle corse ma per venire incontro
ai molti passeggeri della compagnia Tirrenia rimasti a terra, essi
sono stati, per quanto sia possibile assegnati alle altre compagnie
di traghetti. Pertanto il piazzale del porto risulta super affollato
da persone stanche e assai innervosite, la tensione è alta,
tanto che ci sono numerosi poliziotti e personale della protezione
civile.
Noi non ci lasciamo sopraffare da nessun tipo di ansia, ci incolonniamo
diligentemente come richiesto dal personale del porto e nell'attesa
del traghetto parliamo e fantastichiamo su le spiagge che ci attendono.
Alle 13,00 si aprono i cancelli del molo d'imbarco, senza che la
nave sia ancora arrivata così nell'attesa ci mettiamo a pranzare
nel nostro camper.
Il traghetto arriva con 1 ora di ritardo e con 1 ora di ritardo
iniziano le operazioni d'imbarco.
Mentre i nostri mariti, parcheggiano il camper nella pancia della
nave noi donne saliamo sul ponte più alto della nave per
prendere possesso di 4 sdraie.
Voglio precisare che noi per nostra scelta abbiamo deciso di spengere
il frigo del camper durante la traversata, per cui la cambusa l'abbiamo
riempita soltanto di cibo non da frigo e il frigo è stato
riempito di pochi alimenti deteriorabili, i quali durante la traversata
abbiamo travasato in una borsa termica con i ghiaccini: faremo la
spesa al nostro arrivo sull'isola.
Il traghetto parte alle 16,00 con un ora di ritardo, quindi arriveremo
alle 21,00 anziché alle 20,00, è questo infatti un
traghetto veloce che copre la traversata in 5 ore.
Il mare è calmissimo ma il forte vento ci impedisce di stare
all'aperto, pertanto optiamo per la ricerca di un posto all'interno.
La nave è ben tenuta e confortevole e ci sono diversi saloni
con bar, 1 ristorante e 1 self service che dovrebbe aprire intorno
alle 19,00 ed è nel salone antistante al self service che
troviamo un tavolo libero. E ora che facciamo per ingannare il tempo'
Semplice giochiamo a carte e i nostri amici decidono di insegnarci
il Burraco, gioco che ci allieterà tutte le serate delle
vacanze.
Senza rendercene conto l'altoparlante ci avverte che il self service
sta per aprire, valutando che arriveremo assai tardi al porto di
Olbia, decidiamo di cenare a bordo.
Il menù deciso è assai leggero: 1 frittura di pesce
con patine fritte e insalata , acqua e birra costo circa £
20,00.
Arriviamo al porto intorno alle 21,00 e pur sapendo la nostra meta
per la notte, trovare la giusta strada di buio ci preoccupa un po'
ma nonostante ciò decidiamo di non inserire il navigatore
ma di affidarci alla carta stradale, in quanto su la carta sembra
facile ma...
La nostra meta, grazie ai consigli ricevuti sul forum di Camperonline
è il Supermercato Auchan di Olbia che si trova su la SS125
direzione S.Teodoro, quindi una volta usciti dal porto sembrerebbe
facile trovare la direzione giusta ma forse per la stanchezza, forse
per il buio non vediamo le indicazioni e ci ritroviamo nella direzione
opposta. Rifatta la strada al contrario, per fortuna, fermi ad un
semaforo chiediamo a due gentili Signore le quali ci dicono di seguire
le indicazioni per l'aeroporto, non possiamo sbagliare. Finalmente
vediamo le insegne luminose del supermercato e senza pensare che
nei consigli mi dicevano che esisteva un'area per camper oltre il
primo parcheggio del supermercato, noi ci immettiamo nel primo parcheggio
che troviamo, dove altri camper già sostano.
Non solo vacanzieri sono parcheggiati ma anche alcuni camper di
nomadi ma essendo in diversi la cosa non mi preoccupa.Parcheggiamo
sotto dei lampioni e vicino ad altri colleghi e usciamo a frescheggiare
e scambiarci informazioni con gli altri.
Ormai sono le 24,00 ed l'ora di andare a riposarsi, finalmente domani
riusciremo a tuffarci nel bel mare della Sardegna.
Domenica 8 agosto 2010 –
Olbia – Cala Gonone km.107 (tempo bello)
La notte è trascorsa tranquilla a parte il passaggio di alcuni
aerei ma che non hanno disturbato più di tanto.
Mentre i nostri mariti sistemano il camper, noi donne ci dirigiamo
al supermercato per riempire la cambusa.
Noto con soddisfazione che i prezzi non sono maggiori che nella
nostra Città anzi alcuni prodotti costano meno, perciò
la scelta di riempire il frigo sull'isola si è rivelata azzeccata.
Sono circa le 10,00 quando ci immettiamo su la SS 125, anche stamani
non troviamo molto traffico anzi superato l'incrocio che conduce
a Capo Coda Cavallo, la strada diventa molto scorrevole.
Intorno alle 11,00 arriviamo a Porto Ottiolo e decidiamo di fare
una sosta , anche perché i nostri amici hanno trascorso qua
le loro vacanze estive ben 20 anni fa ed sono curiosi di vedere
se e quali cambiamento sono stati apportati al luogo.
Parcheggiamo fuori dal paese vicino ad un residence nuovo di pacco,
comunque a Porto Ottiolo esiste un parcheggio a pagamento vicino
alla marina, destinato ai camper ma attenzione solo per il giorno,
la sosta notturna è vietata su tutto il Comune.
La visita alla piccola cittadina ci impegna all'incirca 1 ora, lasciandoci
assai delusi: a noi che lo visitiamo per la prima volta appare troppo
turistico e ai nostri amici che lo rivedano dopo molti anni appare
irriconoscibile, tante e tante case sono state costruite e inoltre
il mare non è proprio bello; tuttavia è tanta la voglia
di crogiolarsi al sole e tuffarsi in mare che decidiamo di trovare
un campeggio nei pressi di Budoni e sostare almeno per 1 giorno.
Superato il paese di Budoni ci fermiamo presso un campeggio lungo
la SS125: il campeggio sembra carino con accesso al mare e alberato
ma il costo ci appare assai esagerato ben £ 50,00 al dì.
Prima di continuare la marcia decidiamo di muoverci con cognizione
di causa cioè sapendo dove andare, pertanto sfogliando gli
appunti portati da casa, cominciamo a telefonare ad altri campeggi
siti lungo la costa fino a S.Lucia di Siniscola ma la risposta è
da tutti la stessa : il posto c'è e il costo delle 24 ore
si aggira dalle £ 45,00 alle £ 50,00.
Ultimo tentativo : Area Palmasera a Cala Gonone- risposta il posto
c'è , costo £ 30,00 per 24 ore.
Perfetto: confermo il nostro arrivo per il primo pomeriggio, così
felici ed euforici riprendiamo il nostro viaggio lungo la statale
125 destinazione Dorgali.
A Posada la statale è interrotta e quindi siamo costretti
a prendere la superstrada che scorre quasi parallela alla statale
,ma vista l'ora, sono ormai le 13,00 passate, decidiamo di pranzare.
Senza entrare immediatamente sulla superstrada ci immettiamo su
una stradina secondaria che ci porta al paesino di S.Lorenzo, qua
sembra di essere veramente su un altro pianeta: regna il silenzio
più completo, solo il trillo dei campanelli delle pecore,
il ronzio delle api e un leggero venticello ci avvolge; posteggiando
davanti ad una piccola chiesa gustiamo il nostro pranzo con il primo
assaggio del pecorino locale acquistato la mattina.
Ripresa la superstrada all'altezza di Siniscola, la strada scorre
dritta e quasi deserta e forse immersi in questa tranquillità
non notiamo l'indicazione per l'uscita Dorgali, ci ritroviamo vicini
a Nuoro prima di accorgersi dell'accaduto, pazienza la prima uscita
è nostra e miracolo anche qua ci sono le indicazioni per
Cala Gonone .
La strada ora si inerpica tra lande desolate e animate solo da pecore
e pochi alberi fino ad raggiungere il paese arroccato di Dorgali;
appena superato il paese abbandoniamo la statale 125 e imbocchiamo
una galleria al di là della quale si apre il bellissimo panorama
su Cala Gonone. Alcuni km di tornanti attraverso boschi di sugheri
fino a una azzurrissima baia ed eccoci con un bel po' di ritardo
da quanto previsto all'Area Palmasera.
L'area è veramente accogliente , strutturata a terrazze con
panorama sul mare, è dotata di bagni, con docce calde a pagamento,
lavatrice e lavelli per lavare e rigovernare, tavole per pic- nic,
giochi per bimbi, un piccolo ristorante-pizzeria all'interno ma
soprattutto dei gestori gentilissimi, cordiali e disponibili.
Presso di loro si possono prenotare le escursioni per visitare le
grotte e per chi fosse interessato ho notato che costano un po'
meno che all'agenzie del paese.
Sistemato il camper decidiamo di goderci questo piacevole luogo
tanto dal camper vediamo il mare e una fresca brezza marina ci avvolge:
ora mi sento proprio in vacanza.
Lunedì 9 agosto 2010 –
CALA GONONE KM. 0 – tempo bellissimo
Cala Gonnone è situata in una posizione stupenda, ai piedi
di monti alti 900 mt., si apre su porto naturale che fino a pochi
anni fa era accessibile solo via mare. Adesso alberghi, ville e
residence hanno riempito la costa ma vale pur sempre la pena farci
tappa, non fosse altro che per la visita delle grotte e delle cale
site lungo la costa. Le più conosciute sono senz'altro CALA
LUNA e CALA SISINE e la Grotta del Bue Marino che si dice sia l'ultimo
rifugio della foca monaca in acque italiane. Dal porto partono i
battelli che conducono a questi luoghi, al costo di £ 50,00
a persona oppure sempre al porto si possono affittare gommoni
.
Noi anche se pur attratti da visitare la grotta, ci sentiamo ancora
troppo pigri per organizzare escursioni abbiamo solo voglia di sole,
mare e bagni così decidiamo di lasciare ad una prossima volta
tale visita e decidiamo di comune accordo di impegnare l'intera
giornata al riposo assoluto.
Dall'Area è disponibile un pulmino che al costo di £
1,00 a persona conduce alla spiaggia e poi telefonando alla reception
ritorna a prendere i bagnanti, noi però decidiamo di servirci
delle nostre gambe, tanto l'andata è in discesa per il ritorno
decideremo.
In 10 minuti raggiungiamo la spiaggia sottostante all'area e pur
essendo Agosto non ci appare molto affollata certamente meno delle
spiagge della nostra costa Toscana ma il mare non mi sembra particolarmente
bellissimo. Trascorriamo tutta la mattina tra bagni di sole e mare
poi decidiamo di rientrare per pranzare , senza difficoltà
o eccessiva calura affrontiamo la breve salita fino al camper e
ci organizziamo per pranzare fuori.
Il pomeriggio scorre veloce, dopo un breve riposino all'ombra
degli alberi scendiamo nuovamente in spiaggia per altri bagni ma
verso le 18,00 optiamo per una passeggiata nel porto del paese.
Percorrendo il bellissimo lungomare che si apre sulla baia sottostante
e ricco di ristorantini, per niente convenienti, raggiungiamo il
piccolo porto. Il porto è affollato di imbarcazioni e di
botteghini per le escursioni ma l'interno del paese è carino
con molti negozi e alcuni supermercati dove ci soffermiamo a comprare
alcuni prodotti sardi.
Rientrati al camper ormai per ora di cena non ci resta che cenare
e organizzarci per la consueta partita a carte.
Questa è stata proprio una tranquilla e rilassante giornata.
Martedì 10 agosto 2010-
Cala Gonone –Baia Cea km.78 Tempo bello e caldo
La mattina preannuncia un'altra bellissima giornata, così
pensiamo di stare in spiaggia fino all'ora di pranzo e poi di spostarci
verso altri luoghi.
Lasciamo l'Aria di Palmasera verso le 15,30 e optiamo per la fermata
alla cantina Dorgoli ubicata in paese.
Dorgali è il maggior centro della regione dove si produce
il noto vino Cannonau e la cantina che si chiama con lo stesso nome
del Paese è veramente ben fornita, con dell'ottimo vino dal
rosso al bianco al rosè.
Vi consiglio vivamente di acquistare qua il vino sia per la bontà
di esso sia perché il costo è nettamente inferiore
rispetto ai prezzi riscontrati nel resto della regione anche in
grandi supermercati, noi abbiamo quasi riempito il gavone del camper
ma ne è valsa la pena, soprattutto acquistate il bianco “ISALLE”.
Percorriamo la panoramica SS125 direzione Santa Maria Navarrese
attraversando un meraviglioso territorio montuoso punteggiato qua
e là da pecore, casolari, fattorie che vendono formaggi.
La strada sale fino al Passo di Genna Silana, 1017 mt, costeggiando
il canyon di Gorropu, sopra al fiume Flumineddu e sormontata dal
lontano massiccio del Supramonte, poi al paese di Baunei la strada
scende ripida fino a Tortolì, città ricca di banche,
supermercati e negozi.
|
Veduta dalla panoramica
SS125 verso Tortolì |
Superiamo Tortoli proseguendo sempre su la SS 125 fino AL KM.
133 , dove imbocchiamo
una strada alla nostra sinistra, seguendo poi le indicazioni per
BAIA CEA.
Qua si trovano due aree attrezzate, noi ci soffermiamo alla seconda
perché ci sembra meno piena ma anche questa è già
full, tuttavia volendo il gestore ci propone di sostare presso il
posteggio dell'area ma esterno all'area stessa , potendo tuttavia
usufruire dei servizi. Nel frattempo ho notato 50 mt più
avanti un grande pratone dove sono parcheggiati camper e auto, la
parcheggiatrice ci dice che possiamo sostare anche per la notte
, che non sarebbe permesso aprire finestre ma la sera dopo il tramonto
non passa mai nessuno, costo £ 6,00 a notte (compreso il posteggio
del giorno seguente), e presso la pineta vicino al parcheggio c'è
una doccia che possiamo usufruire.
Considerando che non necessitiamo di corrente questa ci appare la
soluzione migliore e più tranquilla.
Sistemiamo i camper e via in spiaggia…..
Ormai la spiaggia si sta svuotando, ma questo ci permette di abbracciare
la meraviglia di questo luogo, l'insenatura abbastanza grande, racchiusa
alla nostra sinistra da rocce e faraglioni rossi, si apre su di
un mare spettacolarmente trasparente nel quale si insinua una sabbia
fine e bianca.
Pregustando l'indomani, passeggiamo lungo la spiaggia lasciando
dolcemente terminare un'altra giornata.
Mercoledì 11 agosto 2010 –
Baia Cea km. 0 – tempo bellissimo
Con molta calma iniziamo la giornata tanto abbiamo tutto il tempo
che vogliamo per gustarci questa spiaggia, decidiamo infatti di
pranzare al chiosco sul mare, temendo che all'interno del camper
ci possa essere troppo caldo . Comunque prima che la grande folla
dei giornalieri, abbiamo infatti scoperto che la massa arriva dalle
11,00 in poi, armati di ombrellone, spiaggette e libri ci dirigiamo
verso la spiaggia.
Appena piazzati non sappiamo resistere e ci tuffiamo in mare, con
mia grande sorpresa e gioia scopro che l'acqua è bassissima
per tanti e tanti metri, che bello.
Interromperemo i nostri bagni solo all'ora di pranzo per dirigerci
a pranzare al chiosco del nostro parcheggio. Pasto leggero e poi
piccola pennichella.
Il pomeriggio lo interrompiamo con lunga passeggiata lungo la spiaggia
fino a scoprire che un piccolo ruscello sfocia proprio tra le rosse
rocce e il suo letto è ricoperto di pietruzze dorate, chi
sa forse attraversa una miniera d'oro?
|
Il ruscelletto con
pagliuzze d'oro |
Ben cotti ma soddisfatti verso le 18,00 rientriamo ai nostri camper
soffermandoci per la doccia all'esterno.
Questo è veramente un bel mare….
La serata si conclude con una lauta cena e una bella partita a carte.
Giovedi 12 agosto 2010 –
Baia Cea - Marina di Gairo km.23 – tempo: velato
Questo luogo ci è troppo piaciuto, forse perché è
stata il primo contatto in terra Sarda con il mare che ho sempre
immaginato di incontrare qua.
Così anziché iniziare la nostra giornata spostandoci
verso la tappa successiva, essendo ancora presto preferiamo gustarci
la spiaggia e il mare almeno fino alle 11,00, ora in cui essa inizia
ad affollarsi.
Purtroppo una sgradevole sorpresa ci attende : nel mare ci sono
piccole meduse quasi invisibili.
Così niente bagno ma una bellissima passeggiata lungo l'arenile
e poi in marcia direzione Marina di Gairo.
Prima di immettersi nuovamente su la SS 125 abbiamo assai sofferto,
infatti usciti dalla stradina che conduce alla baia, anziché
girare a destra e ripercorrere a ritroso la strada da dove siamo
venuti, giriamo a sinistra e così raggiungiamo ugualmente
la statale ma attraversando strette e isolate strade di campagna.
Ci immettiamo su la SS125 A Bari Sardo.
La cittadina ci appare assai vivace e animata da negozi e due supermercati
e sulla soglia delle case le donne vendono frutta e verdura proveniente
dai loro orti. Pertanto prima di rientrare sulla costa decidiamo
di riempire le cambuse; per caso ci soffermiamo d'avanti alla vetrina
di una macelleria e notiamo con stupore che qua vendano oltre che
il cavallo, che troviamo anche da noi, l'asino, senza indugio entriamo
ed acquistiamo cavallo e asino. Anche in questo caso noto con sorpresa
che i prezzi della carne sono inferiori rispetto ai prezzi che troviamo
nei supermercati della nostra città.
Prima della fine del paese lasciamo la SS 125 girando a sinistra
, seguendo le indicazioni per sa Perde Pera, nostro obbiettivo è
la nuova area sosta a Cardeddu, area che sul forum di Camper Online
è stata consigliata e nominata diverse volte nel mese di
Luglio e devo ben dire a ragione.
Da Sa Perde Pera proseguiamo la strada rasentando la bellissima
costa che a causa del cielo velato non riusciamo ad apprezzare come
dovuto, anche perché troppo impegnati a seguire le indicazioni
portate da casa per la ricerca dell'Area Cucamonga.
Ma la ricerca è assai facile in quanto l'accesso all'area
da proprio sulla strada ed è praticamente impossibile non
vederla. L'area immersa nella macchia mediterranea, ubicata tra
il mare e le rocce rosse è fornita di carico e scarico ,
bagni, docce costo £ 10,00 al dì e passa una Signora
alla sera per incassare. Vicino all'area c'è un Chiosco con
lo stesso nome dell'area, gestito dai figli della proprietaria dell'area,
dove alla sera servano aperitivi e a pranzo si può mangiare
con vista mare. Ma soprattutto ciò che ci affascina è
la tranquillità e la natura selvaggia che ci avvolge.
Ormai sono le 13,00 non ci resta che pranzare e poi andare in spiaggia.
La giornata ancora velata non ci fa sentire il bisogno di un pisolo,
così alle 15, siamo già armati di spiaggette e via
sul mare. Mare che raggiungiamo in 2 minuti, qua non c'è
sabbia ma grossi sassi multi colorati formano il bagnasciuga, tuttavia
appena entrati in acqua fatti pochi metri troviamo subito la sabbia.
Di fronte a noi in mare a circa 100 metri dalla costa affiora un
isolotto di roccia rossa, isolotto che possiamo raggiungere benissimo
camminando in acqua , come camminando in acqua possiamo percorrere
tutta la baia , quindi tutto il pomeriggio facciamo acquagym. Questo
luogo è un vero paradiso, sicuramente da non perdere.
Unica nota stonata è la musica del chiosco : proprio questa
sera c'è una festa e fino a notte fonda oltre che alla musica
ci sarà un gran via vai di auto, ma per una come me che dorme
anche sugli spilli è un problema inesistente, invece ai nostri
compagni ha creato un po' d'insonnia.
Venerdi 13 agosto 2010 –Cardeddu
–Porto Corallo km.62 (tempo variabile)
Ormai siamo alla vigilia del week end di Ferragosto e per quanto
questo luogo ci piaccia assai, restarci fino al Lunedì ci
sembra troppo. Decidiamo di spostarci e trovare un paese o un bel
luogo che ci permetta di trascorrere il Ferragosto senza viaggiare.
Guardando la cartina e leggendo alcuni diari , decidiamo per Porto
Corallo, abbiamo letto che la domenica dovrebbe esserci una festa
con i fuochi d'artificio e poi il nome ci affascina, ma come scopriremo
poi, ciò che affascina sarà proprio solo il nome.
Riprendiamo la SS 125, al paese di Cardeddu e l'abbandoniamo al
paese di Villaputzu , girando a sinistra per una strada che in meno
di 4 km. Di conduce a Porto Corallo.
Vicino allo sbocco del fiume Flumendosa e dove un tempo sorgeva
un porto fenicio, Porto Corallo ci accoglie con il suo porticciolo
ben strutturato, 1 campeggio, 1 area sosta camper, e un' antica
torre cilindrica in cima alla collina, unico resto del Castello
di Gibas.
Il castello fu costruito dagli spagnoli e qui nel 1812 si svolse
una delle ultime battaglie contro i nordafricani, la battaglia fu
vinta dalla popolazione locale.
L'area di sosta Turimar è appena prima della Torre, prima
di entriamo incontriamo 2 camper di Fiorentini che stanno uscendo
e a loro chiediamo un'opinione sull'area e il mare. I pareri delle
2 coppie sono assai discordanti, una Signora mi dice che l'area
è accogliente ma il mare pessimo, l'altra conferma l'opinione
sull'area ma ci dice che il mare è bello, che pensare ' decidiamo
di valutare noi stessi ed entriamo.
L'area sembra accogliente ci sono docce all'esterno, lavelli per
le stoviglie, lavatrice ed alcune piazzole hanno luce e cannella
acqua vicinissime, alla sera cucinano maialino, pesce e altre specialità
sarde : £ 18,00 c/corrente. A primo acchito ci appare subito
assai affollata ma riusciamo a trovare una sistemazione abbastanza
appartata e vicina all'uscita per la spiaggia, quindi ci sistemiamo
per il pranzo.
Oggi necessitiamo di fare un po' di pulizie quindi mentre gli uomini
rassettano il camper noi donne facciamo il bucato e poi con calma
scendiamo in spiaggia.
La spiaggia è immensa e la sabbia bella dorata e fine ma
il mare oltre che un po' mosso, non ha niente a che vedere con quello
dei giorni passati, pazienza...
Restiamo al mare fino alle 18,00 e poi passeggiamo verso il porto,
così scopriamo che a parte il porticciolo e il campeggio
di fronte munito di pizzeria e supermarket non c'è altro,
pazienza...
Ma la pazienza ci scappa quando rientrando all'area scopriamo che
i nostri camper sono stati letteralmente circondati da altri camper,
non c'è posto neanche per una minicar e inoltre la corrente
salta continuamente perchè sopracarica, quindi dobbiamo mandare
il frigo a gas onde evitare che la centralina con i continui sbalzi
si guasti.
La situazione non ci piace per niente e per scaricare la tensione
dopo cena giochiamo a carte fino a tardi ma l'agitazione è
tanta, domani mattina vedremo il dar farsi.
Sabato 14 agosto 2010 : Porto
Corallo – Muravera km. 9,5 - tempo variabile con pioggia
Ci alziamo al mattino salutati da una pioggia incensante che incrementa
il nostro nervosismo generato dalla situazione dell'area, pertanto
decidiamo di abbandonare questo luogo e dirigersi verso il paese
di Muraleva.
Riuscire a districarsi tra i numerosi camper che ci circondano è
assai difficile ma alla fine la missione è compiuta.
Prima di uscire noi donne ci rechiamo alla casette del guardiano
per pagare e senza indugi facciamo presente le nostre rimostranze
ed ovviamente sottolineando il fatto che della corrente non abbiamo
potuto farne uso, chiediamo che l'importo di € 3,00 ci venga
scalato. Con gentilezza e compressione il Signore riconosce l'inconveniente
e ci fa pagare € 15,00 al dì.
Usciti dall'area ripercorriamo a ritroso i pochi km. Per riprendere
SS125 al paese di Villaputzu da qua in meno di km. 12 arriviamo
a Muravera. La statale taglia in due il paese che ci appare subito
come un grande paese ricco di negozi ed assai animato e trovare
l'area di sosta “Luna e Limoni” è assai facile
in quanto ben segnalata.
Il gestore ci accoglie con grande gentilezza e ci invita a sostare
dove meglio ci aggrada. L'area è recintata da una parte da
alti cipressi e dall'altra da bellissimi limoni, è assai
ordinata e fornita di docce calde, lavatrice e ovviamente di carico
e scarico camper. Anche se a lato dell'area vi passa la strada di
circonvallazione del paese non abbiamo avuto nessun problema di
rumore notturno ed inoltre è assai comoda per la sua vicinanza
al paese che raggiungiamo a piedi in solo 5 minuti. Costo €
15,00 al dì, più € 1 per il gettone dell'acqua
calda. Quest’area la consiglio vivamente.
La giornata continua ad essere piovosa e al momento il cielo non
dà segni di miglioramento, così sistemato il camper
decidiamo di fare una passeggiata in paese e fare un pò di
spesa.
Come già detto il paese si raggiunge in breve tempo e lungo
la Statale che lo attraversa ci sono negozi di ogni genere: farmacia,
alimentari, caseificio, macelleria, fruttivendolo ed un grande supermercato
si trova all'inizio del paese provenendo da Porto Corallo.
Arrivare all'ora di pranzo è un balletto, così rientrati
ai camper ci prepariamo un lauto pranzo con altri prodotti regionali
e poi visto che il tempo al momento non accenna a migliorare, ci
concediamo un pisolo.
Fortunatamente il pomeriggio porta con se un po' di sole e il vento
che si è alzato fa ben sperare in un miglioramento del tempo,
decidiamo pertanto di visitare il centro storico del paese.
Muraleva, capoluogo della storica regione della SARRABUS, è
situata su una valle fluviale a ridosso di una cerchia di colline.
Costruita in epoca romana, era già abitata anticamente ,
come testimoniano i resti megalitici esistenti, ha subito varie
dominazioni: i Pisani, gli Aragonesi e i pirati moreschi , quest'ultimi
costruirono le numerosi torri d'avvistamento che possiamo ancora
vedere.
Un tempo il territorio era circondato da mandorli, oggi i limoni
sono la pianta principale di questo territorio tanto che ogni anno
la seconda domenica dopo Pasqua vi si tiene una famosa e importante
sagra.
Il centro storico se pur piccolo e raccolto riserva alcune sorprese.
La bellissima Chiesa di San Nicola di Bari, edificio in stile tardo
gotico costruito nel XVI secolo, il cui interno si presenta ad unica
navata abbracciata da cappelle laterali con soffitto con volte a
crociera ed un bellissimo altare maggiore del 1767.
L'Ex palazzo Comunale ubicato vicino alla Chiesa e di notevole impatto
visivo il Portico Pretetto.
Costruto alla fine dell'Ottocento si presenta con arco attraversato
all'interno da un corridoio balconato che congiunge due bellissime
ricche case cittadine.
Infine in Via Roma, la bella casa della Famiglia Zedre che ingloba
all'interno una cisterna romana usata fino alla fine del 1700 per
la raccolta dell'acque piovane.
Il tour della cittadine si conclude con la visita ad una fabbrica
di tessuti sardi che se pur bellissimi non abbiamo acquistato in
quanto assai costosi.
E cosi la vigilia di Ferragosto se pur iniziata male si conclude
nella massima tranquillità e rilassamento e anche il cielo
si è completamente rasserenato.
Domenica 15 agosto 2010 Muravera
KM. 0 – TEMPO BELLO
La mattina si presenta con un bellissimo sole ed alzati con calma
ci riuniamo per decidere il dar farsi.
Spostarci col camper non ci alletta per niente ma anche restare
un „altro giorno qua senza poter gustare del mare è
un „idea che non ci piace.
Notiamo che diversi camper stanno raggiungendo l'area chiediamo
a loro la situazione delle strade e ci confermano il nostro sospetto:
Il traffico è assai sostenuto.
Combattuti sul dar farsi chiediamo consiglio al gestore, il quale
molto gentilmente ci fa una proposto molto allettante. Vicino all'area,
ma raggiungibile solo con un mezzo, si trova una spiaggia che solo
pochi conoscono e se promettiamo di non rivelare dove si trova ci
accompagnerà, così da trascorrere la giornata e poi
rientrare a dormire nell'area.
Accettiamo con piacere e conducendoci attraverso una stradina quasi
sterrata nei campi ci conduce ai bordi di una grandissima spiaggia
e che ci crediate o no eravamo solo in otto persone compreso noi.
|
La nostra spiaggia
di Ferragosto |
Certo il mare mosso ci ha impedito di fare il bagno ma abbiamo
trascorso un piacevole, tranquillo e sereno Ferragosto.
Solo verso le 19,00 siamo rientrati all'area e con sorpresa e piacere
abbiamo ritrovato il camper fiorentino incontrato a Cala Gonone,
essi stavano rientrando da Villasimius, ovviamente uno scambio di
opinioni e di consigli è inevitabile.
La piacevole giornata termina con il solito Burraco, domani nuovi
lidi ci attendono.
Lunedì 16 agosto 2010 -
Muravera – Cala Sinzias km.33 – tempo bello
Oggi giorno di mercato a Muravera, così mentre gli uomini
sistemano il camper noi donne ci rechiamo al mercato che si tiene
in una piazza vicina all'area.
Riusciamo anche a fare diversi acquisti, oltre alla frutta ed a
un pollo arrosto che mangeremo a pranzo, compriamo olive sarde in
vari modi, salumi, formaggi, miele e alcuni asciugamani in tessuto
sardo.
Solo verso le 9,30 ci mettiamo in marcia, direzione COSTA REI.
Sono assai curiosa di vedere questa rinomata e famosa spiaggia,
anche se sappiamo perfettamente che sarà impossibile sostare
almeno di trovare posto in un campeggio. Dopo circa 10 km. Da Muravera,
abbandoniamo la SS.125 direzione Capo Ferrato qua ho letto si trova
un campeggio od eventualmente è possibile fare sosta libera,
ma la strada a un certo punto diventa sterrata, forse esiste un'altra
strada migliore, ma questo inghippo ci fa desistere dal nostro proposito.
Torniamo indietro e puntiamo dritti verso Costa Rei.
Il paesaggio diventa sempre più affascinante, dinanzi a noi
vediamo l'azzurro del mare e una striscia bianchissima di sabbia
ma man mano che ci avviciniamo al mare il traffico diventa sempre
più caotico, i posteggi super affollati così si capisce
immediatamente che vuoi l'ora vuoi il luogo rinomato forse è
meglio proseguire senza manco cercare di fermarsi.
Sempre grazie ai diari e alle informazioni reperite prima di partire,
optiamo di dirigersi verso Cala Sinzias dove si dovrebbe trovare
un parcheggio per camper.
Proseguiamo lungo la costiera facendo attenzione ai cartelli sulla
nostra sinistra per la Cala, indicazioni che facilmente troviamo.
Qua pur essendo quasi le 11,00 notiamo che è molto più
tranquillo e subito alla nostra destra troviamo un parcheggio(non
a pagamento) con alcuni camper. Trovare il posto ovviamente non
è semplice, le auto e i camper hanno quasi riempito il tutto
ma per fortuna alcune auto già stanno partendo e riusciamo
a sistemare i nostri camper uno accanto all'altro. Questo è
un posteggio non a pagamento dove la sosta anche notturna è
consentita, ovviamente con le dovute precauzioni per non incorrere
in multe, il terreno è un po' polveroso ma il grande vantaggio
è che a 50 metri si trova la spiaggia.
Volendo, proseguendo la strada a 50 metri sulla sinistra si apre
una stradella che conduce a un parcheggio a pagamento, € 10
al dì, per camper, posto a balcone sulla baia. L'ubicazione
è bellissima ma anche qua non c'è carico né
scarico.
Attraversata la strada entriamo in bosco di eucalipti e fatti pochi
metri vediamo d'avanti a noi il mare più spettacolare mai
visto fin ora. Questa Cala a solo 18 km. Da Villasimus, priva di
costruzioni, racchiude una tavolozza di colori da fare invidia ad
un pittore, il verde, turchese, blu cobalto del mare si mescola
al bianco della sabbia mentre dietro il verde cangiante degli eucalipti
racchiude il tutto.
Trascorriamo tutta la giornata su questa bellissima spiaggia, interrompendo
solo per un pranzo leggero e continuando la giornata tra bagni,
passeggiate lungo l'arenile fino a godendorci il calar del sole.
Martedi 17 agosto 2010 -
tempo incerto al mattino – CALA SINZIAS- CHIA km. 110
La mattina ci svegliamo con un cielo velato, così abbandoniamo
l'idea di recarci in spiaggia e riprendendo la strada costiera,
ci dirigiamo verso Villasimius. La costa è un susseguirsi
di angoli, scorci da fotografare e saremmo tentati di fermarci ad
ogni baia: Cala Pira dominata da una torre spagnola, raggiungibile
tramite un viottolo con a fronte l'isola di Serpentera. A seguire
Punta Molentis con la lunghissima bianca spiaggia di Simius che
si chiude con Cala Giunco, all'orizzonte notiamo Capo Carbonara
e di fronte l'Isola dei Cavoli.
Non so se lungo questo splendido tratto di costa sia possibile
trovare soste per camper ma credo che sarebbe opportuno riuscire
a scovarli poiché i colori del mare uniti al rosso delle
rocce fanno diventare questo tratto di litorale è un vero
angolo di paradiso.
Arriviamo molto velocemente a Villasimius, località assai
rinomata e caotica che molto velocemente sorpassiamo per dirigersi
verso Cagliari.
Anche questo tratto di costa è assai notevole e in alcuni
tratti è possibile parcheggiare e sostare col camper, sempre
che si riesca a trovare ancora un posto libero.
Man mano che ci avviciniamo a Cagliari il traffico aumenta fino
a diventare una fila stagnante nei pressi dello Stagno, ormai sono
quasi le 10,30 e i villeggianti si stanno dirigendo verso le spiagge
fuori città. Ci mettiamo ben 30 minuti per percorrere solo
pochi km. Ma nel frattempo ne approfittiamo per osservare e fare
foto allo stagno.
Lo stagno di Santa Gilla è un aerea umida sottoposta a tutela,
di importanza internazionale.
Lo stagno confina con la città di Cagliari ed è
composto dalle Saline, dallo stagno di Capoterra e della zona Sa
Illetta. La fitta e diversificata vegetazione, che caratterizza
gli argini dello Stagno, determina un Habitat ideale per tante specie
di uccelli, tra cui il fenicottero rosa che riusciamo a vedere e
fotografare.
Purtroppo la realizzazione di infrastrutture e di fabbriche e quindi
i conseguenti scarichi industriali hanno determinato una modifica
alla salinità e alla profondità delle acque.
Superato lo Stagno si prosegue su la S.S. 195 FINO AL KM. 27 dove
si svolta a sinistra per Pula, qua seguiamo le indicazioni per Nora.
Dall'abitato un bel viale alberato ci conduce alla spiaggia di Nora
e al Parco Archeologico, splendidamente posizionato sulla piccola
penisola di Capo Pula.
Poco prima dell'area archeologica alla destra si trova un ampio
parcheggio a pagamento dove poter sostare ed eventualmente pernottare,
da qua parte anche un bus navetta, con orari assai spessi, che conduce
alla città di Pula anche alla sera.
La cittadina di Pula sviluppatasi dopo l'abbandono della città
di Nora è un centro vivace e attivo con supermercati, negozi
e una graziosa piazzetta al centro del paese. È anche molto
conosciuta per la prelibatezza dei suoi fichi e dei pomodori camona.
Parcheggiati i camper ormai fattasi ora di pranzo decidiamo di fare
un leggero pasto e poi andare alla spiaggia.
La spiaggia molto carina con una bellissima acqua cristallina e
color cobalto, si raggiunge in poi minuti, come in pochi minuti
si raggiunge l'ingresso dell'area archeologica. Per nostra scelta
abbiamo optato per un pomeriggio rilassante in riva al mare ma col
senno di poi mi sono assai pentita di non aver visitato gli scavi
e magari pernottato in luogo, terminando la serata con una passeggiata
nella cittadina di Pula.
Grazie alla splendida posizione di Capo Pula, questa baia fu ricca
di approdi sicuri da parte dei Nuragici, Fenici, Punici, Romani.
I Nuragici (circa 1500 a.c.), originarono a Nora uno dei primi centri
della loro civiltà, che fu lo scambio dei prodotti e delle
culture che i mercanti egei diffondevano nel Mediterraneo e di cui
restano poche vestigia : un Nuraghe e un pozzo sacro.
Le testimonianze della città arcaica sono state in parte
coperte o cancellate dalla sistemazione della città avvenuta
in età romanica mentre altri danni sonno stati causati dai
terremoti.
Gli scavi hanno restituito la città romana nel periodo della
sua massima prosperità; i romani vi costruirono un teatro
nella I metà del II se. D.c., strade pavimentate in lastroni
di ardesia e fognature.
L'area di Nora fu abbandonata dal VII sec. D.c ma molti reperti
fenicio-punici e romani (in parte esposti nel museo civico) sono
stati rinvenuti, tra cui la famosa stele di Nora (IX sec. A.c.)
nella quale compare in caratteri fenici la prima indicazione scritta
del nome Sardegna: B SHRDN.
Sulla spiaggia di Nora i primi cristiani sardi edificarono nel III-IV
sec. D.c. un oratorio su i cui resti venne in seguito eretta la
chiesa romanica di SANT'EFISIO, consacrata nel 1102 e che testimonia
il luogo del martirio del soldato cristiano Efisio.
Ogni 1 maggio da 5oo anni, la statua del Santo custodita a Cagliari,
viene portato in processione a Nora e l'intero paese si accende
di luci, colori, musiche.
Rimaniamo in spiaggia fino al tardo pomeriggio quando decidiamo
di muoversi verso la prossima destinazione :CHIA.
Prima di abbandonare questo splendido luogo , che sicuramente avrebbe
meritato maggior attenzione da parte nostra, ci fermiamo al supermercato
lungo strada per riempire la nostra cambusa acquistando per la straganza
maggioranza prodotti sardi, dai salumi ai formaggi alle verdure
.
La strada attraversa una folta vegetazione mediterranea arrivando
alla nota località di Santa Margherita di Pula, famosa per
l'immensa distesa di sabbia, qua abbondano anche alberghi, villaggi
e case e ovviamente il traffico aumenta in maniera notevole.
Proseguendo sempre verso Ovest, dopo Santa Margherita la strada
si biforca e proseguendo per la Sulcitana SS195 in direzione Teulada
si piega verso l'interno, svoltando a sinistra in direzione CHIA,
arrivati nei pressi di Chia notiamo che il traffico in direzione
opposta alla nostra è ormai diventato un lungo serpentone
e ciò provoca un grosso ingorgo proprio in corrispondenza
del parcheggio in prossima dell'area. Con pazienza ci immettiamo
nella strada che conduce all'area camper e notiamo che una lunga
fila circa 20 camper è in attesa per poter entrare all'interno.
Noi donne scendiamo e andiamo ad informasi sulla situazione, così
i gestori ci spiegano che fanno entrare i camper man mano che i
posti all'interno si liberano e che lo scarico è completamente
pieno quindi impossibile usarlo, se abbiamo pazienza forse ce la
faremo ad entrare costo: € 15 / 24 H.
Tornando indietro ci soffermiamo a parlare con i gestori del parcheggio
adiacente all'area, i quali ci confermano che per i camper hanno
adibito una zona del parcheggio , no scarico ma carico acqua ( a
pagamento) costo € 8,00 al dì.
Decidiamo quindi di usufruire di questa soluzione e senza indugi
ci sistemiamo all'interno del parcheggio in ottima posizione. Specificando
che non avevamo necessità di scaricare, questa sicuramente
si è dimostrata la soluzione migliore anche perché
l'area era fittissima e non per tutti era possibile usufruire della
corrente.
Il tramonto si sta avvicinando così decidiamo di raggiungere
la spiaggia e goderci il calar della notte. L'emozione nel godersi
questa spiaggia, a ragion detta l'attrattiva più affascinante
di questo tratto di costa, priva di folla e illuminata da una bellissima
luce radente è stata immensa, dove solo il silenzio, il mare
e la brezza della sera ne facevano da padroni.
Mercoledì 18 agosto 2010–
CHIA KM. 0 – TEMPO BELLISSIMO
Chia, una frazione del Comune di Domus de Maria è una piccola
località prettamente balneare, infatti qua l'unica attrattiva
è il mare e la spiaggia in quanto nessun centro abitativo
è presente.
Con i suoi 6 km. Di coste, bagnate da un mare limpido con i colori
che vanno dall'azzurro intenso al verde smeraldo è una delle
località più rinomate della Sardegna.
E in queste coste dalla natura ancora incontaminata e dall'alternarsi
di promontori alti e rocciosi con litorali bassi e sabbiosi tra
il VI e VII secolo a.c. sorgeva l'antica città cartaginese
di Bithia della quale oggi restano solo poche tracce visibili sul
sito archeologico.
Noi per esattezza siamo in località Spartivento leggermente
più a ovest rispetto a Chia, ma credo che la differenza in
bellezza e autenticà sia minima se non addirittura inesistente.
Tra la spiaggia e il parcheggio dove siamo collocati si trova lo
stagno di Spartivento, e sia questo stagno che l'altro di Chia,
protetti dalle dune sono abituali aree di sosta e nidificazioni
di varie specie di uccelli acquatici tra cui i fenicotteri rosa
ma noi non l'abbiamo visti, forse troppi turisti infastidiscono
il loro operare.
Il simbolo di Chia è la torre spagnola del XVII sec. E sorge
sul promontorio che custodiva l'acropoli di Bithia, la notte è
completamente illuminata e questo è stato un altro elemento
che la sera precedente ci ha affascinato.
Le dune modellate dai venti su tutto il litorale di Chia sono un
altro fattore naturale che arricchisce questa bella località.
Tutta l'intera giornata è completamente dedicata a goderci
la bellissima spiaggia, tra bagni di mare e di sole e passeggiate
sul bagnasciuga, dove soprattutto la mattina presto, prima che l'orda
dei bagnati arrivi passeggiando nell'acqua siamo stati accompagnati
da moltissimi pesci colorati, una sogliola e seppie.
Manco a dirlo che terminiamo la giornata con la partita di burraco.
Giovedì 19 agosto 2010–
CHIA – PORTO PINO KM.40 – TEMPO BELLO
Vista la bellezza del luogo decidiamo di trascorrervi anche la mattina
.
Ci alziamo assai presto con l'intenzione di passeggiare fino a CALA
CIPOLLA, il primo tratto passeggiando tutto lungo spiaggia fino
a raggiungere alte dune, protette da staccionate, qua rientriamo
verso l'interno in direzione della strada costiera. La presenza
di un posteggio completamente pieno di auto (divieto per camper)
all'inizio del sentiero ci fa presagire l'affollamento alla spiaggia
e pensare che sono solo le 10,00.
Un breve sentiero tra la macchia mediterranea ci conduce alla baia
di Cala Cipolla.
Cala Cipolla è orlata di pini e ginepri secolari e delimitata
da scogliere granitiche con una sabbia bianca.
Ma a causa del superaffollamento, credo che sarebbe impossibile
trovare il posto per un solo asciugamano, non possiamo apprezzare
né la bellezza della sabbia né tanto meno la trasparenza
dell'acqua che invece risulta torbida da quanti turisti ci hanno
e ci stanno sguazzando dentro, l'ombra generata dai pini è
occupata da borse da pic-nic e sedie.
Delusi da tanto scempio ritorniamo sui nostri passi e tutti e quattro
siamo concordi nel ritenere la spiaggia e il mare di Spartivento
superiore a quanto visto.
Prima di mezzogiorno riusciamo a fare un bellissimo bagno e di portarci
verso i camper per il pranzo.
Nel primo pomeriggio, con un cielo quasi velato, riprendiamo la
costiera, passando davanti a Capo Malfatano arrivando fino a Porto
Teulada ed a ogni svolta il panorama che i nostri occhi colgono
ci fa restare sbalorditi da tanta bellezza.
Ma adesso abbiamo la primaria necessità di scaricare e
caricare, quindi consultando i nostri appunti decidiamo di dirigersi
a Porto Pino dove dovrebbe esserci un'area attrezzata.
A Porto Teulada svoltiamo a destra per riprendere la SS 195 che
percorriamo fino a S.Anna Arresi quando troviamo le indicazioni
per Porto Pino. La strada poco prima di arrivare in paese scorre
nel mezzo di una bellissima laguna e alla nostra sinistra si stagliano
bianche e accecanti le alte dune che caratterizzano questa località.
Trovare l'area attrezzata è assai facile, in realtà
si tratta di un grande posteggio asfaltato dove una parte è
adibita a camper ma haimè è completo…Anche se
non proprio di nostro gradimento, i camper sono addossati l'uno
all'altro e non so come l'aria possa circolare, non poter usufruire
di tale area ci angustia assai : in primis per la necessità
di scaricare e fare acqua , al secondo perché ubicato molto
vicino al paese e ciò ci avrebbe permesso una passeggiata
tra la civiltà, dopo molti giorni di calma assoluta.
Al gestore dell'area chiediamo se perlomeno sia possibile scaricare
e riempire un po' di acqua, ovviamente pagando.
Non proprio di buon grado, perché pare che qua l'acqua stia
scarseggiando, al costo di € 5,00 ci permette di compiere le
nostri operazioni.
Eseguito il tutto, pensiamo di recarci al posteggio tra le dune
del quale abbiamo visto indicazioni.
Usciti dal paese, circa dopo 300 mt, una strada alla nostra destra
che si districa in mezzo alla laguna e stretta e sterrata ma assai
sufficiente per scambiarsi con le auto, ci conduce ad un posteggio,
una parte del quale è adibita ai camper: costo € 10,00/24h.
L'ambiente è di notevole bellezza , vicino alle splendide
dune , peccato no scarico no acqua.
Sistemati i camper ci dirigiamo verso le dune che distano solo 10
minuti a piedi.
Le dune si estendono per circa 1 km. All'interno del territorio
comunale di Teulada, nel perimetro del poligono militare di Capo
Teulada.
|
|
DUE IMMAGINI
DELLE SPETTACOLARI DUNE
|
Le dune sono il risultato millenario dell'erosione da parte del
mare e degli agenti atmosferici su le rocce del promontorio. La
sabbia è di un bianco abbagliante e finissima come borotalco,
sono infatti chiamate anche sabbie bianche, in cima cresce una fitta
macchia di ginepro coccolone e il panorama che si gode dalla cima
è spettacolare e anche se per arrivarci si impiega un po'
di fatica appena arriviamo alla sommità ne siamo pienamente
ripagati, non perdete questo spettacolo.
Rimaniamo in questo bellissimo luogo fino al tramonto, e per me
è uno dei luoghi più belli finora visti.
Venerdì 20 agosto 2010
– Porto Pino- Grotte IS ZUDDAS- S.Antioco
km.57 – tempo bello
La giornata si prospetta calda e assolata ma oggi abbiamo deciso
di abbandonare il mare e fare un'escursione verso l'interno per
la visita delle grotte di Is Zuddas.
Percorriamo la strada all'inverso fino al paese di S. Anna Arresi
e qua seguiamo le indicazioni per il paese di Santadi.
Da Santadi, centro agricolo sulle rive del Rio Mannu, paese abbastanza
anonimo, dopo 8 km. All'altezza della SP70 raggiungiamo le grotte.
Qua si trova un discreto parcheggio, abbastanza ombreggiato, dove
credo sia possibile anche pernottare, magari chiedendo prima il
permesso alla biglietteria delle Grotte.
Le grotte situate nella parte sud-occidentale della Sardegna, costituiscono
uno scenario sotterraneo creato dall'incensante azione dell'acqua
Il rilievo del Monte Meana nel quale si sviluppa la cavità
è costituito da rocce dolomitiche risalenti a 530 milioni
di anni. La grotta, ancora in attività presenta numerose
sale ognuna della quali si differenzia dall'altra per le diversità
delle concertazioni. Nella grotta vi è una temperatura costante
di 16 gradi.
Lungo il percorso turistico, visite con guida, lungo circa 5oo metri
si trovano numerose concretazioni di stalagmiti, e stalattiti fino
ad arrivare alla bellissima sala con le rare concentrazioni di aragonite.
Quest'ultime si presentano sotto due forme distinte: le aragoniti
aciculari, che appaiono come grossi ciuffi di cristalli simili ad
aghi e le Aragonitii eccentriche, che sviluppandosi in ogni direzione
senza essere influenzate dalla gravità danno vita a forme
bizzarre.
Orari visite: mattina 9,30 – 12,00 /pomeriggio 14,30 –
18,00.
Noi entriamo all'ultima visita del mattino , ma prima di entrare
abbiamo cura di prenotare il pranzo al ristorante che si trova alla
biglietteria.
Subito dopo l'ingresso nella grotta, sono visibili i resti di un
roditore preistorico, estintosi ben 400 anni fa, presente solo in
Sardegna e Corsica. A seguire incontriamo la Sala dell'Organo, il
cui nome è dovuto proprio alla presenza di una colonna stalatto-stalagmitica
che ricorda proprio un organo a canne, accediamo poi alla Salone
del teatro, enorme e bellissimo, fino a giungere in un ambiente
fiabesco chiamato Sala delle Eccentriche, dove si trovano le sopra
citate ARAGONITI ECCENTRICHE.
La visita risulta interessante e rinfrescante.
Adesso non resta che andare al ristorante: menù turistico
(che comprende anche il famoso maialino) dall'antipasto all'amaro
€ 25,00. (acqua + 1 bicchiere di vino)
Che ci crediate oppure no, abbiamo mangiato benissimo, tantissimo
che siamo quasi scoppiati, infatti sia la sera che il giorno seguente
abbiamo quasi digiunato.
Anche il vino era ottimo, tanto che volevamo acquistarlo da loro,
ma la cameriera ci fa saper che possiamo acquistarlo sfuso presso
la cantina sociale di Santadi (pomeriggio apertura ore 17,00).
Decidiamo pertanto di fare un piccolo riposino e di passare alla
Cantina, prima di dirigersi verso la prossima meta : l'isola di
S'Antioco.
Usciti dalla cantine, che tra l'altro resta sulla strada del nostro
percorso, prendiamo per Giba , a seguire il paese di Tratalias,
che sicuramente varrebbe una sosta per poter visitare la chiesa
romanica di Santa Maria, che nel 1213 fu consacrata cattedrale dell'intera
regione del Sulcis, ma considerando il caldo non ce la sentiamo,
fino a raggiungere S. ANTIOCO.
In prossimità del porticciolo, si trova un parcheggio dedicato
ai Camper , con possibilità di corrente, carico acqua, ma
non scarico, possibilità di usufruire di bagni e docce del
porticciolo al costo di € 15,00/dì ed è in fatti
qua che decidiamo di sostare per i prossimi due giorni, magari usufruendo
dei mezzi pubblici per spostarci verso le spiagge dell'isola, inoltre
l'ubicazione è ottimale per la visita della cittadina e a
noi donne un po' di shopping farebbe proprio piacere.
Poiché non abbiamo proprio fame, dopo una rilassante doccia
calda e aver indossato abiti civili, decidiamo di trascorrere il
resto della giornata al passeggio in paese :sono ormai le 19,00
.
L'isola di Sant'Antioco, situata nella parte sud occidentale della
Sardegna, è la maggiore dell'arcipelago sulcitano ed è
collegata all'isola madre tramite un istmo artificiale. I centri
più importanti sono Sant'Antioco e Calasette. Su tutto il
territorio dell'isola sono presenti numerose testimonianze archeologiche
: menhir prenuragici, domus de janas, tombe dei giganti, un tophet
fenicio punico.
La cittadina di Sant'Antioco si trova sulla sponda nord-orientale
dell'omonima isola ed ne è anche il capoluogo.
Anticamente il suo nome era Sulcis, nome fenicio, poiché
furono proprio i fenici a fondarla.
L'economia è assai varia: attività portuale, attività
salina, pesca, artigianato tessile, produzione viticola e ovviamente
turismo.
Il paese, esteso lungo la costa, si presenta come un tipico borgo
di pescatori: case basse e variopinte con tegole rosse, strade strette
e acciottolate.
Alla sera il centro storico è prettamente pedonale e i numerosi
ristoranti e pizzerie vi apparecchiano i tavolini per i loro clienti,
i numerosi negozi di artigianato e souvenir vi espongono i loro
prodotti, così appare come una cittadina vivace e colorita.
Noi ovviamente ne approfittiamo per fare acquisti, rendendo così
enormemente felici i nostri mariti.
Per la prima sera da quando siamo in vacanza niente burraco, rientriamo
infatti dopo la mezzanotte stanchi ma soddisfatti della giornata
trascorsa.
Sabato 21 agosto 2010 -
Sant'Antioco- Spiaggia Coaquaddus (mezzi pubblici) km. 0 –
tempo bello
Anche oggi è una bella giornata, preparati i nostri zaini
con acqua, panini,frutta , teli mare e l'immancabile macchina fotografica,
ci dirigiamo verso la piazza del paese dove l'ufficio del turismo
ci ha detto si trova la fermata dell'autobus di linea per la spiaggia
di Coaquaddus.
Scegliere la spiaggia dove trascorrere la giornata non è
stato facile, perché volevamo vedere la più carina,
così ci siamo affidati ai lontani ricordi di mio marito e
inoltre volevamo controllare se l'area sosta camper, segnalata in
quel luogo, fosse ancora attiva.
L'attesa per l'autobus dura solo pochi minuti e percorrendo la strada
costiera dopo 5 km. si incontra prima il paese di Maladroxia, dove
si trova un'altra bellissima spiaggia e un paese ben organizzato,
e in breve l'autobus raggiunge la nostra meta e qua fa capolinea.
Appena scesi ci rendiamo conto che il luogo è assai frequentato
e abbastanza affollato, inoltre notiamo che l'area camper è
stata chiusa, si dice per mancanza di permessi per lo scarico delle
acque di scarico camper, tuttavia esiste un enorme parcheggio (a
pagamento) dove alcuni camper stanno sostando e l'autista del pullman
ci ha detto che è possibile pernottare.
Nonostante l'affollamento la spiaggia si presenta ai nostri occhi
in tutta la sua bellezza, l'insenatura a forma di coda di cavallo
è circondata da alti scogli che le donano un aspetto selvaggio
, la macchia mediterranea ne fa da padrona e la sabbia fine è
di un colore bianco- grigio. Peccato che il vento di grecale agiti
il mare tanto da impedire di gustare dei suoi colori.
|
la spiaggia di Coacaddus con il promontorio
di Torre Cannai |
Sistemati i nostri asciugamani sulla spiaggia ci gustiamo la mattina,
tra bagni di sole e mare.
La spiaggia è attrezzata di bar, che noleggia anche ombrelloni
e sdraio, così dopo pranzo ci gustiamo un caffè accompagnato
da un gustoso gelato.
Terminata la pennichella non sappiamo resistere alla tentazione
di andare in esplorazione della costa e seguendo un sentiero litoraneo
e poi la strada costiera raggiungiamo Torre Canai.
L'insenatura di Torre Cannai, chiamata Turri, sta ai piedi della
torre Sabauda(sec. XVI-XVII). Questa fa parte del numeroso gruppo
di torri ancora esistenti lungo le coste Sarde. La posizione di
questa Torre, favorì la funzione di controllo del golfo di
Palmas, anche in rapporto al lavoro nelle tonnare e nelle saline
attive dal XVII sec. spesso razziate dai corsari. La spiaggia è
acciottolata ma il mare è cristallino con tonalità
di verde e azzurro.
Di fronte si erge l'isola di Vacca e Toro di origine vulvanica.
|
L'insenatura con la spiaggia di Coaccadus
vista da Torre Cannai |
Ormai si sta avvicinando l'ora dell'arrivo del nostro pullman
così velocemente ci apprestiamo a fare ritorno verso il capolinea
degli autobus, la giornata calda e ventosa ci ha assai stancati
.
Dopo una rinfrescante doccia e un' ottima cena decidiamo di trascorrere
il dopocena in paese per terminare di comprare i regali da riportare
a casa, qua ci sono degli ottimi negozi.
Domenica 22 agosto 2010 –
S'Antioco- Pan di Zucchero km.41 – tempo bello
Oggi decidiamo di spostarci verso altri lidi ma mentre i nostri
amici terminano di fare le spese, noi optiamo per la visita della
città vecchia.
La nostra visita inizia in cima a Via Margherita dove si trova la
chiesa di Sant'Antioco. La costruzione romanica risale al XII sec.
e sorge sopra catacombe cristiane. Vicino all'ingresso si trova
la statua del Santo che da il nome alla Chiesa e che fu sepolto
nelle catacombe dopo la miracolosa resurrezione.
Le catacombe risalenti al II-IV sec. D.c., sono visitabili ma noi
per timore di fare tardi non entriamo ma sbirciando dall'entrata
ci rendiamo conto che deve essere una visita molto interessante.
Sempre lungo Via Margherita si trova il Museo Archeologico e una
strada laterale conduce al forte su PISU, un fortino sabaudo eretto
nel 1812. Dietro la torre del castello si trova la parte principale
della zona archeologica: l'acropoli punica e più in basso
una necropoli punica.
Anche se tutto ciò l'osserviamo solo velocemente ci permette
di farci una visione più completa della città che
a breve lasceremo.
Rientrati ai camper riprendiamo il nostro viaggio ripercorrendo
la N126 direzione Carbonia, superato il paese di Gonnesa abbandoniamo
la N126 per dirigersi verso Fontamare , Nebida e infine scendiamo
verso Masua alla ricerca dell'area sosta camper.
Trovare l'area non è facile ma il luogo è talmente
bello che decidiamo di non arrenderci, deve esserci per forza, nel
forum di Camperonline si consigliava di sostare!
Finalmente riusciamo a individuare l'entrata: appena arrivati in
fondo alla strada asfaltata dove si trova il posteggio delle auto,
prendere la strada sterrata alla vostra destra per Porto Flavia,
leggermente in salita e in curva, fatti circa 50 mt, dopo una curva
si intravede una sosta a terrazza sul mare, alla vostra sinistra,
con una veduta favolosa sul Pan di Zucchero.
L'area è gestita da ragazzi gentili e disponibili, dispone
di docce all'aperto, carico acqua, ma non scarico e a richiesta
i gestori se possibile vi possono rifornire di pesce fresco e a
volte alla sera cucinano il maialino, il costo € 10,00 al dì.
Il luogo è veramente speciale proprio per la sua ubicazione:
il panorama vista mare che vediamo dalla nostra piazzola è
veramente mozzafiato, inoltre tramite una breve scalinata si accede
alla spiaggia sottostante e dall'area parte il sentiero per la miniera
di Porto Flavia.
Unica raccomandazione arrivare con il frigo pieno e le acque scaricate,
dopo di che non resta che godersi questo angolo di paradiso, unica
nota dolente se così la possiamo chiamare è il vento
di maestrale che in questa parte dell'isola comincia a farsi sentire.
Inutile aggiungere che dopo aver sistemato i camper trascorriamo
il resto del giorno nella spiaggia sottostante.
La spiaggia non è molto grande ed essendo oggi domenica è
super affollata dagli isolani,tanto che con difficoltà riusciamo
a trovare dove sistemare i nostri due ombrelloni con relative sdraio,
altra raccomandazione di non lasciare i vostri ombrelloni quando
risalite al camper per il pranzo; infatti al nostro ritorno nel
primissimo pomeriggio, ci saremo assentati all'incirca 1,30, abbiamo
trovato gli ombrelloni tolti e i signori che avevano preso il nostro
posto ci hanno detto che lasciare gli ombrelloni è cosa vietata
e da maleducati. Noi, essendo in casa d'altri, non abbiamo obbiettato
se non dicendo che ciò è improprio e non veritiero,
solo al tramonto è vietato lasciare sdraio e ombrelloni su
la spiaggia e non volendo ulteriormente polemizzare ci siamo educatamente
spostati . Questo è stato l'unico e sottolineo unico posto
in tutta l'Isola dove abbiamo incontrato persone maleducate che
davano la netta sensazione di essere molto infastidite dai turisti.
Ma” tutto il mondo è paese” e non sono certo
questi piccoli disguidi a rovinare una vacanza o far si di crearsi
un opinione negativa del popolo Sardo.
Tornando alla descrizione della spiaggia aggiungo che questa è
chiamata Spiaggia di Masua “Molo” per la presenza del
molo d'imbarco dei materiali provenienti dalla miniera sovrastante.
Tutt'oggi il molo viene usufruito per piattaforma per tuffi.
La sabbia è bianca e finissima e il mare cristallino , inoltre
leggermente alla destra della caletta di erge spettacolare il Pan
di Zucchero.
L'isola di Pan Zucchero è un faraglione calcareo, alto 133
metri, caratterizzato da un colore chiaro e dalla superficie a gradini
piatti. Le pareti nord e sud sono traforate da due grandi archi.
Proprio questa sua forma massiccia e arrotondata richiama alla mente
l'immagine del famoso Pao de Azucar della baia di Rio, da cui ne
prende il nome. L'erosione dell'acqua piovana, con l'azione del
solvente sulle rocce carbonatiche, ha prodotto due grotte a forma
di galleria che si aprono sul livello del mare. Collegati allo scoglio
i due faraglioni detti del Morto e di S'Agusteri. Tutto ciò
si è formato in seguito all'erosione e allontanamento dalla
terraferma di Punta Is Cicalas.
Terminiamo la giornata giocando a carte fuori e godendoci il riflesso
della luna sul mare.
|
|
PAN DI
ZUCCHERO AL TRAMONTO E AL MATTINO
|
Lunedì 23 agosto 2010 -
MASUA- CAPO PECORA KM. 28 - TEMPO BELLISSIMO
Ancora una mezza giornata per goderci questo bellissimo luogo, giornata
che iniziamo assai presto perché vorremo visitare il sito
minerario di porto Flavia, facilmente raggiungibile in circa 10
minuti dall'area tramite una strada sterrata percorribile anche
dalle auto.
Biglietto per la visita guidata € 8,00 a persona, vi forniscono
anche copricapo anti infortunio.
Durante la prima parte della visita, la guida (ex minatore) ci illustra
la storia e l'utilizzo di questo impianto il quale in realtà
non è una miniera ma un sistema di alta ingegneria atto a
far convogliare il materiale estratto dalla miniera sovrastante
alle navi di carico.
L'impianto fu ideato nel 1925 dall'ingegnere Cesare Vercelli e prese
il nome dalla sua primogenita. Esso fu costruito per abbattere gli
ingenti costi di trasporto del minerale estratto dalle miniere della
zona; fino alla sua realizzazione il materiale veniva trasportato
mediante carri trainati da buoi fino ai magazzini posti vicino alla
spiaggia di Masua sul molo della nostra spiaggia.
Da lì tramite ceste venivano caricati da operai su piccoli
vascelli a vela latina , chiamati “BILANCELLE” . Queste
imbarcazioni raggiungevano Carloforte, distante 10 miglia e dotata
di un sicuro porto, scaricavano il minerale che successivamente
veniva caricato nuovamente su piroscafi che lo portavano alle fonderie
europee.
Tutto ciò rendeva il costo del trasporto non competitivo
per questo si pensò di risolvere il problema.
Nella ripida falesia di fronte al Pan di Zucchero, furono scavati
9 silos con una sezione di mt. 4 x 8 e un'altezza di 20, collegati
a due gallerie sovrapposte entrambe affaccianti sul mare.
La galleria superiore alla quota di circa 37 metri era la galleria
di carico, quella che mediante una ferrovia era collegata alla miniera.
I minerali veniva poi scaricati nei silos. La galleria inferiore
all'altezza di circa 16 metri, era la galleria di scarico dotata
di nastro trasportatore fisso sul quale, dai silos, venivano scaricati
i minerali, e di un nastro trasportatore estensibile, il quale durante
le fasi di carico delle navi veniva spinto all'esterno della falesia
attraverso
una finestra aperta nella falesia stessa.
|
TRASPORTATORE ESTINSIBILE
|
Una volta terminata l'operazione di carico il nastro veniva reinserito
all'interno e la finestra chiusa con un portellone esterno. Così
si riusciva a caricare in poche ore ciò che prima era possibile
fare in diversi giorni.
La seconda parte della visita si svolge proprio all'interno delle
gallerie ed esternamente.
Questa visita è veramente interessante e coinvolgente, sicuramente
da non perdere.
Solo verso l'ora di pranzo rientriamo ai nostri camper e per toglierci
di dosso il caldo e la polvere ci immergiamo in un bellissimo bagno.
Purtroppo ci rendiamo conto della necessità di scaricare
e a malincuore decidiamo di spostarci verso Bugggeru, dove c'è
un area sosta camper attrezzata.
Sono circa le 15,00 quando ripercorriamo a ritroso la strada panoramica
che ci riporta verso la strada principale, da qua ci dirigiamo verso
Buggerrù attraverso una strada assai impegnativa ma dalle
meravigliose vedute e poco prima di raggiungere il paese si incontra
il bivio per raggiungere Cala Domestica.
L'impellente necessità che ci ha indotto a lasciare Masua
non ci permette neanche di dirigerci verso questa nota località,
in quanto non esiste area attrezzata ma solo parcheggio con possibilità
di pernottamento.
La strada, provenendo dall'altopiano di Pranu Sartu ci fa ammirare
dall'alto lo splendido panorama di Buggerru, paese incastonato fra
due ampi promontori e sviluppatosi in maniera insolita lungo una
piccola vallata fino al porticciolo turistico, unico approdo sicuro
della zona.
Questa vallata in principio era conosciuta come “Mungerru”
ossia luogo di mungitura poi in seguito all'apertura della miniera
di Malfidato, si è formato il borgo cittadino, divenuto nella
prima metà del XIX sec. Un importante centro per le miniere
di piombo e zinco.
È divenuto tristemente famoso anche per la prima protesta
operaia dell'Italia industrializzata, conclusasi nel sangue.
Dell'antica attività estrattiva oggi sono rimasti solo pochi
ruderi ma recentemente recuperati e visitabili nella Galleria Henry.
A Buggerru si trova una grande area sosta camper, una parte fornita
di corrente e un'altra all'interno del campo sportivo, senza corrente,
ambedue frontemare e vicine al paese.
Costo € 10,00 al dì tutto compreso oppure € 5,00
per carico/scarico.
Nonostante la vicinanza sia al mare che al paese il luogo non ci
entusiasma moltissimo, forse perché il paese ci appare spento
data l'ora pomeridiana così preferiamo fare carico/scarico
e proseguire.
Qua la litoranea è un susseguirsi di scorci incantati,
questa costa chiamata COSTA VERDE, è eccezionale e poco dopo
Buggerrù incontriamo S.Niccolao, nota per le sue dune e dove
si trova una piacevole area per camper (no carico/scarico) fatta
a terrazzamento, vista mare e molto ma molto carina ma completa.
Decidiamo di proseguire per Capo Pecora dove è possibile
fare sosta libera e affascinati dal panorama ci impieghiamo assai
a raggiungere Capo Pecora in quanto era impossibile non fermarsi
a fotografare lo spettacolare golfo di Buggerru.
|
Verso Capo Pecora
la spettacolare veduta del golfo di Buggerru
|
Capo Pecora, nota agli anziani di Arbus con il nominativo di Perdas'
e Arlbas, rappresenta l'ipotetico confine Sud della Costa Verde,
una lingua di granito che si tuffa nel mare, modellata dall'incensante
azione del mare e del vento di Maestrale.
È una località caratterizzata da alte scogliere a
picco sul mare , da rocce granitiche, da una bassa vegetazione e
dal vento. Un luogo che ti fa sentire lontano da tutto e da tutti
ma nello stesso tempo ti fa sentire in perfetta armonia con la natura.
Qua tutto appare incontaminato, aspro e desolato ma proprio per
questo è assai suggestivo per chi come noi ama il mare e
la natura. La punta estrema del Capo appare “invasa da camper”
che hanno o meglio sono riusciti a superare alcune cunette di sabbia
e collocarsi proprio al limitare della scogliera.
Noi memori di alcuni avvertimenti di mio padre, che già c'era
stato alcuni anni prima, avvertimenti in merito alla pericolosità
di affondare nella sabbia col rischio di restarci, abbiamo optato
di parcheggiare circa 100 mt, prima su di uno spiazzo erboso sempre
e comunque a ridosso della scogliera.
Il luogo è alquanto solitario e siamo consci che quando le
poche macchine parcheggiate se ne andranno, salvo l'arrivo di altri
camper, saremo soli soletti, ma ciò non ci preoccupa.
Parcheggiamo i nostri mezzi e ci dirigiamo nella spiaggia sottostante
per un bellissimo bagno in un'acqua veramente cristallina. La spiaggia
qua è formata da sassi granitici la cui cromaticità
rende ancora più notevole la trasparenza dell'acqua e il
verde della macchia mediterranea alle nostre spalle.
Il tramonto, l'ora più bella da vivere in rima al mare,
si sta avvicinando e decidiamo di goderci lo spettacolo proprio
in cima al Capo, dove un'altra meraviglia ci attende, la spiaggia
è piena di gigli di mare quasi un peccato camminarci sopra.
Il sole a poco a poco va a nanna, regalandoci scorci e panorami
mozzafiato, emozionati per tanta armonia ci sentiamo grati nei confronti
della natura.
|
La Punta di Capo
Pecora al tramonto
|
Martedì 24 agosto 2010
- Capo Pecora- Scivu -km. 80 - tempo bello
La notte è trascorsa tranquilla, a parte alcuni ragazzi che
hanno campeggiato la tenda non lontano da noi e nella prima mattina
hanno iniziato a cantare; anche questa giornata si preannuncia assai
calda.
Oggi dobbiamo rifornire le nostre cambuse, pertanto decidiamo di
fermarsi al paese di Fluminimaggiore.
In pochi km raggiungiamo il paese, assai grande e fornito di ogni
necessità tra cui una CONAD, dove ci dirigiamo per la spesa.
Dopo aver riempito la cambusa è l'ora di riempire i serbatoi
dell'acqua e guarda caso, proprio vicino al negozio c'è una
bellissima fonte con acqua di sorgente buona e fresca che non aspettava
che noi.
Ora siamo pronti per andare alla scoperta di SCIVU.
Proseguiamo sempre su la SS126 direzione Arbus dopo circa 12 km.
svoltiamo a sinistra seguendo le indicazioni che indicano la località
di Scivu, una strada stretta , piacevolmente tortuosa che attraversa
colline di foltissima macchia mediterranea in circa 13 km. ci conduce
alla nostra località. Qua un parcheggio fronte duna, sia
per auto che camper, su sterrato fa da termine strada.
Costo sosta camper € 8,00 al dì, carico/scarico a pagamento-
possibilità di ordinare al mattino, presso il chiosco del
parcheggio, piatti pronti per la cena ( cozze ripieni, orate, saraghi
alla griglia ottimi).
Anche se il parcheggio è a tutto sole un fresco venticello
di maestrale rende la temperatura piacevole, così decidiamo
di pranzare e poi dirigersi alla scoperta della spiaggia.
Dal parcheggio un sentiero attrezzato ci permette di discendere
l'alta duna fino alla spiaggia sottostante.
La spiaggia di Scivu è una lunga lingua di sabbia finissima
e dorata, abbracciata da dune alte e da pareti di arenaria scura
su cui sono aggrappati cespugli di macchia mediterranea il cui profumo
arriva fin sul mare, il mare è d'impressionante trasparenza
dove il colore verde smeraldo si fonde con il l'azzurro intenso.
La spiaggia è lunga circa 3 km. e appare divisa in due da
un'alta scogliera, paradiso dei pescatori, inoltre la sabbia è
definita “parlante” per via del sordo rumore che si
può udire camminando. Ma l'ora più splendida per questo
luogo è senz'altro il tramonto, quando la luce radente del
sole illumina la scogliera e la sabbia tingendola di colori che
vanno dal giallo oro al rosso.
Da un punto di vista geografico la località di Scivu non
è altro che il naturale proseguimento del litorale di Piscinas,
col quale forma un arenile di circa 6 km., volendo farsi una lunga
passeggiate Piscinas è raggiungibile tutto lungo spiaggia,
lungo questa passeggiata si incontra la spiaggia privata della Casa
di Reclusione di Is Arenas in territorio di Bau.
Il nostro pomeriggio fino al calar del sole lo abbiamo così
trascorso tra bagni alternati a passeggiate lungo arenile e momenti
dedicati alle foto di questo luogo meraviglioso il quale è
impossibile perdere.
E per terminare in bellezza la giornata cena pronta a base di pesce:
cozze e pesce alla griglia
Mercoledì 25 agosto 2010 -
SVIVU- TORRE CORSARI- ORISTANO -IS ARUTAS
TEMPO BELLO km. 191
Con molta calma al mattino rimettiamo in moto il nostro camper per
andare alla scoperta di altri luoghi, anche se questo appena visto
penso ci rimarrà nel cuore per molto, molto tempo.
Ripresa la SS126 ci dirigiamo verso Arbus, qui puntiamo per Montevecchio,
centro minerario più vecchio della Sardegna, dove è
tutt'oggi possibile visitare la miniera con tutti i suoi nessi e
connessi nati attorno ad essa come la Palazzina della Direzione
ecc.
Preferiamo non fermarci perché il caldo sta aumentando e
desideriamo arriva al più presto verso il mare.
Da Montevecchio ci dirigiamo verso Marina di Arbus, attraversando
un territorio arido e affascinate allo stesso tempo, territorio
che notiamo segnato dal lavoro delle miniere, di cui restano tracce
sparse qua e là e dal lavoro dei pastori. In breve all'orizzonte
si delinea l'azzurro del mare. Siamo a Funtunazza, paese dove la
società mineraria di Montevecchio aveva costruito una colonia
per ospitare i figli dei minatori.
Oggi tutto è in totale abbandono, ma l'insenatura riparata
dai venti di maestrale offre un bellissimo mare e una spiaggia finissima.
Alcuni camperisti incontrati a Scivu mi hanno detto che è
possibile sostare nel parcheggio dell'ex-colonia e anche pernottare.
Noi preferiamo proseguire per Torre dei Corsari, località
che raggiungiamo in breve tempo.
Il luogo prende nome dalla torre di Flumentorgiu, utilizzata dagli
spagnoli nel XVII secolo come postazione di avvistamento contro
le incursioni dei pirati saraceni.
Arrivati in cima al promontorio d'avanti ai nostri occhi ci appare
un paesaggio unico: a Sud
una splendida baia dominata da alte falesie calcaree, a nord la
vista spazia su bellissime spiagge dominate da imponenti dune di
sabbia.
|
Panorama dal promontorio di Torre
dei Corsari |
Notiamo che il parcheggio sottostante al promontorio, proprio
in prossimità della spiaggia, ospita diversi camper, ovviamente
circondati da auto, quindi per chi volesse usufruire di tale ubicazione,
tra l'altro molto bella, consiglio di arrivarci o al mattino molto
preso o a tarda sera.
Comunque per una breve escursione alla Torre, alla spiaggia e al
nuovo paese è possibile sostare lungo strada o proprio in
prossimità del paese si trova un bel parcheggio, dove altri
camper già vi avevano preso posto.
Il paese è di nuova costruzione evidentemente sorto su l'onda
dello sviluppo turistico, comunque è un villaggio residenziale
assai animato e dotato di ogni confort con una graziosa Piazzetta
: “Stella Maris“ su cui si aprono negozi, farmacia,
supermercato, pescheria, panetteria, pasticceria; oggi è
giorno di mercato e quindi non ci lasciamo perdere l'occasione per
acquistare frutta e verdura fresca.
Ormai si è fatta ora di pranzo e decidiamo mangiare al posteggio
del paese, che essendo in alto rispetto alla riva del mare risulta
abbastanza ventilato.
Terminato il pranzo e un breve riposino, lasciamo questo incantevole
luogo e con esso abbandoniamo la COSTA VERDE.
Così abbiamo capito che una caratteristica della Costa Verde
sono le DUNE, che in special maniera a Piscinas, Scivu, Torre dei
Corsari e Pistis hanno dato luogo a fenomeni unici creando un vero
ambiente sahariano.
Lo scultore di queste opere è il vento di maestrale e la
rifinitura viene eseguita dalla vegetazione che se pur in condizioni
ostili, trova il modo di crearsi il proprio habitat: ginepri, lentischi,
violacciocca giglio marittimo, papavero della sabbia.
Prossima sosta a ORISTANO in quanto dotata di un ottimo carico/scarico
camper.
Lasciato Torre dei Corsari, ci dirigiamo verso S.Antonio di Santadi
e da questo paese seguiamo le indicazione per riprendere la SS126
che incrociamo al S.Niccolò d'Arciano, da qua in breve arriviamo
a Oristano.
L'area attrezzata camper è comunale, gratuita e molto grande,
si trova in Via Dorando Petri e grazie al nostro Tom Tom trovarla
è assai facile.
La città di Oristano, capoluogo di provincia dal 1974, si
trova sul limite settentrionale della pianura Campidana, nei pressi
della foce del fiume Tirso ed è circondata da stagni molto
pescosi. La sua origine risale al 1070 quando dalla vicina Tharros
devastata dai Saraceni, la popolazione migrò in cerca di
un nuovo insediamento. Oristasno è anche la città
della Vernaccia, vino pregiato prodotto da un vitigno autoctono
e secondo la tradizione formato dalle lacrime di Santa Giusta, protettrice
di Oristano.
A nord del golfo di Oristano, nella penisola del Sinis, si trova
lo stagno di Cabras che assieme alle altre vicine zone umide forma
un ambiente di importanza internazionale.
Ed è proprio verso Cabras che ci dirigiamo dopo aver fatto
rifornimento di acqua e svuotato i nostri serbatoii.
Da Cabras si seguano le indicazioni per Torregrande e una volta
presa la strada per tale località dopo 3-4 km. si svolta
a destra per Cabras.
Costeggiamo lo stagno, dove notiamo la presenza di alcune capanne
pittoresche e centri di vendita di pesce del lago. Qua l'attività
principale è proprio la pesca e le acque del lago sono ricche
di muggini, cefali, anguille, mormore e spigole. Un tempo la pesca
veniva effettuata con particolari imbarcazioni realizzate con l'intreccio
dell'erba della palude , detta fassonis, alcune di queste imbarcazioni
ancora oggi le possiamo vedere ma penso vengono utilizzate solo
a fini turistici. La nostra meta di oggi è la spiaggia di
Mari Ermi che assieme alla vicina spiaggia di IS ARUTAS, è
definita una delle spiagge più belle della Sardegna e io
oserei dire d'Italia.
Tra la costa della penisola del Sinis, dove si trova la località
che intendiamo raggiungere, e lo stagno si stende una vasta pianura
con campi di fieno, pascoli e ovili . Costeggiando sempre lo stagno
e percorrendo questa lussureggiante pianura in breve troviamo le
indicazioni per Mari Ermi. Sono ormai le cinque del pomeriggio e
la strada che adesso percorriamo è assai movimentata, ovviamente
perché conduce dritta al mare; quando arriviamo a fine strada,
termina in un enorme parcheggio, superaffollato, dove esiste divieto
di pernottamento camper, ancora non siamo riusciti a incontrare
la strada che conduce presso l'Agricampeggio segnalato da Camperonline.
Ci vediamo pertanto costretti a districarci tra le numerose macchine,
anche in doppia fila e chiedere al responsabile del parcheggio indicazioni.
Dobbiamo tornare indietro di alcune decine di metri e prendere una
strada sterrata alla nostra destra , all'inizio la strada ci incute
un po' timore, piena di avvallamenti, dossi, sabbia e con auto parcheggiate
ovunque pertanto prima di raggiungere l'agognato AGRICAMPEGGIO abbiamo
sudato assai.
Qua si trovano ben tre Agricampeggi, uno accanto all'altro, tutti
con le stesse caratteristiche, sono situati su un prato ormai secco,
dotati di docce dove non è possibile usare shampoo o bagnoschiuma
e possibilità di fare acqua ma meglio evitare perché
ferrosa e salata. Tutti e tre gestiti da tre fratelli in competizione
tra loro, costo € 10,00 al dì. Potete scegliere quello
che più vi aggrada al momento o quello meno affollato tanto
secondo noi non esistono differenze tra di loro.
Il grande vantaggio o meglio dire la bellezza di questi Agricampeggi
è che sono affacciati direttamente su la bellissima spiaggia
chiamata dai CHICCHI DI RISO.
Quando ci affacciamo sulla spiaggia ci sembra di essere ai Caraibi.
La spiaggia è infatti caratterizzata da granuli grandi
pochi millimetri, di un particolare colore bianco candido lucido
. Si tratta di quarzo, perfettamente arrotondato dal mare che così
produce un particolare effetto, sia in acqua che fuori, effetto
ambientale che per me appare unico e irripetibile. L'acqua cristallina
del mare appare di un colore azzurro, celeste , unica nota dolente
il mare degrada molto velocemente e alla sera la costa è
battuta, quasi sempre, dal vento di maestrale. Ma detto ciò
non perdetevi questo luogo favoloso.
È inutile aggiungere che terminiamo la nostra movimentata
giornata su questa caraibica spiaggia.
Giovedì 26 agosto 2010 -
MARI ERMI KM. 0 - TEMPO BELLISSIMO
Oggi giornata dedicata completamente a goderci questi luoghi.
La mattina passa velocemente tra bagni di sole e mare mentre il
pomeriggio lo interrompiamo facendo una passeggiata verso la spiaggia
di IS ARUTAS.
Anche questa spiaggia è attrezzata con un grande parcheggio,
bar e ristorante. Ma a noi personalmente piace di più Mari
Ermi, poiché la spiaggia è più grande e meno
invasa da alghe e inoltre molto meno affollata il che rende il tutto
assai molto più caraibico.
Questa rilassante giornata non poteva non finire con una romantica
passeggiata notturna illuminata solo dalla luna.
Venerdì 27 agosto 2010 -
MARMI ERMI. THASSOS- CABRAS- SAN GIOVANNI DI SINIS KM. 50- TEMPO
BELLO
Anche oggi il sole illumina il nostro risveglio che stamani avviene
abbastanza presto, poiché abbiamo intenzione di visitare
Tharros e gradiremo non farlo sotto il sole cocente.
Prima di arrivare al bivio che conduce al sito archeologico ci fermiamo
a visitare il piccolo villaggio di San Salvatore.
Questo piccolo paese costituisce il più tipico esempio di
centro religioso temporaneo in Sardegna, disabitato per la maggior
parte dell'anno, si anima in occasione del novenario e della festa
in onore di Cristo Salvatore, tra la fine d'agosto e i primi di
settembre.
Il villaggio è costituito da un quadrilatero di piccole case
, dette cumbessias, fatte in arenaria o in mattoni di terra cruda,
in passato queste abitazioni venivano utilizzate dai proprietari
non solo in occasioni del novenario ma anche in occasione della
semina o della raccolta del grano.
|
|
DUE IMMAGINI DEL PICCOLO
PAESE : LE SUE CASE E LA CHIESA |
Al centro del villaggio si trova una suggestiva piazza in terra
battuta con alberi
e vi spicca la chiesa di San Salvatore. Questa chiesa fu edificata
nel XVII sec. Sopra un ipogeo di epoca prenuragica dedicato al culto
dell'acqua e interamente scavato nella roccia. Nel periodo romanico
si adoravano Venere, Marte ed Ercole Salvatore.
Ora questo paese si anima solo nove giorni all'anno ed essendo ormai
a fine agosto già le case iniziano a essere aperte per le
pulirle e per rinfrescarle, così riusciamo a sbirciare in
alcune di esse.
In questo piccolo villaggio si respira un'aria misteriosa come se
si venisse proiettati in un PAESE DIVERSO, infatti non a caso intorno
alla piazzetta del paese durante gli anni sessanta del secolo scorso
sono stati ambientati i film western all'italiana e pare che fino
a pochi anni
fa restassero alcune scenografie e ambientazioni, come la facciata
del saloon e altri edifici pseudo americani poi distrutti in un
incendio.
Dal questo mitico villaggio a THARROS il tragitto è breve,
tuttavia giunti a S. Giovanni a Sinis, vige divieto di transito
ai camper e per raggiungere l'accesso al sito archeologico siamo
costretti a posteggiare e percorrere circa 500 mt. in salita e sotto
il sole.
Le possibilità di sosta sono due:
O subito all'inizio del paese, dove la carreggiabile allargandosi
forma quasi una piazzetta e qua possiamo sostare e pernottare senza
divieti e gratis.
Oppure circa 200 mt più avanti esiste un parcheggio a pagamento,
su sterrato e sotto il sole ma ovviamente è più vicino
al sito archeologico.
Noi optiamo per la prima soluzione e così ci avviamo verso
la città fondata dai Fenici.
Biglietto d'ingresso € 7,00 che comprende anche la visita al
museo di Cabras.
Noi scegliamo la visita guidata pertanto nonostante i nostri sforzi
nell'esserci alzati presto ci ritroviamo a visitare l'area archeologica
a mezzogiorno.
Alcune teorie riguardanti Tharros stabiliscono che la città
fu fondata dai Fenici nel VII sec.
Questa ipotesi ultimamente sembra sia stata riveduta dopo il ritrovamento
di alcune porzioni di muro di circa 100 metri che sarebbe una porzione
di un vecchio porto di struttura ben più antica di quella
fenicia.
Tharros rapprentò sempre uno scalo sicuro lungo le rotte
che univano l'oriente con Marsiglia e la penisola Iberica, inoltre
l'acque sottostanti Tharros sono state chiamate Mar Morto, data
la tranquillità delle loro correnti e proprio questa caratteristica
delle acque ha favorito il commercio fenicio.
Le incursioni Sarecene del IX sec. Causarono l'abbandono di Tharros
per privilegiare la vicina Oristano.
L'area attualmente è un museo a cielo aperto e ancora oggi
gli scavi sono in corso, ciò che possiamo vedere risale all'epoca
romana o della prima cristianità. Tra le strutture più
interessanti che si possono ammirare sono le terme, le fondamenta
del tempio, una parte delle botteghe artigiane e delle case, CASTELLUM
AQUAE (un serbatoio di distribuzione d'acqua in città) e
la fognatura.
Ma ciò che più affascina il visitatore come me è
l'immagine delle due colonne che s'innalzano stagliandosi sul mare
turchese della baia retrostante infatti non a caso sono diventate
il simbolo di Tharros.
Tuttavia il fascino leggermente scompare quando apprendiamo dalla
nostra guida che queste sono una riproduzione moderna di un tempio
risalente al 50 a.c.
Acconto a queste due colonne sorgono invece i resti del tempio dalle
semicolonne doriche risalenti all'età punica (IV - III sec.
A.c.)
Personalmente ritengo la visita interessante soprattutto per la
posizione in cui il sito si trova più che per ciò
che vi resta.
Terminata la visita non ci resta che pranzare e poi?
Ormai di mare siamo un po' stanchi anche se qua è estremamente
bello e invogliante pertanto decidiamo di impegnare il pomeriggio
con la visita del museo di Cabras, visto che era compreso nel biglietto
dell'area di Tharros.
Dovendoci spostare pensiamo di allungare il percorso tornando nuovamente
all'area attrezzata di Oristano per fare carico e scarico e poi
ci fermiamo al paese di Cabras per l'acquisto della bottarga.
L'aggregato rurale di Cabras è attestato dalla fine del XI
sec. con il nome di “Masone di
Cabras”. sulle rive dello stagno di Cabras i giudici arborensi
possedevano una residenza fortezza di cui oggi rimangono pochi ruderi.
L'economia del paese si basa principalmente nella produzione vinicola,
di frutta, foraggi per allevamenti ma soprattutto su la pesca.
Cabras è assai rinomata per la produzione della Bottarda
di Muggine, è questa infatti un derivato della produzione
ittica e inoltre lo stagno su cui si adagia Cabras è ricco
di muggini.
Fatto i nostri acquisti di Bottarda ci dirigiamo al vicino museo
Archeologico, situato ai bordi dello stagno offre una piacevole
e interessante vista su le acque e la sua flora.
Il museo è dedicato all'esposizione di reperti provenienti
dai territori circostanti.
Il periodo preneuragico e neuragico è rappresentato da materiali
recuperati con lo scavo del villaggio di Cuccurru Is Arrius.
Relativi all'età storica si trovano reperti provenienti dalla
città di Tharros. Sono esposti anche reperti fenici e punici.
|
Al museo da una nave romana lingotti |
La visita è assai interessante e consigliabile , questa
visita unita assieme alla visita della mattina ci permette ci farci
una visuale completa della storia e delle vicende di questa parte
della Sardegna.
Le ore più calde del pomeriggio ormai ci hanno abbandonato
, torniamo a parcheggiare i nostri camper nello stesso luogo della
mattina e ci immergiamo nella scoperta del piccolo paese di San
Giovanni in Sinis.
Questo è l'ultimo paese che s'incontra dirigendoci verso
l'estremo sud della penisola del Sinis. È questo un ex-villaggio
di capanne costruito secondo l'usanze dei pescatori oristanesi,
per la verità di queste vecchie capanne ne sono rimaste solo
pochissime, ma una di queste è tutt'oggi abitata da un vecchio
pescatore. Casualmente veniamo a sapere che il pescatore in questione
è molto felice se i turisti passano a salutarlo ed è
assai orgoglioso di far visitare la sua vecchia casa.
Con malinconia ma orgoglio al tempo stesso il vecchio pescatore
ci introduce nella sua “BARRACOS”.
Si tratta di un monolocale rettangolare costruito con intelaiatura
di canne , inchiodate e legate con giunchi e conficcate nella sabbia.
Il tutto era rivestito con fascine di falasco, un erba palustre.
Sul tetto l'inclinazione del rivestimento è maggiore sicuramente
per permettere un più intenso scorrimento dell'acqua piovana.
Restiamo affascinati da questa antica abitazione e se pur all'interno
si notano alcuni oggetti moderni resta molto autentica e ci rattrista
pensare come tante di queste abitazioni sia state perse o distrutte
sarebbe stato assi meglio attuare una qualsiasi forma di recupero.
Continuando la nostra passeggiata incontriamo al centro del paese
la chiesa di San Giovanni in Sinis.
È questa una delle più antiche chiese della Sardegna
ed è tutt'oggi in uso. Risale probabilmente al V secolo,
la sua prima struttura a pianta centrale con cupola (che ricorda
un po' le moschee arabe) fu ingrandita nel XI sec. con forme protoromaniche
e l'interno diviso in tre navate, separate da archi bassi e pesanti
pilastri, di cui le due laterali furono coperte con volte a botte
mentre quella centrale e l'abside sono coperte da cupola.
La chiesa conserva ancora la cupola centrale originaria.
Intorno a questa chiesa esiste una leggenda:
La chiesa di San Giovanni, narra la leggenda, appartenne a due comuni,
Cabras che costudiva la statua di Sant'AGOSTINO e Nurachi che costudiva
la statua di San Giovanni. I Carabresi un giorno, gelosi per la
comproprietà della parrocchia con l'altro comune, decisero
di rubare la statua di San Giovanni. I Nurachesi accortosi del fatto
decisero di vendicarsi rubando al paese di Cabras la statua di SANT'AGOSTINO.
Da allora è tradizione che il 20 agosto, sant'Agostino venga
portato dai Nuraghesi, nascosto da un telo, in processione dai fedeli
vestiti con una tonaca rossa da San Giovanni in Sinis a Nuraghi,
dove ha inizio la novena. Il 29 agosto, giorno della festa, il Santo
viene riportato in processione a San Giovanni in Sinis.
Ma con nostra sorpresa scopriamo che l'indomani mattina, pur essendo
il 28, arriverà intorno alle 6 del mattino, la statua di
Sant'Agostino con tanto di banda e mortaretti. La notizia in parte
ci rallegra, siamo curiosi di assistere ad una festa locale, dall'altra
ci disturba in quanto la processione si fermerà proprio dietro
i nostri camper e quindi avremo una sveglia piuttosto mattiniera.
Continuiamo la nostra passeggiata nel paese e scopriamo un bel lungomare
che corre tutto lungo il lato ovest del paese e un'accogliente piazza
centrale. La parte verso il Capo San Marco, la parte che conduce
a Tharros, è animata da numerosi chiostri di souvenir e ristoranti-
pizzerie ed proprio in uno di questi che ordiniamo la pizza d'asporto
per la cena, visto che ormai si sono fatte quasi le 20,00.
Terminiamo questa giornata varia e tranquilla con la solita partita
a carte,.
Sabato 28 agosto 2010 - SAN
GIOVANNI IN SINIS- ORGOSOLO- BUDONI- OLBIA KM.254 - TEMPO BELLO
Come previsto la giornata inizia assai presto prima delle 6, iniziano
ad arrivare, fedeli che intonano canti e un trattore allestito con
fiori e donne e bimbi con abiti tradizionali.
A seguire scoppi di mortaretti avvertano l' arrivo degli uomini
vestiti con tonache rosse e scalzi assieme alla statua del Santo,
come da copione si fermano proprio dietro i nostri camper.
Impossibile restare a dormire, così infilato un copricostume
sopra al pigiama usciamo a goderci lo spettacolo.
Il tutto dura circa una mezz' oretta e per me è ancora troppo
presto iniziare la giornata pertanto mi concedo un altro pisolo
mentre mio marito e i nostri amici iniziano a fare colazione ed
a prepararsi per la prima tappa di oggi.
Infatti oggi ultimo giorno in terra Sarda, dobbiamo avvicinarsi
verso Olbia, dove l'indomani il traghetto ci attende.
Sono circa le 8,30 quando mettiamo in moto per dirigersi a Orgosolo,
che raggiungiamo introno alle 10,00.
Orgosolo si trova a 620 metri sul livello del mare in provincia
di Nuoro, nella regione della Bargagia e famoso per la grande abbondanza
di Murales, di cui molti a sfondo politico.
Parcheggiamo lungo la strada principale del paese, in quanto il
punto indicato per parcheggiare il camper è occupato da una
pista di gokart e ci immergiamo nella visita di questo tristemente
famoso paese.
Lo definisco tristemente famoso in quanto ai più è
conosciuto per le vicende legate al banditismo, alle faide e all'omonima
sequestri , originario di qua è Graziano Mesina, il più
noto dei banditi degli anni '60 e '70.
La maggior parte delle facciate delle case è rallegrata dai
murales ma molte sono le facciate dove è facile riconoscere
il segno di spari con porte e finestre bucherellate da fori di proiettili.
Il primo murale a Orgosolo fu realizzato nel 1969 da un gruppo di
anarchici milanesi. Nel 1975 Francesco Del Casino e i suoi alunni
realizzarono altri murales e in seguito altri artisti dettero il
loro contributo; al momento si contano ben 150 murales e alcuni
di essi sono veramente molto belli.
Orgosolo è senz'altro una cittadina da visitare e non solo
per i suoi murales ma anche per lo scenario che la circonda. Qua
abbiamo continuato ad acquistare formaggio e crema di formaggio
pecorino una vera bontà.
Sono ormai le 13,00 quando terminiamo il nostro giro così
decidiamo di pranzare prima di ripartire e poi ci dirigiamo verso
Oliena e poi Dorgali dove riprendiamo la SS125.
Percorriamo la statale fino a Budoni dove ci fermiamo per fare l'ultimo
bagno nel mare di Sardegna.
Budoni si trova nella zona nord-est dell'isola, posta tra i due
comuni di San Teodoro a nord e Posada a Sud, è attraversata
dalla SS125 e possiede delle belle spiagge sabbiose. La più
vicina al paese, quella dove ci dirigiamo noi, è a circa
300 metri dal centro del paese ed è caratterizzata da una
bella pineta tutt'intorno, i fondali pur limpidissimo non hanno
niente a che vedere con i trasparentissimi mari incontrati nei giorni
passati, tuttavia la voglia di bagnarsi e salutare questo accogliente
mare è troppo forte.
Rinfrescati e soddisfatti proseguiamo per l'ultima meta della giornata
l'Auchan di Olbia.
Stavolta parcheggiamo il camper nella zona adibita ai camper e non
contenti degli acquisti fatti nei giorni scorsi, pensiamo bene di
entrare nel supermercato e rifornirci di prodotti Sardi: FORMAGGIO,
OLIVE, PANE CARASAO, BIRRA, MIRTILLO, SALUMI, PASTA FRESCA RIPIENA
E DOLCI.
Entrati col sole ne usciamo con la luna ma soddisfatti e realizzati.
Ultima sera di burraco ma a letto presto l'indomani la sveglia suonerà
alle 6,00 il traghetto parte elle 8,00.
Domenica 29 Agosto 2010-
OLBIA PORTO- CIVITAVECCHIA- FIRENZE KM. 284
TEMPO BELLO
Senza nessun problema arriviamo in prefetto orario all'imbarco e
in perfetto orario la nave parte.
Il mare è calmo e la giornata calda ma ventilata giusta,
così optiamo per un posto all'esterno fino all'apertura del
selfservice dove facciamo un breve spuntino.
Sbarcati a Civitavecchia ci dirigiamo verso casa e contro tutte
le previsioni il traffico risulta scorrevole , così prima
delle 18,00 arriviamo alle nostre case, triste per la fine di questa
vacanza ma felici di poter rivedere i nostri cari, tanto sappiamo
che altre avventure, più o meno lunghe ci attenderemo presto.
Questo è il bello del camper, le ferie durano tutto l’anno
o meglio non finiscono mai.
CONSIDERAZIONI:
A tutti gli amanti del mare consiglio vivamente la vacanza in Sardegna
ma sottolineo anche di andarci non solo per lo splendore del mare
ma anche per la bellezza del suo entroterra e soprattutto per l'ospitalità
e la gentilezza del popolo Sardo.
La zona da noi esplorata non presenta alcuna difficoltà né
per la sosta né per l'affollamento d'Agosto, garantisco che
le nostre coste Toscane sono mille volte più affollate e
problematiche di quelle Sarde.
In riferimento ai prezzi, ad eccezione dei prezzi dei Campeggi (allucinanti),
sia per l'aree di sosta sia per il cibo essi rientrano nella regola
e poi noi abituati ai prezzi di Firenze in qualsiasi altro luogo
risparmiamo.
Noi siamo certi che altre volte ripercorreremo con vero piacere
e entusiasmo le strade sarde.
|