MARCHE: L'ITINERARIO DELLE ERBE
L’alta Val Metauro e quella
del Tevere unite da un unico filo conduttore naturale
Da Urbania a San Sepolcro tra colori naturali, esposizioni
e mostre culturali
di Samuele Sabatini
URBANIA (Pesaro e Urbino) –
Dall’alta valle del Metauro all’alta valle del
Tevere. Un percorso solcato più volte dal grande
Piero Della Francesca, come da tanti altri illustri nomi
nel corso dei secoli. Due fiumi, due regioni, due realtà,
unite dalle erbe. Un itinerario insolito e curioso unisce
Urbania, conosciuta meglio come l’antica Casteldurante,
a San Sepolcro.
Si parte da Urbania, l’antica Casteldurante famosa
per le sue maioliche, dove all’interno del suggestivo
Palazzo Ducale è allestita la mostra “L’arte
della cura”. Il maestoso edificio, che si affaccia
proprio sul Metauro, fu fatto realizzare, per conto di Federico
da Montefeltro, dall’architetto senese Francesco di
Giorgio Martini, poi ampliato con interventi di Gerolamo
Genga divenendo sede della corte ducale con Francesco Maria
II Della Rovere che vi conservò buona parte delle
raccolte ducali.
Da qui traggono origini le collezioni del Museo Civico nel
palazzo ducale con i due rari globi di Gerardo Mercatore,
(sfera terrestre e sfera celeste); la stampa monumentale
del Trionfo di Carlo V e i disegni di straordinari artisti
come Federico Barocci e Raffaellino del Colle. Questo nucleo
iniziale delle raccolte è stato successivamente arricchito
con sale dedicate alla maiolica, alla Pinacoteca e soprattutto
alla grafica. Visitare il Museo Civico permette di scoprire
tutto il palazzo ducale con le aule di Gerolamo Genga, le
torri con il panoramico corridoio sul fiume Metauro fino
ai suggestivi sotteranei del palazzo dove è allestito
il museo della civiltà contadina.
Oggi le grandi sale ospitano gli oltre duecento titoli di
antichi testi, come “Il Canone di Avicenna”,
“l’ Articella” e l’ “Opera
omnia di Galeno”, che compongono la mostra nazionale
“L’arte della cura”.
L’esposizione
è composta da vasi da farmacia e da libri di medicina
e di botanica della biblioteca dell’antica Casteldurante.
A partire da questo nucleo si sono poi accumulati ulteriori
lasciti, anche di carattere più eterogeneo, ma che
nel complesso formano una “biblioteca medica”
di tutto rispetto che tocca gli aspetti salienti e che comprende
alcuni degli autori maggiori della storia della medicina.
Sono presenti in mostra anche importanti edizioni marchigiane
come la cinquecentina di Sebastiano Martellini “Cause
et rimedi della peste” di Marco Gonzaga.
<Ma è il medico e botanico Costanzo Felici, di
origini durantine –sottolinea Feliciano Paoli, direttore
del museo civico di Urbania- che incarna la tipica figura
dello scienziato enciclopedico cinquecentesco, l’anello
di congiunzione nella mostra tra i libri a carattere medico
e quelli di botanica della biblioteca urbaniese, che anche
su questo piano presenta edizioni di rilievo, godibili e
ricche di curiosità anche per i lettori di oggi.
Non solo i “Discorsi” del Mattioli fanno parte
di questo fondo, ma in Urbania sono presentate le belle
edizioni degli “Orti Farnesiani” del medico
e chimico Tobia Aldino, “Il Giardino di Agricoltura”
di Marco Bussato del 1593 o la “Flora” ovvero
“Cultura dei fiori” di Giovan Battista Sanese>.
Molti dei libri di botanica erano conosciuti e studiati
dai ceramisti di Casteldurante, che ad essi si ispiravano
per realizzare i celebri vasi da farmacia di cui fecero
commercio in tutta l’Italia. Infatti a corredo della
mostra sono presentati alcuni rari servizi di farmacia durantini
e di altre scuole ceramiche italiane provenienti dal Museo
Civico di Pesaro, dal Museo Diocesano di Urbania e da collezionisti
privati. Il vasellame da farmacia rinascimentale si riscontra
con i libri di botanica esposti e illustra il percorso e
la preparazione dei medicamenti.
Lasciata Urbania, il viaggio prosegue lungo le anse dello
storico fiume che vide la sconfitta di Asdrubale e dei Cartaginesi
ad opera dell’esercito Romano. Si risale la valle,
toccando borghi e paesi dai sapori antichi, come Sant’Angelo
in Vado e Mercatello sul Metauro. Sullo sfondo si affacciano,
come un impenetrabile muro di vegetazione, gli appennini,
l’Alpe della Luna. Appenna passato l’abitato
di Borgo Pace, si incontra la piccola Frazione di Lamoli,
seconda tappe dell’itinerario.
Racchiuso all’interno dell’Abbazia benedettina
dedicata a San Michele Arcangelo, il Museo dei colori naturali.
E’ un percorso sulla storia dei colori naturali attraverso
l’uomo, che li ha utilizzati nell’antichità
fin ai primi anni del ‘900 quando entrano sul mercato
i colori sintetici. Questo fu il declino dei colori naturali
e in particolare la fine dell’utilizzo dei colori
di origine vegetale. Oggi il museo riscopre quest’argomento
proponendo documenti d’archivio e bibliografici e
offrendo un percorso pratico di esperienze e laboratori
per conoscere la natura del colore vegetale, la coltivazione
delle piante tintoree, l’estrazione del colore e l’utilizzo
dei pigmenti nei possibili campi di impiego. All’Oasi
San Benedetto, oltre che ammirare lo splendido complesso
monumentale in arenaria dell’abbazia, è possibile
soddisfare le attuali esigenze di vacanza di qualità
integrate al territorio. L’offerta residenziale e
gastronomica si fondono con attività di movimento
e di conoscenza, soggiorni didattici per le scuole, vacanze
natura e iniziative culturali.
Saliti in auto e attraversato il valico della Bocca Trabarua,
il viaggio si conclude a San Sepolcro,
ad Aboca Museum. La struttura museale, strettamente legata
all’azienda leader nel settore della produzione e
della trasformazione delle piante medicinali, offre al visitatore
un percorso attraverso le “Erbe e salute nei secoli”,
riscoprendo l’antica tradizione erboristica, attraverso
le principali fonti storiche di arredo e di complemento
all’argomento. Pregevoli e rari erbari, libri antichi
di botanica medica, mortai di sapiente fattura artigiana,
sinuosi apparecchi di distillazione, ceramiche artistiche,
preziose vetrerie e arredi di spezieria di ogni sorta, sono
esposti nelle diverse sale. Mitologia, magia, religione,
filosofia, letteratura, alchimia, tradizione, ma anche scienza,
sono campi attraverso cui la speculazione intellettuale
celebra il “dono” delle piante salutari. Ripercorrere
l’uso delle erbe nei secoli consente di riscoprire
le radici del millenario rapporto tra l’uomo e le
piante curative: la progressiva diversificazione tra erboristeria
popolare e farmacopea ufficiale, tra medicina ufficiale
e medicina tradizionale, tra farmaci artigianali secundum
artem da una parte e prodotti chimici dall’altra,
tutto fornisce al visitatore la chiave di lettura per decodificare
la criticità della situazione contemporanea.
Fulcro ed anima di Aboca Museum è il Centro Studi,
che svolge compiti di ricerca storico-bibliografica e di
comunicazione-informazione, per tutti gli aspetti connessi
al mondo dell’erboristeria. Il Centro si avvale di
un ricco patrimonio librario contenuto nella Bibliotheca
Antiqua, uno “scrigno” di un migliaio di volumi
a stampa, pubblicati tra il ‘500 e i primi del ’900,
tutti accomunati dall’affascinante tematica del valore
terapeutico delle piante e della salvaguardia della salute.
Vasi da farmacia, libri di medicina e botanica di Casteldurante
(Urbania), i colori naturali dell’Abbazia “Oasi
san Benedetto” di La moli, il giardino delle erbe
naturali di Piero della Francesca all’Aboca Museum
di Sansepolcro. Tre luoghi, tre musei, tre realtà
poste sul tracciato di una strada battuta fin dalla remota
antichità e resa celebre soprattutto dai grandi pittori
e artisti che viaggiavano dalla Toscana alle Marche, e perciò
visitandoli si ha modo anche di riandare sulle tracce di
una civiltà antica, attraversando un paesaggio dal
Metauro al Tevere, tra i più segreti dell’Italia
centrale.
La storia di Urbania
Cittadina guelfa, cambiò nome tre
volte, l’ultimo nel 1636 da papa Urbano VIII. Urbania
è una cittadina di antica fedeltà alla Chiesa,
segnata, quasi dalle origini, come colonia della Roma dei
Papi. E’ una "marka" per eccellenza con
il suo territorio di confine così prossimo alla Toscana,
Umbria e Romagna.
Situata nell'alta valle del Metauro, una fra le più
belle delle sette principali valli che compongono le Marche,
Urbania rappresenta esemplarmente i caratteri regionali.
Già dai primi secoli della diffusione del verbo cristiano
il suo territorio è un reticolo di abbazie, eremi,
monasteri e pievi (VI - VII sec.).
Per
la sua tenace dedizione al partito guelfo si trovò
in conflitto con la vicina e più potente città
di Urbino, la quale distrusse Castel delle Ripe (1°
nome dell'attuale Urbania) per due volte consecutive nel
XIII secolo. Fu dunque ricostruita (1280 - 1282) per volere
di Papa Martino IV, sulle rive del Metauro ad opera di Guglielmo
Durante (da cui il nome di Casteldurante) Uditore delle
Romagne e poi vescovo di Mende.
Il nuovo castello fu dotato di autonomie e privilegi, e
assunse il ruolo di piccola capitale della Massa Trabaria
(1367). Un segmento che caratterizza la storia durantina
è la lotta secolare di emancipazione dalla città
di Urbino: questo lungo percorso ha inizio dal distacco
dal Comitato di Urbino (XIII sec.), prosegue con il "Nullius"
dell'Abbazia di San Cristoforo del Ponte e l'erezione a
Contea (XV sec.); si conclude con l'elevazione dell'Abbazia
a Diocesi e del castello in città nel 1636 (Urbania
da Papa Urbano VIII).
Come le Marche sin dall'antichità hanno ricevuto
molti nomi (Piceno Annonario, Umbria senonica, Regione delle
Pentapoli...), così Urbania ha subito una vera e
propria metamorfosi onomastica, avendo cambiato nome dall'età
romana ben 4 volte: forse Urbinum Metaurense municipio romano,
poi Castel delle Ripe fino al XIII secolo; Casteldurante
dal 1284, ricostruita dalla chiesa in funzione antighibellina;
infine Urbania nel 1636. Dal XVI secolo Urbania è
famosa per le sue ceramiche.
MONUMENTI DA VISITARE
PALAZZO DUCALE
Imponente mole sul fiume Metauro, sede
del Museo Civico e della Biblioteca, nelle sale di Palazzo
Ducale è possibile ammirare i due globi del Gerardo
Mercatore (“La sfera celeste” e “La sfera
terrestre entrambe” del 1500). Proseguendo lungo le
sale si trova la straordinaria raccolta di disegni e incisioni
del ‘500 e ‘600 e una sezione di maiolica durantina,
suggestiva la tela, lunga 13 metri (tra le più lunghe
d’Europa) dedicata al “Trionfo di Carlo V”.
Non vanno tralasciate le esposizioni che annualmente vengono
allestite nella sala del Trono di Palazzo, come le altre
sale dove si trovano volumi rari, carte geografiche e quadreria
legata ai Duchi che nel corso degli anni hanno governato
il Montefeltro. La visita prosegue negli scantinati dell’edificio,
dove si trovano le cantine con relativo museo della storia
dell’agricoltura, fino alla rampa elicoidale di Giorgio
Martini.
LE CHIESE
Numerose e dislocate nel centro storico
della cittadina, conservano rare e preziose opere d’arte.
Dalla cattedrale, dalla facciata rifatta dopo la distruzione
del bombardamento del 1944 che ha cambiato il volto al cuore
della cittadina, dove si trova il Crocefisso di Pietro da
Rimini (1300) e nell’apside il presepe in ceramica
a terzo fuoco di Federino Melis. Santa Caterina è
considerata la cappella degli artisti durantini (ovvero
i locali) ed è interamente stuccata e affrescata
nella volta a botte. A due passi San Francesco, imponente,
e ricca di tele tra cui la “Natività”
del Depiscopi e “Madonna in Gloria con Santi”
di Giorgio Picchi. Nella stessa via la Chiesa dei Morti,
con annesso il Museo delle Mummie (vedi comunicato curiosità).
Il viaggio prosegue verso Santa Maria Maddalena, dove si
trova la splendida pala della Maddalena del Cagnacci, la
chiesa del Corpus Domini, con gli affreschi delle Sibille
e Profeti dell’artista Giorgio Picchi, stessa firma
delle tre pale sull’altar maggiore di notevole pregio,
come la scultura linea del ‘400 del Cristo Morto,
racchiusa in una teca sotto l’altare.
MUSEO DIOCESANO
Al primo piano del Palazzo Vescovile si
sviluppano le 20 sale di arte sacra, argenti, arredi sacri,
pinacoteca, quadri e pitture religiose, nonché la
galleria (sicuramente la più importante presente
ad Urbania) sulla ceramica durantina nell’arco dei
secoli, a partire dal 1400 ai giorni nostri.
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA CERAMICA
E’
possibile, a piano terra di Palazzo Ducale, soffermarsi
in una dimostrazione di ceramica, dove poter ammirare l’antica
arte che rese celebre Casteldurante nel mondo, con la foggiatura,
decorazione, tutti i procedimenti e fasi di lavorazione,
il tutto supportato da una spiegazione storica.
Sempre all’interno dell’associazione, è
possibile prendere parte ai diversi corsi, organizzati soprattutto
nel periodo estivo, per imparare a far ceramica.
IL BARCO DUCALE
Antica residenza di caccia, alla periferia
di Urbania, il Barco Ducale è tra i monumenti più
imponenti e suggestivi delle Marche. Una vera dimora estiva
dei Duchi di Urbino dove trascorrevano intere giornate dedicandosi
alla caccia e agli sport dell’epoca. La struttura
in parte è restaurata ed è utilizzata per
iniziative culturali. Al suo interno, al posto del cortile,
sorge la chiesa attribuita al Vanvitelli. Qui vi soggiornarono
l’Ariosto, Pietro Bembo e Baldassar Castiglione. Attualmente,
l’intero complesso monumentale è chiuso per
restauro.
CURIOSITA'
Da Urbino, trasportati in lettiga dai servi,
i Duchi raggiungevano in circa tre ore l’amata Casteldurante,
chiamata “luogo delle delizie”; qui nel Palazzo
in riva al fiume Metauro passavano le vacanze fra belle
dame e poeti, ritemprandosi dalle fatiche della guerra.
Addirittura un duca, l’ultimo, Francesco Maria II
Della Rovere, stabilì qui la sua residenza, stregato
dalla magia dei luoghi e morì proprio a Casteldurante
nel 1631, con lui finì il ducato.
Dal palazzo sul Metauro, risalendo un
miglio di fiume in barchetta, attraverso un originale sistema
di dighe (nel XV secolo), i signori andavano a caccia di
cervi e daini al Barco Ducale, ancor oggi maestosa costruzione
appena fuori città.
Casteldurante è conosciuta in tutto
il mondo per la ceramica: nel ‘500 qui si produssero
fra le più belle maioliche del rinascimento, sparse
ora nelle principali collezioni e musei del globo. Ancor
oggi ad Urbania continua una produzione finissima che le
vale il marchio Doc e la presenza fra i comuni ceramici
italiani. Di questa ceramica ne parla anche Gabriele D’Annunzio,
nel libro “Il Piacere”:
“ … e la piccola tavola del tè era pronta,
con tazze e sottocoppe in maiolica di Casteldurante, antiche
forme di inimitabile grazia”.
Una leggenda racconta che Urbania è
una Bologna in miniatura.
“Quando si costruì Casteldurante i maestri
muratori furono mandati a Bologna con dei mazzi di canne
per misurare la larghezza delle vie e dei portici di quella
città. Fatto ciò si incamminarono per il ritorno
ma, stanchi, cominciarono ad usare quelle misure come bastone
da viaggio che presto si accorciarono. Di conseguenza …
tutto fu più piccolo nella nuova città delle
Marche”.
Urbania è famosa anche per le “Mummie”
della chiesa dei Morti.
18 corpi risalenti al 1600 sono una grande curiosità
macabra, ma che richiama migliaia di turisti ogni anno.
La loro conservazione è naturale, chi dice ad un
fungo presente nel terreno dove erano sepolti. Per il momento
si attende i risultati degli studi approfonditi eseguiti
di recente da un equipe del National Geografic. Le mummie
di Urbania sono conservate in una cripta nel retro della
chiesa e ognuna di esse ha la propria storia di vita vissuta.
DA VEDERE NEI DINTORNI
A due passi da Urbania è possibile
visitare Urbino, culla del Rinascimento. Nella città
ducale merita una sosta: Palazzo Ducale, Casa Raffaello,
gli Oratori, il Duomo e San Domenico
Altra tappa le cittadine dell’alta Val Metauro, come
Sant’Angelo in Vado e Mercatello sul Metauro. Da non
perdere Piobbico, Apecchio e Fossombrone. Inevitabile una
sosta alla vicina Gola del Furlo: nel punto più stretto,
l’imperatore Vespasiano fece scavare nel 76 d.C. una
apertura sulla roccia che affianca un'altra augusta galleria
di origini più antiche. Poco oltre la Gola, oggi
riserva naturale dove nidificano ancora le aquile, c’è
l’abitato di Pagino, luogo in cui (secondo un’antica
tradizione) fu combattuta la battaglia tra Narsete e Totila
(552 d.C.), evento che segnò la fine del dominio
dei Goti in Italia. Oggi è possibile ammirare, oltre
alla galleria, una restaurata chiesetta del XV secolo e
l’imponente diga dell’Enel.
COME ARRIVARE
In autostrada: per raggiungere Urbania
si percorre l'autostrada A14 (Bologna - Canosa) fino al
casello di Fano, da qui si prosegue verso Urbino. Prima
di arrivare ad Urbino si gira al bivio per Fermignano e
poi si seguono le indicazioni per Urbania.
Per chi arriva da Roma: autostrada A1 fino a Orte, poi statale
204 sino ad immettersi sulla 3 bis per Perugia che si percorre
fino a Bosco, poi statale 298 per Gubbio, quindi statale
3 Flaminia per Cantiano, Cagli, Acqualagna: da qui indicazioni
per Urbania.
Per chi proviene dalla Toscana occorre passare da Arezzo.
Abbastanza comodo il treno: dalle stazioni
di Pesaro o di Fano si può usufruire del servizio
pullman (una linea parte anche da Arezzo).
Servizio diretto Autobus: Roma Tiburtina - Urbino (escluso
i festivi)
Partenza 7.30 - Arrivo 12.30; Partenza 16.00 - Arrivo 21.00.Da
Urbino servizio autobus per Urbania.
In aereo: Aeroporti internazionali di Milano,
Roma e Bologna; Aeroporto di Rimini; Aeroporto di Ancona
- Falconara.Gli aeroporti più vicini sono quelli
di Rimini e Ancona.
STRUTTURE RICETTIVE
L’albergo ristorante “Balcone
sul Metauro” si trova a Peglio, a soli 4 km da Urbania
ed è collocato su un’altura da dove è
possibile ammirare l’intera valle del Metauro. La
cucina si basa sulla tipicità locale, ma spazia anche
attraverso i classici piatti made in Italy. Le camere sono
comode e accoglienti. Tel. 0722.310104
Agriturismo Orsaiola, in aperta campagna
a 8 km dal centro abitato di Urbania. Cucina di stagione
legata alla produzione biologica dell’azienda, camere
confortevoli con ottima veduta panoramica. Tel: 0722. 318988
Agriturismo Mulino della Ricavata, a ridosso
del fiume Metauro. E’ un antico mulino, pazientemente
recuperato e curato nei minimi dettagli. Diverse le attività
praticate dalla proprietaria: da corsi di cucina alla lavorazione
e produzione di composizione in fiori secchi. Ottima la
cucina che vede ingredienti naturali, in particolar modo
vegetali, di produzione biologica locale. Le camere sono
in stile rustico legate alla tradizione contadina. Tel:
0722.310326
Agriturismo La Caputa è situata
lungo la statale che porta ad Urbino. Splendide e confortevoli
camere allieteranno il vostro soggiorno. I piatti creati
con cura e attenzione dalla proprietaria sono legati alla
tradizione locale, alla stagionalità dei prodotti
dell’orto e del bosco, le paste sono fatte in casa
come una volta. Tel: 0722.318348
Accanto alla sontuosa dimora dei Duchi
di Urbino, nella periferia di Urbania, è presente
la country house Parco Ducale. Dalle camere ai monolocali,
l’ambiente è raffinato e sontuoso. Tel: 0722.318348
Rosa Tea è l’ultima nata delle
strutture ricettive duratine. A pochi km dal centro, ma
in aperta campagna, questo bed & breakfast è
curato nei minimi dettagli, dall’arredamento colorato
e caldo. Tel: 335.5479606
La trattoria “Il Buongustaio”
è situato nel centro storico di Urbania. E’
possibile gustare piatti tipici marchigiani accompagnati
a vini della casa, ma anche ricette legate alle tradizioni
locali con sapori e gusti d’altri tempi. Tel. 0722.319411
(chiuso sabato)
Il ristorante “Big Ben” lungo il corso della
cittadina è una metà di buongustai amanti
di prelibatezze e manicaretti a base di prodotti tipici
di alta qualità, prodotti del bosco come tartufo
e funghi. Ottima e fornita la cantina dei vini. Tel. 0722.319795
(chiuso mercoledì)
L’osteria del “Cucco”
è una vera mecca del piacere. Donatella ricerca,
studia e realizza piatti fantasiosi della nonna, con ingredienti
naturali dove l’equilibrio dei sapori e del gusto
primeggiano su tutto. La sua filosofia del mangiar bene,
alla base della sua vita quotidiana, si ritrova in pietanze
uniche che vi rimarranno impresse nella mente e nel palato.
Non fatevi però spaventare dal piccolo ambiente e
dalle panche in legno, sono una caratteristica del locale,
come l’arredo e le decorazioni sui tavoli e sulle
portate. Tel. 0722.317412 (chiuso lunedì)
NEGOZI PRODOTTI TIPICI
Lungo il corso della cittadina si affaccia
l’“Alimentari da Graziella” e “Alimentari
Feduzi”, negozio dove poter trovare a buon prezzo
prodotti tipici locali: dai formaggi agli insaccati, dai
dolci ai crostoli (tipiche piadine del posto).
Prelibatezza al tartufo, miele e confetture
e tanti prodotti tipici locali si possono trovare da:
Tartufi Longhi Ravaldo, via Roma. Tel. 0722.319459
Le Primizie di Nanni Ilenia, via Sanzio. Tel. 0722.317772
Il sottobosco tartufi. Tel. 330.358617
Sempre nel centro storico non va dimenticato
il “Forno Orzelli”. Qui vengono prodotte vere
prelibatezze gastronomiche. Famosi fra tutti i dolci: le
tradizionali crostate, ciambelle dolci e paste secche; ma
anche l’ampia scelta di pani e prodotti salati, come
le cresce.
STRUTTURE DI RISTORO TIPICHE
Struzzicheria ed enoteca dove poter degustare
vere prelibatezze locali. Questa è “Osteria
VinItaly”, il locale situato in pieno centro. Tel.
0722.317784
Pizza al taglio e d’asporto, specialità
albanesi e gastronomia locale alla pizzeria “La Volpe”,
via Garibaldi, tel. 0722.317660
Gelateria artigianale e pasticceria di
alto livello “Caffè del Teatro”, piazza
San Cristoforo.
ARTIGIANATO ARTISTICO
Lungo le vie del centro ci si imbatte in
una serie di botteghe artistiche-artigianali di ceramiche,
l’antica arte che rese famosa Urbania nel ‘500.
Ceramiche d’arte Ettore Benedetti
Ceramiche d’arte Violini
Le maioliche di Monal
Maiolica d’arte Monica Saltarelli
Bottega “In Casteldurante” Elvira e Silvio Biagini
Bottega l’antica Casteldurante Galavotti e Smacchia
Bottega restauro Dirce Bellucci
Merita una sosta la bottega artigianale
di lampade in vetro e pietra “Aladin”, mentre
per gli appassionati dell’antiquariato quella di Rolando
Bravi a piano terra di Palazzo Ducale.
Per lo shopping del jeans, Urbania ne
è una capitale, è sufficiente recarsi nei
diversi spacci aziendali per fare ottimi acquisti a prezzi
davvero modici.
INFORMAZIONI
Altezza s.l.m. m. 350 - C.a.p. 61049 -
Mercato Giovedì
Comune Urbania: Piazza della libertà – Tel.
0722.313111
U.R.P. Ufficio Relazioni con il pubblico: Tel. 0722.313138
- urp@comune.urbania.ps.it
Ufficio Turismo e Cultura - I.A.T. Urbania (PU)
Tel: 0722 313140
www.urbania-casteldurante.it
turicult@comune.urbania.ps.it
Museo Civico - Palazzo Ducale
Corso Vittorio Emanuele, 23
61049 Urbania (PU)
Tel: 0722 313151
www.marcheweb.com/museourbania
museo@marcheweb.com
Orari di visita:
10,00 | 12,00 - 15,00 | 18,00 chiuso il lunedì
ingresso € 4,00 intero - € 2,50 ridotto
Museo dei colori naturali
Oasi San Benedetto, via abbazia, 7
61040 Lamoli di Borgo Pace (PU)
Tel: 0722 80226
www.oasisanbenedetto.it
disanapianta@virgilio.it
Il museo è sempre aperto
Aboca Museum Palazzo Bourbon del Monte
via Niccolò Aggiunti 75, Sansepolcro (AR)
Tel: 0575 733589 Fax: 0575 744724
www.abocamuseum.it
Orari di visita:
10,00 | 13,00 - 15,00 | 19,00
ingresso € 8,00 intero - € 6,00per gruppi - €
4,00 ridotto
Ufficio Stampa: Samuele Sabatini 329.6236574