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MARCHE: IL PARCO SASSO SIMONE E SIMONCELLO

Alla scoperta del Parco Sasso Simone e Simoncello, di borghi, abbazie, bellezze monumentali e architettoniche dell’entroterra pesarese

di Samuele Sabatini


Il Parco Naturale del Sasso Simone e Simoncello, nato nel 1996, di 4847 ettari, è situato in Provincia di Pesaro e Urbino, ai confini con l’omonima Riserva Naturale Toscana che ricade nel comune di Sestino (Ar). E’ compreso nell’antico territorio del Montefeltro, dista 40 Km dalla costa romagnola (Rimini-Riccione). Il paesaggio, collinare-montuoso, è caratterizzato dai rilievi ei Sassi Simone e Simoncello, Monte Carpegna e Monte Palazzolo con quote comprese tra 1 670 m s.l.m. e i 1415m s.l.m. del Monte Carpegna, vetta dell’area protetta e spartiacque tra la Valle del Foglia e la Val Marecchia.

FLORA E FAUNA

Il Parco è ricoperto dalla grande foresta mediterraneo-montana: cerri, faggi, carpini, aceri, frassini, sorbi, agrifogli. Tra le specie erbace spiccano: fiordalisi montani, gigli rossi, gigli martagoni, anemoni trifogliati e numerose specie di orchidee.
In tale habitat è possibile incontrare una fauna ricca e diversificata: rapaci notturni e diurni coma la civetta, il barbagianni, il gufo reale, l’allocco, la poiana, il gheppio, il falco pellegrino e, nel periodo estivo, l’aquila. Tra i mammiferi è possibile incontrare il capriolo, il daino, il cinghiale, il tasso, l’istrice, la volpe e il lupo.

 

ESCURSIONI

Nel Parco ciascuno può scegliere il contatto più gradito e personale con la natura. La varietà di ambienti e dei paesaggi consente escursioni, sia a piedi, che a cavallo o in mountain bike, nelle vaste praterie del Monte Carpegna, nella grande cerreta del Simoncello o lungo la rete degli antichi sentieri dei borghi.

LE STRUTTURE DEL PARCO

A Carpegna, oltre alla sede, il Parco dispone di un ostello della gioventù. A Frontino di un Parco Faunistico; Pennabilli museo naturalistic; Pietrarubbia giardino botanico; Piandimeleto centro di educazione ambientale e museo micologico; Villagrande centro di educazione ambientale, struttura ricettiva di ospitalità con posti letto e lago montano.

I COMUNI DEL PARCO

Rientrano nei confini del Parco i comuni di: Carpegna (dove ha sede l’Ente), Frontino, Pennabilli, Pietrarubbia, Piandimeleto e Villagrande di Montecopiolo.

CARPEGNA – E’ il comune che ospita la sede dell’Ente Parco Naturale del Sasso Simone e Simoncello. Nel medioevo fu feudo dei conti di Carpegna (famiglia da cui ebbero origine anche i conti di Montefeltro, i Malatesta e i Della Faggiola) che continuò ad esercitarvi il proprio potere fino al 1749. A testimonianza del passato, proprio al centro del paese, sorge ancora l’imponente Palazzo dei Principi, progettato dall’architetto Giovan Antonio De Rossi nel 1675 per il cardinale Gaspare di Carpegna. Un palazzo veramente principesco, tuttora abitato dai discendenti dell’antico casato. Fuori del paese sorge la pieve romanica di San Giovanni (1181), affiancata da una graziosa loggetta rinascimentale. La chiesa di San Nicolò (XVII secolo) ebbe il suo momento di celebrità nel 1970 per il misterioso fenomeno delle sue campane che suonavano pur rimanendo immobili.
Dal punto di vista ambientale spicca il monte Carpegna (1415 metri) che presenta una struttura di calcare marnoso che emerge da uno strato di argilla. La parte più alta è caratterizzata da un vasto pianoro erboso che termina verso sud-est con un versante piuttosto ripido e spoglio. Il versante opposto è invece ricoperto da due aree a faggeta di differenti dimensioni.
Oggi la località è celebre per il suoi rinomati prosciutti ai quali da il nome: Prosciutti Carpegna.

PIETRARUBBIA – Antico borgo fortificato munito di castello (oggi scomparso) fu concesso in feudo dall’imperatore Ottone I al conte di Carpegna nel 962. Pare derivi il proprio nome da una pianta con corolla rosata chiamata ’robbia’ o, in alternativa, dal colore rossastro di una roccia conglomerata (’petra rubra’) costituita da ciottoli tondeggianti cementati insieme. Come altri paesi di quest’area, subì anche la signoria dei Malatesta per finire sotto il dominio di Federico da Montefeltro, entrando così a far parte del ducato di Urbino fino alla sua devoluzione alla Santa Sede (1631). Testimonianza dell’antico passato sono i ruderi superstiti del castello (XIV secolo) e, in località San Arduino, l’antica chiesetta omonima (XII secolo): località dove esiste anche una sorgente di acque salso-bromo-iodiche. A Pietrarubbia ha sede un apprezzato Centro per il trattamento artistico dei metalli, diretto dal celebre scultore Arnaldo Pomodoro. Le migliori creazioni degli allievi-corsisti sono esposte all’interno di un antico palazzo sede della Fondazione Pomodoro.

FRONTINO – Arroccato su uno sperone roccioso che domina la valle del torrente Mutino, Frontino è da sempre sentinella del Montefeltro a confine con il territorio della Massa Trabaria, è uno dei castelli medievali a lungo contesi tra Malatesta e Feltreschi con una storia analoga a quella di tutti gli altri luoghi fortificati circonvicini. Ancora circondato da una robusta cinta muraria, racchiude al suo interno l’antico Palazzo Malatesta dai cui scantinati si diparte un percorso sotterraneo che conduceva un tempo fuori delle mura, fino all’antico mulino (oggi accuratamente restaurato) che, difeso da un’alta torre, garantiva il rifornimento di farina e pane agli assediati. La chiesa dei Santi Pietro e Paolo è ornata da una pregevole tela di scuola baroccesca ("Madonna con il Bambino"), mentre una moderna fontana (una ’scultura d’acqua’) di Franco Assetto invita a visitare il Museo dedicato alle opere dello stesso artista donate al Comune. Fuori del castello sorge l’eremo di San Girolamo (sec. XV), mentre dalla parte opposta del centro abitato c’è il convento francescano di Montefiorentino, meta obbligata dei cultori d’arte e di storia. Si tratta di una costruzione risalente al XIII secolo, più volte modificata. Fra le parti aggiunte è la cappella dei conti Oliva, a pianta quadrata, con un prezioso pavimento a piastrelle maiolicate. Si tratta di un’opera rinascimentale eretta su probabile disegno di Francesco di Simone Ferrucci dietro commissione di Carlo Oliva conte di Piagnano (1484). Del Ferrucci sono anche le due belle tombe gemelle del conte Gianfrancesco Oliva e della di lui consorte Marsibilia Trinci. Degna di nota la pala con ricca cornice intagliata ("Madonna con il Bambino e Santi") eseguita da Giovanni Santi nel 1489 e veramente splendidi i due inginocchiatoi intarsiati da Maestro Zocchino (1493). Da diverso tempo ormai il convento di Montefiorentino è sede dell’annuale cerimonia di consegna del Premio Letterario Nazionale ’Frontino-Montefeltro’: prestigioso riconoscimento assegnato ai maggiori scrittori marchigiani da una qualificata giuria presieduta da Carlo Bo.

PIANDIMELETO – Si tratta dell’antico Planus Mileti, castello concesso in feudo da Papa Gregorio IX ai conti Oliva, famiglia di origini germaniche scesa in Italia sul finire del X secolo a seguito dell’imperatore Ottone III. Tornò in possesso della Chiesa solo nella seconda metà del XVI secolo, dopo l’estinzione della casata degli Oliva. Il paese conserva un nucleo medievale a stradine ortogonali con strette casette, alcuna delle quali con la cosiddetta ’porta del morto’. Domina sull’abitato l’imponente palazzo fortificato (con merlature ghibelline, beccatelli e caditoie) già dei conti Oliva e oggi sede del Museo comune, nel quale è possibile ammirare sezioni dedicati al lavoro contadino, alla terra, alla botanica e agli araldi. Di particolare interesse è il severo cortile con portico ad arcate e ballatoi sostenuti da pilastri.
La parrocchiale di San Biagio merita una visita per la presenza di due lastre tombali gotiche e per un affresco datato 1576 ("Madonna con il Bambino e Santi").

PENNABILLI – Sorge nell’alta valle del fiume Marecchia, in un territorio accidentato, ai piedi del versante occidentale del monte Carpegna, disteso tra due punte rocciose. La minuscola cittadina è nata intorno al 1350 dall’unione dei due villaggi fortificati di Penna e di Billi, posti alla sommità del Roccione e della Rupe, là dove sorgono ancora oggi i ruderi del castello malatestiano di Billi, il convento delle monache Agostiniane (XV secolo) e una grande Croce. Luogo abitato fin dal tempo delle invasioni barbariche dei Visigoti di Alarico, fu concesso in feudo nel 962 dall’imperatore Ottone I ai conti di Carpegna che si divisero poi nei tre rami di Carpegna, Montecopiolo e Pietrarubbia. Fu quest’ultimo ramo che si tenne Pennabilli e che, passato a Verucchio, diede origini alla famiglia dei Malatesta. Sotto i Malatesta Pennabilli visse vicende alterne, fin quando passò sotto i Montefeltro, entrando a far parte del ducato di Urbino e acquistando il titolo di ’città’ con il trasferimento della sede vescovile da San Leo. Nel centro storico si trovano la Porta Malatesta che si apre al di sotto del Palazzo del Bargello, La Porta Carboni, la Porta di Borgo San Rocco e la chiesa-santuario di San Agostino (o Madonna delle Grazie) costituita di due distinti nuclei del XV e XVII secolo. La Cattedrale, di origini tardo rinascimentali, ha una caratteristica facciata a mattoni rossi che si affaccia sulla piazza principale, accanto al mediceo Palazzo della Ragione e alla Loggia dei Mercanti. Meritano una visita anche il ricco Museo Diocesano con rilevanti oggetti di interesse storico-artistico e la Biblioteca Feretrana, ricca di incunaboli, manoscritti e pergamene, oltre al recente Museo Mariano organizzato all’interno del santuario della Madonna delle Grazie. Esiste infine anche il Teatro ’La Vittoria’ con piccola graziosa sala a palchetti oggi in corso di restauro. Fuori dell’abitato sorge la romanica Pieve di San Pietro in ponte Messa, sorta come abbazia nell’alto medioevo sulle rovine di un tempio pagano con facciata adorna di protiro pensile e interno a tre navate.
Oggi Pennabilli è celebre per i tanti musei, ricordi e iniziative nate dalla fantasia e creatività del grande poeta Tonino Guerra.

MONTECOPIOLO – È questa la località, posta in una conca tra i monti, dove nacque la contea montefeltresca, definitivamente attribuita ad Antonio da Carpegna dall’imperatore Federico Barbarossa dopo averlo insignito del titolo di conte del Montefeltro (1140). Punto di passaggio obbligato e nodo geografico fra le valli che scendono al Marecchia e al Conca, il castello di Montecopiolo fu uno dei più forti dell’intera area. Resistette ai ripetuti assalti di Sigismondo Malatesta (1448), ma non a quelli di Lorenzo de’ Medici che nel 1520 lo distrusse. Ai suoi piedi si sviluppò il borgo di Villagrande che venne aggregato al comune di Montecopiolo solo ai primi dell’Ottocento. Oggi Villagrande è una nota stazione sciistica con attrezzati impianti di risalita. Consigliabile una passeggiata al lago di Villagrande che è una delle sorgenti del fiume Conca.
L’attuale Comune di Montecopiolo è suddiviso in numerosi centri e frazioni e comprende anche parte del Monte Carpegna. Sulla vetta del Monte Carpegna è possibile ammirare l’Eremo della Madonna del Faggio, fondato nel XII secolo. Costruito dalla popolazione locale come segno di devozione alla Madonna, l’Eremo venne ristrutturato a più riprese e l’aspetto che oggi ci mostra non è lo stesso di qualche decennio fa.

A pochi passi di distanza, ai confini con l’area protetta, si trovano i comuni di San Leo, San Marino, Sassocorvaro la suggestiva Urbino e tanti piccoli centro ricchi di storia, cultura e tradizioni.

 

Il Prugnolo: il tartufo dei funghi

Nel Montefeltro, al margine delle cerrete e negli estesi pascoli, oggi in molta parte organizzati nel Parco, è presente in grande quantità il Prugnolo o Spignolo, una prelibatezza micologica che risponde al nome scientifico di Calocybe gambosa (Fries ex Fries) Donk , già denominato Tricholoma georgii (Clus. ex Fries) Quélet.
Il nome comune universalmente affibiatogli nel Montefeltro, Prugnolo o Spignolo, richiama gli arbusti spinosi presso i quali spesso trova l’ambiente ideale. Peculiarità legata alla sua crescita sono le formazioni di cerchi o semicerchi, conosciuti come “Cerchio delle streghe”, dovute alle decine di esemplari nati dallo stesso micelio sotterraneo che proliferano in una zona erbosa. Quest’ultima appare di colore verde più intenso rispetto al circondario per il fatto che l’attività vitale del fungo modifica la morfologia della zona circostante.Non è esclusivo di questi luoghi, ma qui è particolarmente abbondante, data l’estensione di grandi zone a pascolo, incontaminate e preservate dall’eccessiva antropizzazione, che, in questo caso, ha permesso il suo tramandarsi da secoli.
Le popolazioni locali dapprima, poi anche quelle rivierasche e cittadine più lontane, hanno conosciuto le ottime qualità gastronomiche dello Spignolo, che è sempre stato ricercato ed anche commercializzato. E’ risultata assai opportuna la recente regolamentazione della raccolta, prima attraverso la Legge regionale delle Marche, poi, nelle zone del Parco del Sasso, con il regolamento apposito.
Quindi, nonostante il numero dei cercatori di funghi sia in continuo aumento, la situazione ecologica attuale del Prugnolo o Spignolo sembra abbastanza sotto controllo, nel senso di poter gustare un fungo di eccezionale qualità gastronomica, da parte di tutti coloro che lo apprezzano, ma anche di garantirne la continuità della crescita negli anni a venire.
Non ultima ragione per la notorietà del Prugnolo o Spignolo è rappresentata dalla sua epoca di comparsa, precoce rispetto a tanti altri ottimi funghi commestibili; infatti si raccoglie già ai primi di aprile, e la produzione prosegue anche fino a tutto giugno quando le condizioni meteorologiche sono favorevoli.
Viene per questo chiamato anche “Fungo di San Giorgio”, dal periodo di crescita, il giorno dedicato a San Giorgio, il 23 aprile, ma anche “Prugnolo” per la caratteristica di crescere a volte presso il Prugnolo selvatico, ma anche insieme ad altre Rosacee, come i Biancospini e il Pero selvatico.
Nelle stazioni di crescita il Prugnolo o Spignolo si sviluppa in file, cerchi o semicerchi anche estesi, in cui possono crescere decine di esemplari dallo stesso micelio sotterraneo. Quando queste file si trovano in una zona erbosa, questa appare di colore verde più intenso rispetto al circondario, il cosiddetto Cerchio delle streghe, per il fatto che l’attività vitale del fungo modifica la morfologia della zona circostante.Proprio per l’intenso profumo, e l’altrettanto gradito sapore, il Prugnolo o Spignolo si presta a svariate utilizzazioni culinarie, dagli antipasti, ai primi piatti, ai contorni. Può essere cucinato in tutti i modi tradizionali, ma evidenzia le sue migliori qualità quando non è cotto a lungo, addirittura è uno dei pochi funghi che si presta ad essere consumato da crudo.
Lo Spignolo o Prugnolo si caratterizza per il cappello che può oltrepassare i 15 cm di diametro, è carnoso, di colore crema, giallo-paglierino o avorio, il bordo è dapprima arrotolato, poi disteso, la cuticola si separa facilmente dalla carne. Le lamelle, crema o giallastre, sono basse, assai fitte e con molte lamellule intermedie, risultano erose nel filo degli esemplari adulti. Il gambo è cilindrico o ingrossato alla base, sodo e carnoso, cosparso di pruina nella parte superiore nei funghi giovani. La carne è compatta e soda nel cappello, un po’ fibrosa nel gambo degli esemplari adulti, caratteristico è il soave profumo di farina fresca che emana tutto il fungo, e che lo rende così gustoso al palato.

Lo Spignolo è servito


Vengono proposte qui di seguito alcune ricette gastronomiche che ben si adattano a questo particolare frutto della terra.


INSALATA DI SPIGNOLI CRUDI
Antipasto freddo, contorno per qualunque pietanza

INGREDIENTI PER 4 PERSONE:
200 gr. di SPIGNOLI
Olio di oliva q.b., alcune olive nere
Succo di limone, sale, pepe, prezzemolo e aglio

PREPARAZIONE:
Lavate ed asciugate bene gli SPIGNOLI, quindi tagliateli a fettine sottili, condendoli con olio di oliva, succo di limone a piacere, regolate di sale e pepe ed aromatizzate con prezzemolo ed aglio (se gradito);
Guarnite con alcune olive nere e sottilissime fettine di limone.


CREMA AGLI SPIGNOLI
Adatta come contorno di carne, polpettone e pollo. Gustosa anche sui crostini caldi per antipasto.

INGREDIENTI :
50 g di burro e 3 cucchiai di olio extra vergine di oliva
Una mezza cipolla, uno spicchio d’aglio
una panna da cucina
200 gr di SPIGNOLI , tagliati a piccoli dadi
2 cucchiai di parmigiano grattuggiato

PREPARAZIONE:
Mettete in una padella il burro, l’olio, la cipolla finemente tritata, e l’aglio intero, se gradito.
Fate rosolare piano piano, aggiungete gli SPIGNOLI direttamente in pentola con un velo d’acqua, aggiungete mezzo dado e un po’ di pepe. Mescolate di tanto in tanto e cuocete per circa 7 8 minuti a fuoco lento. Togliete lo spicchio d’aglio. Aggiungete la panna da cucina e il parmigiano mescolando ancora per due o tre minuti.
Versare metà del contenuto in un frullatore, poi riunite con il restante composto nella padella e mescolate. Salare all’occorrenza q.b.

TAGLIATELLE AGLI SPIGNOLI

INGREDIENTI PER 4 PERSONE:
450 gr di pasta Tagliatelle
100 gr di salsiccia
250 gr di SPIGNOLI
3 cucchiai di olio extra vergine di oliva
Uno spicchio d’aglio, due pizzichi di nepetella fresca
Una noce di burro, 2 cucchiai di formaggio grana
Sale e pepe q.b.

PREPARAZIONE:
Con la salsiccia fate delle piccole palline, delle dimensioni di una oliva.
Scaldate nel frattempo l’acqua per la cottura della pasta.
Scaldate l’olio in una padella antiaderente, aggiungendo l’aglio e la salsiccia.
Salate con moderazione e pepate ( la salsiccia e già di per sé saporita).
Lavate, asciugate bene e tagliate a fette gli SPIGNOLI
Coprite e lasciate cuocere per 10 minuti mescolando di tanto in tanto.
Intanto, quando la pasta è pronta, aggiungetela agli SPIGNOLI con un poco di acqua di cottura e fate saltare il tutto in padella.
Mescolare con il burro e il grana, coprite per un minuto e servite ben caldo.


CRESPELLE CON SPIGNOLI
Secondo piatto o contorno molto originale.

INGREDIENTI PER 4 PERSONE:
Per le crespelle:
gr. 150 di farina bianca, 1/4 di lt. di latte, 3 uova intere, sale.
Per la farcitura:
300 gr di SPIGNOLI freschi,
1/2 bicchiere di vino bianco secco, noce moscata
100 gr. di ricotta 30 gr. formaggio grana., 1/2 lt. di latte,
30 gr. di farina bianca, 100 gr. di panna da cucina, 30 gr di cipolla tritata, sale q.b.

PREPARAZIONE:
Per le crespelle: mettete le uova in un recipiente, e con la frusta sbattetele bene, aggiungete la farina bianca setacciata, il latte freddo e il sale, ottenendo un composto liquido e ben amalgamato.
Prendete un tegame anti-aderente, fate sciogliere poco burro, versate il composto, sino ad ottenere una specie di "frittata" molto sottile.
Per la farcia: lavate, asciugate bene ed affettate gli SPIGNOLI. Tritate la cipolla e fatela imbiondire con poco olio di oliva, aggiungete gli SPIGNOLI, bagnate con vino bianco, amalgamate la ricotta, insaporite con una spolverata di noce moscata e con il formaggio grana.
Mettete la farcia al centro della crespella e chiudetela a saccottino.
Fate la salsa besciamella, aggiungendo anche la panna da cucina, ottenendo così una salsa vellutata.
Riponete le crespelle in una pirofila da forno, cospargete con la salsa besciamella, poco formaggio grana e burro fuso.
Fate gratinare in forno . Servite ben caldo.

TORTA DI FUNGHI E PROSCIUTTO
E’ un secondo piatto assai gustoso.

INGREDIENTI PER 4 PERSONE:
300 gr. di SPIGNOLI
6 fette di prosciutto cotto piuttosto alte
150 gr.di burro, 2 bicchieri di latte
100 gr. di parmigiano, 200 gr. di farina
noce moscata e pepe a piacere, sale q.b.

Insaporite gli SPIGNOLI, lavati e tagliati sottili, in un pò di burro e a fuoco lento per pochi minuti
Preparate la besciamella e quando sarà raffreddata aggiungete il parmigiano grattuggiato, gli SPIGNOLI ed un pizzico di noce moscata.
Preparare una pasta brisé con la restante farina, fatene una palla e lasciatela riposare un'ora avvolta in un tovagliolo.
Imburrate quindi uno stampo piuttosto grande e mettete sul fondo uno strato di pasta, posatevi il prosciutto poi uno strato di besciamella coi funghi, le altre fette di prosciutto e un altro strato di pasta premendole intorno ai bordi. Cuocete in forno caldo per 20 minuti.

COME ARRIVARE

Da sud: A14 uscita casello autostradale di Pesaro – SS 423 Montecchio – SP Fogliense – Pietrarubbia – Carpegna.
Da Nord: A14 uscita casello autostradale Rimini nord – SS 9 fino Sant’Arcangelo di Romagna – Ponte Verucchio - SS 258 Marecchiese – Ponte Messa – Pennabilli – Carpegna.

Ente Parco Regionale Sasso Simone e Simoncello – Carpegna
tel. 0722.770073 fax 0722.770064 – www.parcosimone.org

Ufficio Stampa: Samuele Sabatini 329.6236574


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