UN MESE IN GUATEMALA, HONDURAS E MESSICO
(Agosto
2000)
di
Michele Spiriticchio
Un
bellissimo viaggio centroamericano che non scorderò
mai, perchè ho visto la libertà. Ho respirato
la libertà. Ho camminato in libertà!
9
agosto 2000
Senza bagagli, arrabbiato, stanco e depresso e con un giorno
di ritardo per aver perso le coincidenze aeree e una notte
a Houston, siamo a Ciudad de Guatemala!!
Alloggiamo all'Hotel "Spring" avenida 8, 186 Q
per 3 persone (circa 50000 lire). La camera è grande
con 3 letti, tv, un armadio, tavolo e bagno con doccia.
Tutto sommato vale la spesa...e la tv funziona ! C'è
anche un bel patio con giardino e la nostra camera, la n°
7, dà proprio sul cortile interno. Non so se piangere
o ridere, Janko non mi sembra particolarmente abbattuto,
ma io penso in continuazione al mio povero zaino, dove sarà
e come farò senza i miei vestiti, il mio walkman
con le casse portatili, i miei sandali e i costumi, i vestiti!
Guatemala city è la capitale; è molto caotica,
trafficata e ci sono tantissime bancarelle lungo le strade
del centro, sembra un enorme bazar. La città si divide
in zone che sono reticolate da avenidas e calles. Non siamo
molto tranquilli perchè i bagagli non ci sono ancora!
Soprattutto io non riesco a dimenticarmene e non entro ancora
completamente nello spirito della vacanza...eppure sono
in Guatemala!! Decidiamo però di non rimanere fermi
a Città del Guatemala e approfittare dell'attesa
di altri aerei e spendere il tempo per vedere anche Antigua.
Nel pomeriggio partiamo per Antigua Guatemala, anche
se non abbiamo ancora i nostri bagagli, chissà dove
sono! Dalla zona 1 di Ciudad de Guatemala partono ogni mezz'ora
autobus per Antigua. Il viaggio dura circa 1 ora ed è
fatto lungo una strada molto tortuosa con saliscendi continui.
Gli autobus sono vecchi scuolabus coloratissimi per le incredibili
decorazioni sparse lungo le fiancate..e non solo. Le immagini
di Gesù sono ovunque, come anche statuine di Madonne
e di santi in preghiera...! Speriamo bene! Il biglietto
è di 4,5 quetzales (1 Q= 270 lire it.).
La cittadina di Antigua
è deliziosa, anche se oggi è coperto e piove
a tratti. Assomiglia molto a San Cristobal de Las Casas
in Chiapas; ma San Cristobàl è più
grande e più turistica... Si vedono molti turisti
però e a noi dispiace dover ripartire nello stesso
giorno per Guatemala city per aspettare i bagagli all'aeroporto.
Sarebbe stato bello rimanere almeno una notte qui e conoscere
meglio questa città. Le strade sono vecchie come
anche le case colorate coloniali spagnole. Belli i cortili
(patii) di alcune case ristrutturate che in certi casi sono
piccoli alberghi e "posadas". Ma come sarebbe
stato fantastico aver dormito in questi posti!! La prossima
volta!
10
agosto 2000
Abbiamo gli zaini!! Sono arrivati oggi dopo una deviazione,
da non credere, a Mosca ( Russia )!! Per fortuna!! Adesso
possiamo iniziare finalmente il nostro viaggio tranquilli!
Via, iniziamo questo fantastico viaggio!!
Partiamo subito per Chiquimula con un autobus della "Rutas
Orientales", 19 calle e 8 avenida. L'autobus parte
alle 14.00 (25 Q). La strada è un su e giù
continuo e il panorama è verde-grigio, piove sempre
e le nuvole sono basse fra le colline. Sull'autobus salgono
anche venditori ambulanti che propongono medicamenti e unguenti
"magici" capaci di guarire così tanti mali!
La musica è onnipresente, ranchera, salsa e marimba...
Il bus arranca lento anche se comunque stiamo bene! Tutto
sommato è un bel viaggiare!
.
A Chiquimula, verso le 17.20 scendendo riusciamo al pelo
a prendere il bus che è l'ultimo della giornata per
Jocotàn. Scegliamo di fermarci a Jocotàn e
non a El Florido, perchè vista l'ora tarda, a El
Florido non troveremmo molte possibilità di alloggio
(almeno così scrive la mia guida "Footprint
books"). Il bus della "Vilma" per Jocotàn
(costa 15 Q) va in direzione Esquipulas mentre a vado Hondo,
svolta a sinistra verso la frontera con l'Honduras. La strada
è pessima e più piccola di prima. Il panorama
è sempre il solito, verdissimo e grigio e ...piove
sempre accidenti. Si vedono anche isolate casette povere
lungo le colline, poche le macchine che incrociamo.
A Jocotàn andiamo all'Hotel "Ramirez"
che è molto spartano con un cortile all'aperto su
cui si affacciano le abitazioni. Noi prendiamo alla fine
2
camere, una con 2 letti e bagno privato (50 Q) e un'altra
con solo il letto (15 Q !!) dove dormo io. C'è anche
il ristorante. Di fronte al nostro
albergo ci sediamo a un piccolo bar casalingo dove per 19
Q ci danno da bere e tortillas ripiene.
11
agosto 2000
Lasciamo Jocotàn in Guatemala alle 6.38 quando partiamo
con un bus malridotto della "Vilma" (costo 4 quetzales)
con le panche di legno
rivestite. Il bus è semivuoto, ci sono altri ragazzi
stranieri con noi (spagnoli). Piove sempre e l'atmosfera
è tipicamente tropicale ...In giro
per il paese di buon mattino alcune persone preparano il
mercado lungo le strade fradicie e sporche. In autobus l'immagine
di Gesù è ben fissa davanti al conducente
e ci rassicura!
Gli zaini li portiamo con noi su direttamente vicino ai
nostri posti, meglio così! Siamo curiosi della frontiera
a El Florido con l'Honduras... Ci
saranno formalità complicate? In mattinata dovremo
essere a Copàn!
Non fa molto caldo ma comunque si sta bene.Si vendono banane
alle bancarelle del paese, verdura e tortillas...
Gino "il fotografo ispirato" scatta in continuazione
foto del tutto inutili !? (vedi...).
Finalmente il bus parte alle 6.55. Il paesaggio è
collinare, verdissimo e molto dolce, piacevolmente immerso
nelle basse nuvole umide.
Arriviamo a El Florido alle 8.30, a piedi ci dirigiamo al
vicino posto di frontiera dove c'è l'ufficio immigrazione
Guatemalteco. Lì sbrighiamo tutto
velocemente pagando una tassa di 10 Q per l'uscita dal paese,
mentre subito dopo all'ufficio immigrazione hondureña
accanto, compiliamo la cedola del visto turistico "normale"
(si intende quello valevole 1 mese e non quello "breve"
di 3 giorni per vedere solo Copàn) per l'entrata
in Honduras con una tassa di 10 Lempiras (1 L= 140 lire
it.).
Tutto si è rivelato semplice e veloce, anche perchè
pochi erano i turisti che passavano quel giorno.
Finite le pratiche doganali dobbiamo dirigerci a Copàn
Ruinas che dista circa 15 km. Con dei pick-up che aspettano
alla frontiera e per 20 Q a testa (caro, ma essendo stanchi
lasciamo perdere) veniamo portati con altri Hondureños
a Copàn lungo una strada tutto salite e discese non
asfaltata e con tratti infangati. In un punto il nostro
pick-up si blocca per una ruota completamente nel fango,
ma usciamo presto per fortuna! Siamo almeno in 15 stipati
sul cassonetto del furgone assieme a contadini e braccianti
della zona. Gli zaini si sporcano col fango portato dai
passeggeri che continuamente vengono caricati.
Arriviamo a Copàn
ruinas verso le 9.45 dopo aver lasciato la frontiera
con il Guatemala a El Florido. Le prime impressioni del
paesino sono buone visto che le dimensioni del paese sono
molto piccole e c'è molta quiete. Le strade sono
ciottolate e si vedono contadini a cavallo per le piccole
stradine. E' un paese proprio carino, tipicamente campesiño!
Scegliamo di alloggiare all'Hotel "Paty" in una
camera al primo piano buona ma non entusiasmante, con 3
letti e bagno privato (250 L). Il vantaggio di questo hotel
è la posizione in paese, vicino alla fermata degli
autobus per San Pedro Sula e all'inizio della strada che
conduce alle rovine. A piedi ci vogliono solo 10 minuti
per il km che ci separa dal sito archeologico.
L'entrata alle rovine costa 10 dollari USD (150 L). Non
c'è molta gente a quest'ora (10.15) nel sito, ma
via via le persone aumentano.
Inizialmente si passa nella plaza
major dove sono disposte le magnifiche e famose stele.
Quest'ultime sono lapidi alte circa 3 metri riccamente scolpite
e intarsiate con motivi sia ornamentali che di tipo storico,
con scritture geroglifiche. Rappresentano figure d'alto
rango con le insegne del loro status. Quasi tutte sono disposte
nella grande plaza e gran parte di esse raccontano le imprese
di Coniglio 18.Vi sono figure umane (re Coniglio 18 e Yax-Pac),
animali ecc. Vi sono anche riprodotte date di nascite, matrimoni
e morti. L'ultima data incisa dagli scalpellini sulla scalinata
dei geroglifici, che sono 1250, è il 10 febbraio
822, anno in cui Copàn fu abbandonata.
A sud si accede al campo della pelota, il secondo per estensione
di tutta la mesoamerica. Vicino ecco la piramide conosciuta
come struttura 26 o scalinata dei geroglifici (coperta per
protezione da un enorme telone) con 63 gradini e migliaia
di glifi. Questi non sono stati ancora tradotti. Collegata
con la scalinata dei geroglifici c'è l'area dell'acropoli
dove si eleva il Tempio delle Iscrizioni con molti geroglifici
lungo le pareti.
La sera mangiamo da "Carnitas Nia-Lola" per 120
Lempiras (3 cervezas y un asado de carne). bueno!
Domani partiremo per S.Pedro Sula alle 6.00.
12
agosto 2000
Prendiamo il bus delle 6.00 diretto per San Pedro Sula
"Gama Express", che parte proprio all'angolo di
fronte al nostro hotel! Ci svegliamo alle 5.30 e siamo già
a bordo. Oggi il tempo è manco a dirlo ancora più
brutto di ieri. Il bus è semivuoto. Il biglietto
costa 60 L.
Lungo il percorsoci fermiamo a La Florida e a La Entrada
dove salgono altri passeggeri.
Il paesaggio è dominato dal verde intenso, banani,
palme, colline immerse nelle basse nuvole umide, la strada
è in buono stato (asfaltata). Spesso lungo i bordi
ci sono case basse, molte con cortili e giardini. Il tempo
non cambia e l'aria è pesante e umida. Si vedono
anche mucche al pascolo, galline e cani quando passiamo
attraverso gruppi di case. Gli uomini quasi sempre col cappello
a falde larghe e jeans. Qui la gente sembra ospitale e allegra
nonostante la loro condizione. Le donne sono molto belle.
Arriviamo a S.Pedro Sula verso le 9.10 e ci dirigiamo a
piedi al terminal degli autobus della "Catisa"
e "Tupsa" dove ci sono i bus per La Ceiba.
Passiamo per strade di mercato molto affollate, dove bisogna
fare attenzione. Dicono che San Pedro Sula sia una città
"pericolosa", gli scippi
sono frequenti...
Acquistiamo i biglietti per La Ceiba a 46,5 L, l'autobus
parte alle 9.30.
La strada per La Ceiba è tenuta bene e la vegetazione
si arricchisce avvicinandoci al mare. Incredibili palme
giganti occupano ampiamente il
panorama e si avverte la vicinanza del mare. Per fortuna
il tempo migliora ed esce finalmente il sole!
Arriviamo alle 13.00 al terminal di La Ceiba. Alcuni turisti
vanno al porto in taxi per prendere il traghetto per Utila,
ma noi decidiamo di dormire qui
a La Ceiba per ripartire domattina direzione Cayo Cochinos.
Scegliamo di pernottare al "Rotterdam Beach Hotel"
in una camera con 3 letti, ventilatore e bagno privato (costo
170 L). Vicino a questo hotel c'è
la spiaggia che è una vera delusione. Si vedono palme
abbattute e detriti ovunque. L'acqua è sporca e vorticosi
mulinelli alzano di continuo la sabbia
e le alghe.
Giriamo per il paese e mi entusiasmo a vedere vecchie case
coloniali inglesi con il piano rialzato.
Mangiamo da "Pizza Hut", purtroppo (l'aria condizionata
mi da brividi "polari") poi decidiamo di andare
a letto presto perchè domani vogliamo andare a Cayo
Cochinos, e poi Gianko ha un forte raffreddore !... sarà
forse l'aria condizionata di Pizza Hut?
13 agosto 2000
Alle 7.00 decidiamo di prendere un taxi (320 L) che ci porterà
fino al villaggio di Nuevo Armenia, a est di La Ceiba. Da
lì prenderemo una lancha per cayo
Cochinos.
Dopo circa un'ora di strada arriviamo al pittoresco pueblo
garìfuna di Nuevo Armenia dopo un ultimo tratto di
strada sterrata che devia dalla strada principale costiera.
Il pueblo dà su una piccola laguna che la separa
dal mare. Con alcuni pescatori garìfuna ci accordiamo
per il passaggio in lancha fino a Chachaguate, un cayo piccolo
a sud di cayo Cochino pequeño. Per la non modica
cifra di 200 L a testa (600 in totale) veniamo trasportati
fino a Chachaguate. Il viaggio dura circa un'ora e le onde
sono a volte alte e veniamo spesso sbattuti sbalzati dal
posto. Per certi versi mi accorgo della pericolosità
del viaggio e di questo momento alquanto insolito, in un
posto così distante da casa, su una piccola barca
a motore in oceano aperto e con tutti i nostri averi con
noi!
In lontananza si iniziano a scorgere isolotti e cayos molto
piccoli, con palme che spuntano su tutti. I Cayos più
grandi sono Cayo Cochinos grande e Pequeño. Il mare
è blu scurissimo. Si vedono isolotti paradisiaci,
sabbia, mare e palme, tantissime palme verdi.
Il mare è trasparente e il paesaggio è da
cartolina,
Scendiamo finalmente a Chachaguate
primero, dove si sono insediati pescatori con le relative
famiglie che vivono in bungalows di legno.
Prima di andare decidiamo col pescatore proprietario della
lancha anche per il ritorno per domani mattina.
Sulla spiaggia veniamo ricevuti da una signora garìfuna
(mama Mita) che ci porta a casa sua, un bungalow con cucina
(un fornelletto a gas e alcune pentole) e 3 letti, pareti
di bambù, un tetto alto e nient'altro. Per terra
sentiamo solo la sabbia. Dalle finestrelle vediamo le due
sponde dell'isolotto che a piedi si potrebbe esplorare in
meno di 5 minuti!!
L'isola è formato solo di cabañas, una dozzina
circa; c'è uno spaccio per le bibite, barche di pescatori
a motore e cayucos di legno sul bagnasciuga.
Una volta lasciati gli zaini in capanna andiamo con un pescatore
(150 L) a vedere altri cayos e in particolare una spiaggia
dove c'è anche un resort. Sfortunatamente mi cadrà
in acqua la macchina fotografica! E' proprio sfortuna, una
vera sciagura. Non potrò continuare a documentare
tutto con altre foto, ma la cosa peggiore è il valore
della mia Nikon!
Anche asciutta non funziona. E' in totale black out accidenti!
Speriamo si possa riparare una volta a casa.
Continuerò a documentare tutto lo stesso con i miei
appunti e grazie a Gino che farà foto anche per me!
Tornati a Chachaguate pranziamo con pescado fritto, riso,
banane fritte e salsa di pomodoro.
Il pomeriggio si svolge all'insegna dell'ozio più
assoluto anche perchè non c'è assolutamente
niente da fare. Sotto questo sole non rimane che starsene
quieti all'ombra a ossservare il mare e sperare nella brezza
marina. Non esiste nessun motivo muoverci. stiamo solo fermi
sulla spiaggia e ad osservare il gruppo di pescatori che
giocano animatamente a carte. Di tanto in tanto tra le parole
spagnole intercalano qualche espressione nella loro lingua
creola/garìfuna. i bambini sono così belli
e svegli già in tenera età, i pescatori riposano
e alcuni guardano la tv da una televisione in bianco e nero
che non si sa da dove spunti fuori (credo sia alimentata
da un generatore).
Aspettiamo solo che passi il tempo e che venga sera, dove
non ci rimarrà che il rumore del mare e le stelle!!
Spettacolo assicurato!
Nel 1998 l'uragano Mitch sfiorò cayos cochinos e
la señora Mita ci dice che Chachaguate fu coperta
completamente dall'acqua e dalle onde per 3 giorni consecutivamente.
La sabbia rimase quando l'acqua se ne andava e solo 3 capanne
furono buttate giù. Furono fortunati!
Le sensazioni qui sono indimenticabili e mi attende ancora
la notte!
Più tardi mama Mita ci prepara la cena con fagioli,
tortillas, uova e caracol. Il piatto è delizioso,
tipico garìfuna. La carne di caracol (o conchiglia)
è molto delicata, assomiglia al polipo per consistenza,
ma a me piace ancora di più!
Poi non c'è nient'altro che aspettare la notte e
che la luce via via scappi. Solo candele e una piccola lampadina
che tiene ancora vive le speranze dei pescatori nel loro
gioco delle carte che imperterrito continua ancora a lungo!
Non abbiamo alternative ad andare a letto e sono solo le
19.30!!! C'è solo la luna, le stelle, il mare che
da un lato e dall'altro dell'isola si fa sentire con le
sue onde forti e rumorose.
E' difficile addormentarsi, anche perchè fa freddo!
Sì, non riesco ad addormentarmi, forse non sono stanco
ma è l'aria nella capanna che non ci dà tregua.
Sono costretto a coprire in qualche modo la parete di bambù
che ho di fianco per ridurre almeno un po' gli spifferi
d'aria all'interno del bungalow. Tutti e tre siamo svegli,
il tempo non passa mai e anche le galline non stanno ferme
fuori della cabaña!
Il cielo sembra diverso qui; le stelle così vicine
sembrano dormire e accompagnarci in questa notte "singolare",
non ci crederò mai, di aver passato un giorno e una
notte come questa!!
14 agosto 2000
Presto, verso le 7.00 siamo ancora svegli e prepariamo le
ultime cose degli zaini. Non abbiamo capito bene dove siamo
stati, evidentemente vivere su un'isola solitaria in mezzo
all'oceano non è così facile ! Siamo determinati
a un ritorno veloce, ancora prima dell'ora concordata il
giorno prima.
Il pescatore con la lancia che ci aveva portato qui è
già arrivato e gli spieghiamo di voler ripartire
in anticipo. Sono le 8.30 e carichiamo la lancia. Salutiamo
mama Mita, dopo aver pagato per la sistemazione e i pasti
150 lempiras a testa...mica male!
Non riesco a capire quei momenti, sono frastornato, non
mi sono lavato come ogni mattina, non sento ciò che
ho vissuto, ma senz'altro è stato fantastico!!!
Arriviamo a Nuevo Armenia verso le 10.15 e ci incamminiamo
in mezzo al paese alla ricerca di un mezzo che ci riporti
a La Ceiba. Abbiamo deciso di andare a Tela e quindi dobbiamo
prima ritornare a La Ceiba. Dopo aver chiesto per un autobus
che tarderà, saliamo su un pick-up che per 10 L ci
porta a Jutiapa; da qui, con un altro pick-up che fermiamo
sulla strada (10 L), partiamo per La Ceiba. In Honduras
è molto usato il sistema di autostop, soprattutto
venire caricati su furgoncini o pick-up privati che per
qualche spicciolo ti danno passaggi in certi casi insperati.
Arriviamo a La Ceiba, senza aspettare neanche un minuto
alla stazione degli autobus saliamo su un vecchio scuola
bus americano giallo che va a Tela. Io riesco a trovare
un posticino per me e per lo zaino che tengo fra le gambe,
non ci sono più posti e per i bagagli, beh...ti devi
arrangiare in qualche maniera! Gino è allo stremo,
siamo tutti e tre stanchi morti, non abbiamo dormito un
granchè e siamo sporchi luridi.
Tanto per complicare le cose capiamo che l'autobus non ci
porterà a Tela ma saremo costretti a scendere più
avanti, dove c'è una manifestazione che blocca la
strada lungo un ponte. C'è uno sciopero dei produttori
di olio di palma. Tutto si svolge sotto il sole che non
ci dà tregua, e non mangiamo dalla sera prima a Chachahuate.
Dall'altro lato del ponte ci aspetta un altro autobus, sempre
uno scuola bus americano anch'esso strapieno ma con almeno
il portabagagli all'interno! E il resto del viaggio si svolge
con la musica a tutto volume, gli altoparlanti proprio dietro
le nostre teste la stanchezza che piano piano ci avvolge
e allenta tutte le tensioni. I passeggeri hondureñi
sorridono e canticchiano, mentre a una curva i limoni in
un sacchetto sul porta oggetti si rovesciano fra le risate
dei bambini!
Quando arriviamo a Tela ci dirigiamo a piedi verso un hotel
che sarà lo Sherwood, sulla spiaggia, alla calle
11. Ha un bell'atrio e il bar a terrazza dritto sulla ampia
spiaggia. la camera è bella e costa 450 L (150 a
persona). Siamo stanchi morti, la nottata a Chachahuate
è stata una mazzata che non potevamo immaginare!
La doccia è tutto ciò che desideriamo ora!!
15 agosto 2000
ore 7.45 di mattina, puntuali siamo all'agenzia "Garifuna
Tours" per l'escursione in lancia a Punta Sal
o parque Jeanette Kawas (278 L). Il parco si trova a ovest
di tela e comprende l'ecosistema naturale situato sulla
punta che delimita a ovest la baia di Tela. Vi sono tantissime
specie di piante e animali e belle spiaggette dove, su una
di esse faremo snorkeling. Dopo il percorso in lancia tagliando
la baia per intero arriviamo a terra e ci incamminiamo lungo
un sentiero fra le alte palme e la jungla. Sentiamo le urla
di scimmie che stanno nascoste in alto fra i rami. La nostra
guida ci spiega i nomi della piante che via via vediamo
davanti a noi spegandoci particolari e soddisfando alcune
nostre curiosità. Sempre in lancia arriviamo poi
a una spiaggetta bianca solitaria dove vive una famigliola
di pescatori garifùna che ci prepara il pasto (pollo
e riso con fagioli. 50 L). Abbiamo fatto snorkeling su un'altra
spiaggetta grazie alle maschere che ci danno gli organizzatori,
2 guide locali della garifuna tours.
Il ritorno è all'insegna del divertimento anche se
con un po' di preoccupazione. Il mare è mosso e le
onde continuamente sbattono forti contro la nostra imbarcazione.
I salti che facciamo sono spettacolari ma tutto è
sotto controllo, o almeno sembra ! Chi è controvento
viene lavato completamente e le onde sembra aumentino di
intensità e di altezza. Ridiamo tutti e chi più
(Gino) chi meno siamo bagnati fradici. Io penso solo ad
arrivare sano e salvo a riva, non mi interessa in che stato,
se bagnato o umidiccio, ma voglio mettere i piedi per terra!!
il viaggio dura un'ora buona tra balzi e salti, sembra di
fare surf!!
All'arrivo sulla spiaggia di Tela ci insabbiamo e siamo
costretti a scendere tutti e spingere la lancia perchè
toccava il fondo sabbioso.
La giornata intera è stata divertente anche se sono
deluso per il parco. Belli i panorami dal mare e gli angoli
da cartolina, le spiaggette e l'acqua meravigliosa, ma l'escursione
in sè con destinazione Punta Sal non mi ha convinto
per niente.
in serata ritorniamo da "Mango Cafè" di
proprietà del boss italiano della "garifuna
Tours". Con Gino mangio un piatto tipico garifùna
che avevamo prenotato la sera prima: "tapado"
(60 L) , si tratta di una specie di zuppa cremosa a base
di carne di manzo e banane. Il sapore è strano, ma
le banane sono troppe!!
E in tarda serata ritorniamo ancora al mango cafè
con un gruppo di italiane e 2 italiani di Torino che stanno
nel nostro stesso albergo; per assaggiare il liquore garifùna
chiamato "Guifiti", a base di rum e radici lasciate
a macerare. il risultato è a mio parere negativo,
anche se in generale è piaciuto: forse eravamo un
po' brilli??
16
agosto 2000
Partiamo alle 8.15 per San Pedro Sula e decidiamo di andare
a piedi direttamente sulla strada costiera per evitare di
prendere i bus locali che, dalla stazione degli autobus,
fermano a Progreso. Dopo alcune cattive informazioni su
dove fermino i bus per San Pedro, riusciamo finalmente ad
attendere al posto giusto, vicino a un distributore di benzina,
sulla strada un po' fuori, verso ovest, dove io acquisto
da una signora dei panini al cocco. L'autobus per San Pedro
arriva verso le 9.10 ( $ 45 L ) ed è quasi vuoto,
sarà un viaggio comodo e tranquillo questa volta!
A San Pedro Sula dobbiamo cambiare bus per proseguire fino
ad Omoa che sarà la nostra prossima destinazione.
Da lì, domani dovremo raggiungere la frontiera con
il Guatemala
per poi proseguire fino a Puerto Barrios e, finalmente,
Livingston.
Vorrei ora parlare del clima che ho trovato in Honduras,
in agosto naturalmente. Fa caldo ma non caldissimo, ma è
umido e i continui spostamenti in autobus ( con finestrini
spalancati, porte aperte, ecc.), pick-up, lancia e l'aria
condizionata di certi locali (vedi Pizza Hut a La Ceiba...!)
ci hanno provocato raffreddori persistenti conditi da una
tosse stizzosa. Il cielo molto spesso è totalmente
coperto ed il sole si intravede a sprazzi, ma quando lo
fa scotta forte forte. Ci siamo abbronzati e non abbiamo
ancora visto bene il sole!!
Arriviamo a San Pedro Sula alle 10.35 e subito prendiamo
un bus della "Impala" per Puerto Cortès
delle 10.45 ($ 13 L). Arriviamo alle 11.45 a Puerto Cortès
e saliamo ancora veloci su un altro autobus che va a Omoa,
partiamo alle 11.55 ($ 5 L).
"Vamos que los niños mueren!!!" dicevano
alcuni all'autista dell'autobus quando eravamo fermi sotto
il sole!
La strada che da Puerto Cortès conduce a Omoa in
certi tratti è sterrata e il bus saltella cigolando
rumorosamente. A Omoa arriviamo alle 12.55 all'incrocio
e poi si dirige verso la playa. Noi scendiamo proprio davanti
il "Roli's Place".
Il Roli's Place è una piccola e onesta posadita gestita
da uno svizzero che vive qua. Tutto quanto è carino
e semplice, le 2 stanze che prendiamo (200 L) hanno le zanzariere
su porte e finestre, i letti alti e puliti, il bagno piccolo
ma pulito. C'è un giardino ampio e verdissimo, tavolo
da ping pong, internet (Roli ci regala 15 minuti di navigazione),
biciclette e kayaks a disposizione gratuitamente, pane fatto
in casa, lavanderia, cucinino e altro ancora. Un piccolo
paradiso dove abitarci e vivere semplicemente.
A tre passi dal Roli's c'è la playa che è
lunga, sabbiosa ma scura (non bellissima da vedere) e il
mare è di una tranquillità esasperante; l'acqua
è calma e liscia come l'olio ma non è stagnante,
la baia è molto bella e bordata da palme.
Noi ci tuffiamo subito in acqua, desiderosi di toglierci
tutta la stanchezza accumulata!
Forse staremo a Omoa 2 notti?!
Parlando con un signore hondureño vengo a conoscere
un luogo sulla costa del pacifico che mi consiglia di visitare
perchè molto bello: Cedeño; è un paese
vicino ad Amapala ed ha una bellissima spiaggia, è
un luogo di villeggiatura. Mi incuriosisco e certamente
cercherò informazioni sull'Honduras del sud!
In spiaggia ci si rilassa molto e si sta così bene!
Sono ai tropici e qui lo sento bene! Sono nel caribe, forse
non proprio un luogo da cartolina, ma l'atmosfera ricorda
vecchi film di pirati e coste frastagliate con palme e baie
inesplorate. E oggi c'è il sole!! FINALMENTE!!
La sera mangiamo da "Stanley" e vediamo la partita
in tv per le qualificazioni di calcio tra Honduras e S.
Vincent (6:0). Con noi c'è anche Johan, un ragazzo
danese che da solo sta girando il centroamerica da maggio
e che andrà in sudamerica fino a marzo! Che fortuna!
Dopo cena si scatena un furioso temporale mentre io, Giancarlo
e Johan stiamo giocando a freccette fuori in giardino da
Roli's,
mentre suona Eliades
Ochoa nello stereo della stanza di Johan...
Salta la corrente, è umidissimo e caldo e l'aria
è scossa dai lampi...
17
agosto 2000
Decidiamo di lasciare Omoa, perchè oggi è
brutto e nuvoloso. La mattina io e Gino perlustriamo in
bici un po' Omoa, e percorriamo stradine sterrate che vanno
alla spiaggia e anche fino alla carretera principal, quella
costiera, fino al pueblito che comprende poche e rovinate
casette, le amache sono onnipresenti, e i giardini così
rigogliosi, banani, palme, galline che vanno in giro. Dopo
aver salutato Johan che ci aiuta a portare gli zaini con
una bici-carretto alquanto strana, messa a disposizione
dal solito Roli, partiamo alle 10.11 per Tegucigalpita ($
8 L), dove cambieremo bus alla volta di Corinto. La strada
è pessima, semiasfaltata e con molti ponti. Arriviamo
alle 11.20 circa. Aspettiamo sulla strada per una buona
mezz'ora noi e pochi altri, solo un piccolo spaccio-drogheria
con alimentari e fagioli, frutta, ecc.
Il bus per Corinto parte alle 12.00 ($ 8 L). La strada non
è asfaltata, passa in mezzo a pascoli coi cavalli,
bananeti. Tutto è verde e rigoglioso: siamo nel cuore
di una piantagione di banane! Umidità? penso del
99 %!!
Vicino c'è la "Chiquita" e la "Dole"
che esportano banane in tutto il mondo.
Basta poco che la strada si allaghi e spesso questo succede
e risulta impossibile dirigersi verso la frontiera col Guatemala.
Dalla frontiera andremo a Puerto Barrios e quindi a Livingston.
Per le pessime condizioni della strada l'autobus non riesce
più a continuare e ad una località chiamata
Cortecito, scendiamo e saliamo su un pick-up con altre persone.
Ora la strada è veramente all'ultimo stadio, percorribile
è una parola azzardata perchè c'è fango
e pozze d'acqua profonde; il tutto si sviluppa con salite
e discese che complicano ancora di più il passaggio.
All'arrivo a Corinto scendiamo. C'è un piccolo ufficio
immigrazione dove sbrighiamo velocemente le pratiche doganali
(timbro data uscita sul passaporto. nessuna tassa !!).
Riprendiamo la strada sempre con il solito pick-up che ci
ha aspettato mentre inizia a piovere. Piove forte, un vero
acquazzone torrenziale, e noi dietro sul cassonetto a bagnarci.
L'autista per fortuna ci consegna una grossa cerata con
cui ci copriamo tutti, cercando di chiudere tutti gli spiragli,
non vediamo più niente fuori adesso, speriamo di
arrivare presto, tra salti e frenate brusche, siamo stanchi
morti, bagnati e sappiamo che ci sono ancora tanti km fino
a Livingston.
Ci sono altri 10 minuti e quindi il pick-up ci lascia proprio
all'inizio della nuova strada (era ora!) che va a Puerto
Barrios. Paghiamo l'autista 15 l a testa e risaliamo questa
volta su un combi collettivo (10 Quetzales) . Non piove
più adesso, la strada è bella, asfaltata,
partiamo in direzione Puerto barrios. Io cambio, sempre
in strada 130 L con 65 Q. Dopo altri 10 minuti circa siamo
agli uffici migratori del lato gutemalteco, noi 3 scendiamo
per eseguire le ultime formalità, velocemente, solito
timbro sul passaporto e via ancora... Il combi è
strapieno, penso che non possa contenere così tante
persone, ma comunque oramai ci si abitua a tutto questo,
non vediamo l'ora di arrivare!
Arriviamo a Puerto Barrios verso le 14.30 e ci dirigiamo
a piedi all'imbarcadero dove scegliamo la lancia colectiva
(25 Q) che parte quando è piena (12 posti). Il percorso
in lancia è molto bello, riposante, panoramico con
un'acqua calmissima: la baia di Amatique. Si vedono le grandi
navi della "Dole" attraccate al porto di Puerto
Barrios.
La costa sulla nostra sinistra è un susseguersi di
palme che si gettano in mare intervallate da spiaggette
da favola con cabañas nuove e vecchie, abbandonate
e in ristrutturazione. I pellicani ci seguono e rimangono
così vicini a "pelo d'acqua": meraviglioso!
Siamo a Livingston
alle 16.00 e vediamo che il villaggio è tutto in
salita, sulle pendici di una collinetta. Le vie sono vive,
la gente e i molti turisti animano le stradine. Scegliamo
di alloggiare in un hotel sulla strada principale, appena
prima del "Rio Dulce" che ci ha deluso perchè
aveva solo una camera senza bagno privato (sono Gino e Giancarlo
che lo richiedevano in stanza).
Quello che scegliamo invece si chiama Hotel "Rios Tropicales"
dove pernottiamo in una camera, la n° 4, con bagno e
2 letti matrimoniali anche se un po' piccoli. Nel patio
interno c'è un giardino con tavolini e amache, camere
anche al piano superiore. Ci sembra tutto sommato una buona
sistemazione, anche se ci arrivano le note reggae lanciate
dall'adiacente Hotel Rio Dulce.
Tutto però si dimostra perfetto. Il villaggio è
semi-africano e ha una bella atmofera cosmopolita: guatemaltechi,
garìfuna, caribeñi e tanti turisti da tutto
il mondo.
La sera mangiamo al "Bahia Azul" (turistico..)
e con Gino dopo cena vado a un locale vicino all'"Ubafu",
dove beviamo una birra "Gallo" e sentiamo la musica
tipica afro-caraibica.
Per domani abbiamo prenotato l'escursione che comprende
alcune spiaggiette vicine e la cascata "Siete Altares".
Il biglietto lo abbiamo comprato al Bahia Azul per 50 Q.
18
agosto 2000
Partiamo per l'escursione al Siete Altares alle 9.30
dal Bahia Azul, anche se dovevamo partire alle 9.00. Siamo
un bel gruppetto di turisti impazienti a partire. Ci danno
anche un sacchetto con un toast e macedonia di frutta. A
piedi seguiamo 2 guide locali, una Garìfuna e l'altra
guatemalteca; sono 2 persone simpatiche; l'uomo garìfuna
è oviamente negro dal fisico scultoreo e scalzo (farà
tutta l'escursione a piedi nudi, nel fango, sui sassi, in
acqua, ecc.), piuttosto taciturno, mentre il ragazzo più
giovane è serio e ben vestito, sembrerebbe un altro
escursionista...
Iniziamo partendo da Livingston per campi e capanne nella
periferia dirigendoci verso nord ovest fino a raggiungere
il mirador, un punto panoramico vicino al paese; da qui
si vede il mare.
Per sentieri malridotti (fango fino alle caviglie) raggiungiamo
dopo circa un'ora di cammino una laguna tra la jungla, qui
aspettiamo una canoa che ci trasporterà, a turno
(10 posti), fino a una bella spiaggietta dove facciamo il
bagno e riposiamo un po'. Da lì sempre a piedi andiamo
alle cascate de Los Siete Altares sempre per sentieri poco
invitanti e in certi punti pericolosi. Da notare come entrambe
le guide siano armate: con machete naturalmente, il ragazzo
ha anche il cellulare...
Le cascate si dispongono su sette livelli e noi raggiungiamo
quello superiore dove facciamo il bagno in una vasca profonda
e con l'acqua freschissima. Da uno sperone ci si può
tuffare, e l'uomo garìfuna nostra guida naturalmente
è un esperto tuffatore. Sembra che in questo posto
siano state girate alcune scene del primo Tarzan! La jungla
ci copre completamente!
Verso le 15.30 iniziamo la strada del ritorno, seguendo
la costa lungo la spiaggia. Siamo stanchi e alle 18.00 arriviamo
in albergo.
Domani partiremo per Flores.
19
agosto 2000
Oggi abbiamo in programma l'escursione sul Rio Dulce
e proseguire da lì per Flores.
Prendiamo una lancia alle 9.15 (60 Q) e iniziamo a scivolare
sulle dolci acque del Rio Dulce che alla fine si congiungono
al Golfete prima e infine formano il lago Izabal. Non
prenotate la lancia quando arrivate a Livingston , potete
tranquillamente prenderne una la mattina stessa.
Il paesaggio è molto bello anche perchè l'acqua
è uno specchio verde riflesso. la vegetazione è
ricchissima e si erge in tutto il suo splendore gettandosi
poi direttamente nel fiume. Non vediamo tanti animali ma
ci sono cormorani e aironi, pellicani e anatre. Di tanto
in tanto si scoprono case fatte a capanna e famiglie che
vivono sulle sponde del rio. Mamme che fanno il bucato nel
fiume e bambini che giocano o aiutano. Cayucos diretti da
abili pescatori che pescano usando anche le reti a ventaglio.
Il sole spesso ci regala colori sgargianti dominati dal
verde brillante che sfuma verso tinte più chiare
al giallo e verso tinte più scure. E' emozionante
stare agli ordini di madre natura, rimanerci in silenzio
e ascoltare...
Raggiungiamo dopo circa un'ora e mezzo il ponte che oltrepassa
il lago tra il Golfete e il lago stesso. Al di là
del ponte c'è il bel castillo de San Felipe, costruzione
a difesa dai pirati eretta dagli spagnoli. Noi non ci fermiamo
ma mi sarebbe piaciuto molto...
Alle 11.35 scendiamo dalla lancia per aspettare a Rio Dulce
o Fronteras (la località è sempre la stessa)
l'autobus diretto a Flores. Il piccolo paese è caotico,
per la presenza di molti turisti che aspettano di imbarcarsi
o di prendere uno degli autobus lungo la strada. Oggi c'è
il mercato ed io acquisto 2 aguacate (avocado) per mangiarmeli
a colazione, un poquito de sal y pan, sabroso!!
Qui sulla strada prendiamo il bus per Flores (50 Q) alle
12.50 circa (il biglietto si compra nelle vicinanze della
fermata).
Dopo un viaggio abbastanza decente e dopo un controllo dei
militari alla ricerca di clandestini, arriviamo a Santa
Elena, prima di Flores, alle 16.45 dove decidiamo di scendere
(sull' autobus, delle ragazze locali ci dicono che qui è
più economico pernottare rispetto a Flores, e da
Santa Elena si può raggiungere Flores a piedi: verissimo,
alla sera ci andremo).
Scegliamo un hotel chiamato Hotel Alonzo, una camera con
3 letti, bagno privato, ventola a 35 Q a testa. La camera
è soddisfacente, spaziosa. Riserviamo già
l'escursione a Tikal
per domani mattina alle 5.00! Sembra che il momento migliore
per la visita alle rovine maya sia proprio la mattina prestissimo,
con il minibus dovremo arrivare a Tikal
in un'ora circa e raccogliere prima gli altri passeggeri.
Il prezzo per il trasporto è di 40 Q a testa.
Passiamo la serata a Flores dove mangiamo bene al ristorante
"La Luna" (anche il vino cileno...) e facciamo
acquisti (i primi e gli ultimi in Guatemala, un po' più
cari qui a Flores purtroppo...).
20
agosto 2000
Partiamo alle 5.00, ...sì anche questo è
vacanza!! Ci vengono a svegliare in camera bussando ripetutamente
a noi e alle altre camere prenotate ! Servizio di sveglia
in camera!
Dopo un'oretta di viaggio passando a raccogliere altri turisti,
arriviamo all'entrata di Tikal alle 6.00, e dopo aver pagato
il biglietto (50 Q)
andiamo a fare la colazione al comedor " Corazon de
Jesus "proprio davanti l'entrata.
Il tempo è strano, nebbioso, le nuvole coprono tutta
la boscaglia. A quest'ora ovviamente non ci sono molti turisti
in giro. I sentieri sono immersi nella selva e si sentono
i versi di uccelli e forse anche di scimmie. Le segnalazioni
per le rovine sono quasi assenti e non abbiamo dei riferimenti
sicuri. Non si vede niente, solo alberi altissimi, liane,
piante di ogni genere, ma di rovine neanche una traccia.
Ma ora ecco che ci appare finalmente la sagoma alta del
tempio I, la piramide. Il momento è emozionante per
l'attesa e perchè è emerso dal nulla, semi
nascosto dalla nebbia fitta, ci appare questo magnifico
tempio, alto piramidale.
Nella grande plaza ora non ci sono tante persone, la sensazione
è surreale piacevolmente trasparente. Cammino sull'erba
bagnata, di fronte al tempio I si staglia, contrapposto,
sfidandolo il tempio II, più basso a cui si può
accedere e salire sulla ripida scalinata. Il tempio I non
si può invece scalare, è vietato.
Dall'alto del tempio II la vista è stupenda, è
un momento impareggiabile, sono emozionato di stare qui
perchè mi sento bene semplicemente...!
La nebbiolina gradualmente si dissolve per l'avvicinarsi
dei caldi raggi solari...L'aria è umida e fa più
caldo. Sulla plaza ci sono anche una dozzina di stele (
mi sembra..) che rendono più sacra la spianata stessa.
Fino alle 14.00 vedremo templi e rovine, acropoli, ecc.
(Mundo perdido).
Ciò che rende Tikal diversa dagli altri siti Maya
che ho già visto (Palenque,
Copàn,
Chichen Itzà, Uxmal,
Tulum),
è che qui tutto è nascosto dalla jungla. Quando
si cammina non si ha mai l'impressione di trovarsi in una
città antica, Tikal che aveva grandissima importanza
e dimensione. I templi sono incastonati nella natura, "protetti"
da Madre Natura! Gli animali che si sentono sono gli unici
abitanti rimasti.
Siamo riusciti a vedere una scimmia che si lasciava dondolare
da un albero all'altro ed anche un grosso roditore simile
a un tapiro che era intento a scovare cibo fra le foglie,
forse era un tapazcuintle?
Tikal adesso è illuminata dal sole. I turisti la
invadono e se ne impossessano ripopolandola. Solo la sera
resteranno gli animali che finalmente godranno tutta per
sè Tikal.
-------
Dopo le fantastiche emozioni che abbiamo avuto a Tikal,
una città così "sperduta", ritorniamo
in albergo con il minibus dell'andata, che ci aspetta all'uscita.
Passiamo la serata a Flores che raggiungiamo a piedi passando
sul ponte che taglia il lago.
Dopo aver saltato da un locale all'altro, uno sulle sponde
del lago aveva una bella vista..., mentre in un altro su
una terrazza abbiamo cenato e ascoltato buena musica (womens
voices world...), siamo stanchi e domani dovremo svegliarci
ancora presto! Dobbiamo essere pronti per le 5.00 ora di
partenza del bus per Chetumal, Mexico!
21
agosto 2000
Alle 5.00 siamo già ad aspettare il bus per Chetumal
sotto, all'entrata del nostro hotel.
Abbiamo acquistato il biglietto il giorno prima in un'agenzia
di Flores per 25 US $, anche se sul ticket la signora scrive
35 US $. A Tikal c'è il business. Tutti ti propongono
tickets per ogni dove a prezzi che cambiano rapidamente.
In albergo avevamo avuto la proposta per un autobus per
Chetumal a 35 US $ e poi l'abbiamo trovato a 25 dollari.
Alle 6.00 siamo già fuori Flores e ci stiamo dirigendo
verso la frontiera con il Belize a Melchor de Mencos.
Arriviamo a Melchor de Mencos alle 7.30, scendiamo per le
formalità di frontiera e paghiamo la tassa di uscita
alla migraciòn guatemalteca 10 Quetzales. Poi, sempre
a piedi e con lo zaino in spalle, andiamo all'ufficio doganale
belizano di Benque Viejo, dove ci timbrano il passaporto
per il transito in Belize.
Ripartiamo con lo stesso autobus, che nel frattempo era
avanzato nel lato belizano, alle 8.15.
..le dolci note di Cesaria Evora accompagnano il mio
viaggio in Belize, attraverso campi verdi, casette coloniali
inglesi e il cielo che rimane sempre coperto....
Arriviamo alla frontiera con il Messico alle 13.00 e ripartiamo
solo alle 14.00 perchè a una coppia di italiani non
viene rilasciato il visto belizano di uscita (10 $) in quanto
sprovvisti di quello di entrata!
E' probabile che i due non abbiano controllato se a Benque
Viejo fosse stato apposto il timbro di entrata, oppure abbiano
"saltato" il controllo belizano anche se erano
nel nostro stesso bus! Quindi, controllate sempre che vi
timbrino il passaporto altrimenti, come è successo
a loro, dovrete ritornare al posto di frontiera che avete
fatto e ripetere la procedura!! Così è stato
per i due italiani, tornare indietro, con un costoso taxi
fino a Benque Viejo!!! SIAMO IN MEXICO!!
Arrivamo a Chetumal alle 14.00 circa e come al solito siamo
stanchi morti per il lungo viaggio.
Alla stazione degli autobus non c'è un cajero automatico
che però troviamo in un vicinissimo supermercado
uscendo dalla stazione subito a sinistra (1 minuto).
La stazione serve sia bus di prima che di seconda classe
e riusciamo a prendere quasi al volo l'autobus con destinazione
finale Xcalak anche se la nostra scelta e termine del viaggio
odierno sarà Mahahual.
Il biglietto lo faremo in bus (32 pesos).
Sono circa 131 km fino a Mahahual e la strada alla fine
non dovrebbe essere asfaltata.
L'arrivo di oggi in Messico è stato positivo, come
un ritorno a casa ci sono risultate familiari già
tante cose (per es. il tempo che qui è più
soleggiato e caldo).
Abbiamo passato 3 frontiere solo in questa giornata e la
grana capitata alla coppia di italiani ci ha fatto riflettere.
Arriviamo a Limones che è il crucero dove svolteremo
a destra verso il mare. In realtà, il bus ferma prima
a Limones saltando il bivio per Mahahual
per poi tornare sui suoi passi fino al bivio stesso
e imboccare la strada giusta. Sono le 16.05 e imbocchiamo
una strada dritta e un po' stretta ma in buone condizioni.
Siamo consapevoli che il mare si avvicina sempre più.
Siamo sulla costa finalmente! Questo è il mar dei
Caraibi messicano! Siamo tornati ancora una volta! Le palme
stanno a guardare e le sfumature dell'acqua sono sensazionali.
Il paese di Mahahual
è piccolo, cioè, se paese si può dire
è solo un riferimento lungo la costa con alcune case
e baracche. C'è un supermercado piccolo a mo' di
spaccio alla sinistra della strada che porta al crucero,
un hotel "Mahahual" e 2 o 3 piccoli comedores.
L'autobus lascia alcuni passeggeri e inizia a scendere verso
sud lungo la costa con direzione Xcalak. Ci viene chiesto
dove vogliamo scendere ma io rispondo che non lo so!! Non
ho la più minima idea dove scendere, siamo arrivati?
Ma qual'è il centro? E' proprio Mahahual questo povero
insediamento?
Allora, visto che ormai Mahahual è alle spalle decidiamo
di scendere qui, quasi in spiaggia sulla strada sabbiosa
e che si stringe ancora.
L'autobus ci lascia soli rombando e alzando una nuvola di
polvere alle sue spalle....
E noi tre ci guardiamo in faccia: "ma dove diavolo
siamo capitati? Qui non c'è un bel niente!"
Appoggiati per terra sui nostri zaini, stanchi ancora una
volta e abbastanza depressi per questa "sorpresa".
Mi incammino per la stradetta un momento, alla ricerca di
qualcuno o qualcosa e un señor sui gradini di legno
della sua baracca mi informa che più avanti ci sono
alcune cabañas, le prime più economiche delle
seguenti.
Con Gino arrivo alle Cabañas Coco Ha, sulla spiaggia.
Sono 5 cabañas ben fatte (100 pesos a cabaña)
, tonde, con le pareti di cemento e bambù, con letti
matrimoniali e zanzariere. Unica nota negativa è
il mare davanti che è un po' paludoso e basso, non
proprio ideale dove fare il bagno.
Grazie al passaggio su una camionetta torniamo alle cabañas
con gli zaini. Nelle cabañas c'è un letto
doppio con materasso, zanzariera, pavimento in cemento e
zanzariere lungo le aperture in alto lungo tutta la circonferenza
della capanna. C'è anche un tavolinetto con una candela.
Proprio così una candela, che è l'unico sistema
di illuminazione! A Mahahual non c'è ancora l'elettricità!
Ci si arrangia, proviamoci.
Beatriz, la proprietaria, è una giovane e gentile
signora che gestisce questa sistemazione "Coco Ha".
Il bagno è naturalmente in comune e per la doccia
bisogna arrangiarsi con un secchio che va riempito d'acqua
tirata su da un pozzo. Come una volta!
Ceniamo molto bene al comedor in "centro" dove
si mangia alla buona, pesce e pollo (poste de pescado e
cerveza grande 50 pesos...) Alla cameriera chiediamo informazioni
sulle voci che danno Mahahual come la nuova Cancùn.
C'è un progetto di sviluppare questo posto, a dicembre
arriverà la luce e stanno costruendo un molo più
a nord per le navi da crociera.
Gino appare interessato e il discorso scivola via, parlando
di soldi e di terreni, ......
...sembra che già qualche italiano abbia comprato
un terreno...
Dopo cena torniamo alla base e scrocchiamo un passaggio
a una coppia di italiani che hanno la macchina a nolo.
Il dopocena davanti alle cabañas sulla spiaggia e
con solo le stelle che illuminano il cielo è da mille
e una notte. La stellata è incredibile, si vedono
vie lattee e agglomerati di puntini che scintillano lontani
e tutto ciò in silenzio solo il fruscio delle palme
al vento. La barriera corallina è a circa 250 metri
dalla riva e si odono le onde più fragorose che si
infrangono lontane in quel punto.
La notte nella cabaña è un po' tormentata
per il caldo è i mosquitos (io sono solo in una capanna,
mentre Gino e Janko sono in un'altra capanna; non ci sono
capanne libere per tre persone), ma alla fine dormo bene,
sicuramente aiutato dall'avventura a Chachaguate.
22
agosto 2000
Alle 5.30, per la terza volta consecutiva sveglia all'alba,
Gino e Giancarlo si svegliano, ed io anche, perchè
oggi ci separeremo!
Ho deciso che li raggiungerò domani a Isla
Mujeres, voglio riposarmi un'intera giornata qui, nel
dolce far niente di Mahahual. Non ci sono turisti, solo
4 spagnoli che alloggiano qui nelle cabañas, e perfino
i messicani sono pochi.
L'autobus per Limones che doveva passare sulla strada alle
6.30 arriva solo alle 7.05. Gino e Giancarlo non hanno dormito
quasi niente e questa è la terza mattina consecutiva
che si svegliano prestissimo.
La señora Beatriz ci dice che l'autobus non arriva
mai "ante la seis y media" anzi può arrivare
anche despuès! Io rido quando Beatriz si stupisce
nel vedere Gino e Giancarlo svegli e pronti di tutto punto
per partire, o meglio, "scappare", alle 5.30 e
con l'autobus che passerà proprio a un metro dai
nostri letti!!
Quando arriva il bus i mosquitos ormai si sono divorati
gran parte delle braccia e delle gambe di Gino e Giancarlo
che saluto e che mi aspettereanno domani a Isla Mujeres.
Qui a Mahahual non c'è molto da fare. Ci sono ottime
proposte per oziare davanti al mare ma anche per le immersioni
nei dintorni o al Banco Chinchorro. Questo banco ha una
serie di isolette fra cui Cayo Grande al centro che è
abitato e ha cabañas. La barriera corallina circonda
tutto il banco e sui fondali dovrebbero esserci relitti
di navi nuove e forse anche di un galeone.
Passo la mattina in spiaggia a cuocermi al sole che è
forte ma il vento mi aiuta a resistere anche se inizia a
farmi male la testa.
Nelle "cabañas Coco-ha" ci sono altri 4
giovani, tre ragazze e un ragazzo tutti spagnoli (di Barcelona
e una ragazza di Pamplona). Parlo per un po' con Rubén,
di Barcelona, che mi spiega perchè è qui a
Mahahual. Decidiamo anche di fare un po' di snorkeling,
anche se io posseggo solo un paio di occhialini. Rubén
prende in noleggio (20 pesos) da Beatriz pinne e maschera
e partiamo.
Bisogna fare attenzione a nuotare vicino a certi coralli
taglienti quando l'acqua è bassa bassa.
Non sono allenato e ho poca resistenza e quando sono in
alto mare, vicino al molo, decido che è il momento
di uscire prima che mi stanchi e non riesca più ad
andare avanti; ho bisogno di essere aiutato e chiamo Rubén
che nel frattempo è impegnato con lo snorkeling.
Poi, mentre Rubén capisce la mia angoscia e intenzione
vedo una lancia avvicinarsi a me, chiamo subito aiuto e
mi faccio portare vicino al molo dove riesco finalmente
a uscire sano e salvo, stanco e un poco impaurito.
Il pomeriggio è stato molto bello perché ho
fatto amicizia con il gruppo spagnolo: Rubén, Ana,
Mara e Yaizba?
Sono tutti simpatici e per i gusti nel viaggiare simili
a me. A loro gusta mucho viajar!
Abbiamo mangiato anche coco y piña sulla spiaggia
e abbiamo parlato tranquillamente dei nostri programmi e
dei posti che abbiamo visitato.
Alle 18.30 circa arriva il solito bus da Chetumal e ricompaiono
qui da Beatriz i due italiani che erano stati "rispediti"
indietro alle frontiere con il Belize. Nadia e Walter, di
Torino, simpatici e viaggiatori incalliti, non si sono tirati
indietro nell'accettare la sistemazione da Beatriz.
Ormai il gruppo è ben definito e tutti e sette andiamo
assieme a mangiare. Io consiglio loro di provare la caracol
che ho mangiato proprio a mezzogiorno. Marta sicuramente
la proverà e alla fine l'assaggeranno un po' tutti.
Quando torniamo verso le 22 alla coco-Ha, rimaniamo ancora
a parlare assieme nella cabaña degli spagnoli. C'è
tutto, anche la musica che suona "Uncle
Tupelo"....
In spiaggia è magnifico, le palme che coprono il
cielo illuminato da così tante stelle, il mare sembra
parli in continuazione con noi e l'aria che ci accarezza
delicatamente. Sull'amaca si sta così bene che il
tempo pare si fermi.
Non capisco tante cose, forse è stato solo un sogno,
ho visto i miei amici stare bene e ciò mi basta.
Sono stato bene in loro compagnia in un luogo che non dimenticherò
mai. Adesso sono così felice che rimpiango di essere
partito presto da Mahahual. Ho lasciato i miei amici mentre
dormivano e ho preso il bus delle 7.00.
23
agosto 2000
In direzione Limones (25 pesos) dove cambierò
autobus (di seconda classe) per proseguire fino a Cancùn
(89 pesos , fermerà a Felipe Carrillo Puerto, Tulum,
Playa del Carmen) dove in traghetto raggiungerò Isla
Mujeres
Ripenso a ieri sera, non mi scorderò mai di ieri
sera!! Ho finalmente visto tutta la bellezza del mare, della
spiaggia, della brezza marina e ora non mi dò pace.
Vado alla ricerca di questi posti. E li troverò!
A Cancùn, di fronte al teminal degli autobus, prendo
un bus pubblico (3 pesos) che va a Puerto Juarez dove ci
sono i Ferry Boats per Isla Mujeres (Express a 35 pesos).
Arrivo a Isla verso le 16.00 e mi dirigo all'hotel Las Palmas
che conosco già perchè ci sono stato nel 1999;
so che Gino e Giancarlo mi aspettano là. La camera
dei miei due amici è sufficiente per tutti e tre,
ha due letti matrimoniali, il bagno ma la notte fa un caldo
torrido!
Vado in spiaggia e conosco altri amici di Gino e Giancarlo
con cui andranno alla vicina Isla Contoy domattina. L'escursione
costa 150 pesos e comprende anche il pesce pescato.
24
agosto 2000
Oggi è giorno di abbronzatura, spiaggia e mare, relax
totale.
La spiaggia principale di isla Mujeres è a due passi
dal nostro albergo e alle 10.00 sono già steso sulla
bianca sabbia (fatta di minuscoli coralli).
Le prime impressioni di Isla Mujeres sono meno belle rispetto
all'anno scorso. L'isola si sta "attrezzando"
sempre di più per ricevere ancora più turisti
e visitatori tutto l'anno, sono aumentati i negozi e i ristoranti
e quindi si sta perdendo la vera identità di questo
luogo. Ho l'impressione che "isla" si stia imbruttendo
sacrificando il suo fascino particolare che aveva la sera
quando rimanevano aperti solo pochi locali e dopo che la
folla turistica proveniente da Cancùn fosse tornata
sulla costa.
Dopo una bella giornata al mare, e che mare !!, decido che
domattina partirò!!! Voglio tornare sulla costa messicana
del Pacifico, per vedere Mazunte o Zipolite e ancora Puerto
Escondido.
Purtroppo devo lasciare i miei compagni di viaggio che partono
per l'Italia tra una settimana mentre io dispongo ancora
di due settimane.
25
agosto 2000
Parto alle 6.30 da "isla" con un traghetto,
mentre a Cancùn salgo su un bus di prima classe per
Mérida (130 pesos) al terminal degli autobus.
Mérida la conosco già, lascio lo zaino al
terminal nel deposito bagagli e inizio a passare un po'
di tempo gironzolando per la plaza major e dintorni in attesa
di ripartire, questa volta con destinazione San
Cristobal de Las Casas; l'autobus parte alle 19.15 (270
pesos).
Non amo particolarmente Mérida, carino il centro
e alcune vie vicine, ma tutto sommato non mi appassiona.
E mi chiedo anche perchè Campeche venga "saltata"
sempre a favore di Mérida.....
Alle 19.15 parto per San Cristobal, passerò la notte
in viaggio e inizio già a pensare che sto facendo
proprio un bel salto, dallo Yucatan fino alla costa del
pacifico in 48 ore!
26 agosto 2000
Al terminal degli autobus di San Cristobal, appena arrivato
acquisto il biglietto per Pochutla delle 18.15 (230 pesos).
Pochutla è il paese da cui partono altri autobus
per la costa, come Mazunte, Puerto Angel, Zipolite, Puerto
Escondido, ecc.
Qui a San Cristobal cerco comunque una sistemazione veloce,
dove posso riposarmi almeno un po' e recuperare dalla stanchezza
accumulata dopo l'ultima nottata in autobus: immaginate
come posso aver dormito....
Non voglio spendere molto, mi accontento di qualcosa di
semplice, anche di un letto e basta!
Leggendo la guida che ho mi incammino fino a calle Panaguia,
subito dopo la Posada Jovel (dove sono stato gli anni scorsi)
e mi sistemo alla "Posadita". La camera costa
50 pesos, è un po' chiusa ma i due letti sono più
che sufficienti e c'è anche il bagno con la doccia.
Dormo fino alle 12.00, una doccia e poi inizio a passeggiare
per le stradine tranquille di San Cristobal. Vado verso
il mercatino a nord dello zocalo e poi a sud lungo le calles
più belle.
Sono stanco, non vedo l'ora di arrivare al mare e poter
riposare come si deve....
27 agosto 2000
Arrivo a Pochutla alle 8.00 circa e con un ragazzo francese
e una ragazza austriaca aspetto un colectivo per Mazunte
(5 pesos). Il colectivo è in realtà un pick-up
con panche di legno e la cerata anti-pioggia. Il percorso
lungo la C200 dura circa 40 minuti e a San Antonio si svolta
a sinistra scendendo verso il mare.
Vedo solo palme e qualche casa qua e là ma praticamente
non c'è nulla, solo sentieri e una strada asfaltata
parallela alla spiaggia. Voglio anche raccontare che tra
i passeggeri sul colectivo c'erano anche dei contadini messicani
con cappello e machete bene in vista!!
Arriviamo a Mazunte, una strada asfaltata e un sentiero
sterrato che porta alla spiaggia. Ci si arriva presto e
quando il mare è lì davanti a me, la vista
sulla baia è sensazionale; mi godo questo momento
anche se sono stanchissimo e il panorama mi libera di ogni
peso!
Le ondi forti tuonano continuamente, sulle colline ai lati
sbucano alcune cabañas nuove e altre ancora in costruzione.
La sensazione è di un luogo molto selvaggio!
Io e i miei due amici scegliamo di fermarci in una "posada"
che può concederci amache e un tetto, ma niente di
più; il bagno è veramente spartano. Si pagano
30 pesos per l'amaca ma per lo zaino non ci sono sicurezze.
Questa sistemazione si trova a destra arrivando in spiaggia,
sulla collina proprio di fronte al mare. Ho l'impressione
di dormire in un cantiere!
Ci sono anche dei baschi che hanno issato la loro bandiera.
La vista da quassù è splendida, si vede la
spiaggia di Mazuente che si ingrandisce sempre più
a sud e alcuni faraglioni si alzano al largo.
Qui a Mazunte faccio conoscenza con due italiani di Milano,
Marco e Marta, con cui passo dei bei momenti in spiaggia.
Grazie a loro risolvo il problema di "insicurezza"
che avevo per lo zaino. Deposito lo zaino nella loro capanna
e così stanotte dormirò più tranquillo.
Marco e Marta alloggiano in una capanna (100 pesos) di Guido,
un italiano di Brescia che vive qua con la moglie messicana.
Guido mi tiene in deposito i soldi e il passaporto e mi
suggerisce di fare attenzione qui a Mazunte. Si sono verificati
già furti nelle cabañas!
A cena mangio con Marco e Marta al bar-comedor sulla spiaggia,
pulpo all'ajillo (50 p.) molto buono e piccante.
La notte passa ed io sono steso sull'amaca; inizialmente
i moschini mi tengono sveglio per un bel po', non sono preparato
per dormire all'aperto e non ho nemmeno una coperta, verso
mattino mi addormento un po' ma che fatica!! Quando sono
le 8.00 mi sveglio ancora stanco e addormentato....
28
agosto 2000
Oggi lascerò Mazunte, voglio andare a Puerto Escondido.
Dopo la mattina passata con Marco e Marta in spiaggia, attenzione
alle onde che sono un po' alte...., parto con un colectivo
(3 pesos) alle 15.40 circa che mi conduce al crucero di
S. Antonio. Da lì prendo una pasajera (bus pubblico)
(10 pesos) che va a Puerto Escondido. Il viaggio dura circa
un'ora e un quarto anche se i chilometri che separano Mazunte
e Puerto Escondido non sono più di trenta.
Alle 17.00 sono a Puerto
Escondido per la terza volta in tre anni. Scelgo di
sistemarmi alle cabañas Aldea Marinero, sulla stradina
sterrata che porta a playa Marinero, subito dopo l'hotel
Flor de Maria.
Le cabañas sono abbastanza ben tenute e la mia (40
pesos trattabili...) (n° 9) ha due letti di cui uno
grande, che poggiano su una base di cemento; ci sono le
zanzariere e la luce. Però per chiudere la porta
di legno c'è solo un lucchetto che non chiude con
sicurezza; gli anelli di chiusura non corrispondono e sono
costretto a usare il lucchetto in modo diverso, agganciandolo
a un anello e a una legatura rigida di plastica!
In spiaggia è tutto come al solito con le stesse
persone che affittano le tavolette da surf.
La famiglia che affitta le tavole è lì da
tanto e conosco Max, Carlito e Teresa.
Vado a mangiare qualcosa per cena sull'andador turistico
da "Alicia", (pescado a la mexicana con riso e
patatine, pane 8 25 p.) e una dos equis (9 p.).
Passo bene la notte in cabaña e il sonno non tarda
ad arrivare. Gioco un po' coi pensieri e i rumori che si
sentono fuori. Sono protetto dalla zanzariera felice di
essere tornato a Puerto.
29
agosto 2000
Colazione naturalmente da Doña Carmen! Questo delizioso
locale per la prima colazione è così semplice
e bello. E' rimasto sempre lo stesso dal 1998 quando ci
venni per la prima volta.
Ascolto la musica di Cuba,
Omara Portuondo è la voce che mi fa abbandonare e
dimenticare che fra un po' dovrò tornare...
Riesco ad aggiornare questo diario dopo 5 giorni e penso
a ciò che ho visto finora e a ciò che vedrò
da oggi fino al 7 settembre.
Ho preso l'impegno di ritrovarmi con Marta e Marco a Mahahual
che gi ho consigliato, visto che dopo Tikal rientreranno
in Messico da sud (Chetumal).
[Le cabañas Marinero, rispetto alle cabañas
in cui sto io dell'"Aldea Marinero" sono appena
più moderne, in cemento, ma meno rustiche e caratteristiche;
costano poco di meno, 25 pesos a persona; per trovarle sono
subito dopo l'Aldea marinero a destra scendendo in spiaggia,
quelle con il bar palapa proprio in spiaggia].
Stesera forse mangerò in paese sulla segunda norte
in un comedor economico "Soltequita" dove sono
già stato nel 1999 mangiando molto bene.
Ormai penso di conoscere abbastanza bene playa Marinero,
domani andrò a Playa Angelito o a playa Manzanillo
che sono dietro il promontorio con il faro. Si possono raggiungere
queste spiagge a piedi in un'ora di cammino. E poi c'è
sempre playa Zicatela uno dei posti migliori al mondo per
il surf!
Proprio al bar palapa delle cabañas Marinero conosco
due ragazze austriache, Nìcola e Manuela, che stanno
proprio nelle cabañas Marinero. Conoscendoci pensiamo
di uscire assieme per cena, che vorrei portare proprio al
"Soltequita".
E così facciamo più tardi, quando ci incamminiamo
su fino in paese fino al comedor che trovo abbastanza facilmente
(2a norte).
Mangiamo tutti e tre un buon pescado "blanquito"
dalla carne delicata e saporita, con insalata pomodori e
tortillas a solo 38 p. Alla cerevza ci penso io visto che
il comedor non vende alcolici, esco e compero tre corona
al bar vicino: no hay problema!
Nìcola però ha un po' di mal di pancia e alla
fine prenderà un thè di manzanilla con bicarbonato...
Siamo d'accordo di incontrarci domattina per andare al mercato.
30
agosto 2000
Oggi è in programma la visita al mercato di Puerto
Escondido. Prima però passiamo tutti e tre da Doña
Carmen per la colazioni; deliziosi i suoi rollos ripieni
al jamon y queso, espinaca y queso y atùn, mango,
ecc. (6 p.).
Con Nìcola e Manuela andiamo su in paese a nord rispetto
al crucero, ma prima acquistiamo il biglietto dell'autobus
che parte domattina per San Cristobàl de Las Casas;
Nìcola e Manuela scenderanno a Tuxtla Gutierrez mentre
io a San Cristobàl (prezzo di 239 p. con partenza
alle 8.45 per 14 ore di viaggio!!).
Dal terminal andiamo poi su arriba fino alla ottava norte
dove inizia il mercato; ci sono comedores oltre alle solite
bacarelle ortofrutticole, della carne, pesce, ecc. C'è
anche una parte per l'artigianato ma non così fornita.
Ci sono mango, papayas, piñas, manzanas, sandias,
melones, chiles, pimienta, aguacates, zanahorias, ensalada,
uva, fichi d'India, queso, frijoles, ecc.
Io mi compro un paio di pantaloni leggeri e chili in polvere,
mentre le due amiche si decidono alla fine per l'acquisto
di due belle amache doppie di cotone per 180 p.
Torniamo indietro dopo il curioso giro al mercato che è
stato tutto sommato interessante.
Passo il pomeriggio fra la spiaggia e la mia amaca in tutta
tranquillità: very relaxed atmosphere!!
A proposito di amaca, qui a Puerto acquisto anch'io un amaca
per una persona (singola) viola di nylon (più resistente
ma meno comoda dell'algodon) per 130 pesos; però
è un po' piccola e non la consiglio se si vuole dormire
bene.... ma è ottima per riposarsi...!!
A cena vado da "Ugo" in compagnia di due italiani
di Milano che ho conosciuto sull'autobus da San Cristobàl
a Pochutla. Non sono così attratto dal ristorante
ma sono in compagnia e allora...per questa volta...Io mi
mangio un huachinango fritto (62 p.) che però non
è il blanquito di ieri sera!
Verso le 23 sono già a letto, domani parto!
31
agosto 2000
Alle 8.45 parte, con ritardo.., il bus per Comitàn,
ma che ferma a Tuxtla e San Crtistobàl de Las Casas.
Lascio Puerto Escondido che anche questa volta mi è
piaciuta tanto, ci tornerò, ci tornerò!!
Dopo Huatulco, Salina Cruz, Juchitàn e Tehuantepec,
ci fermiamo a mangiare qualcosa in un comedor sulla strada
(barbacoa de res, 30 p.). Il tempo peggiora e inizia a piovere,
e pensare che abbiamo lasciato Puerto Escondido in una magnifica
giornata di sole!
Ci stiamo dirigendo verso la regione del Chiapas e lasciando
quella di Oaxaca.
A Tuxtla Gutierrez saluto le due ragazze austriache mentre
io arrivo a S. C. de Las Casas alle 23.20...
Torno alla "Posadita" a piedi dove mi sistemo
ancora alla camera n° 10 (50 p.).
1
settembre 2000
Non resto a San Cristobàl, voglio andare al mare,
ancora a Mahahual e poi stare gli ultimi giorni vicino a
Cancùn, penso a Isla Mujeres.
In mattinata vado quindi al terminal degli autobus per comprare
il biglietto del bus che arriva a Chetumal nel Quintana
Roo. Il bus della "Altos" partirà alle
12.15 e costa 230 p.
In attesa della partenza passeggio per il paese, faccio
colazione al bar "La Cubana" che raccomando perchè
si mangia bene (huevos con chorizo, frijoles, aguacate,
tortillas, jugo a 14 P.), è economico e la señora
è molto simpatica (non è cubana però
!).
Quando sono le 11.30 circa sono già in camera mia
e con un taxi (12 p.) arrivo al terminal in soli 5 minuti.
Sull'autobus conosco due ragazzi italiani di Padova, Gianluca
e Alessandro, entusiasti del Messico.
Le ore scivolano velocemente e non ci accorgiamo nemmeno
di aver già passato Ocosingo e poi Palenque!
Proprio a Palenque salgono Marta e Marco che avevo conosciuto
a Mazunte. Con loro scenderò a Chetumal per proseguire
insieme a Mahahual.
Gianluca e Alessandro invece continueranno fino a Tulùm,
ma sono d'accordo di incontrarci a Isla Mujeres per il 5
settembre.
Dopo 8-9 ore circa siamo a Escàrcega, mentre poco
prima ci siamo fermati per la consueta sosta per la cena
di mezzora.
L'arrivo a Chetumal è alle 24.20 dopo 12 ore di viaggio.
Ci sono stati alcuni posti di blocco militari, con sommari
e veloci controlli.
Il viaggio è stato piacevole, trascorso ancora più
velocemente grazie ai discorsi fatti con gli amici sul bus.
2
settembre 2000
Al terminal dei bus di Chetumal, che è a circa tre
km dal centro, con Marco e Marta prendo un taxi (15 p. :
3 = 5) che ci porta all'hotel Cristal. La camera che scegliamo
doppia, vale 105 p. con bagno mentre la singola con bagno
e letto matrimoniale costa 80 p. Non è il massimo
come sistemazione ma a quell'ora non potevano fare tante
storie e ce lo siamo fatti andar bene.
Non dormo molto e alla fine decido che mi sveglierò
per le 5.30 per poter prendere il primo bus che va a Mahahual
delle 6.00 (l'altro parte alle 15.15: Sociedad Cooperativa
Operadores del Caribe) (32 p.). Marco e Marta arriveranno
più tardi...
Il bus ha come destinazione finale Xcalak e il biglietto
intero costa 42 p.
Anche questa volta, sul bus di segunda classe, faccio conoscenza
con una viaggiatrice svizzera, Mascia di Basiela che sta
viaggiando sola in Messico da due settimane ormai. Gli chiedo:
"come mai vai a Xcalak?", lei mi risponde con
il sorriso sulle labbra "Why not?". Già,
perchè no, perchè non scegliere luoghi meno
turistici ma forse più autentici e interessanti?
Mi fa leggere sulla sua guida Lonely la sezione dedicata
a Xcalak che viene descritta come un villaggio di pescatori
e nulla più, con poche possibilità di alloggio.
Anch'io sono curioso, non sarei mai venuto a conoscenza
di Mahahual se non lo fossi e non è detto che scenderò
fino a Xcalak...
Alle 9.15 arrivo a Mahahual e il tempo sembra mettersi al
meglio perchè a Chetumal sono partito che le nuvole
coprivano il cielo. Mi congedo con Mascia, lasciandogli
il mio indirizzo web.
Mahahual, finalmente, che paradiso!!
Sono contento di stare qua, essere tornato dopo alcuni giorni
massacranti con viaggi incredibilmente lunghi in bus e molta
stanchezza addosso. Ma qui starò in pace, mi riposerò
benissimo e mi ricaricherò di tutte le energie perse.
Alle cabañas Coco-Ha ritrovo Beatriz la proprietaria
delle 5 cabañas. Si ricorda di me e di Gino e Giancarlo
e parliamo un po' del nostro viaggio davanti a un caffè;
sembra che sia passata un'eternità!!
Beatriz mi dice che a Mahahual esiste il progetto già
iniziato di portare l'elettricità, e si sta completando
la costruzione di un nuovo molo per navi da crociera; insomma
questo posto non sarà più come prima e con
i vantaggi della corrente elettrica arriveranno anche le
note dolenti. Beatriz che la tranquillità sarà
un ricordo! (però la sua lavadora portata da Chetumal
e che fa funzionare solo qualche volta grazie a un generatore
molto molto debole, potrà finalmente ripartire....!!).
Mahahual cambierà, purtroppo credo in peggio, come
tutti i posti che vengono "scoperti" dal turismo,
e anch'io sono responsabile di questo!
La mia cabaña (50 p.) questa volta è quella
senza letto ma con l'attacco per l'amaca, visto che ora
posso sfruttarla! Un tetto e pareti di legno e basta, pavimento
di sabbia e un tavolino con la preziosa candela!
Ora è tempo para descansar, hamaca, palmas, el sole
y el mar!!
Quando alle 18.10 circa arriva il bus da Chetumal vedo Marta
e Marco che scendono, ma anche altre persone hanno scelto
di fermarsi qui! C'è anche un italiano che vive a
Chetumal e che insegna lingue all'Università ...
Assieme andiamo al Coco-Ha, Marco e Marta rimangono nella
mia capanna, un po' stretti ma ci stiamo, le tre amache
una vicina all'altra. In questo caso la signora ci consente
questo con il costo di 80 p., da dividere per tre.
Parlando con un signore di Mérida, mi spiega che
è la prima volta qui e che si aspettava questo posto
migliore, l'acqua non è proprio caraibica...
La sera mangiamo assieme al ristorante con i tavolini di
plastica più su. Caracol a la mantequilla, Marco
si gusta la sua al mojo de ajo e Marta mangia il pollo.
Mangiamo bene spendendo poco (60 a testa con due cahuamas).
E la serata viene "allietata" da due messicani
borrachos, albañil (muratori) che cantano a squarciagola
struggenti rancheras. Uno di loro è con le lacrime
agli occhi, non so se stia piangendo o è talmente
ubriaco che ha gli occhi lucidi!! Le canzoni sono di Pedro
Infante e Vicente Fernandez, i loro "eroi"!! Ormai
siamo hermanos de sangre!!
Dopo esserci congedati dai nostri "hermanos" canterini,
torniamo al Coco-Ha.
La notte è angosciante!!
I mosquitos popolano la nostra capanna ed è impossibile
resistere, anche vestiti non serve a niente!
Non chiudiamo occhio per quasi tutta la notte, non ce la
faccio più, un vero e proprio inferno!!
Non abbiamo la zanzariera e penso di scappare via!
3
settembre 2000
E' mattina, la prima cosa che facciamo è quella di
porre riparo contro i mosquitos e allora Marta e Marco cambiano
capanna prendendo quella con il letto e la zanzariera, mentre
io mi faccio dare una mosquitera fatta apposta per l'amaca
(simile a un tubo alle estremità per far passare
i cappi dell'amaca).
La giornata scorre via riposando, dopo la notte insonne
non è che ci sono alternative!!
Giochiamo, nuotiamo, parliamo, insomma stiamo benissimo
qui a Mahahual, tutto il giorno in boxer e piedi scalzi
ovunque!!
Con Marco entro in certe "pozze" d'acqua trasparentissima,
e la temperatura che misuro è di 33,9° C!! La
barriera che è a circa 250 m protegge la riva e qui
l'acqua è più ferma, si riscalda molto!
Il pomeriggio termina con panorami veramente tropicali.
Cena al solito "ristorante" questa volta a mangiare
pescado fritto... Ma ecco che di nuovo torna "Pedro
Infante"!! Nooo, basta, speriamo che non inizi a cantare!!
E invece sì, ecco che attacca a cantare sempre a
squarciagola le sue canzoni favorite, naturalmente rancheras
malinconiche e spezza cuori!!
La notte questa volta dormo bene, grazie alla mosquitera
che è essenziale contro i terribili mosquitos.
4
settembre 2000
Oggi lasceremo Mahahual; io terminerò la vacanza
a Isla Mujeres mentre Marta e Marco andranno a Tulùm.
L'autobus questa volta è puntuale, e arriva alle
6.30! (l'altro è nel pomeriggio, verso le 15.30...se
ben ricordo).
Accidenti, non pensavo che arrivasse giusto, lo aspettavo
per le 7.00!!!
Dobbiamo correre, è qui fuori che aspetta proprio
sulla strada!
Beatriz prende tempo e "blocca" l'autista che
gentilmente ferma tutto.
Io smonto l'amaca e alla rinfusa rifaccio lo zaino. Marco,
mezzo addormentato fa lo stesso mentre Marta è quasi
pronta.
Ok siamo pronti, ringraziamo di cuore Beatriz e l'autista
che nel frattempo si era appisolato sul volante, e partiamo!!!
Il bus arriva al crucero a Los Limones alle 8.00 circa.
Scendiamo e aspettiamo sulla strada il bus per Cancùn.
Mangiamo anche buonissime focaccine che una signora prepara
a una bancarella, come colazione sono perfette!
Siamo sul bus, a Tulùm saluto Marco e Marta che scendono,
li ringrazio di tutto...!!
Io continuo fino a Cancùn.
Una volta a Cancùn, con un bus pubblico arrivo a
Puerto Juarez e in traghetto sono a isla Mujeres alle 15.30.
Questa volta scelgo un hotel più costoso e tranquillo
per passare le ultime notti senza problemi.
L'Hotel Osorio, camera 19 con due letti grandi, bagno pulito,
ventola, doccia a 150 p. Bello, tranquillo, centrale e soprattutto
pulitissimo.
In spiaggia incontro Valeria e Antonello di Roma che avevo
conosciuto qua due settimane fa.
E la sera incontro anche Gianluca e Alessandro di Padova
che erano sul mio autobus da San Cristobàl a Chetumal
e che sono stati a Tulùm.
Sono rimasti delusi non di Tulùm ma delle cabañas
in cui stavano, "Santa Fé", 130 pesos per
due persone con un letto e una candela. ma il mare e la
spiaggia sono fantastici!
Mangiamo tutti assieme, con una coppia di Roma e una di
Piacenza da Chen Huaye, che consiglio (piatti tradizionali
messicani, tacos, sopa de lima, enchilada, quesadillas,
empanadas, frijoles, guacamole, ecc.). Io mangio una sopa
de lima (18 p.), pescado a la plancha (30 p.) e due montejo
(30).
5
settembre 2000
Giornata di spiaggia e ozio totale!!
Mi accorgo, non si può non rimanere indifferenti,
che Isla si sta trasformando e diventando sempre più
affollata, non solo per i turisti di passaggio che arrivano
da Cancùn e poi tornano nel pomeriggio.
Isla è sempre più conosciuta e aumentano anno
dopo anno le strutture ricettive.
Ci sono molti turisti, ma io non so perchè sto qua!
In spiaggia sono con G.luca, Alessandro e Valeria che sta
aspettando Antonello di ritorno da un'uscita in barca a
pescare. Non pagate mai prima però perchè
alla fine potrebbe essere una fregatura! Antonello è
rimasto deluso, arrabbiato perchè ha pagato 300 pesos
subito ma non ha visto neanche la canna da pesca!! Infine
è riuscito a pescare solo un barracuda piccolo, facilmente
e solo con lenza e amo!!
Passiamo la serata assieme in gruppo al Koko's Club dopo
però che io, Gianluca e Alessandro mangiamo da "La
Lomita". Si mangia molto bene e con prezzi buoni: caracol
a la mantequilla o al mojo de ajo più una scodella
di frijoles in brodo+ tortillas e contorno di riso, ensalada,
tutto a 35 p.!
Il pescado frito (mero) costa 30 p. mentre altri piati costano
solo 25 p. (pollo estofado e quello del dia, ecc.) il pulpo
è a 40 p (a la plancha, al mojo de ajo, ecc.), tostadas,
panuchos y salbutes a 5 p., guacamole a 20 p. Ma per la
cerveza dovete pensarci voi!! Vicno c'è un abarrotes
dove trovate cerveza sol!
6
settembre 2000
Brutta giornata senza sole, ma va bene così visto
che con Alessandro e Gianluca ho in programma di fare il
giro completo dell'isola in bicicletta. Decidiamo di rischiare
la pioggia e noleggiare le bici a un chiosco sulla strada
vicino al molo dei traghetti; prezzo 50 p. per mountain
bike (fino alle 18.00).
Le biciclette sono decenti, i freni un po' approssimativi
e il cambio abbastanza precario, visto che già a
pochi metri dal molo, dopo 300 metri e quando cambio marcia
mi scende subito la catena!
Dopo aver lasciato il paese e il porticciolo, verso sud,
ci si avvicina a una laguna che colora di marrone. La zona
è tranquilla e alla nostra sinistra c'è l'aeroporto
non civile e la base militare. La strada è asfaltata,
ruvida e di tanto in tanto ci sono le solite "topes"
dossi artificiali che servono a rallentare l'andatura, e
che agilmente superiamo.
A volte ci sono piccole salite che ci impegnano un po',
ma è semplice e non fatichiamo molto. Veniamo spesso
superati dalle macchine elettriche che portano fino a 4
passeggeri e che vengono noleggiate ai turisti. Non c'è
traffico, però la giornata di oggi ha spinto in molti
a fare dei giri per l'isola.
Dopo aver passato una piccola laguna raggiungiamo un bivio.
A sinistra si prosegue per il litorale su una lingua di
terra che sale verso nord, mentre proseguendo proseguendo
dritti si scende a sud.
Vediamo le entrate di playa Paraiso e subito dopo di playa
Lancheros dove ci fermiamo. Lasciate le bici all'entrata,
vediamo la spiaggetta e camminando sul piccolo pontile di
legno scopriamo in acqua l'attrazione del posto: un ragazzo
messicano con uno squalo (tiburòn) addormentato che
per 20 pesos lascia accarezzare e toccare il suo "amico".
A me sembra che il tiburòn sia morto di sonno e che
non avrebbe la forza di fare neanche un graffio a chiunque,
o è drogato oppure è sdentato!
A playa Paraiso si può mangiare un buon pescado sui
tavolini davanti al mare.
Lasciata playa Paraiso continuiamo verso sud, la giornata
è ideale per pedalare anche se quando esce il sole
la pelle brucia!
Continuiamo ancora e raggiungiamo un piccolo paesino o Colonia
Salinas con qualche ristorante semplice e abarrotes; forse
è qui che la maggior parte degli abitanti dell'isola
vive.
Come al solito il paesino è strutturato a scacchiera
e non ha nessuna attrazione particolare.
Ancora avanti verso la punta meridionale, e la strada si
impenna, ormai siamo quasi arrivati fino in fondo!
Ma prima del faro c'è il sito spettacolare di "El
Garrafòn". Dalla strada, alta, il panorama
verso Cancùn è incredibile, in basso il mare
è splendido di colore turchese, celeste, acquamarina,
eccezionale!!
El Garrafòn è una specie di parco con diverse
attrazioni e strutture, l'entrata costa 10 $ e si può
sfruttare del ristorante, della spiaggia, di un circuito
in acqua per lo snorkeling, kayacs e di altri itinerari.
Ci sono sdraio e amache a disposizione dei visitatori. Non
ci fermiamo qui, proseguiamo oltre dopo aver fatto le ovvie
fotografie.
Ora la strada che rimane è poca e quasi subito vediamo
l'entrata alla Punta Sur, dove la strada è sterrata
e rimangono i resti del piccolo tempio maya di Ixchel.
Prima di raggiungere la punta sur saliamo sul faro. La vista
da lassù è bella anche perchè il gioco
di colori del mare, del cielo e delle grosse nuvole che
si avvicinano è molto particolare.
La costa a est dell'isola è più selvaggia
e rocciosa, con impervi dirupi e con il mare che sbatte
più forte rispetto al lato occidentale.
Dopo il faro, a piedi, arriviamo fino all'estremità
sud dell'isola, dove ci sono le rovine del tempio di Ixchel.
Oltrepassandolo e seguendo un sentiero che scende fino al
mare, siamo desiderosi di fare un tuffo in questo splendido
mare azzurro. Io e Alessandro saltiamo dentro con un tuffo
ma subito dopo veniamo richiamati da un vigilantes messicano
di guardia e che controlla il sito. Qui è pericoloso
nuotare ci spiega e allora usciamo senza dire niente.
Qui a sud il vento è più forte e, bagnati,
veniamo spolverati di sabbia!
Lasciamo il faro e proseguiamo in bicicletta, questa volta
lungo la strada a est dell'isola. Passiamo per alcune frazioni
e piccoli borghi (Colonia La Gloria e Colonia Miraflores
) con capanne fatte di lamiere e dove vivono molte persone
dell'isola. Forse perchè qui è meglio, lontano
dai turisti e dal rumore, via dall'esaltazione del superfluo
e di tutto ciò che è falso... Qui sembra di
stare su un'altra isola, e per fortuna lo vengo a sapere!
Ci fermiamo in un abarrote (alimentari) e compriamo da bere.
Abbiamo anche fame però e chiedo se hanno del queso;
il ragazzo mi fa assaggiare alcuni tipi del loro queso locale,
tra i quali il manchego e un altro più salato; dopo
esserci saziati con i nostri panini ripartiamo.
Ci ricordiamo che all'andata avevamo saltato la visita alla
riserva ecologica di salvaguardia delle tartarughe che si
trova su una stretta penisola sul lato ovest. E allora torniamo
verso ovest tagliando in due l'isola e prendendo per playa
Paraiso e subito dopo la riserva o Tortugranja. Lasciamo
le bici all'entrata ed entriamo per 10 p. per vedere il
"programma di conservazione della tartaruga marina".
All'esterno ci sono diverse vasche in cui crescono le tartarughe,
da quelle più piccole appena nate a quelle più
grandi e adulte. Ce ne sono soprattutto di tre specie: Carey
(caretta), Blanca e Cahuama (a fiasca...) più grandi
e con diverse variazioni di colore.
In mare, delimitate da recinti, nuotano enormi tartarughe
molto vecchie e pesanti fino a più di 150 kg!
Le ombre delle tortugas sono impressionanti e quando con
la testa escono dall'acqua si vedono meglio. Entriamo quindi
a vedere l'acquario dove ci sono pesci colorati, vasche
con tartarughe bianche, granchi, ecc. E' tutto molto interessante
e spiegato bene con brevi didascalie; il posto è
certamente meritevole di una visita e una piacevole sosta
durante il giro dell'isola!
Proseguiamo con le nostre bici fino in fondo per la strada
che va a nord lungo questa stretta penisola (a ovest rispetto
alla Laguna Makax) e che finisce a fondo cieco. Tornaimo
indietro sui nostri passi fino all'altezza di playa Lancheros
per continuare poi per la strada panoramica orientale con
direzione nord. La strada è piacevole, facile e con
il panorama alla nostra destra meraviglioso; solo noi con
le nostre bici, il mare del Caribe Mexicano e una sensazione
indimenticabile!
La giornata è ideale, un po' di vento che rinfresca...proprio
un giorno perfetto e dopotutto, le biciclette si sono comportate
bene.
Prima di consegnare le bici, siamo in anticipo rispetto
alle 18.00, andiamo alla spiaggetta che troviamo in paese,
sulla punta nord est; una spiaggia piccola chiamata Playa
del Secreto dove di solito non c'è mai nessuno, ma
con la sorveglianza di un "salvavida" per la pericolosità
del mare più avanti riserva correnti molto forti.
Si può fare il bagno ma con molta attenzione e non
al largo perchè il mare qui è traditore!
Lasciamo infine le mountain bikes alle 17.30 contenti per
la magnifica giornata lungo tutto l'isola che deve essere
assolutamente vista fino in fondo!!
Vivamente raccomando di fare un giro così, al
limite anche con le macchinine elettriche tipo quelle che
si usano nei campi da golf, perchè ci sono tante
cose da vedere ma soprattutto si conosce meglio "Isla"!!
Per cena torniamo ancora una volta da "La Lomita"
mangiando un pescado frito per 30 pesos e per le birre ci
pensiamo noi, come sempre!!
Il dopo cena è un po' triste, domattina partirò,
lascerò Isla Mujeres, lascerò il Messico,
lascerò questo paradiso!
L'atmosfera è strana, l'isola sembra diversa dal
solito; i locali sono semivuoti e non c'è molta gente
in giro. Conosco così un altro aspetto, quello malinconico
dell'isola!
Saluto Gianluca e Alessandro con cui ho passato dei bellissimi
giorni qui a Isla!
7
settembre 2000
Una volta in piedi, vado al molo a piedi per prendere il
traghetto delle 8.00 (quello lento, la "Sultana del
mar") prezzo 18 p. anche se io non li ho e la señorita
mi fa pagare solo 13...
Dopo circa quaranta minuti arrivo a Puerto Juarez. Conosco
nel frattempo una coppia di olandesi anche loro diretti
all'aeropuerto di Cancùn e che hanno lo stesso aereo
diretto a New York Newark delle 11.56.
Assieme a loro prendiamo l'autobus pubblico per Cancùn
(3 pesos) che parte di fronte al porto con direzione sud.
Una volta in centro, nei pressi del terminal degli autobus
scendiamo e, chiedendo in giro, vengo a sapere che non esiste
un servizio pubblico regolare per l'aeroporto ma ci sono
solo alcuni bus riservati agli impiegati. Allora trattiamo
con un taxista che chiede 30 pesos a testa; a me sembra
un buon prezzo ed alla fine accettiamo tutti quanti. Ci
impiegheremo circa 25 minuti di strada trafficata per arrivare
all'aeroporto di Cancùn, che si trova a sud della
città, in direzione Playa del Carmen.
Ora è quasi finita, l'aria condizionata mi fa capire
che l'Europa è piu vicina dopo questo lungo viaggio
che sembra sia durato un'eternità e che adesso che
ho terminato tutto di scrivere non sia ancora finito dentro
di me!
INFORMAZIONI
PRATICHE
HOTELS
GUATEMALA CITY - Hotel "Spring" avenida 8,
186 Q per 3 persone (circa 50.000 lire). La camera è
grande con 3 letti, tv, un armadio, tavolo e bagno con doccia.
Tutto sommato vale la spesa...e la tv funziona! C'è
anche un bel patio con giardino e la nostra camera, la n°
7, dà proprio sul cortile interno.
JOCOTÁN - Andiamo all'Hotel "Ramirez"
che è molto spartano con un cortile all'aperto su
cui si affacciano le abitazioni. Noi prendiamo alla fine
2 camere, una con 2 letti e bagno privato (50 Q) e un'altra
con solo il letto (15 Q !!) dove dormo io. C'è anche
il ristorante. Di fronte al nostro albergo ci sediamo a
un piccolo bar casalingo dove per 19 Q ci danno da bere
e tortillas ripiene.
COPAN - Hotel "Paty" in una camera al primo
piano buona ma non entusiasmante, con 3 letti e bagno privato
(250 L). Il vantaggio di questo hotel è la posizione
in paese, vicino alla fermata degli autobus per San Pedro
Sula e all'inizio della strada che conduce alle rovine.
A piedi ci vogliono solo 10 minuti per il km che ci separa
dal sito archeologico.
LA CEIBA - "Rotterdam Beach Hotel" in una
camera con 3 letti, ventilatore e bagno privato (costo 170
L). Vicino a questo hotel c'è la spiaggia che è
una vera delusione.
TELA - ci dirigiamo a piedi verso un hotel che sarà
lo Sherwood, sulla spiaggia, alla calle 11. Ha un bell'atrio
e il bar a terrazza dritto sulla ampia spiaggia. la camera
è bella e costa 450 L (150 a persona).
OMOA - Il Roli's Place è una piccola e onesta
posadita gestita da uno svizzero che vive qua. Tutto quanto
è carino e semplice, le 2 stanze che prendiamo (200
L) hanno le zanzariere su porte e finestre, i letti alti
e puliti, il bagno piccolo ma pulito. C'è un giardino
ampio e verdissimo, tavolo da ping pong, internet (Roli
ci regala 15 minuti di navigazione), biciclette e kayaks
a disposizione gratuitamente, pane fatto in casa, lavanderia,
cucinino e altro ancora. Un piccolo paradiso dove abitarci
e vivere semplicemente.
LIVINGSTON - Hotel "Rios Tropicales" dove
pernottiamo in una camera, la n° 4, con bagno e 2 letti
matrimoniali anche se un po' piccoli. Nel patio interno
c'è un giardino con tavolini e amache, camere anche
al piano superiore. Ci sembra tutto sommato una buona sistemazione,
anche se ci arrivano le note reggae lanciate dall'adiacente
Hotel Rio Dulce.
SANTA ROSA (Tikal) - Hotel Alonzo, una camera con
3 letti, bagno privato, ventola a 35 Q a testa. La camera
è soddisfacente, spaziosa.
MAHAHUAL - Cabañas Coco Ha, sulla spiaggia.
Sono 5 cabañas ben fatte (100 pesos a cabaña),
tonde, con le pareti di cemento e bambù, con letti
matrimoniali e zanzariere. Unica nota negativa è
il mare davanti che è un po' paludoso e basso, non
proprio ideale dove fare il bagno. Grazie al passaggio su
una camionetta torniamo alle cabañas con gli zaini.
Nelle cabañas c'è un letto doppio con materasso,
zanzariera, pavimento in cemento e zanzariere lungo le aperture
in alto lungo tutta la circonferenza della capanna. C'è
anche un tavolinetto con una candela. Proprio così
una candela, che è l'unico sistema di illuminazione!
A Mahahual non c'è ancora l'elettricità! Ci
si arrangia, proviamoci. Beatriz, la proprietaria, è
una giovane e gentile signora che gestisce questa sistemazione
"Coco Ha". Il bagno è naturalmente in comune
e per la doccia bisogna arrangiarsi con un secchio che va
riempito d'acqua tirata su da un pozzo. Come una volta!
ISLA MUJERES - Hotel Las Palmas che conosco già
perchè ci sono stato nel 1999; so che Gino e Giancarlo
mi aspettano là. La camera dei miei due amici è
sufficiente per tutti e tre, ha due letti matrimoniali,
il bagno ma la notte fa un caldo torrido!
Hotel Osorio, 150 pesos una camera doppia con bagno, doccia,
ventola, centrale, pulito e tranquillo.
SAN CRISTOBAL DE LAS CASAS - "Posadita".
La camera costa 50 pesos, è un po' chiusa ma i due
letti sono più che sufficienti e c'è anche
il bagno con la doccia.
PUERTO ESCONDIDO - Cabañas "Aldea Marinero".
40 pesos per una capanna molto rustica all'interno di un
"villaggio" con una decina di capanne e bagni
in comune.
CHETUMAL - Hotel Cristal. Camera singola con letto
matrimoniale a 80 pesos, e bagno in camera. Non molto raccomandabile
soprattutto per il rumore che arriva dal garage vicino e
per il caldo umido...
FINE