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MEUSE: TRE GIORNI NELLA VALLÉE DE LA SAULX

di Sylvie Surmely

Sabato 30 marzo 2002

Spesso facciamo migliaia di chilometri per vedere delle meraviglie dimenticando i piccoli gioielli racchiusi nelle nostre regioni. Certo, la Lorena non ha labellezza della Bretagna, i castelli della Valle della Loira, né il sole della Provenza, ma nondimeno, ci può sorprendere con un patrimonio sconosciuto ai suoi stessi abitanti.
Philou, al ritorno da una giornata di lavoro, aveva scoperto Bar-le-Duc. Ma che ci poteva offrire questa città, oltre alle sue marmellate di groseilles épépinées à la plume d'oie (ribes speziato alla penna d'oca), la cui ricetta risale addirittura al 1344, e le sue celebri madelines, non certo cose da far spostare le folle!
Dopo una rapida sosta all'Ufficio del Turismo, Bouli sale verso la città alta fiancheggiata ai suoi tempi da un castello, dimora dei duchi di Bar. Parcheggiamo in centro città, proprio sul piazzale della chiesa di Saint-Etienne, dove si sta celebrando una messa.
Questo luogo è un piccolo scrigno al di sopra della città che in basso continua la sua corsa frenetica: calma e bellezza sono le qualità principali del posto. La piazza triangolare di Saint-Pierre offre un bell'esempio di facciate di diverse epoche che spaziano dal Rinascimento al XVII secolo, di cui il pezzo forte è l'Hôtel de Florainville, oggi Tribunale e che inalbera una superba scalinata con la ringhiera firmata Jean Lamour (celebre per le cancellate della place Stanislas a Nancy).

Ciperdiamo per le strade e stradine che ospitano parecchie case storiche, ornate di doccioni costruiti su ordine del sindaco verso il 1900, cedendo così ai reclami dei suoi cittadini disturbati dalle acque piovane che sgocciolavano dai mostri di pietra. Alcuni edifici offrono ai curiosi che spingono le loro pesanti porte delle belle corti interne ornate di scaloni monumentali e piccole torri panciute. La passeggiata ci conduce alla place de la Halle, poi place Fontaine e per finire place de l'Horloge dove si trova la torre medioevale eponima che ha saputo conservare il suo bel quadrante dorato.

Cercando di raggiungere la torre scopriamo una sfilza di scale che scendono i fianchi coltivati un tempo a vigneti e che ospitavano anche le case dei viticoltori rendendo così la collina una vera gruviera piena di gallerie. I vigneti furono purtroppo distrutti all'inizio del XX secolo e non restano ormai nella Meuse che qualche viticoltore tra cui il nostro amico Philippe Antoine a Saint-Maurice-sous-les-Côtes verso il lago di Madine, più a nord.

Ma non abbiamo ancora finito con le sorprese: sullo sperone nord il Castello Ducale (rinascimentale) ospita il Museo Barrois, deliziosa dimora preceduta dall'Espace Saint-Louis, antica cappella che ha conservato dei bei stalli e che è stata trasformata in sala espositiva. Di fronte al castello, un bel piazzale sovrasta tutta la città bassa, alla nostra sinistra il Collegio Gilles-de-Trèves con un magnifico cortile rinascimentale. La passeggiata dei bastioni segue l'antico camminamento di ronda e permette di spaziare sulla Valle de l'Ornan, la maestosa prefettura, i tetti d'ardesia della Chiesa Saint-Antoine e le numerose chiese e chiesette della città. Gli "80 scalini" scendono dalla città alta alla città bassa, oltre alle numerose scalinate che salgono con forte pendenza.

Ritorniamo al piazzale della Chiesa di Saint-Etienne dove è terminata la funzione, e possiamo quindi visitarne l'interno. Qui si celano due tesori di Ligier Richier:
- la statua dello "Scheletro" rappresentante René de Chalon Principe d'Orange tre anni dopo la morte ... con il fianco "scorticato vivo", opera molto particolare e sconcertante
- il Calvario di Cristo e dei due ladroni, altra opera di impressionante realismo.
Due appassionati di Bar e amanti delle particolarità, ci fanno scoprire la loro città, proprio alla nostra destra un antico convento è stato trasformato in prigione e lo è tuttora; ci raccontano anche piccole storie cittadine che fanno LA Storia.

La nostra passeggiata è finita, e scendiamo verso l'Ornain per scoprire il più vecchio ponte di Bar che fu l'unico edificio bombardato nel 1944; difatti la città non ha risentito di nessuna delle due guerre mondiali, nonostante la breve distanza che la separa da Verdun o Saint-Mihiel: soltanto 56km ma sufficenti per essere risparmiata: non era sulla linea del fronte e ciò le ha permesso di preservare l'omogeneità della città antica.

L'Ornain attraversa la città da una parte all'altra, mentre alcuni canali e parecchi parchi offrono delle macchie di colore che conferiscono all'insieme una bellezza particolare e una sensazione di calma e serenità. Il Ponte Notre-Dame fu ricostruito dopo la seconda guerra mondiale per ospitare nuovamente la statua della Vergine salvata dai bombardamenti; da lontano ricorda un po' il ponte Valentré di Cahors. Clic-clac, una foto ed eccoci partiti alla ricerca di un angolino nel verde per passare la notte.

Iniziamo un circuito nel Pays de Saulx, il bel fiume verde smeraldo che riceve le acque dell'Ornain e a sua volta si getta poi nella Marne.

Superati Combles-en-Barrois e Trémont-sur-Saulx attraversati da numerosi ruscelli sui quali si aprono piccoli ponti che collegano le abitazioni private, fiancheggiamo il castello di Jean d'Heurs, antica abbazia di Prémontrés trasformata dal maresciallo Oudinot, raggiungiamo le rive del corso d'acqua a Lisle-en-Rigaux dove sussiste il grosso edificio di una fattoria fortificata bagnata dalle acque della Saulx (passare sotto l'arco).
La ricerca d'acqua per riempire il serbatoio ci conduce al cimitero, situato su un promontorio dove si trova una cappella romanica. Il luogo è ideale per passare la notte. Il sole tramonta, e un cielo rosso fuoco ci si offre come spettacolo serale.

Domenica 31 marzo

L'orario estivo ci porta via un'ora, ma preferiamo questo a quello invernale

La natura si sveglia e noi facciamo altrettanto: dopo colazione ci dirigiamo verso il vicino villaggio di Ville-sur-Saulx; all'ingresso del paese l'imponente edificio padronale di cui si visita il parco è ancora chiuso in questo finesettimana di marzo: peccato! Il rettore Gilles de Trèves ne aveva fatto la sua "dimora di campagna" nel 1536, costruita in pietra bionda della valledella Saulx. Questo edificio dai toni caldi seduce per le sue proporzioni e i suoi grandi tetti pendenti.

Il paesaggio è bucolico e raggiungiamo Haironville, piccola meraviglia ricca di sorprese. Il Castello di Varenne è una superba costruzione del XVI secolo con due blocchi di guardia, in mezzo ad un parco a terrazze e aiuole fiorite; non lontano, una pompa per l'acqua in perfetto stato. Ma il gioiello del posto è senza dubbio il vecchio ponte a dodici arcate del 1618, sormontato da una croce devozionale, e che abbraccia tre rami della Saulx.

Un magnifico parcheggio vicino al salone delle feste e ad un raro lavatoio con la vasca oblunga, contornato da eleganti arcate, sarà un ottimo posto per il giorno e per la notte; luogo idilliaco con un rubinetto a destra del parcheggio. Consumiamo il pranzo al sole, sul prato a fianco del fiume con una vista magnifica sul ponte, le case antiche e la chiesa. Eccezionale!

Seguiamo sempre il corso d'acqua verso Rupt-aux-Nonains che possiede anch'esso un ponte ad otto archi datato 1557 e il suo lavatoio, purtroppo pieno di terra. Le bisce sguazzano nell'acqua fresca.
La chiesa con la torre quadrangolare, antica cappella di preghiera del priorato dei benedettini, è come tutte le altre chiese che abbiamo voluto visitare: chiusa!

Lasciamo la Valle della Saulx per entrare nel Perthois Nord; cambio di stile, a Cousancelles ammiriamo una casaforte del XVII secolo, una bella chiesa e il suo portico.

A poca distanza scopriamo il paesotto di Cousances-les-Forges che altri non è che il paese delle "cocottes" (pentola speciale in ghisa per cotture a fuoco lento) e delle piastre per caminetti. Attraversiamo Savonnières-en-Perthois che ha riconvertito le sue caverne sotterranee in fungaie.

Ma il Perthois non ha lo charme né la bellezza del Pays de Saulx, e ce ne andiamo verso Bazincourt-sur-Saulx che vanta anche lui il suo ponte antico. Questo ha conservato i fianchi tipici che evitavano ai carretti di rovinare i muri con le ruote. Alcuni edifici notevoli attorno alla chiesa : una bella casaforte con fortificazioni e una torre in alto sul villaggio, una galleria "Maison d'Art" è aperta ogni tanto e presenta le opere dei pittori locali.
Per la sosta notturna torniamo a Haironville e al suo incantevole panorama. Così ho anche l'occasione di scorgere, mentre attraversa le onde e rimonta la corrente, una nutria che Philou aveva scoperto durante la nostra sosta del pranzo. Passeggiata verso il château de la Forge. Serata barbecue come sa ben fare Philou.

Lunedì 1 aprile 2002

Lasciamo il nostro angolino verde per risalire le rive della Saulx e fare tappa a Stainville che conserva la possente fortezza medioevale di Choiseul, restaurata secondo il gusto dell'epoca nel Rinascimento. Purtroppo il castello non è visitabile, ci dobbiamo accontentare di vedere la statua di Napoleone eretta in ricordo del suo passaggio da queste parti.

Un piccolo affluente della Saulx, il ruscello di Nant, attraversa il minuscolo villaggio di Nant-le-Petit dove troneggia l'imponente chiesa. Due ponti in pietra e diversi ponti pedonali in legno attraversano il ruscello; all'ingresso del paese una strana fontana-calvario assomigliante più ad una stele antica fornisce acqua non potabile. Più lontano Nant-le-Grand offre dei menhir preistorici.

Riprendiamo il cammino verso Jovilliers dove si trova una chiesa incompiuta. Su una collina, in mezzo ad un immensa proprietà terriera, il coup de cœur del week-end ci appare improvviso: due alte torri quadrate della fine del XVIII secolo circondate da begli edifici conventuali semplici e austeri.

Entriamo tra la fattoria e l'insieme monastico e ci fermiamo davanti all'ingresso chiuso da una bella cancellata in ferro battuto: da lì possiamo avere un primo colpo d'occhio sulla chiesa. A sinistra un pozzo protetto da un piccolo edificio quadrato elegantissimo, e su ogni lato gli edifici conventuali, austeri e spogli. Costeggiamo il muro di cinta sul lato nord, e sbuchiamo dietro alla chiesa di cui scopriamo l'interno che si trova esposto ai venti, in quanto, sopraggiunta la Rivoluzione, la navata non fu mai terminata.

Una cancellata dà accesso a quello che sembra essere un chiostro. Infatti ce n'è uno composto di due lati soltanto e anch'esso spoglio come il resto dell'abbazia. Sul retro, un minuscolo giardino in stile medioevale è stato ricostruito in un cortile interno. Una vero shock questa scoperta ad appena 4km dalla RN4 che percorriamo avanti e indietro da più di 20 anni. Veramente una scoperta inattesa, magica ed elegante: il nostro coup de cœur!

A Dammarie-sur-Saulx ritroviamo il nostro fiume che allieta il paese. Marley ci seduce con la sua area per pic-nic e di svago, sul bordo di un'ansa del ruscello; ci sistemiamo vicino al lavatoio per la pausa pranzo, con vista sul fiume, la chiesa e un vecchio pozzo: adorabile! A Ecurey, a luglio e agosto la Maison du Patrimoine sistemata nei locali di un'antica fonderia, presenta una collezione di esemplari in ghisa.

Dopo Dammarie, la Saulx serpeggia tra i verdi paesaggi della Meuse …eh sì, anche se siamo vicinissimi a Saint-Dizier in Haute-Marne, siamo sempre nella Meuse, Meuse profonda e attraente. Dipartimento verde che nasconde magnifici paesaggi e possiede piccole meraviglie d'architettura : chiese fortificate, lavatoi, manieri e castelli, ponti in pietra, fontane …

A Montiers-sur-Saulx dove termina la nostra risalita del fiume (il paese vanta delle belle case antiche), la Saulx non ha più lo stesso charme dell'inizio, ma resta sempre il filo conduttore del nostro circuito.

Una piccola deviazione sul nostro percorso per scoprire una particolarità del patrimonio della Meuse, cioè le chiese fortificate di cui i due più bei esempi sono quelle di Woël e Dugny-sur-Meuse presso Verdun. Ma data l'ora ci dirigiamo svelti-svelti verso quella di Ribeaucourt.

Una discreta salita ci conduce un po' fuori paese e, sotto i castagni facciamo una sosta per ammirare il paesaggio. Il posto è calmo, la chiesa, con a fianco il cimitero, è aperta, l'unica trovata aperta durante tutto il week-end.
Edificata nel 1180, è stata rimaneggiata più volte; ma la torre dell'orologio e la torretta con la cima merlata sono sempre là per conferire alla chiesa di Saint-Martin il suo charme di chiesa fortificata. Si entra nel cimitero tramite un bel portale sormontato da una bella pietà. L'interno è commovente; purtroppo non si può accedere alle tre stanze poste sotto la torre che accoglievano i contadini durante gli attacchi dei nemici.

E il nostro piccolo tour lungo la Saulx termina con la visita di un bell'edificio illuminato durante l'alta stagione come tutti i monumenti del Pays de Saulx.

(Traduzione dal francese di Marina Greco. Per la versione originale di questo itinerario clicca qui)


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