NAMIBIA 2005
Testo e
foto di Roberto Fontana
Nota di presentazione
"Il viaggio di quest’anno a differenza
di altri è abbastanza impegnativo, in quanto sarà
molto itinerante dovendo guidare e percorrere circa km 4000 in
15 giorni, considerando che non esiste pressoché l’asfalto
e con la velocità che non supererà i 50-60 km/h.
Non esiste illuminazione notturna e pur con i fari diventa pericoloso
andate in giro al buio: pertanto dovendo viaggiare nelle ore di
luce: 6 Am / 18 Pm sarà necessario svegliarci presto.
Nel programma che ho steso sono incluse alcune cene, per le altre
ci arrangeremo in quanto sono di solito disponibili buffet (parco
Etosha) o saremo liberi di andare dove vogliamo. Non abbiamo invece
incluso nessun pranzo, in quanto non è prassi; per questo
dovremo adattarci o fermandoci dove troveremo o comprando qualcosa
per mangiare al sacco o facendoci un barbecue dove sarà
possibile.
Sicuramente all’arrivo a Windhoek, dovremo
passare da un supermercato per acquistare acqua e generi commestibili
di cui avremo bisogno in luoghi dove non troveremo nulla.
Il nostro giro soprattutto nella parte al Nord prevede di passare
in zone dove vivono solo popolazioni locali (simile ai Masai in
Tanzania) e che speriamo sia possibile visitare e a cui porteremo
qualche prodotto di cui hanno bisogno: farina, sale, tabacco,
fiammiferi, riso, e matite, penne e quaderni nel caso riuscissimo
a visitare una scuola.
Vi ringrazio sind’ora della vostra pazienza
e comprensione per gli eventuali contrattempi che potranno nascere..........."
Questa era l'introduzione che avevo mandato ai miei amici e conoscenti
con i quali mi accingevo al viaggio in Namibia; adesso, a posteriori
quei timori si sono dissipati, tutto è andato bene, abbiamo
percorso km 4.300, ma non ci sono stati inconvenienti e a giudizio
di tutti è stato uno dei più bei viaggi effettuati.
Notizie utili
Superficie: 825.336 Km²
Abitanti: 1.727.000
Densità: 2 ab/Km²
Speranza di vita: 40 anni
Forma di governo: Repubblica presidenziale,
indipendenza dal 1990
Capitale: Windhoek (161.000 ab.)
Altre città: Walvis Bay 45.000 ab., Keetmanshoop
25.000 ab., Svakopmund
Gruppi etnici: Ovambo 50%, Kavango 10%, Damara
7%, Herero 7%, Bianchi 6%, altri 20%
Paesi confinanti: Angola a Nord, Zambia a Nord-Est,
Botswana ad Est, Sudafrica a Sud-Est
Monti principali: Monte Brandberg
2606 m
Fiumi principali: Orange 580 Km (tratto namibiano,
totale 2092 Km)
Laghi principali: Etosha Pan
Clima: Tropicale arido
Lingua: Inglese (ufficiale), Afrikaans,
Tedesco, dialetti etnici
Religione: Cristiana 90% (di cui Luterana 50%),
Animista 10%
Moneta: Dollaro namibiano che vale circa 0.125
Euro (€ 1= N$ circa 8,00)
Elettricità: corrente alternata
a 200 volt e 15 ampere, è necessario un adattatore universale;
le loro spine sono rotonde a 2 o 3 spinotti; in molti lodge è
però possibile trovare spine a due fori.
Ora: un'ora indietro rispetto all’Italia
(a fine agosto inseriscono l'ora legale come l'Italia)
Telefono: si trova in vendita presso
le Poste e negozi una scheda telefonica della Telecom Namibia.
Con il cellulare è possibile chiamare dai dintorni delle
città, ma è necessario una verifica sul roaming
previsto poiché in evoluzione.
Mentre Tim e Omnitel ricevono e spediscono, Wind può solo
spedire.
Documenti: Passaporto con 6 mesi
di validità
Periodo Migliore: la stagione secca che va da
Maggio a Ottobre è il periodo migliore per visitare la
Namibia. E'meglio evitare la Namibia, e il Parco Nazionale di
Etosha in particolare, tra Dicembre e Marzo.
Benzina verde = costo € 0,6 cioè
N$4,5 al litro
Cartina stradale: In loco la migliore è
quella della ContiMap, Continental (pneumatici), 1:1.400.000,
acquistata per 50 N$ al distributore della Shell di Okahandia.
Perfetta, precisa, ben descritte tutte le strade, i punti di rifornimento
del carburante, addirittura le coordinate G.P.S.
Noleggio vettura: generalmente è richiesta
una franchigia dovuta nel caso d’incidente con torto, rotture
accidentali (non guasti meccanici), guida in stato d’ebbrezza,
incidente per eccesso di velocità o qualora s’incorra
in un incidente con alla guida una persona non iscritta nel contratto.
TABELLA CLIMATICA
Temperature medie (max/min °C) |
|
GEN |
FEB |
MAR |
APR |
MAG |
GIU |
LUG |
AGO |
SETT |
OTT |
NOV |
DEC |
Windhoek |
29/17 |
28/16 |
27/15 |
25/13 |
22/9 |
20/7 |
20/6 |
23/8 |
25/12 |
29/15 |
29/15 |
30/17 |
|
TABELLA PIOGGE
(in mm) |
Windhoek |
50-100 |
50-100 |
50-100 |
0-50 |
0-50 |
0-50 |
0-50 |
0-50 |
0-50 |
0-50 |
0-50 |
0-50 |
Suggerimenti
· Fare fotocopie dei documenti (passaporto
e biglietti aereo) e riporle in un posto diverso rispetto agli
originali
· Sono necessari indumenti pratici e casual,
infatti non avremo serate di gala; utili scarponcini per camminare
su sterrato e roccia, sandali, ciabatte, un cappello, crema per
sole e occhiali, piccola torcia, una borraccia e un costume da
bagno.
· In funzione della forte escursione termica
(soprattutto nel deserto), portare anche abbigliamento caldo (Pile,
giacca a vento, cappello di lana per chi ha pochi peli).
Luoghi d'interesse : I parchi di Waterberg e d'Etosha
- Il Damaraland - Le pitture rupestri di Twyfelfontein - La colonia
di otarie del Cape Cross - La ville coloniali di Swakopmund -
La strana "Welwitschias" - Il deserto della Namibia
- Il parco del Namib Naukluft - Le dune di Sossusvlei - Sesriem.
Paesaggi inospitali, ma di straordinaria bellezza,
dove la natura e' sovrana. Un viaggio denso di emozioni, in uno
dei paesi più affascinanti dell'Africa australe. Le distese
salate del parco di Etosha, ricche di animali alla costante ricerca
d'acqua, gli elefanti del deserto, il popolo Himba vestito d'argilla
nell' aspra regione del kaokoland, i relitti incagliati fra le
dune della Skeleton Coast, i graffiti rupestri di twylfefontein,
le dune più alte del mondo e molto altro ancora........
Programma giornaliero
1° giorno (6/8) : WINDHOEK e partenza
per il PARCO DEL WATERBERG Circa km 280
Arrivo a Windhoek, città di 350.000 abitanti, posta a 1660
mt. e dopo verifica delle auto, e l’acquisto di qualche
genere alimentare, partenza verso nord, in direzione della Montagna
piatta del Parco nazionale del Waterberg che si erge ripida centinaia
di metri sopra le pianure circostanti.
Ci si ferma a Okahandja, a 70 km (1 ora), graziosa cittadina in
cui è possibile visitare due mercati artigianali e volendo
pranzare. Bisogna contrattare molto, non più di un terzo
di quanto richiesto.
Nel pomeriggio si prosegue per altri km 200 sino al parco dove
sarà possibile nel pomeriggio o nella mattina successiva,
fare un giro con i mezzi del parco scoperti previo pagamento di
una modesta somma di denaro o fare camminate non impegnative a
piedi. Si possono vedere antilope nera, bufali, ghepardi, leopardi,
rinoceronte.
Il parco è costituito da un grande altopiano di arenaria,
lungo 50 Km e largo 16, svettante sulla vasta pianura circostante,
le cui rocce rosse sembrano illuminarsi di luce propria al tramonto
situato (assolutamente consigliato), rappresenta un rifugio per
alcune specie rare ed in pericolo di estinzione, fra cui il rinoceronte
nero.
Pernottamento presso Okonjima Main Lodge, bungalows.
http://www.namibian.org/travel/lodging/namutoni.html
2° e 3° e 4°giorno (7-8-9/8)
: PARCO DEL WATERBERG - PARCO NAZIONALE DI ETOSHA Circa
km 300 + km 70 al giorno nel parco
Si parte nella mattinata per il parco Etosha , dove su 22.000
km2, si potrà osservare un'infinita varietà di animali
. Il parco comprende infatti 114 specie di mammiferi e 340 specie
di uccelli. All'interno del parco si trova un 'enorme salina lunga
140 km e larga 50 che produce straordinari miraggi e abbaglianti
onde di luce. Migliaia di animali sono attratti dall'area: zebre,
giraffe, leopardi , ghepardi, leoni ,elefanti , gnu, kudu e moltissime
altre specie di antilopi africane. Pernottamenti in rest camp
(chalets o lodge) all'interno dello stesso Parco. Okaukuejo, Halali
e Namutoni posti a 70 km uno dall’altro. Molto belle le
pozze di Goas e Noniams.
Pernottamento in bungalow: Okaukuejo, Halali e Namutoni http://www.namibian.org/travel/lodging/okaukuejo.html
http://www.namibian.org/travel/lodging/halali.html
5° giorno (10/8): REGIONE DI Owambo
Parco Etosha (Namutoni) - Ondangwa km 210
A Ondangwa il lunedì e il venerdì i venditori di
cesti li vendono al pubblico.
Possibilità di un supermercato a Oshakati (i prodotti del
Sud Africa sono al 50% dei nostri)
Pernottamento in lodge: Pandu Ondangwa Hotel
6°giorno (11/8): KAOKOLAND
Ondangwa – Kunene River km 180
Per problemi di disponibilità di lodge, ci
fermeremo sempre sul fiume Kunene dove sarà possibile fare
bird watching, discendere il fiume con i gommoni o pescare o comunque
relax.
Pernottamento in lodge: Kunene River Lodge
Interessante terrazza bar sul fiume, presenta una vegetazione
tropicale. Possibilità di discesa sul gommone del fiume.
Possibilità di grigliata in campeggio.
http://www.kuneneriverlodge.com/
7° giorno (12/8): KAOKOLAND, TRIBU'
HIMBA E LE CASCATE D'EPUPA
Kunene River - Epupa falls km 170
Alla mattina partenza presto, perché la strada è
particolarmente brutta e dovremo dirigersi verso le cascate d'
Epupa sulla frontiera tra la Namibia e l'Angola sono formate da
una moltitudine di canali e affluenti del fiume Kunene. Cercheremo
di visitare un villaggio Himba per familiarizzare con il loro
stile di vita. E’ buona cosa comprare prima sul posto alcuni
piccoli regali di cui fare dono (tabacco da sniffo, farina apposta
per Himba, zucchero, sale). Siamo nel Kaokoland, dove vivono gli
Ovahimba, una tribù seminomade che risiede in piccoli villaggi
del territorio. Sono caratterizzati dal loro aspetto fiero e amichevole
e le donne sono note per la loro insolita bellezza sottolineata
da intricate acconciature e abiti tradizionali. Gli Himba usano
ungere il loro corpo con ocra rossa e grasso per proteggere la
pelle dal sole del deserto. Si arriva alle cascate Epupa Falls.
Pernottamento in tende: Omarunga Tented Camp
http://www.natron.net/omarunga-camp/main.html
8° giorno (13/8): REGIONE DAMARALAND
da Epupa Falls a Opuwo – km 200
Proseguimento nel cuore dell'aspro e coloratissimo Damaraland,
una catena montuosa, che si erge su larghe pianure di ghiaia degradanti
su letti di fiumi sabbiosi e ricoperti da una lussureggiante vegetazione.
Con un po' di fortuna si potranno avvistare i rari elefanti del
deserto o i rinoceronti neri. Purtroppo non c’è posto
da dormire e pertanto si deve andare vicino a Opuwo. A Okangwati,
a 2 ore da Opuwo, è possibile visitare una scuola Himba
(portare quaderni e penne), attenzione che le lezioni iniziano
alle ore 13,00.
Pernottamento in tenda: Mopane Tented Camp.
http://www.natron.net/tour/ohakane/lodgee.html
9° giorno (14/8): KHORIXAS Opuwo - Khorixas:
325 km
Nei dintorni di Palmwag (chiedere autorizzazioni al Palmwag Lodge),
meritano di essere visitati il canyon TWEE PALMS, con due solitarie
palme molto pittoresche; il canyon VAN’ZILIS, regno dell’
elefante del deserto, Van Zylsgay Gorge sull’Uniab River,
ed infine il canyon di AUB con grossi blocchi di roccia caduti
in fondo ad una profonda spaccatura, dove le acque verdi di 2
pozze donano una pennellata di colore al contesto rosso fuoco
dei dintorni! Da non perdere e’ anche un breve ma intenso
tour in jeep nel fantastico canyon di Purros! Chiedete al ragazzo
del campeggio di salire sulla vostra auto: vi porterà a
scoprire una delle due famiglie di elefanti del deserto della
zona! Se sarete fortunati potrete vederle entrambe, ma ad ogni
modo l’ incontro sarà senz’ altro emozionante!
Pernottamento in lodge: Namatubis Guestfarm.
http://www.natron.net/tour/namatubi/
10° giorno (15/8): BRANDBERG: Khorixas
– Uis : km 325 km
L’esplorazione della Foresta pietrificata ubicata nelle
vicinanze non vale la pena, mentre sono valide le escursioni alle
Organ Pipes (vicino alle pitture) e alla montagna bruciata, Burnt
Montains, quindi proseguimento verso Twyfelfontein, (La fontana
del dubbio), per ammirare una delle più ricche collezioni
di graffiti rupestri in terra d'Africa. Osserverete quella che
e' considerata la più spettacolare collezione di dipinti
rupestri e tombe africane, (possibilità di escursione guidata
di 40’ a piedi a 50 N$ x il gruppo e altrettanto di mancia).
Possibilità di fare del trekking nella zona chiamata Brandberg
cioè “montagna di fuoco” dal colore che assume
il lato occidentale al tramonto del sole. E’ un massiccio
ricco di incisioni rupestri del Tsisab Ravine e Numas Ravine e
il Messum Crater.
Valutare escursioni
Pernottamento in lodge: White Lady Restcamp
http://www.gosh.org/events/namibia/photoPage1.html
11° e 12° giorno (16-17/8): SWAKOPMUND
La vasta colonia di otarie di Cape Cross e' uno spettacolo impressionante
e dopo 40 km si arriva a Swakopmund, incantevole cittadina circondata
dal Deserto della Namibia e affacciata sull'Oceano Atlantico,
i suoi edifici risalgono al periodo coloniale tedesco. Escursione
alla moon valley, la valle della luna, per ammirare un raro fossile
vivente: la famosa "Welwitschias", una pianta nana preistorica
di oltre 1500 anni che vive grazie all'umidita'portata dall'Oceano
Atlantico. Il paese in stile tedesco, merita di essere visitato
con calma, passeggiando tra famose Konditorei, shopping nei tanti
negozi. Un buon negozio di reperti, maschere e sedie è
il “Peter’s Antiques” 24 Moltke Street, vicino
al campo municipale; l’African Art Jewellers, Knobloch Street,
è un sofisticato gioielliere che vende antichi bottoni
d’avorio, pietre quali: tormaline, acquemarine, diamanti,
agate, bracciali in pelo d’elefante e oro, collane.
Possibilità di escursione allo Spitzkoppe al tramonto,
si arriva in circa 2.5 ore, N$ 10 cad. è gestito da una
cooperativa di Damara. Possibilità di girare e scalare
rocce, interessante la salita al Buscman Garden.
Possibilità di volo sulla zona del deserto (Pleasure Flights,
angolo via Centrale N$940 x 2.5 ore, ci sono anche voli più
economici, si paga a volo)
Possibilità di escursione e richiedere permesso all’ufficio
della NWR per il Welwitschia drive, per arrivare sino alla Welwitschia
gigante e la Moon Valley.
Pernottamento in albergo: Hotel Europahof
http://www.europahof.com/main_e.htm
13° giorno (18): SESRIEM (DESERTO DELLA
NAMIBIA)
Alla scoperta del Deserto della Namibia, isolato territorio, arido
e primitivo, il deserto più antico della terra. Dopo Walwis
Bay nella cui laguna si possono ammirare una nutrita colonia di
fenicotteri rosa, per arrivare Solitarie ci sono circa 80 km lungo
la C19, attraverso le bellissime dune pietrificate delle montagne
della Luna. Da Solitarie si può proseguire lungo la C14,
verso il Kuiseb canyon con due punti panoramici. Sulla strada
si possono vedere gli alberi faretra (kokerboom). Se possibile
fare gli sterrati e non la C14 asfaltata
Pernottamento in lodge:Solitaire Country Lodge (ottima
torta di mele)
http://www.namibialodges.com/solitaire.html
14° giorno (19/8): SESRIEM (DESERTO
DELLA NAMIBIA) - Visita di Sossusvlei, dove potrete ammirare
le dune di sabbia più alte del mondo, (in particolare la
duna 45), che con il loro colore rosso creano al tramonto e all’alba
delle atmosfere surreali.
Partenza di notte, per essere alle 5.45 davanti al cancello dove
troveremo il guardiano che con puntualità svizzera, registra
le macchine e via.
E’ ancora buio, percorriamo i 45 km abbastanza
velocemente (strada asfaltata ma parecchie buche, mentre gli ultimi
6 km sono su sabbia), parcheggiamo e saliamo sulla mitica duna,
in genere ci vuole 30-40 minuti per le dune più alte. Ricordarsi
che è solo dall’alto che si può vedere il
panorama sul deserto. Visita del Sesriem Canyon, Superiamo il
parcheggio per le auto 2x4 e
ci lanciamo sulla pista sabbiosa (ricordate di abbassare la pressione
delle gomme!) per raggiungere il parcheggio 4x4. Alcuni alberoni
spinosi fanno ombra alle auto parcheggiate ma per il resto c’
e’ solo qualche cespuglio giallo e secco. Da qui parte un
sentiero a piedi che conduce nella DEAD VLEI, o VALLE DELLA MORTE
e ancora alla Hidden Vlei. Possibilità di mangiare presso
l’area attrezzata usata anche come parcheggio. Attraverseremo
i maestosi paesaggi delle montagne di Naukluft contrassegnati
da corsi d'acqua e da piscine naturali. Il parco e' popolato da
una flora e da una fauna molto varie tra cui zebre di montagna,
babbuini, leopardi, ed orici. Pernottamenti in lodge.
Pernottamento in lodge: Hammerstein Restcamp
http://www.hammerstein.com.na/
15° giorno (20/8): Partenza
per l’aeroporto di Windhoek, riconsegna delle vetture, ricordandosi
di fare il pieno in un distributore fuori città e nel pomeriggio
partenza per l’Italia.
Un ringraziamento a Latitude 24° e in particolare a Sabrina,
Jane e non ultimo Cornelius, per l'attenzione, la disponibilità
e sensibilità nella definizione del programma e durante
il viaggio.
Grazie
39, Ziegler Street, Klein
PO Box 24627
WINDHOEK NAMIBIA
Tel: +264 61 239440
Fax: +264 61 221056
e-mail: latitude24@libero.it
e-mail: info@latitude.com.na
Sito web: www.latitude.com.na
Siamo arrivati !
Ormai dovrei essere abituato all'aria dell'Africa, che in verità
riconosco dall'aria frizzante della mattina, dal delicato cielo
azzurro e da un gradevole venticello che sembra salutarci ogni
volta che arriviamo; ma invece non ci abitua mai.
Si riassapora tutto con gioia come quando arriva la primavera
dopo l'inverno, così tutte queste sensazioni mi riassalgono
come la prima volta.
Windhoek non si vede neppure, lontana 40 km, l'aeroporto è
piccolo ma confortevole forse quasi un pò troppo asettico
se non fosse per qualche donna Herrero con i suoi vestiti colorati
e ampi che arrivano sino a terra e che nel corso del viaggio ritroveremo
ancora.
Cambiamo i soldi, ritiriamo le macchine e dopo essere passati
dalla sede di Latitude 24, dove Jane con molta cortesia e puntualizzazione
ci fornisce una serie di buoni consigli, iniziamo il tour con
Cornelius, il nostro autista, guida e consigliere.
Il primo tragitto sino quasi a Otjwarongo è
abbastanza noioso: una bella strada i cui lati sono protetti da
filo spinato a separare le farm,
ma impareremo presto, anche semplicemente per evitare che gli
animali attraversino la strada.
Scopriremo nel corso del viaggio che la Namibia per questo problema
penso spenda un sacco di soldi tra filo e paletti per delimitare
strade e confini !
Siamo in ritardo, per cui ci fermiamo appena pochi minuti al mercato
del legno di Okahandja, sufficienti però per permettere
a Lia di "assaggiare" l'artigianato, inoltre ci aspettano
a Okongjma, la prima
tappa, una specie di farm che aderisce all'Africat Fondation gestendo
un centro di riabilitazione di ghepardi e leopardi, prendendosi
cura di cuccioli o di animali feriti.
Arriviamo alle 15 e dopo un assaggio molto gradito di torte salate
e dolci, ci portano a vedere 7 ghepardi e successivamente un grosso
leopardo in stato di semi cattività. Cena superlativa in
compagnia di Scratch un vecchio facocero di 50 kg che si accoccola
vicino al falò sino alla mattina.
Alla sera ulteriore passeggiata a piedi per vedere gli animali
notturni, dove incrociamo un giovane leopardo, istrici e sciacalli.
Poi dopo una notte trascorsa quasi insonne in aereo e una giornata
piena, abbiamo gli occhi che si chiudono e sapendo che alla mattina
la sveglia è alle 7: tutti a nanna.
Il giro con i ghepardi e tutto il resto non è stato proprio
economico, anzi rispetto ad altre situazioni, il più caro.
Ma come sempre succede bisogna toccare con mano per imparare e
per regolarsi....
Alla mattina dopo un'energica colazione si parte
per l'Etosha Park.
Il rito della colazione in viaggio è qualcosa che mi stupisce
sempre e del quale non riesco a darmi delle risposte. A casa,
alla mattina, riesco solo a bermi del caffè con un pò
di latte e dei biscotti, ma in viaggio, è esplosione di
uova con bacon, salsicce, thè (il caffè lungo non
lo reggo) e frutta in quantità. Dopo qualche giorno mi
devo dare una regolata, altrimenti con tutte quelle uova potrei
cominciare a covare e poi qualcuno inizia a buttar lì tutte
le storie sul colesterolo......
Entriamo a Namutoni e incominciamo a incrociare i primi animali.
Pranzo e dopo una passeggiata per vedere il vecchio forte, attorniati
dalle manguste che giocano a nascondino, proseguiamo per Halali
a 60 km circa. Cominciamo a fare una serie di piste e giraffe,
zebre, springbok, orici, kudu cominciano a sfilare in una ininterrotta
passerella.
Le trasmittenti che abbiamo acquistato per tenerci in contatto
tra le macchine (siamo in 19 persone su 5 veicoli 4x4) funzionano
e dopo i primi incroci a più voci, si impara a parlare
uno alla volta e si riveleranno molto utili per segnalare animali,
incroci, problemi vari o solo per chiacchierare.
Alla sera alla pozza cominciamo a vedere gruppi di elefanti e
un primo rinoceronte, naturalmente tutto contornato da qualche
zebra, sciacalli e qualche iena. Lo spettacolo che cambia ad ogni
minuto affascina e la gente seduta nei dintorni segue ogni mossa
in silenzio o con sussurrati commenti sino alle ore piccole.
Una differenza rispetto alla Tanzania che si inizia a verificare
è che è possibile senza fare troppa strada vedere
tanti animali, sopratutto di notte, in un momento in cui generalmente
non si va o non è possibile fare game drive, perdendo così
tante belle sensazioni.
7/8 domenica
Continuiamo a girovagare per il parco, i leoni riusciamo a vederli
solo nella tarda mattinata e sopratutto poco prima del tramonto,
incrociandone un gruppo di 15 esemplari che ben presto si mette
in caccia. Riusciamo ad incrociare nella mattinata anche un rinoceronte
alla ricerca di un pò di ombra che percorre con noi un
pezzo della pista facendo indietreggiare chi incontra sulla strada,
sfruttando il suo diritto di precedenza.
La temperatura è ottima, ci si sveglia con il pile, si
passa quindi alla maglietta e si ritorna al pile al tramonto,
per poi andare a dormire con la coperta di lana. Tutto senza mai
sudare, quasi come Milano !
Nel semplice negozio di generi alimentari di Halali, è
possibile trovare solo l'indispensabile: uova, carne congelata,
le immancabili birre fredde e un prodotto curioso, il biltong:
delle buste di carne essicata di kudu, orice o altro. Il suo sapore
viene esaltato oltre che dalle poche spezie, dai ricordi che come
un interruttore si accendono riportandomi all'epoca del vecchio
trapper a quando leggevo i fumetti di Black Macigno o David Crockett,
che trasportandomi in quelle foreste e praterie, mi facevano già
sognare.
Al ristorante incontro poi una faccia che mi sembra nota, ma che
però non riesco a fissare, mi presento, "Roberto Salvai"
mi dice e dopo un mio "....ma dove ti ho visto ?" nel
viso gli appare un sorriso e in breve ricordiamo l'incontro a
Immagimondo 2004, la rassegna sul viaggio, dove lui partecipa
come Viaggiatore con la V maiuscola, avendo ormai alle spalle
10 anni di Africa sahariana e non. Insomma una bella serata, che
si conclude dandoci appuntamento a Immagimondo 2005, naturalmente.
8/8 lunedì
Passiamo in rassegna quasi tutte le pozze con alterne fortune:
non sono quasi mai vuote, a volte solo Springbok o come questa
mattina una famiglia di 8 leoni vi si sono aqquartierati, bloccando
l'uso dell'acqua alle zebre che con il passare delle ore sono
in aumento e a cui non rimane che rimanere in buona e paziente
attesa, anche perché quando i leoni hanno già mangiato
in genere non altro altre esigenze se non di farsi un bel riposo
anche per tutto il giorno.
La parabola è forse questa: chi ha il potere lo esercita
anche con la forza e chi non c'è l'ha aspetta che cambi
la situazione.
Questa sera, in un'altra pozza abbiamo trovato 25 elefanti che
hanno messo in riga un gruppo di zebre sino a quando hanno finito
di bere. La zona è molto secca cosparsa solo da una strana
pianta a cespuglio bassa, apparentemente simile ad un lichene,
molto gradito a uno degli animali più bello che ho incontrato:
l'orice.
Per la sua eleganza dei colori, le sue lunghe corna dirette e
le sue dimensioni è uno degli animali che ho preferito,
purtroppo non facile da fotografare perché molto timido.
Domani usciamo dal parco e comincia il giro per
la Namibia.
9/8 martedì
Nulla di particolare da segnalare, la mattina l'abbiamo passata
a riattraversare il parco per circa 150 km, poiché dovevamo
uscire a Namutoni ed eravamo alloggiati dalla parte opposta. Abbiamo
fatto in tempo a vedere l'eland, una grande antilope africana,
un raro esemplare di dimensioni piuttosto elevate.
Dall'uscita abbiamo incominciato ad incrociare sempre più
spesso alcuni paesi, dove gli asini, mucche, capre sono forse
più numerosi delle popolazioni stesse e hanno la cattiva
abitudine di attraversare la strada a loro discrezione, per cui
è necessario stare all'erta.
11/8 giovedì
Lungo il percorso ci siamo fermati in un villaggio della
tribù degli Owambo. Qui ogni villaggio è costituito
da un solo nucleo familiare anche se allargato; quindi i villaggi
sono tanti anche se di poche capanne racchiuse da una palizzata
di rami a protezione dagli animali, ma anche dai furti.
Cornelius ci ha spiegato che le donne dormono fra di loro in una
capanna, così pure gli uomini o i ragazzi.
Come vuole la tradizione, prima di entrare è andato a chiedere
l'autorizzazione al capo del villaggio e quindi ottenutala, le
donne ci hanno fatto vedere i loro prodotti: una specie di miglio
che viene pestato in un mortaio, zucche e semi della palma. Gli
uomini erano impegnati a costruire una specie di grossa giara
con rami e steli secchi. Le dimensioni sono notevoli, capace di
contenere anche una persona in piedi e utilizzata per contenere
i semi del loro raccolto, a cui per tradizione, solo le donne
possono attingere. Altri costruivano invece il tetto di una nuova
capanna, legando insieme rami più robusti con steli più
morbidi. Il resto della capanna sono solo rami infilzati per terra
e argilla impastata come collante per chiudere tutte fessure.
Per arrivare a Ruacana, meta della notte, è stato necessario
fare 50 km di fuori pista che hanno rappresentato il nostro battesimo
del fuoco: polvere a 1000 e il sole che stava tramontando ci hanno
fatto un pò penare, ma siamo riusciti ad arrivare poco
prima delle 18, proprio con il sole ormai sceso.
Gli scorci lungo il percorso erano unici: a sinistra le colline
ormai tinte di rosso dal tramonto e a destra il fiume Kunene,
pieno d'acqua e ricco di vegetazione, unico confine a separare
la Namibia dall'Angola.
Lungo il percorso abbiamo incrociato i primi Himba, una delle
tribù della Namibia, non la più numerosa ma sicuramente
fra quelle che hanno saputo mantenere i loro costumi; fra le loro
caratteristiche, le donne si spalmano su tutto il corpo una miscela
di burro, cenere e polvere di d'ematite, l'argilla locale che
dona loro un colore rosseggiante.
Il motivo del trattamento è la bellezza: questo mix mantiene
la pelle fresca e infatti incrociando donne ormai anziane, non
si intravedono in loro rughe.
Incrociamo anche un grosso raduno Himba che dalle informazioni
chieste è dovuto ai festeggiamenti per la morte del capo
della zona che stiamo attraversando. Purtroppo non possiamo fermarci
perché è una loro festa privata e noi siamo decisamente
troppi per passare inosservati. Pazienza !
Il Ruacana River Lodge è costituito da bungalow, ma è
possibile anche campeggiare come un pò in tutta la Namibia,
sotto alberi enormi, attorcigliati da liane e in mezzo a grida
di uccelli che quasi non si vedono da quanto sono folti. La cena
e la colazione ci viene preparata presso la terrazza sul fiume,
a lume di candela, tra gli scoiattoli che saltano dai rami per
nulla disturbati.
Cosa volere di più ?
Non avrei mai pensato di trovare qui e mi dicono
anche in Sud Africa, una diffusione del campeggio così
estesa, penso sia proprio nella loro cultura l'uso di questo mezzo
per soggiornare. Forse deriva da tutte le transumanze che gli
Africaner hanno fatto in Sud Africa: almeno qualcosa di buono
lo hanno lasciato !
Praticamente quasi tutti i lodge, gestiscono un'area per i campeggiatori,
ben attrezzata, sotto bei alberi e fornita di griglia che sicuramente
è la seconda grande passione e moda nazionale.
Qui la gente arriva, apre la tenda dal tetto del 4x4 o monta l'igloo
per terra, si fa un bel falò e chiacchiera ammirando il
tramonto e preparando la cena. Sono posti molto tranquilli, non
esistono optional, e in genere si va a letto presto perché
è sul corso del sole che si organizza la giornata.
12/8 venerdì
Siamo partiti da Ruacana e ci siamo fermati in un piccolo villaggio
Himba; c'erano solo 3 ragazze e un pò di bambini che stavano
facendo uscire dal recinto le numerose capre.
Abbiamo lasciato loro un pò di farina e qualche maglietta
per i ragazzi sopraggiunti.
Durante il viaggio l'incontro con gli Himba era frequente, ragazze
e ragazzi erano in giro a far pascolare capre e qualche mucca
e per tutti Cornelius aveva sempre qualche parola da scambiare.
Le donne sposate portano un pendaglio fatto con una conchiglia
e sul capo un ornamento infilato tra i capelli, quelle nubili
solo un pendaglio fatto in cuoio e ferro. Tra gli altri abbiamo
incontrato un capo Himba, imponente nella sua altezza e con il
suo atteggiamento, chiacchierone ma conscio della sua figura e
del suo prestigio.
Ci ha dichiarato di avere 3 mogli e di essere il capo di due villaggi
che si intravedevano nella valle, alla fine ci ha chiesto del
tabacco per la sua pipa, l'unica cosa di cui necessitava.
Dopo altre due ore di pista siamo finalmente arrivati alle Epupa
Falls.
Una visione!
Cornelius, quale vecchio conoscitore della zona, senza dirci nulla
ha voluto che salissimo prima su un'altura che le domina dall'alto
e come sempre ha avuto ragione, perché lo spettacolo è
superbo.
Immaginate un deserto di pietre che viene interrotto da una ferita
verde di palme e di altri secolari alberi e dal corso del fiume
che in questo punto si divide in tanti rami, il più grosso
dei quali precipita per più di 30 metri con una serie di
salti, arcobaleni nell'aria e pulviscolo d'acqua che fa rabbrividire
quando lo sente sulla pelle. Qualcuno non ha resistito ed è
sceso direttamente alle cascate a piedi. Naturalmente non tutti,
solo quelli che "per caso" disponevano al momento di
scarponi da montagna,di due racchette che io pensavo si usassero
solo per sciare, cappello mimetico con veletta posteriore, tipo
Laurence D'arabia, zaino con 15 kg di viveri di cui 3 di gallette,
giacca a vento e borraccia da 5 litri, piena perché non
si sa mai...: in poche parole, un uomo, un mito: Marco.
Già qualcuno lavorava di immaginazione sul posto tenda
che avremmo trovato, ma L'Omarunga Camp ha sedotto anche i più
scettici, è stupendo: una tendopoli ben organizzata, direttamente
sul fiume e per chi aveva problemi ....toilette e doccia in tenda
!.
Ricordo che questi appunti li ho presi seduto a due metri dall'acqua,
sotto le palme e con la musica delle cascate come sottofondo.
Un paradiso.
13/8 sabato
La mattinata sul posto, ci ha permesso di rilassarci facendo dei
giri a piedi nei dintorni per ammirare le divisioni e le anse
che il fiume compie in questa zona, quindi partenza verso Opuwo,
che ci aspetta questa sera. Lungo il percorso ancora tanti himba,
tanti bambini e bambine al pascolo con le capre, con i capelli
raccolte in un paio di treccine a punta rivolte in avanti, sempre
abbastanza timidi ma anche molto orgogliosi e consapevoli della
bellezza del loro aspetto.
In questo periodo anche loro sono in vacanza, in quanto attraverso
un programma scolastico governativo, vanno a scuola, una apposita
scuola per himba ed abbiamo notato che fa loro molto piacere ricevere
qualche penna o qualche a quaderno in regalo.
"Conifra" mi indica Cornelius verso degli alberi che
mi appaiono abbastanza normali, con una corteccia chiara, simile
alle betulle; poi forse vedendo la mia faccia mi spiega che servono
agli Himba come contenitore per il latte. Si, perchè lavorati
e scavati diventano dei bidoni per il latte visto che almeno qui
l'uso della plastica quasi non è arrivato. Non si finisce
mai di imparare.
Opuwo è una classica nuova cittadina, abbastanza disordinata,
ma per essere in Africa, quasi ordinata; in lingua herero il suo
nome significa "la fine", cioè il termine della
zona da loro abitata assieme agli himba. L'accampamento è
inserito all'interno di un bosco di mopane, a dominare una falesia
scavata da un fiume che al momento è secco. Il posto è
abbastanza suggestivo è gestito in prima persona da un
Afrikaner, piuttosto simpatico, che nella serata, scopriremo fare
un pò di tutto.
14/8 domenica
Oggi ci aspettano più di 400 km, anche se metà su
una buona pista e metà su asfalto.
Ci fermiamo in un villaggio herero, a differenza di altre etnie
le donne usano vestiti gonfi, che arrivano sino a terra e dello
stesso colore portano in testa anche una grossa galla. Assomigliano
alle donne di colore che facevano le cameriere nella "capanna
dello zio Tom".
Il villaggio è molto povero, ai bambini che ci circondano
lasciamo una penna e un quaderno a testa e altrettanto materiale
al maestro della vicina scuola che incrociamo nei dintorni.
Le case sono le classiche capanne di fango con il tetto che scende
sino ad un'altezza di 1,5 mt. In genere è una popolazione
che vive di allevamento sopratutto di capre e mucche. La loro
ricchezza è in funzione del numero di animali e non è
raro constatare che possiedono anche un veicolo e zone di pascolo
più o meno estese.
Al pomeriggio arriviamo al Namatubis Guestfarm, una ex fattoria
trasformata in lodge, ricchissima di fiori, di piante e confinante
con un terreno dove pascolano tranquillamente springbok e impala.
Tanto per cambiare tutto il personale è Afrikaner, ma questa
non è una novità in quanto tutti questi lodge appartengono
a bianchi di origine tedesca o Afrikaner e quindi europea.
Come spesso succede, il personale di colore è solo quello
di servizio, ma almeno in questo caso bisogna dare atto che la
Namibia ha solo 15 anni di indipendenza e anche il tempo ha le
sue esigenze.
15/8 lunedì
oggi attraversiamo
una regione, il Damaraland, che viene definito l'Arizona della
Namibia e a buona ragione. Le cime non sono così elevate
ma l'impatto dei coni sulla pianura coperta solo da un velo di
fieno dorato è molto simile. Paesaggi affascinanti si susseguono
all'infinito.
Andiamo a Twyfelfontein, dove con un semplice percorso di circa
1 ora (ma può essere anche superiore), si possono ammirare
i disegni sulle pareti di alcuni massi particolarmente riparati
dagli agenti atmosferici. Risalgono a circa 6.000 anni, cioè
al Paleolitico anche se sono fatti in periodi diversi e con modalità
diverse. La reception del museo all'aperto è molto semplice:
fatta con tubi tipo dalmine a cui nelle pareti verticali sono
stati saldati i coperchi e i fondi di bidoni, mentre il corpo
del fusto aperto è stato utilizzato per il tetto dell'edificio.
Il risultato è semplice, di effetto e che sopratutto si
integra bene con le rocce rosse che lo circondano.
Prima di Twyfelfontein, ci eravamo fermati alla foresta pietrificata,
che a differenza di quanto avevo letto da resoconti di altri viaggiatori,
merita di essere visitata. E' anche merito di Marco che da bravo
geologo ci ha saputo fornire utili informazioni oltre a quelle
della guida, che abbiamo potuto apprezzare questi tronchi lunghi
anche 34 mt. ormai pietrificati da 260 milioni d'anni.
16/8 martedì
Siamo partiti da Uis e siamo andati a vedere i dipinti del Brandberg.
La passeggiata più breve tra a/r richiede almeno 2,5 ore,
su un percorso che attraversa i resti di torrenti ormai secchi
e ci fa saltare tra un masso e l'altro, ma merita !
I disegni sono situati sotto un grande masso, quasi una piccola
caverna al riparo in cui gli animali riprodotti, dalle antilopi
alle giraffe, o gli orici sembra abbiano le gambe di umani. La
spiegazione è che la famosa raffigurazione della White
Lady al centro dei disegni, altri non è che lo sciamano
che sotto l'effetto di sostanze entrava in trans e rappresentava
la realtà in quel modo. I dipinti sono ottenuti con il
rosso del sangue degli animali, il nero del carbone e il bianco
ottenuto dall'euforbia e rappresentano uomini e donne impegnate
in scene di caccia.
Siamo poi entrati nel deserto della Namibia, il più vecchio
del mondo con i suoi 80 milioni d'anni e lo abbiamo attraversato
in larghezza per poco più di 100 km sino all'oceano.
Impressionante !
L'orizzonte di fronte a noi, vuoto. Solo sabbia frammista con
pochi cespugli e qualche piccola duna. Fermandosi ci aspetta
una temperatura calda ed invece pur con il sole delle 13, l'aria
è fredda e il vento sferza la pelle. Si arriva infine all'oceano,
il grande Oceano Atlantico.
Da principio non lo si scorge perché l'aria non è
tersa e l'orizzonte è nuvoloso a seguito dello scontro
tra la fredda corrente marina del Benguela proveniente dal Sud
Africa e l'aria calda della terra. Finalmente si riesce a scorgerne
le onde, grandi enormi che si riproducono all'infinito per tutta
la costa. Con la macchina arriviamo sino alla discesa che porta
sulla breve spiaggia e per alcuni minuti, rimaniamo tutti senza
parole.
Un veloce panino e poi ancora in macchina verso Cape Cross, ci
aspettano le otarie.
Sono migliaia, e l'odore è superato solo dal loro rumore
per richiamare i piccoli, per richiamare le madri o per litigare
sul posto con il vicino.
Oltre a tutte quelle sulla riva, in mare ce ne sono altrettante
alla ricerca di pesce e ad ogni onda è uno spettacolo vederle
immergersi. Qualche sciacallo e qualche gabbiano sono nei paraggi
aspettando qualche occasione.
E poi finalmente Swakopmund, dove arriviamo ormai a sera.
17/8 mercoledì
Giornata di relax, si confermano i biglietti di ritorno (accidenti
si comincia già a pensarci), si va a richiedere l'autorizzazione
per il Namib- Naukluft Park che attraverseremo domani, si gironzola
per la città facendo anche qualche acquisto e si arriva
a Walvis Bay per vedere i flamingos.
18/8 giovedì
Partenza per il Namib- Naukluft Park: si arriva dapprima ad un
paesaggio lunare, chiamato opportunamente Moon Landscape, da cui
si possono vedere le alture e le valli erose dal Swakop, quando
c'è naturalmente, perché noi in questa stagione
possiamo solo immaginarlo.
Gli scenari cambiano repentinamente e ci permettono di arrivare
a Walwitschia drive dove possiamo ammirare tra tanti esemplari
incontrati un esemplare di pianta di circa 1600 anni.
Si, sono proprio 1600 anni e la pianta gode anche di ottima salute,
non ha molte pretese e anche senz'acqua non si lamenta e sufficiente
l'umidità della notte !
Penso sia uno degli esempi di longevità botanica, anche
perché hanno anche la fortuna di non essere apprezzate
dagli animali.
Alla sera arriviamo al Solitaire Country Lodge, che più
solitario di così non si può, comunque molto gradevole,
fornito oltre che di coperta anche i trapuntina, che ci fa presagire
temperature siberiane e che nello spaccio adiacente si può
trovare di tutto, dal set di piatti, al pane fatto in casa, scatolette
e una deliziosa torta di mele che però vista la vicinanza
con la cena (ore 19.00) con dispiacere preferisco saltare.
Cena come al solito eccezionale, con al termine un coro gospel,
a cappella, del personale del ristorante per festeggiare il compleanno
di un cliente e per chiedere una mancia qualora avessimo apprezzato
il loro lavoro.
Non mi era mai accaduto una simile presentazione e devo riconoscere
che un pensiero è andato in Italia, perché se questa
abitudine arrivasse anche da noi, forse avremmo degli altri disoccupati.
19/8 venerdì
Partenza alle 5,30 per poter arrivare alle dune alle prime luci
dell'alba. Purtroppo il regolamento del parco prevede che si debba
acquistare il biglietto di ingresso a Sesriem e l'apertura è
solo alle 6,30. quando cioè il sole è già
sorto. Mi sembra una contraddizione, che mi fa girare ulteriormente
le palle perché non potremo seguire neppure il tramonto
in quanto dovremo fare circa 70 km e come è regola in Namibia:
non si viaggia al buio. "Ma allora perché ci siamo
svegliati così presto !" mi chiedono Francesco e Daniele
ancora con l'occhio non completamente aperto e lo sbadiglio in
corso, dopo essersi svegliati dal pisolo fatto durante il percorso:
e nonostante alla mattina odii parlare, mi tocca spiegare le differenze
dei colori e delle ombre con i primi raggi del mattino rispetto
a quelli della giornata. Non so se li convinco ma con il loro
bel carattere sono i primi comunque a buttarsi e ad andare a toccare
la sabbia sulla prima duna che incrociamo.
Sono più fortunati quelli che dormono nei pressi, ma anche
noi verso le 7 riusciamo a superare l'ingresso e le immagini delle
prime dune rosse cominciano a stregarci: ogni duna si presenta
diversa, con le sue
curve molto evidenziate dalla luce ancora bassa che disegna delle
S sempre diverse e con una perfezione stilista che solo la natura
a volte riesce a creare.
Lungo il percorso ci fermiamo a fotografare e a raccogliere campioni
di sabbia che tocchiamo con mano per la prima volta, ma che poi
toccheremo anche con i piedi: in una salita sul Big Daddy, la
più alta duna della zona da cui chi è riuscito a
salirvi ha potuto ammirare un panorama che definirei mozzafiato,
anche per quel poco di fiato che la salita ci ha lasciato in corpo.
Ma veniamo con ordine, per arrivare al parcheggio delle vetture
è necessario percorrere circa sei km, percorribili
solo ai 4x4, e quindi a noi. Ma la scarsa esperienza e sopratutto
la caduta di fiducia all'inizio del percorso, sull'unico fra di
noi che dispone a casa sua di una 4x4, cioè Natalino, ci
hanno fatto uno scherzo e in breve Cornelius ha dovuto tirare
fuori dalla sabbia 3 veicoli all'andata e altrettanti al ritorno,
tra le sue risate e il suo commento che quella non era affatto
una pista difficile........difficile è salire sulle dune
calibrando l'angolatura !
Ovvio che Natalino sia stato il bersaglio per tutta la giornata
e purtroppo dobbiamo lamentare la mancanza di un registratore
a bordo della sua auto (abbiamo solo delle testimonianze) che
avrebbe potuto raccogliere tutti i moccoli e le madonne che dicono
abbia tirato.
Tutte quelle dune avrebbero meritato la presenza per più
giorni, purtroppo dovendo scegliere un percorso, ho preferito
entrare nella Dead Vlei che ritengo sia paesagisticamente una
delle maggiori opere morte della natura.
Nel tardo pomeriggio usciamo dal parco per arrivare all'Hammerstein
guestfarm, una fattoria dove oltre a pecore e mucche in ampi spazi
tengono anche ghepardi, leopardi, e come gattoni di casa una coppia
di linci con i loro due figli.
20/8 sabato
Si ritorna a Windhoek per gli ultimi acquisti e poi di corsa all'aeroporto.
Si riconsegnano le macchine, tutto ok; un saluto a Cornelius che
finalmente dopo 15 giorni torna dai suoi figli, dopo averci scorazzati
in giro e averci aiutato per tutte le nostre piccole esigenze.
Grazie Cornelius
21/8 domenica
E adesso io e Lena siamo a Heatrow, in attesa del volo per Milano.
Basta stare fermi, seduti e tutta un'umanità ti passa davanti.
Diventa quasi un gioco distinguere la provenienza di quanti transitano:
gli orientali si mescolano ai medio orientali e agli europei,
la maggioranza, a loro volta si mescolano in un insieme di lingue
e colori.
L'altoparlante chiama Salomon Tubaski e la musica del vicino chiosco
della Virgin fa da colonna sonora ai cartoni animati di un canale
inglese, trasmesso nei pressi.
La gente passa o si ferma, o legge nell'attesa del volo, mentre
l'altoparlante continua a chiamare Salomon Tubaski che nessuno
sa dove si sia nascosto.
Ma forse è solo già ripartito per un nuovo viaggio,
chissà ................................................
Riflessioni
Ogni viaggio, lascia nella mente e sulla pelle dei
ricordi, dei dettagli, come gocce d'olio sull'acqua: piccole macchioline
che nel corso del tempo ritornano a galla quando meno te lo aspetti.
L'immagine della polvere che si disperde nell'aria, quella sollevata
dalle nostre auto, quella che abbiamo mangiato e di cui ci siamo
trovati il naso pieno solo respirando, è la prima visione,
che mi appare. E' subito seguita dalla sensazione di potenza dell'Atlantico:
quelle sue grosse onde che si infrangono su quello che incontrano,
ritmiche, con quell'odore di salsedine, di pesce e di umido e
con lo stridore dei gabbiani che si buttano in rapide discese
e veloci risalite.
Quasi come un mare d'acqua, alcuni scenari, sono stati spettacolari
per la loro dolcezza: nell'Etosha park ma anche dalle parti di
Solitaire, estensioni di fieno giallo si perdevano sino all'orizzonte,
facendo da contrappunto a un cielo azzurro che non rivedremo tanto
presto.
La Namibia non è solo questa, per ciascuno di noi che l'ha
vissuta è tanto altro ancora, ma se la si racconta tutta,
qualcuno potrebbe perdere il gusto di andarci, per cui meglio
fermarsi qui !
Fine
PS
Un viaggio in 18 persone riesce solo se tutti i partecipanti ci
mettono qualcosa: una gentilezza, una battuta, la disponibilità
a rispettare l'orario stabilito, un caffè .................
Un ringraziamento doveroso va quindi a TUTTI: Francesco, Antonio
e Paolo, nuovi aggiunti in questa impresa, ma anche a Daniele,
Francesca, Vittorio, Leonardo, Marinella, Rino, Paola e Natalino,
Barbara, Lia e Tiziano, Matteo e Marco e LENA, senza dei quali
non potremmo ricordare un viaggio simile.
Alcuni amici mi hanno lasciato un pensiero che riporto:
Gli odori della Namibia
Profumo o puzza ?
Che importa !
Sono gli odori della mia Namibia!
- odore di euforbia:velenosa e incantata
- odore di donne Himba ed Herero:sorridenti e prosperose
- odore di grigie otarie:languide e belanti
- odore elefantino alle pozze d'acqua
- odore di sudore.......delle mie amiche scalatrici di
alte dune rossastre
Profumo o puzza??
Che importa !!
Chiudo gli occhi e ricordo la mia Namibia.
Marinella
Breve pensierino sulla Namibia in generale.
E' la prima volta in Africa,
la prima volta sulla duna più alta del mondo (che fatica,
ma ne è valsa la pena!!!),
il mio primo caffè (che buono grazie a Natale!!!),
il primo discorso di ringraziamento "pubblico" (con
tanto di consegna di busta piena di soldi!!!), e la prima volta
con questo gruppo sperando che non sia l'ultimo....
Grazie Roberto per aver organizzato questo viaggio fantastico
fra le meraviglie della Namibia
Francesco
Dei viaggi extraeuropei degli ultimi 4 anni, questo è stato
sicuramente il più emozionante. L'organizzazione perfetta
e l'itinerario fantastico hanno fatto si che anche quest'anno
il viaggio si è svolto nel migliore dei modi.
Daniele
Se avessi immaginato un bel viaggio sarebbe stato proprio questo,
pieno di nuove emozioni mai provate prima. Devo proprio dire che
la Namibia mi ha stupito, la pensavo differente, invece si è
rivelata un piccolo paradiso.
Moltissimi sono i momenti passati assieme che non dimenticherò
mai. Grazie di tutto !
Leonardo
Ne valeva veramente la pena, unica la Namibia, scenari fantastici,
popolazione ospitale e gentile, clima ideale, un'interminabile
esplosione di emozioni sintetizzano questo viaggio.
Rino
Namibia 2005
In Namibia alle pompe di benzina ho visto 2 bambine di 3 o 4 anni,
una bianca e una nera.
La bimba bianca, capelli raccolti in treccine spettinate e due
occhi biricchini correva veloce su una biciclettina rosa, facendo
lo slalom fra le pompe di benzina.
La bimba nera, capelli neri e crespi, occhi neri e pacati correva
veloce su un triciclo di plastica rossa senza pedali.
La bimba bianca sempre davanti, la bimba nera sempre dietro....
Se la bimba bianca si fermava, la bimba nera si fermava.
Se la bimba bianca ripartiva per lo slalom, la bimba nera la seguiva
nello slalom ......
e mai viceversa!
In Namibia alla fine di una cena ho visto tre camerieri suonare
e cantare con orgoglio e passione l'Inno Nazionale.
In un ristorante dove i padroni dei camerieri e del lodge erano
bianchi teutonici impegnati a preparare i conti, per i turisti
a volte distratti.
In Namibia ho visto un fiero capo villaggio Himba che
guardava l'orizzonte e ci guardava negli occhi con la fierezza
di un capo.
In Namibia ho visto, colori, forme, dimensioni, odori,
panorami così intensi e profondi da riempire occhi e cuore
e pensieri.
In Namibia ho visto il passato tribale e il presente
globalizzanto.
In Namibia ho visto il cielo sempre azzurro che inseguiva
il nostro bel viaggiare su Toyota bianche e accoglienti.
In Namibia ho visto fiumi rosa di luce mattiniera che
scivolavano lievi verso cascate spumeggianti e rumorose.
In Namibia ho visto, ho visto, ho visto,
la Namibia che desideravo !
Lia