Viaggiare - Diari di Viaggio


OLANDA 2001

di Elio e Floriana Borghi

Periodo: 14 - 29 aprile 2001 Mezzo: CI Sirio su Ducato 10 TDI Km percorsi: 4.462 Spese: L. 795.000 di gasolio; 143.900 d'autostrada (solo Italia e bollino svizzero), 41000 di GPL. Equipaggio: noi due, 54 e 50 anni. Frigo: trivalente (usato sempre a gas). Gas: bombolone fisso Gpl (20 litri?) Acqua: litri 180 potabile, 160 grigie, 70 nere. Elettricità: due normali batterie in parallelo da 96 Ah. Autonomia: 4 giorni; 5-6 giorni in regime di austerità. Campeggi: due, ad Alkmaar e Den Haag. Ristoranti: nessuno, ma diversi pranzi e cene all'olandese con i fritti volanti. Scarichi: uno in un camper service, tre nei campeggi (vedi dettaglio). Problemi: due, risolti favorevolmente (raccordo GPL Italia/Olanda e motore in panne - vedi dettaglio).

Avvertenza importante Ciò che raccontiamo è la nostra esperienza in Olanda, i giudizi sono da considerare assolutamente personali. Leggendo quanto segue, si troverà, per esempio, che abbiamo pernottato, di solito, liberamente: in Olanda, il campeggio libero (dormire in un veicolo tra le 21 e le 6), è assolutamente vietato e quando si è ospiti in un'altra Nazione, si dovrebbero rispettare le regole del luogo.

Note di carattere generale - Scelta periodo: Abbiamo scelto questo periodo esclusivamente perché obbligati a fruire delle ferie residue dell'anno precedente entro il 30 aprile. Altra motivazione, che nella realtà non ha trovato fondamento, è stata che il mese d'aprile, secondo le statistiche, sarebbe quello meno piovoso (attenzione, non "più secco", ma "meno piovoso"!); non osiamo immaginare cosa siano gli altri mesi.

La lingua: L'Olandese è una lingua molto difficile, sia nella pronuncia, sia nella traduzione a vista. Fortunatamente l'inglese è parlato da tutti, giovani e meno giovani.

Le strade: L'Olanda ha una fittissima rete autostradale gratuita (da due a cinque corsie con corsia d'emergenza sempre presente, anche nei tunnel e sui ponti), un'altrettanto fittissima rete di super-strade e di strade locali. L'intera rete è in perfette condizioni (senza buche, tutte asfaltate), con una segnaletica qualche volta un po' carente, ma senz'altro sempre efficace e senza cartelloni pubblicitari. Gli Olandesi sono "omogenei" nella velocità, non vi si trovano i pazzi che vanno a 50 od a 180, ma tutti vanno alla stessa velocità (quasi alla massima consentita) senza creare pericolosi emboli come sulle nostre strade. Attenzione alle bande per limitare la velocità: prenderle ad una velocità superiore a 20 km/h (dicasi 20 km/h) comporta la caduta a terra di tutto quanto a bordo del mezzo. Frequentissime le gincane a curva molto stretta, peggio che in Francia. A questa fittissima rete stradale, si affianca e s'intreccia un'altrettanto fittissima rete di piste ciclabili, anzi vere e proprie strade, riservate a biciclette e motorini inferiori a 50 cc. peraltro molto rari. Anche questa rete ha i suoi segnali stradali, le corsie per senso di marcia, divieti (anche di sorpasso!) e, naturalmente, semafori! Chi pensa, partendo, di visitare il Paese dei Mulini a Vento e dei Tulipani, in realtà visita il Paese dei Semafori, dei Canali e dei Ponti Mobili. Un piccolo ed insignificante incrocio a "T" con relativo incrocio di piste ciclabili, monta sempre almeno 18 (dicasi 18) semafori (che, moltiplicati per 3, significano 54 lampade!). Abbiamo detto dei canali, dei ponti. L'Olanda è costruita su un telaio di canali, quasi tutti navigabili anche da grosse imbarcazioni; i ponti sono fittissimi ed alcuni anche giganteschi (Rotterdam, per esempio) ma tutti - o quasi - sollevabili, o girevoli, per permettere il passaggio delle barche o delle navi. Normalmente il parcheggio è consentito a pagamento, di solito con prezzo a scalare dal centro, fino a libero in periferia.

I costi del mezzo: Il costo del gasolio si aggira sulle 1600 lire al litro; il Gpl sulle 850. Le aree di servizio accettano tutte le comuni carte di credito. Quelle in servizio notturno o festivo (senza cassiere) non funzionano con le nostre carte di credito o bancomat. Alcune non funzionano neanche col contante. Valutare bene, quindi, il proprio livello di carburante.

La sosta: Il camper non incontra problemi per la sosta, è considerato un mezzo come gli altri. Poche le sbarre a meno di due metri. Ricordiamo che pernottare all'interno del proprio mezzo (dalle 21 alle 6) è vietato.

I campeggi: Sono molto frequenti.

Gli approvvigionamenti: Non ci sono problemi in nessuna parte, anche se è sempre necessario "cercare" il supermercato. L'approvvigionamento d'acqua, oltre che nelle stazioni di servizio, può essere fatta alle prese d'acqua per i barconi lungo i moli, ove questi sono attraccati.

Gli scarichi: Ufficialmente, come è vietata la sosta notturna, quindi il campeggio libero, non sono previsti camper service. Noi n'abbiamo scoperto uno a Giethoorn. I quattro camper service che abbiamo utilizzato (quello già citato, poi ai campeggi di Alkmaar, di Den Haag e nei pressi di Yerseke) sono molto difficoltosi: nessuno è risultato raggiungibile dal tubo di scarico e con diametro di non più di 8 cm; abbiamo avuto la fortuna che anni fa c'eravamo dotati di un tubo flessibile lungo un buon metro e mezzo, fissabile al gomito finale del tubo di scarico, altrimenti sarebbero stati problemi seri.

La sicurezza: Non esistono problemi particolari. Eccetto le tre grandi città (Amsterdam, Rotterdam e Den Haag), tutte le altre non sono altro che dei piccoli villaggi incantati.

Il cambio: In attesa dell'Euro, il cambio con l'Olanda è fisso: praticamente 880 lire per fiorino. Munirsi di monete da 10c, 25c, 1, 2 e mezzo e 5 fiorini per i posteggi. La carta di credito non è accettata ovunque: eccetto le stazioni di servizio, pochissimi esercenti l'accettano (e dove lo fanno sbuffano parecchio!). Se il limite di utilizzo della propria carta di credito non fosse sufficiente (fare attenzione all'accavallamento con le spese precedenti nel periodo immediatamente prima dell'addebito), attraverso la propria banca fare un versamento preventivo sul conto della carta di credito che aumenterà così parimenti il limite di utilizzo. Ricordiamo che raggiungere l'Olanda implica l'attraversamento di Svizzera, Francia, Germania e Belgio: si consiglia, quindi, l'uso di carte di credito, eventualmente anche per prelievi in contanti (la commissione della carta di credito compensa agevolmente i diritti di banca e l'inevitabile avanzo di valuta estera non convertibile).

Gli orari: Solitamente dalle 9 alle 18. Fuori di questa fascia, eccetto Amsterdam e Den Haag, cala il coprifuoco: deserto assoluto.

Le biciclette: Sono assolutamente consigliate. Anche grandi distanze possono essere percorse pure da inesperti, perché si parla di pianura piatta le cui salitelle si limitano al superamento di cavalcavia! Noi abbiamo portato il nostro tandem che… causa maltempo, non ha potuto sgranchirsi molto le ruote per quanto avessimo voluto. A titolo d'esempio, inesperti al massimo (l'usiamo solo nelle due o tre uscite annuali) il giorno che abbiamo girato Amsterdam in tandem, abbiamo percorso 48 chilometri e n'avremmo pedalati ancora se non fosse giunta la sera! Con il bel tempo ci sarebbe stato proprio da divertirsi! Si incontrano anche tanti tipi di bici diverse; da quelle ergonomiche (si pedala da sdraiati) a quelle con carretto, da tandem con terza ruota per bambino posteriore a uno strano tandem la cui parte anteriore non era altro che la parte frontale di una bici da ragazzino, mentre la parte posteriore l'eguale di una da adulto. Uno spettacolo da ammirare, nei piccoli centri, le carovane di studenti di qualsiasi età, dalle nostre elementari alle superiori, che in bici si recano a scuola, sole o pioggia che sia.

Gli indumenti: L'Olanda è battuta da venti fortissimi e freschi: noi siamo ricorsi, spessissimo, ai cappelli di lana, a maglioni e giacche a vento (considerare anche il periodo, ovviamente). In queste zone sembra vietato l'uso dell'ombrello (come in Scozia) poiché, anche con pioggia forte, tutti se ne vanno in giro senza il parapioggia.

Il percorso Italia - Olanda e ritorno: Abbiamo seguito il seguente percorso: raggiunta la Svizzera presso Chiasso, siamo saliti tramite l'autostrada, fino a Bellinzona, Lucerna, Basilea, Mulhouse, Saverne (sopra Strasbourg), Saarbrucken (il tratto Saverne-Saarbrucken è a pagamento, ma la strada locale è ottima…). Arrivando a Saarbrucken, se non ci si vuole perdere, riprendere (o proseguire) come se si volesse raggiungere Parigi, quindi deviare per Trier, Prum, St. Vith, Verviers, Liege e, finalmente, Maastricht. Da Saarbrucken le aree di servizio sono assenti, premunirsi di carburante per tempo. Per il ritorno, avendo raggiunto Bruxelles, siamo scesi per Namur, Bastogne, Trier e, conseguentemente, la stessa strada dell'andata. Abbiamo scelto questa via in quanto volevamo fermarci a visitare Trier (vedi dettaglio).

Le autostrade: Per l'Italia è d'obbligo il ricorso alle autostrade mentre in Olanda sono gratuite, come pure in Germania e Belgio. In Belgio le autostrade sono tutte illuminate, molte in cemento e per il mezzo non è il massimo. La parte francese a pagamento (Saverne-Saarbrucken) l'abbiamo evitata seguendo le ottime vie secondarie (vedi dettaglio).

Il nostro itinerario: Eravamo partiti con l'idea di visitare l'Olanda iniziando da Maastricht e finire a Middelburg passando a Nord da Makkum e la grande diga da 30 chilometri. Ci siamo basati sul concetto di andare a vedere un po' di tutto. Abbiamo utilizzato le seguenti pubblicazioni: "Olanda - Amsterdam, Rotterdam, L'Aia, Haarlem, il Limburgo e le isole Frisone", TCI, L. 39.000: abituati a questa serie verde per la programmazione e guida dei nostri itinerari, è sembrata all'altezza; "Atlante stradale Europa", Istituto Geografico De Agostini, 1:750 000, lire 39.000 (si è fatto onore, considerata la scala); Carta stradale "Nederland", Hallwag, 1:275.000 (edizione 88/89): deludente come impostazione e, colpa nostra, ormai eccessivamente obsoleta (doveva servirci per lo stesso viaggio da farsi 10 anni fa!). Naturalmente anche tanti itinerari scritti da colleghi camperisti messi a disposizione qui su internet. Nel dettaglio dell'itinerario che segue, sono specificati i percorsi giornalieri, le città e villaggi visitati, il nostro giudizio. I tempi indicati nelle singole località sono quelli minimi, necessari per una visita di massima e sono stati messi soltanto per dare un'indicazione per quanto prevedere nei parchimetri o nell'organizzazione del viaggio. I chilometraggi, giornalieri e progressivi, non corrispondono, naturalmente, a quelli sulle carte stradali perché sono stati fatti anche tragitti qui non evidenziati se ritenuti di scarso interesse ed, inoltre, i giri vari per trovare un posto idoneo per la notte. I prezzi specificati per gli ingressi s'intendono sempre a persona.

Cronologia della visita - dettaglio

Venerdì 13 aprile: Ancona - Casalpusterlengo- Km. 401/401 Lasciato l'ufficio alle 16.01, alle 16.55, con 35 minuti d'anticipo sul previsto, si parte. Avvio in autostrada senza alcun problema, si arriva all'uscita di Casalpusterlengo; entriamo nella cittadina e troviamo posto in una piazza-parcheggio, vicino ai Carabinieri e Guardia di Finanza. Ormai abbiamo deciso che non dormiremo più nelle aree di sosta italiane, non tanto per la sicurezza, quanto per il troppo rumore.

Sabato 14 aprile: Casalpusterlengo-Verviers (Belgio) - Km. 1334/933 Di buon mattino partiamo e raggiungiamo Chiasso. All'Aci, per il bollino per le autostrade svizzere, una lunga fila e non accettano carte di credito. Ricorriamo quindi agli efficienti uffici svizzeri che in due minuti rilasciano il bollino senza contanti. Per informazione, all'Aci il bollino costa 52.000 lire, all'ufficio svizzero 40 franchi svizzeri che fanno esattamente 51.160 lire. Attraversiamo la Svizzera fra bufere di neve e sole brillante. Da Lucerna a Basilea è tutto un cantiere. Nella zona belga, precisamente a Malmedy, abbiamo, di nuovo, problemi per la mancanza di gasolio. Già in Francia eravamo dovuti andare a cercarlo in un supermarket, qui, invece, sono chiusi e non accettano le nostre carte di credito né bancomat e non abbiamo franchi belgi e i due distributori visti non accettano neanche i contanti. Soluzione: al terzo bancomat (il primo non ci lascia entrare, il secondo fuori servizio) riusciamo a prelevare 1000 franchi belgi, troviamo finalmente un distributore che accetta contanti e potremmo ripartire: ma è ora di cena e ci fermiamo; durante il pasto cadono almeno dieci centimetri di neve: allegria! Ripartiamo e raggiungiamo Verviers, una bellissima cittadina che ci ospita per la notte in un posteggio molto silenzioso dietro la Cattedrale, lungo il fiume.

Domenica 15 aprile (Pasqua): Verviers (Belgio) - Nijmegen (Nimega) - Km. 1573/239 Dopo una notte silenziosa sotto il ticchettio della pioggia, partiamo e raggiungiamo Maastricht. A ridosso del centro troviamo molti parcheggi a pagamento ma oggi, domenica e Pasqua, sono gratuiti. Ci infiliamo nella prima bella chiesa ed assistiamo, nostro malgrado ma senza rimorsi, ad una funzione religiosa "protestante". Ai saluti finali con il pastore, scambiamo due parole col nostro inglese spaghettaro (maccheronico sarebbe già qualcosa) e ci chiede se abbiamo capito qualche parola: nessuna! Ma accanto c'è anche la Chiesa cattolica che visitiamo giusto in tempo per la fine della funzione: i Pooh avrebbero fatto meno fumo tanto la chiesa è invasa da incenso. In compenso un bel coro ha eseguito dei bei pezzi. Facciamo un giro della città: tutto chiuso, è domenica. Diremmo che al massimo merita un'attenzione per un paio d'ore. Così, dopo la colomba, lo spumante e l'uovo di Pasqua (tutti e tre rigorosamente italiani) partiamo e raggiungiamo Nijmegen (Nimega). Cerchiamo un posto e dopo vari giri, superato in discesa il tunnel sotto la stazione, giriamo a destra e in una delle traverse di Krayenhofflan (dovrebbe essere il nome della via), troviamo posto anche per la notte. Facciamo un giro della cittadina sotto copri fuoco e torniamo al camper per la cena e la notte. Merita una visita di due/tre ore fuori orario del coprifuoco.

Lunedì 16 aprile (lunedì di Pasqua): Nijmegen - Giethoorn - Km. 1759/186 Notte assolutamente silenziosa. Cominciano i problemi. Noi abbiamo il serbatoio gpl da 20 litri e pensiamo che limitando il riscaldamento al minimo indispensabile, avremmo potuto farlo durare per un paio di settimane: il freddo è intenso, bisogna riaccendere la stufa. Non contempo il frigo raffredda troppo (si gelano i funghi riposti in un sacchetto nel ripiano dello sportello): non sappiamo se è per la modifica apportata alla ventilazione dello scambiatore o per il freddo esterno, ma un dubbio l'abbiamo. In Olanda non è possibile riempire il bombolone con attacco italiano: così ci hanno detto in Italia e così ci ripetono in Olanda. Pazienza, a gas finito, scapperemo in Francia! Comunque, decidiamo per una visita del De Hove Veluwe; gira e rigira, scopriamo che per quel giorno è aperto solo l'accesso da Otterlo ed il Parco Nazionale è chiuso, salvo il Kroller-Muller Museum che visitiamo con piacere: sono raccolte molte opere di Vincent Van Gogh. Accanto a queste opere, degli strani oggetti - per noi bufale - di cosiddetti artisti contemporanei e giapponesi ed altre amenità del genere. Eh, se Vincent potesse parlare! Solo per il Museo, un paio d'ore. Si può entrare con il mezzo e raggiungere i parcheggi del Museo. Il prezzo del posteggio si paga facendo il biglietto per il museo (20 fiorini l'ingresso, 8,5 il posteggio). All'uscita incontriamo un camperista olandese che ci dà due buone notizie: ancora soli quattro giorni di maltempo e possibilità di trovare il raccordo gpl al centro vendita di camper di Harskamp. Questa seconda notizia si rivela una bufala, speriamo nella prima! Andiamo a Deventer che ci delude, raggiungiamo Kampen: molto bella. Qui, tra l'altro, assistiamo ad un concerto in una grande chiesa, in cui tutto il pubblico partecipa a gran voce (almeno un paio d'ore - vale sempre il discorso del copri-fuoco). Sulla strada visitiamo velocemente Genemuiden, traghettiamo velocemente a Zwartsluis e raggiungiamo Giethoorn. Se non avesse piovuto avremmo potuto fare un giretto del paesino adagiato sulle rive d'un canale lungo sei chilometri a bordo di imbarcazioni elettriche, invece ci siamo dovuti accontentare di una lunga - ma bellissima - passeggiata lungo questo canale, sotto l'ombrello. Sulla strada principale, notiamo che la concessionaria camper Moncayo ha un piccolo posteggio, quasi quasi chiediamo se possiamo sostare qui per la notte. Poi, visto che il titolare è d'una gentilezza eccezionale, approfittiamo e ne vengono fuori camper service e punto sosta camper (forse l'unico in Olanda) che si trova oltre il ponticello quasi di fronte, poi subito a sinistra, altro ponticello ed a destra (sosta libera, scarico libero ma difficoltoso, acqua non potabile libera, potabile ed elettricità a moneta). Ma, più importante… il raccordo gpl Italia/Olanda si può fare! La fortuna vuole che esista il raccordo Inghilterra/Olanda e noi abbiamo l'Italia/Inghilterra (pagato 30.000 lire circa due anni fa). Occorre però una prolunga che, tra l'altro, mal s'avvita al raccordo inglese. Per farla breve, da un meccanico di mezzi agricoli troviamo una guarnizione spessa (4.000 lire, oltre alle 36.000 del raccordo). Alla prova presso il distributore, il manutentore delle pompe gpl (casualmente lì… quando si dice la fortuna!) dà una riguarnita con del teflon e tutto funziona: siamo salvi! Riepilogo: raccordo inglese più prolunga con guarnizione modificata (più spessa) rifinita con teflon più attacco olandese; la prolunga è necessaria perché i perni di fissaggio per la pompa sarebbero troppo vicini alla ghiera.

Martedì 17 aprile: Gietoorn - Oosterblokker - Km. 1987/228 Dopo la solita notte tranquilla, partiamo ormai contenti della soluzione del problema del gpl che con questo tempo ha significato la prosecuzione del viaggio come programmato, giungiamo ad Hinderloopen che è una bellissima cittadina, merita una deviazione (un paio d'ore). Girando fra le viuzze del villaggio, tra le altre cose, scopriamo un negozio d'antiquariato (negozio è esagerato: megamagazzino di robivecchi): da vecchi semafori, lumi a petrolio usati, timoni, motori, in quantità industriale, probabilmente in parte di provenienza dal disarmo di vecchi barconi. Per chi ama queste cose vecchie è un paradiso ed i prezzi sono onesti: basta solo cercare e non farsi prendere la mano (esperienza diretta). Successivamente, nell'ordine, visitiamo Workum, Gaast e Makkum: sono tutte belle ma quest'ultima particolarmente graziosa. Il problema è che ancora non abbiamo visto un mulino a vento e neanche un tulipano: solo semafori, papere, canali ed acqua. Percorriamo la lunga diga Afsluitdijk (30 km), ci fermiamo al punto definito Monument dove una torre permetterebbe una visione panoramica; abbiamo usato il condizionale, perché, nell'ordine: uno, non dovrebbe piovere o grandinare, due, non esserci un vento bestiale e tre, la torre non è che sia tanto alta. In parole povere, questa immensa, lunghissima diga è stata una delusione totale; merita attenzione, certamente, come opera imponente dell'uomo ma non suscita emozioni. Proseguiamo fino a Enkhuizen, cittadina molto pittoresca (almeno tre ore) ma, purtroppo, non ammette chiaramente soste notturne dopo le 21. Qui cominciano le prime abitazioni spioventi verso l'esterno. Sono costruite così perché le scalinate interne sono strettissime e per portare i mobili al piano superiore bisogna farli passare dalle finestre. Le case terminano con la facciata a punta, sulla quale fuoriesce un trave dove agganciare una carrucola per sollevare i mobili. Dopo la visita, non potendoci fermare per la notte, e poiché siamo in ferie, proseguiamo ed a Oosterblokker (neanche segnalato nella nostra cartina ma lo troviamo poco oltre, sulla strada verso Hoorn), nel piazzale della birreria De Schalm ci fermiamo per la notte. Mia moglie, soddisfatta, sentenzia: "Oggi non abbiamo mai aperto l'ombrello…"

Mercoledì 18 aprile: Oosterblokker - Marken - Km. 2040/53 Se non fosse stata la tempesta di pioggia e vento, sarebbe stata anche questa una notte tranquilla. Tant'è che dobbiamo girare il camper di 90 gradi per evitare la bufera di fianco e rischiare il rovesciamento... Si va e raggiungiamo Hoorn (parcheggi a pagamento, 1 fiorino per 30 minuti): è veramente molto bella (almeno tre ore). In programma c'è Alkmaar, ma tale cittadina va visitata di venerdi (vedi). Nel primo pomeriggio raggiungiamo Marken, dopo brevi visite di Volendam e Monnickendam (belline). Marken si gira solo a piedi e si paga per entrare. C'è un ampio parcheggio a pagamento (11 fiorini la sosta e mezzo fiorino a testa l'ingresso) valido fino alle ore 9 del giorno dopo e si può sostare anche la notte. Facciamo una passeggiata sotto il sole (almeno due ore) fra le caratteristiche case e, appena in tempo per il rientro in camper, arriva una bufera di neve e grandine che in due minuti due imbianca il piazzale. Ritorna il sole, caliamo e montiamo il tandem: ritorno della grandine, di nuovo sole e partiamo per raggiungere il faro a circa 10 minuti di pedalata con una pista ciclabile che attraversa un territorio con molte specie di animali d'aria, di terra ed acquatici (papere, folaghe, cigni, lepri, pecore, falchi, ecc.). Ci fotografiamo velocemente al faro, riprendiamo la via del ritorno quando ci avvolge una grandinata e bufera di vento contrario. La grandine, sugli occhi, fa proprio male! Ma, dopo pochi minuti torna il sole. Qui conosciamo due colleghi di Venezia con una simpaticissima ragazzina. Ma ancora niente mulini a vento, niente tulipani!

Giovedì 19 aprile: Marken - Alkmaar - Km. 2163/123 La notte, ormai monotonamente, passa in modo molto tranquillo; di buon mattino veniamo svegliati da una papera che vuole pane. Programma della giornata: verificare la posizione strategica di Broek in Waterland per la sosta per la visita di Amsterdam e vedere nell'ordine Zaandam, Zaanstad, IJmuiden e giungere ad Alkmaar per esserci domani, venerdì, di mattina presto. Zaandam: finalmente mulini a vento e ben sei tutti vicini! Questa zona di Zaandam (De Zaanse Schans) merita una visita (almeno un paio d'ore) e non dovrebbe mancare in un giro dell'Olanda. Uno dei mulini a vento - l'unico al mondo ancora in funzione (dicono) - è visitabile all'interno, con tutto il suo macchinario fatto in legno ed originale. Si ammira veramente l'ingegnosità dell'uomo nello sfruttare la forza del vento, come regolarne il numero dei giri delle pale (modificando l'area contro vento sulle pale e, oppure, variando il lavoro da svolgere). Le case circostanti ricostruiscono fedelmente un paesaggio d'epoca. Infatti, abbiamo saputo, i mulini a vento sono stati sfruttati fino a circa un secolo e mezzo fa, poi soppiantati dai motori a vapore: quelli rimasti sono solo per il folclore. Biglietto d'ingresso 4 fiorini, parcheggio 7,5/ora. IJmuiden: vediamo le poderose chiuse che separano il mare dal Noordzeekanaal, passiamo pure su un ponte (naturalmente levatoio) con portata massima di 16 qli, vediamo imponenti fabbriche con alte e fumanti ciminiere: tutta l'altra faccia dell'Olanda pubblicizzata! Visitiamo le dune, la spiaggia e ritorniamo verso Alkmaar non prima di aver fatto scorta di pesce fresco su uno dei tanti mercati al porto; il frigo congela che è una meraviglia! Alkmaar: siamo un po' stanchi, i parcheggi sono tutti a pagamento, l'indomani mattina occorre essere presenti presto per il Market Cheese - mercato del formaggio. Non abbiamo voglia di cercare posto in uno dei paesini vicini, quindi ricorriamo al locale campeggio - segnalato (2 persone e camper: 35 fiorini) con camper service. Ci accoglie un acquazzone, tanto per cambiare. Il campeggio è senza lode e senza infamia, tanto fango, servizi - abbiamo usato solo le docce - senza riscaldamento a queste temperature; in compenso il posto è molto tranquillo. Sul tardi arrivano altri camper fra cui anche tre equipaggi italiani. Per il centro, due chilometri, bus 160 ogni 15-20 minuti, 3 fiorini a testa per corsa (biglietto dal conducente che vi dirà anche dove scendere - dopo il capolinea, a circa 100 metri dalla piazza - stessa fermata anche per il ritorno).

Venerdì 20 aprile: Alkmaar - Broek in Waterland - Km. 2230/67 Dormito bene. Visto il tempo e che al Market Cheese non si potrebbe girare con il tandem, preferiamo il bus. In Olanda non è "vietato parlare al conducente": questi rilascia o vidima il biglietto, dà informazioni con molta gentilezza. Ad Amsterdam, per esempio, fa anche da steward annunciando le fermate. Il Market Cheese consiste in un tradizionale mercato che si ripete ogni venerdì mattina alle 10 (essere sul posto parecchio tempo prima per prendere i primi posti… così si raccomanda) ove, secondo la produzione, vengono vendute migliaia di forme di formaggio locale, con crosta rossa per l'esportazione e gialla per il consumo locale (o, forse, a colori invertiti…). Oggi abbiamo fatto un rapido calcolo e le forme saranno circa duemila, disposte ordinatamente sulla piazza transennata. Turisti a livello industriale dietro le transenne, considerando poi che si tratta di un venerdì qualunque, non in alta stagione. Alle dieci è dato il via al mercato, l'assaggio, il peso fatto caricando alcune forme su delle barelle ovali portate a spalla da personaggi in costume bianco; dopo il peso, sono caricate su dei carretti e con molta scenografia, gli stessi sono spinti a mano verso i camion posteggiati nella via adiacente. La fiera può durare anche tre ore. Sinceramente, dopo mezz'ora ha bel che stufato. Rimane che questa manifestazione è da non perdere. Lasciamo il piazzale, ormai in via di svuotamento, e facciamo un giro per la cittadina: è veramente molto bella, turisticamente industriale ma da non perdere (almeno quattro ore). Si passeggia mangiando… formaggio come se si mangiassero noccioline o gelato. Acquistare, fra i tanti, un formaggio stagionato color marroncino denso… si scioglie in bocca, magari aiutato da un vinello bianco! Dopo pranzo, al campeggio, sotto un diluvio, scarichiamo al camper service (condensato di problemi: pioggia, scarico da 8 cm in un angolo non raggiungile dal mezzo; dopo varie prove, bagnati fradici - ma chi ce lo fa fare, non fa bene chi scarica selvaggiamente! Con scarichi così, hanno ragione! - riusciamo nell'impresa). Decidiamo, prima di giungere ad Amsterdam, di passare il resto del pomeriggio ad Haarlem. Un amico, tanto per non fare nomi, Mosè, ci aveva segnalato una particolarità di questa cittadina molto, molto bella. Arriviamo e troviamo un parcheggio a pagamento (3 fiorini l'ora) e facciamo un giro del centro (mutilato da un enorme luna-park nella piazza centrale) sotto una pioggerella non propriamente "ella", anzi quasi un acquazzone. Haarlem merita almeno una mezza giornata. Ritorniamo al camper, ci sistemiamo degli indumenti bagnati, infiliamo la chiave nel cruscotto, giriamo, si accende il quadro ma non succede altro. Non c'è niente da fare, il Ducato, molto maleducato, non s'avvia. Sono le 18.00 di venerdì e qui tutto chiude alle 18 e domani sarà sabato e dopodomani domenica e quindi meccanici chiusi. Chiediamo aiuto ad un vicino garage, ma non sanno dove indirizzarci. Due signori, interpellati, ci danno il numero del soccorso stradale olandese; ritornando verso il camper ci ricordiamo che siamo assicurati D'Orazio con l'appendice della formula Europa Assistance. Pensiamo di essere salvi; chiamiamo il numero previsto sulla scheda ma non c'è nulla da fare, non si riesce a contattare la sede italiana, né con il numero internazionale, né con il numero nazionale! Quindi, con il nostro inglese sempre spaghettaro, chiamiamo il numero del soccorso stradale olandese (0800 0888) che, cercato di spiegare il problema, ci chiedono conferma che abbiamo "ben compreso che il solo intervento sarebbe costato 180 fiorini" e, data la conferma, ci segnalano che l'intervento avverrà tra un'ora ed un'ora e 10 minuti! Cosa che avviene appena dopo un'ora; il giovanotto, guarda e scopre che si è allentata la femmina del connettore del motorino d'avviamento che stringe con una pinza: è tutto risolto! "Small problem" ci dice; chiediamo quant'è e ci risponde: "Nothing, small problem!" e non accetta mance. Lo obblighiamo ad accettare una bottiglia di buon vino italiano! Fortuna che è successo in Olanda! Lasciamo Haarlem e raggiungiamo Broek in Waterland per posteggiare e visitare Amsterdam da questo paesino d'incanto, a soli 10 km dalla capitale. Qui facciamo conoscenza con la famiglia che gestisce uno snack bar in un angolo della piazza adibita a parcheggio, segnalato dalla strada principale e cominciamo a scoprire i fritti olandesi.

Sabato 21 aprile: Broek in Waterland (Amsterdam) - Km. 2230/0 Da questo paesino a nord-nord-est di Amsterdam, si può facilmente raggiungere la capitale con i bus che transitano a 100 metri dal parcheggio libero e che passano ogni 15 minuti durante il giorno ed un paio di volte l'ora durante tutta la notte. In questo paesino da favola, ci sono: telefono pubblico, ristorantino/paninoteca, piccolo supermarket, snack bar ed altri negozietti. I biglietti per il bus si possono comprare nel vicino market (a bordo costerebbero di più). Conviene comprare la "strisciata": sono quindici "streppen", strisciate, per 12,5 fiorini. Da Broek in Waterland ad Amsterdam occorrono 4 strisciate ed ogni timbratura dura un'ora (lo stesso biglietto può servire per più persone, se bastano gli streppen). Arrivare ad Amsterdam (davanti alla Central Station) il bus impiega 10 minuti (al ritorno sono bastati 6 minuti, l'autista ha fatto le corse con altri bus anche lungo il tunnel sotto il canale!). Ad Amsterdam andiamo al locale VVV (Ufficio Turistico, mente la "i" di informazioni è solo un pannello con la pianta della città) ed acquistiamo una inutile pianta di Amsterdam per 4,5 fiorini buttati via, ma - fortunatamente - acquistiamo anche i biglietti per i musei di Van Gogh (15,5 fiorini) ed il Rijksmuseum (17,5 fiorini) dove evitiamo, specialmente per il primo, lunghissime code d'attesa. Il nostro consiglio è di acquistare, in un qualsiasi VVV, i biglietti per questi musei. Raggiungiamo i musei con il tram (linea n. 2 - costo due strisce - ma sono ancora valide quelle timbrate per raggiungere Amsterdam) dove il conducente segnala, tramite altoparlanti in ogni vettura, ogni singola fermata. Museo di Van Gogh: molto interessante, specialmente se seguito con l'audio-guida (7,5 fiorini). Andare ad Amsterdam senza visitare questo museo è come non esserci stati. Comprende numerose opere dell'Artista ed altre opere di altri Artisti comunque a lui in qualche modo collegabili. Le opere sono esposte a rotazione con altri musei, tra i quali anche il Kroller-Muller Museum (visto lo scorso lunedì). Qualche "imbarazzo" nel vedere apparentemente la stessa opera simultaneamente nei due musei: Van Gogh, quando gli veniva bene un'opera, la ripeteva diverse volte e per questo motivo, lo stesso quadro, apparentemente, sembra esposto su diversi musei contemporaneamente (esempio: "I mangiatori di patate"). Museo Rijskmuseum: a parte alcune opere notevoli fra cui spicca incontrastata "La ronda di notte" di Rembrandt, abbiamo visitato musei di una qualità superiore. Merita comunque una visita. Entrati nei musei, fortunatamente senza far code, verso le 10, finiamo vero le 16. Prendiamo il primo tram che va verso il centro (la Dam, dietro questa piazza c'è un supermercato) e passeggiamo per il centro di Amsterdam. Come tutti sanno e non stiamo a ripetere, Amsterdam è la globalizzazione di tutte le razze che convivono senza far caso al colore, alla statura, alla lingua ed alle proprie usanze. Verso le 18.30 ci avviciniamo alla Central Station dove parte l'autobus (stessa fermata di quando siamo arrivati al mattino) per rientrare al nostro paesello che ci accoglie con una festicciola in onore del cinquantenario della costituzione della locale squadra di calcio. Notiamo ancor più - ora che abbiamo visto la capitale - il contrasto che esiste tra la grande città e questo piccolo sobborgo a soli 10 chilometri di distanza.

Domenica 22 aprile: Broek in Waterland (Amsterdam) - Km. 2230/0 Dopo una notte pacifica, ci alziamo ed optiamo per una pazzia: lasciar perdere l'autobus, raggiungere la capitale in tandem. Cosa che viene subito approvata all'unanimità (siamo in due, ma il voto della moglie vale due). Vi segnaliamo la via migliore e più breve per raggiungere la Central Station in quanto la segnaletica per le piste ciclabili porterebbe ad est della capitale. Partire da Broek in Waterland e seguire le indicazioni per Amsterdam, seguire sempre il canale alla propria destra, non badando alla segnalazione, fuori del paesino, di voltare a sinistra. Proseguire, il canale si allontanerà mentre la pista costeggerà, ora, la superstrada (alla vostra sinistra). Giunti e superato un campo da golf (sulla destra), la pista attraverserà la superstrada. Attraversata, prendete a sinistra e superate il ponte (sotto) girando subito dopo a destra e, dopo ancora a destra, quindi diritti fino al molo di attracco del battello, gratuito per pedoni e cicli, che vi sbarcherà proprio dietro la Central Station; la potete attraversare (con la bici, ma a piedi). Avete così raggiunto Amsterdam, in 10,5 km e poco più di mezz'ora di sana pedalata in pianura (il battello impiega cinque-sei minuti, e fa una corsa ogni quindici minuti circa). Girare per Amsterdam in bicicletta, od in tandem come noi, è un'esperienza indimenticabile. Abbiamo girato praticamente tutta l'Amsterdam del centro, siamo stati anche al Vondel Park (zona musei) dove ci sono degli esibizionisti dello skyboard, cicli, parchi divertimenti per bambini, un po' di tutto per una serena divagazione. Siamo stati oggetto di ammirazione da parte di turisti che ci hanno chiesto il permesso di fotografarci (avevamo anche comprato un mazzo di tulipani al mercato dei fiori lungo il Singel e lo tenevano bene in vista sul cestino!). Abbiamo girato - lo confessiamo - anche il quartiere a luci rosse, dove le donnine di facili costumi sono in vetrina in attesa di clienti. Diciamo che le ragazze di colore sono un po' vivaci, ci hanno anche salutato lanciandoci baci (visto il nostro mezzo dice mia moglie, io dico di no!) mentre le ragazze bianche sembrano dei semplici manichini per l'esposizione della biancheria intima. Qualcuno - leggendo qua e là - si scandalizza per questa tradizione: noi la troviamo certamente molto meno scandalosa della situazione sulle nostre strade. Amsterdam va goduta piano piano, magari ripassando sullo stesso posto. La bici è il mezzo migliore per una visione più ampia. Due raccomandazioni: non lasciate mai il vostro mezzo (molto probabilmente non lo ritrovereste) e nelle zone riservate ai soli pedoni, scendete: rischiate una multa di quasi 60 fiorini. Non mancate Rembrandt plein, il mercato dei fiori al Singel. Per il pranzo non c'è che l'imbarazzo della scelta. Noi abbiamo preferito una strana specialità… ancora a cena, dopo aver ingurgitato dolci, bibite d'ogni genere, biscotti ed altro, il sapore di cammello non ci ha abbandonati. Qui si mangiano fritti (patatine, carne e tanto, tanto pesce) a pranzo cena e colazione (anche alle nove di mattina! Prima di quest'ora sono chiusi…). Comunque, verso le 18 si riparte, appagati della visita, per casa… pardon, per il camper e qui giunti (dopo oltre 42 km percorsi in un giorno, per noi che usiamo la bici solo in occasione delle uscite col camper e non sempre!), decidiamo di fare altra strada attraverso le campagne circostanti, tra i saluti della gente del posto; si, in questo paese chi incontri per strada ti saluta cordialmente!

Lunedì 23 aprile: Broek in Waterland (Amsterdam) - Wilsveen - Km. 2399/169 Salutata Broek in Waterland e la famiglia titolare dell'adiacente snack bar, partiamo per un'altra giornata. Prima tappa Haarlem, per vedere questa pesa delle streghe che non troviamo e nessuno sa dirci dove e cosa sia. Decisamente Haarlem non è in buoni rapporti con noi. Facciamo rifornimento d'acqua in una presa lungo il canale principale, e seguiamo nell'ordine: Zandwoort (circuito automobilistico e spiaggia), Lisse (finalmente qualche campo di fiori! Il profumo fin dentro il camper!), Noordwick aan See, Leiden, Madurodam (Olanda in miniatura). Tutte località non eccessivamente esaltanti. Per la notte puntiamo al villaggio di Wilsveen (a nord est di Vooburg, che si trova, a sua volta, ad est di Den Haag). Puntiamo male perché questo villaggio è in realtà composto da alcune case lungo la strada senza parcheggio; fortunatamente c'è l'insegna di un minicamping (De Drie Morgen). In realtà è una casa colonica con un campetto adibito a campeggio. Siamo soli, parcheggiamo nell'aia per evitare il campetto ed il rischio di impantanamento. Qui ci sono bagni puliti, docce calde a volontà, chiuse e non all'aperto come al campeggio di Alkmaar. Anche il costo è limitato: 19 fiorini per camper, due persone, due docce e carico e scarico acqua (qui contano tutto!).

Martedì 24 aprile: Wilsveen - Brielle - Km. 2528/129 Salutata la famiglia che ci ha ospitato, andiamo a visitare Den Haag (L'Aia, per noi italiani). Merita una visita di almeno mezza giornata. Facciamo tappa in un parcheggio su una strada laterale alla Bezeduin Hourse Weg, vicino alla stazione della Polizia. Il parcheggio è all'interno di una costruzione, probabilmente una scuola (l'olandese non è il nostro forte), ma libero per tutti; dista 2,5 chilometri dal centro, facilmente raggiungibile (basta andare sempre diritti da Bezeduin Hourse Weg!) ed è al limite della zona dei parcheggi a pagamento. E' ben servito dai bus ma noi andiamo con il tandem. Den Haag è molto bella (almeno mezza giornata ce la vuole tutta), con immense costruzioni moderne vicinissime alle stupende zone storiche, il tutto non stona più di tanto. Questa particolarità la ritroveremo anche a Rotterdam. Nel pomeriggio partiamo per Rotterdam: immensa città industriale, dove il centro è un misto di grattacieli di "classe" e palazzi storici, ponti giganteschi, autostrade a 4 corsie… è il summa dell'industrialità di una Nazione. Il suo porto si sviluppa a ridosso di un'autostrada lunga 95 chilometri, con pontili e moli grandiosi, per non parlare delle migliaia di gru poderose. A volte anche queste opere destano ammirazione. Per la sera proseguiamo fino a Brielle dove arriviamo sul tardi avendo perso parecchio tempo per il porto di Rotterdam, non troviamo parcheggi soddisfacenti, quindi andiamo verso la zona mare e ci fermiamo in un parcheggio di fronte al campeggio Itersoncamping, ormai chiuso per la notte. Ceniamo e tutti a nanna.

Mercoledì 25 aprile: Brielle - Koudekerke - Km. 2743/215 Dopo una notte silenziosa, al mattino si riparte per ritornare verso Rotterdam e precisamente la zona Europoort dove vediamo i grandi serbatoi di greggio, le immense dighe, conigli, vari animali tra i quali una specie che aveva fatto la cova e covava le uova proprio sul ciglio della strada. Riprendiamo verso sud, visitiamo Brielle (nessuna nota in particolare), Ouddorp (idem) e Zierikzee dove facciamo un lungo giro in bici. E' una cittadina turistica molto bella con ampio parcheggio libero, vietato per la notte. Fra dune e ponti di notevole stazza giungiamo a Veere, grazioso villaggio godibile, sotto un furioso temporale. Infine raggiungiamo Middelburg, una bellissima cittadina, proprio bella (almeno mezza giornata). Per la notte usciamo e puntiamo su Koudekerke, dove in una stradina interna troviamo posto per la notte (come sempre, dopo aver chiesto ad un abitante della zona).

Giovedì 26 aprile: Koudekerke - Marche (Belgio) - Km. 3046/303 E' l'ultima notte in Olanda, passata sotto una pioggerella intermittente. Ritorniamo a Middelburg per il locale mercato (il giorno precedente preparavano la manifestazione), ma niente da fare per la visita della stupenda Cattedrale. Dato che ci siamo, andiamo a Vlissinger (che è una città discretamente bella), a Goes - molto bella (un paio d'ore, parcheggio a pagamento) ma Cattedrale chiusa. Tutti consigliavano (guide ed itinerari) di andare a Yerseke per i molluschi, cozze, aragoste, ortriche… nemmeno l'ombra e dire che l'abbiamo setacciata tutta con il tandem (bella cittadina, un'oretta, parcheggio libero davanti al supermercato), compresa la zona portuale con un vento da portarci via. Solo un negozietto, con prezzi usurari e pesce probabilmente scongelato e venduto per fresco (viviamo in una città marinara, riconosciamo il pesce fresco da quello stagionato). Per lo scarico ci rivolgiamo ad un campeggio: ci fanno scaricare gratuitamente (non abbiamo caricato acqua) nel solito pozzetto olandese con un diametro idoneo ai camper di Barbie. Decidiamo che ormai è giunta l'ora di salutare l'Olanda. Siamo in anticipo sul programma di almeno un giorno. Quindi rapida puntata a Bruxelles ma, senza guide e cartine, giriamo un po' per il centro, poi ritorniamo verso la strada di casa lasciando la possibilità di ammirarla in un prossimo giro del Belgio. Prendiamo l'autostrada in direzione di Namur ed a Marche (direzione Bastogne-Trier) ci fermiamo in un grande parcheggio libero utilizzato anche dai camionisti, dove ci apprestiamo a passare la notte, dopo aver fatto un giro in camper per il centro in fase di ristrutturazione (a lavori finiti dovrebbe uscirne una bella cittadina).

Venerdì 27 aprile: Marche (Belgio) - Phalsbourg (Francia) - Km. 3399/353 La notte è passata bene, seppur con il rumore del traffico della strada poco lontano. Partiamo e seguiamo il percorso Bastogne, Ettelbruck, Echternach per giungere al parcheggio all'ingresso di Trier (Germania). Il tragitto è molto bello, sulle rive di un fiume affluente della Mosella; è anche costeggiato da una pista ciclabile tranquillissima, fra verdi prati. Numerosissimi campeggi, tutti rigorosamente sul greto del fiume, già al limite del suo letto normale… tutto il mondo è paese! Trier la visitiamo in tandem: è una bellissima ed elegante città. Merita una sosta per più di mezza giornata. Numerosi camper stanno arrivando per il lungo week-end che terminerà martedì primo maggio. Il parcheggio, provenendo da Echternach lo si trova sulla destra, a lato del Mc Donald; c'è anche il camper service (segnalato) a pagamento (con monete) ed a pompaggio; si collega un tubo allo scarico e si infila la moneta: i liquami vengono aspirati dal macchinario. Ripartiamo ed a Saarbrucken pensate che fosse andata meglio dell'andata? Manco per sogno! Comunque, infiliamo fortunosamente la strada giusta (seguire sempre Parigi!) e, usciti dalla superstrada per evitare l'autostrada a pagamento, seguiamo il tragitto Cappel, Puttelange, Sarre-Union, Drulingen e, ormai notte, ci fermiamo a Phalsbourg (poco prima di Saverne) e dormiamo nei pressi della porta antica, superata la piazza principale.

Sabato 28 aprile: Phalsbourg (Francia) - Salsomaggiore Terme - Km. 4106/707 Dopo una notte pacifica, ci alziamo e puntiamo verso Strasbourg che scopriamo essere discretamente bella. Quando troviamo un parcheggio decente e gratuito, mentre stiamo per calare il tandem, comincia a calare anche molta pioggia: ciao Strasburgo! Partiamo e raggiungiamo agevolmente Colmar (sopra Mulhouse): è una cittadina stupenda da passarci anche qualche giornata intera! Case a graticcio, palazzi molto antichi, molto turistica. All'ingresso ci sono due ampi parcheggi gratuiti, proprio a ridosso del centro. Per quasi una metà sono pieni di bus, numerosi camper. Nel primo pomeriggio prendiamo la strada di casa. Dopo cena raggiungiamo Como, poco dopo usciamo per trovare un punto per dormire ma non troviamo nulla di soddisfacente; una rapida votazione ed all'unanimità si decide di raggiungere Salsomaggiore dove sappiamo si può dormire tranquillamente.

Domenica 29 aprile: Salsomaggiore Terme - Ancona - Km. 4462/356 Visto che la sera precedente si è andati a letto a mezzanotte, sveglia un po' più tardi del solito, ma comunque anticipata dai cani dei camperisti vicini; una pedalata per Salso, quindi irrimediabilmente verso casa.

Conclusioni: La lettura di queste notizie può dar l'idea di una corsa per l'Olanda... Può essere anche che sia stato così, ma, fortunatamente, abbiamo entrambi le stesse intemperanze che ci consentono di vivere proprio in questo modo le nostre vacanze, i nostri giri pazzi col camper. Comunque, l'Olanda è circa un decimo dell'Italia e le distanze di conseguenza. E' stata un'esperienza splendida, tutto è andato liscio o comunque tutto si è risolto in modo positivo. L'unico peccato è stato il maltempo che, dobbiamo però ringraziarlo, ci ha fatto godere Amsterdam sotto un bel sole. Sono caduti dei miti: i mulini a vento, i tulipani. Con il senno del poi, avremmo dovuto privilegiare tutta la parte a nord di Amsterdam, sia la zona del Friesland (da Giethoorn a Makkum) sia il Westfriesland (da Medemblik a Den Haag). La parte sud, da Rotterdam in giù, eccetto Middelsburg poteva benissimo essere omessa. Ma, ripetiamo, sono sempre considerazioni personali! E, ricordate, in Olanda è vietato il campeggio libero…


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