UN MASSICIO TRA DUE MARI: IL POLLINO
testo
e foto di Vincenzo Adinolfi
Percorrendo
l'autostrada SA-RC a confine tra Basilicata e Calabria,
provenienti da Nord e diretti verso Sud nel tratto della
Regione Basilicata (Lagonegro-Lauria-Castelluccio), dopo
aver lasciato l'area di sosta "ESSO" di Galdo
a Lauria Sud, si entra nella valle del fiume Mercure e,
successivamente, nella Regione Calabria. Attraversando il
territorio appartenente ai comuni di Laino-Mormanno ed il
tratto autostradale dominato dal viadotto "Italia",
così denominato per la sua imponenza, ci si rende
conto che si stà attraversando una terra caratterizzata
da rara bellezza naturale. Stiamo attraversando il massiccio
del Pollino che forma la più alta catena dell'appennino
meridionale e stiamo "entrando" nei territori
del Parco Nazionale, il più vasto d'Europa con i
suoi 196.000 ettari di superficie.
La
catena montuosa del Pollino, di origine calcareo-dolomitico,
separa e stabilisce in modo "naturale" il confine
fisico tra le Regioni della Basilicata e della Calabria.
Di
clima mite e mediterraneo, l'area montuosa del Pollino,
offre ai visitatori una variegata scelta di scenari naturali
e paesaggistici che raramente possono essere visitati in
altri luoghi del nostro Paese. Ci riferiamo al territorio
che custodisce gelosamente la propria identità rappresentata
da una storia millenaria le cui testimonianze partono dal
Paleolitico (la preistorica "Grotta del Romito"
di Papasidero, famosa per un'incisione rupestre che raffigura
un Bovide di 1,20 m.; la Valle del Mercure con i ritrovamenti
archeologici esposti nel Museo di Rotonda, ecc.), agli splendori
della Magna Grecia e di Roma; ai fasti Bizantini e all'inseguirsi
di culture e civiltà che, presenti in ogni comune
del parco, si rincorrono fino ai nostri giorni.
Il
paesaggio che si percorre consente di ammirare, in una natura
incontaminata, le cime più alte della catena montuosa
(Serra Dolcedorme di 2266 m. ed il Monte Pollino 2248m.
che "battezza" la catena montuosa ed il Parco
Nazionale). L'area protetta del Parco, è stata istituita
nel 1990 per
garantire un patrimonio vegetale unico al mondo come il
Pino Loricato (nome volgare che deriva dalla corteccia che
lo ricopre poiché ricorda le Loriche=corazze degli
antichi soldati Romani), o Pinus Leucodermis (nome scientifico
che nasce dal caratteristico colore bianco - cenere della
corteccia in età adulta), tante specie di primaria
importanza (Abete Bianco, Pino Nero ecc.); specie che possono
essere visitate in ogni punto del parco ed in particolare
sulle cime Serra di Crispo (2053 m.) e Serra delle Ciavole
(2127 m.) e nelle zone più impervie fra strapiombi
e spuntoni di roccia (comoda è la vista dal "Belvedere",
una balconata sulla vista del versante Calabro di Morano
e Castrovillari a poche centinaia di metri dal Rifugio "A.
De Gasperi".
Altro
ambiente ineguagliabile è quello destinato alla fauna
che annovera fra gli elementi di sicuro interesse: il Lupo,
la Volpe, il Capriolo, la Lontra, il Gatto selvatico, il
Cinghiale, l'Aquila Reale, il Corvo Imperiale, il Picchio
Nero, la Beccaccia, la Cornacchia, ecc. solo per citarne
alcuni.
Nell'area
nord del Parco, il Pollino è circondato da foreste
immense, faggete molto fitte e, in alcuni tratti impenetrabili
che sboccano in alcune vallate e pianure di suggestiva bellezza.
Tali pianure si trovano a quota 1500 - 1800 m. s.l.m., sono
del tipo a dolce ondulazione, e si distendono fino a burroni,
valloni e vette quasi sempre innevate, tipicamente riconducibili
alle bellezze alpine.
Le
fresche, limpide e cristalline sorgenti di acqua, si trovano
all'interno del Parco con grande facilità raccogliendosi
a formare ruscelli, piccoli fiumi, rigagnoli che danno dimora
alle trote, alle rane, e tutte le specie presenti in questi
ambienti tipicamente appenninici.
Il
periodo della primavera, costituisce un sicuro "incentivo"
per la visita di questi luoghi incontaminati poiché
le giornate iniziano ad allungarsi risultando molto limpide
e luminose. Una terra di rara bellezza che mette in risalto
la purezza dei luoghi rendendo unici i colori del cielo,
dei prati, dei monti, delle piante e dei fiori.
Nella
settimana che precede la Pasqua, in tutti i comuni del Parco
Nazionale sono organizzate rappresentazioni religiose sulla
passione e sul sacrificio di Gesù Cristo.
La
più importante si svolge nel comune di Laino Borgo
(a 8 Km. dall'uscita di Lauria Sud dell'autostrada SA-RC,
oppure a 4 dall'uscita Laino dell'autostrada RC-SA) il Venerdì
Santo a partire dalle ore 9.30 fino al tramonto.
Nella preparazione di questa manifestazione religiosa sono
coinvolti circa duecento attori non professionisti, ognuno
vestito con abiti dell'epoca (realizzati e rifiniti a mano
da sarte del luogo), che nell'arco della giornata sono coinvolti
nella rappresentazione storica e religiosa sviluppando un
percorso in cui "toccano varie stazioni" ove vengono
riportati in diretta, con la viva voce dei figuranti, gli
episodi salienti della passione e crocefissione di Cristo.
La manifestazione religiosa raggiunge il suo culmine proprio
con la crocefissione di Cristo e dei due ladroni, in uno
scenario suggestivo ambientato in una collina molto rappresentativa
dei luoghi dove avvenne il martirio del Signore.
Questa
meravigliosa rappresentazione è uno spettacolo davvero
unico e che merita di essere visto almeno una volta. Lo
consiglio quindi vivamente a tutti gli equipaggi che si
trovassero in zona, o in transito per il confine Calabro-Lucano
dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, durante il periodo
pasquale.
Buon
Viaggio a tutti!