POLONIA E REPUBBLICHE BALTICHE 2005
testo e foto di Marco
Zanette
Equipaggi: Luca (9), Erica (14), Marisa, Marco su McLouis 430
VV 2.0jtd 2004 Gabriele (4), Alice (9), Carla, Aldo su Chausson
Welcome 17 2.3 jtd 2005.
Mercoledì 3 agosto - Castagneto Po – Cessalto
(VI) -
Km parziale 412 Totale 412
Partenza alle 20, dopo cena.
Tappa di trasferimento lungo la A4, a velocità tranquilla
e risparmiosa.
Nulla da segnalare. Ci fermiamo a dormire all’1,30 nel parcheggio
di una zona industriale (triste ma assolutamente tranquillo).
Giovedì 4 agosto - Cessalto – Jablonovè
(Repubblica Slovacca) -
Km parziale 753, totale 1.165
Altra faticosa tappa di trasferimento.
Acquisto vignette austriaca per 10 giorni.
Pioggia incessante, lungo tutto il percorso dal confine austriaco
a Eisendstadt.
La pioggia cessa solo grazie al vento fortissimo, che fa girare
centinaia di pale eoliche tra Eisendstadt e Bratislava.
Il controllo alla frontiera slovacca è veloce. Dopo Bratislava
incontriamo di nuovo pioggia fortissima.
In una pausa delle precipitazioni, ci fermiamo per cena in una area
picnic autostradale. Finita l’autostrada, inizia la strada
E50 per Zilina: sotto la pioggia ed al buio, lucida e piena di buche,
si rivela abbastanza infida.
Decidiamo di non rischiare e ci fermiamo a dormire verso le 22 nei
pressi di un paesino.
Venerdì 5 agosto - Jablonovè - Oswiecym (Auschwitz)
- Cracovia -
Km parziale 236, totale 1.401
Ripartiamo (per fortuna senza pioggia) in direzione del confine
Polacco. Incontriamo sulla strada, in direzione opposta
alla nostra, un camper italiano, il cui conducente ci preoccupa
dicendo di “non aver trovato il confine con la Polonia”.
La strada per Zwardon è in effetti una piccola strada di
montagna, che nei pressi del confine è stravolta dai lavori
in corso per l’ampliamento della stessa: ma il confine c’è,
e superandolo possiamo dare davvero il via alla vacanza.
Da lì, incontriamo le prime segnalazioni per Oswiecym, ma
ben presto – a causa di una deviazione imprevista e della
scala 1:800.000 della nostra cartina – ci perdiamo per la
campagna polacca, gironzolando a vuoto per oltre mezz’ora
prima di ritrovare indicazioni riconoscibili.
Arrivati a Oswiecym, non vi sono praticamente indicazioni per il
Museo di Auschwitz, che si trovano solo puntando inizialmente verso
il centro della città. Arriviamo infine nel grande parcheggio
di fianco al campo (in cui sono presenti innumerevoli camper italiani).
Pranziamo ed alle 14 affrontiamo la visita, che ci angoscia parecchio,
di nuovo sotto la pioggia.
Ne usciamo tre ore dopo, immersi in una profonda emozione, e ripartiamo
con calma per Cracovia, dove arriviamo verso le 20. Riusciamo ad
individuare velocemente il parcheggio sotto le mura del castello,
che a quell’ora è vuoto, e dopo cena ci godiamo una
splendida passeggiata notturna per la città.
Sabato 6 agosto - Cracovia - Wieliczka - Zalipie -
Km parziale 123 Totale 1.524
Dopo aver pagato il parcheggio all’addetto, la mattina è
dedicata alla
visita della splendida città, sotto un cielo incerto che
minaccia pioggia (ma ci grazierà portando anche il sole).
Nel pomeriggio, dopo un pranzo frugale ed economicissimo in uno
dei diffusissimi chioschetti di kebab, lasciamo Cracovia e percorriamo
gli 11 km che ci portano a Wieliczka (anche qui le indicazioni sono
molto carenti!). trovando posto nell’ampio parcheggio a pagamento
che si incontra prima delle miniere.
La visita delle miniere di sale dura circa 3 ore, ed è estremamente
suggestiva (preferibile fare il giro con la guida, anche se costa
abbastanza).
Poi, partenza per Zalipie, il paese delle case dipinte, 30 km a
nord di Tarnow: la strada non è particolarmente veloce, ed
inoltre ci aspettiamo erroneamente un “paese” come i
nostri, mentre si tratta di decine di case sparse nella campagna…
parcheggiamo davanti alla chiesa (isolatissima) quando è
ormai buio.
Domenica 7 agosto - Zalipie – Lublino - Mostow -
Km parziale 341, totale 1.865
Alle 7 di mattina, le tre campane della chiesa di Zalipie sparano
un volume impressionante: alle 9, ci accorgiamo di essere circondati
da auto e bici di fedeli e di essere diventati la principale attrazione
locale, all’uscita della messa…
Dopo colazione, gironzoliamo per Zalipie (in camper! A piedi ci
vorrebbero ore…) fotografando le celebri case, e ci spostiamo
verso Lublino, dove arriviamo nel pomeriggio. Il centro storico
è bello ma molto degradato: ci sono però molti cantieri
di restauro, e senza dubbio la città tra pochi anni tornerà
all’antico splendore. La visita è disturbata dalla
solita pioggia intermittente.
Quando diventa insistente, decidiamo di fare ancora un po’
di strada verso Byalistock. Ci fermiamo per cena in una minuscola
località chiamata Mostow, che ha un bel parcheggio davanti
ad una bella chiesa. Dal lato opposto della strada, un piccolo emporio
dove conversiamo in inglese con alcuni ragazzi.
Dopo cena, decidiamo di “fare quattro passi in paese”:
ma ci accorgiamo, nel buio più profondo e nel silenzio più
totale, che il paese non esiste, e nessuna luce illumina quello
che dovrebbe essere “il centro” ed è invece un
silenzioso gruppo di case sparse nella campagna…vabbè,
consoliamoci con un po’ di genepy e andiamo a nanna, domani
si va nel parco!
Lunedì 8 agosto - Mostow- Bielowiza -
Km parziale 141, totale 2.006
Oggi si preannuncia come una bella giornata di sole: e quando percorriamo
gli ultimi chilometri sulla splendida strada che attraversa la foresta
per giungere a Bielowiza, a due passi dal confine bielorusso, il
cuore si apre alla gioia. Ci ristoriamo in un piccolo e delizioso
camping a due passi dall’Ufficio del Turismo, dove prenotiamo
e paghiamo per la mattina successiva (alle 5!) l’escursione
con i carri per vedere i bisonti.
Il sole ci porta ad aprire sdraio e verande, e i minori possono
finalmente sfogarsi con le biciclette, dentro e fuori dal camping.
Nel pomeriggio, un’escursione ciclistica nella foresta viene
duramente repressa da un improvviso e feroce temporale…ed
il tempo non sembra più promettere nulla di buono.
Infatti la sera la pioggia ed il vento impazzano, anche se ci rifugiamo
in un bel ristorante nei pressi del camping a gustare specialità
polacche. Al ritorno ai camper, il tempo è pessimo…
Martedì 9 agosto - Bielowiza - Kaunas -
Km parziale 332 Totale 2.338
Dopo una notte insonne, a causa della pioggia battente e del vento
che tenta di sradicare i picchetti della veranda, sveglia alle 4,15
per verificare la situazione.
Sotto il diluvio, un carretto scoperto a cavalli giunge davanti
all’Ufficio del Turismo. Obiettiamo che non ci sembra il tempo
adatto, e ci accordiamo per un punto della situazione per le 10
del mattino.
Tentiamo di tornare a dormire, riavvolgiamo la veranda che sbatte
impazzita, ma la pioggia tambureggia senza speranza sia sulla vetroresina
che sui nostri nervi.
Alle 10, la guida ci dice sinceramente che il tempo non migliorerà,
né nelle prossime ore, né – ahimè –
nei prossimi giorni: ci restituiscono i soldi, eccetto per gli ingressi
al parco già acquistati.
Alle 11, tristissimi e in un camping che sta diventando ormai un
viscido tappeto di fango, fuggiamo via, con l’animo cupo.
Una foto alla buffa chiesa ortodossa di Hajnowska, e poi via verso
nord, sotto il diluvio, con la strada spesso ostruita da molti alberi
caduti.
Pioggia, vento e rami spezzati ci accompagnano fino a Kaunas, in
Lituania, dove dopo cena possiamo finalmente fare quattro passi
senza ombrello.
Vicino ai resti del castello vi è un ampio parcheggio, ma
purtroppo frequentato dalla gioventù locale che si esibisce
in preoccupanti sgommate e rumorose accelerazioni: troviamo un posto
tranquillo spostandoci verso il centro.
Mercoledì 10 agosto - Kaunas (LT) - Klaipeda -
Km parziale 369 Totale 2.707
Al risveglio, è piacevole passeggiare per Kaunas, ed avere
il primo contatto con la Lituania. Al ritorno al parcheggio, però,
ecco i famigerati blocchi alle ruote del camper…non abbiamo
pagato mezz’ora di parchimetro, cosa peraltro complicata visto
che non si usano monete ma schede prepagate…telefoniamo (in
inglese) al numero lasciato sul parabrezza, e subito giunge l’addetto…
Rimane un po’ stupito dal fatto che abbiamo sfilato senza
difficoltà i blocchi dalle ruote, appoggiandoli su un muretto…ci
chiede una multa esagerata rispetto al costo del parcheggio, ma
dopo una piccola contrattazione ci accordiamo per una multa di 3
euro.
Ripartiamo da Kaunas verso nord-ovest, e subito la pioggia riprende
incessante. Ci concede una piccola tregua per la visita alla collina
delle croci, ma subito dopo (durante il pranzo) ricomincia a diluviare.
Disperati, puntiamo su Klaipeda, rinunciando sia al Museo Contadino
all’aperto che al Museo dell’Assurdo: il viaggio si
fa incubo, perché alla pioggia ed al vento si aggiungono
i cantieri stradali con molti tratti a senso unico (e relative code),
e addirittura quattro mortali chilometri di sterrato tra buche e
fango, che mettono a dura prova sia il camper che i nostri nervi.
A Klaipeda, se possibile, piove ancora più forte: troviamo,
per pernottare, un parcheggio gratuito vicino all’imbarco
dei traghetti per la Penisola Curlandese.
Ci regaliamo almeno una cena (economicissima) in un bel ristorante
tipico lituano, dove assaggiamo i famigerati “zeppelin”
e gustosi piatti curdi.
Giovedì 11 agosto - Klaipeda (LV) – Penisola
Kurlandese (Nida) -
Km parziale 50, totale 2.757
Piccola tregua del maltempo al mattino, giusto il tempo di fare
quattro passi e acquistare generi di conforto, stupendosi del basso
costo di birra e alcolici.
Compriamo al mercato un delizioso secchio (si, secchio!) di porcini
per una decina di euro (saranno più o meno quattro chili…)
Dopo un saporito pranzo a base di funghi, mentre la pioggia ha
ripreso a bombardare i camper, traghettiamo per la Penisola Curlandese,
percorrendola fino all’estremo meridionale di Nida (tanto
piove, e oltre c’è il confine russo!).
Parcheggiamo e pernottiamo a poco prezzo (6 LT) nel parcheggio
degli autobus, poco oltre il limite del paese.
Facciamo quattro passi nel delizioso paesino, affacciato sulla laguna
curlandese, nonostante la pioggia non cessi un attimo di sferzarci.
A cena, ci guardiamo disperati: c’è acqua ovunque intorno
a noi, iniziamo davvero a scoraggiarci…
Venerdì 12 agosto - Nida – Rucava (LT) -
Km parziale 111 Totale 2.868
Il
mattino dopo, il cielo è di nuovo gonfio e pronto a sfogarsi,
ma decidiamo che per non rovinare le vacanze è necessario
cambiare approccio: se l’ambiente non si adatta a noi, ci
adatteremo noi all’ambiente… Scarichiamo le bici, ci
attrezziamo con le mantelle antipioggia e via: ricomincia a piovere,
ma non importa!
Andiamo prima a visitare le celebri dune di sabbia a sud del paese,
sfidando il vento e la pioggia: bellissime! Poi, in bici, risaliamo
per un tratto la penisola fino al villaggio di Priela, dove mangiamo
in un bar.
Al pomeriggio, ritorno tranquillo: il maltempo, dopo quattro lunghi
giorni, sembra finalmente dare segni di cedimento, e il sole riappare
tra le nuvole.
Ci godiamo una deliziosa “festa degli antichi mestieri di
Nida”, e poi ripartiamo verso nord.
Traghettiamo a Klaipeda e risaliamo la costa verso il confine
con la Lettonia: qui si vedono campi e paesi allagati, ma per fortuna
la bassa densità di popolazione non ha creato troppi disastri.
Superato il confine, tentiamo di arrivare al mare, ma le strade
di accesso sono allagate. Sostiamo per cena e per la notte di fronte
alla scuola di un piccolo paese, Rucava, i cui abitanti ci offrono
ospitalità nei loro cortili ed anche, al bisogno, elettricità
(ma rifiutiamo cortesemente entrambe).
Sabato 13 agosto - Rucava - PilsRundale - Riga -
Km parziale 140 Totale 3.208
Sul confine “costiero” non vi erano uffici
di cambio, quindi ci fermiamo
a Ljepaja per trovare banca e supermercato.
Proseguendo, diamo poi passaggio a 4 ragazze lituane, che vanno
in vacanza sul Baltico e parlano un’ottimo inglese.
Ci fermiamo per pranzo in un tranquillo parcheggio dopo la città
di Skrunda.
Poi, tappa a PilsRundale sotto un cielo nuovamente cupo e minaccioso.
Ceniamo nel parcheggio del Castello, e nella notte arriviamo a
Riga, che si annuncia da lontano con la torre della televisione.
Un’enorme scritta a caratteri cubitali, in puro stile sovietico
annuncia l’ingresso in città: a due passi dal centro,
di fronte al fiume Dugava, sostiamo in un parcheggio a pagamento
già colmo di camper nostrani.
La prima passeggiata notturna rivela una città vivacissima,
piena di locali trendy e frequentatissimi.
Domenica 14 agosto - Riga- Parco nazionale di Guaja (Cesis)
-
Km parziale 95 Totale 3.303
Completiamo la visita di questa elegante capitale in stile liberty:
ci perdiano letteralmente nello spettacolare mercato racchiuso negli
hangar dove
un tempo si costruivano i famosi dirigibili Zeppelin: pesce affumicato,
spezie, frutta e verdura, abbigliamento…c’è davvero
da impazzire, ed infatti compriamo di tutto, a prezzi che fanno
dimenticare l’angustia da euro.
Dopo pranzo, usciamo da Riga in direzione nordest, verso il Parco
Nazionale di Guaja. Ai bordi dell’autostrada, che attraversa
una foresta, decine di lettoni vanno allegramente a funghi.
Il paesaggio è delizioso: peccato che una lunga deviazione
per lavori ci porti a superare Sigulda in modo irreversibile…
proseguiamo per il parco, abbiamo bisogno di un campeggio per rilassarci.
Ne troviamo uno molto bello e spartano vicino a Cesis,
ben indicato (insieme alla possibilità di fare discesa in
canoa): si chiama Zagarkalns, è direttamente sul fiume Gauja,
non ha piazzole ma ci si può disporre sull’erba come
meglio aggrada, con ombra a sufficienza… netta prevalenza
di campeggiatori in tenda, il che dà un tocco di nostalgia
alla nostra permanenza.
Nessun italiano, stranamente. E’ così spartano che
i wc sono latrine con…fossa non biologica, e l’acqua
per la doccia viene prelevata direttamente dal fiume (con scarico
a perdere…): ma è assolutamente delizioso: ed è
bello mangiare in riva al fiume, guardando le rive boscose che si
perdono in un orizzonte di nubi bianchissime e multiformi.
La cena, abbondante e per una volta non parca di alcolici, termina
in un tramonto che sembra non finire mai: siamo abbastanza a nord,
ed alle dieci di sera non c’è ancora bisogno di accendere
la luce, ci si vede benissimo.
La notte – inutile dirlo – è fresca e silenziosa.
Lunedì 15 agosto - Parco Nazionale di Guaja (Cesis) -
Km parziale 0
E’ Ferragosto: qui non si festeggia (ed infatti il camping
si è quasi completamente svuotato la domenica sera): ma noi,
da buoni taliani, abbiamo in programma un tradizionalissimo giorno
di relax e grigliata. Il primo intento svanisce quasi subito: si
parte in bici per la vicina Cesis (3 km), maledicendo i primi 700
metri di durissima salita, per visitare il castello medievale.
La visita (costo irrisorio) è graziosissima: veniamo forniti
di lanternino e caschetto e via, a salire le scale a chiocciola
della torre antica, per una volta serenamente dimentichi della legge
626…ci si può perdere pericolosamente tra le mura,
senza angoscie da sicurezza. Fuori dal castello, giace distesa in
una cassa una statua di Lenin che ha vissuto tempi certamente migliori.
Il ritorno al camping è tutto in discesa, e stimola l’appetito
per una grigliata di buon livello, con barbecue e carbonella forniti
in dotazione dal camping (la carne no, l’abbiamo comprata…).
Dopo una solenne mangiata si potrebbe fare una solenne dormita,
no? Ma ci sono quelle belle canoe tentatrici che aspettano, pochi
metri più in là…e così, invece di sonnecchiare,
ci accingiamo a scendere la Gauja per 17 km fino a Lagatne, dove
ci verranno a recuperare con un minibus (il tutto per meno di 30
euro a famiglia).
E’ quindi un pomeriggio splendido, ed un improvviso e furioso
temporale sul percorso non fa che aumentare il piacere dell’avventura:
gli ultimi km sono nel sole, ed il paesaggio è magnifico.
La sera la cena è più veloce del solito, perché
una terribile umidità si alza a bagnare ogni cosa: invece
di indugiare sbevazzando sulle sdraio ad aspettare il buio, siamo
costretti a ritirare tutto e a rifugiarci nel tepore della stufa
accesa, per un’altra notte di splendido silenzio.
Martedì 16 agosto - Parco nazionale di Guaja (Cesis)
– Kuressaare (EST) -
Km parziale 360 Totale 3.663
Partiamo dal camping, la mattina, in una nebbia terribilmente familiare
e molto padana. Puntiamo verso il mare e verso il confine con l’Estonia.
Tutto va bene finchè ci teniamo all’interno: le strade
sono piccole ma scorrevoli. Ma appena giunti sulla strada che corre
parallela alla costa, è un disastro: i cantieri di costruzione
della “Via Baltica” obbligano a frequenti sensi unici
alternati, e la velocità di spostamento diventa ridottissima.
Alla frontiera estone, una zelante guardia ci avvisa che il nostro
passaporto non riporta in modo corretto le foto dei figli minori:
è inutile spiegare che in Italia il passaporto è fatto
così e non è possibile scegliere, ci congeda con un
assurdo “per questa volta andate, la prossima modificate il
passaporto”.
Entrati in Estonia, ci rendiamo conto che la densità di popolazione
è ancora più bassa che in Lettonia: per decine di
chilometri non incontriamo né un paese né un qualsiasi
esercizio commerciale, e la strada continua ad essere circondata
da splendide foreste.
Per trovare banche e negozi occorre arrivare fino a Parnu, una città
moderna ma assai piacevole.
Dopo pranzo, attraversiamo il grande
parco urbano della città per andare finalmente “a toccare
il Baltico”; ci accoglie una spiaggia bellissima, immensa,
di sabbia fine, ed un mare grigio ma affascinante. Il contatto con
l’acqua è piacevole, e meno gelido di quanto ci aspettassimo.
Proseguiamo poi fino a prendere (al volo) il traghetto per l’isola
di Muhu.
Tentiamo di visitare il museo all’aperto di Koguva, ma è
già troppo tardi. Nulla però ci impedisce di passeggiare
piacevolmente per il villaggio ed apprezzare dall’esterno
le case con i tetti di paglia e la struttura di legno.
Decidiamo di continuare fino a Kurassaare, principale centro dell’isola
di Saarehma (collegata a quella di Muhu da un ponte stradale).
Quando vi arriviamo, ricomincia a piovere forte. Ceniamo e lasciamo
perdere la visita notturna, siamo ormai troppo stanchi.
Mercoledì 17 agosto - Kuressaare - Tallin -
Km parziale 244 Totale 3.907
Al risveglio, per fortuna, c’è un sole caldo e piacevole.
Così, prese le bici, gironzoliamo per questa simpatica cittadina
turistica fino alla spiaggia. C’è un signore che fa
il bagno, e questo fa scattare la molla: torniamo al camper, indossiamo
i costumi e decidiamo che è giunta l’ora del primo
bagno nel Baltico.
Si può entrare in acqua da uno scivolo, e ovviamente scegliamo
questo metodo: il primo impatto è drammatico, poi l’acqua
fresca ( stile piscina) ci rende tonici e allegri, e quasi non abbiamo
più voglia di uscire. Rallegrati dall’evento, e da
una giornata che si è fatta stupenda, prendiamo la strada
per i famosi mulini di Anglia: percorriamo decine di chilometri
di strade non asfaltate, e riempiamo il camper
di polvere che ritroveremo ovunque nei giorni a venire.
I mulini a vento estoni non sono particolarmente eccitanti, se uno
li ha già visti in Olanda: ma la tappa è egualmente
gradevole, vista la presenza di un simpatico parco giochi (economico)
con attrazioni ad alto tasso di fisicità per far sfogare
i pargoli.
Nel pomeriggio ripartiamo per l’obiettivo più simbolico
del nostro viaggio, Tallinn…la capitale è una grande
città (l’unica che incontreremo quassù), e siamo
un po’ frastornati dal ritrovare un po’ di traffico,
cosa che avevamo quasi dimenticato nei giorni precedenti…Si
arriva agevolmente in centro, e sotto le mura medievali, in direzione
del porto, troviamo subito uno dei tanti parcheggi a pagamento sempre
aperti.
La città è un gioiellino medievale quasi completamente
pedonalizzato, pieno zeppo di ristoranti e…di italiani (tutti
questi km…per poi ritrovarsi praticamente a casa!).
Ceniamo in un bel ristorante caratteristico, con spettacolo incluso
e senza negarci nulla, al prezzo di una nostra pizzeria standard.
La passeggiata notturna è affascinante e piacevole.
Giovedì 18 agosto - Tallinn – Parco di Lahema
- Mustvee -
Km parziale 213 Totale 3.907
Al mattino ci separiamo dall’equipaggio amico: loro
si fermano a Tallinn ancora per un po’ prima di riprendere
la direzione sud, ma noi vogliamo vedere il parco di Laheema: ci
diamo appuntamento a Vilnius, in Lituania, la sera del giorno successivo.
Ci rechiamo allora in quella che sarà la meta più
a nord del nostro viaggio, la piccola serie di penisole sul Baltico,
contornate da meravigliose foreste che giungono al mare, in cui
sono occultati deliziosi villaggi nordici dalla case color pastello
e dall’erba di un verde commovente.
Ci inoltriamo in bici nel bosco, tra enormi massi erratici e mari
di mirtilli e lamponi. Purtroppo non incontriamo nessuno degli 80
alci che vivono nel parco, ma è colpa nostra, siamo troppo
rumorosi…Ci togliamo la soddisfazione di rifare il bagno nel
Baltico, “il bagno più a Nord della nostra vita”,
poco sotto il 59° parallelo.
Nel pomeriggio ci inoltriamo lungo il bellissimo sentiero dei castori,
ammirandone il paziente lavoro di ingegneria idraulica.
Ma poi, ahimè, giunge anche per noi il triste momento:
è ora di puntare il muso del camper verso sud, ha inizio
il Ritorno.
Usciamo dal parco di Lahema in direzione sudest, verso il lago Peipus
che divide l’Estonia dalla Russia: assorbiamo con gli occhi
e con il cuore, sapendo che lo stiamo lasciando, questo paesaggio
pacifico ed incantato, senza stress e senza tensioni, fatto di ampi
spazi e deliziosi silenzi…
Eccoci, al tramonto, a Mustvee, una piccola cittadina affacciata
sul grande lago (seppur sconosciuto, è uno dei più
estesi d’Europa): qualcosa ci dice che, nei prossimi anni,
questi posti bellissimi conosceranno un impetuoso sviluppo turistico.
Per cancellare il brivido che questo pensiero ci procura, pensando
agli orrori dello “sviluppo turistico” di casa nostra,
passeggiamo a rincuorarci nel buio assoluto delle strade, per ora
ancora spoglie di locali o ristoranti.
Venerdì 19 agosto - Mustvee (EST) – Trakaj
(LV) -
Km parziale 660 Totale 4.780
La giornata prevede esclusivamente il trasferimento verso
sud e l’arrivo a Vilnius, ma il percorso scelto (solo strade
secondarie) rende il viaggio bellissimo. Non c’è traffico,
e solo mucche e cicogne ci osservano distratte mentre attraversiamo
la pianura a velocità tranquilla ma costante.
A pranzo siamo già in Lettonia, sulle rive di un delizioso
laghetto. E molti laghi vedremo ancora attraversando la Lituania
da nordest, dopo aver penato un po’ per trovare il varco di
confine: verrebbe voglia di fermarsi anche qui, ma bisogna scegliere
e soprattutto non possiamo più indugiare così a nord,
i giorni volano…
Nel tardo pomeriggio giungiamo in quello che alcuni geografi hanno
individuato come il centro geografico dell’Europa: foto di
rito al monumento, e poi cena in loco, il posto è carino.
Da lì a Vilnius c’è poca strada, e abbastanza
velocemente troviamo il luogo, lungo il fiume ed in corrispondenza
del museo nazionale lituano, dove hanno parcheggiato i nostri amici:
loro sono a cena in centro, ma il camper, ahimè, è
aperto e con la luce accesa…hanno forzato un finestrino laterale,
rompendone la chiusura, hanno gettato tutto all’aria, ma sul
mezzo non c’era nulla di prezioso.
Quando loro tornano, dopo aver sistemato la confusione fatta dai
ladri, andiamo anche noi a farci un giro per Vilnius: ma quanto
accaduto ci condiziona l’umore, e la vista di troppe ragazze
ubriache fradice e di troppe risa sguaiate ci fa una pessima impressione.
Il centro poi non riesce a sedurci: la città sembra volgare
e banale, ma evidentemente è il frutto della serata storta.
Dopo nemmeno un’ora torniamo al parcheggio, e nel piazzale
davanti (come a Kanaus) giovani perditempo si esibiscono in rumorose
sgommate e preoccupanti derapate.
Capiamo che non riusciremo a dormire: allora ci spostiamo a Trakaj,
che i nostri amici hanno già visitato, e ci ridiamo appuntamento
per la sera successiva in Polonia. Abbastanza stanchi ed inquieti,
raggiungiamo il parcheggio del castello: vi sono altri camper, e
finalmente ci abbandoniamo ad un meritato sonno ristoratore.
Sabato 20 agosto - Trakaj (LV) – Mikolajki (PL) -
Km parziale 228 Totale 5.108
Nel castello di Trakaj, che si trova in una splendida posizione
in mezzo a tre deliziosi laghetti, hanno ricostruito a scopi turistici
una corte medievale con figuranti di ogni genere, compreso il mendicante
lacero e dormiente all’ingresso. Ci si può
trascorrere tranquillamente un paio d’ore gironzolando tra
i banchetti, gustando le scenette improvvisate dai figuranti, ed
anche fermandosi a mangiare la carne cotta in un enorme spiedo.
Vale la pena un’escursione sul lago che circonda il castello,
da farsi con un economico pedalò o in barca a vela (dal prezzo
non proibitivo e contrattabile). Dopo pranzo (in un ristorante che
sembra lituano, ma in realtà offre specialità arabe)
partiamo verso la Polonia. La E28 fino a Marijampole è, all’inizio,
un cantiere infinito, ed anche trovare la frontiera polacca uscendo
da Kalvarija (il nome è tutto un programma…) non è
affatto agevole…Ma finalmente giungiamo alla moderna Suwalki,
e ci concediamo alcune ore in bici nel bellissimo parco nazionale
di Wigierski.
Ripartiamo verso est, sulla strada nazionale numero 16, che promette
bene (attraversando l’affascinante regione dei laghi Masuri)
ma si trasforma presto in una stradina di campagna… e quando
tramonta il sole, la strada stretta e poco illuminata diventa angosciante:
attraversiamo paesi bui e deserti, evitando nel buio più
assoluto pedoni e ciclisti persi nel nulla.
La media si abbassa a 20/30 km all’ora, e quando d’improvviso
la strada si allarga, la cittadina turistica di Mikolajki appare
luminosa e rassicurante come un’oasi nel deserto. Parcheggiamo
in una vera area sosta per camper, con i servizi necessari e frequentata
da camperisti tedeschi. Dopo la cena, quattro passi in centro ci
confermano che la cittadina è vitale e rumorosa…
Domenica 21 agosto - Mikolajki - Barczewo -
Km parziale 67 Totale 5.175
Domenica di parziale rilassamento: Mikolajki, con il sole,
rivela il suo carattere vacanziero. Il lago è popolato da
ogni genere di imbarcazioni, e c’è anche una piccola
spiaggia per fare il bagno. Gelaterie, ristoranti, birrerie e chioschi
di “gofry” si susseguono senza sosta sul lungolago,
affollato di famiglie. Nel tardo pomeriggio ripartiamo verso est
sulla strada numero 16: che, come volevasi dimostrare, appena usciti
dalla città ritorna ad essere una pericolosa stradina di
campagna, stretta tra due file di alberi nodosi, in cui l’incontro
con i pullman genera ansia e induce a fermarsi…come se non
bastasse, è pieno di mietitrebbiatrici in movimento!
Appena giunge il buio, decidiamo che è saggio non rischiare
oltre, e il parcheggio della chiesa di Barczewo, sulla piazza principale,
offre il giusto riposo.
Lunedì 22 agosto - Barczewo - Buczyniec - Danzica
-
Km parziale 194 Totale 5.369
Ripartiamo presto, perché l’obiettivo di oggi
è la navigazione del canale che collega Ostroda a Elblag,
con i caratteristici “vagoni” che permettono ai battelli
di superare ben 5 colline uscendo letteralmente dall’acqua...
La parte più interessante del tragitto parte dal molo di
Buczyniec: se sulla vostra cartina non è segnato, sulla strada
7 Ostroda-Danzica (Gdansk), a circa 40 km da Ostroda, occhio alla
piccola deviazione sulla sinistra per Drulity: da lì in poi
seguire i cartelli con l’indicazione del battello.
Il battello parte al mattino e nel primissimo pomeriggio, il tragitto
dura cinque ore ed per il ritorno è previsto un minibus (biglietto
da comprare insieme a quello del battello) che riporta al luogo
di partenza, dove c’è un comodo e tranquillo parcheggio
adatto anche per il pernottamento: non è molto grande, ma
si popola di pullman solo in prossimità delle partenze.
Il viaggio è spettacolare, e porta ad Elblag dopo aver risalito
il canale (un tempo usato per trasportare il legname fino al porto
sul Baltico) e attraversato il lago Druzno, autentico paradiso per
i birdwatcher. Assolutamente da non perdere.
Visto che l’autista del nostro minibus era letteralmente un
pazzo, in meno di mezz’ora siamo tornati da Elblag al camper,
e abbiamo potuto arrivare a Danzica per ora di cena (qui la strada
si è fatta larga e scorrevole, i 90 km sono volati).
Abbiamo lasciato il camper in un parcheggio a pagamento proprio
a due passi dalla centralissima Ulica Dluga (ed anche dalla rumorosissima
tangenziale, ahimè), e dopo cena abbiamo goduto a lungo dello
spettacolare centro storico ricostruito dopo le devastazioni della
guerra.
Nonostante il rumore del traffico, abbiamo dormito come ghiri, vista
la densità di emozioni della giornata.
Martedì 23 agosto - Danzica (Gdasnk) - Labe (Slowinski
Park) -
Km parziale 122 Totale 5.491
Mattina dedicata alla visita della città, in un
clima tiepido e solare che ne esalta i colori pastello. Qualche
spesa, decisamente conveniente, per i ragazzi.
La città è costellata di emblemi di Solidarnosc, di
cui si celebra con vari eventi pubblici, in queste settimane il
25° anniversario di fondazione: il che è occasione per
ricordi e riflessioni… Nel pomeriggio, partenza per l’ultima
vera tappa del viaggio, il “Sahara Polacco”.
L’uscita da Danzica, verso le 17, ci inserisce in un traffico
che avevamo letteralmente dimenticato: si va a passo d’uomo
fino a Gdynia, la città in cui si sono trasferiti i mitici
cantieri navali da cui Lech Walesa uscì come delegato per
diventare Presidente, e si torna a scorrere fino a Lebork.
Sulla strada principale per Leba vi sono lavori in corso, ed un
deviazione ci porta ad un sottopasso alto solo 3,2 m: passiamo con
circospezione ed al pelo, ne abbiamo già incontrati parecchi
di ostacoli simili in Polonia…
Arriviamo a Leba verso il tramonto, dopo aver fatto rifornimento
presso un benzinaio che espone su un piazzale alcuni vecchi aerei
da caccia…: la cittadina è iperturistica ed affollata,
anche qui chioschi a perdita d’occhi per mangiare, bere, giocare…
Ci fermiamo in un parcheggio per autobus, e dopo cena, a piedi,
gironzoliamo per la città in cerca di campeggi, e giungiamo
fino alla spiaggia per bagnare di nuovo i piedi in Baltico: che
di notte è suggestivo ed inquietante.
Da casa, messaggi e telefonate di amici e parenti riportano allarmati
le notizie di alluvioni in Austria e Svizzera: qui il clima è
mite, la notte è tiepida e la pioggia – per adesso
– è solo un ricordo lontano.
Mercoledì 24 agosto - Labe (Slowinski Park, PL)
-
Km parziale 2 Totale 5.493
Il mattino dopo ci svegliamo presto, ci avviciniamo al
mare e scegliamo un campeggio in cui trascorrere rilassati l’ultima
giornata prima dell’ormai inevitabile viaggio di ritorno.
Srotoliamo verande e apriamo tavolini, sedie:
è l’ultima occasione per farlo!
Prendiamo le bici e ci precipitiamo al mare: il sole è caldo,
la spiaggia è immensa e di sabbia sottile, il Baltico persino
più gradevole di una piscina…
Bagni a volontà (potrebbero essere gli ultimi di quest’anno!),
in un mare bellissimo e poco salato.
Dopo un pranzo abbondante ed una pennichella, riprendiamo le bici
per entrare nel cuore dello Slowinski Park: bellissima gita nella
foresta, chiusa tra il mare ed un lago, con destinazione la gigantesca
duna di sabbia (oltre 60 metri d’altezza) che sconvolge i
sensi.
E’ deserto puro, su cui facciamo volare il tempo giocando
con la sabbia finissima, eppure degrada dolcemente nel Baltico (in
cui decidiamo di fare ancora un bagno al tramonto…)
La sera dovremmo dedicarla ad una bella cena di addio, ma il tempo
cambia velocemente e si mette a piovere con insistenza: ritiriamo
tutto, carichiamo le bici, mangiamo in camper un po’ delusi
e dalla postazione internet della reception ci aggiorniamo sul meteo,
un po’ preoccupati, per capire che razza di tempo troveremo
lungo la via del ritorno.
Giovedì 25 agosto - Labe (Slowinski
Park, PL) - Berlin
Km parziale 572 Totale 6.065
Il mattino, per fortuna, non piove, il che agevola le operazioni
di carico/scarico: ma c’è un’umidità impressionante.
Partiamo di nuovo verso est: oggi saluteremo la Polonia e tenteremo
di scendere in Germania, più a sud che si può.
Una sosta per il pranzo a Lazy ci permette di scoprire un’altra
porzione di costa baltica specializzata nel turismo per famiglie:
anche qui, come nella vicina Mielno, la posizione è deliziosa
(tra il mare ed un lago), i chioschi sono migliaia e c’è
un festoso clima anni ’70…
Spendiamo gli ultimi zloty in modo saggio, addentando l’ultimo
gofry…
E poi via, verso il confine. Presto il cielo si fa scuro, e inizia
a piovere a dirotto.
A Stettino perdiamo un po’ di tempo, preoccupandoci, perché
ben tre distributori di fila hanno finito il gasolio, ed i benzinai
danno indicazione catastrofiste, “manca anche in Germania”…
Non è vero nulla, e basta ritornare sulla A6 per trovare
gasolio, fare l’ultimo pieno ad un prezzo ragionevole e tirare
un sospiro di sollievo.
Poi, via verso Berlino: la pioggia diminuisce, e
l’autostrada consente – finalmente! – una media
a cui non eravamo più abituati da quando abbiamo lasciato
l’Estonia.
Giunti sull’immensa tangenziale, ne usciamo per fermarci a
cenare in una zona industriale: qui ci salutiamo, per tornare a
casa seguiremo strade diverse (noi tiriamo giù dritto verso
l’Austria, i nostri amici vogliono visitare Dresda e rientrare
dalla Svizzera).
Facciamo ancora un centinaio di km verso sud, e ci fermiamo a dormire
in un tranquillissimo parcheggio autostradale.
Venerdì 26 agosto - Berlin (D)-Innsbruck (A)
Km parziale 636 Totale 6.701
Da segnalare solo le ore di riposo dedicate a visitare
Norimberga, rigorosamente in bicicletta. Il viaggio prosegue verso
sud, fino all’ingresso in Austria. A pochi km da Innsbruck,
pernottiamo in una silenziosa area autostradale.
Tappa di trasferimento
Sabato 27 agosto - Innsbruck – Castagneto Po
Km parziale 586 Totale 7.287
E quando tutto sembra ormai finito, e contiamo le ore che
mancano a casa, ecco la prima cosa che va storta: mezz’ora
di coda per fare gasolio in uno degli ultimi distributori prima
dell’Italia. E poi, un sacco di auto tedesche…troppe!
Insomma, appena valicata la frontiera al Brennero ci troviamo intruppati
in una coda impressionante, che la radio quantifica in 100 km…usciamo
a Bolzano, ma la coda ingorga anche la statale, e ci mettiamo più
di mezz’ora solo per percorrere una galleria di tre chilometri…
Facciamo una sosta pranzo, e poi è di nuovo coda a passo
d’uomo fino a Trento. Sono ormai le 5 del pomeriggio quando
riprendiamo la autostrada e si comincia finalmente a viaggiare:
a questo punto via, dritti verso casa, non ci ferma nemmeno una
specie di diluvio tra Brescia e Milano.
Alle 21, sotto una pioggia torrenziale, il baldo Arturo valica il
cancello di casa: le vacanze sono finite, i ricordi son tutti da
riordinare…
INFORMAZIONI VARIE
VIABILITA'
In POLONIA, le strade sono pesantemente scavate
dai mezzi pesanti, e a volte l’effetto “binario del
tram” è davvero fastidioso. Non abbiamo trovato autostrade
sul nostro percorso, e di rado superstrade a doppia carreggiata.
La strada standard polacca è a carreggiata unica, abbastanza
stretta, spesso delimitata da alberi, senza illuminazione notturna,
con improvvise curve a gomito, con non rari sottopassi poco superiori
a tre metri: insomma, calcolate una media generale sui 50 km all’ora,
nella pianificazione degli spostamenti…e, consiglio spassionato,
circolate il meno possibile con il buio.
In LITUANIA e LETTONIA quasi
tutte le strade principali, in particolare sulla direttrice nord-sud
in prossimità della costa baltica, erano sconvolte da cantieri
per allargarle: ci sono capitati km di sterrato devastante sotto
la pioggia, e sottili strisce d’asfalto affacciate su piccoli
dirupi… (assolutamente allucinante il percorso tra Kaunas
e Klaipeda). Ma forse il prossimo anno i lavori per realizzare la
“Via Baltica” saranno terminati. Verso ovest, le strade
sono a carreggiata unica ma scorrevoli ed in ottime condizioni,
soprattutto in prossimità delle capitali.
L’ESTONIA (di cui lo scrivente è
follemente innamorato, quindi testimone molto di parte), presenta
le tipiche condizioni “nordiche” adatte al turismo itinerante:
strade in ottime condizioni, poco traffico (esclusa ovviamente la
zona in prossimità di Tallinn), infinite possibilità
di sosta tranquilla.
MANGIARE E BERE
La vita quotidiana nei quattro paesi visitati ha un costo decisamente
basso rispetto all’Italia, soprattutto per quanto riguarda
i beni fondamentali (pane, latte, verdura, carne, pesce): quindi,
a differenza di come abbiamo fatto noi, conviene partire con la
cambusa praticamente vuota e comprare tutto in loco (supermarket
e negozi sono ovunque), e, anzi, riempirla con merce locale al ritorno
in Italia! Per strada o nei bellissimi mercati (segnalo quello di
Riga, sotto gli hangar in cui un tempo si costruivano gli Zeppelin),
è facile trovare funghi porcini e mirtilli a prezzi irrisori
(abbiamo comprato un secchio di porcini – misura obbligatoria!
– a 10 euro, meno di 3 euro al chilo!).
La birra costa pochissimo, e questo ha come effetto collaterale
una visibile diffusione dell’alcolismo, anche sui giovani.
In Estonia è però di gradazione generalmente troppo
elevata (8-9 gradi saccarometrici, il che la rende quasi nauseante).
Il vino è totalmente importato dall’estero, per ovvie
ragioni climatiche, quindi non fa testo. Ottimo il pane, anche se
non ne esistono troppe varietà. Il pesce, specie quello affumicato,
ha prezzi decisamente bassi: quindi non tralasciate di abbuffarvi
con deliziose aringhe, gamberoni, salmone. Ottima e a buon prezzo
anche la carne.
Per gli “alcolisti” della notte, non si può dimenticare
di riportare a casa un po’ di bottiglie cilindriche del famigerato
Balsamo Nero di Riga: una specie di fernet per gusti forti (qualcuno
tra noi lo ha anche immaginato come possibile combustibile alternativo
per i carri armati sovietici); e il delizioso “Vana Tallinn”
estone. Ricordarsi che entrambi i liquidi arrivano a 45 gradi alcolici…e
che la guida in stato di ebbrezza, nei paesi baltici, è a
tolleranza zero.
Andare al ristorante costa una cifra ragionevole: abbuffandoci senza
criterio, in Polonia siamo andati a 18 euro a testa; a Tallinn ne
sono bastati 15, in un ristorante tipico a Klaipeda addirittura
meno di 10. La prima pizza al ritorno in Italia ci è costata
di più…
GASOLIO
Con più di 7.000 km percorsi, è stata una delle voci
di spesa più importanti del viaggio (circa 700 euro).
Queste le forbici del prezzo del gasolio al litro (convertite in
euro) riscontrate on the road ad agosto 2005:
Polonia, min 0,93 – max 0,95
Lituania, min 0,83 - max 0,89
Lettonia, min 0,83 - max 0,84
Estonia, min 0,79 - max 0,81
(un altro buon motivo per amare l’Estonia!)
SOSTA/PERNOTTAMENTO
In ogni città si trovano luoghi tranquilli per sostare e
pernottare. Nelle grandi città è opportuno o necessario,
in alternativa al camping, usare parcheggi custoditi a pagamento,
se la sosta è di ore o giorni; in Polonia abbiamo speso meno
di 3 euro ad Auschwitz ed a Cracovia (parcheggio sotto la fortezza);
a Riga si era sui 20 euro/giorno e a Tallinn sui 10…
Camping, in Polonia sui 14/16 euro/notte, in Lettonia 6/8 euro/notte
(servizi essenzialissimi ma luoghi da sogno).
In Polonia abbiamo trovato anche una vera “area camper”
a Mikolajki, nella Masuria (6 euro/giorno).
CARICO/SCARICO
Acqua potabile: l’abbiamo trovata senza problemi presso i
distributori di benzina in Polonia ed Estonia (spesso “fai
da te”, c’è una colonnina acqua/pressione dietro
la stazione: indispensabili gomma ed adattatori universali), più
critica la situazione in Lituania/Lettonia: non abbiamo mai visto
fontane o punti di approvvigionamento fuori dai camping.
Ovviamente non ci sono strutture per lo scarico grigie/nere al di
fuori dei campeggi (non abbiamo mai visto pozzetti per il nautico;
con la cassetta si risolve a volte nei bagni pubblici: in Estonia
vi sono molte toilette primordiali nei parchi, con scarico diretto…in
un profondo buco nel terreno).
DIAMO GLI ULTIMI NUMERI…
Riassumendo, in 25 giorni abbiamo percorso quasi 7.300 km.
Abbiamo speso circa 1600 euro in 4, di cui circa 800 di gasolio
per circa 815 litri: una media km di quasi 9km/litro per il nostro
2000 jtd.
Nessun problema meccanico durante il percorso.
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