Viaggiare - Diari di Viaggio


ROMANIA 2002

di Franco Zanghì

La nostra prima tappa in Romania è Bucarest, vi arriviamo da Giurgiu, un villaggio di frontiera sul confine bulgaro.

Anche se abbiamo percorso solo una cinquantina di chilometri e abbiamo ancora visto ancora molto poco, la capitale rumena, rispetto al resto, ci sembra un mondo a parte. Grattacieli, palazzi prestigiosi e negozi che non sfigurerebbero in nessuna capitale occidentale.

Purtroppo oggi il tempo non è bello, ci siamo svegliati che pioveva e sembra che non voglia saperne di smettere. Tuttavia facciamo un giro per la città.

La capitale della Romania è una delle maggiori città dell'Europa dell'Est. Il nome Bucarest deriva da un'antica leggenda che vide il pastore Bucur fondare un piccolo villaggio. La città visse un periodo d'oro alla fine della prima Guerra Mondiale, quando venne arricchita di edifici e larghi viali tanto da meritare l'appellativo di "piccola Parigi dell'Est".

Ci permettono di entrare nel circolo militare nazionale, e visitiamo il salone principale che testimonia lo splendore del palazzo.
Gironzolando senza meta, ogni tanto, seminascoste dai moderni palazzi d'architettura socialista, vediamo qualche chiesetta bizantina.
Dopo la nostra prima giornata a Bucarest, ci svegliamo con una sgradita sorpresa: nella nostra macchina manca l'autoradio. Pazienza!

Dopo il terremoto del 1977 Ceausescu fece demolire un antico quartiere e vi costruì "la casa del popolo", oggi Palazzo del Parlamento, il più grande edificio in Europa e secondo nel mondo solo al Pentagono

Lasciata la città ci dirigiamo a Est sulle rive del mar nero. Costanza è il più grande porto del Mar Nero e sorge sulle rovine della città-fortezza Tomis; considerata la "capitale del Litorale", ha origini antichissime ed è la terza città della Romania.

In serata siamo a Mamaia, un importante centro turistico che però, viste le condizioni del tempo e il periodo - metà settembre - è deserto.
Tuttavia per attraversare la zona turistica è necessario pagare un pedaggio. Nei pochi chilometri di una larga strada alberata ci sono decine e decine di alberghi in grado di ospitare migliaia di turisti.

Siamo diretti sul delta del Danubio. Lasciata la zona turistica di Mamaia il paesaggio cambia rapidamente. Tra un villaggio e l'altro canneti, giunchi, pioppi, salici che sembrano sospesi su un orizzonte d'acqua. Se per un motivo qualsiasi non potessimo attingere alla nostra memoria, sarebbe impossibile stabilire in quale epoca ci troviamo.

Lo scenario è di straordinaria bellezza. Un vero paradiso di flora e fauna. Un ecosistema unico al mondo. Ma non siamo ancora arrivati a destinazione.

In serata raggiungiamo Murighiol. Una guida si offre di accompagnarci sul delta. Dopo una lunga trattativa, ci accordiamo per l'escursione dell'indomani.

Partiamo di buon'ora. Su una piccola barca a motore inizia la nostra esplorazione del delta.

Sulle sponde, tra le paludi che si formano in mezzo a i numerosi bracci, vivono più di 3.400 specie di animali: molti uccelli e una enorme varietà di pesci, che fanno di queste acque un vero paradiso per i pescatori e una flora folta e ricca, ben tre foreste che si affacciano sul delta sono state dichiarate monumento della natura.

Dopo la caduta di Ceausescu, il delta è stato dichiarato "Riserva della Biosfera", con numerose zone delimitate per lo studio e la protezione della flora e della fauna specifica di questo complesso e ricco ecosistema.

La nostra guida è molto preparata, ci racconta che ai tempi di Ceausescu faceva lo stesso mestiere con una barca a remi, ogni escursione durava in media otto ore. Poi a causa della troppa fatica decise di cambiare lavoro e preferì accettare un lavoro come minatore. Adesso può lavorare in proprio, un'escursione dura un paio d'ore e la cifra concordata con noi e stata di 50 euro. Per l'economia di questa regione si tratta di una somma considerevole.

Il paesaggio che scorre sotto i nostri occhi è di una bellezza eccezionale. Da sola, la visita di questo del delta, giustifica un viaggio in Romania.

Arriviamo in un punto dove il passaggio è abbastanza complicato, bisogna spegnere il motore e proseguire a remi. In questo posto si trova una particolare pianta acquatica che chiamano castagno d'acqua.

Più avanti il canale è stato chiuso per impedire che i detriti possano far prosciugare un'area dove c'è un grande albergo e un villaggio di pescatori. Quindi bisogna trainare la barca al di la della diga. Per fortuna la nostra imbarcazione è leggera e l'operazione può essere fatta senza tante difficoltà.

Tornati al villaggio incontriamo Andrei, un pescatore del luogo. Ci invita a seguirlo a casa sua, vuole farci conoscere la sua numerosa famiglia. La moglie Aurora prepara per noi una zuppa di pesce.

Andrei è un pescatore del delta del Danubio, lui vive sul fiume insieme al fratello. Tornano a casa solo la domenica.
In inverno qui sarà tutto gelato. Andrei e suo fratello, insieme a tutti gli altri pescatori del delta, dovranno trasferirsi a Tulcea, li potranno pescare a mare aperto.

Tornati al villaggio ci uniamo ad una famiglia che sta trascorrendo il fine settimana sulle rive del fiume. E' festa, si canta e si balla… ma soprattutto si beve.

Siamo diretti in Transilvania. Attraversiamo il Danubio su un barcone nei pressi di Galati.

Siamo a Bran. Visitiamo il castello dove visse per un periodo il mitico Dracula. Il posto è frequentato da centinaia di turisti. Si narra che il conte Valdimir Dracul, soprannominato Tepes, l'ipalatore, sia stato particolarmente crudele contro nemici e traditori. In realtà la leggenda del vampiro nasce dopo cinque secoli in Inghilterra, con la pubblicazione del libro di Bram Stoker.
Per i rumeni Dracula è solo una storia che si racconta e nessuno ha paura di questa misteriosa figura. Addirittura molti lo vedono come una sorta d'eroe nazionale per aver combattuto per lungo tempo contro l'invasore turco.

Lasciato il castello di Bran ci dirigiamo a sud per percorrere tutta la transfaragasanùl. Una strada che attraversa, i monti Faragasanùl, voluta da Ceausescu per dimostrare la sua superiorità sulla natura. La strada s'inerpica su queste montagne fino a raggiungere una quota intorno ai duemila metri ed è transitabile solo in estate, il resto dell'anno è quasi sempre chiusa a causa di neve e ghiaccio.

Facciamo tappa a Sighisoara, città d'origine Romana ed una delle maggiori testimonianze di città medievale rimaste al mondo, con la sua fortezza in cima alla collina.

Passaggi e porte segrete, una Torre dell'orologio… ma i turisti sono attratti principalmente dalla casa natale del principe Vladimir Tepes.

Fu in questa casa che nell'inverno del 1431 nacque Vlad Dracul 3° figlio del principe di Valacchia. Oggi nella casa di Dracula c'è un ristorante.

A Sighisoara vive una piccola comunità d'origine tedesca, anche se è rimasta solo una esigua minoranza, conserva ancora la lingua e le sue tradizioni.

Lasciata Sighisoara ci dirigiamo a Nord verso la Bucovina… ma prima dobbiamo reprimere una crisi d'astinenza che dura ormai da qualche settimana. Una matriciana è quello che ci vuole!

Proseguiamo sulla strada che attraversa le gole di Bigaz. Facciamo una sosta e acquistiamo qualche souvenir. Qui è possibile comprare, ad ottimi prezzi, oggetti d'artigianato in legno e lana.

Aggiungiamo l'utile al dilettevole e per soli 10 euro compriamo un bel maglione pesante, completo di cappello che, viste le temperature già invernali, ci servirà.

Arriviamo al Lacu Rosu, con i suoi suggestivi tronchi pietrificati. Siamo nella Moldavia settentrionale, un tempo chiamata Bucovina… Terra dei Faggi. La regione dei monasteri e delle chiese fortificate. Nel medioevo fu costantemente minacciata da Turchi, Cosacchi, Tartari e Polacchi.

Il principe Stefano il Grande, divenuto santo proprio per aver difeso la cristianità dei luoghi, dopo ogni battaglia faceva costruire una chiesa.

Oggi le numerosissime chiese e monasteri appaiono in perfetta armonia con il paesaggio. Alcuni di questi monumenti sono dei veri e propri capolavori dell'arte medievale.

Purtroppo il nostro viaggio in Romania termina qui, in alcuni momenti c'è sembrato di viaggiare in un vecchio documentario in bianco e nero o di visitare la rappresentazione di un presepe vivente, ma qui in Romania è tutto reale.

La Romania si deve vivere, è difficile spiegare certe sensazioni. Siamo felici di aver avuto il privilegio di poter visitare questi luoghi.


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