DA SLETTNESS A LINDESNES:
37 GIORNI
DI VIAGGIO IN NORVEGIA, DALL'ESTREMO NORD ALL’ESTREMO
SUD!
testo e foto di Alex
Equipaggio: Alex, Barbara, Alessio e Roberta
Periodo: dal 5 luglio al
10 agosto 2006
Siamo partiti da Roma per il tetto
d’Europa, arrivando fino al confine russo-norvegese
più a nord-est e da lì iniziando a spostarci
prima verso ovest e poi, una volta a Nordkapp, è
iniziata la nostra discesa verso Sud; siamo passati per
steppe e paesaggi lunari, alte vette, cime innevate, terre
di grandi laghi e grandi mari; abbiamo respirato nel verde
di questo fantastico paese che è la Norvegia, visitato
luoghi isolati e paesi delle fiabe, condiviso sorrisi, sguardi,
parole, emozioni con la gente norvegese…
Abbiamo voglia di sognare… di viaggiare… di
partire… e di non fermarci MAI!
Dobbiamo andare e non fermarci mai,
finché non arriviamo.
Per andare dove? Non lo so, ma dobbiamo andare!
Premessa
L’idea di un viaggio in Norvegia è nata esattamente
il 1° febbraio del 2006, buttando lì una proposta
ad Alessio e Roberta, raccontando un nostro precedente viaggio
a Capo Nord fatto nel 2004.
Allora, insieme ad un’altra coppia di amici, avevamo
fatto un giro di 22 giorni, salendo da Malmoe, Goteborg
e Oslo, poi tagliando l’interno per Lillehammer e
tornando sulla costa a Trondheim e Bodo, poi un giro alle
Lofoten e da Narvik su a Capo Nord. Il rientro avvenne per
la Finlandia e la Svezia, visitando Rovaniemi con il Santa
Klaus village, Stoccolma e Copenaghen.
In quel giro tralasciammo molte cose però e, soprattutto,
non vedemmo i fiordi del centro-sud della Norvegia.
Da qui l’idea di un viaggio di 5 settimane, per vedere
a fondo questo fantastico paese. Dopo che Alessio e Roberta
hanno avallato l’idea, accettandola con entusiasmo,
abbiamo iniziato subito a lavorare all’itinerario,
nonostante mancassero ben 5 mesi alla partenza.
La preparazione di un viaggio é già una sensazione
bellissima, quando cerchi di immaginarti posti che non hai
mai visto o perdi ore su internet per cercare informazioni,
é già un po’ come partire e staccare
la spina dallo stress quotidiano.
E’ molto utile leggere i diari di viaggio pubblicati
sui vari siti di viaggi e di camperisti, e così in
poche settimane abbiamo creato un bellissimo itinerario,
che ci permetterà di salire all’estremo Nord
il più rapidamente possibile e di scendere lungo
la costa occidentale con tutta la calma possibile. Dopo
un paio di settimane di consultazioni e di modifiche al
piano di viaggio, l’itinerario era quasi fatto ed
il 18 febbraio abbiamo addirittura prenotato il camper a
noleggio, un Rimor Super Brig su Ford TDi 2.5 da 136 cv
a 6 marce, lungo 7,10m.
Periodo di viaggio
Come peraltro rilevabile da tutte le guide il periodo migliore
per visitare la Norvegia è il mese di luglio; le
giornate sono lunghe, superato il Circolo Polare Artico
il sole non tramonta mai ed anche il clima dovrebbe essere
il migliore, anche se le giornate di pioggia possono essere
frequenti anche a luglio (a noi è capitato di beccare
molta pioggia, addirittura ben 13 giorni di brutto tempo
consecutivi…). Inoltre, fino a fine luglio è
possibile vedere il sole di mezzanotte. Da non trascurare
che i traghetti hanno una maggiore frequenza da metà
giugno fino alla seconda settimana di agosto.
Durata del viaggio – pianificazione
itinerario
Abbiamo cinque settimane di tempo, un buon periodo per girare
questo paese, soprattutto se, come noi, si desidera visitare
e non transitare. Saliremo il più rapidamente possibile
all’estremo nord,
imbarcandoci a Puttgarden per Rodby, entrando in Svezia
dal ponte che unisce Copenaghen e Malmoe, tagliando l’interno
della Svezia per Jonkoping e Orebro ed arrivando sulla costa
del Mar Baltico a Gavle, ben al di sopra di Stoccolma. Di
lì, proseguiremo fino a Pitea, poi punteremo verso
l’interno della Svezia, verso Alvsbyn per andare a
vedere le Cascate Storforsen, poi supereremo il Circolo
Polare a Jokkmokk, andando poi verso Gallivere sulla E10
e poi subito per la 394 verso Tarendo e Pajala, per entrare
in Finlandia a Kolari, proseguendo poi per Inari ed entrando
in Norvegia poco prima di Neiden per puntare poi su Kirkenes,
la città più a Est della Norvegia, a 10 km.
dal confine russo; confine che arriveremo a lambire a Grense
Jakobselv, punto di confine tra Norvegia e Russia. Lì
inizierà il nostro viaggio di ritorno! Da Grense
Jakobselv scenderemo fino ai fiordi del sud della Norvegia,
passando per le Vesteralen e le Lofoten provenendo dall’isola
di Senja.
Per lo studio del percorso abbiamo usato l’ottimo
sito www.map24.it che forse è più completo
anche di autoroute 2006, visto che il programma della Microsoft
di quest’anno, non ha la cartografia completa della
Finlandia, ma soltanto della parte sud.
La cosa peggiore è che il nostro itinerario è
praticamente pronto già dai primi di marzo, ad oltre
4 mesi dalla partenza! Quindi, ci aspettano 4 mesi di attesa
e di lunghe telefonate dove ci diremo quasi sempre le stesse
cose, portando il discorso sempre lì… sulla
Norvegia, e facendo un lento conto alla rovescia!
Nella pianificazione del viaggio si tenga presente che l’assenza
di autostrade in Norvegia limita la percorrenza giornaliera;
le strade nazionali, poco trafficate e quasi tutte ottimamente
tenute, sono però talvolta tortuose e con numerosi
attraversamenti nel centro dei paesini incontrati. Attenzione
anche ai radar fissi, tipo semaforo, solitamente segnalati
con anticipo da un apposito cartello.
Guide di viaggio:
Noi abbiamo preso quella del Touring Club della Norvegia,
mentre per la carta stradale ci siamo avvalsi dell’Atlante
Stradale e turistico, sempre del Touring Club, usando sia
quello europeo che quello del Nord Europa, che è
più dettagliato. Inoltre, abbiamo sfruttato numerosi
siti turistici, soprattutto norvegesi, che ci hanno suggerito
numerosi posti da visitare. Preziosissima la Guida della
Vivicamper sulla Norvegia e Nordkapp, un vero e proprio
diario di un viaggio lungo 10.000 km effettuato da Salvatore
Braccialarghe, con tutte le coordinate GPS e quindi utilissimo
se si ha a bordo un navigatore satellitare, anche portatile,
con la cartografia europea.
Prezzi:
Pare essere la nota dolente di tutti i viaggiatori. Personalmente
non abbiamo trovato le differenze enormi segnalate: sicuramente
i prezzi non sono paragonabili con il miglior ipermercato
delle nostre grandi città, ma se fate un confronto
con le nostre note e rinomate località di montagna
o di mare non mi pare che al supermercato norvegese troviate,
per i prodotti di normale uso, dei prezzi esosi (tranne
che per l’acqua minerale!). Il problema è che
i supermercati norvegesi sono pieni di porcate, cose che
noi non mangeremo neanche nei nostri peggiori incubi!
Comprando prodotti locali, anche dai coltivatori diretti
presenti sulla strada, è possibile gustare ottime
fragole e ciliegie, spesso a prezzi buoni. Fantastico il
pesce fresco, che se acquistato nei banchi in strada, direttamente
sulle barche nei porti o in pescheria, ha dei costi inferiori
rispetto al supermercato.
Sono piuttosto cari i trasporti urbani ed i traghetti internazionali
da e per la Norvegia, mentre nei ristoranti si spendono
dai 15 ai 40 € a persona per mangiare un piatto unico.
Il gasolio nelle migliori stazioni costa leggermente più
caro che in Italia (prestare attenzione ai prezzi durante
il viaggio vi consente significativi risparmi.) Attenzione
anche al gasolio agricolo (denominato Avgiftsfri anziché
diesel) erogato in molte stazioni di servizio: se per errore
sbagliate (e risparmiate molto) non pare ci prestino molta
attenzione. Molte stazioni di servizio offrono ai clienti
la possibilità di scaricare e caricare acqua gratis.
Ovviamente nessun problema con i pagamenti con carte di
credito e nel trovare i “bancomat” (denominati
minibank) per eventuali contanti. Solitamente nei traghetti
interni è richiesto il pagamento per contanti, soprattutto
per le piccole traversate, dato che non tutti gli esattori
hanno il terminale (si paga al personale imbarcato sul traghetto
e non esiste biglietteria a terra). Mediamente il costo
del traghetto interno varia dai 15 ai 100 € per 4 persone
e il camper, a seconda della lunghezza della tratta, così
come il costo per i campeggi per la sosta notturna, con
carico, scarico ed elettricità, varia dai 12 ai 24
€.
Occhio all’acqua minerale, come dicevo precedentemente:
fate una buona scorta dall’Italia perché in
Norvegia una bottiglia da un litro e mezzo costa da un euro
a un euro e 60! Costa meno la birra che l’acqua in
Norvegia!
Fotografie:
Anche i non appassionati di foto, in Norvegia avranno il
loro bel da fare a scattare fotografie da conservare nel
bagaglio dei ricordi. Se avete una normale macchina fotografica,
fate un’ampia scorta di rullini fotografici, mentre
se avete una digitale, munitevi di più memory-card.
Altrimenti potrete sempre fare come noi: invece di portarvi
più memory-card, portatevi un PC portatile con il
cavo di collegamento e scaricate tutte le sere le foto sul
vostro PC!
Il PC portatile però, con l’inverter si ricarica
solamente a camper in moto, altrimenti non ha sufficiente
potenza per caricare la batteria. Proprio per questo noi,
abbiamo spesso preferito sostare la notte nei campeggi,
per avere l’allaccio elettrico e non avere il problema
della ricarica del PC.
Diario di viaggio:
Giorno 1 – 05/07: Roma –
Orvieto
Si và!
Mattinata dedicata alla spesa per il camper, fatta al Carrefour
di Tor Vergata per risparmiare un po’. Pasta, pelati,
olio, acqua minerale, vino, birra, Coca-Cola, scatolame
e vari prodotti per la pulizia e quant’altro ci costa
di meno in Italia che all’estero.
Alle 16,00 ritiriamo il camper, effettuiamo il pieno (83
€) e via verso casa per caricarlo di tutta la spesa,
della biancheria e dei cambi di vestiti che vanno dagli
indumenti estivi fino a quelli invernali. L’operazione
richiede qualche ora e terminiamo verso le 20, dopodiché
doccia a casa e pizza alla pizzeria sotto casa.
Alle 23,07 inizia il nostro viaggio! Facciamo un centinaio
di km., giusto il necessario per non prendere domani mattina
il traffico in uscita dalla Capitale. Prendiamo il G.R.A.
allo svincolo 26, il più vicino a casa, ed usciamo
all’uscita 10 dell’A1. Sulla Roma-Milano ci
fermiamo all’area di servizio Tevere, nei pressi di
Orvieto, area che ha anche il Camper Service, che però
non usiamo visto che il camper è ancora bello pieno
di acqua e con i serbatoi pressoché vuoti. Ci fermiamo
alle 0,35 dopo aver percorso qualcosina in più dei
100 km. che ci eravamo prefissati.
Km. oggi: 130 - Km. totali: 130
Giorno 2 – 06/07: Orvieto –
Vipiteno
Verso il Brennero!
La sveglia avviene presto, nell’area di servizio alle
6 i TIR iniziano a muoversi e i motori fanno rumore. Dopo
un rigirarsi nel letto per un po’, alle 6,45 ci alziamo:
colazione e chiacchiere, fino a partire poco prima delle
9. Il tempo è buono, qualche nuvola qua e là
ogni tanto oscura il sole e la temperatura non supera mai
i 30 gradi fino all’ora di pranzo. A Bologna Cantagallo
ci fermiamo per effettuare il nostro secondo pieno (75 €)
e qui incontriamo una famiglia di norvegesi che stanno rientrando
a casa: vedendo il nostro cartello “DESTINATION NORDKAPP”
attaccato sul vetro posteriore del camper, l’uomo
alla guida si ferma a parlare con noi, in inglese, e ci
racconta di Capo Nord, di dove abita lui e ci dice anche
che abbiamo scelto un ottimo percorso. Lo abbiamo ringraziato,
e abbiamo sorvolato sul fatto che a Capo Nord già
ci siamo stati 2 anni fa!
Dopo Bologna, ci rifermiamo a Modena per
pranzo, attirati dai Tortellini Fini del Fini Grill dell’area
di servizio subito prima del bivio per il Brennero. Delusione
totale! Tortelloni, e non tortellini, con poco sugo, quindi
sconditi e quasi legnosi! Era meglio mangiare sul camper!
Dopo pranzo ripartiamo alla volta dell’autocamp di
Vipiteno; il tempo si fa pian piano sempre più plumbeo
e da Trento in su sono sempre più frequenti scrosci
di pioggia. Arriviamo all’autocamp alle 18, dopo aver
preso la vignette austriaca (7,60 €) all’ultima
area di servizio italiana ed aver fatto il terzo pieno (52,50
€). L’ingresso costa 11 € e comprende l’uso
della corrente, più ovviamente il carico e scarico.
Doccia e cena qui, prima di passare il confine austriaco
domani mattina. Dopo cena arriva un violento temporale,
con tuoni e fulmini, che causa anche un black out all’intera
area.
Km. oggi: 596 - Km. totali: 726
Giorno 3 – 07/07: Vipiteno –
Einbeck
Verso la Germania… da vincitori!
Sveglia verso le 7,30 sotto un cielo grigio e nuvole basse;
l’aria è frizzante, siamo sui 18 gradi, ma
poi sale ad una temperatura più ragionevole nel giro
di un’oretta e mezza. Prima di mettersi in viaggio,
facciamo operazioni di carico e scarico e poi dobbiamo passare
in paese a Vipiteno a cercare un adattatore per la presa
della batteria del PC portatile. Fatto tutto quel che dobbiamo
fare, ci muoviamo da Vipiteno alle 10,30 e subito dopo passiamo
il confine del Brennero. Paghiamo 8 € per il Ponte
Europa e poi, a Innsbruck prendiamo la
A12 per Bregenz ed usciamo a Telfs per prendere la statale
314 per Reutte. La statale passa sul Fernpass, facendoci
ammirare panorami alpini e castelli, poi dopo Reutte si
supera il confine tedesco, poi si riprende l’autostrada
A7 in direzione Memmingen.
Qui inizia la parte più pallosa del viaggio, la parte
delle autostrade tedesche e soprattutto della foresta nera.
Inizia anche a piovere e la pioggia non ci lascerà
più fino alla sera; una pioggia intensa che a tratti
limita la visibilità a pochi metri. Prima di arrivare
a Ulm si verifica il primo problema della vacanza: notiamo
che l’inverter, con il quale stiamo caricando il PC,
è spento anche se attaccato alla presa a 12 V. “Kapput!”
ci dice un simpatico omone in un market shop di un’area
di servizio, e ci indica un negozio di elettrodomestici
dove poterne comprare un altro nella città di Ulm.
Questo contrattempo ci costa un paio d’ore di perdita
di tempo, perché ovviamente il negozio indicatoci
non aveva l’inverter e ne abbiamo dovuti girare altri
tre prima di trovarlo. Quando abbiamo centrato l’obiettivo,
di inverter ne abbiamo acquistati due!
Notiamo che parecchi tedeschi girano con una piccola bandierina
della Germania sulle macchine, ultima moda lasciata dal
Mondiale di calcio. Reduci dalla vittoria per 2-0 in semifinale
proprio contro di loro, sfoggiamo il nostro tricolore sul
camper e la fotografia di Francesco Totti!
Riprendiamo l’autostrada verso le 16,30 e quando facciamo
il pieno, troviamo anche il tempo di massacrarci il fegato
nel sano modo tedesco: wurstel e patate, wurstel e pane.
I wurstel sono lessi oppure grigliati, ed in entrambi i
modi lasciano una scia di grasso notevolissima sul piatto!
Riprendiamo la marcia, sempre sotto la pioggia battente,
fino a Einbeck, piccola cittadina a sud di Hildesheim, dove,
secondo la Guida Camper Stop, c’è un’area
di sosta per camper attrezzata con carico e scarico ed uso
di corrente. L’area c’è (coordinate N
51° 82 451 – E 9° 86 362) ma è solo
un parcheggio per camper, non c’è possibilità
di carico e scarico e di uso corrente.
Fa buio tardi, verso le 22, e la cittadina è pressoché
deserta: sarà forse per la pioggia e per la nebbia
bassissima, sarà forse per la temperatura che di
luglio non ha proprio niente, neanche 20 gradi, ma sembra
di stare in Transilvania più che in Germania! Ci
fermiamo qui, cena e ninna, poi domani si riprende per la
Danimarca.
Km. oggi: 758 - Km. totali: 1.484
Giorno 4 – 08/07: Einbeck –
Mons Klint – Karlslunde Strand
Le bianche scogliere…
Le intenzioni erano veramente buonissime: sveglia presto
e partenza massimo alle 9, in modo da poter essere all’imbarco
di Puttgarden all’ora di pranzo. Ma il silenzio irreale
che ci avvolge, con il solo cinguettare degli uccellini,
ed anche il piumino invernale che abbiamo messo sul letto,
hanno fatto sì che ci svegliassimo alle 8,15!!!
Il cielo è completamente grigio, tanto per cambiare.
Riusciamo a muoverci alle 9,45 e ritroviamo con qualche
difficoltà la strada statale che ci riporta all’A7
perché la zona dell’area di sosta non è
cartografata sul Tomtom. Presa l’autostrada, superiamo
Hannover, Amburgo e Lubecca ed arriviamo a Puttgarden non
senza qualche dubbio se andare a Berlino a vedere la finale
del Mondiale alla Porta di Brandenburgo tra la folla oppure
no. Vince l’idea di vedere la partita in qualche locale
in Svezia e quindi, alle 14 ci imbarchiamo con il traghetto
della Scandlines per Rodby (71 €).
Piove, piove da far schifo e sul traghetto non si vede nulla
durante la traversata; solo la sagoma di un paio di navi
che fanno la rotta opposta e che ci passano vicino.
Sbarcati a Rodby, dopo Stubbekobing giriamo a destra per
la 287, in direzione Stege e le scogliere di Mons Klint,
visto anche che ha smesso di piovere. Passato Stege, la
strada passa in un altro paio di paesini, ma frazioni è
più giusta come dicitura, e poi si arriva a Mons
Klint, dove ci sono le scogliere bianche. L’ultimo
pezzo di strada è sterrata ma abbiamo visto che con
i camper parecchia gente và. Andiamo anche noi, ma
arrivati al piazzale da dove parte il sentiero a piedi,
una botta di sfiga ci colpisce in pieno: una sasso appuntito
come una freccia si conficca nella gomma anteriore destra
e ce la squarcia. Cambiare la ruota si rileva un’impresa
non da poco, soprattutto perché ha smesso di diluviare
da un’oretta e quindi il terreno è una poltiglia
di fango. Rimediamo, in un cantiere nei pressi del sentiero
per le scogliere, due assi di legno per non far sprofondare
il cric sotto il peso del camper, più una tavola
larga circa un metro per sdraiarsi sotto il camper e prendere
la ruota di scorta. Proprio togliere il blocco della ruota
di scorta si rileva una cosa complicatissima, che riusciamo
a capire solo grazie al libretto delle istruzioni che ci
mostra un altro equipaggio italiano con lo stesso nostro
camper che era lì nel piazzale. Il nostro, di libretto,
chissà per quale motivo è rimasto in possesso
del noleggiatore!
In due ore, in cui ci siamo infangati fino al midollo, riusciamo
nell’impresa del cambio ruota (quasi quasi ora ci
assumeranno alla Ferrari
a fare i cambi in Formula Uno!) e dopo una doccia, alle
18 scendiamo i 500 scalini per andare giù in riva
al mare sotto la scogliera! La scogliera è bellissima
e merita veramente, bianca candida che cade a picco sul
mare, ma poi, ci sono i 500 gradini da salire, e quella
è la parte meno bella della cosa!
Alle 20,45 riprendiamo la nostra marcia: ora l’obiettivo
è Copenaghen, ma un obiettivo forzato, perché
siamo praticamente senza ruota di scorta e dobbiamo aspettare
lunedì mattina qualche gommista che ce la cambi!
In compenso, almeno è uscito il sole!
Sull’autostrada per Copenaghen notiamo però
che all’altezza di Karlslunde c’è una
grande area di servizio con il camper service, dove ci sono
diversi camper fermi. Ci fermiamo anche noi, all’imbrunire,
che qui significa le 22 e 30, e qui decidiamo di dormire,
ma prima di cenare.
Un’altra giornata è finita, una lunga giornata
travagliata, e vorremmo che d’ora in poi la sfiga
giri un po’ a largo da noi! Domani mattina proviamo
a chiedere al distributore se ci fosse qualche anima pia
che ci cambi la gomma, anche se essendo domenica ci crediamo
poco; dobbiamo poi cambiare anche la lampadina della freccia
posteriore (Sì! Si è fulminata anche quella!)
e poi, dobbiamo trovare un locale, a Copenaghen, o a Malmoe
se riusciamo a cambiare la gomma, che ci faccia vedere Italia-Francia,
la finale del Mondiale! Chissà…
Km. oggi: 606 - Km. totali: 2.090
Giorno 5 – 09/07: Karlslunde
Strand – Copenaghen – Karlslunde Strand
CAMPIONI DEL MONDO!
Giornata
di stop forzato e quindi, a km. Zero o quasi. In mattinata
abbiamo risolto velocemente il problema della freccia mentre
per la ruota la situazione è un po’ più
complessa. Una gentile ragazza al distributore dell’area
di servizio dove ci siamo fermati per dormire, ci ha indicato
un gommista, 500 metri dopo lo svincolo di Greve Nord, fuori
dell’autostrada, ma ovviamente, essendo domenica è
chiuso. Dobbiamo aspettare forzatamente domani mattina quindi,
per cambiare la ruota.
Stando così le cose, ne prendiamo atto e ci spostiamo
a Copenaghen, per fare un giro nella città, vista
anche la splendida giornata di sole, e per trovare un locale
dove vedere la finale. Parcheggiato il camper, ci dirigiamo
subito a piedi a Fiolstraede, dove c’è un ristorante
italiano. Il gestore, un ragazzo napoletano, ci informa
che sì, la partita loro la faranno vedere ma su una
piccola televisione che sistemeranno di fuori, tra i tavolini.
La soluzione non ci piace affatto e passiamo oltre. Fiolstraede
è una traversa dello Stroget, il corso principale
di Copenaghen, e come giriamo l’angolo sul corso,
vediamo che c’è un pub irlandese con tanto
di cartellone esposto che informa che faranno vedere la
finale su 3 maxi schermi: ci informiamo e uno dei ragazzi
del pub ci dice che non prenotano tavoli e che è
meglio stare al pub verso le 19, un’ora prima della
partita. Noi saremo lì anche prima!
Risolto il problema-finale, ce ne andiamo in giro a piedi
a visitare Copenaghen. Di ritorno dalla Sirenetta, passiamo
anche nel quartiere delle ambasciate: notiamo che l’ambasciata
Italiana non ha organizzato nulla per la finale, mentre
l’ambasciata Francese ha tappezzato l’edificio
di bandiere della Francia e di poster dei giocatori francesi,
allestendo anche un maxi-schermo di fronte l’ambasciata.
La cosa richiama molti turisti francesi e noi rimaniamo
dell’idea di vedere la partita al pub, dove arriviamo
già alle 18,30! Essendo un pub irlandese, ci fanno
vedere la partita su un canale satellitare sportivo irlandese;
la cosa non ci interessa, basta che ce la fanno vedere!
Mangiamo e beviamo birra irlandese, mentre alle 20 il locale
è praticamente stracolmo, con moltissimi italiani,
pochi francesi e molti danesi che tifano quasi tutti per
noi. Al gol di Zidane esultano in pochi, mentre al pareggio
di Materazzi il pub esplode. Dopo il quinto rigore di Grosso
che ci consacra Campioni del Mondo, è il delirio
puro! Finita la partita, restiamo una mezz’oretta
nel pub a realizzare di essere Campioni del Mondo, poi usciamo
ed andiamo al camper. Prima di tornare all’area di
servizio di Karlslunde, vicino al gommista, facciamo un
giro per Copenaghen a clacson spiegato, e con nostra grande
sorpresa scopriamo che il piazzale dov’è il
Tivoli Park è letteralmente paralizzato da un paio
di mila di italiani festanti che hanno paralizzato il centro
della città! Ci passiamo in mezzo e come vedono che
siamo italiani anche noi, il nostro camper viene preso d’assalto
e ricoperto di tricolori!
Torniamo all’area di servizio di Karlslunde verso
l’una di notte, e la doccia si rende necessaria per
tutti, perché la sofferenza prima e la gioia dopo,
ci hanno fatto sudare quanto gli azzurri in campo!
Km. oggi: 65 - Km. totali: 2.155
Giorno 6 – 10/07: Karlslunde
Strand – Hammar
Salendo per la Svezia…
Ci svegliamo presto ed alle 9 del mattino siamo già
dal gommista: qui però ci arriva la doccia fredda,
o quasi: la gomma che ci serve per sostituire la nostra
ruota di scorta squarciata non c’è in officina
e và ordinata, ed arriverà verso le 13. Dobbiamo
restare bloccati qui in Danimarca ancora per almeno altre
4 o 5 ore: e pensare che il nostro itinerario oggi prevedeva
di arrivare nel nord della Svezia, alle cascate
Storfossen. Siamo in ritardo di due giorni sulla tabella
di marcia.
Aspettiamo che arrivi la nostra ruota in un parcheggio di
fianco al gommista, approfittandone per scaricare le foto
dalla digitale al PC, per aggiornare questo diario e per
attaccare qualche foto degli azzurri con la coppa in mano
sul camper, ritagliandola da qualche giornale danese che
abbiamo comprato. Prendiamo anche del pane fresco e dei
dolci in una panetteria di Greve, che scopriamo essere soltanto
un piccolo paesino con quattro case e niente di più.
Quando poi arriva la gomma ci viene montata in pochi minuti,
ma il conto si presenta salatissimo: 1.397 corone danesi,
che al cambio sono 187 €! A Roma ce ne prendevamo due
con quella cifra!
Riusciamo a partire alle 14 da Greve ed un’ora più
tardi siamo già sul ponte che collega Danimarca e
Svezia.
Quando paghiamo il pedaggio (64 €), il casellante ci
fa i complimenti per la vittoria del Mondiale! Dopo Malmoe,
prendiamo la E22 per Lund, che poi diventa una statale,
uscendo a Rolsberga e prendendo la statale 23 per Vaxjo,
che poi lasciamo al bivio per Vislanda per prendere la 126.
Questa statale poi si immette sulla 30 per Jonkoping, fino
a congiungersi con la E4. Costeggiamo il lago Vattern per
intero, lasciando la E4 a Odeshog per prendere la statale
50 per Orebro, rimanendo sempre sul lago. Ci fermiamo alle
21 circa, all’altezza di Sanna, frazione di Hammar,
all’Harge Bad&Camping (190kr per una notte con
carico, scarico ed elettricità), un campeggio grande
e carino, nei pressi del lago.
Il sole tramonta verso le 22 ed alle 23 c’è
ancora qualche bagliore di luce. Più saliamo a nord
e più la luce del sole dura più a lungo…
Km. oggi: 514 - Km. totali: 2.669
Giorno 7 – 11/07: Hammar –
Yttered
Sul Baltico…
Al contrario di ieri che è stata una giornata buona
dal punto di vista meteorologico con un bel sole
ed un temperatura sui 25 gradi, oggi è stata una
giornata molto nuvolosa, anche se ha iniziato a piovere
soltanto la sera verso le dieci; la cosa negativa è
che la temperatura si è abbassata di molto, oscillando
tra i 20 gradi dell’ora di pranzo e i 15 della sera.
Alle 22 e 30, mentre stiamo scrivendo questo diario, è
ancora giorno pieno, anche se la luce del sole è
oscurata dalle tante nuvole che stanno scaricando pioggia.
Al mattino ci siamo svegliati molto tardi e siamo partiti
dal campeggio addirittura alle 11: così non recupereremo
mai il nostro ritardo sulla tabella di marcia! Vediamo se
domani mattina sapremo rispettare i nostri buoni propositi!
Durante tutto il percorso abbiamo potuto ammirare decine
e decine di laghi e laghetti; dal campeggio riprendiamo
la strada 50 per Askersund, poi l’autostrada E20 fino
a Orebro e poi di nuovo la 50 per Lindesberg; dopo Lindesberg,
prendiamo la 68 per Fargesta, dove compriamo fragole e
ciliegie per strada (fantastiche e buonissime!) e poi dell’ottima
carne di manzo in un supermercato ICA, dove acquistiamo
anche i clogs, i famosi zoccoli svedesi che qui portano
in tanti, uomini e donne, in estate e in inverno.
Proseguiamo poi per Avesta e Sandviken fino a Gavle, sul
Mar Baltico. Da Gavle poi saliamo con la E4 fino a Hudiksvall,
dove ci fermiamo una mezz’oretta per vedere lo Strommingssundet,
un quartiere con delle case a palafitta sul fiordo sul quale
è costruita la città. Carino, ma credevamo
meglio!
Ripartiamo alle 19 per salire ancora a nord, verso Sundsvall
e Timra
(bellissimo il fiordo subito dopo la cittadina, vicino all’aereoporto,
visibile anche dalla E4), per
fermarci poi verso le 21 in un campeggio, lo Storsjon Camping,
in località Yttered, nel comune di Kramfors (coordinate
N 62° 92 257 – E 18° 07 003 - 125kr. con carico,
scarico ed elettricità).
Domani cercheremo di arrivare alle cascate Storforsen, 500
km. circa più a nord da qui; poi supereremo il Circolo
Polare a Jokkmokk ed entreremo in Finlandia, puntando al
confine tra Norvegia e Russia, a Greve Jakobselv!
Km. oggi: 597 - Km. totali: 3.266
Giorno 8 – 12/07: Yttered –
cascate Storforsen
Spettacolare Storforsen…
Oggi ci siamo riusciti! Sveglia presto e partenza alle 9,15
dal campeggio, dopo aver effettuato le solite operazioni
di carico e scarico. Riprendiamo la E4 in direzione Nord
e subito godiamo di panorami mozzafiato da Herrskog fino
a Docksta, sull’Ullangersfjarden. Poi,
giunti ad Umea facciamo una leggera deviazione, lungo il
fiordo fino al porto di Holmsund, dove fotografiamo anche
il faro oltre al bellissimo panorama.
La giornata è bella, c’è un bel sole
con qualche nuvola qua e là, ma c’è
un vento fortissimo.
Riprendiamo ancora la E4 verso Skelleftea, proseguendo fino
a Pitea; lì lasciamo la E4 per prendere la 374 per
Alvsbyn e 42 km dopo questa piccola cittadina, troviamo
le Storforsen, delle bellissime cascate che ci sono state
consigliate da Stojan Deprato, esperto di Scandinavia che
cura anche un suo bellissimo sito (www.deprato.it). Il posto
merita veramente: si arriva al parcheggio delle cascate
e lì si inizia un percorso a piedi che permette di
costeggiarle tutte.
Lungo la passeggiata, ci sono numerosi bracieri ed anche
legna e carbone per permettere di fare dei barbecue. Verso
le 19,30 scendiamo di nuovo sulla 374 per andare al campeggio
delle cascate, lo Storforsen Hotell e Camping (coordinate
N 65° 85 738 – E 20° 42 154 - 190 kr. con
carico, scarico ed elettricità).
Alle 23 il sole è sparito dietro alle nuvole che
ora si sono fatte padrone del cielo, ma è ancora
pieno giorno: il buio della notte già qui, poco a
sud del Circolo Polare, di questi tempi non arriva mai;
alle 23,30 esco a fare delle foto e c’è ancora
una luce paragonabile a quella delle otto di sera dell’estate
di Roma.
Domani, passeremo il Circolo Polare Artico
a Jokkmokk, e da lì in poi il sole non tramonterà
più. Entreremo prima in Finlandia e punteremo per
la Norvegia; entreremo da Naiden, dirigendoci su Kirkenes
e Grense Jakobselv, punto di confine con la Russia. Quella
è la nostra meta più lontana da casa, dove
contiamo di arrivare dopodomani, visto che il nostro navigatore
ci dà 738 km. a Kirkenes e 800 km tondi a Grense
Jakobselv. Da lì, inizierà il lungo percorso
di ritorno, che durerà circa quattro settimane.
Km. oggi: 504 - Km. totali: 3.770
Giorno 9 – 13/07: cascate Storforsen
– Inari
Sole di mezzanotte…
Ci svegliamo sotto una pioggia incessante, che ha iniziato
ad abbattersi sulla zona già dall’una e mezza
di notte; il freddo è pungente, siamo a 11 gradi.
Per la prima volta indossiamo maglioni di lana e calzini.
Facendo colazione, scopriamo che il “Milko”
che abbiamo comprato ieri non è latte, ma una via
di mezzo tra uno yogurt magro amarissimo e chissà
cosa! Il latte qui in Svezia si chiama “Mjolk”
e lo impareremo più tardi in un supermercato di Jokkmokk!
Dopo un piccolo bucato, oltre alle solite operazioni di
carico e scarico, partiamo dal campeggio verso le 10,30
dirigendoci sulla 45 a Jokkmokk.
Una ventina di chilometri di questa strada sono in condizioni
pietose, piena di buche e pezzi sterrati, ma almeno ci sono
squadre di operai che stanno lavorando per sistemarla. Pian
piano che passano i chilometri il diluvio smette di assillarci
e il cielo si apre, lasciando ampi spazi al sole. Tutto
il percorso fino ad Inari è un continuo susseguirsi
di laghi e fiumi, e con il sole il panorama appare molto
più bello. Dopo Jokkmokk continuiamo sulla 45 fino
a Gallivere, poi facciamo un pezzetto di E10 verso sud e
svoltiamo per la 394, verso Tarendo e Pajala, dopodiché
prendiamo la 403 per la Finlandia. Passiamo dalla Lapponia
svedese a quella finlandese superando il confine di Kolari,
poi proseguiamo fino a Kittila; qui, tra la Svezia e la
Finlandia, iniziano i primi avvistamenti di renne.
Da qui fino a quando non usciremo dalla regione norvegese
del Finnmark per entrare nel Troms, sarà un continuo
incontro con le renne, da sole o in branco, selvatiche o
di allevamento. Dopo Kittila, proseguiamo fino a Sirkka
e poi prendiamo la 955 per Inari. I primi 50 chilometri
di questa strada sono una vera mulattiera, stretta e con
buche ovunque, e questo non ci permette di andare a più
di 40 km/h, poi dopo Pokka le condizioni dell’asfalto
ridiventano apprezzabili. Il cielo torna a farsi nero ed
ecco un nuovo diluvio, ma brevissimo e seguito da un’ampia
schiarita ed un arcobaleno fantastico.
Arriviamo ad Inari verso le 21, ma qui in Finlandia c’è
un’ora di fuso orario e sono le 22. Ci fermiamo al
Camping Poikkea di Inari, situato proprio sul lago, (coordinate
N 68° 90 290 – E 27° 03 912 - 22 € con
carico, scarico ed elettricità). Il cielo si è
fatto completamente sereno, ma la temperatura è scesa
a 9 gradi. 9 gradi che però non scoraggiano gli stormi
di zanzare che qui sono delle quaglie con il pungiglione
che brindano ad Autan! Alle 23,30 il sole è ancora
alto sul lago Inarijarvi e stasera vediamo, per la prima
volta in questa vacanza, il sole a mezzanotte!
Domani entreremo in Norvegia e ne toccheremo
il punto più a nord-est, al confine con la Russia.
Km. oggi: 619 - Km. totali: 4.389
Giorno 10 – 14/07: Inari –
Grense Jakobselv - Tana Bru
Mamma li russi!
Sveglia alle 8,15 finlandesi e partenza, dopo la doccia,
la colazione e le solite operazioni di carico e scarico,
verso le 10,30. Il tempo è bello, c’è
un bel sole e 22 gradi, ma con il passare delle ore, le
nuvole si fanno insistenti e da dopo pranzo, cambia continuamente,
alternando scrosci di pioggia ad ampie schiarite. Nel pomeriggio
però, si stabilisce sul peggio ed il cielo si copre
quasi del tutto, con la pioggia che ogni tanto fa capolino.
La temperatura si abbassa intorno ai 9-10 gradi nella parte
all’estremo nord-est della Norvegia.
Da Inari comunque,
riprendiamo subito la E75 verso nord, ma la lasciamo quasi
subito per prendere la 971 poco prima di Kaamanen. Questa
strada offre dei panorami stupendi, prima costeggiando per
un lungo tratto il lago Inari (Inarijarvi), poi passando
tra il Sevettijarvi tantissimi altri piccoli laghi. Prima
del confine tra Finlandia e Norvegia ci fermiamo a fare
gasolio e nel piccolo supermarket del distributore notiamo
che al reparto macelleria cuociono delle costolette di maiale
al girarrosto, nello stesso modo in cui in Italia si cucinano
i polli: ne prendiamo tre ciascuno e le troviamo deliziose.
Quando si entra in Norvegia, la statale 971 diventa la 893
e continua fino ad incrociare la E6 a Neiden: proprio all’incrocio
tra queste due strade, c’è un ponte che sovrasta
le Skoltefossen (cascate), che fotografiamo in ogni modo
possibile e da ogni angolazione possibile! E’ questo
il momento in cui il tempo inizia a cambiare ed a farsi
nero e minaccioso di pioggia. A Neiden svoltiamo sulla E6
verso Kirkenes ma non ci fermiamo in questa cittadina adesso,
perché proseguiamo per Grense Jakobselv sulla 886.
Qui si iniziano a vedere le indicazioni per Murmansk e più
avanti si inizieranno anche a vedere le scritte in cirillico.
Dopo pochi chilometri dritta davanti a noi c’è
la frontiera tra Norvegia e Russia, con tanto di divieto
di oltrepassarla e di fotografarla. A 200 metri dalla dogana
c’è una piazzola di sosta dove puntualmente,
tutti si fermano e ci fermiamo a guardare, ed anche a fotografare!
Un Tir frigorifero viene rimandato indietro, mentre vengono
fatti passare un paio di uomini di affari russi, uno con
una Toyota 4Runner ed uno con un Mercedes ML. Sul cartello
infatti, c’è scritto in norvegese, in russo
ed in inglese, che il divieto non è valido per uomini
d’affari e per chi fa commercio.
Della serie, “per quattro soldi se vennemo
tutto!”
Proseguiamo sulla 886 per Grense e dopo qualche chilometro,
ci appare alla nostra destra il fiume che delimita
il confine naturale tra Norvegia e Russia: anche qui, cartelli
che ci avvisano che non possiamo fotografare ed osservare
con binocolo i soldati russi ed il territorio russo: infatti
noi fotografiamo le torrette di osservazione dei soldati
russi!
Notiamo che il confine russo è anche protetto con
un’alta rete di recinzione e del filo spinato lungo
tutto il fiume fino ad arrivare al mare.
Ma qualcuno gliel’ha detto a questi che la guerra
fredda è finita?
Gli ultimi dieci chilometri che portano a Grense sono tutti
sterrati ed in una mezz’ora li percorriamo, fino ad
arrivare alla fine della strada. Sul piccolo piazzale dove
finisce la strada, ci sono altri quattro camper ed una roulotte;
ci fermiamo qui, a guardare il Mar di Barents sotto un vento
freddo ed una leggera pioggerellina. La temperatura ora
è di 9 gradi e mettiamo anche il piumino oltre al
maglione di lana!
Verso le 17,30 iniziamo a tornare indietro: qui, alle coordinate
N 69° 79 040 – E 30° 79 364 ed a 4.296 km.
da casa, inizia il nostro percorso di ritorno! Incontriamo
anche un paio di soldati norvegesi armati che pattugliano
il confine, per prevenire i vari traffici di contrabbando
che arrivano dalla Russia, e che ci salutano sorridendo.
Ripassiamo davanti alla frontiera russa e ci dirigiamo a
Kirkenes, percorrendo di nuovo la 886. Kirkenes è
una cittadina molto ma molto triste, con un porto pieno
di cargo russi, alcuni abbandonati ed altri funzionanti
ma completamente arrugginiti. Le strade poi, sono piene
di russi che lavorano sulle navi, che vanno in giro e fanno
spese nei due supermercati della cittadina.
Facciamo un rapido giro della città e decidiamo di
andarcene: il posto è triste e non ci piace affatto!
Riprendiamo la E6 verso Tana Bru e durante i 140 km di strada,
scattiamo ancora numerose fotografie, visto che passiamo
di fronte l’isola di Skogeroya, sul Bugoyfjorden e
sul Varangerfjorden. A Varangerbotn, dove c’è
il bivio tra Tana Bru e la strada per Vadso e Vardo, dove
vogliamo andare domani, decidiamo di allungare di pochi
chilometri verso Tana Bru, per arrivare al Camping Familie
Tana (coordinate N 70° 16 658 – E 28° 22 886,
150 Nok con carico, scarico ed elettricità), dove
passiamo la notte.
Km. oggi: 442 - Km. totali: 4.831
Giorno 11 – 15/07: Tana Bru
– Ekkeroy – Hamingberg - Vestre Jakobselv
La scogliera di Ekkeroy…
Solita sveglia alla solita ora! Il camper è gelato
e metter fuori il naso dal letto è un’impresa!
Accendiamo anche la stufa, dopo averla accesa anche ieri
sera. Fuori la giornata è pessima: piove e fa freddo,
9 gradi.
Oggi vogliamo arrivare a Vadso e Vardo, per fermarci a Ekkeroy
(dove ci hanno detto che c’è una riserva ornitologica)
ed a Hamingberg, dove c’è possibilità
di avvistare le balene.
Ci muoviamo verso le 10 e 30, come al solito, e fortunatamente
strada facendo la giornata si aggiusta: ampi squarci di
cielo azzurro e di sole si alternano alle nuvole. Resta
il vento gelido, ma intanto la temperatura arriva sui 14-15
gradi e questi posti con il sole assumono altri colori.
Andiamo verso Vadso, dove ci fermiamo a fare un po’
di spesa al supermercato: latte fresco, insalata, ciliegie
e gamberi. Poi ci muoviamo verso la vicina Ekkeroy: qui
parcheggiamo il camper e facciamo una camminata di quattro
ore, prima sotto le scogliere dove nidificano i gabbiani,
poi salendo sopra, per vedere i nidi dall’alto. In
questa riserva ornitologica nidificano circa ventimila gabbiani
l’anno nel periodo che li porta a migrare da queste
parti. Nella zona sopra la scogliera poi, ci sono i resti
delle fortificazioni tedesche che furono erette nel 1940
nel periodo della loro occupazione in Norvegia.
Un giro molto bello, sia a livello di natura,
che di panorami ed anche di storia.
Verso le 15,30 rientriamo in camper e ci prepariamo un hot-dog,
poi ripartiamo alla volta di Haminberg, punta estrema di
questo versante della penisola di Varangerhalvoya. Oltre
Haminberg non c’è nulla, la strada finisce
nonostante sia nel comune di Batsfjord e ad una trentina
di chilometri da Nordfjord, ma per arrivare da quell’altra
parte della penisola, bisogna incredibilmente tornare indietro
fino a Tana Bru e salire verso Leirpollskogen per andare
a Berlevag, Store Molvik, Batsfjord e Nordfjord. E’
come se per andare da Roma a Napoli ci sia una strada che
finisce a Capua e quindi ti costringono a tornare a Roma
ed andare a Pescara e Bari e quindi salire a Napoli! Proviamo
anche a fare un tentativo estremo: cioè andare al
porto di Vardo per vedere se ci fossero dei traghetti che
ci portino al di là della penisola. Notiamo che in
porto che un grosso traghetto e subito speriamo che la nostra
idea avesse un senso, ma invece si tratta dell’Hurtigruten,
quello che una volta era un battello postale e che oggi
è una nave da crociera (anzi, una flotta di navi
da crociera) e che non imbarca camper, ma solo mezzi massimo
di due metri e mezzo di altezza. Pazienza! Almeno questo
tentativo ci è valso a scoprire che Vardo è
un’isola e che è collegata alla terra ferma
da un tunnel di 2,8 km. che arriva a 88 metri sotto il livello
del mare. Vardo è anche carina come cittadina, molto
più carina di Kirkenes!
Ripercorriamo il tunnel quindi e ci facciamo altri 39 km.
per Hamingberg, fino a dove finisce la strada (coordinate
N 70° 54 062 – E 30° 61 348). Qui, possiamo
ammirare in tutta la sua bellezza il Mar di Barents ed inoltre,
da queste scogliere si se ha fortuna, si possono vedere
anche le balene beluga. Parliamo con un francese che è
attrezzato con un cannocchiale sistemato su un cavalletto
che ci dice che in quattro ore ne ha avvistate due! Quattro
ore, con questo vento gelido ed 11 gradi di temperatura
non riescono a farci capire come questo francese non si
sia ancora congelato! Noi non abbiamo questa pazienza e
questa volontà e quindi, vinti dal freddo, nonostante
maglioni di lana, piumini e cappelli di lana, ci arrendiamo
dopo mezz’ora e ce ne torniamo nel camper!
Alle 19 iniziamo a tornare indietro, verso Tana Bru e ci
fermiamo a Vestre Jakobselv, paesino a 50 km. da Tana Bru.
Qui passiamo la notte al Vestre Jakobselv Camping (coordinate
N 70° 11 925 – E 29° 33 265 carico, scarico
ed elettricità a 155 Nok). Il cielo si è rasserenato
completamente e se non fosse per le montagne davanti al
campeggio che ci nascondono il sole, anche qui, come ad
Inari, sarebbe possibile vedere il sole a mezzanotte. La
temperatura però è in picchiata ed a mezzanotte,
nonostante il sole ed il cielo sereno, è a 6,4°!
Km. oggi: 322 - Km. totali: 5.153
Giorno 12 – 16/07: Vestre Jakobselv
– Berlevag - Lebesby
Verso il Nord più estremo!
Sveglia poco dopo le 8 e partenza alle 10 e 30, come al
solito! Siamo sempre in ritardo di due giorni e non riusciamo
a recuperare. Oggi ci dirigiamo verso l’altro versante
della penisola di Varangerhalvoya, a Berlevag. Torniamo
fino a Tana Bru e poi prendiamo la 890 per Berlevag e Batsfjord.
La giornata è coperta e non offre i colori che questi
stupendi panorami sanno regalare con il sole, ma almeno
non fa freddo come ieri mattina; oggi siamo infatti sui
15 gradi. Superiamo Leirpollskogen e poi al bivio con la
891 per Batsfjord proseguiamo sulla 890 fino a Berlevag,
dove c’è una spiaggia dalla quale si può
ammirare il mar di Barents (coordinate N 70° 86 781
– E 28° 97 725). Bello, ma molto meno di ieri
ad Hamingberg.
Vale la pena invece continuare sulla strada sterrata, per
circa 20 km., ed arrivare alla fine della 890 a Store Molvik
(coordinate N 70° 78 764 – E 28° 67 099) dove
si può ammirare scendendo il Tanafjorden e godere
di una bella vista sul fiordo anche dalla spiaggia alla
fine della strada.
Quel che invece notiamo di negativo, non solo
qui a Molvik ma un po’ in tutta questa zona, è
che in ogni paesino o piccolo agglomerato urbano, c’è
un punto dove vengono situati tutti i grandi rifiuti della
località, e quindi si possono vedere questi mucchi
di ferri vecchi, bidoni, lavatrici, frigoriferi, addirittura
auto completamente arrugginite.
Torniamo indietro verso le 17,30 sempre sulla 890 fino a
Tana Bru, poi prendiamo la 98 per Ifjord passando in quello
che sembra un paesaggio lunare, sull’Ifjordfjell pass,
per poi scendere fino a Ifjord e prendere la 888 per Gamvik.
Questa strada costeggia il Laksefjorden per il primo tratto,
fino a poco dopo Lebesby. Qui noi ci fermiamo per la notte,
in un parcheggio vicino al piccolo porticciolo del paesino
(coordinate N 70° 57 229 – E 27° 00 261),
visto che il prossimo campeggio è a Mehamn e dista
quasi 90 km.
Km. oggi: 458 - Km. totali: 5.611
Giorno 13 – 17/07: Lebesby –
Gamvik – Slettness Fyr – Russenes
Slettness, il faro più a nord del mondo!
Stamattina ci siamo decisi ad usare la sveglia e, complice
anche il fatto di non dover fare carico e scarico acque
perché ci siamo fermati in una parcheggio, siamo
riusciti a muoverci alle 9,30. Il tempo è completamente
coperto e durante la giornata peggiora anche, passando da
una pioggerellina leggera ad una pioggia intensa nel pomeriggio.
Non godiamo appieno quindi dei panorami che ci offre la
888, prima nel breve tratto di mare poi durante tutto il
percorso di montagna fino a Mehamn. Questa strada ha due
tratti di lavori stradali, di 16 km., che ci rallentano
non poco la marcia, essendo sterrati e stretti. Comunque,
arriviamo a Gamvik verso le 12 e ci facciamo anche un pò
di foto al faro, nel punto dove la 888 finisce, vicino al
piccolo molo.
Torniamo poi al centro del paese, dove c’è
il bivio per Slettnes e prendiamo la sterrata di 4 km. che
porta fino al faro più a nord del mondo. Le coordinate
del cartello dicono 71° 05’ 33”, ma chissà
perché il nostro Tomtom dice 71° 08’ 83”.
Facciamo altre foto, poi prendiamo il sentiero da fare a
piedi che ci porta dall’altra parte della scogliera,
dove ammiriamo anche più tipi di uccelli. Infatti
la zona è una riserva naturale dove vivono diverse
specie di volatili. Arriviamo sulla scogliera a ovest del
faro, che offre la visuale su Kinnarodden, che è
il vero punto più a nord d’Europa (71°
08’ 01”) ed è accessibile soltanto in
barca o camminando a piedi per più di 10 km dal punto
in cui siamo. Tutto molto bello, peccato per la pioggerellina
che inizia ad essere molto fastidiosa e che ci limita di
molto sia la vista che le fotografie.
Torniamo indietro ed arrivati a Mehamn decidiamo
di sperimentare la cucina norvegese all’Artic Restaurant.
A dir il vero avevamo provato a fermarci in un locale di
Gamvik ma sulla porta d’ingresso i due titolari ci
sembravano due membri della Famiglia Addams e quindi abbiamo
deciso di arrivare fino a Mehamn! Decisione comunque pessima
visto che ci portano una bistecca già tagliata a
pezzetti (che poteva essere chissà cosa!) con della
patatine fritte immerse nella paprika, e degli hamburger
di chissà quale animale che salse strane e bacon,
il tutto per quasi 57 €! Chissà! Forse gli Addams
cucinavano meglio ed erano meno cari!
Ripartiamo da Mehamn verso le 16 e ci dirigiamo verso Capo
Nord, ripercorrendo la 888 fino ad Ifjord e poi percorrendo
fino a Lakselv la 98, fin dove si congiunge con la E6. Saliamo
verso Capo Nord ma ci fermiamo a circa 120 km., a Russianes,
al Russianes Camping (coordinate N 70° 47 933 –
E 25° 06 789 – 100 Nok carico, scarico ed elettricità),
visto anche che il cielo è ancora coperto e quindi
non conviene entrare a Capo Nord e rischiare di non vedere
nulla. Proveremo domani, confidando nel fatto che verso
le 23 il cielo si schiarisce ed inizia ad uscire un po’
di sole.
Km. oggi: 417 - Km. totali: 6.028
Giorno 14 – 18/07: Russianes
– Gjesvaer – Nordkapp
A Capo Nord, ma senza sole: gelo, nebbia e vento…
Giornata estremamente negativa a causa delle cattive, anzi,
cattivissime condizioni del tempo. La mattinata è
partita abbastanza bene, con un cielo variabile, ma pian
piano il tempo si è messo al peggio e ci ha rovinato
completamente la giornata. Ci siamo mossi dal campeggio
tardissimo, oltre mezzogiorno, perché abbiamo dedicato
la mattina a fare le pulizie del camper ed un po’
di bucato, visto
che dovevamo fare pochi chilometri. Da Russianes, che è
già sulla E69 e che è considerata la porta
per Capo Nord, ci muoviamo verso Nordkapp. Solito furto
al passaggio del casello all’uscita del tunnel sottomarino
che collega l’isola di Mageroya: 537 Nok, al cambio
di 67,12 € per 6,9 km. di tunnel! Il tempo sta sempre
più peggiorando ed il vento sta diventando sempre
più forte. Decidiamo di andare prima a Gjesvaer,
20 km. di strada buona che si prende ad un bivio a 13 km.
da Nordkapp. Qui a Gjesvaer c’è la possibilità
di fare un safari fotografico per l’avvistamento degli
uccelli, soprattutto i pulcinella di mare.
Quando però arriviamo al paesino, scopriamo che il
safari si fa soltanto con la barca ed il mare mosso, il
vento fortissimo e la temperatura a 6 gradi, ci sconsigliano
di andare a fotografare i pulcinella di mare! Anche perché
chi scende dalla barca ha assunto un colore violaceo acceso!
Verso le 16 ci spostiamo a Capo Nord: l’ingresso costa
195 Nok a persona e dura 48 ore. Alla fine siamo venuti
qui soltanto per dire che siamo arrivati a Capo Nord e per
dar modo a chi non c’era mai stato tra l’equipaggio
di vedere questo punto ambito del mondo. Il paesaggio è
inesistente, perché è completamente coperto,
addirittura verso le 18 arrivano le nuvole basse e il monumento
con il mondo si vede a malapena. Il vento poi è fortissimo
tanto da far ballare il camper e da farlo sembrare una barca
a vela con mare a forza 10; la temperatura è di 4
gradi e fa freddissimo. Inutile uscire dal camper, il vento
quasi impedisce di camminare, tanto da sembrare la bora
di Trieste quando spira fortissima. Andiamo soltanto nel
centro a prendere cartoline e souvenirs ed a vedere lo stupendo
filmato di 17 minuti che fanno vedere nel videografico.
E’ questo il quarto giorno consecutivo
di maltempo che prendiamo ed iniziamo a stranirci: speriamo
che da domani, iniziando a scendere verso sud, la situazione
migliori.
Km. oggi: 172 - Km. totali: 6.200
Giorno 15 – 19/07: Nordkapp
– Rotsund
Ancora pioggia e freddo…
Renne e pioggia con contorno di vento e freddo! Questo può
essere in sintesi, il resoconto della giornata odierna.
Altra giornata interlocutoria dove tutto quel che avremmo
voluto e dovuto vedere, si è andato a far benedire
insieme alla pioggia, al vento ed alle nuvole basse. Alle
9 del mattino scappiamo da Nordkapp, con un vento che tira
raffiche a più di 100 km/h, tanto che per tutta la
notte non abbiamo quasi chiuso occhio, perché avevamo
l’impressione che il vento si portasse via il camper.
Sentivamo in continuo lo sbattere violento dei braccetti
di stazionamento del camper sulle grosse pietre che avevamo
posizionato sotto. Alle 7 del mattino, il vento si era anche
rafforzato, invece che diminuire. Il camper era anche gelato,
perché il forte vento ci impediva di accendere la
stufa. Alle 9,00 avevamo pioggia a vento ed una temperatura
di 2,6°. Guidare il camper fino all’incrocio con
la E6 è stata una vera impresa, con continue manovre
di controsterzo per contrastare il vento che spingeva di
lato il camper. Abbiamo provato anche
ad andare a vedere l’arco nella roccia a Skarsvag,
ma la cosa è stata impossibile perché sul
sentiero che a piedi permette di andare ad ammirare questa
bellezza naturale, il vento era della stessa potenza di
quello che c’era a Capo Nord, se non più forte,
e la temperatura più o meno la stessa! L’unico
momento di tranquillità è stato quando abbiamo
fatto il pieno a Honninsvag, ammirando in porto una nave
da crociera portoghese e l’Hurtigruten. A Russianes
ci siamo fermati al campeggio dove ci eravamo fermati lunedì
sera, per fare carico e scarico, poi abbiamo puntato su
Alta. Il tempo è stato sempre nero, alternando momenti
di pioggia a momenti di non pioggia, ma comunque con una
visibilità dei panorami pressoché nulla. Al
bivio con la 882 abbiamo provato ad andare ad Oksfjord,
per vedere anche il ghiacciaio che arriva quasi a lambire
il mare. 38 km di strada tipo mulattiera, con tanto di galleria
di 4 km. ad unica carreggiata e relative piazzole di sosta
per far passare chi viene dalla parte opposta, per non vedere
comunque il ghiacciaio! Le nuvole bassissime rendono invisibile
tutto quel che c’è da vedere.
Piove ancora, e la temperatura è di 7 gradi. Unica
cosa che abbiamo potuto vedere, i soliti branchi di renne,
con qualche esemplare che ha provato a suicidarsi gettandosi
quasi sotto al camper!
Torniamo indietro, fino a riprendere la E6 puntando su Olderdalen,
dove prenderemo il primo dei due traghetti per arrivare
a Tromso. Ci fermiamo però a Rotsund, al Rotsundelv
Camping (coordinate N 69° 78 569 – E 20° 70
105 – 160 Nok carico, scarico ed elettricità),
cercando di mettere fine a questa giornata alquanto negativa.
Siamo scesi di 500 km., ma il tempo è sempre schifoso,
con pioggia e freddo. E questo è il quinto giorno
consecutivo di pioggia, ed anche in quelli precedenti a
questi ultimi cinque, non è che il tempo sia stato
sempre stupendo. Diciamo che la sfiga finora, almeno sul
meteo, è stata una fedele e sgradita compagna di
viaggio. E diciamo anche, che il morale della truppa è
un po’ bassino.
Km. oggi: 522 - Km. totali: 6.722
Giorno 16 – 20/07: Rotsund –
Tromso – Nordkjosbotn
Tromso, la Parigi del Nord…
Brutto tempo anche oggi, tanto per cambiare. A queste latitudini
le giornate di sole come le intendiamo noi possono essere
un evento raro anche nel corso dell’intera estate.
Oggi capisco perché quando due estati fa, nel 2004,
raccontavamo di essere arrivati a Capo Nord il pomeriggio
alle sei e di aver visto il sole di mezzanotte sei ore più
tardi, perché avevamo trovato una giornata di cielo
terso, completamente sereno, parecchia gente che era stata
in Norvegia ci aveva detto che avevamo avuto un culo incredibile!
La cosa nettamente migliore rispetto a ieri, è che
la pioggia si è fatta vedere soltanto per pochi minuti
qua e là durante la
giornata, e che la visibilità è stata nettamente
migliore di ieri. Il freddo, quello però è
stato sempre ben presente: 12 gradi la temperatura massima,
con colonnina di mercurio ferma sui 10 adesso che il sottoscritto
sta scrivendo questo diario. A conferma che questa sia comunque
un’estate abbastanza rigida per la Norvegia, ci sono
numerose vette ancora innevate, mentre due anni fa raramente
vedevamo della neve sulle montagne.
Da Rotsund riprendiamo subito la E6: la nostra meta di oggi
è Tromso, che certamente è la città
più grande ed importante dell’intera regione
al di sopra del Circolo Polare Artico. Arrivando da nord,
per arrivare a Tromso si hanno due possibilità: percorrere
tutta la E6 fino a Nordkjosbotn e poi la E8 fino a Tromso,
oppure, sempre facendo la E6, imbarcarsi a Olderdalen sul
traghetto per Lyngseidet, percorrere la 91 fino a Svensby
ed imbarcarsi su un altro traghetto, quello per Breivikeidet,
e poi fare l’ultimo pezzo di 91 fino a quando, già
alle porte di Tromso, non ci si immette sulla E8. Prendendo
i due traghetti si risparmiano circa 110 km: occorre però
tenere conto dei tempi tecnici di attesa traghetto, imbarco
e sbarco e del costo delle due traversate (238 Nok più
altre 33 a persona sul primo traghetto, 70 Nok camper compreso
il conducente più altre 26 corone a testa per gli
altri passeggeri).
Noi abbiamo optato per la soluzione dei due traghetti, se
non altro perché i due traghetti si avvicinano molto
a dei ghiacciai bellissimi da vedere e fotografare, anche
nonostante la non bellissima giornata.
Arrivati a Tromso, parcheggiamo il camper in un parcheggio
a pagamento dietro alla Storgata, la via principale della
città. Passiamo subito davanti alla fabbrica di birra
Mack (Storgata 5-13) per poi proseguire a passeggiare su
questo corso dove si affacciano case in legno tutte costruite
all’inizio dell’800, oltre a numerosi negozi.
Arrivati su Richard Withs Place, la piazza dove c’è
anche la Chiesa Protestante, ci fermiamo a mangiare da Emma’s,
un locale graziosissimo dove abbiamo mangiato molto bene,
gustando dei gamberetti freschissimi con della salsa al
pomodoro leggera e del pane imburrato, un panino con pollo
grigliato, insalata e pomodori ed una zuppetta di pesce
e patate, il tutto accompagnato con birra, rigorosamente
Mack e spendendo non più di 15 € a testa. A
pochi passi da Emma’s c’è anche una pasticceria
dove abbiamo comprato, oltre a un dolce al cioccolato e
marmellata, del pane. Lo stesso locale, vende poi anche
la carne.
Più avanti, sempre sulla Storgata,
dove inizia la zona pedonale, troviamo delle bancarelle
dove acquistiamo fragole, ciliegie e lamponi, mentre sulla
Stortorget compriamo del merluzzo e del salmone freschissimi
in una pescheria. Il pesce fresco, oltre allo stocco, si
può trovare anche nelle bancarelle della stessa piazza
o sulle barche ormeggiate al molo della Stortorget.
A metà pomeriggio riprendiamo il camper e lo spostiamo
di poco, per andare al Museo Polaria (Hjalmar Johansensgt
12), una struttura dove si possono vedere numerosi pesci
in vasca, delle foche in un ambiente polare ricostruito
ed anche un bel film sulle isole Svalbard, arcipelago norvegese
a ridosso del Polo Nord e della Groenlandia. Il film è
opera dello stesso autore e regista, tale Ivo Caprino, che
ha fatto il filmato che si può vedere nel complesso
di NordKapp, ed anche questo viene proiettato in multiscreen.
|
Dopo il Polaria, siamo andati
a vedere la Cattedrale dell’Artico, una chiesa
consacrata nel 1965 dopo 40 anni di lavori di costruzione.
La sua sagoma a piramide spicca già dal lungo
ponte che attraversa il fiordo, ma arrivati a destinazione,
non siamo potuti entrare perché era iniziato
un concerto ed il biglietto per entrare costava 50 Nok
a testa (anziché le solite 30). Non siamo entrati
non tanto per il sovrapprezzo di 20 corone, ma per non
sorbirci l’intero concerto di musica sacra norvegese!
Per concludere la visita della città, avremmo
dovuto prendere la funivia fino al Fjellstua, un autentico
balcone naturale a 420 metri di altezza dal quale si
gode un panorama spettacolare sulla città e sui
fiordi circostanti; non siamo saliti perché essendo
brutto tempo, la vista sarebbe stata quasi nulla a causa
delle nuvole basse.
Verso le 19,45 riprendiamo il camper e ci avviamo verso
Finnsnes, visto che domani vogliamo arrivare all’isola
di Senja. Ci fermiamo a Nordkjosbotn, al Camping Bjornebo
(coordinate N 69° 21 692 – E 19° 55 636
– 170 Nok carico, scarico ed elettricità)
per dormire e mangiare. Arrivati al campeggio però,
sentiamo una forte puzza di gasolio provenire dal motore
del nostro camper: aprendo il cofano, notiamo che sugli
iniettori c’è del gasolio fuoriuscito probabilmente
da qualche tubicino che porta il combustibile agli iniettori.
Domani mattina ci serve un meccanico!
Km. oggi: 173 - Km. totali: 6.895 |
Giorno 17 – 21/07: Nordkjosbotn
– Isola di Senja – Andenes
L’irreale tranquillità di Husoy…
Se rinasco faccio il meccanico in Norvegia! Stamattina ci
siamo messi alla ricerca di un meccanico che potesse ripararci
il problema della perdita di gasolio dal motore del camper.
Nel raggio di due chilometri intorno al campeggio di Nordkjosbotn
ce ne sono due: uno in ferie fino al 31 luglio (FERIESTENG
TIL 31 JULI!), l’altro chiuso e che riceve soltanto
per appuntamento! Manco fosse il Veronesi dei motori norvegesi!
Il ragazzo che lavora alla vicina pompa di benzina della
Statoil ci fa da tramite e così nel giro di una ventina
di minuti il meccanico
ci dà “udienza”! Il problema si rivela
molto meno grave di quel che pensavamo: ci dice che a perdere
è il tubetto del ritorno del gasolio dagli iniettori.
Quando c’è troppa pressione, ne schizza un
po’ fuori. Lui non può cambiarci questo tubicino
perché non ce l’ha in officina, e dopo averci
chiesto dove siamo diretti, ci dice che a Finnsnes c’è
un’officina Ford, poco prima di entrare in città,
sulla 86. Comunque ci tranquillizza dicendoci che è
un problema da nulla e che possiamo viaggiare tranquillamente
anche fino a Roma in questa condizione. Mah!
Ci dirigiamo quindi verso Finnsnes, fermandoci all’officina
Ford che ci aveva indicato il meccanico. Anche quest’altro
meccanico constata il problema e ci dice le stesse identiche
cose dell’altro. Anche lui non ha in officina il tubicino
e ci dà un elenco di officine Ford su tutta la Norvegia,
dicendoci che possiamo viaggiare tranquillamente ma che
se vogliamo proprio cambiarlo potremo farlo più avanti
in una delle officine elencate sul foglio.
A questo punto, visto che è ora di pranzo, ci fermiamo
in un EuroDespar a Finnsnes e compriamo sia degli ottimi
gamberetti e del salmone fresco da cucinare per cena, sia
del merluzzo e del salmone già cucinati da mangiare
subito. Buonissimo il merluzzo, un po’ meno il salmone
per il modo un po’ troppo forte in cui è condito.
Dopo Finnsnes attraversiamo il ponte che ci conduce sull’isola
di Senja, poi lasciamo la 86 e prendiamo la 861 fino a Gibostad.
Prima di Gibostad svoltiamo al bivio per Husoy, seguendo
le indicazioni fino ad arrivare a questa che è un’isola
di pescatori. La strada, nel tratto finale, è un
po’ stretta offrendo però delle piazzole per
far passare chi proviene in senso opposto, contrassegnate
con una M. Sempre nel tratto finale ci sono poi due gallerie
scavate nella roccia e molto buie. Husoy ci appare dalla
cima di una salita e non riusciamo a non fermarci per scattare
delle foto a quest’isola, collegata alla terraferma
da una stradina costruita
su un molo. Per nostra fortuna, la giornata, che era iniziata
con il solito cielo coperto, si è aperta un bel pò,
offrendoci, oltre ad un vento nullo, un po’ di sole.
L’isola di Husoy è un piccolo borgo di soli
pescatori: una volta oltrepassata la strada che la collega
alla terra ferma, si arriva su una piccola piazzetta che
è il centro del borgo. C’è una pompa
di benzina, che non ha gasolio ed un emporio che vende di
tutto, dai casalinghi ai generi alimentari e che funziona
anche da Ufficio Postale! Chi fosse interessato, arrivando
nel momento del rientro delle barche, potrà acquistare
del pesce freschissimo a prezzi convenienti presso gli stessi
stabilimenti che lavorano immediatamente il pesce appena
pescato.
Lasciamo Husoy tornando su verso Botnhamn e prendiamo la
862 per Gryllfjord. Questa strada è stretta come
il tratto finale della 861, per quasi tutti i suoi 76 km.,
ma offre numerosi panorami bellissimi ed un paio di spiagge
di sabbia bianchissima, dove vediamo anche un pazzo furioso
norvegese che si butta in acqua in costume, nonostante i
10 gradi di temperatura! Ci sono poi altre cinque gallerie,
alcune anche sui 2 km. di lunghezza, sempre scavate nella
roccia.
Riusciamo ad arrivare al piccolo porto di Gryllefjord in
tempo per prendere l’ultimo traghetto, quello delle
19, per Andenes, isole Vesteralen. Questa rotta è
funzionante soltanto da metà maggio a metà
agosto. Il parcheggio di attesa del porticciolo è
numerato per il numero di mezzi che il traghetto riesce
ad imbarcare. Traghetto che è uno soltanto e che
fa la spola avanti e indietro, compiendo tre corse al giorno
sia da Andenes che da Gryllefjord. Il costo è di
690 Nok per il camper compreso il conducente, più
130 Nok a
persona per gli altri passeggeri. La traversata è
abbastanza problematica per chi soffre di mal di mare, perché
il traghetto ha una stazza piccolina e sente molto le onde
del mare, facendo ballare un bel po’ i passeggeri.
E il tutto, considerando che noi siamo stati fortunati,
perché abbiamo navigato in condizioni di mare calmo,
vento nullo e sole. Figuriamoci cosa significa fare questa
traversata con il mare mosso, il vento e la pioggia!
Sbarchiamo ad Andenes poco dopo le 21 e ci fermiamo poco
fuori il porto, sulla 82 all’Andenes Camping (coordinate
N 69° 30 479 – E 16° 06 697 – 190 Nok
con carico, scarico ed elettricità), un campeggio
posizionato in riva al mare. Peccato che un ampio fronte
nuvoloso sia in arrivo dal mare e ci impedisca di vedere
il sole di mezzanotte. La temperatura inoltre, si è
abbassata a 6 gradi.
Il carico e scarico del camping funziona anche come Camper
Service gratuito per chi vuole soltanto scaricare il WC
nautico, caricare l’acqua e proseguire.
Al campeggio ci informiamo anche sul Whale Safari per domani
mattina, anche se decidiamo di aspettare di vedere quale
saranno le condizioni del tempo. Infatti, il giro in barca
per vedere le balene richiede già normalmente un
abbigliamento molto pesante ed una buona tolleranza al mare
mosso, figuriamoci cosa può accadere con mare mosso,
vento e pioggia!
Se sarà bello quindi proveremo a fare il safari fotografico,
altrimenti inizieremo a scendere verso le Lofoten! Quel
che ci consola anche, è che abbiamo praticamente
recuperato i due giorni di ritardo che avevamo sulla nostra
tabella iniziale.
Km. oggi: 244 - Km. totali: 7.139
Giorno 18 – 22/07: Andenes –
Skagen
Michele, un torinese a Nusfjord!
Sveglia presto e controllo del cielo. Sereno! Temperatura
23°! Incredibile! Ci vestiamo e facciamo colazione in
fretta per andare al porto di Andenes ed informarci sul
Whale Safari. La ragazza del campeggio ci ha detto ieri
sera che non è necessario prenotare, ma basta stare
al porto mezz’ora prima della partenza del Safari.
Bugia! Alle 9 siamo al porto e ci dicono che le barche sono
tutte piene fino alle 17,30 e che conviene sempre prenotare.
Decidiamo di rinunciare, ed anche altri italiani che erano
nel nostro stesso campeggio fanno la stessa cosa. Loro proseguono
verso nord, noi verso sud. Da Andenes per scendere ci sono
due possibilità: la 82, che segue la costa orientale,
e la litoranea, che invece passa sul versante occidentale.
Noi facciamo la litoranea, perché la costa occidentale
è quella più selvaggia e passa per dei punti
bellissimi, pieni di isolotti, insenatura e spiagge di sabbia
chiarissima. Scendendo, ci rendiamo conto di aver fatto
benissimo a rinunciare al Whale Safari. A parte il prezzo
(720 Nok a testa, cioè 90 €!), il tempo si è
guastato nel giro di un’ora. Ora è completamente
coperto, la temperatura è scesa a 11° ed il mare
si è prima increspato e poi agitato non poco. Arrivati
tra Stave e Nordmela, notiamo che su un isolotto di fronte
agli scogli c’è una colonia di uccelli scuri.
Scendiamo dal camper e ci incamminiamo sulla scogliera,
fino ad arrivare di fronte all’isolotto e scopriamo
che si tratta di una colonia di cormorani. Fotografie di
rito ed in abbondanza, poi torniamo nel camper e continuiamo
a scendere. Arrivati a Risoyhamn la strada si ricollega
alla 82 ed un ponte ci fa lasciare l’isola di Andoya
per accedere a quella di Hinnoya. Continuiamo sulla 82 tra
un fiordo ed un’insenatura, fino a che un altro ponte
non ci porta sull’isola di Langoya ed entriamo subito
a Sortland, dove la 82 si immette nella E10 proveniente
da Narvik e dove notiamo l’Hurtigruten in porto. Nel
frattempo inizia a piovere, e non smetterà più
fino a sera, se non per brevi tratti. E’ un peccato,
perché oltre ad essere esauriti dal settimo giorno
consecutivo di pioggia (tranne poche ore da ieri pomeriggio
a stamattina presto), questi panorami e questi posti con
la pioggia rendono un decimo di quel che rendono con il
sole.
Un altro ponte ci porta a Stokmarknes e quindi, sull’isola
di Hadseloya, l’ultima isola delle Vesteralen venendo
da nord. Qui infatti, la E10 finisce al porto di Melbu,
da dove si prende il traghetto per Fiskbol, isole Lofoten.
La traversata dura circa 20 minuti e costa 204 Nok per il
camper compreso del conducente, più 30 Nok a passeggero.
Sbarchiamo a Fiskbol e riprendiamo la E10 fino a Svolvaer.
Piove ancora, ma ciò nonostante facciamo una passeggiata
in città. La montagna che sovrasta la città,
la Svolvaergeita, è quasi del tutto coperta dalle
nuvole. Nella piazzetta vicino al porto, c’è
ancora qualche banco del mercato della mattina: qualcuno
vende frutta, altri fiori, poi ce n’è uno che
vende salami di renna e di alce, uno che vende stoccafisso
e salmone ed un altro che vende maglioni di lana, caldi
e belli, ma cari (87€, a quel prezzo li compriamo anche
a Roma!).
Dopo un’oretta ci rimettiamo in cammino sempre sotto
la pioggia, fino ad arrivare verso le 20 a Skagen, dove
ci fermiamo allo Skagen Camping (coordinate N 68° 10
380 – E 13° 29 421 – 140 Nok con la sola
elettricità, senza possibilità di scarico
WC nautico).
Prima di fermarci al campeggio però, da Svolvaer
a Skagen abbiamo fatto tre soste che comunque, pioggia o
non pioggia vale la pena fare.
Henningsvaer, che viene chiamata la Venezia
delle Lofoten, per le sue case costruite a palafitta nell’acqua
che si affacciano nel canale e perché c’è
una bottega di vetrai che mostrano come lavorano il vetro.
Qui ci sono anche altri negozietti di souvenir vari.
Il Vikingmuseet, lungo la E10, una sorta di nave vichinga
con all’interno, un villaggio vichingo che mostra
come vivevano i vichinghi ai loro tempi.
|
Nusfjord, un piccolo borgo
sul fiordo, con il porticciolo pieno di meduse giganti,
alcune che raggiungono anche i 30-40 cm. di diametro.
Qui a Nusfjord, potete trovare un curioso personaggio
che ha un laboratorio artigianale dove produce oggettini
d’argento. Il tipo, dai lunghi capelli bianchi
e dalla barba incolta, si chiama Michele e racconta,
in un italiano con spiccato accento del nord, di essere
torinese e di viver a Nusfjord dal 2000, dopo aver vissuto
vent’anni a Capo Nord.
Per la cronaca, dopo cena piove ancora in più
di un momento e ci sono 12 gradi! Oggi siamo arrivati
alla metà della nostra vacanza ed abbiamo beccato
finora 13 giorni di pioggia su 18. Un disastro! O meglio,
una sfiga colossale!
Km. oggi: 329 Km. totali: 7.468 |
Giorno 19 – 23/07: Skagen –
Bodo – RV17 (nei pressi di Loding)
Il paradiso Lofoten!
Giornata molto più positiva di ieri, dal punto di
vista climatico. Non piove mai ed ogni tanto, nel cielo
coperto si forma una squarcio di azzurro che lascia passare
un po’ di sole. La temperatura poi oscilla tra i 16
ed i 17 gradi, e quindi non fa freddo. In mattinata studiamo
anche una piccola modifica al nostro itinerario: anziché
fermarci a Kristiansund, Molde e Alesund, stiamo prendendo
in considerazione di entrare da Molde verso l’interno
sulla 63 e quindi fare il Passo dei Troll, per poi riuscire
sulla costa per andare a Runde a vedere le riserve di uccelli
e rientrare verso l’interno a Geiranger. Un percorso
a zig-zag, ma comunque vedremo nei prossimi giorni quel
che faremo…
Dedichiamo gran parte della giornata a visitare ancora questo
posto stupendo ed incantato. Qua, tutto è calma totale,
silenzio quasi irreale. Ci fermiamo prima a Ramsberg, dove
c’è la più grande spiaggia delle Lofoten,
una spiaggia di sabbia bianchissima , poi a Sund, un piccolo
borgo dove ci sono botteghe di artigiani che lavorano il
ferro ed infine a Reine, che è un vero e proprio
paesino più che un villaggio come lo sono gli altri
posti dove ci siamo fermati.
Ovunque però, la caratteristica di
queste isole, è che la maggior parte delle abitazioni
sono delle “Rorbu”, cioè delle casette
a palafitta sull’acqua di colore rosso.
Ci fermiamo anche a Sakrisoy, dove di fronte al museo delle
bambole, c’è un magazzino di stoccafisso e,
subito vicino, una pescheria con del pesce freschissimo.
Compriamo gamberetti, salmone, merluzzo e pesce lupo, tutto
freschissimo e buonissimo.
L’ultima visita la dedichiamo ad A, il villaggio più
a sud delle Lofoten, da dove poi parte una strada da fare
a piedi che finisce sulla scogliera. Due anni fa qui vedemmo
una foltissima colonia di gabbiani, oggi invece ce ne sono
pochissimi. Ad A poi, per chi dovesse interessare, c’è
anche il Museo dello Stoccafisso.
Verso le 16 ci affacciamo al molo di Sorvagen e leggiamo
che il prossimo traghetto parte alle 18. Benissimo! Ma l’omino
dei biglietti, ci dice che partiranno soltanto le prime
4 file di auto sul molo, e noi ci dobbiamo sistemare sulla
quinta, perché le altre sono già piene! Morale:
dobbiamo partire alle 21! La traversata dura circa tre ore
e costa 1.230 Nok per il camper compreso il conducente più
altre 143 Nok per ogni passeggero.
Impieghiamo le ore di attesa a giocare a carte, scaricare
le foto sul PC e scrivere questo diario!
Sbarchiamo a Bodo a mezzanotte e mezza, il cielo è
nerissimo, talmente buio che sembra sia notte, tanto che
perfino l’illuminazione stradale è accesa,
cosa rarissima di questi tempi da queste parti. Non ci fermiamo
a dormire subito al porto, perché vediamo che non
c’è nessuno con il camper o roulotte che l’ha
fatto. Prendiamo la 80 fino al bivio con la 17, la Costal
Route, e prendiamo questa strada che dicono sia fantastica.
Il nostro itinerario infatti prevede, nella discesa verso
Sud, di percorrere la Costal Route (una delle poche strade
al mondo che ha perfino un sito internet – www.rv17.no);
se la percorreremo tutta fino a Steinkjer oppure se ne faremo
soltanto una parte, lo decideremo strada facendo.
Ci fermiamo a dormire in una piazzola di sosta dopo pochi
km. dall’aver imboccato la RV17, dove è fermo
anche un camper tedesco
Km. oggi: 76 - Km. totali: 7.544
Giorno 20 – 24/07: RV17 –
Nesna
Sulla Costal Route!
Anche oggi giornata positiva, dal punto di vista meteo.
Il cielo è stato sempre coperto, su questo non ci
si può sbagliare, ma almeno non ha mai piovuto e
la temperatura è oscillata dai 14 gradi del mattino
ai 18 del primo pomeriggio fino ai 12 della sera.
L’andamento oggi è piuttosto lento, sia perché
la Costal Route offre numerosi panorami mozzafiato dove
è obbligatorio fermarsi a fotografare e sia perché
la strada in alcuni punti è piuttosto stretta tanto
da non riuscire a passare due macchine insieme. Fortuna
che il traffico è molto limitato e che ci sono numerose
piazzole di sosta per far passare chi procede in senso contrario.
Sulla 17 poi ci sono anche numerose gallerie, alcune anche
molto lunghe: su tutte quella dopo Glomfjord di 7,6 km.
Subito dopo esserci mossi dalla piazzola di sosta dove avevamo
dormito, ci siamo fermati dopo pochi chilometri a Saltstraumen,
per vedere il fenomeno del “maelstrom”, un gioco
di correnti che forma numerosi gorghi e mulinelli, fino
a formarne uno più grande ogni sei ore. C’è
anche un orario delle maree, in cui si forma il gorgo, ma
l’ufficio turistico è chiuso e quindi osserviamo
dal ponte questo movimento di acqua che, visto dall’alto,
impressiona notevolmente.
Dopo poco più di un’ora torniamo
al camper e riprendiamo la nostra marcia, sempre tra una
fotografia e l’altra. La strada infatti costeggia
fiordi ed isolotti, per poi alzarsi in quota in ripide salite
sfiorando ghiacciai e riscendere con altrettanto ripide
discese al livello del mare.
Passiamo Ornes, Glomfjord ed a Faroy ci imbarchiamo per
Agskardet (costo traghetto 126 Nok camper compreso il conducente,
più 21 Nok a passeggero), per una traversata che
dura poco meno di dieci minuti. Subito dopo esser sbarcati
si arriva a Tjong e dopo una ventina di chilometri si arriva
a Jektvik, dove ci si imbarca per Kilboghamn.
Questa traversata è più lunga, circa un’ora,
e durante il tragitto si oltrepassa anche il Circolo Polare:
dal mare è visibile un monumento raffigurante il
mondo, posizionato sulla scogliera. Il costo del traghetto
è di 319 Nok per il camper compreso il conducente
più altre 42 Nok per passeggero.
Diciamo che questa Costal Route è una strada bellissima,
ma dove si procede molto lentamente, ad una velocità
tra i 40 ed i 60 km/h, ed inoltre, si ha un buon esborso
di denaro per i traghetti.
Traghetti che in tutto sono 6: oltre ai due che abbiamo
fatto, c’è quello tra Nesna e Lavong, quello
tra Tjotta e Forvik, quello tra Anndalsvagen e Horn e quello
tra Vennesund e Holm. Ogni tanto, volendo, c’è
la possibilità di prendere una strada che conduce
fino alla E6, che corre parallela ma molto più interna.
Noi, abbiamo deciso che prenderemo tre traghetti: oltre
ai due già presi prenderemo quello da Nesna per Lavong,
per poi rientrare sull’E6 a Mosjoen, per scendere
a Trondheim. Fare tutta la Costal Route fino a Steinkjer
significherebbe un rallentamento notevole nella tabella
di marcia.
Sbarcati a Kilboghamn procediamo verso Nesna e ci fermiamo
anche ad un dei tanti camper service gratuiti presenti da
queste parti, in norvegese: Tommestasjon, (coordinate N
66° 72 442 – E 13° 69 928). Il camper service
è posizionato proprio di fronte un fantastico ghiacciaio
che arriva quasi a toccare il mare. Dopo
esserci fermati anche più volte sulla strada, a fotografare
i fiordi dall’alto, sia sulle piazzole che sui punti
panoramici segnalati, ci fermiamo al Camping Nesna Feriesenter
(coordinate N 66° 20 290 – E 13° 02 107 –
190 Nok con la sola elettricità, mentre per il carico
e scarico acque si utilizza la Tommestasjon posizionata
subito di fuori al camping.
Km. oggi: 266 - Km. totali: 7.810
Giorno 21 – 25/07: Nesna –
Trondheim
Verso Trondheim!
Giornata transitoria, di trasferimento e quindi con pochi
particolari, anche se con il finale thrilling.
Il tempo è in miglioramento, man mano che scendiamo
verso sud. Dal sempre coperto del mattino di Nesna, siamo
passati al poco nuvoloso della sera di Trondheim, con la
temperatura che si è alzata notevolmente, arrivando
ai 16 gradi serali e toccando la punta di 23 gradi nel primo
pomeriggio. Subito dopo esser partiti dal campeggio di Nesna,
ci siamo imbarcati sul traghetto per Lavong (costo 182 Nok
camper compreso il conducente più 27 Nok a passeggero,
traversata di circa 10 minuti).
Sbarcati a Lavong abbiamo preso la 78 per Mosjoen ed, una
volta arrivati a Mosjoen, abbiamo preso la E6 fino a Trondheim.
Pausa pranzo
alle cascate di Laksforsen, che sono proprio sulla E6 e
visibili da un’ampia area di parcheggio. Proprio qui
ci accorgiamo che il nostro problema con la perdita di gasolio
è aumentato. Nei giorni scorsi non siamo passati
in nessun posto dove ci fossero officine Ford, oppure quando
siamo passati di fronte a di punti assistenti Ford, era
sabato pomeriggio, come a Svolvaer, o era notte come a Bodo;
per questo non abbiamo potuto cambiare il tubicino del ritorno
del gasolio, ed inoltre, essendo sempre andati a velocità
ridottissima, il problema non si è mai presentato.
Ma oggi, dopo un po’ di chilometri sulla E6 a 90-100
km/h, stiamo perdendo gasolio in modo considerevole.
Puntiamo così su Steinkjer, dove c’è
un’officina Ford, ma quando arriviamo, alle 17, è
già chiusa. Uno dei dipendenti, ancora sul posto,
dà un’occhiata ugualmente al nostro motore,
ma non essendo un meccanico, ci consiglia di arrivare a
Trondheim, anche perché lì c’è
una grandissima officina Ford e di far vedere a loro domani
mattina il problema.
Ci rimettiamo quindi in marcia, a velocità ridotta,
ma quando siamo alle porte di Trondheim, il motore si spegne
e si accende la spia degli iniettori. Entriamo a folle e
d’inerzia nell’area di servizio Shell poco prima
della città, e constatiamo che la perdita di gasolio
ora è copiosa. Il motore però, si rimette
in moto normalmente, come se nulla fosse accaduto, ma noi
prudentemente ci fermiamo a passare la notte in quest’area
di servizio, che è anche dotata di camper service
e di allacci per l’elettricità, tutto gratuito
(coordinate N 63° 42 478 – E 10° 72 940).
Un cartello avvisa però che si può sostare
soltanto 4 ore, ma noi resteremo tutta la notte. Al limite,
in caso di controllo della Polizia, mostreremo il nostro
problema al motore. Domani mattina proveremo ad arrivare
all’officina Ford di Trondheim e vedremo se il problema
è sempre quello che ci portiamo dietro da qualche
giorno oppure se è peggiorato. Certo ne và
del proseguo della nostra vacanza, perché se il guasto
è da poco, lo faremo riparare noi e chissenefrega,
ma se ci chiederanno una cifra elevata, dovremo avvisare
il noleggiatore ed in questo caso, se dovremo contattare
la sua rete di assistenza stradale, per motivi assicurativi,
si potrebbe prospettare addirittura il rientro del mezzo
in Patria.
Vedremo domani…
Km. oggi: 428 - Km. totali: 8.238
Giorno 22 – 26/07: Trondheim
– Eidsbygda
Passeggiando per Trondheim…
Si và avanti! La perdita di gasolio era una vera
stupidaggine e non c’era nessuno pezzo rotto. Quando
siamo arrivati a Stjordalsveien 32, all’officina Ford,
il meccanico ha dato un’occhiata al motore ed ha visto
da dove usciva il gasolio; ha preso una chiave
inglese ed ha stretto il dado del tubo che porta gasolio
ad uno dei quattro iniettori, che era lentissimo, poi ha
stretto anche gli altri tre ed ha pulito il motore dal gasolio
fuoriuscito con una pompa che gettava acqua ad alta pressione.
Poi ha provato ancora il motore, ed era tutto ok! Mille
ringraziamenti per il gentile meccanico e ci spostiamo in
centro, approfittando della sosta a Trondheim, per visitare
la città, complice anche, finalmente, una splendida
e calda giornata di sole, dove ci togliamo i maglioni di
lana grazie ai 24 gradi di temperatura!
Parcheggiamo a Kongsgardsgata, nel viale attiguo la Cattedrale
di Nidarosdomen: 50 Nok per tutto il giorno. Il centro di
Trondheim si gira molto bene a piedi e si snoda intorno
alla via principale, la Munkegata. Partiamo subito dalla
splendida Cattedrale, il cui ingresso è a pagamento,
50 Nok a testa, costruita nel XIV secolo e voluta da Re
Olav III. Di fianco la Cattedrale ci sono i giardini che
raccolgono il Palazzo Vescovile, l’Erkebispegarden,
che oggi è adibito a Museo ed ad area per concerti.
Tutt’intorno alla Cattedrale, nel giardino che la
circonda, un cimitero con tombe che vanno dal 1800 ai giorni
d’oggi.
Uscendo dalla Cattedrale prendiamo la Munkegata; il primo
pezzo di strada è un’area dove sono collocati
diversi musei ed il Palazzo Comunale, poi si giunge in una
grande piazza dominata da una statua di Re Olav I. Qui in
piazza c’è anche un piccolo mercato, metà
adibito con bancarelle di abiti ed accessori e l’altra
metà con banchi di frutta, dove acquistiamo squisite
ciliegie e fragole.
Prendendo il proseguo di Munkegata, al numero 23 c’è
il Stifsgarden, il più grande palazzo costruito in
legno di tutta la Norvegia, che oggi è una delle
Residenze Reali. L’ingresso è a pagamento e
si può visitare.
Da Munkegata poi, si arriva su altre due strade piene di
negozi, Prinsensgata e Kongensgata; da quest’ultima
si arriva fino al Kjopmannsgata, la via che costeggia il
fiume dove ci sono anche i “Bryggen”, i vecchi
magazzini, con le case in legno affacciate sul canale risalenti
al XVIII ed al XIX secolo.
Lasciamo Trondheim nel primo pomeriggio, decisi a scendere
un altro po’ verso Sud; le prossime mete sono: il
passo dei Trolls, Alesund e l’isola di Runde.
Usciamo dalla città con la E6, poi
prendiamo la E39 nella parte sud delle periferia di Trondheim,
verso Kristiansund e Alesund. Tutte le autostrade intorno
a Trondheim sono a pagamento; 15 o 30 Nok, a seconda della
tratta, vengono richieste da un casello automatico, dove
bisogna esser forniti di monetine.
Qui la E39, dopo aver costeggiato un bel fiordo, una volta
giunti ad Halsa si interrompe sulla banchina del piccolo
porto, da dove ci si imbarca per Kanestraum (costo traghetto
160 Nok per il camper compreso il conducente, più
25 Nok a passeggero). La traversata dura un quarto d’ora
e poi si riprende la E39 costeggiando il Bergsoyfjorden.
Prima di Gjemnes c’è il bivio per Kristiansund
e per Molde e Alesund. Per andare a Kristiansund si passa
sotto un tunnel sottomarino, mentre noi che proseguiamo
per Molde e Alesund, prendiamo un ponte di un chilometro
e ottocento metri che è a pagamento! 65 Nok per il
camper compreso il conducente, più altre 23 Nok per
ogni passeggero!
Dopo il ponte si continua fino a costeggiare il Fannefjorden,
ma prima di Molde noi svoltiamo a sinistra, per la 64. Qui
prima si entra in un tunnel sottomarino che arriva su un’isoletta,
dove poi c’è un ponte che unisce con la terraferma.
Dopo pochi chilometri si arriva a Solsnes, dove ci si imbarca
sul traghetto per Afarnes per una piccola traversata di
dieci minuti (costo 137 Nok camper e conducente, più
altre 22 Nok a passeggero).
Sbarcati ad Afarnes andiamo in direzione Andalsnes, ma ci
fermiamo quasi subito ad Eidsbygda al Saltkjensnes Camping
per la notte (coordinate N 62° 58 7894 – E 7°
53 062 – 185 Nok con carico, scarico ed elettricità),
un campeggio attrezzatissimo, anche con possibilità
di usare lavatrice ed asciugatrice, posizionato sulla riva
del Romsdalsfjorden.
Tra l’altro, notiamo che da un paio di sere, a queste
latitudini, dalle 11,30 a mezzanotte diventa quasi buio,
e questo stato di quasi oscurità dura circa un paio
d’ore.
Km. oggi: 266 - Km. totali: 8.504
Giorno 23 – 27/07: Eidsbygda
–Passo dei Trolls – Alesund – Leinoy
Toccando il cielo per vedere gli omini delle
fiabe!
Anche
oggi è stata una buona giornata dal punto di vista
meteo: cielo poco nuvoloso ed una temperatura sui 23-24
gradi.
Partiamo dal campeggio e ci dirigiamo subito verso Andalsnes,
dove ci fermiamo ad un supermercato a fare un po’
di spesa; poi prendiamo la E136, che percorriamo per pochi
chilometri, e svoltiamo per la 63, la strada del Passo dei
Trolls. La salita dei Trolls prevede 11 stretti tornanti
che permettono di salire su un’imponente montagna,
con una pendenza a volte anche superiore al 10%. Qui si
ha la sensazione di salire quasi fino a toccare il cielo.
La velocità ovviamente è ridotta e raramente
si superano i 50 Km/h, ma anche nei brevi tratti in cui
si potrebbe superare tale velocità, è fantastico
procedere lentamente per gustarsi fino in fondo quello che
ci circonda. Salendo si scoprono pian piano due cascate,
ed una delle due, la Cascata Stigfossen, è semplicemente
fantastica. Noi riusciamo a fermarci nella piazzola proprio
sotto la cascata, prima del ponte, per ammirare questo meraviglioso
fenomeno della natura, ma se non vi fosse possibile fermarvi
neanche per un secondo, vi converrà rallentare fino
ad andare a passo d’uomo e con i finestrini aperti
per gustarvi il rumore della cascata e la nebulizzazione
dell’acqua.
Quando arriviamo su in cima, parcheggiamo il camper nel
grande parcheggio e visitiamo i numerosi negozietti di souvenir,
pieni ovviamente di Trolls, poi arriviamo a piedi fino alla
terrazza, che ci permette di guardare giù, verso
valle, guardando così anche il percorso a zig-zag
della strada che si inerpica.
Anche la discesa verso Valldal, è fantastica, ricca
di piccoli ghiacciai che formano ruscelli d’acqua
che poi diventano torrenti, i quali poi formano rapide e
cascate.
Arrivati a valle, notiamo che i campi sono pieni di colture
di fragole e per strada è pieno di banchetti dove
vendono questi frutti deliziosi. Da Valldal poi si arriva
a Linge, dove ci si imbarca per Eisdal per arrivare al fiordo
di Geiranger. Noi però che abbiamo ancora un po’
di giorni a disposizione, decidiamo di tornare qui nei pressi
(Geiranger è a 25 Km. da Eisdal) per arrivare a Geiranger
da sotto e via mare, puntando ora su Alesund per poi arrivare
a Runde. Da Runde poi punteremo su Nordfjordeid e da lì
raggiungeremo Hellesylt, da dove traghetteremo lungo il
Geirangerfjorden fino a Geiranger.
Ad Alesund arriviamo poco prima delle 17.
Questo ci permette di passeggiare per il centro storico
e per l’area pedonale della cittadina, Notenesgata,
Kongensgata e Lovenvoldgata, però la maggior parte
dei negozi sono chiusi, perché qui i negozi chiudono
alle 17, tranne che nei centri commerciali.
Andiamo anche al porto, per cercare informazioni sul traghetto
per Hareid, necessario per arrivare a Runde: scopriamo però
che la tratta Alesund-Hareid è percorsa soltanto
dall’Hurtingbot, il catamarano della compagnia dell’Hurtigruten,
che non imbarca auto e camper.
Ci spostiamo così in serata a Sulesund, 25 km. a
sud di Alesund, da dove ci imbarchiamo per Hareid, per una
traversata di una ventina di minuti e dal costo di 83 Nok
per il camper ed il conducente, più altre 30 Nok
a passeggero.
Sbarcati ad Hareid, con la 61 percorriamo i 13 km. per arrivare
ad Ulstein, ma andiamo ancora avanti perché non troviamo
un campeggio per fermarci. Prendiamo al 654 per Fosnavag,
proseguendo fino a Leinoy, dove ci fermiamo all’Heroy
Kystcamp (coordinate N 62° 34 154 – E 5° 69
311 – 130 Nok con carico, scarico ed elettricità).
Siamo alle porte dell’isola di Runde, dove domani
andremo a vedere le colonie di pulcinella di mare.
Km. oggi: 222 - Km. totali: 8.726
Giorno 24 – 28/07: Leinoy –
Runde – Hornindal
Chi l’ha viste?
Non
tutto và come ci si aspetta che vada! Ed oggi è
stato esattamente così!
Già alle cinque del mattino la pioggia cadeva incessante
sul camper ed alle nove ancora veniva giù! Ovvio
quindi che con la pioggia non si prospettava una gran giornata
per vedere varie specie di uccelli!
Verso le 10, quando ha iniziato a smettere di piovere, ci
spostiamo su a Runde, distante pochi chilometri dal campeggio
dove abbiamo sostato per la notte. A Runde tutto è
come non ce lo saremmo mai aspettato! Nel nostro immaginario
c’era una scogliera, tipo quella dove avevamo visto
la colonia di gabbiani ad Ekkeroy il giorno 15, dove nidificano
i “puffin” come li chiamano da queste parti,
per noi Pulcinella di mare.
Invece, tutto è come mai avremmo creduto che fosse:
innanzitutto, su tutta l’isola ci sono poco meno di
5 km. di strada asfaltata e percorribile. Un paio di campeggi,
che sembrano più dei parcheggi che campeggi, ed un
parcheggio. Poi, uno slargo dove l’autobus di linea
fa inversione di marcia. Fine! Il resto, sono sentieri di
montagna, da percorrere a piedi!
Poco male, se fosse solo così! In tutta l’isola,
ci sono 4 o 5 mappe che indicano i sentieri da percorrere
con i punti d’osservazione per vedere gli uccelli.
Da nessuna parte viene indicato dove poter vedere i pulcinella
di mare o qualsiasi altra specie di uccelli! C’è
un percorso da fare a piedi lungo una ventina di chilometri,
tutto in montagna, e tu scegli dove andare. Se sei fortunato
e vai dalla parte giusta, vedi i pulcinella, se non lo sei,
vedi altri tipi di uccelli, ma che puoi vedere in qualsiasi
altra parte della
Norvegia molto più comodamente! Se ci mettete che
questa camminata in montagna, è stata fatta su pietre
rese scivolose dalla pioggia e nel fango, avrete un quadro
molto più dettagliato della situazione!
Nella nostra lunga camminata, di cui la prima parte fatta
sotto una pioggerellina alquanto fastidiosa, abbiamo potuto
vedere migliaia di gabbiani, poi cormorani, altri uccelli
di cui non sapremo mai il nome, ma pulcinella di mare…nothing!
Nada! Niecht! Rien! Niente!
Le facce sconsolate di chi incontravamo lungo il nostro
percorso, però, ci hanno dato l’impressione
che anche agli altri non sia andata meglio di come è
andata a noi.
Bambini che partivano in rincorsa sulla salita iniziale,
mossi dall’entusiasmo di vedere questi splendidi uccelli,
i puffin, che se li rincontravi tre ore più tardi
avevano la faccia imbronciata e stanca.
Adulti con sguardi sofferenti che salivano o scendevano,
a seconda della direzione; alcuni ci guardavano ed osavano
chiedere: “Have you see any bird? Have you see any
puffin?” “Nothing!” la nostra risposta!
Cormorani e gabbiani a milioni, ma pulcinelle… forse
avremmo potuto vederle a Napoli!
In pratica, in tutta la Norvegia, da Oslo a Capo Nord, potrete
trovare cartoline e fotografie dei pulcinella di mare di
Runde, ma quando arrivate a Runde, non c’è
uno straccio di indicazione che ti dice dove andare per
vederle e come fare! Se sognate di fare una fotografia come
quella inserita
all’inizio del racconto di questo giorno nel diario,
beh, allora scordatevelo!
Se siete amanti delle passeggiate in montagna, e se trovate
una bella giornata, andate pure sui sentieri: vedrete panorami
fantastici e tantissimi uccelli, soprattutto gabbiani, ma
se volete vedere i pulcinella di mare, allora forse è
meglio sfidare il freddo ed il mare mosso ed andare a vederli
in barca a Andenes o a Gjesvaer, perché vedere questi
uccelli a Runde è semplice quanto fare un sei al
superenalotto in Italia!
Gli unici due pulcinella di mare che abbiamo visto, li abbiamo
potuti vedere nel supermercato sulla strada, prima di uscire
sul ponte dall’isola, imbalsamati e messi in bella
esposizione! Alla faccia dell’ecologia e del rispetto
della natura e di questi uccelli, tra l’altro!
Verso le quattro del pomeriggio, dopo questa avventura deludente,
perché avevamo in mente di vedere questi uccelli
dall’Italia e da mesi, verso le 16 ci spostiamo e
torniamo indietro sulla 654, fermandoci in un camper service
gratuito sulla strada, prima di Fosnavag, e poi prendiamo
la 61 fino ad Arvik, dove ci imbarchiamo sul traghetto per
Koparnes (costo 51 Nok camper e conducente, più altre
21 Nok a passeggero) per una breve traversata di dieci minuti.
Da Koparnes proseguiamo sulla 61 fino a Maurstad, poi prendiamo
la 15 per Nordfjordeid, che qui chiamano semplicemente Eid,
costeggiando tutto il Nordefjorden. Peccato che la bellezza
del panorama sia un po’ rovinata dalle nuvole nere
che si preparano a scaricare altra pioggia.
Dopo Nordfjordeid, proseguiamo sulla 15, costeggiando il
lago Hornindalsvatn, poi prendiamo la 60 per Stranda, fermandoci
a Hornindal, poco prima di Hellesylt, dove domani traghetteremo
per Geiranger sul Geirangerfjorden. Ci fermiamo all’Hornindalrokken
Turistsenter (coordinate N 62° 01 780 – E 6°
68 319), un camping dove con 160 Nok abbiamo la sola elettricità,
visto che il camper service dove caricare e scaricare, è
posizionato appena fuori il Camping, sulla strada.
Km. oggi: 189 - Km. totali: 8.915
Giorno 25 – 29/07: Hornindal
– Geirangerfjorden – Dalsnibba- Lom
Geirangerfjorden: un luogo incantato!
Giornata
semplicemente fantastica, sia dal punto di vista climatico,
cielo poco nuvoloso ed oltre 25 gradi di temperatura, che
dal punto di vista emotivo, per quel che abbiamo visto.
Chilometri pochi, ma emozioni tante!
Partiamo in mattinata dal campeggio, proseguendo fino a
Hellesylt, fermandoci al porto per aspettare il traghetto
per Geiranger. Al porto, c’è anche un camper
service, per chi ne dovesse avere bisogno. La traversata
Hellesylt-Geiranger non è una tratta forzata come
altre che servono necessariamente per attraversare un fiordo
da parte a parte. Infatti, se si viene da Eid, si può
proseguire sulla 15 arrivando fino a Geiranger su strada.
Ma la traversata è qualcosa di semplicemente fantastico,
perché dura un’ora, partendo dal Sunnylvsfjorden
per poi immettersi nel Geirangerfjorden, navigando in questo
luogo incantato fatto di montagne con pareti a strapiombo
che finiscono verticalmente nel mare azzurro, con numerose
cascate che si gettano nel mare con salti spettacolari.
Il costo di questa mini-crociera di un’ora è
di 390 Nok per il camper ed il conducente, più altre
98 Nok a passeggero.
Vedere il fiordo dal centro e dal mare, regala sicuramente
un’emozione diversa di quella che si ha vedendolo
dall’alto. Se fate la traversata e poi, una volta
sbarcati, vi dirigete verso Lom, potrete ammirare il fiordo
sia dal mare che dall’alto.
Infatti
quando si sbarca si riprende la 63 lasciando il centro cittadino
di Geiranger (molto simile ad una delle nostre cittadine
dolomitiche) e si inizia subito a salire con tornanti disegnati
sulla montagna che portano ad un’altezza di 500-600
metri; sulla strada, ci sono numerose piazzole, tipo belvedere,
da dove si può ammirare il fiordo dall’alto.
In una c’è anche una poltrona in legno, in
omaggio alla regina Sonja, che si affaccia sul fiordo da
dove potrete meditare ed ammirare questo
spettacolo della natura.
Dopo pochi chilometri di salita, vale la pena fare una deviazione
di 5 km. e salire su a Dalsnibba, a 1.500 mt.di altezza
e di fronte ad un ghiacciaio fantastico; l’ingresso
è a pagamento, 65 Nok a camper ma qui, sulla terrazza
panoramica, potrete dire di aver toccato le nuvole con una
mano! Anche dalla parte della strada, ci sono ancora parecchie
zone innevate e ne approfittiamo per fare una passeggiata
sulla neve, con numerose foto. Quel che ci vede da quassù
è una cosa semplicemente fantastica!
Scendiamo da Dalsnibba verso le 17,30 e ci avviamo verso
Lom, prendendo la 15 alla fine della discesa da Geiranger.
Qui la strada corre accanto ad un fiume che forma numerose
rapide e cascate, tra cui Pollfoss è la più
bella.
Sul fiume ci sono anche numerosi campeggi e noi ci fermiamo
per la notte a uno di questi, il Gjeilo Camping (coordinate
N 61° 87 171 – E 8° 45 373), a 7 km.da Lom,
dove per 130 Nok abbiamo carico, scarico ed elettricità.
Il camping è anche attrezzato con la lavatrice e
l’asciugatrice e ne approfittiamo per fare un bucato
decente!
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Andiamo a dormire verso mezzanotte, quando
ormai il buio della notte inizia a tornare a queste latitudini.
Km. oggi: 114 - Km. totali: 9.029
Giorno 26 – 30/07: Lom –
Juvasshyta – Ornes
A piedi sul ghiaccio!
Dopo
una notte piovosa, è seguita una giornata variabile
con sole e pioggia che si sono alternati in una giornata
tutto sommato calda, sopra ai 20 gradi.
In mattinata, poco dopo esser partiti dal campeggio,
ci siamo fermati a vedere la prima Stavkirke incontrata
sul nostro percorso, quella di Lom, una delle tante
chiese in legno costruite in questo paese. La chiesa
è stata costruita nel 1150 e poi ampliata in
due fasi nel 1634 e nel 1664. L’ingresso costa
40 Nok a persona e ci viene fornita anche una spiegazione
della Chiesa e di tutti i lavori di costruzione e
ristrutturazione in italiano.
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Ci rimettiamo
poi in marcia prendendo la 55 per Sogndal, ma deviamo
subito per Juvasshytta, località sciistica,
dove si scia anche adesso a luglio, ai piedi del Galdhopiggen,
la vetta più alta della Norvegia con i suoi
2469 metri. La salita è a pagamento e costa
85 Nok a camper. La strada sale con ripidi ed impegnativi
tornanti e quando giungiamo sul piazzale di arrivo,
ci ritroviamo ai piedi del ghiacciaio.
Rimaniamo quassù ad ammirare questa bellezza
della natura passeggiando anche un po’ sulla
neve, poi dopo pranzo iniziamo la discesa, che è
talmente ripida che quando arriviamo a metà,
dov’è la postazione per il pagamento
della salita e dove c’è anche un camping,
dobbiamo fermarci a far raffreddare i freni per non
rischiare di danneggiarli nel proseguo della discesa.
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Ripresa la 55, dopo pochi chilometri ci ritroviamo
Elveseter, una piccolo borgo interamente costruito in legno
verso la fine del 1700 da un tale Rasmussen Elveseter e
dove ancora oggi vivono dei suoi discendenti.
Un violento temporale poi ci sorprende sul passo del Sognefjell,
a 1440 mt. di altitudine, ed è un peccato che la
tanta pioggia e le nuvole basse ci oscurino il panorama
sui ghiacciai dell’Hurrungane e di tutto lo Jotunheimen
Nasjonal Park.
Scendiamo poi fino a Skjolden, e quando vediamo il Lustrafjorden,
ecco che rispunta il sole. Qui, invece che tirar dritti
per Sogndal, deviamo sulla strada che costeggia l’altra
riva del fiordo e che arriva fino a Ornes, dove c’è
l’Urnes Stavkirke, anche questa risalente al 1150.
Visitiamo questa chiesa in legno da fuori, perché
sono le 19 ed è chiusa. All’inizio della salita
dov’è la chiesa, c’è anche un
banchetto di ciliegie e lamponi: il proprietario, o la proprietaria,
non c’è ed ha lasciato tutta la sua merce là,
con l’indicazione del costo, 15 Nok a cestino. Prendiamo
due cestini e lasciamo sul banchetto 30 corone.
La strada finisce qui, nel minuscolo borgo
di Ornes, dove c’è anche un piccolo molo da
dove parte il traghetto per Solvorn, dall’altra parte
del fiordo. L’ultimo traghetto l’abbiamo perso,
è partito alle 17,50, quindi decidiamo di dormire
sul molo (coordinate N 61° 29 947 – E 7° 31
309) per aspettare il primo di domani mattina, alle 8,10.
Tornare indietro di 31 km. fino all’inizio di questa
strada per fare altri 60 km. e ritrovarci dall’altra
parte del fiordo alle nove di sera non ci conviene, tanto
vale rimanere a dormire qui.
Km. oggi: 146 - Km. totali: 9.175
Giorno 27 – 31/07: Ornes –
Flam – Bergen
La Flamsbana, la ferrovia più ripida
del mondo!
Sveglia presto e sotto la pioggia, in tempo per prendere
il primo traghetto del mattino. Chiamarlo traghetto è
una parola grossa! Sembra più un barcone ed oltre
a noi sale solo una jeep. Il traghetto poi è talmente
piccolo che ha una sola parte dove entrare ed uscire e quindi
ci fanno entrare in retromarcia per uscire dritti. La traversata,
di dieci minuti circa, ci viene a costare 140 Nok per il
camper ed il conducente, più 26 Nok a passeggero.
Sbarcati a Solvorn, arriviamo rapidamente a Sogndal, dove
ci fermiamo per fare un po’ di spesa e per cambiare
qualche euro. Da Sogndal prendiamo la 5 per Kaupanger e
dopo il tunnel Ardalsfjorden, di 3 km., ci ritroviamo una
sorpresa. Il ponte che ben due stradari ci segnavano per
andare da una parte all’altra del fiordo non c’è,
ed al suo posto c’è un traghetto che và
da Manheller, subito dopo l’uscita della galleria,
fino a Fodnes, sull’altra riva. L’unico che
ci segnalava il traghetto, era il nostro Tomtom! Altro non
possiamo fare, quindi altre 230 Nok per il camper e conducente,
più 32 Nok a passeggero!
Sbarcati a Fodnes, si arriva a subito al bivio tra la 5
e la 53; noi proseguiamo sulla 5, e da qui iniziano una
serie di gallerie lunghissime fino a Bergen. La prima, a
Laerdal, è una delle più lunghe del mondo,
a livello stradale, se non la più lunga: ben 24 km,
ed all’interno ci sono 3 tratti con delle piazzole,
che grazie ad un’illuminazione speciale danno l’illusione
ottica di passare sotto un tunnel di ghiaccio.
Usciti dalla galleria si arriva presto a Flam, dove ci fermiamo
e prendiamo la Flamsbana, la ferrovia più ripida
del mondo (costo 275 Nok a persona andata e ritorno). La
ferrovia è lunga 20 km. e va da Flam a Myrdal, passando
dal livello del mare fino agli 866 metri del punto di arrivo.
Quasi l’80% dei binari hanno un grado di salita del
5,5%, che corrisponde ad un metro di salita ogni 18 metri.
La ferrovia fu costruita in circa 20 anni di lavoro e nei
suoi 20 km. è attraversata da 20 tunnel, di cui ben
18 scavati manualmente per non danneggiare la montagna.
Durante il tragitto si possono ammirare fiumi che scorrono
in stretti crepacci, cascate mozzafiato, fattorie aggrappate
a pendii, valli fantastiche ed in fondo, il fiordo di Aurlandfjorden.
E quando il treno passa davanti la cascata di Kjosfossen,
effettua una fermata per consentire di scendere ed ammirare
la potenza e la bellezza di questa cascata. Se mai prenderete
questo treno e davanti questa cascata sentirete una musica
soave ed in lontananza vi apparirà una ragazza bionda
danzante, non è un miraggio!
Myrdal non presenta grandi attrattive tali
da poter rimanere qualche ora, quindi decidiamo di riscendere
a Flam con il primo treno disponibile e di rimetterci in
marcia, stavolta verso Bergen.
Passiamo Voss e sempre con la E 16, tra un tunnel e l’altro
(di cui uno lungo 11,4 km. ed un altro circa 6), arriviamo
a Bergen in serata.
Parcheggiamo il camper sulla 585, in una strada vicino al
porto che si chiama Bontelabo. L’area attrezzata poco
più indietro è piena e quindi ci fermiamo
in questo parcheggio (coordinate N 60° 40 130 –
E 5° 31 707) che è stato preso d’assalto
da altri camperisti e da un equipaggio internazionale formato
da 8 Hammer diretti in Islanda e che hanno la nave domani
mattina per le Far Oer. Passeremo la notte qui, anche se
la sosta consentita è di massimo due ore. Nessuno
ci dirà nulla.
Bergen ci appare subito come una città
vivissima e ci dirigiamo a piedi a Torget, la famosa piazza,
sul porto, dove c’è anche il quotidiano mercato
del pesce (che vedremo domani mattina a questo punto). Dalla
piazza poi parte anche la strada dei Bryggen, i magazzini
in legno lungo il porto. Prima di cenare, visto che la serata
è splendida e soleggiata, saliamo sulla Floibanen,
la ferrovia a cremagliera che porta sui 320 metri del monte
Floyen in soli 7 minuti, da dove ammiriamo Bergen ed il
suo fiordo dall’alto.
Scendiamo e ceniamo da Egon, un ristorante proprio sulla
Torget, dove mangiamo ottimi piatti di carne con dell’ottima
birra, anche se un po’ caro (37 € a testa).
Km. oggi: 250 - Km. totali: 9.425
Giorno 28 – 01/08: Bergen –
Norheimsund
Una città fantastica!
La nottata non è stata delle migliori: Bontelabo
è proprio la strada dei magazzini portuali ed è
a ridosso del porto, così quando nella notte hanno
attraccato due navi da crociera, i camion hanno iniziato
a far su e giù dai magazzini alle navi per i rifornimenti
di cui avevano bisogno. Inoltre, la mattina è arrivata
la nave dalle Far Oer e quando ha sbarcato si è sentito
un gran fracasso.
Comunque, a parte questo particolare, la mattina iniziamo
a girare Bergen sotto un cielo sereno ed un sole caldo,
tanto che abbiamo ritirato fuori le maglie a manica corta.
Notiamo che la città è piena di italiani,
sia quelli come noi che sono venuti a Bergen perché
tappa di un itinerario in tutta la Norvegia o la Scandinavia,
sia perché c’è un folto gruppo di camperisti
italiani che si deve imbarcare sul traghetto per Torshavn,
diretti quindi alle Far Oer e da lì in Islanda.
Andiamo subito al mercato del pesce di Torget, e lo troviamo
straordinario. Sulle bancarelle pesci e crostacei di ogni
tipo, dal merluzzo allo stoccafisso, dal salmone alle rane
pescatrici, dagli scampi ai granchi, senza dimenticare i
sempre presenti gamberetti, che da queste parti sono fantastici.
Notiamo che gli addetti alla vendita vengono da ogni parte
d’Europa e moltissimi sono italiani; proprio da un
ragazzo di Perugia, che lavora al banco insieme ad un veneto,
un emiliano, uno spagnolo ed un norvegese, delle chele di
granchio incredibilmente buone già crude, dei gamberetti,
del salmone selvatico, prendiamo degli scampi enormi e dei
granchi di fiume. La cena di stasera sarà a base
di pesce e sarà fantastica!
Torniamo al camper per sistemare il pesce
in frigo e poi torniamo a Torget, facendo un bel giro ai
Bryggen,
e poi ci dirigiamo alla Cattedrale di Domkirken, una chiesa
risalente al 12° secolo e restaurata più volte
quasi sempre a causa di incendi.
Ci spostiamo poi al Lille Lungegardsvann, un laghetto artificiale
con un fontana al centro per poi passare sulla Christies
gate, tornando poi a Torget dal Torgalmenningen, una via
dove ci sono, oltre a moltissimi negozi, anche diversi artisti
di strada.
Al mercato del pesce si può anche pranzare, perché
in tutte le bancarelle si trovano panini o tartine con salmone
e gamberetti. Sopra ad ogni fila di panini, c’è
un cronometro che segna il tempo da quando i panini sono
stati preparati, a dimostrare la freschezza del prodotto.
C’è anche un chiosco dove friggono baccalà,
gamberi e calamari, ed è qui che noi pranziamo.
Dopo pranzo ci dirigiamo a Nordnesbakken,sulla riva opposta
a dove ci sono i magazzini e dove attraccano le navi da
crociera ed i traghetti internazionali. Qui c’è
l’acquario di Bergen, dove c’è tutta
la fauna del mare norvegese, con foche e pinguini che fanno
la parte delle star dell’acquario.
Se mai capiterete qui, non perdetevi il momento
in cui viene dato da mangiare sia alle foche che ai pinguini;
il pasto viene servito ogni tre ore da un ragazzo che ha
ammaestrato questi animali, alle 12, alle 15 ed alle 18.
Un vero spettacolo!
Torniamo al camper verso dopo le 18, e lasciamo Bergen lasciando
un pezzo di cuore in questa città fantastica, piena
di vita e di turisti, una città che sembra non dormire
mai, tanto da non sembrare una città scandinava.
Usciamo da Bergen dalla E16, prendendo poi la 7 per Tarvikbyd,
dove traghetteremo per Jondal, diretti a Odda, Tau e poi
verso il Preikestolen, il Pulpito.
Ci fermiamo quasi subito però, a Norheimsund, al
Mo Camping (coordinate N 60° 37 075 – E 6°
12 522), dove per 130 Nok abbiamo carico, scarico ed elettricità.
Ci serviva un campeggio perché avevamo i serbatoi
delle acque grigie e nere pieni e perché eravamo
quasi a secco d’acqua. E poi, c’era il pesce
di Bergen da cucinare…
Km. oggi: 68 - Km. totali: 9.493
Giorno 29 – 02/08: Norheimsund
– Preikestolen
Verso il Pulpito!
Giornata di trasferimento verso Sud, verso il Pulpito. Dal
Camping prendiamo la 49 per Torvikbygd, distante una quindicina
di km, dove c’è il traghetto per Jondal. Arriviamo
al molo che il traghetto è appena arrivato e quindi
i tempi di attesa sono quasi nulli. La traversata dura una
decina di minuti e ci costa 65 Nok per il camper ed il conducente,
più 25 Nok a passeggero. Da Jondal risaliamo sulla
550 per Utne, costeggiando l’Hardangerfjorden; qui
ci sono moltissime coltivazioni di ciliegie e di mele, ed
ogni agricoltore ha un proprio banchetto sulla strada dove
vende ciliegie. Come a Ornes, alla vendita non c’è
nessuno; le ciliegie sono esposte e c’è una
cassettina con la scritta “Please, pay here!”
Che bellezza! In Italia non avrebbero lasciato neanche il
banchetto! La strada è molto stretta fino a Utnes,
tanto da non consentire il passaggio di due mezzi contemporaneamente;
fortuna che il traffico è nullo e, comunque, ci sono
spesso le piazzole, contrassegnate con una M, dove fermarsi
per far passare chi viene dal senso opposto.
Dopo Utnes, la strada ricomincia a scendere verso Sud in
direzione di Odda, lungo il Sorfjorden. Odda è una
piccola cittadina industriale e quindi, non perdiamo tempo
nel fermarci qui. Dopo Odda la strada diventa la n. 13 e
subito dopo Steinaberg Bru, prendiamo in direzione Roldal
e poco prima di arrivare a questo paese, deviamo, sempre
sulla 13, per Sandnes.
Su questo pezzo di strada, si passa proprio sotto le Latefoss,
delle bellissime cascate che sfiorano la strada, ed è
impossibile non fermarsi a fotografarle!
Giunti a Sand continuiamo la nostra discesa,
fermandoci a Nesvik per traghettare a Hjelmeland (costo
126 Nok per il camper ed il conducente, più 21 Nok
a passeggero). La traversata è breve, anche questa
dura una decina di minuti, e da Hjelmeland arriviamo fino
a Tau, dove iniziamo a seguire le indicazioni per il Preikestolen.
Arriviamo verso le 18,30 ed è tardi per andare a
vedere il Pulpito, in quanto sono necessarie due ore di
cammino a piedi. Andremo domani, sperando le nuvole nere
presenti stasera non ci assillino domani con la pioggia,
anche perché oggi è stata una bella giornata,
soleggiata e calda.
Il Preikestolen Camping (coordinate N 58° 99 849 –
E 6° 09 313 – www.preikestolencamping.com)
è proprio all’inizio della strada per il Pulpito,
a 4 km. dal parcheggio. Bello e ben attrezzato, è
però sicuramente uno dei più cari della Norvegia
(230 Nok con carico, scarico ed elettricità).
Km. oggi: 326 - Km. totali: 9.819
Giorno 30 – 03/08: Preikestolen
– Egenes
Lassù, sul Pulpito a guardare al mare!
Sveglia presto stamattina, c’è da camminare!
Andiamo via dal Camping intorno alle 9 e facciamo i 4 km.
che ci portano al parcheggio del Preikestolen. Il parcheggio
per i camper, costa 85 Nok.
La salita a piedi per arrivare alla roccia del Pulpito è
lunga 3,8 km., ed ha tre strappi di salita ripida, abbastanza
faticosi, mentre il resto è un sali-scendi che permette
di riprendere fiato. La discesa è in più punti
impegnativa, per via del terreno quasi sempre roccioso.
Durante il percorso ci sono anche due laghetti, ed in uno
dei due si può anche fare il bagno, se la giornata
lo permette. E questa giornata lo permette, perché
abbiamo avuto cielo coperto durante la salita, il che non
ci è dispiaciuto perché era meno caldo, ed
un bel sole durante la discesa. La temperatura è
sempre stata tra i 21 ed i 27 gradi.
La salita per il Pulipito è un po’ come una
delle tante salite che si fanno nelle nostre Dolomiti; impegnative
ma belle. Se amate il trekking non avrete problemi a farla;
comunque, conviene sempre salire con delle scarpe da trekking
o da montagna ed uno zaino contenente acqua, biscotti, qualcosa
di dolce per prevenire un calo di zuccheri, ed un kway per
la pioggia. Un bastone da montagna, di quelli con la punta
d’acciaio, aiuta moltissimo nella salita.
Quando si arriva su si assiste ad uno spettacolo unico ed
entusiasmante, che lascia ben poco da dire. La roccia del
Pulpito è una rupe a strapiombo di 600 metri sul
mare, sul Lysefjorden; affacciarsi giù mette davvero
i brividi. Questo è il più famoso Belvedere
di tutta la Scandinavia!
Impieghiamo circa 3 ore a salire, mentre
a scendere ci mettiamo un paio d’ore. Verso le 17,
dopo delle necessarie docce per tutti, andiamo via da questo
posto fantastico.
D’ora in poi, inizia il viaggio di ritorno a casa.
Arriviamo con la 13 a Oanes, dove ci si imbarca per Lauvvik.
Il costo è di 126 Nok per camper e conducente, più
21 Nok a passeggero e la traversata è di circa dieci
minuti. Questo è il nostro ultimo traghetto interno
in Norvegia (il diciottesimo interno).
Sbarcati a Lauvvik proseguiamo sulla 13 fino a Hole, poi
svoltiamo per Oltedal e poi sulla 45 per Algard, dove prendiamo
al E39 per Kristiansand.
Facciamo una piccola deviazione, di 10 km., fino a Egersund,
dove proviamo ad informarci sui traghetti per la Danimarca.
Oggi ce n’era uno alle 16, domani non c’è
nulla ed il prossimo è per sabato alle 17.
Torniamo sulla E39 diretti a Kristiansand, dove proveremo
a vedere se lì c’è qualcosa. Il problema
è che questi sono traghetti di lunga tratta e di
solito vanno prenotati, e noi non potevamo prenotare perché
non sapevamo il giorno esatto in cui avremmo potuto prendere
il traghetto.
Ci fermiamo per la notte vicino Flekkefjord, a Egenes, all’Egenes
Camping (coordinate N 58° 28 834 – E 6° 71
545) dove per 210 Nok abbiamo carico, scarico ed elettricità.
Qui a Sud della Norvegia, abbiamo trovato i campeggi più
cari.
Siamo a non più di 50 km. dal Lindesnes Fyr, il punto
più a Sud della Norvegia. Dopo esser stati nel punto
più a Nord, domani non si potrà non andare
in quello più a Sud!
Km. oggi: 182 - Km. totali: 10.001
Giorno 31 – 04/08: Egenes –
Lindesnes Fyr - Tversted
Lindesnes, il punto più a sud della Norvegia!
Da oggi iniziano le giornate che sono prevalentemente di
trasferimento verso l’Italia; ormai stiamo tornando
a casa.
Partiamo dal campeggio dopo le consuete operazioni di carico
e scarico, sotto un bel cielo sereno ma con un freddo pungente,
poco più di 13 gradi, causati più che altro
dalla forte umidità. Già nel corso della mattinata
però, la temperatura si alzerà fino a toccare
i 26 gradi. Riprendiamo la E39 verso Kristiansand, uscendo
però a Lyngdal sulla 43, che facciamo fino a Spangereid,
dove poi prendiamo la 460 per Lindesnes. La strada finisce
proprio al faro, che è il punto più a Sud
della Norvegia (coordinate N 57° 58 95 – E 7°
02 80).
La cosa sgradevole però è che, al contrario
di tutti i fari visitati in Norvegia, Slettness in primis
visto che è il faro più a Nord del mondo,
è che qui si paga un ingresso di 40 Nok a persona!
In cambio ti fanno vedere un paio di casette adibite ad
una sorta di museo, della pesca e del faro stesso, e ti
fanno salire sul faro per vedere la vista e fare delle foto!
Volendo poi, c’è anche un filmatino da vedere.
Almeno però, la vista sullo Skagerrak, così
viene chiamato questo pezzo di mare tra Norvegia e Danimarca,
è superba.
Lasciamo Lindesnes subito verso le 14, riprendendo
la 460 fino a Vigeland, dove riprendiamo la E39, arrivando
in un’oretta al porto di Kristiansand, dove ci informiamo
al Terminal degli internazionali sulla disponibilità
dei traghetti. C’è un traghetto della Color
Line per Hirtshals alle 17, ma è pieno, poi ce n’è
uno della MasterFerry alle 18,45 per Hanstholm ed ancora
un altro alle 19,15 della Color Line sempre per Hirtshals.
Potendo scegliere tra Hanstholm e Hirtshals, scegliamo la
seconda, perché più vicina a Skagen, dove
vogliamo arrivare. Il costo del traghetto è molto
elevato, 3.710 Nok per camper e passeggeri, che al cambio
fanno quasi 464 €.
La traversata dura 4 ore e mezza ed è piacevolissima,
perché fatta a bordo di una vera nave da crociera
a 9 piani, con bar, ristoranti, musica dal vivo, cinema,
casinò e sale giochi.
Sbarchiamo a Hirtshals verso mezzanotte e ci rendiamo conto
subito che è impossibile pernottare al porto. Scendiamo
qualche chilometro sulla E39, poi prendiamo la 597 per Skagen.
Qui, subito dopo l’uscita di Tversted, ci fermiamo
a dormire ad una piazzola di sosta, dove vediamo che è
fermo anche un camper tedesco.
Km. oggi: 185 - Km. totali: 10.186
Giorno 32 – 05/08: Tversted
– Skagen – Brackel
L’incontro delle maree!
Ci svegliamo
di buon ora ma dedichiamo un po’ di tempo al cambio
degli abiti, rimettendo nel gavone quelli pesanti e ritirando
su quelli leggeri. Il cielo è sereno e già
alle 10 del mattino ci sono 27 gradi. Per lo scarico del
WC usiamo il bagno dell’area di sosta, mentre per
il carico d’acqua un’area di servizio.
Con la 597 arriviamo a prendere la 40, e dopo pochi chilometri
siamo a Skagen, un piccolo paesino di mare, che vive di
villeggianti. Qui potete anche fermarvi a fare una passeggiata
nel piccolo centro, isola pedonale, che è pieno di
negozietti.
Da Skagen, si prosegue per 5 km. fino a arrivare a Green,
dove la strada finisce al faro. Qui si parcheggia il camper
nell’ampio parcheggio e si scende in spiaggia, dove
camminando a piedi si arriva in una ventina di minuti fino
alla punta più a nord della Danimarca, dove le due
maree, una proveniente dalla parte ovest e dalla Gran Bretagna,
l’altra dalla parte est e quindi dalla Svezia, si
scontrano formando un gioco di correnti e di onde notevole
già con il mare calmo. Vi basti pensare che qui c’è
il divieto di balneazione con tanto di pericolo di morte.
Fare il bagno qui dove non si tocca, vuole dire rischiare
veramente di non raccontarla.
Torniamo nel camper, che sotto il sole è infuocato,
verso le 13 e dopo uno snack, lasciamo anche questo posto
meritevole di una visita.
Scendiamo sulla 40 fino a prendere l’autostrada E45,
che non lasceremo fino al confine tedesco di Flensburg.
In Germania l’autostrada diventa l’A7, che percorriamo
superando prima Kiel e poi Amburgo. Ci fermiamo a cenare
(con dell’ottima carne danese acquistata nel pomeriggio
prima del confine tedesco) e dormire in un’area di
sosta dell’A7 nei pressi di Brackel (coordinate N
53° 33 140 – E 10° 04 246), 130 km. a nord
di Hannover. Stiamo procedendo molto veloci con il rientro
in Italia, perché abbiamo in programma una visita
a dei nostri amici in Liguria e Toscana prima di rientrare
a Roma.
Km. oggi: 604 - Km. totali: 10.790
Giorno 33 – 06/08: Brackel –
Rothenburg ob der Tauber
Rothenburg, un paesino medievale!
Altra giornata di avvicinamento verso l’Italia, con
tutta la strada percorsa sull’autobahn A7.
Essendo domenica c’è molto traffico sull’autostrada,
e più volte procediamo ad elastico. Troviamo anche
un incidente che ci fa perdere qualche minuto in coda. Il
cielo è coperto e la temperatura sui 20 gradi facilita
il viaggio.
Raggiungiamo verso le 16,30 il paese di Rothenburg ob der
Tauber, che merita veramente una visita. Si
tratta di un paesino medievale, dove si può passeggiare
nel centro storico e visitare i vari negozietti di souvenirs,
oltre ad ammirare la chiesa e i vari palazzetti antichi.
Qui passa anche la Romantiche Strasse, una strada che và
da Wurzburg a Fussen toccando numerose valli e castelli.
Nelle pasticcerie si trova un dolce tipico, le Schneeballen;
si tratta di palle dolci grandi come una palla da tennis,
il cui impasto è molto simile alle nostre frappe
di carnevale. Anzi, a dir la verità, sembrano delle
frappe arrotolate tra loro fino a formare una palla. Si
trovano ai gusti più svariati: cioccolato, nocciola,
pistacchio, mandorla, Cointreau, Champagne, con lo zucchero
a velo o con quello normale, ed altri gusti ancora.
Il paesino è circondato dalle antiche mura, sulle
quali è anche possibile camminare lungo tutto il
percorso, accedendo da dalle scale che sono presenti in
più parti delle mura.
Inizia anche a piovere ma rimaniamo qui anche per cena;
andiamo da Landsknechtstbachen, al numero 21 della Geigengasse,
un ristorantino dove mangiamo delle ottime bistecche, ai
ferri e con della salsa di vino rosso, e delle patate fritte
e gratinate con il formaggio, accompagnate da birra tedesca
ed il tutto per 15€ a persona. Bisogna mangiare però
entro le 21, perché a quest’ora i ristoranti
chiudono. Infatti il gestore manda via ben 9 persone una
volta superato quest’orario e quando noi usciamo dal
locale, pochi minuti dopo le 21, il paese si è letteralmente
svuotato tanto da apparirci deserto.
Rimaniamo a dormire qui a Rothenburg, al Parkplaza 3 (coordinate
N 49° 38 172 – E 10° 18 916), un parcheggio
dove i camper possono sostare al costo di 50 centesimi l’ora
oppure 6€ per 24 ore (dopo le undici ore di sosta la
macchinetta per il ticket arriva direttamente alle 24 ore
di sosta). Qui nel parcheggio c’è anche un
camper service per lo scarico del WC e delle acque che funziona
con una moneta da un euro, ed eroga anche una quantità
massima di 80 litri d’acqua. Se questa quantità
non bastasse, basterà inserire un’altra moneta
da un euro.
Siamo a 200 km. circa da Monaco di Baviera ed a 370 dal
confine italiano.
Km. oggi: 528 - Km. totali: 11.318
Giorno 34 – 07/08: Rothenburg
ob der Tauber – Parma
Verso l’Italia.
Giornata passata interamente sul camper in direzione Italia.
Il tempo è sempre coperto ed a tratti piove anche,
fino a poco dopo il confine italiano. La temperatura è
sempre sui 18-20 gradi.
Da Rothenburg scendiamo sulla A7 per pochi chilometri e
poi prendiamo la A6 per Norimberga; poco prima di arrivare
a Norimberga, prendiamo la A9 per Monaco di Baviera. Procediamo
fino al capoluogo della Baviera, poi prendiamo la A99, l’anello
autostradale che circonda la città, fino a prendere
la A8 per Innsbruck. Poco prima del confine con l’Austria
acquistiamo la Vignette per l’autostrada austriaca
(€ 7,60) e poi, subito dopo il confine, pranziamo in
un ristorante lungo l’autostrada, Landzeit: wurstel,
patatine fritte, una bistecca con una salsa ai funghi accompagnata
da spazli e fagiolini verdi, poi birra e due tranci di torta
(splendide le torte austriache!) per poco meno di 20 €
a persona.
Riprendiamo la marcia verso il confine italiano, che varchiamo
verso le 17, poi proseguiamo lungo tutta la A22, dove rispunta
il sole, fino a diventare sereno.
Terminata l’autoBrennero, prendiamo la Milano-Roma
in direzione Milano e ci fermiamo a Parma, dove mangiamo
anche un’ottima pizza alla pizzeria Il Gabbiano, nella
zona industriale.
Km. oggi: 809 - Km. totali: 12.127
Giorno 35 – 08/08: Parma –
Rapallo – Carrara
Quanto si mangia dal Nostromo!
Giornata dedicata a visite ad amici che non vediamo da più
di un mese. Ci dirigiamo a Rapallo, con la Parma-La Spezia
e poi con la A12 Genova-Livorno, dove andiamo a trovare
Alex, che ci porta a pranzo dal Nostromo, in via S. Pietro
19, un’hostaria dove si mangia fino a scoppiare! Decide
tutto il gestore cosa portare, lui chiede solo se gradiamo
carne o pesce. Optiamo per il pesce e lui porta come antipasti
fagioli conditi, insalata di polipo e patate, peperoni arrostiti,
cipolline, fiori di zucca fritti, zeppole ed una specie
di panzarotti fritti con il formaggio. Per primo spaghetti
al tonno, trofie al pesto e risotto alla pescatora, poi
frittura di paranza e pesce al forno. Dolce, sorbetto al
limone, grappa e caffè! Il tutto per 20 € a
persona!
Dopo pranzo e dopo aver salutato Alex, ci dirigiamo a Carrara,
dove andiamo dagli amici Marco e Cinzia. Qui troviamo anche
il tempo di beccarci l’ultima botta di sfiga della
vacanza. La valvola della gomma posteriore interna cede
e la ruota si sgonfia. Essendo il camper gemellato, camminiamo
tranquillamente fino ad arrivare da un gommista sulla via
Aurelia, ma quando ci smonta la gomma, ci fa notare che
all’interno, camminando sgonfia, si è spaccata
ed ora è inutilizzabile. Morale, seconda gomma della
vacanza cambiata!
Ceniamo dai genitori di Cinzia dove mamma Lò si dimostra
una cuoca eccezionale. Dormiamo in via del Cacciatore, un
viale dove ci sono diversi campeggi e diversi camper fermi
in strada.
Km. oggi: 270 - Km. totali: 12.397
Giorno 36 – 09/08: Carrara –
Lucca
Ultima tappa!
Ultimo giorno di giro dedicato agli amici. Andiamo a Lucca
a trovare Franco e Cinzia, un’altra coppia di nostri
amici, e la loro bimba Greta. Ceniamo a Viareggio e dormiamo
in camper in un tranquillo parcheggio sotto casa dei nostri
amici.
Km. oggi: 62 - Km. totali: 12.459
Giorno 37 – 10/08: Lucca –
Roma
Rientro nella Capitale!
Rientro senza problemi, lungo la Firenze mare e poi lungo
l’A1 Firenze-Roma.
Km. oggi: 367 - Km. totali: 12.836
Costi sostenuti per il camper e 4 persone:
Traghetti: € 1.400,00
Gasolio: € 2.280,00
Campeggi (compreso autocamp e area sosta
Rothenburg): € 393,00
Ponti, tunnel, ingresso Nordkapp, Flamsbana, ghiacciai
e faro: € 496,00
Buon Viaggio