SLOVENIA DA VIVERE E DA GUSTARE
testo e foto di Marina
Cioccoloni
Meta vivibile per un finesettimana all’insegna
del riposo e del divertimento, la nostra vicina di casa, la Slovenia,
dal 1 gennaio 2007 ha adottato l’euro come moneta ufficiale
dicendo definitivamente addio al tallero e dalla metà di
aprile con nuovi collegamenti aerei ha semplificato ancora di più
l’arrivo anche per chi decide di passarvi non un lungo periodo
ma un breve finesettimana.
Con i comodi e nuovi voli dell’Adria si può
partire il venerdì da Roma Fiumicino per Lubiana e rientrare
la domenica sera. La frequenza dei voli è trisettimanale,
martedì, venerdi e domenica. Arrivati a Lubiana e visitata
questa giovane e dinamica capitale l’itinerario di scoperta
della Slovenia parte per le colline che costeggiano il confine verso
Caporetto fino a Kraniska Gora da dove si può far ritorno
a Lubiana la domenica sera per riprendere la strada di casa. Un
giro interessante che in non molti chilometri ci fa rivivere atmosfere
da mitteleuropea, provare il brivido di una vincita al casinò,
ripercorrere una pagina tragica della nostra storia e apprezzare
una realtà enogastronomica che è una vera rivelazione.
Lubiana che ci accoglie con circa 270.000 abitanti
è una città vivibile circondata da colline e che si
sviluppa lungo le anse del fiume Ljubljanica, dal quale ha preso
il nome. E’ una città dai tratti mitteleuropei che
ricordano il lungo periodo in cui fu parte dell’impero austroungarico.
Durante la settimana, come tutte le cittadine universitarie, è
un turbinio di giovani che frequentano la locale università
mentre nel weekend si trasforma in una tranquilla e sonnolenta città
di provincia mitteleuropea. I salici che fanno da corona al lungofiume
invitano a passeggiare e a scoprire gli angoli più misteriosi
e caratteristici di questa capitale che ha saputo coniugare antico
e moderno senza perdere la propria personalità. Al ponte
dei draghi, una delle prime costruzioni in cemento armato in Europa,
incontriamo il simbolo della città, il drago, qui riprodotto
in quattro grandi esemplari. La leggenda che vuole Giasone fondatore
della città narra che l’eroe, persosi mentre risaliva
il Danubio, uccise il drago che qui viveva e che è rimasto
come simbolo della città. Ma in realtà la città
è stata fondata dai romani ed alcuni resti di mura sono ancora
visibili in diverse zone della parte antica.
Preseren, il poeta nazionale, autore delle parole dell’inno
sloveno, dalla sua statua sulla piazza principale della città
volge lo sguardo verso la casa della sua innamorata, sul lato opposto
della piazza. Si attraversa il fiume sul ponte Tromostovje, uno
dei tre caratteristici ponti affiancati, opera di Jo e Ple nik,
uno dei più grandi architetti sloveni del XX secolo che a
Lubiana, sua città natale, ridisegnò parti della città
e vi costruì la Biblioteca Nazionale e Universitaria che
divenne simbolo culturale nazionale. Nel 2007 gli Sloveni celebrano
il 50° anniversario della sua morte.
Poco lontano dal ponte ecco il posto più caratteristico
di tutta la città: la piazza del mercato che ogni mattina
si riempie dei colori e odori delle bancarelle dalle mille tentazioni:
il profumi dei mieli e dei cosmetici, dei pani di vario tipo impastati
con le spezie, la frutta e le verdure che arrivano in città
su carretti tirati dalle contadine, e poi i banchetti dei venditori
di fiori con i loro variopinti colori sono degni di più di
uno scatto fotografico. A fianco del fiume costeggia la piazza un
edificio con un colonnato monumentale dove sono sistemati alcuni
negozi. Dalla mattina presto fino a sera i suoni e i colori del
mercato la fanno da padrona in questo angolo della città.
Il Duomo è dedicato a San Nicola, protettore dei barcaioli.
E' opera di un gesuita, Andrea Pozzo, noto per la creazione di altre
meraviglie (tanto per citarne una la cupola del Gesù a Roma)
e la sua costruzione fu iniziata nel 1701, mentre la cupola, di
un architetto locale, è del 1841. Il portale principale“porta
slovena”, ricorda i 1.250 anni della conversione del popolo
sloveno al Cristianesimo ed è stato inaugurato in occasione
del viaggio in Slovenia di Giovanni Paolo II nel 1996.
Su tutta la città vigila la fortezza medioevale, posta sul
colle dal quale la vista spazia lontano. Ljubljanski Grad è
stata nel tempo fortezza di guardia, palazzo, prigione. Oggi è
museo e sede di concerti e spettacoli durante l’estate. Nella
cappella si possono osservare gli stemmi delle varie famiglie nobili
della città. Salire sulla torre belvedere permette di arrivare
con lo sguardo fino al mare nelle giornate limpide e di osservare
la città da ogni lato.
Ma è ora di partire per le colline che portano verso
Nova Gorica, la città sul confine tra Slovenia e
Italia nata nel 1947. Fino allo scorso anno si poteva vedere il
muro che tagliava addirittura in due una piazza e che divideva Gorizia
dalla Slovenia. Da visitare è la vecchia stazione ferroviaria
davanti alla quale correva la linea di confine che ora è
stata rimossa permettendo così di passare tranquillamente
da una nazione all’altra. Si può così provare
l’ebbrezza di mettere contemporaneamente un piede in Italia
e uno in Slovenia.
Ma altre ebbrezze si possono provare a Nova Gorica. La città
infatti è meta di molti turisti, in particolare italiani
e austriaci durante il finesettimana, per i diversi casinò
presenti. Sicuramente il più grande e il più frequentato,
anche per l’ottimo albergo che lo ospita, è il Perla.
Con le sue 237 camere le suite, i diversi ristoranti e bar, e
il beauty & fitness center, oltre alla sauna e alla piscina,
c’è di che sbizzarrirsi. Non solo, le 1008 slot machines
e 68 tavoli da gioco del casinò aperto 24h dove tentare la
fortuna è un altro richiamo che durante il finesettimana
fa diventare Nova Gorica una delle mete più frequentate della
Slovenia.
Una curiosità: poco lontano, sul colle della Castagnevizza
(Kostanjevica) che domina la città divisa, il convento francescano
è una vera oasi di pace e serenità. Una curiosità:
La cripta custodisce le tombe degli ultimi discendenti della dinastia
dei Borbone francesi. Come mai? Furono scacciati dalla Francia nel
periodo della Rivoluzione Francese del 1830
e dopo essersi rifugiati in Scozia e a Praga arrivarono a Gorizia,
ospiti del conte Coronini. Sono stati sepolti qui, trasformando
questo posto in una “Piccola St. Denis”, come la chiamano
alcuni.
Ma dopo aver sfidato la sorte al casinò ed esserci rilassati
in piscina riprendiamo il nostro giro su e giù per il Collio
sloveno. A sud-est si trova il fiume Isonzo, e a nord-ovest il fiume
Idrija.
E’ una regione di basse colline dove si producono
alcuni tra i migliori vini bianchi e rossi sloveni. Vini che portano
nomi italiani (Picolit, Merlot, Tocai, Ribolla, Pinot Grigio) ma
che in realtà sono coltivati oltre frontiera da produttori
che si stanno facendo un nome (e che nome!) sul mercato internazionale.
Coltivazioni che corrono lungo il confine e contadini che la mattina
si spostavano per andare nell’altro stato a coltivare i loro
terreni. Questo oggi non accade più, con la definitiva entrata
della Slovenia in Europa dopo cinquant’anni chi vive da una
parte ma ha terreni dall’altra può transitare liberamente
tra i due stati.
In un punto la strada sconfina addirittura di nuovo nel Collio
Goriziano per poi riprendere il suo serpeggiare lungo un percorso
che rientra in Slovenia e ci porta infine a Dobrovo, sede del comune
di Brda e della cantina cooperativa, dove una sosta è d’obbligo
all’imponente castello rinascimentale che ospita al suo interno
un interessante museo storico al piano terra e parecchie tele di
artisti del XX secolo ai piani superiori. Del pittore Zoran Music
ne sono conservate ben 134. Nei sotterranei con le volte in pietra
la Vinoteka Brda è senz’altro una valida tappa per
chi vuole assaporare i vini della zona (famosa in particolare per
la Rebula o Ribolla) insieme a salumi e formaggi locali. Per il
pranzo invece vale la pena arrivare a Medana, un paio di chilometri
più in là, e pranzare da Klinec. Qui, in un paio di
piccole stanzette con pochi tavoli arredate come un tempo, con le
tovaglie a quadretti della nonna, i fortunati avventori possono
deliziarsi con la riscoperta di sapori dimenticati e sapientemente
riproposti dal titolare, Aleks Klinec. In stagione, qui si gusta
la migliore zuppa di asparagi della zona.
Il viaggio prosegue fino a Kabarit, meglio conosciuto
come Caporetto. “Un villaggio bianco
con un campanile giù nella valle”: come lo definiva
Hernest Hemingway in Addio alle Armi.
La cittadina conserva ancora un’atmosfera mediterranea (la
frontiera infatti si trova a soli 9 km verso Ovest). Qui un museo
aperto nel 1990 e dichiarato nel 1993 “Museo d’Europa”
dal Consiglio Europeo con le esposizioni di 12 sale ci riporta ai
tempi della grandiosa disfatta di Caporetto che cambiò la
storia d’Europa.
Il museo è dedicato al fronte isontino e illustra quella
che fu definita la più importante azione bellica in territorio
montuoso e la prima azione di guerra-lampo. Un evento che coinvolse
615.000 tra soldati italiani e austriaci e più di 5.900 cannoni.
Una guida d’eccezione in questo museo è il Sig. Darko
Knez.
Ma è tempo di fermarci per la notte e in zona una valida
scelta è Hisa (Casa) Franko, una vecchia fattoria con mulino
trasformata in un ristorante e piccolo albergo. Lo chef e proprietario
Valter Kramar, è uno degli chef più rinomati in Slovenia.
ll locale sta tracciando una strada completamente nuova, proiettando
le usanze gastronomiche slovene in un contesto europeo. Hisa Franko
è anche un importante vetrina delle nuove avanguardie enologiche
slovene. La cantina presenta dalle 250 alle 350 etichette di vini
di qualità.
La “Casa Franko” è stata di recente inserita
nella guida dei “Jeunes Restaurateur”. Il menù
degustazione del locale merita di essere appuntato nei diari di
bordo per future rivisitazioni nel caso si passasse di nuovo da
queste parti. E per chi non è ancora completamente contento
della giornata può finire la serata al vicino casinò
Aurora, del gruppo HIT.
L’ultima tappa del nostro viaggio ci porta a Kraniska
Gora, nota stazione sciistica per le sue finali di coppa
del mondo di sci alpino e per i salti dal trampolino.. Qui per chiudere
in bellezza il nostro giro ci si potrà rilassare al centro
benessere dell’Hotel Larix, mentre invece chi vuole tentare
ancora la fortuna può spendere il tempo che rimane nel vicino
casinò Corona, prima di rientrare velocemente a Lubiana con
la vicina autostrada e da qui a casa.
INFORMAZIONI UTILI
Brda: Vinoteka Brda, Dobrovo, www.vinotekabrda.sj
Medana: Klinec, di Aleks Klinec, www. klinec.si
Caporetto: hotel HisaFranko, www.hisafranko.com
Caporetto: Museo, www.kobariski-muzej.si
Nova Gorica: Hotel & casino Perla e gli altri casinò
della Slovenia: www.hit.si
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