STATI UNITI
I GRANDI PARCHI DELL'OVEST
di Aldo Lardizzone
(foto Marina Cioccoloni)
Nota dell’Autore
Il resoconto di viaggio, di seguito riportato, è
in realtà il testo scritto per la traccia audio di un video
racconto pubblicato all’indirizzo
www.aldolardizzone.it/farwest.htm
del viaggio fatto nell’agosto del 2005 negli
Stati Uniti d’America.
Lo scritto è comunque valido per chi volesse
farsi una rapida idea del itinerario, se invece si volesse approfondire
la conoscenza del viaggio, godendo anche del racconto visivo,
ci si potrà collegare al suddetto indirizzo dove si trova
anche una cartina con il percorso coperto.
INTRO
Partendo dalle coste dell’oceano Pacifico ci muoveremo
lungo un percorso di 8000 km.
Attraverseremo pianure, deserti, catene montuose ed altipiani.
Gli stessi territori, un tempo popolati da indiani e cowboy, dove
si svolse la famosa epopea del West.
Toccheremo 6 stati e visiteremo i più grandi e famosi parchi
degli Stati Uniti dell’ovest.
Scenari maestosi che in ere molto antiche sono stati generati
da eventi geologici a volte violenti e drammatici a volte lenti
e impercettibili.
DEATH VALLEY
Lasciata Los Angeles raggiungiamo la Death Valley situata
al confine tra la California e il Nevada. Da Zabriskie Point abbiamo
già una prima vista panoramica su questa valle della morte:
è uno dei luoghi più desolati e inadatti alla vita
umana che ci siano al mondo.
Qui in estate si registrano temperature che sfiorano i 50 gradi.
Nonostante ciò incontriamo un temerario che si cimenta
nella corsa.
Il fondo valle, ricoperto da una spessa crosta di sale, è
una vasta zona desertica pianeggiante che si estende per oltre
400 km quadrati. Questa degrada lentamente fino a raggiungere
la quota di quasi 86 metri sotto il livello del mare. Si tratta
del punto più basso di tutto il continente americano.
ZION National Park
Dopo una notte passata a Las Vegas, raggiungiamo lo Zion
National Park. Il parco è caratterizzato da un canyon con
pareti rocciose tra le più alte d’america: dalla
sommità alla base queste misurano oltre 600 metri. Il fiume
North fork of the virgin river nel corso di 13 milioni di anni
ha scavato questo canyon dai suggestivi colori che vanno dal rosso
all’arancio. Una bella passeggiata ci porta fino alle Narrows,
da qui parte un percorso di oltre 25 km. che si snoda tra le strette
pareti del canyon.
Per lunghi tratti la via è percorribile solo guadando il
fiume. Ci allontaniamo dal parco seguendo una bella strada panoramica.
Vediamo il Great Arch: un arco cieco scavato in una parete verticale.
Poco più avanti incontriamo la Checkerboard Mesa un’altra
scultura in arenaria della natura.
BRYCE CANYON
Lasciamo un canyon per raggiungerne un altro. Siamo al
Bryce canyon dove restiamo in attesa delle prime luci del giorno.
A poco a poco appare sotto i nostri occhi uno degli scenari naturali
più belli di tutto il viaggio. Più che un canyon,
il Bryce, è un’ampia scarpata a forma di anfiteatro
caratterizzata da torrioni, guglie e pinnacoli modellati dall’acqua
in milioni di anni. Una trasformazione che continua ancora oggi:
le rocce si sgretolano e cambiano lentamente il loro aspetto.
Anche i colori di queste formazioni di calcare ed arenaria cambiano
continuamente in base alla luce del giorno. Alcuni percorsi permettono
di visitare l’interno del canyon, caminando attraverso l’intrigata
struttura rocciosa che assume forme sempre diverse.
ANTELOPE CANYON
Un nuovo spostamento ci porta al Lake Powell: un lago
artificiale lungo 300 km. Questo si è formato con la costruzione
di una diga sul fiume Colorado. Piantiamo le nostre tende a poche
decine di metri dalla riva del lago. Da qui ci muoveremo per visitare
un canyon molto particolare. L’Antelope Canyon, situato
nelle vicinanze della cittadina di Page, ricade in territorio
degli indiani Navajo: sono proprio questi che lo gestiscono e
ne organizzano la visita. Con i loro stessi mezzi ci conducono,
lungo un percorso sterrato e molto polveroso, fino all’ingresso
di questo canyon a “fessura”.
Il fondo del canyon è ricoperto di sabbia e le pareti sono
levigatissime e ondulate. Alcune aperture in alto lasciano passare
i raggi del sole generando bellissimi giochi di luci ed ombre
che esaltano il rosso della roccia. Finita la visita del canyon,
gli indiani ci riportano indietro sempre con i loro mezzi. Riprese
le nostre auto ci mettiamo “on the road again” ed
attraversiamo ancora fantastici territori desertici.
GRAND CANYON
Stiamo per raggiungere il più maestoso di tutti
i canyon … è il Grand Canyon: un vero monumento della
natura! Con un faticoso trekking arriveremo ad punto panoramico,
da dove potremo godere di una meravigliosa vista sul Colorado.
Il percorso è lungo 9 km e mezzo e scende di quota di quasi
mille metri. Per evitare gravi malori non è consigliato
arrivare fino al fiume e risalire entro lo stesso giorno. Per
nostra fortuna quest’oggi il cielo è leggermente
coperto, permettendoci così di non soffrire il sole cocente.
Lungo il tragitto incontriamo un gruppo di escursionisti che a
dorso di mulo copriranno lo stesso percorso che noi faremo a piedi.
Man mano che scendiamo, le pareti del canyon si fanno sempre più
alte ed imponenti.
I muli ci distanziano ben presto, ma la nostra andatura lenta
ci permette di fare nuove amicizie. Il sentiero a tornanti è
piuttosto comodo, ma quello che ci preoccupa è il pensiero
di doverlo rifare al ritorno in salita, quando saremo già
abbastanza stanchi. Dopo 3 ore di cammino la discesa è
finita e da questo punto in poi il sentiero è alquanto
pianeggiante. Siamo all’Indian Garden dove si trova la casa
del ranger.
Quando ci manca ancora un’ora di cammino per raggiungere
la meta incontriamo gli escursionisti con i muli che già
stanno tornando indietro. Eccoci finalmente al Plateau Point.
Ancora pochi passi e ci troviamo improvvisamente davanti ad uno
spettacolo mozzafiato.
Il Colorado è lì, adagiato sul fondo del canyon
che egli stesso ha scavato in milioni di anni, in modo lento ma
inesorabile. Sembra assurdo ma dopo tanta fatica possiamo concederci
solo un quarto d’ora di riposo. Ci aspetta una lunga e stancante
risalita.
Il giorno dopo, protagonista del nostro viaggio è ancora
il Grand Canyon. Questa volta lo sorvoleremo comodamente in elicottero.
Finisce qui la nostra visita al Grand canyon. Le emozioni che
questo luogo suscita non potranno mai essere rivissute da alcuna
immagine; è per questo che siamo felici di esserci stati.
MONUMENT VALLEY
La Monument Valley sarà la prossima meta del nostro
viaggio. Ancora una volta la strada che percorriamo è un
magnifico paesaggio.
Attraversiamo un immenso territorio pianeggiante e desertico che
di tanto in tanto ci fa pregustare la visione di cui godremo a
breve. Eccoci alla Monument Valley. Ci sentiamo come catapultati
dentro un film western e da un momento all’altro ci aspettiamo
di veder apparire John Wayne.
Anche in questo caso i monumenti sono stati scolpiti ad arte da
madre natura, impiegando centinaia di milioni di anni ed utilizzando
principalmente i soliti strumenti: l’acqua ed il vento.
Le arenarie e le rocce calcaree conferiscono allo scenario un
colore rosso/arancio che tende al dorato quando il sole è
basso all’orizzonte. Al mattino ci svegliamo molto presto
per contare i danni fatti durante la notte da un violentissimo
temporale. Allo stesso tempo godiamo di una meravigliosa alba
sullo scenario della Monument Valley.
Dopo aver smontato il campo ci rimettiamo in viaggio alla volta
del prossimo parco.
ARCHES
Arches National Park è un curioso sito che si
contraddistingue per le sue monumentali rocce in arenaria dalle
forme alquanto bizzarre. Percorriamo la scenografica strada che
attraversa il parco per raggiungere i punti di maggior interesse.
Ci fermiamo per vedere un enorme masso sorprendentemente in equilibrio
su una base rocciosa triangolare. Le maggiori attrattive che fanno
di Arches un posto unico sono i numerosi archi naturali, che ne
hanno anche suggerito il nome. Con la vista dell’arco più
caratteristico di tutto il parco concludiamo la visita di Arches.
TETON
Il Teton National Park ci ricorda decisamente le nostre
Alpi. Il parco è dominato da una catena montuosa di rocce
granitiche con tre vette intorno ai 4000 metri Nonostante la sua
bellezza, il Teton è spesso considerato come un luogo di
transito per raggiungere il vicinissimo parco di Yellowstone.
YELLOWSTONE
Un bisonte solitario ci da il benvenuto al parco. Andiamo
subito a vedere l’Old Faithfull, la più famosa attrattiva
di Yellowstone.
Come noi, molte altre persone, sono in attesa dello spettacolo.
Puntualmente all’ora prevista il geyser comincia la sua
eruzione. Praticamente ogni 76 minuti una colonna d’acqua
si erge fino a quasi 55 metri per una durata che va dai 2 ai 5
minuti.
Ogni eruzione provoca la fuoriuscita di 35.000 litri d’acqua.
I fenomeni idrotermali, largamente diffusi in tutto il parco,
fanno del luogo un paesaggio fantascientifico. L’azione
combinata dell’acqua e del magma presente sotto la superficie
terrestre generano sorgenti calde, pozze di fango ribollenti,
vapori sulfurei e geyser. Di tutti questi fenomeni durante la
visita del parco ne vediamo un’ampia rassegna. Una delle
pozze più ampie di Yellowstone assume un particolarissimo
colore grazie alla presenza di minerali e microscopiche creature
che vivono nell’acqua calda.
Lasciamo Yellowstone. Prima di raggiungere la prossima meta ci
tocca affrontare uno spostamento di oltre 1.500 km. che copriremo
in due giorni toccando anche Reno: città del Nevada, che
come Las Vegas, è votata al gioco d’azzardo.
YOSEMITE
Yosemite copre un’area di quasi 3.000 km quadrati
della Sierra Nevada californiana. Al suo interno sono protette,
dall’istituzione del parco, montagne, valli, foreste, cascate
e laghi esplorabili a piedi, in mountain bike e a cavallo. Visitiamo
dapprima la cascata del “velo da sposa”, così
chiamata per via del vento che, soffiando sull’acqua, trasforma
questa in migliaia di spruzzi. El Captain è il più
grande monolito di granito esistente al mondo. Alto oltre 1000
metri, ha una parete verticale priva di qualsiasi spaccatura.Impieghiamo
mezza giornata, della nostra visita di Yosemite, per fare una
bella camminata seguendo uno dei tanti sentieri del parco. Lungo
il percorso incontriamo la Vernal Fall. La cascata è caratterizzata
da un arcobaleno che si forma alla sua base.
Grazie ad una ripida scalinata, che supera un dislivello di circa
100 metri, raggiungiamo il top della cascata. Qui scopriamo l’Emerald
pool. L’enorme piscina naturale raccoglie l’acqua
che, precipitando dallo strapiombo, genera la cascata.
Un cervo femmina ci da il benvenuto a Mariposa Grove, a sud di
Yosemite. È una piccola foresta a 2000 metri d’altitudine
dove si stagliano, imponenti verso il cielo, le sequoie giganti:
sono gli organismi viventi più longevi sulla faccia della
terra. Queste sequoie sono solo un’anteprima di quelle ancora
più grandi che vedremo nella prossima meta del nostro viaggio.
SEQUOIA
Il Sequoia National Park racchiude esemplari straordinari
di sequoie giganti. General Grant è la seconda sequoia
più grande al mondo, ha una circonferenza di 33 metri ed
un’altezza di quasi 82 metri. La foresta è tutta
un pullulare di questi giganti, seppur di qualche metro più
bassi rispetto al record d’altezza. Finalmente, quasi sul
finire del nostro viaggio, proviamo l’emozione di incontrare
un orso solitario. Ma non ci degna più di tanto e, mostrandoci
il posteriore, si allontana lentamente verso l’interno della
foresta.
Ecco il General Sherman, l’essere vivente più grande
al mondo. Misura un’altezza di 84 metri e vanta una veneranda
età di circa 2500 anni. L’unico punto debole di queste
sequoie sono le radici molto superficiali. Spesso, a causa del
forte vento, queste non riescono a reggere il peso degli enormi
tronchi, determinandone, con la caduta, la loro morte. Per il
resto sono esseri molto resistenti.
Nemmeno il fuoco, come gli insetti e le malattie riescono ad uccidere
molto facilmente questi giganti della natura.
Lasciamo così l’ultimo parco in
programma del nostro viaggio.
Abbiamo visto luoghi maestosi con una storia molto più
antica di quella degli esseri umani.
Luoghi che continueranno a trasformarsi per via degli eventi naturali
e non per la mano dell’uomo. Aree protette che verranno
consegnate intatte alle generazioni future.
Yellowstone, il Grand Canyon, la Monument Valley e tutti gli altri
scenari, d’ora in poi avranno un posto nella nostra mente
ma soprattutto nel nostro cuore.
Vedi il video racconto su www.aldolardizzone.it/farwest.htm