VIAGGIO IN TANZANIA
di Aldo
Lardizzone
Nota dell’Autore
Il racconto di viaggio, di seguito riportato, è
molto sintetico in quanto rappresenta la traccia sulla quale è
stato realizzato un video racconto, pubblicato all’indirizzo
www.aldolardizzone.it/tanzania.htm,
del viaggio fatto nell’agosto del 2002 in Tanzania, compresa
l’isola di Zanzibar.
Lo scritto è comunque valido per chi volesse farsi una
rapida idea dell’itinerario, se invece si volesse approfondire
la conoscenza del viaggio, godendo anche del racconto visivo,
ci si potrà collegare al suddetto indirizzo dove si trovano
anche le cartine con il percorso coperto.
NAIROBI (Kenya)
Dall’aeroporto di Nairobi in Kenya partiamo in
bus per raggiungere Arusha in Tanzania. Abbiamo così già
un primo assaggio d’Africa: 4 ore di tragitto con una breve
sosta al confine tra Kenya e Tanzania per un ulteriore dibrigo
di pratiche d’immigrazione.
ARUSHA
È tra le città più sviluppate della
Tanzania. Punto di partenza di tutti i safari, è considerata
la porta d’accesso ai parchi nazionali.
Impieghiamo alcune ore per curiosare al mercato di Arusha sia
per farci un’idea di quello che potremo in seguito acquistare
che per comprare un po’ di provviste, prima di partire per
il safari.
A sera consumiamo la nostra prima cena in Tanzania in un posto
alquanto singolare. Mangiamo della buona carne alla brace e altro
ancora in un negozio, denominato Kan’s, dove durante il
giorno si vendono ricambi per auto.
ARUSHA National Park
Nonostante sia uno dei parchi più piccoli della
Tanzania è anche uno dei più belli e paesaggisticamente
vari, si passa dalla foresta lussureggiante alla nuda roccia.
Comprende il cratere di Ngurdoto, i laghi Momela ed il magnifico
monte Meru che con i suoi 4556 mt. domina la città di Arusha.
Il parco di Arusha è l’unico dove è permesso
andare a piedi in quanto non ci sono felini o altri animali feroci.
Durante il nostro giro, per ogni evenienza, veniamo comunque scortati
da un ranger armato.
Vediamo così i primi animali in libertà e in particolar
modo tantissime giraffe.Raggiungiamo una piccola altura da dove
si può godere contemporaneamente della vista dei due laghi
Momela popolati da tantissimi fenicotteri rosa. È qui che
consumiamo il nostro primo pranzo al sacco con i viveri che prevalentemente
abbiamo portato da casa. Dopo la pausa pranzo andiamo a visitare
un rettilario.
In serata rientriamo in albergo stanchi ma appagati da questo
primo contatto con la Tanzania.
SI PARTE PER IL SAFARI
Otto giorni in Jeep attraverso cinque parchi a “caccia”
di animali, nel loro ambiente naturale, “armati” di
apparecchi fotografici.
Fatta la conoscenza degli autisti carichiamo le Jeep con viveri
e bagagli e partiamo alla volta del Tarangire National Park.
TARANGIRE National Park
È una splendida regione lungo il letto dell’omonimo
fiume. Durante questa stagione, che è quella secca, questo
parco ha una delle più alte concentrazioni di animali di
tutti i parchi. Il parco ci porta subito dentro una realtà
ben diversa rispetto al giorno precedente.
Vediamo i primi baobab africani e, senza mai scendere dalle vetture
in quanto vietato, vediamo a distanza ravvicinata, grazie comunque
ai tetti scoperti delle jeep, tanti animali: Gazzelle di Grant,
Zebre di Burchell, il Cercopiteco e gruppi di elefanti femmine
con i piccoli.
Concludiamo la nostra giornata cucinando una buona spaghettata
utilizzando ancora una volta gli ingredienti che abbiamo portato
dall’Italia.
LAKE MANYARA National Park
Comprende l’omonimo lago, dalle acque alcaline,
che ospita migliaia di fenicotteri ed una varietà di specie
di uccelli.
Durante la stagione delle pioggie, per due terzi, il lago è
ricoperto dalle acque.
Dopo aver acquistato un po’ di frutta al mercato locale
di Mto Wa Mbu partiamo per un’altra giornata di safari.
Il parco è molto picolo e la visita si esaurisce in poche
ore, ma nonostante ciò ci colpisce per per la sua fitta
vegetazione dovuta alla presenza del lago vicino.
Oltre agli altri animali già citati vediamo gli inconfondibili
babbuini, dei bufali, dei pellicani e qualche ippopotamo.
Nel primo pomeriggio partiamo per il Lake Eyasi che raggiungiamo
in 3 ore e mezza.
Qui, in uno spiazzo in mezzo al “nulla”, sorvegliato
da due guardiani armati di arco e frecce, montiamo le nostre tende
per trascorrere la notte.
LAKE EYASI
Ci svegliamo poco prima dell’alba e andiamo alla
ricerca dei boscimani Hadzabe, tribù di nomadi il cui modo
di vivere è rimasto inalterato nei secoli. I boscimani
sono delle popolazioni nomadi che durante la stagione secca vivono
all’aperto e durante la stagione delle piogge si rifugiano
nelle caverne.Dopo qualche ricerca all’interno del bosco,
che ci ha visto percorrere anche il letto di un fiume asciutto,
arriviamo all’accampamento dei boscimani.
Vediamo dapprima le donne e i bambini raccolti attorno al fuoco
e dopo, spostati poco più il là, gli uomini che
si preparano per andare a caccia. Con loro ci avventuriamo in
una battuta di caccia. Mantenedo un passo sostenuto riusciamo
a seguirli mentre con archi e frecce mirano ad alcuni animali
che saltano tra i rami degli alberi.
Catturata la preda, i boscimani, accendono un fuoco semplicemente
sfregando un legno, proprio come avveniva nell’era primitiva,
per cuocere e mangiare il loro primo pasto della giornata. Lasciati
i boscimani raggiungiamo il villaggio della tribù dei Tatoga.
Questi sono stanziali, hanno capanne e allevano gli animali.
IL CRATERE DI NGORONGORO
Una meta che da sola vale un viaggio. È senza
dubbio lo scenario più grandioso dell’Africa. Il
cratere, di origine vulcanica, ha un diametro di 20 Km. e una
profondità di 650 mt. Al suo interno vivono quasi tutte
le specie di animali della savana.
Arriviamo dapprima al lodge Ngorongoro Wildlife dalla cui terrazza
si gode di una vista mozzafiato sul cratere.
Raggiungiamo quindi il fondo del cratere, sempre a bordo delle
Jeep e sempre senza mai scendere da esse. Ci muoviamo al suo interno
alla ricerca degli animali e abbiamo la sensazione di trovarci
in uno zoo al contrario, dove dentro la gabbia ci sta l’uomo.
Vediamo branchi di Gnu popolatissimi, infatti questi possono aggregarsi
fino a decine di migliaia di individui.
Anche qui vediamo diverse specie di animali: tra i quali tantissimi
fenicotteri rosa, struzzi, giraffe, elefanti e anche un gruppo
di iene che banchettano con la carcassa di un’altra iena.
SERENGETI National Park
È il più grande e famoso parco della Tanzania.
Qui la bellezza e la perfezione dei meccanismi della natura possono
essere apprezzati come in pochi altri posti al mondo.
Anche in questo parco è d’obbligo il cosiddetto “game
drive” ovvero lo spaziare in lungo e largo a bordo delle
Jeep alla ricerca degli animali nel loro ambiente naturale. Anche
questa volta riusciamo a vedere molti animali. Oltre alle “ormai”
solite giraffe e ippopotami, comunque sempre affascinanti, vediamo
per la prima volta leoni e leonesse.
In un caso vediamo delle leonesse con i piccoli comodamente sdraiati
all’ombra dell’albero delle salsicce. Siamo abbastanza
fortunati in quanto, anche se in lontananza, riusciamo a vedere
un ghepardo pigramente adagiato sul ramo di un albero. Mentre
noi soffriamo il caldo dentro le Jeep e prendiamo tanta polvere
ci passano sulla testa alcune mongolfiere con a bordo dei turisti
che fanno il loro safari comodamente dall’alto. Si tratta
sicuramente di gente molto ricca, visto l’elevatissmo costo
di noleggio del mezzo. La prossima meta sarà il lago Natron.
Ci tocca partire molto presto per affrontare il percorso lungo
e insidioso che ci aspetta: chilometri e chilometri su sterrato,
pieno di buche e sassi e soprattutto molto polveroso.
LAKE NATRON
Popolato da migliaia di fenicotteri rosa, è situato
in una posizione piuttosto fuori mano.
La zona, caratterizzata da una bellezza desolata, comprende anche
l’Oldonyo Lengai, montagna sacra ai Masai, e una miracolosa
cascata dagli effetti rigeneranti. Al nostro arrivo, montate le
tende e indossati i costumi da bagno, ci dirigiamo con un piccolo
trekking di un’ora verso le cascate naturali per godere
di un po’ di relax dopo la stanchezza accumulata durante
il viaggio.
Il giorno dopo di buon mattino ci dirigiamo verso il lago e contemporaneamente
godiamo di una bella vista della montagna sacra ai Masai.
RIENTRO AD ARUSHA
Con il Natron finisce il safari, non ci resta che rientrare
ad Arusha.
Prima però ci attende il trasferimento più massacrante
di tutto il viaggio: un fuori pista che ci ha riservato una bella
abbuffata di polvere e sobbalzi per circa otto ore. Fortunatamente
le Jeep hanno retto! Lasciate le Jeep ad Arusha con un bus ci
dirigiamo alle falde del Kilimangiaro.
MARANGU
Piccola cittadina sulle pendici del Kilimangiaro con
una piacevole atmosfera montana. Base di partenza per gli escursionisti
che scelgono il versante sud-orientale per la salita verso le
vette.
Nel pomeriggio facciamo un giro per il coloratissimo mercato e
per concludere la giornata andiamo a vedere, con una breve passeggiata,
l’ennesima cascata.
KILIMANGIARO
Con i suoi 5896 mt. di altezza è la vetta più
alta dell’Africa.
Dal basso verso l’alto si passa dalle fertili terre coltivate
a una fitta foresta pluviale per poi giungere alla brughiera alpina
e infine al paesaggio lunare delle due vette: il Kibo (la vetta
più alta) e il Mawenzi.
IL TREKKING SUL KILIMANGIARO
Dall’ingresso di Marangu (1980 mt.) raggiungiamo
il rifugio Mandara (2700 mt.) seguendo un ampio sentiero che attraversa
la foresta.
Fortunatamente abbiamo goduto di una eccezionale giornata con
ottima visibilità delle vette.
IN VIAGGIO VERSO ZANZIBAR
Ci attendono otto ore in bus di linea fino a Dar es Salaam,
ma di quello che sarebbe dovuto passare alle 6.30 non si ha nessuna
notizia.
Dopo parecchie ore di attesa riusciamo a partire, ma l’ultimo
traghetto da Dar es Salaam per Zanzibar è perso.
Non ci resta altra possibilità che noleggiare quattro piccoli
aerei che ci portano sull’isola.
L’ARCIPELAGO DI ZANZIBAR
Il fascino esercitato dalle “isole delle spezie”
è leggendario: dall’esotica Stone Town con il suo
labirinto di viuzze, alle spiagge orlate di palme.
E poi l’isola di Changuu (o Prison island) caratterizzata
dalla presenza di una numerosa famiglia di tartarughe giganti
importate dalle Seychelles. Il primo giorno facciamo una escursione
a bordo di una delle barche tipiche del luogo. Raggiugiamo dapprima
una lingua di sabbia che emerge dal mare con la bassa marea, e
dopo approdiamo a Changuu island dove possiamo vedere da vicino
le centenarie tartarughe giganti.
Il secondo giorno a Zanzibar ci vede in giro per Stone town, la
caratteristica capitale dell’arcipelago. Nel pomeriggio
facciamo un interessante giro per le piantagioni di spezie per
le quali è famosa l’isola. Ci accompagna una simpatica
guida locale che si fa chiamare “Rambo nero” e nel
corso del giro tra le tante spezie vediamo anche diverse piantagioni
di caffè. A conclusione del giro ci vengono offerte delle
noci di cocco raccolte sul momento.
SALUTI E BACI
Siamo quasi al termine del nostro viaggio, il gruppo
si divide: una parte punta al nord dell’isola, per un’ulteriore
settimana di sole e mare, l’altra parte rientra in Italia.
Nei ricordi di tutti restano indelebili le immagini, i suoni,
le voci, le risate di una vacanza superlativa che ci ha portato
a conoscere luoghi fantastici esaltati dalla coesione di un gruppo
eccezionale.
Da Zanzibar raggiungiamo in traghetto Dar es Salaam da dove prenderemo
il volo verso l’Italia.
Vedi il video racconto su www.aldolardizzone.it/tanzania.htm