TUNISIA IN CAMPER
NATALE 2006
Testo e foto di Nicola de Pascale
Anche quest’anno decidiamo di trascorrere
le vacanze di Natale in Tunisia: Nicola, Clara, Cristina
e Chiara. La partenza è da Genova il 20 dicembre
con Grandi Navi Veloci.
Il nostro mezzo è un Rimor Superbrig 678 del 2000.
20 dicembre 2006 - Km percorsi 150
Partenza da Milano a metà pomeriggio e arrivo
a Genova. L’imbarco avviene verso le ore 20 a causa
del ritardo della nave proveniente da Barcellona...
21 dicembre 2006
Giornata in navigazione. Verso sera sono distribuite
la carte da compilare per lo sbarco: una scheda per ogni
passeggero e una per l’automezzo. La consegna avviene
in un salone della nave in una confusione indescrivibile.
Consiglio: aspettate che la calca iniziale si diradi. Non
c’è pericolo di rimanere senza. Contrariamente
a quanto succede sulle navi COTUNAV le formalità
di polizia e dogana non si svolgono a bordo. Arriviamo a
Tunisi verso le 21. Dopo lo sbarco bisogna fare diverse
file per le pratiche: dogana, polizia, automezzo. Riusciamo
a completare il tutto alle 2 del mattino!! Durante l’attesa
cambiamo un po’di euro in dinari tunisini. Gli sportelli
bancari sono sempre aperti all’arrivo delle navi e
il cambio è pressoché uguale ovunque (1 euro
= circa1,70 DT-1 DT = 0,58 euro circa) Considerata l’ora
tarda ci fermiamo fuori dal porto in direzione della città
proprio davanti agli uffici della CTN dove c’è
un parcheggio. Una parte di questo, quella vicino alla strada,
viene usata dalle scuole guida come area di prova per le
loro lezioni. Attenzione quindi a non sostarvi.
22 dicembre 2006 - Km percorsi 520
Partiamo verso le 8 in direzione di Douz. Vogliamo
assistere di nuovo al “Festival del deserto”
che si terrà dal 24 al 27 dicembre.
“Ogni anno, solitamente in Novembre
o Dicembre, Douz ospita il "Festival del Sahara",
una grande manifestazione folcloristica popolare che raduna
le tribù nomadi da Tunisia, Algeria, Libia ed Egitto”.
Entriamo in autostrada in direzione di Sousse.A
Enfida usciamo e prendiamo la statale per Kairouan. Proseguiamo
per Gabes. Prima di entrare in città deviamo per
una strada secondaria (P16) in direzione di El Hamma. Da
qui proseguiamo per Kebili e poi fino a Douz, dove arriviamo
verso le 17. Ci dirigiamo al campeggio “Desert Club”
dove abbiamo già sostato nei due viaggi precedenti.
Il campeggio è pressoché deserto: ci sono
solo alcuni fuoristrada e un camper di una coppia di tedeschi
che è venuta a svernare in Tunisia. Il campeggio,
spartano ma accogliente è sempre gestito da Brahim.
23 dicembre 2006
|
|
La piazza del mercato
di Douz |
Giornata di riposo dedicata ad una passeggiata
nella cittadina e poi alla vista dei negozi nella piazza
del mercato. Non ci sono turisti in giro, forse arriveranno
il giorno seguente per l’inizio del Festival. Tra
i negozietti uno in particolare merita una visita approfondita.
Si trova sulla destra di fianco all’uscita che porta
verso il mercato della frutta e verdura. Nel primo locale
c’è una vetrina piena di reperti preistorici.
Tutto intorno, sulle pareti, oggetti di argento. Il suo
proprietario ci invita ad entrare e a girare liberamente
nei vari locali.
Ci sono una serie di piccole stanze collegate
tra loro e piene di oggetti antichi, tappeti, oggetti di
vita quotidiana. Il proprietario, che parla un ottimo italiano,
ci accompagna nella visita con ampie spiegazioni su ciò
che vediamo. Vorrebbe che il suo negozio diventasse un piccolo
museo sulla storia della cittadina. Ci mostra poi la copia
di un libro scritto insieme ad un ricercatore italiano:
Hedi Bel Haj Brahim, Guida ai pozzi e alle sorgenti,
Centro ricerche sahariane di Douz.
24 dicembre 2006
Ci rechiamo all’ufficio organizzativo del
festival, che si trova sulla strada che porta all’ospedale,
per avere il programma. Le manifestazioni iniziano la mattina
e la parte più interessante è alle 14.30 presso
la “Place de Festival Hnish”, presso la “Porta
del Deserto”. Dal campeggio dista circa 1 km e si
può raggiungere a piedi attraversando l’oasi.
In attesa del pomeriggio ci dirigiamo verso
la “Place de Souk” dove è stato organizzato
un mercato artigianale. Lungo la strada sfilano alcuni gruppi
in costume suonando musiche tradizionali e alcuni cavalieri
che parteciperanno alla manifestazione. Nella piazza del
mercato sono state piantate numerose tende berbere dove
sono esposti in vendita articoli di artigianato locale:
oggetti in paglia, pelle, calzature tradizionali, tappeti.
Dopo un lungo giro e alcuni acquisti torniamo al campeggio
per un pranzo veloce.
Verso le 13 ci incamminiamo verso la “Porta
del Deserto”. Una volta arrivati troviamo posto sulle
gradinate, verso l’alto, così possiamo avere
una buona visione del piazzale dove si svolgerà la
manifestazione. Questa inizia dopo una breve attesa.
|
Una grande parata dei partecipanti
dà inizio alla manifestazione. Poi si svolgono
una corsa di dromedari, sfilate di gruppi in costume,
esibizioni di bande musicali dei diversi paesi, una
gara di caccia alla lepre con levrieri, una partita
di hockey sulla sabbia tra due squadre, un tentativo
di lotta di dromedari.
Ci sono poi corse di cavalli, esibizioni di abilità
da parte dei cavalieri, un corteo che mostra un matrimonio
beduino. Gli spettacoli si susseguono a ritmo serrato
fino al tramonto.
Secondo quanto riportato nel programma questi verranno
poi ripetuti nei due pomeriggi seguenti. Anche se
abbiamo visto la manifestazione due anni prima si
tratta sempre di uno spettacolo da non perdere. |
25 dicembre 2006 - Km percorsi 240
Partiamo in direzione di Tozeur. Questa volta vogliamo
seguire la strada che gira a sud del Chott El Jerid e che
costeggia, nella parte finale, il confine con l’Algeria.
Attraversiamo le oasi di Zaafrane, Es Sabria, Al Faouar,
piccoli abitati ai margini del grande deserto.
“….il trekking in
cammello può essere praticato fuori Zaafrane, 12
km a sudovest di Douz, dove è possibile organizzare
di tutto, da corse di un'ora a passaggi tra un'oasi e l'altra
della durata di otto giorni. E se vi lasciate conquistare
dal fascino del deserto, potete provare anche lo sci sulle
dune….”
Dopo El Faouar la strada si inoltra
nel nulla: man mano si avanza spariscono le dune,
il terreno si fa piatto, ogni tanto si vedono grandi
estensioni biancastre di sale. Il cielo è nuvoloso
e tutto assume un colore plumbeo.
Passiamo un piccolo villaggio, Redjim Maatoug, costituito
da basse costruzioni tutte uguali e circondate da
muretti imbiancati a calce. Alcune persone, sedute
per terra, ci guardano passare e salutano: non vedranno
certamente molti camper su questa strada. Immaginiamo
la durezza della vita passata in un posto simile.
Dopo Matrohua incontriamo un posto di blocco dell’esercito:
ormai si viaggia sul confine con l’Algeria.
Scambiamo quattro chiacchiere con un militare che
è ben contento di parlare con qualcuno che
non sia un suo collega. Senza alcun problema riprendiamo
il viaggio in direzione di Hazoua, dove c’è
il posto di confine per entrare in Algeria, che ho
attraversato più volte tra l’80 e il
’90 nei miei viaggi fino in Niger e Mali. La
strada arriva ad un centinaio di metri dall’arco
che segna la linea di confine. Ci dirigiamo verso
l’oasi di Nefta che dista solo 23 km. |
|
La prima cosa che si nota arrivando nella
cittadina è la grande distesa di palme che si trova
in un grande avvallamento. All’orizzonte, sulla destra,
biancheggia la grande distesa del Chott. Proseguiamo per
Tozeur dove arriviamo poco prima del tramonto. Ci dirigiamo
al camping “Beaux Reves” dove abbiamo già
sostato nei viaggi precedenti. Il proprietario, Amar, ci
accoglie cordialmente come sempre. Anche questo campeggio
è pressoché vuoto, solo un paio di camper
stranieri. Dopo esserci sistemati andiamo verso il centro
a fare una passeggiata per sgranchirci le gambe dopo aver
passato molte ore in viaggio.
26 dicembre 2006
Nella mattinata torniamo in centro. Visitiamo il
mercato e altri negozietti alla ricerca di qualche oggetto
particolare in argento. Pochissimi i turisti. I commercianti
fanno a gara per attirarci nei loro negozi e cercare di
vendere qualcosa
|
|
Il mercato coperto
di Tozeur |
Un vicolo del souk
|
Un corteo nella via principale annuncia l’apertura
del “Festival delle oasi”. Chiediamo informazioni
e ci dicono che la manifestazione si terrà nel pomeriggio
in un grande piazzale nella zona degli alberghi a circa
1 km dal campeggio.
Nel primo pomeriggio usciamo dal campeggio
e seguiamo molte persone che si dirigono verso la zona della
manifestazione. Si tratta di un grande piazzale ricavato
in una zona ai bordi del palmeto. Una grande folla si accalca
attorno ad una collinetta situata al centro che costituisce
una sorta di palcoscenico. Dopo alcuni discorsi di presentazione
delle autorità locali inizia la manifestazione. Vengono
presentate scene di vita delle oasi e del deserto.
Carretti trainati da asinelli e carichi di
ogni mercanzia che vanno al mercato, una carovana di cammelli
che porta grossi sacchi di mercanzie, gruppi di suonatori
con vari strumenti musicali e variopinti costumi, cori di
ragazzi, la rappresentazione di una cerimonia di fidanzamento
seguita dal matrimonio berbero. Per finire danzatrici in
costume e fuochi artificiali. La rappresentazione dura fino
al tramonto.
Sulla strada del ritorno ci fermiamo a visitare
una mostra di oggetti di artigianato. Cerchiamo poi un negozio
per acquistare datteri da portare in Italia. E’ proprio
il momento della raccolta. La scelta non è facile
visto che sono in vendita in moltissimi posti. Entriamo
ed usciamo da molti negozi dopo aver fatto assaggi ed esserci
informati sui prezzi. Finalmente troviamo quello che ci
sembra avere il prodotto migliore: datteri grossi e di un
bel colore dorato. Ne acquistiamo 10 kg !
27 dicembre 2006 - Km percorsi 360
In mattinata lasciamo Tozeur, meta l’isola
di Djerba.
|
Attraversiamo il Chott El Jerid fino a Kebili,
proseguiamo per la C16 fino a El Hamma e poi deviamo
per Gabes. Proseguiamo per la P1 in direzione di
Mareth dove, qualche km dopo, c’è un
bel museo sulla seconda Guerra Mondiale in Tunisia
visitato nel viaggio precedente. Deviamo a sinistra
sulla C 116 in direzione di El Jorf. Qui partono
continuamente traghetti che portano in pochi minuti
sull’isola di Djerba.
Sbarcati sull’isola ci dirigiamo verso Houmt
Souk. Vorremmo fermarci per fare un giro ma non
riusciamo a trovare un parcheggio per il nostro
mezzo. Seguiamo i cartelli che indicano la “zone
touristique”, che non è altro che la
zona costiera piena di alberghi. Sono pressoché
tutti chiusi in attesa dell’inizio della stagione,
verso maggio. Il tempo è grigio perché
qualche ora prima ha piovuto. Si avvicina la sera
e dobbiamo cercare un posto per sostare.
|
Chott el Jerid |
|
Proseguiamo lungo la strada costiera in direzione
di Aghir dove sappiamo esserci due campeggi, “ Sidi
Slim” vicino all’omonimo albergo e il “Centre
de stage et Vacances”. Troviamo l’hotel Sidi
Slim e l’ingresso del campeggio ma la strada di accesso,
causa le piogge, presenta una grande pozza che sembra anche
essere profonda.
Proseguiamo allora in direzione del “port
de peche”, il porto di pesca di Aghir e proprio di
fianco all’ingresso, dove c’è anche un
posto di polizia, troviamo l’ingresso del “Centre”.
E’ un villaggio vacanze per studenti con annesso campeggio.
Per i camper sono state realizzate 5 piazzole in cemento
con attacchi luce, due sulla spiaggia proprio di fronte
al mare e tre più defilate e lontane una cinquantina
di metri. Qui ci sono due camper stranieri. Noi ci fermiamo
sulla piazzola fronte al mare. Alle nostre spalle c’è
il blocco dei servizi. Un lungo tubo di gomma assicura il
rifornimento di acqua.
Nella zona alle nostre spalle c’è
ancora una grande spiazzo dove potrebbero sostare decine
di altri mezzi. All’ingresso del “Centre”
c’è un piccolo ristorante dove è possibile
avere, su prenotazione, pranzo o cena.
28 dicembre 2006
Ci svegliamo col sole che sorge dal mare.
Uno spettacolo bellissimo. Il tempo è ottimo e inizia
a fare caldo: si può stare tranquillamente in maniche
di camicia. Facciamo una lunga passeggiata sulla spiaggia
passando davanti ai numerosi alberghi. Alcuni sono aperti
e molte persone sono sdraiate al sole. Si incontrano numerosi
venditori di souvenir, il solito cammelliere con tanto di
tesserino con foto che propone una passeggiata su un sonnecchiante
cammello.
Una parte della spiaggia, libera da costruzioni,
è accessibile dalla strada ed è possibile
arrivare anche col camper per fare sosta libera. Ci sono
infatti alcuni mezzi stranieri che sembrano sostare da parecchi
giorni. Non c’è però possibilità
di avere acqua o effettuare lo scarico. Dopo pranzo facciamo
un giro fuori dal campeggio ma, a parte i soliti alberghi
e condomini, non c’è assolutamente nulla.
A circa 1 km c’è un piccolo negozio
dove si possono comprare pane e altri generi alimentari.L’isola
è un posto dove la vita si svolge negli alberghi
e sulle spiagge. Si esce per escursioni organizzate con
bus turistici o grossi fuoristrada, per girare nell’interno
con rumorose moto a quattro ruote (quads) che sono noleggiate
in molti posti. Nella stagione che inizia verso maggio sarà
meta di viaggi organizzati che porteranno miglia di persone
in questi enormi alberghi costruiti direttamente sulla spiaggia.
29 dicembre 2006 – km percorsi
417
Lasciamo il campeggio verso le otto. Imbocchiamo la C 209
in direzione di Midoun. Nel centro del paese si tiene un
grande mercato con centinaia di bancarelle che vendono ogni
genere di mercanzia. Ci fermiamo per fare un giro. Una parte
è dedicata alla vendita di ovini, con decine e decine
di animali legati. Domani è la festa del montone
tutti si accingono a comprare l’animale da sacrificare
il giorno seguente:
“…. il "giorno
del montone " che si svolgerà, secondo le fasi
lunari, o il 30 oppure il 31 dicembre. Per la comunità
musulmana è un momento molto importante, perchè
questo evento rappresenta una tappa fondamentale del nostro
calendario. Con la festa del montone celebriamo il sacrifico
che il profeta Abramo era pronto a compiere immolando il
suo stesso figlio. …… il giorno del sacrificio
può essere paragonato alla Pasqua cristiana.“
Lasciamo Midoun e ci dirigiamo verso Ajon
dove ci imbarchiamo sul traghetto che in pochi minuti ci
porta a El Jorf. Imbocchiamo la C 116 in direzione della
strada principale per Gabes. Prima di arrivare c’è
una grande rotonda: se ci si mantiene sulla sinistra si
imbocca la nuova tangenziale che evita l’attraversamento
della caotica cittadina.
|
Noi invece proseguiamo verso destra in direzione
del paese per fermarci dopo alcune centinaia di
metri in un grande e fornito supermercato per acquistare
un po’ di generi alimentari. Ripartiamo poi
in direzione di Sfax ed El Jem.
Circa 20 km prima di Sousse deviamo per la C 94
in direzione di Monastir, dove giungiamo nel tardo
pomeriggio. Parcheggiamo nella “Piazza del
Governatorato”, di fronte ad una sala da the/pasticceria,
vicinissimo all’ingresso della medina dove
più tardi andiamo a fare una passeggiata
Anche qui la maggior parte dei negozi sono chiusi.
Di fronte all’ingresso, per un eventuale rifornimento,
c’è un supermercato ben fornito.
|
La medina di Monastir |
|
30 dicembre 2006 - km percorsi 127.
Giornata di festa con un silenzio innaturale:
si sentono perfino cantare gli uccellini. Andiamo a visitare
il grande Mausoleo della famiglia Bourguiba che sorge all’interno
di un grande cimitero.
Poco distante sorge il Ribat di Harthema,
una grande costruzione che domina il mare. Vicino c’è
il porto turistico con grosse e moderne imbarcazioni a vela
e motore. All’ingresso, sulla sinistra, c’è
un grande parcheggio dove (avendolo saputo prima) sarebbe
stato possibile sostare per la notte. Lo stesso si può
dire per il lungomare ai piedi del Ribat: anche qui è
possibile fermarsi proprio davanti alla spiaggia.
Entriamo poi nella medina, pressoché
deserta e con tutti i negozi chiusi. Davanti a molte case
vediamo legate le capre in attesa di essere sacrificate
nel giorno di festa. Dove la cerimonia si è già
svolta e le donne lavano via il sangue davanti alla porta.
In altre ci sono impronte di mani rosse sulle pareti bianche.
Verso l’ora di pranzo lasciamo Monastir
in direzione di Sousse. Una volta arrivati sostiamo nella
grande piazza proprio davanti all’ingresso della medina.
Ci concediamo uno spuntino in un locale dove servono un
ottimo kebab e poi andiamo a fare una passeggiata nella
città vecchia.
Anche
qui la maggior parte dei negozi sono chiusi ed è
rilassante camminare nei vicoli pressoché deserti.
La confusione che ci aveva accompagnati durante la visita
fatta nel viaggio precedente non ci aveva permesso di godere
la visita..
Finita la nostra passeggiata partiamo in direzione
di Nabeul per pernottare nel campeggio “Les Jasmins”,
adiacente all’omonimo albergo. Arriviamo nel tardo
pomeriggio. Il campeggio è deserto: siamo gli unici
ospiti. Non troviamo nemmeno i due simpatici italiani, Silvano
e Mario, conosciuti qualche anno prima, che solitamente
passano molti mesi in questo posto.
Dopo esserci sistemati andiamo fare una passeggiata
nella cittadina. Quasi tutti i negozi sono chiusi; sono
aperte solo le macellerie che preparano la carne degli animali
sacrificati la mattina. Davanti ad alcune di esse vengono
arrostite su una griglia le loro teste.
All’ora di cena torniamo al campeggio.
Vorremmo cenare nell’ottimo ristorante Slovenia ma
anche questo è chiuso per la festività.
31 dicembre 2006. Km percorsi 200
Partiamo da Nabeul e ci dirigiamo lungo la strada
costiera C 27 della penisola di Cap Bon.
“Questa fertile penisola
si estende in direzione del Mediterraneo, a nordest di Tunisi.
I geologi ritengono che in passato essa raggiungesse la
Sicilia, facendo da ponte tra l'Africa e l'Europa, e che
sia sprofondata al di sotto del mare circa 30.000 anni fa.”
Il paesaggio cambia completamente diventando
verde e collinoso. Passiamo la cittadina di Korba e raggiungiamo
Kelibia, rinomata stazione balneare della penisola, dove
c’è anche un grande villaggio vacanze.Lungo
la strada che in molti punti corre di fianco al mare vi
sono molte zone dove si potrebbe sostare. Entriamo in paese
e ci dirigiamo verso il porto. Alla sinistra, sulla collina,
c’è una grande fortezza.
“Regolo sbarco’ qui
all’inizio della prima guerra punica e, alla fine
della terza, la città venne distrutta con la sua
alleata Cartagine; rifiori’ di nuovo durante l’Impero
Romano con il nome di Clupea. Gli Aglabidi dal IX secolo
la restaurarono e la fortificarono con una guarnigione;
tra il 1535 e il 1547 la città araba fu distrutta
tre volte dagli Spagnoli e per tre volte ricostruita. Analogamente
avvenne nel 1704 ad opera del pacha turco Ibrahim Sherif
a da un benafattore locale agli inizi del XIX secolo.
Proseguiamo lungo la strada che finisce in
un grande parcheggio proprio davanti ad una lunga spiaggia,
meta turistica dei locali nella stagione estiva. Lasciata
Kelibia arriviamo a Kerkouane, un grandissimo sito archeologico
punico scoperto nel 1962 e classificato dall’UNESCO
come “patrimonio dell’umanità”.
“A metà strada tra
Kelibia e El-Haouaria si trova il poco noto sito cartaginese
di Kerkouane, una città fondata nel VI secolo a.C.
che visse per meno di 300 anni, prima che le forze romane
la distruggessero. Fu scoperta nel 1962, e oggi un museo
ne conserva alcuni interessanti reperti, tra i quali la
'Principessa di Kerkouane', il coperchio di un sarcofago
in legno intagliato che rappresenta la dea Astarte.”
La
visita dura alcune ore considerata l’enorme estensione
del sito ed è molto interessante. Proseguiamo poi
lungo la costa in direzione di Tunisi. Per la prima volta
vediamo mucche al pascolo nei prati verdi della regione.
Sulle colline svettano decine e decine di pale eoliche che
sfruttano il vento per produrre energia elettrica. L’impatto
visivo non è certo dei migliori.
Giunti alla periferia di Tunisi ci troviamo
incanalati nel traffico che va verso la città. La
nostra meta è Sidi Bou Said, dove vogliamo trascorrere
la notte. Si è fatta sera e fatichiamo parecchio
ad arrivare: col buio è molto difficile trovare le
indicazioni stradali. Per evitare un lungo giro prendiamo
il traghetto (gratuito) che in pochi minuti attraversa la
baia di La Goulette e finalmente arriviamo a Sidi Bou Said.
Un cartello indica un parcheggio per auto
e bus proprio sulla strada che porta al paesino. La strada,
in leggera salita, porta ad un grande spiazzo alberato,
con alcuni lampioni, ma pressoché deserto. Preferiamo
cercare un posto un po’ più “animato”.
Usciamo dal lato opposto del parcheggio e torniamo verso
l’inizio della salita. Sul lato sinistro vediamo l’ufficio
della polizia e proprio davanti un bel posto per parcheggiare.
Lasciamo il nostro mezzo e saliamo verso il villaggio con
l’intenzione di cercare un posto per cenare. Anche
qui tutto chiuso, tranne il caffè e un paio di altri
locali. L’unico ristorante aperto è però
tutto esaurito. Ancora una volta cena in camper
1 gennaio 2007
Andiamo a fare un giro nel paesino.
“È un luogo delizioso
per una passeggiata tra strette stradine di ciottoli e vecchi
scalini di pietra. Le sue mura smaglianti sono interrotte
qua e là da grate dalle linee curve e riccamente
ornate tipiche della zona, tutte dipinte dello stesso blu
intenso, e da coloratissime volte che si aprono su cortili
cosparsi di gerani e buganvillea”
Oggi è giorno di lavoro, i negozi aprono
e iniziano ad esporre la solita mercanzia. Entriamo ed usciamo
da molti di questi alla ricerca di antichi oggetti in argento
ma senza successo. Troviamo finalmente un antiquario con
oggetti veramente belli e di qualità nella via a
destra del caffè.
|
|
Mrad Mohamed
El Adel, rue El Houdaybiya.
|
Prima di ripartire ci concediamo il classico
thè con i pinoli al “Caffè”. Da
Sidi Bou Said ci dirigiamo verso Cartagine.
“Secondo la tradizione,
fu fondata da un gruppo di esuli di Tiro, capeggiati da
Elissa, sorella del re Pigmalione, più nota in seguito
come Didone. Essa concordò con il re autoctono di
pagare un terreno che si potesse coprire con la pelle di
un bue: ma fece tagliare la pelle in minutissime strisce
che coprirono la collina su cui sorse la città”.
La prima visita è alle Terme di Antonino,
le più grandi costruite fuori Roma e terze al mondo
per grandezza. Il biglietto cumulativo giornaliero ( 7 DT
a persona) permette di visitare 8 siti. Una guida che parla
italiano si offre per 5 DT di accompagnarci nel giro per
fornirci spiegazioni sui reperti archeologici.
Dopo le terme saliamo sulla collina di Byrsa
dove sorge la Cattedrale di St. Louis.
“La Cattedrale di San Luigi,
visibile anche a chilometri di distanza date le dimensioni
colossali. Fu costruita dai francesi nel 1890 e dedicata
al re-santo del XIII secolo morto sulla spiaggia di Cartagine
nel 1270 durante la malaugurata VIII crociata. Nonostante
sia stata sconsacrata e chiusa per anni, è stata
recentemente restaurata e riaperta al pubblico”
Di fianco c’è il Museo di Cartagine,
ospitato in quello che era il convento dei missionari d’Africa
( Padri Bianchi). Il museo espone sculture, reperti archeologici,
ceramiche, mosaici e molto altro.
Visitiamo
poi le Ville Romane, sito costituito da una serie di fondamenta
di ville di notevoli dimensioni. In un lungo cunicolo, ai
piedi di una collinetta, sono ammassati centinaia di mosaici
che sono stati trovati duranti gli scavi e che forse mai
saranno esposti.
Per ultimo visitiamo l’Anfiteatro Romano,
che essendo stato completamente restaurato e utilizzato
per gli spettacoli del Festival di Cartagine non ha più
nulla di antico. Finite le visite andiamo verso Tunisi per
sostare al “Parc Kennedy” in avenue Mohamed.
Provenendo dal porto di La Goulette proseguire per Avenue
Bourguiba; in Place 7 Novembre, dove al centro c’è
una specie di torre con orologio, girare a destra. Subito
dopo il grande Palais des Congres c’è il parcheggio.
Questo ha due ingressi: il primo che si incontra
ha una sbarra e un custode ma è riservato ai dipendenti
del Palais. Più avanti c’è l’ingresso
di quello pubblico ( 6 DT al giorno da pagare all’addetto
quando si esce.). All’ interno ci sono servizi igienici
( pulitissimi) aperti durante il giorno dove, con una piccola
mancia all’addetto, si può svuotare la cassetta
wc e le acque chiare con un secchio. Quando siamo arrivati
la sera il parcheggio era pressoché deserto. C’erano
solo 2 camper stranieri.
2 gennaio 2007
Ci svegliamo presto e quando apriamo le tendine
vediamo con grande meraviglia che il parcheggio è
quasi completamente
pieno di auto: tutte persone che lavorano nei vicini uffici.
La mattinata è dedicata alla visita del Museo del
Bardo che raggiungiamo con il mètro lèger,
linea 4, un tram che viaggia in corsia protetta.
Per la fermata bisogna imboccare Rue du Ghana
che si trova proprio davanti al parcheggio e porta alla
stazione del mètro.
Il Museo, ospitato nell’ex palazzo
reale del bey ospita la più grande collezione al
mondo di mosaici romani. (ingresso 6 DT a persona + 1 DT
per fotografare).
Ci accodiamo ad un gruppo di turisti accompagnati
da una guida e la visita è corredata da spiegazioni
molto interessanti. Una giornata non basta per vedere tutto
ciò che è esposto, ma con ragazzi al seguito
già poche ore sono troppe!
Lasciamo il museo nel primo pomeriggio
e torniamo verso il centro dove passiamo il resto della
giornata passeggiando per le vie del centro.
3 gennaio 2007
Dedichiamo la giornata alla visita della medina.
“La medina è il centro
storico e culturale della Tunisi moderna e il luogo ideale
per cogliere lo spirito vitale della città. Costruita
durante il VII secolo d.C., perse la sua centralità
con l'arrivo dei francesi e il successivo sviluppo della
ville nouvelle verso l'inizio del XX secolo”
Dal parcheggio si raggiunge l’ingresso
principale percorrendo l’Avenue de France fino a Place
de la Victoire dove sorge un grande arco, la Port de France,
così chiamata dai francesi che le cambiarono il nome
originario di Bal el Bahr ( Porta del Mare). Questa è
l’entrata più conosciuta della medina. Con
l’aiuto di una piantina seguiamo l’itinerario
segnato che porta alle mete più interessanti. Giriamo
poi nei vari souk dove centinaia di botteghe espongono merce
di ogni genere.
Con l’aiuto di una piantina seguiamo
l’itinerario segnato che porta alle mete più
interessanti.
Il mio interesse è però soprattutto
per le botteghe di antiquari e di oggetti in argento. Particolarmente
fornito e con oggetti interessanti, dove ho fatto acquisti:
Ben Ghorbal Abdelkrim 30, rue Djamaa Ez-Zitouna
proprio sulla via che dalla Place de la Victorie porta alla
moschea Ez-Zitouna, sul lato sinistro.
Addentrandosi poi nei vicoli, girovagando
senza una meta precisa si trovano spesso scorci interessanti
e zone non frequentate dai soliti gruppi organizzati. Da
vedere le botteghe e il mercato all’aperto che si
aprono su Aveune Bab Jedid e Rue Al Jazira. Per pranzo o
cena un buon posto da tener presente è: Cafè
restaurant Les Arcades, Avenue Habib Bourghiba. Con la Port
de France alle spalle si trova sul lato destro del vialone,
sotto i portici. Servono ottimi panini kebab o piatti vari
di carne, nonché un’ ottima pizza cotta nel
forno a legna, a prezzi modici.
4 gennaio 2007
E’ il giorno del ritorno. La nave parte alle
12. Lasciamo il parcheggio, pagando all’uscita 3 notti
(1,800 DT) e ci dirigiamo verso La Goulette. Al porto troviamo
lunghe code di auto che aspettano di imbarcarsi. Novità:
la presentazione dei biglietti per avere le carte di imbarco
non si fa più nei gabbiotti davanti all’ingresso.
Bisogna andare nella stazione marittima presso lo sportello
della propria compagnia di navigazione con i documenti di
tutti viaggiatori. Attenzione: fate le pratiche per conto
vostro e non tenete conto delle persone che, appena vi vedono
arrivare, vi indicano dove parcheggiare e vi danno fumose
indicazioni. Io ho parcheggiato nello stesso posto dove
avevo pernottato all’andata e poi sono andato a piedi
a fare tutte le pratiche.
INDIRIZZI UTILI
DOUZ
Camping Desert Club Gestore: Brahim Ben Brahim www.campingdouz.skyblog.com
tel. fax 00 216 75 470 575 e-mail : brahim2020@yahoo.fr
FESTIVAL DI DOUZ
www.festivaldouz.org.tn e mail: festivaldouz@laposte.net
tel. Fax 00 216 75 471 920
TOZEUR
Camping Les Beaux Rêves Zone touristique Tozeur 2200
-Tunisie Tel.: 00 216 76 45 33 31 Fax: 00 216 76 45 42 08
NABEUL
Camping les jasmin
www.hotellesjasmins.com