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WEEKEND IN CAMPER IN VALNERINA

testo e foto di Marina Cioccoloni


Prende avvio da Terni il nostro weekend in Valnerina. Lasciamo Roma la sera del venerdì ed in breve, tramite autostrada fino ad Orte e poi la superstrada, arriviamo nella comodissima area attrezzata di Via Radice a Terni. Scopriamo con piacere che il pozzetto di scarico è stato rinnovato e collocato in posizione più felice rispetto alla precedente.

La mattina dopo siamo pronti per il nostro giro lungo la Valnerina. Contiamo di visitare Ferentillo, un paio di abbazie, Visso, Norcia, e poi tornare a Roma passando per Cascia, Leonessa e Rieti. Lasciata Terni imbocchiamo la strada N. 209 e passiamo davanti alle Cascate delle Marmore: per nostra fortuna capitiamo nell'orario di apertura e possiamo goderci lo spettacolo, e ci dirigiamo quindi verso Ferentillo, dove abbiamo intenzione di visitare la Chiesa di Santo Stefano e le sue mummie. La cittadina si sviluppa ai piedi di due colline lungo il fiume Nera ed è vigilata da due torri trecentesche. L'ultima domenica del mese vi si tiene un interessante "Mercatino del Rigattiere". Arrivati in loco, visitiamo il Duomo e poi ci spostiamo dall'altra parte del fiume, in località Precetto, per visitare la chiesa che ha reso famoso il paese a causa di uno strano fenomeno di mummificazione avvenuto nella cripta. Una comoda area di sosta ci consente di lasciare il camper poco distante dalla chiesa e ci rechiamo ad effettuare la nostra visita. I corpi mummificati che si trovano nella cripta sono esposti in teche di vetro (precauzione resa necessaria in seguito ad un furto) e la signorina che ci accompagna ci spiega che soltanto nel secolo scorso si scoprì che il suolo sabbioso, unito al vento secco che entrava dalle finestre e ad un batterio presente nel terreno metteva in atto il processo di mummificazione delle salme ivi sepolte. Tra le mummie più interessanti: due soldati francesi delle truppe di Napoleone che passarono di qui durante una campagna napoleonica, un soldato dello Stato Pontificio, ancora brandendo il suo fucile, una mamma con il suo bambino appena nato, e, stranissimo, una coppia di cinesi giunti in Italia nel 1880 in viaggio di nozze e morti di colera.

Terminata questa interessante visita riprendiamo il nostro cammino lungo la Valnerina per fermarci sei chilometri più avanti, all'Abbazia di San Pietro in Valle. Una deviazione a sinistra conduce, con una strada in salita, ad un parcheggio sterrato da dove un sentiero porta in breve alla sommità della collinetta fino alla chiesa, costeggiando prima tutto il complesso abbaziale. Quest'ultimo, di proprietà privata fin dal 1916, è stato recentemente restaurato ed ospita ora un agriturismo. La chiesa invece è monumento nazionale e si può visitare. Di grande particolarità, nella chiesa, oltre ai sarcofagi ed agli affreschi, anche lo zoccolo in pietra, fiancheggiato da due piccoli pilastri, posto poco dopo l'entrata: esso marcava il punto oltre il quale le persone non battezzate non potevano procedere. Tutto il posto è idilliaco, e se si riesce a dare una sbirciatina ai chiostri e alla terrazza che fanno parte della proprietà privata, non si rimane delusi. Il complesso è circondato da boschi e di fronte, dall'altro lato della vallata, sono ben visibili le rovine della fortezza di Umbriano, una delle tante che furono costruite a guardia dell'Abbazia quando nel medioevo essa era molto potente e controllava vasti territori dominando così anche la vita di migliaia di persone.

Riprendiamo la strada sempre costeggiando il fiume Nera e superiamo Scheggino, dove ogni terza domenica del mese ha luogo il "Mercatino della Valnerina", e arriviamo a Sant'Anatolia di Narco con la bellissima chiesa di San Felice (notare il rosone). Da qui parte una strada che passando per il Parco Regionale arriva a Monteleone di Spoleto toccando i villaggi di Caso e Gavelli, ai piedi del Monte Coscerno. Si dice che dalla sua sommità, nelle giornate particolarmente chiare, si possa vedere Roma. Noi continuiamo invece lungo la Valnerina e passiamo Borgo Cerreto e Triponzo. Il suo nome deriva da "Tre ponti" ed è una minuscola località: un pugno di case ed un solo negozio che fa da spaccio e ristorante, eppure esisteva già ai tempi di Virgilio. Tutti i paesini superati finora sarebbero da visitare, ma non basterebbe più di un week-end per vederli tutti e dobbiamo fare delle scelte. Vogliamo arrivare fino a Visso a fare acquisti di ciauscolo, il tipico salame locale, poi torneremo indietro per deviare lungo la Val Castoriana verso il villaggio fortificato di Preci per visitare l'Abbazia di S. Eutizio. Arrivati a Visso, cittadina con bellissimi monumenti gotici e medioevali, facciamo una passeggiata per la piazza principale, intitolata ai Martiri Vissani e visitiamo le Chiese, di stile romanico e gotico. La Collegiata ha due bellissimi leoni ai lati del portale principale. Terminiamo con un giro fino alla parte alta del paese ed effettuati gli acquisti vari, decidiamo di tornare verso Preci. Si potrebbe continuare a costeggiare il Nera ed arrivare a Castelluccio passando per il Parco dei Sibillini, ma questa piacevole passeggiata sarà il giro di un altro week-end, probabilmente in giugno, quando la Piana di Castelluccio è in piena fioritura.

Tornati indietro e deviato a sinistra entriamo in Val Castoriana e superata Preci arriviamo all'Abbazia di S. Eutizio. Questo grande complesso monastico fu uno dei cardini dello sviluppo del movimento benedettino. Nato come edificio romano e trasformato poi in cimitero per gli eremiti che vivevano nella zona, divenne poi una grandiosa comunità benedettina che esercitò un forte potere politico su centinaia di chiese e castelli locali e su un territorio che si estendeva fino all'Adriatico. Dopo anni di dimenticanza il complesso è stato restaurato e non si può negare la bellezza e tranquillità del posto. Dietro la chiesa romanica, a destra della fontana, alcuni scalini conducono alle grotte dei primi monaci dove si dice che Benedetto, conversando con Eutizio ed un altro eremita, Spes, sviluppò la sua vocazione religiosa. Da queste misere grotte prese l'avvio, circa 1.500 anni fa, il grande ordine benedettino, i cui monaci, rinchiusi in monasteri sperduti nelle boscaglie come questo, contribuirono a preservare molti dei documenti e codici medioevali durante gli anni bui dei saccheggi e incursioni.

Scendiamo per la Valcastoriana verso Norcia, percorrendo quella che un tempo era una delle più importanti vie commerciali dell'Appennino. Sorpassiamo piccoli villaggi medioevali (Piedivalle e Campi) con notevoli chiese e notiamo i vari avanzi di fortilizi, torri di avvistamento, eremitaggi ed edifici ecclesiastici. Vi sono anche diversi allevamenti di trote. Dopo aver superato, con spettacolare vista, la Forca d'Ancarano, arriviamo a Norcia. Parcheggiamo a fianco delle mura (la città è ancora cinta dalla sua fortificazione medioevale) lungo la Via di Circonvallazione nel parcheggio rinnovato da poco, con fontanella d'acqua e servizi. Da qui, un passaggio al coperto, che passa sotto le mura e risale all'interno della Fortezza della Castellina, conduce direttamente in centro, in Piazza San Benedetto, e così, prima di chiudere la giornata facciamo un giro per il centro della città famosa non solo per i suoi "Norcini" (il nome "Norcino" con cui si chiamano generalmente i salumieri, deriva proprio da qui) ma anche per aver dato i natali a San Benedetto. Sarebbe interessante poter essere qui per le celebrazioni benedettine, che si svolgono ogni anno il 20 e 21 marzo. Essendo San Benedetto patrono d'Europa, ogni anno una fiaccola della pace partendo da una capitale europea arriva a Norcia la sera del 20 marzo. Ad accoglierla sono presenti gli ambasciatori degli stati europei. Il giorno dopo un bel corteo storico in costume si snoda per le vie della città, dopo che il Capitano dal Popolo ha dato lettura, in volgare, degli statuti che illustrano lo svolgimento della festa in onore del Santo.

La mattina, dopo un altro giro per Norcia e altri acquisti, imbocchiamo prima la N. 396 fino a Serravalle e poi la strada N. 320 che costeggiando il torrente Corno porta verso Cascia e prima di giungervi deviamo (N. 320d) verso Roccaporena, dove parcheggiamo nell'ampio parcheggio con servizi posto nella parte alta del paese. Preferiamo tralasciare Cascia e l'anonima basilica e dedicare attenzione invece a questo piccolo villaggio, luogo di nascita di un'altra santa: (Santa Rita), che troviamo molto gradevole nei periodi di poco afflusso. Ma avendo più tempo a disposizione si potrebbe lasciare il camper a Cascia, nel grande parcheggio posto ai piedi della cittadina e imboccare il sentiero detto appunto "di Santa Rita" che parte dal retro dell'Hotel Delle Rose: una bella passeggiata lungo il torrente Corno che in sei chilometri di sentiero segnalato conduce a Roccaporena. Qui, si possono visitare la chiesa di San Montano e le case dove visse Rita e salire al cosiddetto "Scoglio", da dove si ha un bel panorama. Ripreso il cammino con la N. 471 passiamo a fianco di Monteleone di Spoleto e arriviamo a Leonessa. Dopo aver lasciato il camper nell'ampio parcheggio vicino alla stazione dei carabinieri facciamo un giro in centro e visitiamo alcune delle sue belle chiese. Poi, deviando sulla N. 521 e passando a fianco di Morro Reatino e Rivodutri costeggiamo la Riserva dei Laghi Reatini e arrivati a Rieti imbocchiamo la Salaria (SS. N. 4) che ci riporta a Roma.

Informazioni pratiche

Quando andare: Ogni stagione è buona per una visita. La primavera e l'autunno sono ideali per visitare i paesi, l'estate per percorrere i sentieri, l'inverno per ammirare i paesaggi innevati. Giugno è famosa per la fioritura della Piana di Castelluccio.

Dove sostare: Terni: area attrezzata di Via Radice Ferentillo: area attrezzata di Precetto Visso: vari parcheggi alla periferia del paese Abbazia di S. Eutizio: parcheggio con servizi poco distante dell'Abbazia Norcia: vari parcheggi lungo le mura e di fronte Porta Romana. Il parcheggio di Via di Circonvallazione è fornito di servizi e fontanella acqua Cascia: grande parcheggio ai piedi del paese Roccaporena: grande parcheggio con servizi nella parte alta del paese Leonessa: grande parcheggio a fianco della stazione dei carabinieri

Dove mangiare: Le varie trattorie e piccoli ristoranti della zona sotto tutti di buona qualità. Se piace il pesce, si raccomandano i ristoranti che si trovano a fianco degli allevamenti di trote.

Cosa comprare: La zona è famosa per la lavorazione del maiale, la produzione del pecorino, la raccolta di tartufi e la troticultura. Il "pane di Terni" è il tipico pane della zona, cotto senza sale. Il "ciauscolo" è un tipico salame locale: morbido, anziché venir tagliato a fette, si spalma sul pane. Nei vari negozi di Norcia si possono acquistare tutti i prodotti di norcineria, tartufi e funghi, caciotte e mozzarelle e le carni di agnello e capretto (nelle macellerie di Corso Sartorio). A Norcia si trovano in vendita anche le famose lenticchie prodotte nella Piana di Castelluccio. Al tartufo e agli altri prodotti è dedicata la "Mostra Mercato Nazionale del tartufo nero e dei prodotti tipici della Valnerina", che si svolge ogni anno l'ultimo venerdì, sabato e domenica di febbraio.

Per informazioni: Comune di Norcia - Assessorato al turismo: tel. 0743-828044


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