SULLA VIA VANDELLI IN MOUNTAIN BIKE
Traversata Appenninica in Mountain
Bike da Sassuolo (MO) a Massa
di
Andrea
Prandini
Un trek di quattro giorni sull'antica via
ducale progettata dall'abate ingegnere Domenico Vandelli
per collegare Modena alla Versilia scavalcando l'Appennino
e le Alpi Apuane.
La sfida dell'uomo alla natura: questa è
in sintesi la Via Vandelli. Un lungo tentativo di dominare
il sasso, di piegare la roccia, di modificare le montagne.
Il chiaro intento di unire ciò che la natura aveva
diviso creando quell'imponente e complicato sistema di crinali
e vallate che è l'Appennino. L'avventura dell'abate-ingegnere
Domenico Vandelli era cominciata a Modena quando, agli inizi
del Settecento, gli Estensi decisero di affidargli la progettazione
e la costruzione di una moderna arteria di comunicazione
tra Modena e Massa al fine di sancire definitivamente l'unione
tra le due città. L'ingegnere si mise all'opera nel
1739 e non risparmiò ne uomini ne mezzi dato che
utilizzò nella sua costruzione più di duemila
uomini.
La
strada partiva da Modena, attraversava Sassuolo, Pavullo
e si addentrava nel Frignano avvicinandosi progressivamente
allo spartiacque appenninico. Le prime difficoltà
sorsero nel superamento dell'Appennino e si moltiplicarono
nell’arrampicata delle pareti marmoree delle Apuane.
Qui la forte pendenza fu vinta solo con la costruzione di
molti tornanti a gomito e con il progressivo restringimento
della carreggiata tanto che negli ultimi tratti la strada
si riduceva e si riduce tutt'oggi a una stretta mulattiera.
Nel 1751 la strada era, comunque, quasi completata
e ormai transitabile. Gli Estensi istituirono un servizio
postale e concessero agevolazioni a coloro i quali avessero
voluto costruire locande e case lungo di essa. Ma il tempo
evidenziò tutti i limiti dell’ardita costruzione:
le molte difficoltà lungo il percorso soprattutto
per i carri, l'eccessiva franosità nel suo tratto
apuano, il brevissimo periodo in cui poteva essere utilizzata,
dato il forte innevamento dei passi posti tutti a quota
superiore ai 1600 metri. Inoltre le frequenti bufere di
neve rappresentavano un rischio sempre presente durante
le stagioni fredde. Ai giorni nostri, comunque, percorrere
la storica via estense conserva un fascino del tutto particolare;
soprattutto i tratti lastricati, o quelli delimitati dai
muretti a secco, sono i più interessanti anche se
certamente i più faticosi.
Percorrendo i 160 chilometri della via Vandelli
ci si accorge che seguire la strada è un modo come
un altro per effettuare uno splendido itinerario nella natura
che si presenta sotto molteplici aspetti: dalla pianura
modenese intensamente coltivata si passa infatti alle verdi
colline del Frignano e da queste alle faggete ed ai pascoli
dell'Appennino, per ritrovarsi poi tra i marmi delle alpine
montagne apuane da cui si scende finalmente al mare.
Partenza: Sassuolo - Arrivo: Massa
Itinerario: Itinerario lungo 161 km articolato in quattro
tappe. Media km al giorno: 40 circa.
Dislivello: 3.260 m.
Difficoltà: impegnativo
Interesse: storico, paesaggistico e gastronomico
EQUIPAGGIAMENTO: Attrezzatura per lunghi raid con tutto
l'occorrente per risolvere eventuali inconvenienti tecnici.
1^ Tappa
Sassuolo (30 m) - Pavullo nel Frignano (682 m)
Lunghezza: km 40
Dislivello: +800 m
Descrizione: la prima tappa si sviluppa nella pianura modenese
cominciando ad affrontare le prime ondulazioni del Frignano.
Ciò che si osserva lungo la via è il tipico
paesaggio agreste della pianura emiliana, con ampi campi
coltivati ed estese zone riservate al pascolo bovino. Un
paesaggio tranquillo, "liscio" che contrasta con
quello ripido dell'ultima tappa. Da Sassuolo, in breve,
la strada statale numero 12, con continui saliscendi, raggiunge
Pavullo nel Frignano.
SASSUOLO - Salvarola Terme - Ca' Rotta di Sopra - Monte
Scisso - Le Braide – S.Donnino - Alevara - Campodolio
(Varana) - Mulino del Berto - Carbonara - Faeto –
SERRAMAZZONI - Ca' di Naldo - Ca' Baldaccini - Mulino Galeotto
- Costa del Rosso - Parco Ducale di Pavullo - La Torricella
- PAVULLO NEL FRIGNANO
2^ Tappa
Pavullo nel Frignano (688 m) S.Pellegrino in Alpe
(1524 m)
Lunghezza: km 46
Dislivello: +1110 m
Descrizione: la seconda tappa segue fedelmente la Via Vandelli
nel suo bellissimo tratto appenninico. La via si presenta
in perfette condizioni ed è percorribile interamente
in sella. Lasciato Pavullo si inizia a salire seguendo la
strada Giardini fino alla località Borra; da qui,
ed esattamente al km 122, si seguono le indicazioni per
Caverglumine, si superano due stradelle poco evidenti e
si prende la terza (sentiero segnato rosso-blu). Si sale
piuttosto decisamente su carrareccia sconnessa fino ad incontrare
la strada per Piane di Mocogno che in discesa ci conduce
di lì a poco agli evidenti muri della Via Vandelli
(sentiero CAI 73).
La storica pavimentazione, che ci accompagnerà
praticamente fino a Massa, è qui molto evidente e
per questo il nostro percorso si distingue nettamente dalle
numerose e recenti carreggiabili. Le caratteristiche della
strada cambiano incrociando lo sterrato proveniente da Barigazzo:
la Vandelli si allarga, attraversa il Colle Cento Croci
e si addentra sempre più nel cuore dell'Appennino.
Con qualche saliscendi si giunge alla località Casoni
dove a destra si raggiunge Fabbrica, l'oratorio di San Giovannoni,
Piella di Sopra e quindi la strada asfaltata per il Passo
delle Radici dal quale si scende all'Alpe di S.Pellegrino.
La Via Vandelli si addentra nel bosco poco sopra le Lezze.
PAVULLO NEL FRIGNANO - Castello di Montecuccoli
- Serra Parenti - Monzone - Ponte del Diavolo - LAMA MOCOGNO
- Mezzolato - Santoncina - Borra - Ca' Don Carlo - Fignola
- La Santona - Barigazzo - Passo delle Cento Croci - Ca'
Giovannoni - La Piella - Serra Santa Maria - Imbrancamento
– S.PELLEGRINO IN ALPE.
3^ Tappa
S.Pellegrino in Alpe (1524 m) Vagli di sotto (600 m)
Lunghezza: km 33,5
Dislivello: +330 m
Descrizione: con questa tappa si abbandona l'Emilia e ci
si appresta ad affrontare le Alpi Apuane. Da S.Pellegrino
inizia la lunga ed aerea discesa sul ripido crinale di un
contrafforte appenninico utilizzato dall'ingegnere Vandelli
per raggiungere Castelnuovo Garfagnana. Qui giunti si attraversa
il fiume Serchio e ci si dirige verso Poggio da cui si prosegue
seguendo una stretta stradella che ci condurrà a
Vagli di Sotto, punto di sosta in previsione della successiva
salita e discesa dal Passo della Tambura che conviene affrontare
in perfetta forma.
In
alternativa al percorso storico, attualmente ricalcato dalla
Provinciale, che costringerebbe a percorrere ampi tratti
di asfalto, è possibile scendere a Castelnuovo Garfagnana
utilizzando la direttrice di fondovalle del Torrente Castiglione,
per mezzo di un suggestivo percorso peraltro molto interessante
dal punto di vista naturalistico.
L'itinerario alternativo ha una particolare
importanza logistica e paesaggistica: pur stravolgendo il
percorso originario, propone un’alternativa nuova
e più suggestiva, poiché scende a valle attraversando
bellissimi boschi di castagno con numerosi metati, e raggiunge
una borgata isolata con capanna celtica a tetto in segale;
arriva poi dopo una lunga discesa al paese di Valbona, incastonato
tra il verde del fondovalle.
Vero è che oltrepassata Valbona si
percorrono circa 2 km di asfalto, ma la strada comunale
ha il pregio di finire proprio a Valbona, veicolando quindi
quasi esclusivamente lo scarso traffico locale. Da non sottovalutare
poi il fatto che questa mulattiera percorre un tragitto
antico precedente la Vandelli, e che veniva usata per salire
al passo di S.Pellegrino. Giunti in prossimità della
località L'Isola, si riprende il cammino su sentieri
che costeggiano i declivi della dorsale Monte S.Marco -
Monte Pigoli, arrivando a Castiglione di Garfagnana. Oltrepassato
il paese, si scende lungo un sentiero che attraversa una
conca piuttosto ampia, passa da località Liana, supera
l'abitato di Marcione ed arriva a Pieve Fosciana. Lasciata
Pieve Fosciana, un sentiero che si snoda tra coltivi e nuclei
di borgate sparse, che occupano la piana di Castelnuovo
Garfagnana, porta in breve all'entrata della cittadina attraverso
il ponte originale sul Fiume Serchio.
Usciti da Castelnuovo Garfagnana attraverso
la porta sud, la Vandelli percorre la fondovalle del Serchio,
e con andamento pianeggiante costeggia il letto fluviale,
toccando gli abitati di Debbia, San Rocco e Filicaia fino
alla salita per il Poggio; lungo lo stesso tracciato si
trova adesso il fondo asfaltato che ne stravolge l'origínaria
struttura. È difficile proporre valide alternative
a questo tratto, poiché la prossimità del
fiume non lascia spazio per creare sentieri paralleli, e
creare un percorso sul lato opposto della strada è
difficile a causa dei ripidi declivi e delle valli dei numerosi
fossi che scendono al Serchio, che accentuano i dislivelli
e sono disagevoli da attraversare.
Castelnuovo – Vagli.
Gli unici tratti di percorso riconducibili
ad una traccia escursionistica sono tra Debbia e Santa Maria,
circa 300 metri ben conservati, tra Dezza e Il Colletto
(600 metri) e da Filicaia fino al Poggio, dove un sentiero
che rimane piuttosto alto permette di evitare la sottostante
strada asfaltata. Dopo Il Poggio, la Vandelli prosegue su
tratto originale seguendo la fondovalle del Torrente Edron,
e per circa 2 km si riesce a camminare senza toccare asfalto;
dopo un altro tratto di asfalto, la Vandelli prosegue a
Ca' Nuova, nei pressi del bacino artificiale di Vagli.
4^ Tappa
Vagli di Sotto (600 m) Massa (65 m)
Lunghezza: km 27
Dislivello: +1020 m
Descrizione: lasciato Vagli di Sotto si raggiunge per ripida
salita Vagli di Sopra e da qui ci si dirige verso le Cave
di Arnetola addentrandosi nell'omonima valle (sentiero CAI
35 o AT). Il tracciato della strada segue nel primo tratto
la Vandelli, poi la abbandona per aggirare un "ravaneto"
(espressione utilizzata dai cavatori per indicare i grossi
cumuli di detriti marmiferi), e prosegue per "marmifera"
fino a rincontrare la strada che con un'ultima impennata
sale ad un pianoro erboso utilizzato per il pascolo (fonte).
Da qui inizia un breve tratto non percorribile in sella
che porta rapidamente al Passo della Tambura.
La successiva discesa è sempre molto
accentuata e caratterizzata da stretti tornanti per cui
si consiglia la massima attenzione
soprattutto fino alla "finestra Vandelli", un
evidente intaglio nella roccia dove il CAI sta ultimando
la costruzione di un rifugio. Giunti a Resceto le fatiche
sono praticamente finite e una stretta e sconnessa strada
asfaltata ci porta fino a Massa.
L’ultimo tratto della Vandelli toscana
attraversa i massicci marmorei delle Alpi Apuane, costituendo
uno dei tratti più interessanti di tutto il percorso.
La direttrice di marcia segue la valle dell'Arnetola, selvaggio
anfratto solcato dal fosso Tambura, che penetra le Apuane
sotto la dorsale Monte Tambura - Alto di Sella, per risalire
i contrafforti del Monte Focoletta posto tra le due vette
principali.
Dopo la salita tra i sassi marmorei, la Vandelli
raggiunge il passo della Tambura tramite l'unico passaggio
naturale che permette un agevole transito; l'apertura tra
le pareti rocciose fu tuttavia notevolmente allargata proprio
a causa del passaggio della Vandelli. Oltrepassato il passo
della Tambura, la Vandelli scende rapidamente fianchi sud-ovest
dell'Alto di Sella nella selvaggia Valle dei Campaniletti.
Raggiunta Resceto, dopo un interminabile serie di tornanti
con viste panoramiche sul Mar Tirreno, la strada prosegue
nel canale di Resceto, una selvaggia forra tra le montagne
che si apre poco avanti con il torrente che prende il nome
dal paese omonimo. Resceto, posta strategicamente alla fine
della ampia vallata tra le vie di Lizza, rappresenta la
fine del tratto apuano della Vandelli: ora la strada prosegue
lungo la fondovalle del Torrente Frigido e segue la strada
asfaltata che arriva a Massa.
Per informazioni:
Informazioni turistiche Comunità Montana
Appennino Modena Ovest
Comuni di Frassinoro, Montefiorino, Palagano, Prignano
Via Rocca, 1 41045 Montefiorino (MO)
tel 0536/962727 fax 0536/965312
e-mail: infoturismo@cmovest.mo.it
www.appenninomodenese.net